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MESSINA
-
Estorsione ad artigiano CC eseguono Ordine Custodia
Cautelare.
I Carabinieri della
Stazione di Giampilieri, ieri, hanno notificato al noto
Marco DURANTE 31enne messinese, un’ordinanza di custodia
cautelare, in regime di arresti domiciliari, per il
reato di estorsione. Il provvedimento è stato emesso
dal G.I.P. del Tribunale di Messina, su conforme
richiesta della locale Procura della Repubblica che ha
coordinato le indagini.
La vittima del
reato è un artigiano della zona sud della città a cui
l’arrestato, lo scorso novembre, aveva venduto delle
attrezzature meccaniche. Una normale compravendita
ben presto, si è rivelata un ingegnoso stratagemma per
estorcere del denaro. La merce, infatti, non veniva
consegnata e solo a quel punto DURANTE prospettava
“falsamente” alla vittima di essere stato contattato da
un uomo della zona che avrebbe denunciato entrambi in
quanto la merce in questione era di sua proprietà e gli
era stata rubata. DURANTE così costringeva l’artigiano a
corrispondergli una somma, a suo dire necessaria per
risolvere la questione ed evitare la denuncia.
L’estorsione ed inganno non finiva più poiché sono
iniziate telefonate ripetute di un tale che
spacciandosi per appartenete alle forze dell’ordine si
faceva consegnare ulteriori somme di denaro per
convincere il proprietario delle attrezzature a ritirare
la denuncia. La vittima, resasi conto delle angherie che
stava subendo, ha trovato la forza di recarsi alla
Stazione Carabinieri di Giampilieri per denunciare il
suo aguzzino. I militari dell’Arma di Giampilieri al
comando del Maresciallo Maggiore Giuseppe CURCIO, hanno
così ricostruito in maniera minuziosa la vicenda,
riuscendo a smascherare DURANTE, anche attraverso la
disamina dei tabulati telefonici. La vicenda ha messo in
luce una complessa macchinazione posta in essere dal
DURANTE, consistente nel carpire in un primo momento la
buona fede dell’artigiano, convincendolo dell’assoluta
normalità dell’acquisto delle attrezzature. Il maldestro
ha indotto quindi la vittima a ritenere di essere stato
suo malgrado coinvolto in azioni criminali e, infine,
prospettandogli gravi conseguenze penali per estorcergli
delle ulteriori somme di denaro. DURANTE è stato quindi
raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare e dovrà
adesso rispondere della pesante accusa di estorsione.
TAORMINA
–
2 scippatori su auto depredano donna, Polizia li ammanetta. Si
tratta di Cateno Lo Pò 31enne e Matteo Lo Monaco 30enne,
entrambi di Taormina. I poliziotti
del Commissariato di P.S. di Taormina, ieri pomeriggio, hanno bloccato
per furto con strappo 2 soggetti noti per reati contro il patrimonio e
stupefacenti. Gli agenti, alle
16.30, sono intervenuti in via Bagnoli Croce per la segnalazione di uno
scippo. 2 poco prima a bordo di un’auto, dopo aver affiancato una
ragazza, con una mossa repentina le hanno strappato con violenza la
borsa, dandosi poi alla fuga. Le ricerche dell’auto sono state avviate
immediatamente, ed è stata rintracciata e bloccata sulla S.S. 114
Orientale Sicula all’altezza della Stazione Ferroviaria. La
perquisizione effettuata sia sulle persone che sul veicolo ha permesso
di rinvenire la somma di denaro ed alcuni effetti personali sottratti
alla vittima. L’acquisizione dei filmati estrapolati dai sistemi di
video-sorveglianza presenti nella zona interessata hanno confermato le
responsabilità dei due soggetti che sono stati dichiarati in arresto.
MESSINA
–
Questura, dott. Corrado Basile promosso Dirigente Superiore.
Il funzionario Corrado
Basile
da Vice Questore
Vicario è stato promosso al grado superiore. La lieta ed attesa
notizia è arrivata ieri mattina alla Questura di Messina accompagnata
dai più sentiti e sinceri complimenti di amici e colleghi: essendo stato
promosso a Dirigente Superiore. La carriera del dott. Corrado Basile
è ricca e
variegata, densa di soddisfazioni e di brillanti risultati. Il
funzionario è entrato in polizia nel settembre del 1988 e dopo la
frequentazione del corso di formazione per Vice Commissari è stato
assegnato alla Questura di Varese per svolgere le funzioni di Capo di
Gabinetto. Basile
nel 1990, ha
operato a Siracusa, dando prova delle sue capacità investigative prima
nella direzione del Commissariato di P.S di Lentini, comune ad alto
tasso di criminalità di tipo mafioso e poi alla guida della Squadra
Mobile. L’intuito e la caparbietà del funzionario hanno offerto un
prezioso contributo all’azzeramento delle cosche criminali locali.
Corrado
Basile, dopo la Squadra Mobile, è stato chiamato a guidare la
Digos della Questura con importanti risultati anche nella gestione di
controversie sociali con protagonisti lavoratori e maestranze, specie
nella zona industriale, impegnati nella lotta a tutela dei loro posti di
lavoro.
Il funzionario è stato
poi promosso alla
qualifica di Primo Dirigente nel 2006 assumendo successivamente
l’incarico di Dirigente la Divisione di Polizia Anticrimine della
Questura di Siracusa. Il dott. Corrado Basile ha portato a
compimento importanti proposte di applicazione di misure di prevenzione
sia personale che patrimoniali con il sequestro e la confisca di beni ad
alti esponenti delle associazioni mafiose radicate nel territorio. Il
funzionario, successivamente dal 2012, ha assunto l’incarico di Vicario
del Questore prima di Vibo Valentia e poi di Enna.
Il
dott. Corrado Basile
nel 2016, in previsione del Vertice G7 del maggio 2017, è stato
trasferito, con lo stesso incarico, alla Questura di Messina dando prova
di grande capacità operativa ed organizzativa nella predisposizione del
poderoso dispositivo di ordine e sicurezza pubblica predisposto per
l’evento di risonanza internazionale. Ha partecipato anche
all’organizzazione del G7 Pari Opportunità nel Novembre 2017 ed alla
creazione del Centro di Primo Soccorso ed Identificazione confermandosi
funzionario dall’elevato profilo professionale. Il
funzionario a Messina si è altresì distinto per la capacità di
intessere rapporti costruttivi e proficui con i rappresentanti delle
Istituzioni civili e militari con le quali ha costruito collaborazioni
sinergiche. Il
dott. Corrado Basile
è in attesa della prossima assegnazione, la Questura gli rinnova le
più fervide congratulazioni che sono anche espresse con sincera stima
anche da noi.
Barcellona
P.G. - Polistrada sequestra 2 scuolabus
circolanti fuori norma,
elevate
sanzioni. Gli Agenti del
Distaccamento della Polizia Stradale di Barcellona P.G., nell’ambito dei
servizi specifici mirati alla sicurezza della circolazione ed in
particolare al controllo dei veicoli adibiti a scuolabus, hanno
sottoposto a fermo amministrativo e sospeso dalla circolazione due
mezzi.
I poliziotti
della Polstrada hanno istituito dei posti di controllo presso le scuole
elementari, medie e dell’infanzia dei plessi scolastici di Patti,
Oliveri e Milazzo.
Gli
accertamenti effettuati su numerosi pulmini hanno evidenziato che 2
veicoli stavano trasportando abusivamente degli studenti, poiché erano
privi delle necessarie autorizzazioni.
I tutori
dell’ordine hanno accertato molteplici violazioni al Codice della
Strada, per le quali sono state elevate numerose sanzioni per migliaia
di euro ai conducenti ed alle ditte di trasporto.
Messina
- Detenuto ai domiciliari
si allontana da casa per visita funebre, bloccato da Carabinieri. I
militari del Nucleo Radiomobile hanno sorpreso fuori casa
Gianbattista CUSCINA' 39enne messinese. Il personaggio si era
“allontanato per fare una visita di condoglianze a vicini di casa”
questa la giustificazione fornita ai Carabinieri, che l’hanno sorpreso
all’esterno della sua abitazione, dove stava scontando la pena in
regime di detenzione domiciliare. I militari del Nucleo
Radiomobile, intorno, alle
ore 20.30, impegnati in un servizio specifico orientato alla verifica
della presenza nelle abitazioni dei detenuti, l’hanno sorpreso mentre si
trovava sulla pubblica via, poco distante dalla sua abitazione,
sbucando da un vicoletto adiacente a via Bensaia. Lui è stato
immediatamente riconosciuto dai militari e bloccato ha, alla richiesta
di come mai fosse fuori dal domicilio in cui sconta la pena, avrebbe
spiegato di essere stato animato da buoni propositi dato che era sua
intenzione andare a fare una visita di condoglianze in una vicina
abitazione. Il nobile gesto non costituiva comunque un’esimente, e
perciò, i carabinieri l’hanno dichiarato in arresto. CUSCINA’ è stato
tradotto presso il Tribunale di Messina, come disposto dal Sost.
Procuratore Dott. Piero VINCI per l’udienza di convalida e per la
celebrazione del rito per direttissimo. Il personaggio, all’esito
dell’udienza ha ottenuto convalida d’arresto ed stato nuovamente
sottoposto al regime degli arresti domiciliari.
Barcellona PG
Me – Polizia scopre
abuso d’ufficio, concussione e falso in
Comune: misure cautelari per amministratori.
I poliziotti
hanno avviato sia intercettazioni telefoniche che acquisizione di
tabulati, sopralluoghi, analisi e sequestro di documenti ed edifici,
strumenti investigativi che hanno permesso di muovere specifici addebiti
a carico di: Angelo COPPOLINO ex assessore allo Sport e Politiche
Giovanili Sportive, Industria, Caccia e Pesca, Servizi Demografici e
Toponomastica, Rapporti con i Quartieri, Programmazione e Manutenzione
Impianti Sportivi; Salvatore DI PIETRO Vice Comandante
della Polizia Municipale; Carmelo RUCCI funzionario dell’Ufficio
Tecnico Edilizia Privata, Concessioni Edilizie e Sanatoria; Bruno
ISGRO’, architetto; Francesco LIVOTI, tecnico comunale; Giuseppe
BONOMO, tecnico comunale; Santi ALLIGO, ex Segretario
Generale; Roberto MATERIA Sindaco del Comune di Barcellona P.G.
L’indagine
lunga e laboriosa ha portato all’emissione dell’ordinanza di
applicazione di misure cautelari coercitive ed interdittive nei
confronti di amministratori e funzionari del Comune di Barcellona.
La misura è
stata eseguita dai poliziotti del Commissariato locale, è stata emettessa
il Gip del Tribunale di quel Comune dott. Fabio Gugliotta. L’attività
investigativa coordinata dal Procuratore Capo della Repubblica Emanuele
Crescenti e dal Sostituto Procuratore Matteo De Micheli ha presso il
via nel 2014. L’Autorità Giudiziaria contesta rregolarità riguardanti
immobili riconducibili a Coppolino ed ad alcuni suoi familiari che
avrebbero originato approfondimenti che lasciavano trasparire le
pressioni esercitate dall’Assessore su tecnici e amministratori
compiacenti al fine di occultare, per l’appunto, le macroscopiche
difformità ed i conseguenti illeciti edilizi.False attestazioni,
omissione di accertamenti, velocizzazione indebita delle relative
pratiche, omissione di atti dovuti, in sintesi, le condotte che, dietro
la sapiente regia del Coppolino il quale in tal modo ne traeva un
ingiusto vantaggio patrimoniale, venivano perpetrate dagli indagati
animati dalla speranza di ottenere futuri vantaggi. Nello specifico
questi i reati contestati e le relative misure adottate: concussione,
induzione indebita di dare o promettere utilità, abuso d’ufficio e falso
per il Coppolino, al quale è stata applicata la misura cautelare in
carcere e per Rucci sottoposto invece alla misura degli arresti
domiciliari; falso ed abuso d’ufficio per Isgrò, Livoti, Bonomo e Di
Pietro cui viene altresì contestata l’induzione indebita di dare o
promettere utilità sottoposti alla misura interdittiva della sospensione
da ogni ufficio ricoperto all’interno del Comune ad eccezione dell’Isgrò
a cui è stata imposta la misura del divieto di esercitare la professione
di architetto per 6mesi; uso di atti falsi e favoreggiamento personale
per Alligo al quale è stato imposto l’obbligo di dimora nel Comune di
residenza; abuso d’ufficio per Materia, la cui condotta è rappresentata
dall’avere revocato illegittimamente l’incarico dell’allora Comandante
della Polizia Municipale, sottoposto al divieto di dimora e di ingresso
nel Comune di Barcellona.
Ragusa
-
Prefetto Librizzi trasferita a Messina: saluto vertici comando
Guardia Finanza iblei. Nella Prefetto di Ragusa -
dott.ssa Maria Carmela Librizzi, di mattina, si è recata in visita di
commiato al locale Comando Provinciale della Guardia di Finanza. L’alta
Autorità di Governo, prima di lasciare la città, per ricoprire un nuovo
e prestigioso incarico presso la Prefettura di Messina, ha voluto
salutare personalmente le “Fiamme Gialle” iblee. il Comandante
Provinciale, Col. t. ISSMI Claudio Solombrino, i Comandanti dei Reparti
territoriali ed una rappresentanza di finanzieri di ogni ordine e grado
hanno fatto gli onori casa. Il Prefetto, nell’occasione ha espresso
parole di vivissimo apprezzamento per l’attività condotta,
complimentandosi per i brillanti risultati ottenuti e per l’impegno
profuso al fine di garantire la sicurezza economico finanziaria della
Provincia.
Messina
- Polizia blocca 2 topi d’appartamento. Si
tratta dei messinesi Valentino Vadalà 32enne
e Rosario Caruso 42enne. I soggetti sono stati
rintracciati grazie all’attività d’indagine delle
volanti della Questura di Messina. I maldestri
avevano tentato di mettere a segno il colpo ai danni
di un’anziana donna, ma sono stati bloccati ieri dai
poliziotti delle Volanti della Questura di Messina. Il
furto l’avrebbero tentato entrando dalla porta in
alluminio posta nel terrazzo dell’abitazione ma sono
stati interrotti dalle urla di una vicina. I poliziotti
intervenuti sul posto hanno rinvenuto, sul terrazzo
dell’appartamento della vittima, 1 cacciavite, 1 zaino,
1 crick ed hanno visto che l’imposta era stata
danneggiata. La presenza di un Opel Agila grigia con
gli stop rotti posteggiata nei pressi dell’immobile
proprio nel momento in cui si stava per consumare il
fatto ha attirato l’attenzione dgli investigatori.
L’attività di indagine serrata ed immediata ha permesso
agli operatori di rintracciare la macchina Opel ed i
presunti autori del tentato furto. I 2 hanno negato
inizialmente la paternità del mezzo che, intestato ad
altro soggetto, dagli accertamenti effettuati, risultava
comunque nella disponibilità di 1 dei complici. Vadalà,
messo alle strette ha recuperato le chiavi della vettura
che aveva nascosto nella cuccia del cane. I poliziotti
nell’auto hanno trovato altro materiale atto allo scasso
ed 1 ulteriore zaino. I 2 sono stati condotti presso gli
Uffici di Polizia dove hanno confermato ogni
responsabilità e dichiarati in arresto, i personaggi
su disposizione dell’A.G trattenuti presso le camere di
sicurezza in attesa di essere giudicati con rito per
direttissima.
Messina
- Donna
minacciata e segregata in casa: Polizia arresta ai domiciliari compagno
violento. Una convivenza
turbolenta, un amore malato ed una gelosia accecante avrebbero fatto da
sfondo ad una triste storia di violenza domestica conclusasi con
l’arresto ai domiciliari di lui, da parte dei poliziotti delle Volanti
della Questura di Messina, che intervenuti in soccorso della
malcapitata.
Lui le
impediva di uscire di casa, l’avrebbe minacciata di “farle del male”
qualora avesse tentato di scappare, le avrebbe distrutto il cellulare,
sottoponendo a serrati controlli anche le conversazioni tenute su
facebook. La violenza fisica e psicologica avrebbe portato la donna a
maturare la convinzione di lasciare il compagno. La scelta non sarebbe
stata condivisa da lui che avrebbe acuito la rabbia e la gelosia. Il
personaggio oltre a sequestrare in casa la donna, le incuteva terrore
brandendo un coltello a serramanico.
La vittima,
ieri mattina durante una provvidenziale uscita in macchina e distrazione
di lui, è stata in grado di allontanarsi di corsa e chiedere aiuto.
Gli
operatori di polizia sono intervenuti immediatamente mettendosi alla
ricerca del soggetto che hanno individuato in strada, stava passeggiando
con un cane al guinzaglio. Gli agenti hanno
identificato il personaggio e proceduto alla perquisizione domiciliare
con conseguente sequestro del coltello perfettamente coincidente con la
descrizione fornita dalla donna. I tutori dell’ordine, una volta
arrestato il soggetto, hanno dato comunicazione dell’accaduto
all’Autorità Giudiziaria competente che ha disposto fosse posto ai
domiciliari in attesa della convalida dinnanzi al Gip.
Messina
-Avvicendamento in Questura:
Valeriani – Bardetta, cambio tra due giovani funzionarie.
Il
Commissario Capo Caterina Bardetta sostituisce il Commissario
Capo Paola Grazia Valeriani alla Questura di Messina.
Il testimone è stato passato dal
Commissario Capo Paola Grazia Valeriani, trasferita, dopo due anni di
servizio nella Città dello Stretto, alla Divisione Polizia
Amministrativa e Sociale della Questura di Reggio Calabria. Il
Commissario Capo Caterina Bardetta, neo entrata in Questura, è
Originaria di Messina, laureata in giurisprudenza ed abilitata
all’esercizio della professione legale. La dott.ssa Bardetta è entrata
in Polizia nel 2012 vincendo il concorso per Commissari. La funzionaria,
al termine del corso biennale presso
la Scuola Superiore di Polizia,
dove ha conseguito un master in Diritto Amministrativo presso
l’Università “ Sapienza” di Roma, era stata assegnata alla Questura di
Catania per ricoprire, quale primo incarico, il ruolo di addetto all’U.P.G.S.P
e, poi, all’Ufficio di Gabinetto nel quale è rimasta fino al luglio
2017.
Il Commissario Capo Caterina Bardetta,
successivamente, ha prestato servizio presso il Commissariato di Nesima
e, poco dopo, è stata aggregata alla Questura di Messina, presso il
Commissariato Nord e quindi la Divisione Polizia Amministrativa, Sociale
e dell’Immigrazione.
Il Commissario Capo Caterina Bardetta
da oggi, quale Funzionario addetto, affianca il Primo Dirigente dott.ssa
Maria Luisa Cavallo nella direzione della Divisione Anticrimine.
Ad
entrambe, la Questura di Messina ed il nostro giornale augurano i più
sinceri in bocca al lupo.
Messina
- Intimidazioni a Magda Scalisi solidarietà BCsicilia.
L’imprenditrice Magda Scalisi ha lasciato Palermo per trasferirsi sui
monti fra le province di Palermo e Messina e svolgere la sua attività
di gestione del Rifugio del Parco dei Nebrodi in contrada Muto nel
comune di San Fratello. Magda Scalisi, nonostante sia stata
costantemente osteggiata e minacciata, ha deciso di condurre con
fermezza e coraggio il rifugio affrontando una realtà pericolosa dove è
forte la presenza della “mafia dei pascoli”. Magda non ha intenzione di
arrendersi e più volte ha ribadito che il rifugio del Parco dei Nebrodi
è casa sua. BCsicilia esprime solidarietà e vicinanza a Magda Scalisi
per le intimidazioni ricevute nel corso della sua attività di gestione
del Rifugio del Parco dei Nebrodi in contrada Muto nel comune di San
Fratello. BCsicilia chiede :”alle forze di polizia ed investigative la
massima attenzione nei confronti di una giovane donna che ha deciso di
andare avanti con forza e determinazione nonostante i continui soprusi
ed auspica come sia le istituzioni che la stessa società civile facciano
di tutto affinché non sia lasciata sola nella sua battaglia, contro
coloro che ritengono di poter ancora decidere tempi e gestione di un
luogo dall’impareggiabile valore naturalistico e ambientale. Nessun
territorio infatti potrà mai considerarsi liberato dalla mafia e dalla
criminalità fino a quando ci sarà qualcuno che non potrà esercitare
serenamente il proprio lavoro e costruire liberamente il proprio
futuro”.
Messina
- CC Operazione ZIKKA, preso FRANZINO.
I Carabinieri
della Compagnia di Messina Sud, ieri sera, hanno rintracciato e
sottoposto agli arresti domiciliari Gaspare Francesco FRANZINO 34enne,
unico soggetto ancora ricercato nell’ambio dell’operazione “Zikka” con
cui gli uomini dell’Arma hanno smantellato un’associazione per
delinquere dedita all’organizzazione di corse clandestine di cavalli.
FRANZINO, palermitano, è un veterinario che secondo le accuse
si sarebbe occupato della
somministrazione agli animali di sostanze con effetti dopanti per
aumentarne le prestazioni durante le competizioni illegali.
Messina
–
77enne stalker non rispetta divieto
avvicinamento: CC ai domiciliari.
I Carabinieri della Stazione di Ganzirri
hanno tratto in arresto ai domiciliari per la violazione della misura
cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla
vittima un 77enne del posto. L’anziano, era già sottoposto al
provvedimento di divieto in quanto indagato per i reati di atti
persecutori e violenza sessuale, commessi nei confronti di una giovane
vittima. Il 77enne non ha ottemperato agli obblighi imposti dalla
misura cautelare, si è recato presso il posto di lavoro della giovane
vittima. L’Autorità Giudiziaria, a seguito di segnalazione dei
Carabinieri, ha immediatamente emesso, nei confronti del 77enne,
un’ordinanza di custodia cautelare con sottoposizione alla misura degli
arresti domiciliari. I militari dell’Arma hanno prontamente proceduto
ad eseguire il provvedimento e l’anziano è stato arrestato e sottoposto
agli arresti domiciliari presso la sua abitazione. La prontezza della
risposta della Polizia Giudiziaria nei casi di vittime di maltrattamenti
in famiglia, atti persecutori e violenze di genere è conseguente alla
specifica preparazione professionale e sensibilità degli operanti
nell’affrontare tali reati, per i quali è altissima l’attenzione e la
sensibilità della Procura della Repubblica di Messina che ha stabilito
precise modalità operative per giungere, quanto più rapidamente
possibile, a tutelare le vittime vulnerabili. Le forze dell’ordine
ricordano:” in tale contesto è però fondamentale la denuncia da parte
delle vittime di tali reati così da consentire all’Autorità Giudiziaria
ed alla Polizia Giudiziaria di poter prontamente intervenire a tutela.
Il cittadino potrà sempre trovare, nella Stazione Carabinieri più
vicina, personale qualificato e preparato ad affrontare e risolvere tali
delicate problematiche”.
Video
Carabinieri
contro truffe
Messina
- Adescato
in chat, coppia vuol divulgare video porno: CC, 2 ai domiciliari.
I
Carabinieri della Stazione di Arcivescovado hanno tratto in arresto una
35enne ed il suo compagno 40enne, entrambi messinesi, colti in flagranza
del reato di estorsione. La vittima era stata individuata dalla coppia
in un 63enne di Messina a cui hanno mandato messaggi in una chat privata
spacciandosi per una donna avvenente. I 2, dopo aver carpito la fiducia
del malcapitato, l’hanno convinto a registrare ed inviare propri video
in situazioni compromettenti per poi ricattarlo, prima via sms e poi di
persona. I maldestro, alla vittima avevano fatto credere di aver mandato
video hard ad una minorenne ed era stata mostrata una finta denuncia
presentata al Tribunale per i minorenni dove lo si accusava di
pedopornografia. L’uomo adescato inizialmente era scettico ed allora la
coppia di malviventi ha proposto un incontro durante il quale gli hanno
mostrato una lettera con tanto di intestazione formale del Tribunale di
Messina, chiedendogli 500 euro per rimettere la querela. Il 63enne ha
preso tempo ed ha chiesto aiuto ai Carabinieri della Stazione di
Arcivescovado che, sotto l’egida della Procura della Repubblica di
Messina, l’hanno seguito passo passo, supportandolo poiché molto
provato dalla situazione. Il 63enne sotto ingannato, giunto nel luogo
dell’incontro, si è seduto al tavolino in un bar del capoluogo
peloritano come da indicazione dei malviventi. L’uomo vittima del
tentato inganno è stato raggiunto soltanto dalla donna che veniva però
guardata a vista dal compagno, posizionato sul lato opposto della
strada, in modo da poter essere visto dal malcapitato. La donna vedendo
ancora titubante il malcapitato di turno, l’ha minacciato: se non le
avesse dato il denaro, il suo compagno l’avrebbe “fatto fuori”,
disponendo quest’ultimo anche di un coltello. La donna, appena ha
ritirato il denaro, è stata bloccata dai militari insieme al compagno il
quale, effettivamente, è stato trovato in possesso di un coltello a
serramanico con una lama lunga 18 cm. Le manette sono scattate per i
due maldestri conviventi i quali dovranno rispondere di estorsione
davanti all’Autorità Giudiziaria.
I due
responsabili, al termine dell’udienza di convalida, che si è tenutasi in
giornata presso il Tribunale di Messina, sono stati posti agli arresti
domiciliari presso la loro abitazione.
Messina
-
Blitz CC in casolare,
preso pusher con droga, 1 ai domiciliari. i Carabinieri dell
Stazione di Villafranca Tirrena, nei giorni scorsi
hanno tratto in arresto in flagranza per il reato di detenzione ai fini
di spaccio di sostanze stupefacenti D.G. 18enne, incensurato. I
militari, durante un mirato di servizio di contrasto ai reati di
spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti, hanno fatto irruzione in
un casolare abbandonato nella frazione di Gesso, dove il giovane si era
nascosto, rinvenendo complessivamente 120 grammi di sostanza
stupefacente del tipo marijuana e materiale vario per il confezionamento
delle dosi. Il giovane è stato posto ai domiciliari in attesa
del rito direttissimo.
Messina
-
Questura ricorda anniversario assassinio capo squadra mobile Boris
Giuliano. La
Questura di Messina città dove ha vissuto, ricorda il Commissario di
Polizia Giorgio Boris Giuliano, Capo della Squadra Mobile ucciso a
Palermo nel 1979 dalla mafia.
La figura del Commissario di
Polizia, lo spessore umano e le brillanti indagini per le quali pagò con
la vita sono ricordati, durante tutto l’arco della giornata, con una
serie di iniziative organizzate dall’associazione socio culturale
“100Messinesi per Messina 2MILA8”.
La commemorazione prevede, alle
ore 08.10, stesso orario in cui il Commissario fu raggiunto da 7
colpi di pistola alle spalle nel bar Lux di Palermo, l’accensione della
lanterna “Luce della vita” ed un momento di preghiera nella
Parrocchia S.M. Annunziata e S. Giuseppe di Bisconte.
Il
convegno “Memorial Boris Giuliano 2017” è alle ore 9.30,
presso la Sala “Accademia peloritana dei pericolanti” dell’Università
degli studi di Messina.
Una corona di fiori alla base della
lapide è posta alle ore 12.00 in sua memoria in via Natoli dove
il dottor Giuliano ha vissuto.
Iniziative ludiche ricreative
sono programmate alle ore 16.45, presso la Piazzetta del
villaggio Bisconte.
A
Palermo
la
Questura ricorda l'anniversario dell'assassinio del capo squadra
mobile Boris Giuliano. Il 38° anniversario, dell’omicidio del
Dott. Boris Giuliano, Capo della Squadra Mobile di Palermo ucciso
dentro il Bar lux di via F.P.Di Blasi ricorre il 21 luglio 2017. La
Questura di Palermo ricorda la tragica uccisione con la deposizione di
una corona di alloro alle ore 9.00, sul luogo dell’omicidio ed a
seguire la Messa celebrata presso la Cappella della Soledad di Piazza
della Vittoria.
Messina
– Blitz CC: droga in camera da letto, 1 ai domiciliari. Si tratta
di Carlo SERGI 48enne, già noto. Continuano le perquisizioni a
tappeto dei Carabinieri nel capoluogo peloritano. I militari del Nucleo
Operativo della Compagnia di Messina Centro, ieri pomeriggio hanno
tratto in arresto ai domiciliari in flagranza per il reato di detenzione
ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti Carlo SERGI. I carabinieri,
a seguito di perquisizione domiciliare, hanno rinvenuto circa 300 gr di
marijuana, occultati in 2 sacchetti di plastica nascosti sopra l’armadio
della camera da letto. I carabinieri, oltre alla sostanza stupefacente
hanno sequestrato 2 bilancini di precisione e 3 piantine di canapa
indiana. SERGI al termine dell’udienza di convalida, su decisione del
Giudice è stato posto alla misura degli arresti domiciliari.
Castell’Umberto
ME
-
Tensione per 30 migranti minori soli destinati in struttura
alberghiera, sindaco insorge. Il primo cittadino di Castell’Umberto
Vincenzo Lionetto
Civa,
centro in provincia di Messina sostiene di essere stato avvisato
all’ultimo momento. Il sindaco su Facebook aveva scritto: "Non ritengo
questo un atto di coinvolgimento istituzionale corretto per gli ovvi
motivi di ricaduta sulla nostra comunità. In una struttura dichiarata da
mesi inagibile senza luce, con acqua fornita dal Comune di Castell’Umberto
con morosità dal 2012 (regolarmente attivati da tempo tutti i
procedimenti amministrativi di recupero) hanno provato a far entrare un
gruppo elettrogeno....i cittadini hanno bloccato le vie di accesso...
garantiti ingresso mezzi di pronto intervento".
Angelo Attaguile, segretario
nazionale di Noi con Salvini, commenta la presa di posizione sindaco
Vincenzo Lionetto Civa e degli abitanti di Castell’Umberto i
quali hanno bloccato le vie d’accesso ad un hotel per impedire il
collocamento di migranti e dice: “Siciliani campioni di accoglienza ma
da qualche anno la misura è colma. Governo impedisca a navi straniere di
scaricare clandestini nei nostri porti. Settemila sbarchi nel solo fine
settimana tra Sicilia, Puglia e Calabria. Siamo ormai al collasso e
rivolte come quella avvenuta nel Messinese testimoniano che in Sicilia
la misura è ormai colma da troppo tempo. Mi stupisce che nessuno abbia
avvertito il dovere di avvisare il sindaco e la comunità interessata,
ciò vuol dire che anche loro sanno che i siciliani non ne possono più e
quindi giocano a nascondere i clandestini. Piena solidarietà e sostegno,
quindi, alla comunità di Castell’Umberto che sto raggiungendo per
prendere parte all’incontro pubblico assieme al sindaco del luogo.
Io sto col
sindaco Vincenzo Lionetto Civa, non è possibile che per i migranti si
trovino soluzioni in due minuti e si superino anche le inagibilità
mentre di fronte agli italiani in difficoltà il governo sta con le mani
in mano. Qui in Sicilia la disoccupazione giovanile ha toccato punte
record. Una prima soluzione? Intanto impediamo alle navi degli altri
stati europei di scaricare i migranti nei nostri porti, ciascuno si
assuma le proprie responsabilità”.
Messina
–
Polizia denuncia 1 per
autoerotismo su auto in strada.
I poliziotti l’hanno trovato a bordo della sua auto noncurante dei
passanti con i pantaloni abbassati ed intento a masturbarsi.
L’esibizione è stata bloccata nel primo pomeriggio di ieri, in via
Bonsignore. Il personaggio
di 31 anni messinese, è stato sanzionato.
I poliziotti al soggetto hanno contestato l’illecito amministrativo
previsto per la violazione dell’articolo 527 del Codice Penale, atti
osceni.
Vulcano - Carabinieri
trovano 30 kg hashish.
I militari della Compagnia Carabinieri di Milazzo, da giorni hanno
intensificato i controlli su tutte le tratte che conducono alle isole
Eolie, a cui si sono aggiunte numerosi servizi perlustrativi in mare ad
opera delle Motovedette dell’Arma. Gli investigatori, la settimana
scorsa hanno rinvenuto nel corso di una perlustrazione in mare un pacco
galleggiante ancorato in una piccola caletta nei pressi di Vulcanello.
Le immediate verifiche condotte dai militari dell’Arma hanno consentito
di scoprire che nel pacco 30 kg di sostanza stupefacente del tipo
hashish, destinata verosimilmente a distribuzione sulle Eolie. I
militari dopo aver proceduto al sequestro dell’ingente quantitativo a
carico di ignoti, hanno avviato le indagini non escludendo nessuna
ipotesi.
Messina
- GdF: scoperto traffico illecito gasolio 3mln e ½ litri da SR a
ME, operazione “Mountain Diesel”. 2 milioni di euro di imposta
evasa, 9 denunciati. I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di
Messina hanno scoperto, nell'ambito di una complessa attività
investigativa avviata nei mesi scorsi, un vorticoso traffico di prodotti
petroliferi ceduti illegalmente, individuando un vero e proprio
distributore clandestino di carburante ubicato a Cesarò (Me). I Baschi
Verdi hanno denunciato all’Autorità Giudiziaria 9 persone e sequestrato
ventimila litri di gasolio. Le indagini, coordinate dalla Procura della
Repubblica di Catania, hanno consentito di accertare ai militari che il
titolare di una ditta individuale esercente il commercio di carburante
per uso agricolo, dopo aver acquistato regolarmente il gasolio,
sottoposto a tassazione agevolata, presso un deposito di Augusta (SR),
durante il percorso di rientro alla sede della sua azienda, lo scaricava
presso luoghi non autorizzati né alla detenzione, né all’utilizzo di
tale carburante ad uso specifico. Tali acquirenti, principalmente ditte
di autotrasporto, in virtù di questo meccanismo ed approfittando del
prezzo vantaggioso si proponevano, a loro volta, sul mercato “nero” a
tariffe concorrenziali, ponendo in essere una forma di concorrenza
sleale, oltre che del tutto illecita, nei confronti degli operatori
regolari del settore, grazie a una consistente riduzione dell’accisa,
pari a ben il 78%, ossia circa cinquanta centesimi di euro al litro. I
maldestri più precisamente, a fronte di un prezzo di mercato che oscilla
mediamente intorno a 1,35€ per litro, riuscivano a proporre il prezzo
di vendita effettivo a circa 0,85€ per litro. Il tornaconto non era
solo per i clienti: anche il titolare della ditta, a fronte di un prezzo
di vendita dichiarato di 0,65€, otteneva una guadagno netto totalmente
“in nero”, pari a circa 20 centesimi a litro. Lo stesso, inoltre, al
fine di giustificare le illecite compravendite di prodotto, emetteva
falsa documentazione contabile, come fatture di vendita e documenti di
accompagnamento del prodotto, intestandoli ad ignari soggetti. Le Fiamme
Gialle, grazie all’ausilio di alcune telecamere installate nelle
immediate adiacenze dell’azienda, hanno appurato che una parte di
prodotto veniva stoccata direttamente presso il deposito della ditta di
Cesarò, il quale, in alcune giornate, si trasformava in un vero e
proprio distributore stradale abusivo. I finanzieri del Comando
Provinciale di Messina, nel corso delle investigazioni, hanno sottoposto
a sequestro ventimila litri di gasolio agricolo, cinque serbatoi da
novemila litri ciascuno, contenenti il prodotto petrolifero denaturato,
ed un’autocisterna. Le Fiamme Gialle nel complesso, hanno denunciato
all’Autorità Giudiziaria competente 9 responsabili, in concorso tra
loro: il titolare del deposito commerciale oggetto d’indagine e altre
otto persone, tutti per il reato di sottrazione all'accertamento od al
pagamento dell'accisa sui prodotti energetici, che prevede la reclusione
fino a cinque anni. Gli sviluppi investigativi, basati sulla minuziosa
analisi della documentazione contabile ed extracontabile tenuta dal
deposito commerciale, hanno consentito di quantificare la vastità del
fenomeno evasivo: è stato calcolato che dal 2014 al 2016 il titolare
della ditta avrebbe illecitamente ceduto oltre 3.600.000 litri di
prodotto con accisa agevolata, con un danno per l’Erario, recuperato
così a tassazione, pari a circa 2 milioni€. I Baschi Verdi hanno stimato
in circa ottocentomila euro il valore dell’I.V.A. e dell’IRPEF sottratto
a tassazione. La Guardia di Finanza, organo di polizia giudiziaria con
competenze specialistiche in campo tributario, opera quotidianamente per
contrastare le frodi nel settore delle accise e gli illeciti nel
commercio dei prodotti energetici, che generano effetti negativi per
l’economia, ostacolano la normale concorrenza fra imprese e danneggiano
le risorse economiche dello Stato, accrescendo, da ultimo, il carico
fiscale per i cittadini onesti.
Messina -
Frattura naso a poliziotto: “Pippo Bibita”
ai domiciliari.
Futili i motivi non altrettante le
conseguenze. L’aggressione ai danni di un sovrintendente di Polizia e
del fratello da parte del noto,
Giuseppe Cambria 63enne, più conosciuto come “Pippo Bibita”.
è stata perpetrata ieri intorno alle 21.50 in Piazza Lo Sardo.
All’arrivo la Volante, prontamente allertata dal poliziotto intervenuto
in soccorso del fratello, trovava quest’ultimo sanguinante perché poco
prima colpito al volto con un casco. I tentativi di allontanamento
dell’aggressore non sortivano l’effetto desiderato, ed infatti
nonostante la presenza degli agenti di Polizia e la consapevolezza che
una delle vittime fosse un pubblico ufficiale, Cambria all’improvviso
ha colpito con una violenta testata all’altezza del naso il
sovrintendente, che riportava una frattura pluriframmentata guaribile in
gg. 30. Il soggetto è stato bloccato dai
poliziotti e posto agli arresti domiciliari in attesa di giudizio.
Messina - DIA
confisca beni 28mln € ad imprenditore vicino ai clan “Barcellonese” e “Santapaola”.
Gli uomini
della D.I.A. di Messina e del Centro Operativo di Catania, a
conclusione di una attività investigativa, culminata nella proposta di
applicazione di misura di prevenzione personale e patrimoniale a firma
del direttore della D.I.A., Nunzio Antonio FERLA, in piena sinergia con
la Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, sta procedendo alla
confisca dell’intero patrimonio nella disponibilità di Salvatore
SANTALUCIA
di Roccella Valdemone (ME), noto imprenditore ritenuto, nell’ambito
di diverse inchieste giudiziarie, trait d’union tra le
organizzazioni criminali mafiose operanti nel territorio a cavallo tra
le province di Messina e Catania, per il controllo delle attività
imprenditoriali di movimento terra, produzione di conglomerato
cementizio e produzione di energia da fonti rinnovabili. Il
compendio mobiliare ed immobiliare sottoposto a confisca, comprensivo
anche di una serie di imprese, era già stato oggetto di sequestro da
parte della D.I.A. con tre distinti provvedimenti eseguiti tra il
dicembre 2015 e il marzo 2016. SANTALUCIA, noto negli ambienti
criminali con l’alias “Turi Piu”, è implicato in varie
operazioni di Polizia e dagli atti di indagine dei procedimenti nei
quali è coinvolto risulta strettamente legato alle note famiglie mafiose
“SANTAPAOLA” di Catania - per il tramite di esponenti di vertice
del clan “Brunetto” attivo nel versante jonico della provincia
etnea - ed a quella “BARCELLONESE”, come confermato dalle
dichiarazioni del collaboratore di giustizia Carmelo BISOGNANO. SANTALUCIA,
infatti, in merito alle attività criminali finalizzate all’illecito
controllo degli appalti, è stato indicato quale “referente” per la
zona di Roccella Valdemone. L’attività imprenditoriale di SANTALUCIA
ha registrato, nel tempo, un’anomala crescita esponenziale, tanto da
guadagnarsi, nel periodo 2003/2010, la partnership con la società EOLO
COSTRUZIONI S.r.l., impresa del Gruppo NICASTRI - riconducibile a
NICASTRI Vito di Alcamo - leader in Sicilia nella realizzazione
delle opere civili dei parchi eolici. L’Autorità Giudiziaria a
quest’ultimo, oggetto di investigazioni da parte della D.I.A. di Messina
e Palermo perché considerato soggetto in strettissimi rapporti con il
latitante Matteo MESSINA DENARO, ha confiscato un patrimonio economico
per oltre 1,5 miliardi di euro. Il complesso di beni, nello specifico,
ha interessato: 4 aziende, operanti nel settore dell’agricoltura,
dell’allevamento, del movimento terra, della produzione di calcestruzzo
e delle costruzioni edili; 326 terreni, ubicati nei comuni di Roccella
Valdemone (ME), Gaggi (ME) e Castiglione di Sicilia (CT), per
l’estensione complessiva di circa 220 ettari; 23 fabbricati; 26
veicoli e vari rapporti finanziari del valore complessivo pari a 28,5
milioni di euro.
Messina
- Congolese arrestato per favoreggiamento immigrazione clandestina.
La Squadra Mobile ha eseguito l’Ordinanza di custodia cautelare in
carcere di Yoka BIENUENUE 32enne nato in Congo. I poliziotti
della Squadra Mobile di Messina hanno eseguito ieri, in collaborazione
con i agenti del Commissariato di P.S. di Caltagirone, hanno dato
esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal
Tribunale del Riesame di Messina, nei confronti di Yoka BIENUENUE,
ritenuto responsabile di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Il soggetto, il 16 novembre scorso, a seguito dello sbarco presso
l’area portuale di Messina, della nave “PHOENIX” con a bordo 339
migranti di varie nazionalità soccorsi in mare, ed al termine delle
indagini espletate dagli investigatori della Squadra Mobile, era stato
sottoposto a fermo di P.G. per avere effettuato, in concorso con altri
ed in violazione delle disposizioni in materia di immigrazione, il
trasporto di 22 stranieri nel territorio dello Stato italiano ponendosi
al comando di un’imbarcazione non idonea a contenere un tale numero di
passeggeri in condizioni di sicurezza.
Messina
-
Antidroga, Polizia sequestra
marijuana,
1 arresto
e 1 denuncia. Si tratta di
Antonino FRASSICA 21enne messinese.
Il
personaggio teneva la droga in un locale adibito a deposito di vecchio
materiale in disuso. I poliziotti della Squadra Mobile di Messina hanno
rinvenuto più di 300 grammi di marijuana pronta ad essere smerciata
insieme al necessario per il confezionamento. La polizia nel corso di
specifici servizi antidroga ha effettuato la perquisizione nel deposito
in cui c’era
1 bilancino di precisione, carta alluminio, pellicola trasparente e
sacchetti in cellophane. Il tutto ben nascosto sotto vecchie masserizie.
Antonino
FRASSICA è stato arrestato in flagranza di reato per detenzione ai fini
di spaccio di sostanza stupefacente. Il personaggio su disposizione
dell’Autorità Giudiziaria, sarà giudicato con rito direttissimo. Agenti
delle Volanti hanno anche denunciato in libertà, durante un
controllo del territorio, un altro giovane messinese, 18enne. Il
soggetto ieri, intorno alle 22.30,
è stato
notato dai poliziotti, nella zona Sud della città, insieme ad altri
coetanei. I sospetti dei poliziotti generati da un evidente nervosismo
ed un atteggiamento scostante del 18enne sono stati confermati dal
rinvenimento di 1 sacchetto con dentro ciò che sembrava essere
marijuana. Gli esami effettuati successivamente da uomini del locale
Gabinetto di Polizia Scientifica hanno confermato, anche in questo caso,
che si trattava di sostanza stupefacente, un derivato della canapa
indiana, peso complessivo 62,11 grammi. Il giovane ha ammesso di aver
gettato via il sacchetto dietro alcuni vasi di piante in strada sperando
di non essere notato dai poliziotti.
Barcellona P.G.
ME
- Accoltella
parente : 64enne
condannato a 4 anni per tentato omicidio. Giuseppe
ABBATE
4enne
di Barcellona P.G. è stato arrestato per espiazione di pena
definitiva da scontare : 4 anni e 14 giorni per tentato omicidio.
Agenti del Commissariato P.S.
di Barcellona P.G. hanno dato esecuzione al provvedimento emesso
dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura della Repubblica presso
il Tribunale di Barcellona P.G., procedendo all’arresto di Giuseppe
ABBATE, per espiazione, a seguito di condanna definitiva, della
pena di 4 anni e 14 giorni di reclusione per il reato di tentato
omicidio. ABBATE il 10 febbraio 2005, al culmine di una lite
familiare, si era reso responsabile dell’aggressione di un congiunto
e del suo ferimento mediante accoltellamento e, pertanto,
nell’immediatezza era stato arrestato nella flagranza del reato di
tentato omicidio. L’arrestato è stato associato presso la Casa
Circondariale di Barcellona P.G. per l’espiazione della pena.
Messina
-
Senegalesi
picchiano e rapinano fidanzati in auto, CC 2 presi.
Una brutta serata quella appena trascorsa da due
fidanzati messinesi. La coppia, quando era infatti ormai
giunta la mezzanotte, era in quel momento ferma in via
Don Blasco a bordo di un’utilitaria. I giovani si sono
visti improvvisamente materializzare innanzi al mezzo 2
individui che sono riusciti ad aprire una delle
portiere colpendo al volto il ragazzo. Il tentativo del
malcapitato di difendersi a nulla è valso poiché è stato
investito dai pugni subiti. Gli aggressori sono
giunti addirittura a minacciare i malcapitati con un
pezzo di legno acuminato, costringendoli a consegnare i
pochi euro in contanti di cui disponevano. I
rapinatori, messo a segno il colpo, sono fuggiti a
piedi. Le vittime nonostante lo stato di choc hanno
trovato la forza di contattare telefonicamente i
Carabinieri descrivendo gli aggressori. Alcune
“Gazzelle” del Nucleo Radiomobile sono giunte
immediatamente sul posto per prestare soccorso alle
vittime, ed altre hanno proceduto alle ricerche dei
rapinatori che davano subito frutti. I militari, poco
distanti, hanno individuato due giovani corrispondenti
alla descrizione data dalle vittime. I soggetti sono
stati subito bloccati e perquisiti, ed a carico dei due
venivano trovati chiari indizi di colpevolezza,
risultando in possesso di qualche decina di euro,
coincidente con l’ammontare di denaro sottratto alle
vittime e di un frammento di legno acuminato di circa 15
cm analogo a quello descritto dalla coppia. i militari
del Nucleo Radiomobile subito hanno condotto in caserma,
ed identificato i fermati in due 18/enni senegalesi,
giunti in Italia da qualche mese e residenti a Messina.
I due, senza precedenti penali e dai primi
accertamenti regolarmente soggiornanti in Italia, sono
stati ammanettati per rapina in concorso e trasportati,
come disposto dalla Procura di Messina, presso il
carcere di Gazzi. il giovane picchiato ha riportato 4
giorni di prognosi per le escoriazioni subite durante
l’aggressione, che avrebbe potuto avere conseguenze
ancora più gravi.
Messina
-
Ruba auto e fugge verso Palermo, Polizia blocca folle corsa,
denunciato 1 palermitano. Il
maldestro è stato e lo denunciato per furto e resistenza a Pubblico
Ufficiale.
Il furto di un’autovettura parcheggiata in centro città, ieri
mattina, era stato denunciato dalla vittima di turno. Le ricerche
erano immediatamente scattate, da parte degli agenti della Sezione
Polizia Stradale di Messina. Il veicolo rubato, era stato
localizzato in transito sull’autostrada A20 in direzione Palermo.
Gli agenti del distaccamento Polizia Stradale di Sant’Agata
Militello, nei pressi dello svincolo di Brolo, hanno intimato l’alt
al conducente, che non ottemperando all’ordine si dato ad un folle
corsa. Il tentativo di fuga è stato vano poiché si è concluso dopo
qualche chilometro di inseguimento. Il conducente, 46enne
palermitano, già noto alle forze di Polizia, è stato denunciato in
libertà, per i reati di furto e resistenza a Pubblico Ufficiale.
SANTA
ROSALIA
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MESSINA
D.I.A. sequestra beni imprenditore BUCCERI indicato da
collaboratori anello ME e CT
MESSINA –Truffa
a donna 80enne: 3 falsi medici dal siracusano entrano in casa a
Falcone.
I
Carabinieri di Messina
hanno eseguito 3 misure cautelari agli arresti domiciliari a carico dei 3
melillesi indagati: Antonino BONA 23enne, Giuseppina FIASCHE’ 18enne
ed Angela SESTA 20enne. I ladri in trasferta si sarebbero
spacciati per medici della previdenza sociale ed avrebbero derubato una
donna anziana. I Carabinieri del
Comando Provinciale di Messina, e del Comando Provinciale di Siracusa,
all’alba di oggi, nella Provincia aretusea, hanno dato esecuzione ad
un’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari emessa dal
Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Patti (ME), su richiesta
della locale Procura della Repubblica, guidata dal Procuratore Angelo
Cavallo, a carico dei 3 personaggi: 2 donne ed un soggetto, ritenuti
responsabili – a vario titolo – di furto aggravato in concorso, mediante
modalità fraudolente, ai danni di un’anziana vittima. Il provvedimento
restrittivo è scaturito da una complessa attività di indagine, sviluppata
dal maggio di quest’anno dalla Compagnia Carabinieri di Barcellona Pozzo di
Gotto, coordinata dal sostituto Procuratore della Repubblica dott.ssa
Giorgia Orlando, i cui esiti hanno consentito di documentare l’operatività
di un gruppo di truffatori, con base nella Provincia di Siracusa ma attivi
in tutta la zona orientale dell’Isola, i cui componenti, hanno derubato, a
Falcone (ME), nel mese di maggio scorso, un’anziana donna ottantenne. La
vittima è stata adescata presso la fermata degli autobus. Le
investigazioni, in particolare, hanno permesso di documentare come gli
indagati, senza remora alcuna, agendo in pieno giorno ed anche in aree
frequentate da altre persone, siano state in grado di individuare l’anziana
vittima presso la fermata degli autobus e creare con la stessa un legame di
fiducia presentandosi come medici della previdenza sociale, rappresentandole
la possibilità di usufruire, dopo essere stata sottoposta ad un’apposita
visita medica domiciliare, di sgravi fiscali sull’acquisto delle medicine
assunte. I truffatori avrebbero indotto la donna 80enne a salire a bordo
della loro auto facendosi condurre, dopo averla rassicurata sulla
personale buona fede. I truffatori avrebbero anche simulato una telefonata
ad un parente stretto della anziana donna, presso il suo appartamento. I
maldestri, giunti presso l’appartamento della vittima, mentre le 2 false
dottoresse entravano in casa, il terzo complice le avrebbe attese
all’esterno a bordo di un’auto FORD FOCUS di colore blu scuro con il
compito di “palo”. Le due donne avrebbero iniziato la visita rimuovendo i
gioielli indossati dall’anziana e, mentre una delle due svolgeva la finta
visita medica tenendo così impegnata la vittima, l’altra avrebbe provveduto
a depredare l’abitazione asportando tutti i monili in oro, compresa la fede
nuziale, nonché la somma contante di 700,00 Euro. Le due donne in pochi
minuti si sono impossessate di tutti i valori custoditi in casa e poi, con
la scusa di avere dimenticato in auto l’apparecchio per misurare la
pressione, si sono allontanate dall’abitazione senza più farvi ritorno. La
vittima, dopo alcuni minuti, non vedendo tornare le presunte dottoresse,
ha compreso di essere stata raggirata e si è resa conto di essere stata
derubata. La signora dimostrando un’ottima presenza di spirito ed una pronta
capacità di reazione, si è subito rivolta ai Carabinieri della Stazione di
Falcone fornendo un preciso resoconto dei fatti. I militari hanno
immediatamente avviato le indagini ed è stato così possibile ricostruire
pienamente l’episodio, attraverso l’acquisizione dei filmati delle
telecamere di video sorveglianza di vari esercizi commerciali del paese,
l’escussione di alcuni testimoni che avevano notato l’auto con a bordo i 3
soggetti aggirarsi per il centro abitato di Falcone, ed infine con
l’acquisizione di tabulati di traffico telefonico dei telefoni cellulari in
uso agli arrestati. I tre autori del reato, grazie al tempestivo lavoro
investigativo, sono stati identificati ed è stato acquisito il grave ed
univoco quadro indiziario a loro carico che è alla base del provvedimento
cautelare eseguito.
I truffatori, hanno agito in tre,
interpretando una vera e propria sceneggiatura. Lui alla guida della
vettura fungeva da “palo” al fine di monitorare eventuale presenza od
arrivo di familiari o forze di polizia per poi allontanarsi e far perdere le
proprie tracce. La vittima era avvicinata dalle due donne, che si
spacciavano per finti medici della previdenza sociale, riuscendo ad irretire
e carpire la fiducia della malcapitata con la finta scusa degli sgravi
fiscali su alcuni farmaci acquistati. I Carabinieri stanno vagliando il
coinvolgimento dei 3 indagati anche in altri fatti reato avvenuti negli
ultimi mesi nella fascia tirrenica della Provincia ed invitano le eventuali
vittime di analoghi episodi a rivolgersi presso una delle 93 Stazioni
Carabinieri capillarmente distribuite sul territorio della Provincia di
Messina per sporgere denuncia. Questo caso ha dimostrato, che una denuncia
sollecita consente agli organi dello Stato di fornire una rapida ed efficace
risposta.
MESSINA
- CC operazione “far west”: 6 misure per estorsione
armi e stupefacenti.
I destinatari del provvedimento sono stati i
messinesi Maurizio CALABRO’ 39enne, Santino CALABRO’
45enne, Giuseppe GIACOPPO 44enne, Alessandro LA BOCCETTA
37enne, Angelo CRISAFI 51enne già detenuto, e Beniamino
CIRILLO 29enne, anch’egli in carcere per altra causa. I
Carabinieri hanno eseguito le 6 ordinanze di custodia
cautelare in carcere per estorsione, detenzione e porto
abusivo di armi, spaccio di stupefacenti, furto
aggravato, ricettazione e minacce. I militari del
Comando Provinciale di Messina, alle prime luci del
giorno all’alba di oggi, 24 aprile 2018, nel capoluogo e
presso le Case Circondariali di Palermo “Pagliarelli” e
Giarre (CT), hanno eseguito l’ordinanza di custodia
cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini
Preliminari presso il Tribunale di Messina su richiesta
della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo
peloritana, guidata dal Procuratore della Repubblica
dott. Maurizio De Lucia, nei confronti di 6 soggetti,
ritenuti responsabili – a vario titolo – di estorsione,
detenzione e porto abusivo di armi, spaccio di
stupefacenti, furto aggravato, ricettazione e minacce.
La misura restrittiva è scaturita da una complessa
indagine, sviluppata sin dal 2014 dagli uomini del
Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Messina
Sud, coordinata dai Sostituti Procuratori della
Repubblica di Messina, D.ssa Liliana Todaro e dott.
Antonio Carchietti, che ha già portato all’arresto,
nell’ottobre 2014, di CRISAFI per tentata estorsione
aggravata dal metodo mafioso in danno del titolare un
noto negozio di abbigliamento della zona Sud della
città. Gli esiti successivi dell’inchiesta hanno
permesso ai carabinieri di comprovare come i soggetti
arrestati fossero coinvolti nella redditizia gestione
dello spaccio al dettaglio di sostanze stupefacenti e 2
di loro avessero la disponibilità di armi, utilizzate -
a scopo intimidatorio - per esplodere dei colpi contro
la vetrina di un’attività commerciale ed alle finestre
dell’abitazione di un pregiudicato. CRISAFI, LA
BOCCETTA, Santino CALABRO’ e Beniamino CIRILLO avrebbero
operato nel popoloso quartiere cittadino di “Santa Lucia
Sopra Contesse” mentre Maurizio CALABRO’ e Giuseppe
GIACOPPO si sarebbero, secondo gli inquirentim
interessati di un’area compresa tra i rioni “Gazzi” e
“Villaggio Aldisio”. I militari hanno rilevato che in
alcuni casi gli indagati non avrebbero esitato a
riscuotere in maniera violenta gli illeciti crediti
maturati per la fornitura di stupefacenti. I carabinieri
hanno appurato come in una circostanza CRISAFI abbia
pesantemente minacciato un uomo che aveva contratto un
debito di droga, prospettandogli condotte ritorsive che
avrebbero interessato anche i suoi familiari, riuscendo
così ad assicurarsi l’ingiusto profitto. Gli
investigatori hanno evidenziato come sia andata molto
peggio ad un giovane, rimasto vittima di una cruenta
punizione da parte di Maurizio CALABRO’, che l’avrebbe
colpito ripetutamente con un bastone, anche in questo
caso per pretendere il pagamento di un debito. Gli
investigatori hanno evidenziato che CALABRO’ non
ottenendo il denaro, non avrebbe esitato a minacciare
anche il nonno del ragazzo il quale avrebbe provveduto a
saldare il debito, arrivando addirittura a consegnare la
propria auto, a titolo di garanzia, fino alla completa
elargizione della somma. L’inchiesta ha consentito
ai carabinieri di far luce su gravi episodi delittuosi
commessi con l’utilizzo di armi. I fatti per tale
motivo hanno portato a dare all’operazione il nome “FAR
WEST” per richiamare la facilità con cui si sia sparato
in città. I carabinieri hanno evidenziato che i
protagonisti delle azioni di fuoco siano stati CALABRO’
e GIACOPPO. I carabinieri, attraverso una minuziosa
analisi dei dati acquisiti nel corso delle indagini,
hanno ricostruito come nel tardo pomeriggio del 21
novembre 2014, dopo aver ottenuto la disponibilità di
una pistola, i due abbiano raggiunto a bordo di uno
scooter la bottiglieria “La Spagnola” di Via Consolare
Valeria esplodendo all’impazzata alcuni colpi di pistola
contro la vetrina dell’attività commerciale, esattamente
alle 18.35, in un orario in cui la gente è per strada ed
i bar e le botteghe sono prese d’assalto da avventori,
proprio come accadeva nel far west, mettendo seriamente
in pericolo l’incolumità di tante persone. Il
rinvenimento successivo della pistola utilizzata, e poi
sottoposta ad accertamenti tecnici da parte del RIS dei
Carabinieri di Messina, ha consentito di riscontrare che
si tratta della stessa arma impugnata da GIACOPPO la
sera del 24 febbraio 2014 per esplodere 9 colpi contro
l’abitazione del noto Domenico MUSOLINO, in località
“Villaggio Aldisio”. Gli investigatori, dalle
intercettazioni avrebbero appurato come GIACOPPO
disponesse anche di altre armi e che si sarebbe
dichiarato pronto ad utilizzare. I militari hanno
puntualizzato come in una circostanza, infatti,
rivolgendosi ad un interlocutore a cui spiegava la sua
perizia nel maneggio delle armi, avrebbe fornito la sua
disponibilità per punire in maniera esemplare i presunti
responsabili di un furto in abitazione. Santino
CALABRO’, Maurizio CALABRO’, Alessandro LA BOCCETTA e
Giuseppe GIACOPPO, dopo le formalità di rito, sono
stati trasferiti nel carcere di Gazzi, mentre Angelo
CRISAFI e Beniamino CIRILLO sono rimasti trattenuti
nelle Case Circondariali dove erano già detenuti.
TAORMINA
-
Anziano rapinato in villa: Polizia da filmato
individua autore 48enne pronto a volare in Germania. Giovanni
Imbarrato 48enne, catenoto è stato fermato in un noleggio auto
con addosso 435 euro, probabile parziale profitto dell’indebita azione
delittuosa ed un appunto manoscritto riportante l’orario di un volo per la
Germania. Il soggetto sembra volesse lasciare il territorio italiano se i
poliziotti del Commissariato di P.S. di Taormina non l’avessero fermato in
tempo. Imbarrato, nel tardo pomeriggio di lunedì scorso, aveva messo a segno
il colpo ai danni di un anziano. Il rapinatore aveva sottratto la somma
di 4.000€ alla vittima di turno . Il soggetto si era introdotto
nell’abitazione dell’anziano frantumando il vetro di una finestra con un
corpo contundente utilizzato anche per minacciare l’uomo e farsi consegnare
i contanti. Il rapinatore dopo l’azione si era dato alla fuga. Il rapinato
ha chiesto aiuto ed è subito seguito l’intervento degli operatori di
polizia. Gli agenti hanno proceduto ad acquisire ogni elemento utile volto
ad identificare l’autore del reato. La visione di un filmato dal quale era
possibile risalire, tra le altre cose, al mezzo usato dall’indagato per
allontanarsi: una Lancia Musa di colore argento metalizzato è stato
determinante per risalire all’autore del colpo. Gli accertamenti sulla
targa hanno evidenziato che l’auto era stata presa a noleggio ad Aci Catena
motivo per cui gli operatori di polizia hanno deciso di effettuare controlli
accurati anche in quel comune. la convinzione degli investigatori si è
rivelata vincente, per rintracciare l’auto ed il conducente. Giovanni
Imbarrato sarebbe stato pronto per un volo verso la Germania. Ulteriori
indagini svolte nell’immediatezza, hanno fatto accertare che il soggetto si
era precedentemente recato presso un’agenzia viaggi del luogo per avere
informazioni su come poter raggiungere la città di Dortmund chiaro indizio
della volontà di lasciare l’Italia. Imbarrato è stato condotto presso gli
Uffici di Polizia taorminesi, dove frattanto la persona offesa aveva sporto
formale denuncia. Imbarrato è stato dall’anziano stesso riconosciuto
quale autore della rapina perpetrata ai suoi danni. Imbarrato in stato di
fermo ha restituito all’anziano la somma di 3.510 € .
MESSINA
- GdF col cane SARA blocca ai
traghetti auto con 57 kg droga, 1 in manette
Finanzieri del Comando Provinciale di Messina, nel corso dei servizi
ordinari di controllo economico del territorio, hanno rinvenuto presso
l’approdo dei traghetti che collegano la Sicilia con la penisola oltre 57
chilogrammi di marijuana nel bagagliaio di un’autovettura, condotta da un
noto messinese. La sostanza stupefacente era sigillata in 4 grossi
involucri, avvolti in numerosi strati di cellophane e sigillati con nastro
da imballaggio, nel tentativo di sfuggire ad un eventuale controllo dei cani
antidroga. Il fiuto del cane Sara, nel corso dei controlli effettuati dalle
Fiamme Gialle sui mezzi in transito nella città dello Stretto, è servito a
segnalare l’auto, dove all’interno è stata rinvenuta la sostanza
stupefacente, insieme ad un telefono cellulare in uso al soggetto. Il
corriere della droga è stato tratto in arresto in flagranza di reato per
traffico di sostanze stupefacenti e successivamente sottoposto a custodia
cautelare in carcere in attesa di giudizio. L’operazione testimonia il
quotidiano impegno delle Fiamme Gialle a tutela della legalità ed ha
consentito di impedire l’immissione sul mercato dello spaccio di un
considerevole quantitativo di droga, la cui vendita avrebbe potuto fruttare
notevoli guadagni illeciti.
MESSINA
-
Autostrada Siracusa–Gela: Procura rileva turbativa asta
per gara CAS eseguite 6 misure.
I destinatari dell’ordinanza sono: Nicola
ARMONIUM, gestore di fatto della società di
consulenza Pachira Partners s.r.l. (custodia
cautelare in carcere), Duccio ASTALDI, già
presidente del consiglio di gestione della società
“Condotte D’acqua S.p.A.” (arresti domiciliari); Antonio
D’ANDREA, già presidente di COSIGE Scarl (arresti
domiciliari); Antonino GAZZARA, già vice
presidente del CAS (custodia cautelare in carcere);
Stefano POLIZZOTTO, avvocato (arresti
domiciliari); Gaspare SCEUSA, dirigente del CAS
e RUP (arresti domiciliari). La Polizia di Stato di
Messina, nella mattinata, ha dato esecuzione
all’ordinanza di applicazione di misure cautelari n° N.
2191/15 R.G.N.R. - N.4356/15 R.G.G.I.P emessa il 5 marzo
2018 dal GIP presso il Tribunale di Messina (Dott.
Salvatore Mastroeni) su richiesta dei P.M. della Procura
Ordinaria di Messina (Dott.sse Alessia Giorgianni e
Rosanna Casabona), relativa a 6 misure cautelari (2 di
custodia cautelare in carcere e 4 di arresti
domiciliari), a carico di altrettanti soggetti, ritenuti
responsabili - a vario titolo - dei delitti di turbata
libertà degli incanti, abuso d’ufficio e corruzione,
commessi in Messina tra il 6 marzo 2014 ed il 5 novembre
2015. Le indagini sono state eseguite dalla Sezione di
P.G. aliquota della Polizia di Stato presso la Procura
di Messina e dalla Squadra Mobile di Messina e si
riferiscono ad una vicenda di turbativa d’asta relativa
alla gara d’appalto del C.A.S. (Consorzio per le
Autostrade Siciliane), pubblicata nel 2013, per
l’affidamento dei lavori di costruzione del tronco
dell’autostrada Siracusa – Gela. La commissione di gara,
composta da professionisti designati dal Ministero delle
Infrastrutture, aveva investito della fase valutativa
delle offerte anomale una sotto-commissione composta da
dirigenti e consulenti del CAS e presieduta dal
dirigente del CAS e RUP del procedimento, ing. Gaspare
Sceusa. La sub-commissione aveva valutato positivamente
le giustificazioni della RTI Condotte D’Acqua Spa
(mandataria) e Cosedil Spa (mandante) che aveva
ottenuto il maggior punteggio, e conseguentemente il
Consiglio Direttivo del CAS aveva affidato l’appalto
alla RTI con contratto stipulato il 17 luglio 2014
(per un valore dichiarato di 289.560.523€). Il TAR di
Catania, durante la trattazione dei ricorsi
giurisdizionali presentati dalle ditte classificatesi
alle spalle della Condotte (Tecnis spa e Sics spa), ha
censurato la condotta della sub-commissione di gara,
ritenendo che “non avesse condotto i necessari
approfondimenti su un aspetto tecnico fondamentale
dell’offerta di Condotte”. Il fatto avrebbe comportato,
a fronte di una modifica strutturale di alcuni elementi
dell’opera, una nuova approvazione del progetto da parte
dei competenti organi di controllo (Genio Civile e
Ministero delle Infrastrutture). Il Giudice
Amministrativo aveva disposto, quindi, la trasmissione
degli atti alla Procura di Messina, che ha avviato le
conseguenti, complesse ed articolate indagini, corredate
da servizi tecnici.Gli inquirenti, all’esito delle
attività investigative, avrebbero appurato, non solo
che i rilievi in ordine a presunte anomalie nello
svolgimento dei lavori della sub-commissione erano
pienamente fondati, ma che l’esito della procedura di
gara era stato determinato da condizionamenti esterni
riconducibili ai vertice del CAS ed a consulenti
dell’impresa CONDOTTE, collegati ad ambienti politici ed
amministrativi della regione siciliana. Un’analisi
accurata dei subappalti proposti dalle imprese
appaltatrici (frattanto consorziatesi nella COSIGE scarl
s.r.l.) ed approvati dalla stazione appaltante, avrebbe
rivelato agli inquirenti “la presenza di un singolare
affidamento di servizi di consulenza legale e
amministrativa, espressamente vietato dalla legge, ad
una società di Milano, la Pachira Partners S.r.l., per
l’importo di1.650.000 €”. Gli investigatori hanno
evidenziato che la società era in realtà una scatola
vuota, facente capo a tale Nicola ARMONIUM, il quale a
sua volta si sarebbe avvalso della collaborazione
esterna dello studio dell’avvocato palermitano Stefano
POLIZZOTTO, il quale in passato aveva ricevuto incarichi
presso la regione e consulenze da parte del CAS. Gli
inquirenti hanno rilevato che ARMONIUM aveva ottenuto,
in realtà, un incarico fiduciario dal presidente di
CONDOTTE ing. Duccio ASTALDI, poi formalizzato dal
Presidente di COSIGE e dirigente della CONDOTTE, ing.
Antonio D’ANDREA. Questi incarichi, conferiti tramite
subappalto, erano incredibilmente stati tutti comunicati
alla stazione appaltante senza che nulla fosse eccepito.
Gli investigatori dalle intercettazioni hanno rilevato
che i consulenti, i quali sin dalle prime battute
avevano seguito le varie fasi della gara, ancor prima di
ricevere qualsiasi formale incarico, erano stati poi
premiati con un contratto assai remunerativo, per
seguire anche la fase successiva, con l’evidente
funzione di assicurare “una morbida gestione
dell’appalto”.Gli inquirenti hanno scoperto,
inoltre, l’esistenza di un rapporto privilegiato tra
ARMONIUM e il vice presidente del CAS (pro tempore) avv.
Antonino GAZZARA, che in modo continuativo si sarebbe
prodigato per favorire appunto “una gestione favorevole
all’appaltatore, attraverso una serie di interventi:
proroga di termini inderogabili di consegna di opere,
riconoscimento all’impresa di riserve per importi di
centinaia di milioni, abbattimento di penali,
riconoscimento di premi ed altro ancora”.Gli
investigatori hanno evidenziato che per contro, GAZZARA
avrebbe ricevuto incarichi professionali dalla società
Pachira per circa 30.000€ e la promessa per consulenze
future. Il Giudice ha disposto, altresì, il sequestro
per equivalente dei proventi illecitamente percepiti,
per un importo di quasi 480 mila €, eseguito nei
confronti della società PACHIRA Partners e degli
avvocati Stefano POLIZZOTTO, Antonietta SARTORIO e
Antonino GAZZARA. Altri 5 indagati figurano
nell’indagine. L’esecuzione della misura è stata
eseguita dalla Sezione di P.G. aliquota Polizia di
Stato presso la Procura della Repubblica di Messina ,
dalla Squadra Mobile di Messina e dalle Squadre Mobili
di Roma e Palermo.
provvedimento Procura MESSINA e ROMA in PDF
Roma
– Guardia Finanza: ex pm
arrestato(ora ai domiciliari). Arresti tra Roma e Messina, della Guardia
Finanza cha ha eseguito misure per corruzione in atti
giudiziari, frodi fiscali: reati contro pubblica
amministrazione. Giancarlo
Longo, 48enne napoletano, è stato a lungo in servizio
alla Procura di Siracusa. L'ex pm Giancarlo Longo,
arrestato (ora ai domiciliari) per associazione a delinquere, corruzione e
falso, forse non aveva pensato alle riprese video.
I G.I.P. dei
Tribunali di Roma e Messina hanno emesso le ordinanze di
custodia cautelare che seguono Ordinanza di
applicazione delle misure cautelari personali nr.
44630/16 R.G.N.R. e nr. 3079/17 R.G. G.I.P., emessa dal
Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di
Roma, nei confronti di: Piero AMARA 48enne, per i
reati di cui agli artt. 416 cc. 1, 2 e 5 c.p., art. 8
D.Lgs. 74/2000, art. 2 D.Lgs. 74/2000, art. 319 ter in
relazione agli art. 318 e 319 c.p.; Fabrizio CENTOFANTI
45enne, per i reati di cui agli artt. 416 cc. 1, 2 e 5
c.p., art. 8 D.Lgs. 74/2000, art. 2 D.Lgs. 74/2000;
Giuseppe CALAFIORE 38enne (domiciliari – attualmente
all’estero), per i reati di cui agli artt. 8 D.Lgs.
74/2000, art. 319 ter in relazione agli art. 318 e 319
c.p.; Ezio BIGOTTI 54enne (domiciliari) per il reato
di cui agli artt. art. 2 D.Lgs. 74/2000, artt. 110 c.p.,
223 comma 1 in relazione all’art. 216 comma 1 n. 1, n. 2
e 237 R.D. 267/42; Luciano CARUSO 77enne
(domiciliari), per il reato di cui agli artt. 110 c.p.,
223 comma 1 in relazione all’art. 216 comma 1 n. 1, n. 2
e 237 R.D. 267/42. La richiesta di misura non detentiva
nei confronti di Virgilio Riccardo, già presidente di
sezione del CDS, oggi in pensione, per il reato di
corruzione in atti giudiziari contestato in concorso con
Amara e Calafiore, è stata respinta per assenza di
ragioni cautelari. Ordinanza di applicazione delle
misure cautelari personali nr. 4179/15 R.G.N.R. e nr.
544/16 R.G. G.I.P., emessa dal Giudice per le indagini
preliminari del Tribunale di Messina, nei confronti di:
Piero AMARA 48enne (carcere), per i reati di cui agli
artt. 416 cc 1 e 3 c.p., artt. 81 cpv, 110, 319 ter, 321
c.p., 479 c.p., 56 c.p., 319 quater c.p.; Giuseppe
CALAFIORE 38enne (carcere- attualmente all’Estero) per
i reati di cui agli artt. 416 cc 1 e 3 c.p., artt. 81
cpv, 110, 319 ter, 321 c.p., 479 c.p., 56 c.p., 476
c.p., 56 c.p. , 319 quater c.p., 336 c.p.; Giancarlo
LONGO, 48enne magistrato ordinario, già sostituto
procuratore della Repubblica presso il Tribunale di
Siracusa, ad oggi destinato ad altre funzioni in altra
sede, (carcere) per i reati di cui agli artt. 416 commi
1, 2 e 3, 81 cpv, 110 c.p., 319 ter c.p., 321 c.p., 479
c.p., , 61 n. 2 c.p. , 476 c.p., 640 c.p. comma 2, 56
c.p. e 319 quater c.p.; Alessandro FERRARO 46enne
(carcere) per i reati di cui agli artt. 416 commi 1, 2 e
3, artt. 81 cpv, 110 c.p., 319 ter c.p. , 321 c.p., 336
c.p.; Fabrizio CENTOFANTI 45enne (domiciliari) per i
reati di cui agli artt. 81 cpv, 110 c.p., 319 ter c.p.,
321 c.p.; Giuseppe GUASTELLA 72enne (domiciliari) per i
reati di cui agli artt. 416 commi 1, 2 e 3 c.p.; Davide
VENEZIA 32enne (domiciliari) per i reati di cui agli
artt. 416 commi 1, 2 e 3 c.p., artt. 81 cpv, 110 c.p.,
319 ter c.p., 321 c.p.; Mauro VERACE 60enne
(domiciliari),per i reati di cui agli artt. 81 cpv, 319
ter c.p., 110 c.p., 479 c.p.; Salvatore Maria PACE
39enne (domiciliari) per i reati di cui agli artt. 81
cpv, 319 ter c.p., 479 c.p., art. 368 c.p.; Gianluca DE
MICHELI 43enne per i reati di cui agli artt. 81 cpv,
319 ter c.p., 110 c.p., 479 c.p.; Vincenzo NASO 43enne
(domiciliari) per i reati di cui agli artt. 319 ter
c.p., 110 c.p., 479 c.p.; Francesco “Corrado” PERRICONE
54enne, per i reati di cui agli artt. 319 ter c.p., 110
c.p., 479 c.p., 640 c.p. comma 2, 495 c.p.; Sebastiano
MIANO 43enne (domiciliari) per i reati di cui agli
artt. 110 c.p., 81, 56 e 319 quater c.p..
Contestualmente, sono in corso di esecuzione
perquisizioni locali nei confronti dei soggetti a vario
titolo coinvolti nella vicenda.L'ex
pm Giancarlo Longo sarebbe stato filmato dalla
telecamera piazzata dalla Guardia di Finanza di Messina
per l’inchiesta guidata dal Ten. Col. Jonathan Pace,
lui sarebbe stato
ripreso mentre, cerca la "cimice" piazzata nel suo
ufficio. Il gip di Messina ritiene l’accusato in grado
di inquinare prove, dotato di inquietante capacità
criminale: ed ha disposto l'arresto.
L’accusa delle Fiamme
Gialle è per associazione a delinquere per frodi
fiscali, reati contro la P.A. e corruzione in atti
giudiziari l’attività d’indagine sono state delegate
dalle Procure della Repubblica di Roma e Messina, e
procedono in coordinamento investigativo con la Procura
della Repubblica di Milano, con militari dei Comandi
Provinciali della Guardia di Finanza di Roma e Messina,
con la collaborazione di quelli di Palermo, che hanno
eseguito, sul territorio nazionale, distinte ordinanze
di custodia cautelare, in carcere ed ai domiciliari, in
relazione a due associazioni a delinquere dedite,
rispettivamente, alla commissione di plurime frodi
fiscali e a reati contro la pubblica amministrazione,
anche attraverso la corruzione in atti giudiziari.
L'ex pm Giancarlo Longo era stato trasferito al
tribunale civile di Napoli, ma per il gip, ciò non
farebbe venir meno le esigenze cautelari. 15 i coinvolti
tra cui avvocati, imprenditori, un giornalista,
consulenti di uffici giudiziari e un ex presidente del
Consiglio di Stato, Riccardo Virgilio, accusato di
corruzione in atti giudiziari per aver pilotato sentenze
in favore del gruppo imprenditoriale Bigotti, che riuscì
ad ottenere un appalto di 338 milioni. Lo scenario che
dipingono i magistrati messinesi, coordinati dal
procuratore Maurizio de Lucia, è quello di una giustizia
divenuta "cosa loro". 2 noti avvocati siracusani, Piero
Amara, tra l'altro legale esterno dell'Eni, e Giuseppe
Calafiore, socio in affari di Amara e compagno della
titolare dell'impresa di costruzione Frontino, che
avrebbero corrotto Longo. Il magistrato, secondo
l’accusa, per anni avrebbe "svenduto" la funzione
giudiziaria pilotando procedimenti penali ed
intralciando indagini relative a clienti "illustri" dei
due avvocati. Il pg della Cassazione ha chiesto alla
sezione disciplinare del Csm di sospendere Longo. 8
giudici colleghi hanno fatto scoppiare i sospetti sul
magistrato, il Csm dopo averli ascoltati aprì la
procedura di trasferimento per Longo, Giordano e un
altro. Il sindaco, Giancarlo Garozzo, tiene sabato 10
febbraio alle 10, nella sala “Archimede” di piazza
Minerva 5, una conferenza stampa sul tema “Sistema
Siracusa e colletti bianchi”. Il sindaco parla della
cosiddetta vicenda “Open Land” e sulle conseguenze che
si sono riverberate sul Comune. Il sindaco Garozzo
afferma “Ho atteso ventiquattr'ore prima di intervenire
sugli arresti eccellenti di ieri perché volevo capire
quale sarebbe stata la reazione della Politica e, come
pensavo, c'è stato un silenzio quasi totale. La ragione
è molto semplice: i politici che possono permettersi di
intervenire su questa vicenda sono davvero molto pochi.
È un fatto che Giancarlo Longo è stato il pubblico
ministero che con maggiore impegno si è occupato del
Comune. Sabato spiegherò il perché”.
Intervento sindaco
Garozzo in PDF
Siracusa
- Il sindaco di Siracusa Giancarlo Garozzo è intervenuto sabato mattina in
conferenza stampa su arresti Longo, Amara ed altri in pdf il testo integrale
: “Sistema Siracusa e colletti bianchi".
su Guardia Finanza: ex pm
arrestato.
Messina -
Carabinieri bloccano 1 marocchino pusher, disposti
domiciliari ed eseguono carcerazione in istituto
minorile per rapina.
I
militari del Nucleo Operativo della Compagnia di
Messina Sud hanno tratto in arresto in flagranza di
reato, ai domiciliari, per “detenzione di
sostanze stupefacenti ai fini di spaccio”
Said EL ARRAK
39enne di origini
marocchine.
Gli uomini dell’Arma, intorno alle 18.00, in servizio
per attività di controllo del territorio, hanno notato
che lui si aggirava con fare sospetto nei pressi di
Villa Dante. I militari hanno deciso di osservarlo a
distanza controllando i movimenti e scegliendo il
momento più opportuno per intervenire.
I
carabinieri, quando hanno avuto contezza che il sospetto
stesse per allontanarsi, l’hanno bloccato e sottoposto
a perquisizione personale da cui è emerso che era in
possesso di numerose dosi di marijuana. I militari,
senza perdere tempo hanno esteso la perquisizione
nell’abitazione, nel rione provinciale, dove è stato
rinvenuto 1 involucro in plastica contenente quasi
40grammi della stessa sostanza ed 1 bilancino di
precisione perfettamente funzionante. Il marocchino,
dopo le formalità di rito, è stato sottoposto agli
arresti domiciliari fino alla celebrazione del rito
direttissimo, che ha avuto luogo nella mattinata
successiva e che si è concluso con la convalida
dell’arresto e con la sottoposizione di
EL ARRAK Said
alla misura cautelare degli arresti domiciliari con
applicazione del braccialetto elettronico. Il blitz dei
carabinieri ha dimostrato con quale attenzione venga
contrastato il consumo di stupefacenti e conferma il
constante impegno delle Forze dell’Ordine a presidio del
territorio. A
Messina, ieri
pomeriggio, i Carabinieri della Stazione di Gazzi,
hanno arrestato
S.E, 20enne messinese, già noto colpito da un
ordine di carcerazione emesso dall’Ufficio
Esecuzioni Penali della Procura della Repubblica presso
il Tribunale per i Minorenni di Messina, dovendo espiare
la pena di 4 anni e 6 mesi di reclusione, poiché
riconosciuto colpevole dei reati di “rapina
aggravata in concorso e detenzione a fini di spaccio di
stupefacenti ”. I fatti di cui si è reso
responsabile l’arrestato risalgono al dicembre 2014,
quando il giovane, allora appena 17enne, aveva
perpetrato una rapina ai danni di un automobilista in
concorso con altri complici. Le indagini dei carabinieri
avevano permesso d’individuare i responsabili,
circostanza in cui S.E. nel corso di una perquisizione
domiciliare finalizzata trovare la refurtiva fu anche
trovato in possesso di un notevole quantitativo di
sostanza stupefacente del tipo marijuana nonché di un
bilancino di precisione. Il giovane, dopo le formalità
di rito, è stato tradotto presso l’istituto di
detenzione minorile di Acireale, come disposto
dall’Autorità Giudiziaria.
Messina
– Gen. Giovanni NISTRI Comandante Generale Arma
Carabinieri visita Comando Interregionale
“Culqualber” Messina. Il Comandante Generale
dell’Arma dei Carabinieri si è recato presso il Comando
Interregionale “Culqualber” dove ha incontrato il
Comandante Interregionale ed i militari che operano
nelle legioni di Sicilia e Calabria. Il Gen. Nistri, al
suo arrivo nella storica caserma intitolata alla
medaglia d’oro al valor militare “Antonio Bonsignore”, è
stato ricevuto dal Gen. di Corpo d’Armata Luigi Robusto,
Comandante Interregionale accompagnato dal Gen. di
Brigata Vincenzo Paticchio, Comandante della Legione
Carabinieri Calabria e dal Gen. di Brigata Riccardo
Galletta Comandante della Legione Carabinieri. Il
Comandante Generale, dopo gli onori resi dalla guardia
schierata in grande uniforme, ha incontrato una
rappresentanza di tutti i Carabinieri operanti alle
dipendenze del Comando Interregionale “Culqualber”. I
militari presenti: nelle Legioni Carabinieri della
Sicilia e della Calabria, dell’Arma territoriale e dei
Reparti Speciali, ed i delegati della rappresentanza
militare dei CO.I.R. (Comitato Intermedio di
Rappresentanza) ed al personale in congedo
dell’Associazione Nazionale Carabinieri. Il Gen. Nistri,
dopo un indirizzo di saluto, ha espresso la sua
soddisfazione per il ritorno al Comando Interregionale
di Messina nell’ambito del quale ha avuto, in passato,
il privilegio di reggere il Comando Provinciale
Carabinieri di Cosenza. L’alto ufficiale ha ringraziato
subito i carabinieri in congedo dell’ANC (associazione
nazionale carabinieri) evidenziando come costituiscano
l’elemento di continuità tra l'Arma di ieri e quella di
oggi. Il Comandante Generale, nel corso della visita, ha
ringraziato tutti i militari per “gli eccellenti
risultati giornalmente conseguiti nello svolgimento del
loro servizio, operando nel territorio
dell’Interregionale con dedizione e responsabilità al
fianco delle Istituzioni e in favore delle popolazioni,
sottolineando il ruolo fondamentale dei Carabinieri
quale presidio di legalità e vicinanza dello Stato alle
esigenze dei cittadini, soprattutto in un territorio
come quello siciliano e calabrese caratterizzato da un
elevato indice di criminalità organizzata”. Il Generale
Giovanni Nistri
ha poi evidenziato: “l’impegno e
la professionalità dell'Arma del Comando Interregionale,
testimoniati anche dai recenti brillanti risultati
conseguiti con le ultime operazioni di servizio. In tale
circostanza, ha ribadito che l’obiettivo istituzionale
dei militari deve essere rivolto al conseguimento
dell'affidabilità del loro operato, svolto con onestà e
responsabilità, proprio perché l’Arma è prima di tutto
un punto di riferimento per la gente anche e soprattutto
nelle realtà più lontane e disparate delle terre
siciliane e calabresi. Un’Arma che dovrà continuare ad
essere un presidio delle Stato vicino alla gente. Il
Comandante Generale ha tracciato i valori – quali
l’orgoglio, la responsabilità e il senso di appartenenza
– ai quali ogni singolo Carabiniere deve improntare il
proprio operato, contribuendo in tal modo a preservare
la forza e la coesione dell’Istituzione. Infine, il
Comandante Generale - prima di lasciare il Comando
Interregionale Carabinieri Culqualber ha apposto la
sua firma sul Libro d’Onore”.
Messina
-
Prefetto Ferrandino
saluta carabinieri. Il Prefetto della Provincia di
Messina, S.E. Francesca Ferrandino, ormai prossima a
lasciare la città dello Stretto per ricoprire il nuovo
incarico di Prefetto di Catanzaro, di mattina si è
recata in visita presso il Comando Interregionale
Carabinieri “Culqualber” di Messina, presso la
Caserma intitolata al “Capitano Medaglia d’Oro al
Valor Militare Antonio Bonsignore”. Il Prefetto è
stato accolto al suo arrivo dal Comandante
Interregionale, Generale di Corpo d’Armata Luigi
Robusto e dopo aver ricevuti gli onori dalla guardia
schierata in grande uniforme ha voluto rivolgere un
saluto ed un ringraziamento per l’opera svolta
quotidianamente dai Carabinieri a tutela della
collettività.
Il Comandante
Interregionale, Gen. C. A. Luigi Robusto, dal canto suo,
ha ringraziato a nome di tutti i Carabinieri dipendenti,
il Prefetto di Messina per l’attestazione di stima e per
la sua vicinanza al Comando Interregionale.
Il Prefetto ha incontrato
una rappresentanza degli oltre 1300 Carabinieri delle 9
Compagnie e 93 Stazioni che costituiscono il Comando
Provinciale di Messina che, capillarmente dislocati in
gran parte dei 108 Comuni della Provincia, giornalmente
espletano il proprio servizio nel territorio della
provincia peloritana. L’Autorità di Governo ha
manifestato al Comandante Provinciale, Col Iacopo
Mannucci Benincasa, la riconoscenza per il prezioso e
incessante lavoro svolto quotidianamente al fianco della
Prefettura e l’apprezzamento per l’impegno degli oltre
2000 Carabinieri, provenienti da tutta Italia, che hanno
contribuito ai servizi di ordine e sicurezza pubblica in
occasione del Vertice dei Capi di Stato e di Governo
del G7 e della Riunione Ministeriale “Pari
Opportunità”, tenutesi a Taormina (ME)
rispettivamente il 26/27 maggio e il 15/16 novembre del
2017.
Messina
-
Scambio auguri a Comando provinciale Carabinieri.
Il Colonnello Iacopo MANNUCCI BENINCASA,
questa mattina, presso il Comando Provinciale
Carabinieri di Messina, ha incontrato i
rappresentanti della stampa del capoluogo e della
Provincia per uno scambio di auguri. L’alto ufficiale,
nell’ambito dell’incontro ha ricordato alcune delle
principali attività condotte dai militari del Comando
Provinciale in città ed in Provincia. L’operazione
“DOPPIA SPONDA” nel mese di gennaio in cui è stata
eseguita un’ordinanza di custodia cautelare nei
confronti di 19 soggetti, ritenuti responsabili –
a vario titolo – di associazione finalizzata al
traffico di sostanze stupefacenti, detenzione illegale
di armi da fuoco e altri reati. L’operazione “NEBRODI”,
nel mese di febbraio, in cui è stata data esecuzione ad
un decreto di Fermo della D.D.A. di Catania a carico di
9 persone gravemente indiziate, a vario titolo,
di appartenere alla articolazione di cosa nostra
etnea operante nei comuni di Bronte, Cesarò e Maniace,
nonché di essere autori di atti estorsivi aggravati
dal metodo mafioso. L’operazione “BETA”, nel
mese di luglio, in cui è stata data esecuzione ad
un’ordinanza cautelare a carico di 30
appartenenti ad una consorteria criminale, collegata
alla famiglia mafiosa catanese “Santapaola-Ercolano”,
ritenuti responsabili – a vario titolo – di
associazione di tipo mafioso, estorsione, turbata
libertà degli incanti, corruzione, riciclaggio,
detenzione e porto abusivo di armi, organizzazione di
corse clandestine di cavalli, esercizio di giochi
d’azzardo, accesso abusivo ad un sistema informatico o
telematico, rivelazione di segreto d’ufficio e altro,
tutti aggravati dal metodo mafioso. L’operazione “FIORI
DI PESCO”, nel mese di novembre, culminata con
l’esecuzione di un ordinanza di custodia cautelare a
carico di 12 persone appartenenti ad una
consorteria criminale riferibile al “clan BRUNETTO”,
egemone nella fascia ionica della provincia – in
particolare nella valle dell’Alcantara – e collegata
alla famiglia mafiosa catanese “Santapaola-Ercolano”,
ritenute responsabili – a vario titolo – di
associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione
aggravata dal metodo mafioso, danneggiamento seguito da
incendio e traffico di sostanze stupefacenti.
L’operazione “PATHOLOGY”, di appena due settimane
fa, con l’esecuzione di una ordinanza applicativa di
misura cautelare nei confronti di 33
soggetti, ritenuti responsabili – a vario titolo – di
associazione per delinquere finalizzata alla corruzione,
truffa aggravata ai danni ai danni dell’INPS, falsa
perizia, falso in atto pubblico e altro, e
contestualmente sono stati notificati 69
avvisi di garanzia nei confronti di altrettanti
indagati. Le indagini a seguito dell’omicidio di
Roberto SCIPILLITI, avvenuto a Savoca (ME), svolte in
poco più di un mese che hanno condotto all’esecuzione di
un provvedimento cautelare a carico dei due presunti
autori, uno dei quali era peraltro latitante, poiché
gravemente indiziati di omicidio, sequestro di
persona e occultamento di cadavere. Un particolare
menzione merita l’attività di indagine svolta a seguito
del ferimento, avvenuto il 22 luglio di una donna che
occasionalmente si trovava all’esterno del locale
discoteca “M’AMA”. Il fatto per le suo modalità
ha prodotto un particolare allarme sociale e la risposta
è stata particolarmente rapida ed efficace, permettendo
di individuare, in pochissimo tempo, i due autori i
quali pressati dalle serrate ricerche si sono
costituiti. La bontà delle indagini svolte in piena
sinergia con la Procura della Repubblica ha portato già
ad una loro condanna nel primo grado di giudizio e
questa attività rappresenta certamente un esempio di
efficienza del sistema di contrasto in questa città.
L’impegno per il vertice dei capi di Stato e di Governo
del G7 è stato un banco di prova per gli oltre duemila
Carabinieri, provenienti da tutta Italia che, insieme
agli appartenenti alle altre forze di Polizia ed alle
Forze Armate impegnate, hanno fornito il loro apporto di
professionalità e competenza al dispositivo di sicurezza
organizzato che ha funzionato con efficienza e efficacia
che sono state motivo di unanime apprezzamento. Il
Comandante Provinciale, a margine dell’incontro ha
voluto porre l’accento sui risultati della campagna di
sensibilizzazione avviata da settembre dai Carabinieri
di Messina in relazione alla sicurezza stradale. Il
focus sui comportamenti che possono rendere molto gravi
le conseguenze di sinistri stradali anche banali è
stato avviato in concomitanza con l’inizio dell’anno
scolastico. Infatti spesso, i ragazzi, i genitori o i
nonni sono più preoccupati di giungere a scuola in
orario, piuttosto che di arrivarci in sicurezza ed è
allora che si assiste a tutto un campionario di
violazioni apparentemente innocue ma di fatto
pericolosissime: si va dalle vetture in movimento con
bimbi in piedi sul sedile anteriore o tenuti in braccio
dallo stesso guidatore, al genitore che porta con sè il
figlio senza casco o più di un figlio sul ciclomotore.
Molti giovani scooteristi, poi, non calzano il casco in
maniera corretta o non lo allacciano, per non parlare di
coloro i quali usano modelli non omologati. Si ricorda
che il casco, per essere efficace, deve essere aderente
alla testa, della corretta taglia, sempre ben allacciato
e del tipo omologato cioè che abbia superato tutti test
previsti dalle normative vigenti: solo così può
assolvere efficacemente al compito. I militari dell’Arma
hanno dato massima attenzione ai controlli sul corretto
uso delle cinture di sicurezza e degli altri sistemi di
ritenuta previsti dalle norma (seggiolini, in primis)
e sul corretto uso del casco da parte dei motociclisti
ed analoga attenzione è stata indirizzata verso
l’utilizzo degli smartphone da parte dei
conducenti di veicoli. Questi apparecchi, infatti, sono
oggi il principale motivo di distrazione per i guidatori
e la distrazione è certamente tra le prime cause di
incidentalità. I reparti del Comando Provinciale che
operano dall’avvio della campagna di
sensibilizzazione, nel capoluogo hanno elevato in
città per questa tipologia di infrazioni (guida senza
casco, guida senza cintura o di sistemi di ritenuta e
uso del cellulare alla guida – sanzionate,
rispettivamente, dagli artt. 171, 172 e 173 del Codice
della Strada) complessivamente oltre 500 infrazioni di
cui: 255 per guida senza casco; 165 per guida senza
cintura o senza sistemi di ritenuta; 140 per uso di
cellulari alla guida. L’attività è stata svolta non con
l’esclusivo intento di elevare una sanzione
amministrativa, ma anche e soprattutto per contribuire
in modo significativo all’educazione stradale dei
cittadini messinesi, al fine di tutelare la loro stessa
incolumità.
Messina
- Carabinieri deposta
corona alloro e targa in fondale Torre Faro a statua Bambin Gesù.
La targa commemorativa è particolarmente significativa perché riunisce
visivamente l’impegno di tutti gli uomini e le donne in uniforme che in
questa città si adoperano, ognuno nel suo compito quotidiano, per la
sicurezza dei cittadini. La manifestazione, si è svolta di mattina, è stata
seguita in prossimità della spiaggia di Torre Faro dalle massime autorità
militari, civili e religiose della città e da alcune scolaresche.
Messina - CC ROS:
Operazione Beta attività Santapaola a Messina, sequestrate società e beni
per 8 milioni €. I carabinieri del R.O.S., con il supporto del Comando
Provinciale Carabinieri di Messina, hanno dato esecuzione ad un decreto di
sequestro preventivo emesso dal G.I.P. su richiesta del Procuratore
Aggiunto, dr. Sebastiano Ardita, e dei Sostituti, dr.ssa Liliana Todaro,
dr.ssa Maria Pellegrino e dr. Antonio Carchietti. Il provvedimento
s’inquadra nella complessiva strategia di contrasto della Procura di
Messina, guidata dal dr. Maurizio De Lucia ed ha colpito assetti societari
e beni mobili e immobili per un valore complessivo di circa 8 milioni di
euro. L’atto è stato notificato a Vincenzo ROMEO, Pasquale ROMEO e Biagio
GRASSO, raggiunti, lo scorso luglio dall’ordinanza di custodia cautelare
cd. BETA, a carico di 30 soggetti, gravemente indiziati, a vario titolo, di
associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo
mafioso, estorsione, trasferimento fraudolento di valori, turbata libertà
degli incanti, esercizio abusivo dell’attività di giochi e scommesse,
riciclaggio, reati in materia di armi ed altro. Le attività svolte dai
militari del R.O.S. hanno fatto emergere un grave quadro indiziario relativo
all’operatività (mai documentata in precedenza) nel capoluogo peloritano di
una cellula di cosa nostra catanese, diretta emanazione della più nota
famiglia mafiosa dei SANTAPAOLA e sovraordinata rispetto ai clan che
tradizionalmente operano nei quartieri cittadini. I ROS hanno ricostruito
che al vertice del sodalizio, vi sarebbe la figura di Vincenzo ROMEO, che
avrebbe operato sotto la supervisione del padre, Francesco (cognato di
Benedetto SANTAPAOLA, inteso Nitto), e con la collaborazione dei fratelli,
Pasquale, Benedetto e Gianluca. L’attività investigativa aveva tracciato
l’esistenza di un’entità criminale ancorata alle tradizioni mafiose ma, al
tempo stesso, capace di relazionarsi proficuamente con professionisti locali
ed esponenti della amministrazioni locali, proiettando i propri interessi in
diversi settori dell’imprenditoria, che aveva pesantemente infiltrato e
finanziato. Il sequestro operato dai ROS rappresenta il naturale sviluppo di
quell’attività investigativa. L’azione dei militari colpisce quote imprese
attive nei settori di maggiore interesse del sodalizio criminale,
controllate – totalmente o pro quota – dagli indagati, perlopiù attraverso
compiacenti “prestanome”, ed in particolare: 7 società del settore
immobiliare e dei lavori edili in genere, alcune delle quali interessate a
rilevanti interventi di edilizia abitativa, pubblica e privata, nel
capoluogo (riqualificazione di Fondo Fucile e realizzazione di un complesso
immobiliare in zona Torrente Trapani);
2
società del settore degli apparecchi da intrattenimento, su cui si stanno
concentrando gli interessi delle organizzazioni criminali a livello
nazionale. I
militari hanno, infine, sequestrato: un veicolo ALFA; un veicolo AUDI Q5; un
veicolo FIAT PANDA; tre immobili siti a Messina; 17 conti correnti. Il
valore complessivo dei beni sequestrati ammonta a circa 8 milioni di euro.
Reggio
Calabria - GdF sequestra in
porto tra spezie e caffè 218kg cocaina destinata in Sicilia ed Egitto.
Le Fiamme Gialle calabresi hanno scoperto 218 Kg di cocaina, nell’ultima
operazione antidroga svolta nelle ultime ore dagli uomini di Gioia Tauro,
con il locale Ufficio Antifrode dell’Agenzia delle Dogane. L’individuazione
dello stupefacente è stata puntuale grazie all’analisi effettuata dai
militari delle Fiamme Gialle e dai funzionari della Dogana, i quali hanno
rivolto il loro interesse verso alcuni container imbarcati su una motonave
che aveva toccato diversi porti Sud Americani ritenuti a rischio. Lo
stupefacente, al fine di eludere i controlli, era stato occultato in 2
diversi container, caricati rispettivamente in Guatemala e nel Costarica,
destinati documentalmente ad Alessandria d’Egitto (Egitto) ed in Sicilia,
nei quali erano contenuti spezie e caffè in sacchi. Il sistema utilizzato
in questo caso è stato quello del cosiddetto rip off, consistente nel
riporre immediatamente dietro i portelloni dei container, borsoni o trolley
da viaggio contenenti i panetti di coca, in modo da poter essere agevolmente
prelevati dai trafficanti durante la sosta delle merci nelle aree portuali.
Il colpo inferto agli interessi economici delle consorterie criminali di
stampo mafioso coinvolte nel traffico, l’ennesimo, è di rilievo. La droga
sequestrata avrebbe fruttato, se messa in commercio, oltre 43 milioni di
euro. L’attività svolta dalle Fiamme Gialle in sinergia con l’Agenzia delle
Dogane ha consentito il sequestro di oltre 1.360 chilogrammi di cocaina
purissima nel corso di quest’anno, dei quali, nel solo ultimo mese, oltre
530. Il risultato è frutto della collaudata sinergia delle istituzioni a
presidio del sedime portuale, oramai consolidatasi mediante la
predisposizione di piani di intervento complementari, che mirano a contenere
le manifestazioni di grave pericolo per la collettività conseguenti
all’immissione nel mercato illegale delle sostanze stupefacenti.
Messina
-2 truffano
anziani, CC presi.
Si
tratta di Vittorio
Granata 57enne residente a Riposto, e Umberto
Rossi 52enne, di origini napoletane ma residente a
Giardini Naxos. I 2 soggetti sono stati bloccati nel
giro di pochi giorni dai Carabinieri di Messina Sud per
truffe ai danni di anziani.
Gli episodi si sono
verificati in diverse circostanze di luogo e di tempo ma
sono gravi ed hanno avuto vittime persone deboli a cui i
militari dell’Arma hanno dato un immediata risposta. La
prima truffa è stata perpetrata quando da poco erano
passate le 13:00 del 17 agosto con Vittorio Granata che
ha avvicinato un pensionato della provincia di Messina
presso un parcheggio del Policlinico, dove l’anziano si
era recato per questioni di salute. Granata, con mille
sotterfugi avrebbe cercato di far credere al pensionato
di essere una sua vecchia conoscenza ed ha chiesto del
denaro per riparare la sua auto. L’anziano si è
insospettito ed ha chiesto subito l’intervento dei
Carabinieri della Stazione di Gazzi che si sono messi
alla ricerca dell’impostore, nel frattempo
allontanatosi. I militari hanno individuato
immediatamente il maldestro nei pressi di uno sportello
bancomat presente in ospedale mentre, con lo stesso
modus operandi, stava cercando di raggirare un altro
pensionato che stavolta si era lasciato convincere e che
aveva appena prelevato una somma di denaro da
consegnare. Il furbo, alla vista dei Militari ha cercato
una disperata fuga a piedi lungo le vie che portano ai
reparti del nosocomio messinese fino ad essere bloccato
e tratto in arresto. Granata, giudicato con il rito
direttissimo il giorno successivo, è in regime di misura
cautelare di arresti domiciliari. La seconda truffa è
stata perpetrata da un tipo nella tarda mattinata di
sabato, poco prima dell’orario di chiusura dell’ufficio
postale di Pistunina, il quale ha avvicinato con fare
insistente una coppia di pensionati recatisi
all’istituto di credito per effettuare delle operazioni.
La scena non è passata inosservata ad un equipaggio del
Nucleo Radiomobile di Messina, impegnato in servizio di
controllo del territorio. I militari immediatamente si
sono avvicinati per identificare i soggetti. Il
maldestro con una mossa repentina pur se in compagnia
degli anziani ha raggiunto un’auto parcheggiata di
fronte all’ufficio postale e, nonostante gli sia stato
intimato più volte l’alt, si è catapultato a folle
velocità sulla Statale 114, a quell’ora molto
trafficata. L’equipaggio del Nucleo Radiomobile ha
subito inseguito il fuggitivo riuscendo a bloccarlo nei
pressi del centro commerciale Tremestieri insieme ai
carabinieri della vicina Stazione di Tremestieri. I
militari erano giunti in ausilio non appena ricevuto
l’allarme del mezzo in fuga che, durante la sua
spericolata corsa ha anche urtato un’auto in sosta. Il
fuggitivo, una volta bloccato, è stato identificato in
Umberto Rossi. Gli accertamenti immediati condotti dagli
uomini della Stazione di Tremestieri hanno permesso di
ricostruire in brevissimo tempo l’esatta dinamica dei
fatti. Rossi, dopo aver individuato una coppia di
anziani pensionati che entravano all’ufficio postale,
era riuscito con artifizi e raggiri a far credere di
essere una persona a loro conosciuta, affetta da seri
problemi di salute ed in grave stato di indigenza, ha
chiesto un aiuto in denaro ottenendo subito la somma di
180€. Il furbo, ottenuto il denaro, avrebbe cercato di
guadagnare ulteriore fiducia dalle vittime, ed ha finto
di sdebitarsi regalando loro 2 vecchie giacche di poco
valore. Il furbo a quel punto ha avanzato un ulteriore
richiesta di denaro accompagnando i due al bancomat,
dove hanno prelevato la somma di 200€. Il tempestivo
intervento dei Carabinieri ha evitato che il maldestro
si impossessasse del denaro prelevato, poi la fuga, la
corsa senza senso sulla Statale e l’arresto. Per Rossi,
vecchia conoscenza delle Forze dell’ordine, si così sono
spalancate direttamente le porte del carcere di Gazzi ed
adesso si dovrà difendere dalle pesanti accuse di truffa
aggravata e resistenza a Pubblico Ufficiale
Messina - Carabinieri e Cacciatori scoprono coltivazione
droga, 90 piante: 1 preso.
I militari di
Mili San Pietro hanno bloccato il messinese Felice
Bonasera 43enne con l’accusa di coltivazione piante
cannabis indica alte fino a 2 metri. Il lavoro dei
carabinieri della Compagnia di Messina Sud, si è svolto
con servizi di prevenzione e repressione al dilagante
fenomeno dell’abuso di stupefacenti. L’operazione è
scattata ieri nelle campagne di Mili San Pietro dove da
giorni i militari dell’Arma seguivano movimenti sospetti
nei pressi di un casolare. Gli uomini della Stazione
di Bordonaro coadiuvati dai colleghi del Nucleo
Operativo e dallo squadrone eliportato Cacciatori di
Sicilia, attualmente impiegati in supporto alle attività
di controllo del territorio in aree impervie, dopo
diversi appostamenti, hanno scelto il momento migliore
per fare irruzione nella casa risultata essere di
proprietà del messinese Felice Bonasera. La
perquisizione svolta successivamente ha permesso ai
tutori dell’ordine di rinvenire all’interno 90 piante di
cannabis indica alte fino a 2 metri, interrate in vasi
di plastica, in un ambiente illuminato da grossi fari
alogeni e refrigerato da ventilatori ed un
condizionatore. L’ingegnoso sistema ideato per favorire
la crescita dello stupefacente in ambiente chiuso era
alimentato da un allaccio abusivo alla rete elettrica
pubblica. I militari nel corso di una seconda
perquisizione in un’altra abitazione dell’interessato
hanno rinvenuto circa 150 grammi di hashish ed 1
bilancino di precisione. L’operazione si è conclusa con
l’arresto del 43enne, accusato di detenzione e
produzione di stupefacenti nonché furto aggravato, che
sarà processato con il rito direttissimo. Il blitz dei
carabinieri dimostra con quale attenzione venga
contrastato il consumo smisurato di stupefacenti e
conferma il constante impegno delle forze dell’ordine a
presidio del territorio.
Milazzo
-2 kg marijuana tra patate e cipolle: Polizia blocca coppia a fermata bus.
Si
tratta di Andrea Cuzzupè 42enne milazzese già noto e della
compagna Agata Giunta 42enne di Alì. L’atteggiamento guardingo, cauto
e circospetto dei 2, ieri pomeriggio, ha insospettito i poliziotti del
Commissariato di Milazzo impegnati nei consueti servizi di prevenzione e
repressione del traffico illecito di sostanze stupefacenti.
Il personaggio era sceso da un
pullman nei pressi della fermata dell’autobus nelle vicinanze del Centro
Commerciale Milazzo, ed ha prelevato dal vano bagagli 1 busta voluminosa,
pesante al punto da dover chiedere aiuto alla donna per il trasporto.
I poliziotti, hanno fermato i due
procedendo alla perquisizione ed hanno accertato che nella busta di cui
sopra, in 2 sacchi neri del tipo usato per i rifiuti, tra cipolle e patate,
si trovavano ben 2,010 kg di marijuana.
Cuzzupè e Giunta sono stati
dichiarati in arresto e condotti, su disposizione dell’Autorità
Giudiziaria, presso la Casa Circondariale di Barcellona P.G per essere
sottoposti a rito per direttissima. La sostanza stupefacente è stato posto
a sequestro.
Messina
- Traversata Stretto da Sicilia a Calabria, Fiamme Oro Polizia: promo
cultura dono sangue.
Una traversata dello Stretto di
Messina a nuoto dal forte valore simbolico quella che ieri ha visto
protagonisti gli atleti del gruppo sportivo della Polizia di Stato Fiamme
Oro, settore Nuoto in Acque libere. Gli
atleti delle Fiamme Oro hanno infatti preso parte all’XI Traversata dello
Stretto di Messina organizzata dalla FIDAM, la Federazione Italiana
Associazioni Donatori di Sangue, per ricordare che il dono del sangue
volontario, periodico e gratuito è il pilastro del sistema trasfusionale
italiano ed è strettamente legato all’attività sportiva e a corretti stili
di vita. Gli atleti della Polizia di Stato
sono partiti ieri, intorno alle 09.30 da Punta Faro di Messina in un clima
di festa ed hanno raggiunto Cannitello a Villa San Giovanni in Calabria.L’evento
è stato seguito da equipaggi della Squadra Nautica della Polizia di Stato a
bordo degli acquascooter, le “volanti in mare” che ogni giorno pattugliano
la costa messinese.
Messina
–
Donna ferita in
sparatoria fuori discoteca, CC 2 in manette. Si
tratta di
Alessandro
CUTE' 22enne e Gianfranco ALOISI 24enne.
Il ferimento della ragazza si era verificato il 22
luglio davanti al lido del litorale tirrenico messinese.
I due braccati dai Carabinieri si erano consegnati
nella tarda serata del 25 luglio. La convalida del
fermo è stata decisa il 28 luglio con la rubricazione in
tentato omicidio ed applicazione della custodia
cautelare in carcere.
Il
GIP di Messina dott. Fiorentino ha convalidato il fermo
di indiziato di delitto emesso dalla locale Procura
della Repubblica nei confronti di Alessandro CUTE' e
Gianfranco ALOISI, i due giovani noti arrestati martedì
sera dai Carabinieri poiché ritenuti responsabili del
ferimento patito da una ragazza 34enne, attinta alle
gambe da 2 colpi di arma da fuoco mentre usciva da una
discoteca del litorale peloritano. Lo stesso GIP, a
carico dei due giovani, nell'applicare la custodia
cautelare in carcere, ha modificato il capo di
imputazione, sostituendo le "lesioni personali" con la
ben più grave accusa di "tentato omicidio".
Milazzo
ME – Sfondano portone col carro: CC sgominata gang
furti. I
Carabinieri Compagnia di Milazzo hanno
bloccato 3
persone: Ettore SOLANO 33enne, Massimiliano CANTELLO 28enne
e Paolo GRASSO 26enne.
I militari nella
nottata hanno fermato il gruppo impegnato nel furto aggravato in concorso.
I tre stavano tentando di saccheggiare alcune attività imprenditoriali
nell’area industriale di Giammoro.
Gli uomini
dell’aliquota radiomobile, impegnati in servizio di pronto intervento 24 ore
al giorno, stavano transitando in piena notte per le strade del comune di
Pace del Mela. La centrale operativa ha segnalato la presenza sospetta di
diversi soggetti che si aggiravano nell’area.
I militari hanno
iniziato una serrata perlustrazione che ha dato i suoi frutti. I
carabinieri in un locale ditta di serramenti hanno sorpreso i 3 che
avvalendosi di un autocarro avevano sfondato il portone di accesso all’area
interessata iniziando ad adoperarsi ed utilizzando tutti gli arnesi da
scasso contenuti nel furgone. I carabinieri infatti avendo accerchiato i 3
non hanno consentito loro di fuggire sorprendendoli con le mani nel sacco. I
tutori dell’ordine, dopo avere bloccato e sottoposto i 3 a perquisizione
hanno rinvenuto nel mezzo attrezzi vari da scasso, flex, corde d’acciaio,
alimentatore inverter e torce, il tutto sottoposto a sequestro.
I tre
identificati in Ettore SOLANO, Massimiliano CANTELLO e Paolo GRASSO sono
stati condotti presso la compagnia di Milazzo, e dichiarati in arresto, in
attesa dell’udienza di convalida.
Taormina
Me
– Estorsioni ad imprenditori, CC scoprono 2 legati a
gruppo catanese.
Si tratta di Emanuele Salvatore Blanco 43enne
nato Catania, residente a Fiumefreddo di Sicilia ed
Antonio Faranda 37enne nato Catania,
residente a Fiumefreddo di Sicilia. I militari della
Compagnia Carabinieri di Taormina, la notte scorsa,
presso la Casa Circondariale di Siracusa hanno dato
esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in
carcere, emessa dal G.i.p. Eugenio Fiorentino del
Tribunale di Messina su richiesta del Procuratore
Aggiunto della Direzione Distrettuale Antimafia di
Messina-Dottor Sebastiano Ardita- e del sostituto
Procuratore della Repubblica-Dottor Francesco Massara-,
nei confronti di 2 presunti esponenti di “Cosa
Nostra” Etnea, ritenuti responsabili – a vario
titolo – di estorsione in concorso, con l’aggravante
del metodo mafioso: Francesco Antonio Faranda,
ritenuto appartenente clan “Brunetto”, egemone
nell’area sub-etnea nord-occidentale; Emanuele Salvatore
Blanco, ritenuto appartenente anch’egli al clan
“Brunetto”. I provvedimenti di carcerazione sono
scaturiti dalla prosecuzione una più complessa attività
d’indagine svolta dall’Aliquota Operativa e
convenzionalmente denominata “Good Easter” che
portò nel mese di Aprile 2017 all’arresto anche di altri
due presunti esponenti di spicco di “Cosa Nostra” e con
oggetto l’ordinanza di custodia cautelare in carcere
nei confronti anche di Carmelo Porto 59enne
nato Catania, residente a Calatabiano (CT), ritenuto
anche per pregresse vicende giudiziarie elemento apicale
del clan mafioso “Cintorino”. I militari
dell’Arma, nella prima operazione durante l’attività di
prevenzione avevano acquisito da fonti confidenziali la
notizia che appartenenti a clan mafiosi operavano anche
nel Comune di Taormina tentando di sottoporre ad
estorsione attività economiche e nello specifico
rivendite di autovetture. Gli investigatori hanno
appurato, in questa circostanza che i due soggetti
tratti in arresto per estorsione in concorso,
con l’aggravante di aver agito con il metodo mafioso
sempre nell’Aprile scorso, avrebbero posto in essere
atti idonei e diretti in modo non equivoco a costringere
un imprenditore titolare di agenzia del luogo a
concludere un contratto di assicurazione di autoveicolo
con targa di prova, nonostante la targa non fosse
registrata alla banca dati, condizione questa necessaria
alla conclusione del contratto. I carabinieri hanno
appurato nello specifico che l’imprenditore, dopo avere
comunicato ad uno degli aguzzini il rifiuto alla stipula
del contratto di assicurazione, avrebbe ricevuto
telefonicamente la seguente minaccia “….Sono
problemi tuoi, forza il sistema, premi il bottone e
fammi la polizza..” e poi ancora: “…senti tu non
lo sai chi sono io? Quando ti chiedo una cosa chiudi
l’ufficio e vieni subito a casa mia, non ci vieni?”,
altrimenti avrebbe sistemato con le maniere forti la
faccenda. I militari hanno predisposto tra le altre
attività un servizio di vigilanza nei confronti della
vittima e della sua compagna. I carabinieri hanno
notato la presenza di un soggetto (prontamente
riconosciuto in Emanuele Salvatore Blanco) il quale nel
tardo pomeriggio ad Aprile si sarebbe posto davanti alla
porta dell’agenzia della vittima ed al suo arrivo vi
avrebbe fatto ingresso soffermandosi per alcuni minuti.
Blanco, una volta uscito si metteva alla guida della
sua auto ma veniva bloccato ed accompagnato presso una
Stazione Carabinieri dipendente dalla Compagnia di
Taormina. Le risultanze investigative condotte dai
militari hanno trovato riscontro e risultavano
concordanti con la Procura della Repubblica di Messina
che analizzate le fattispecie di reato hanno ritenuto la
sussistenza di esigenze cautelari gravi ed attuali nei
confronti di entrambi gli indagati. L’Autorità
Giudiziaria ha valutato specificatamente un concreto e
grave pericolo di reiterazione della medesima attività
criminosa che si ricava agevolmente dalle peculiari
connotazioni oggettive della condotta delittuosa
descritta. Gli investigatori hanno valutato
determinante anche questa il coraggio, la
determinazione e la collaborazione dimostrata
dall’imprenditore che in piena sinergia con la
Magistratura di Messina e con l’Arma dei Carabinieri ha
permesso di assicurare alla giustizia 2 pericolosi
malviventi. La loro opera ha permesso agli inquirenti,
in tempi brevissimi, di respingere il fenomeno
criminale che cercava di trovare spazio nella fascia
costiera dell’Ionio e nei vicini comuni limitrofi. Lew
Forze dell’Ordine auspicano che altri imprenditori
possano con celerità rivolgersi alla magistratura
inquirente ed all’Arma dei Carabinieri in modo da poter
mettere fine al fenomeno, purtroppo ancora presente,
delle estorsioni sul territorio. Gli stessi imprenditori
denunciando hanno permesso il brillante risultato,
frutto di un certosino lavoro di squadra, e che ha
saputo, ridare la libertà a loro stessi che da tempo si
vedevano costretti a pagare con i loro sacrifici “il
pizzo” al sol fine di non avere minacce e ritorsioni
ulteriori.
Messina
- Presi 3 ragazzi incendiari per
fiamme a colline Fondo Fucile. I minorenni
responsabili sono stati bloccati dalla Polizia.
Una ragazzina di 14 anni e due
coetanei di 13 e 15 sono i responsabili dell’incendio che sabato pomeriggio
ha interessato le colline dell’area di Fondo Fucile.I maldestri avevano
ancora nelle tasche gli accendini con cui hanno appiccato il fuoco quando
sono stati sorpresi dai poliziotti. I ragazzini hanno consegnato il
materiale agli agenti ed hanno confessato quando hanno capito di essere
stati scoperti. “Abbiamo fatto una stupidaggine”, ha ammesso uno dei tre.
Nessuno dei ragazzi ha saputo dare una spiegazione a quanto fatto.
Gli agenti delle Volanti, impegnati
nel controllo del territorio, subito intervenuti, erano stati allertati da
numerose telefonate di cittadini preoccupati per le improvvise fiamme che
velocemente si stavano propagando. Alcune persone avevano notato i tre
ragazzini muoversi su per la collina.
I Vigili del Fuoco, immediatamente
interessati dalla Sala Operativa della Questura, sono riusciti a bloccare
l’incendio ed evitare che le fiamme raggiungessero le abitazioni vicine ai
piedi della collina. Una vasta porzione di vegetazione è comunque andata
distrutta.
I tre responsabili, incensurati, sono stati
deferiti alla competente Autorità Giudiziaria per i Minorenni per il reato
di incendio boschivo e riaffidati ai congiunti.
Taormina
– Blitz carabinieri
Operazione
“De Greci” a Taormina, bloccata gang ladri catanesi su
auto. Si tratta
dei catanesi Ivan Bertino 31enne, Lorena
Consoli 27enne finiti ai domiciliari,
Annamaria Di Bella 36enne e Carmelo Di
Silvestro 39enne sono stati condotti nel
carcere di Catania a “Piazza Lanza”. I Carabinieri della
Compagnia di Taormina in collaborazione con quelli del
Comando Arma di Catania Fontanarossa, alle prime luci
del giorno all’alba, a Catania-Librino hanno
notificato 4 ordinanze di custodia cautelare di cui 2
in carcere e 2 arresti domiciliari emesse dal Tribunale
di Messina - sezione del Giudice per le indagini
preliminari- nei confronti di 4 soggetti già noti alle
Forze dell’Ordine, di cui 2 donne, resisi responsabili a
vario titolo dei reati di furto aggravato in concorso,
indebito utilizzo di carte bancomat. La misura cautelare
ha raggiunto Ivan Bertino, Lorena Consoli,
Annamaria Di Bella e Carmelo Di Silvestro
tutti residenti a Catania. Il giudice ha disposto nei
confronti dei primi 2 la misura cautelare degli arresti
domiciliari e nei confronti degli altri 2 indagati il
carcere per cui sono stati condotti a Catania “Piazza
Lanza”. Gli indagati, nel territorio di Taormina, sulla
fascia costiera, nei pressi di note discoteche,
nell’ambito di un medesimo disegno criminoso ed in
concorso tra di loro, con violenza sulle cose
approfittando del fatto che i proprietari delle auto si
trovassero in diversi e vari locali notturni, spaccando
i finestrini delle macchine facevano razzie all’interno
asportando tutti gli effetti personali. La banda era ben
organizzata ed all’interno ognuno aveva un ruolo ben
definito. Gli indagati, dopo aver provveduto a
frantumare 1 finestrino di una macchina parcheggiata nei
pressi di una nota discoteca in Forza d’Agro’, al fine
di trarne profitto per loro o per altri, arraffavano e
si impossessavano di 1 borsello contenente indumenti,
chiavi, carte di credito, documenti ed una borsa da
donna con all’interno un piccolo borsello ed una Carta
Post Pay. Le indagini dei carabinieri di Taormina e
nello specifico di Forza d’Agro’ erano iniziate grazie
alla collaborazione di due vittime. 2 derubati si erano
presentati presso gli uffici della Stazione Carabinieri
di Sant’Alessio Siculo sporgendo denuncia di furto
subito e perpetrato la notte precedente. Le vittime
avevano lasciato in sosta la loro macchina sulla
pubblica via nei pressi di una nota discoteca del
litorale ionico. La banda aveva infranto 1 finestrino
della macchina aveva arraffato 1 borsello contenente
documenti e chiavi, portafogli e carte bancomat. La
denunciante ha rappresentato ai Carabinieri che sul suo
cellulare era giunto 1 Sms dalla sua banca segnalando
che, alle ore 3.42 di quella notte, la sua carta
bancomat era stata utilizzata presso un vicino sportello
di un’agenzia della Banca sita a Taormina nel tentativo
di prelevare denaro contante. I militari hanno
acquisito, le immagini registrate dalle telecamere di
videosorveglianza, ed in particolare su un supporto
informatico con le riprese delle persone che in quella
fascia oraria avevano cercato di prelevare denaro dallo
sportello bancomat in questione. Le stesse immagini
venivano dapprima diramate a tutti i Comandi Carabinieri
della Regione Sicilia e Calabria e successivamente
estese a tutto il territorio nazionale. Gli
investigatori, da quel momento hanno avviato un’intensa
attività di polizia giudiziaria, in realtà già iniziata
ai primi dell’estate. 2 soggetti, in altra circostanza
e sempre nei pressi della discoteca, erano stati tratti
in arresto e trovati in possesso sia di refurtiva
prelevata dai veicoli parcheggiati che di diversi
attrezzi da scasso. I militari in seguito alle diverse
indagini esperite hanno acclarato la sussistenza di
gravi indizi di colpevolezza a carico delle 4 persone
poi identificate in ordine ai reati contestati. I
maldestri infatti oltre al furto aggravato in concorso
devono anche rispondere del reato contestato
nell’articolo 55 del decreto legislativo 231/07 poiché
gli stessi la fine di trarne profitto per loro ed altri
hanno indebitamente utilizzato, non essendone titolari,
il bancomat di una vittima tentando di prelevare denaro
contante. Il Gip nella sua ordinanza ha osservato come
esistessero esigenze cautelari a carico degli indagati
riferibili al concreto ed attuale pericolo di
reiterazione di reati dello stesso tipo. Il Gip ha
osservato come tale pericolo emerge in termini di
concretezza ed attualità dal fatto che gli indagati
avevano agito a volto scoperto incuranti di essere
ripresi dal sistema di videosorveglianza con un modus
operandi che è tipico di chi svolge abitualmente e con
professionalità questo tipo di condotte criminose. Le
quattro persone indagate, al temine delle operazione,
sono state tradotte rispettivamente 2 presso i loro
domicili in regime di arresti domiciliari, gli altri 2
accompagnati presso il carcere maschile e femminile di
Catania a “Piazza Lanza”.
Messina
–
Polizia
ammanetta pusher: 326 g. marijuana nascosta in camera da letto.
Si tratta di Cosimo Idotta 33enne
messinese, già noto.
Il personaggio
teneva la droga nascosta nel cassone della serranda della camera da letto. I
poliziotti delle Volanti, nell’ambito di mirati servizi finalizzati al
contrasto dello spaccio di droga, hanno rinvenuto e sequestrato
nell’appartamento 326 grammi di marijuana. I tutori dell’ordine nella stessa
stanza hanno rinvenuto e sequestrato 1 bilancino di precisione, 1 coltellino
a serramanico, delle forbici, della carta stagnola, 1 calendario da tavolo
sul quale erano segnati numerosi nominativi con i rispettivi numeri
telefonici e la somma di denaro pari ad 105 € ritenuta provento
dell’attività illecita.
Il trentatreenne
è stato arrestato e stamane è stato giudicato con rito direttissimo e
condannato alla pena di 1 anno e quattro mesi per il reato di detenzione ai
fini di spaccio di sostanza stupefacente.
Barcellona Pg
ME – Carabinieri arrestano 3 evasi, dopo 24ore di
latitanza.
Si tratta di
Emanuele ROSSITTO 18enne, Vittorio SMIROLDO
24enne e Gaetano SCHIACCITANO 21enne.
L’arresto dei 3 giovani evasi dal carcere di Barcellona
Pozzo di Gotto è frutto di un’articolata attività
d’indagine coordinata dalla Procura di Barcellona Pozzo
di Gotto, diretta dal Procuratore Emanuele CRESCENTI, ed
avviata immediatamente dopo la fuga dai Carabinieri e
dalla Polizia Penitenziaria. Emanuele ROSSITTO, Vittorio
SMIROLDO e Gaetano SCHIACCITANO, la notte del 13 luglio,
dopo aver pianificato accuratamente la loro fuga,
avevano divelto le inferriate poste nella finestra della
loro cella ed oltrepassato il cortile del carcere. i
reclusi hanno superato il muro di cinta dandosi alla
fuga, facendo perdere le loro tracce. L’allarme, dato
immediatamente dal personale della casa circondariale al
112, ha fatto scattare subito le ricerche da parte dei
carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di
Gotto. I carabinieri, dopo alcune ore, hanno ritrovato
a Santa Lucia del Mela l’auto con cui i 3 si erano
allontanati per raggiungere il loro rifugio. La prima
ricostruzione dei fatti: gli evasi hanno potuto contare
sull’aiuto di 1 complice che li aspettava oltre le
recinzioni della struttura penitenziaria con un auto che
aveva rubato poco prima in località Fiumarella di Merì.
Le ricerche si sono concentrate immediatamente nel
territorio di Santa Lucia anche con il supporto dei
carabinieri del Nucleo Elicotteri di Catania. La
latitanza sarebbe stata favorita dalla rete di
familiari ed amici su cui i tre giovani hanno potuto
contare, non solo nell’hinterland barcellonese ma
anche nella città di Messina. L’appoggio dei parenti
sul territorio di Santa Lucia ha permesso ai ricercati
d’usufruire di più rifugi messi a disposizione per la
loro latitanza. I servizi prolungati di pedinamento,
protrattisi senza soluzione di continuità, hanno
permesso di seguire gli spostamenti dei famigliari e di
poter così intercettare ed arrestare gli evasi. La fuga
dei tre giovani si è conclusa nelle prime ore del
pomeriggio, quando a distanza di poche ore l’uno
dall’altro sono stati localizzati ed arrestati. Vittorio
SMIROLDO ha lasciato i compagni per chiedere maggior
sostegno e copertura alla sua latitanza dall’amica
Silvia Rolla di Messina, la quale già nell’immediatezza
dei fatti era stata inserita nella cerchia di amici e
parenti che avrebbero potuto dare manforte alla
clandestinità dei fuggiaschi. I Carabinieri e la Polizia
Penitenziaria, che già pedinavano la donna e tenevano
sotto osservazione la sua abitazione, hanno intercettato
ed arrestato SMIROLDO al momento del loro incontro lungo
il Viale Libertà della città. Altri uomini impegnati
sul campo, seguivano nella pianificazione di un
contestuale controllo delle zone d’interesse, la sua
convivente, Serena GUERCIO, le indagini da parte dei
Carabinieri si sono concentrate subito su di lei in
quanto sospettata di aver agevolato la fuga.La ragazza,
infatti, ha effettuato numerosi spostamenti tra i
territori di Milazzo e Santa Lucia del Mela ed era in
contatto con i parenti dei fuggitivi che vivevano a
Santa Lucia ed a Milazzo. Il cerchio poi si è stretto
sugli altri due i quali, appresa la notizia della
cattura del compagno SMIROLDO ed intuendo che le forze
dell’ordine fossero vicine al loro ritrovamento, hanno
deciso di dividersi. Gaetano SCIACCHITANO ha cercato di
raggiungere il porto a Milazzo, ed è stato tratto in
arresto dai Carabinieri di Barcellona P.G. mentre si
trovava nei pressi della fermata del bus vicino
l’Ospedale di Milazzo. I Carabinieri e la Polizia
penitenziaria nel territorio di Santa Lucia hanno
eseguito serrate ed accurate perquisizioni in abitazioni
abbandonate nei pressi del Castello e, dopo aver fatto
irruzione in una di queste hanno trovato ed arrestato
Emanuele ROSSITO.Tutti gli arrestati su disposizione del
Sost. Procuratore della Repubblica Sarah Caiazzo sono
stati associati alla Casa Circondariale di Messina Gazzi.
Messina
- Rapina
a donna anziana dai domiciliari: inl carcere.
I poliziotti delle
Volanti ieri mattina hanno arrestato Santo Gasbarro
21enne messinese, già noto, su esecuzione
dell’ordinanza di misura cautelare della custodia in
carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Messina,
dott.ssa Daniela Urbani.
Il ventunenne, che era
stato già arrestato in flagranza lo scorso 13 luglio per
evasione, ed è stato raggiunto dalla misura cautelare
perché considerato responsabile del reato di rapina
aggravata ai danni di un’anziana donna, consumata lo
scorso 21 aprile a Bordonaro. Gli accertamenti della
Polizia, hanno infatti dimostrato che fu lui a strappare
con violenza la borsa ad un’anziana signora,
procurandole un trauma alla spalla sinistra.
Il giovane, come da
ordinanza è stato condotto presso il carcere di Messina
Gazzi.
Furto, preso 24enne, filmato da telecamere. Si tratta di
Giuseppe Esposito 24enne messinese, già noto. Il personaggio, lo
scorso 26 ottobre, aveva depredato una pizzeria nella zona nord,
impossessandosi di insaccati e formaggi vari. Le telecamere nell’esercizio
commerciale però l’hanno tradito permettendone l’individuazione. I
poliziotti del Commissariato Nord, visionando le immagini del sistema di
videosorveglianza, l’hanno riconosciuto e denunciato. Gli stessi agenti del
Commissariato ieri hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in
carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Messina.
Evaso
dai domiciliari, preso da Polizia.
Poliziotti delle Volanti, ieri pomeriggio,
nell’ambito degli specifici servizi di controllo delle persone sottoposte a
provvedimenti restrittivi della libertà personale, hanno proceduto
all’arresto per evasione di
Luigi Mancuso 53enne messinese, sottoposto agli arresti domiciliari,
non è stato trovato presso la sua abitazione. Il personaggio stamane è
giudicato con rito direttissimo, così come disposto dal Sostituto
Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Messina dr.ssa Federica
Rende.
Messina
– Ndrangheta,narcotraffico ed armi: Carabinieri,
Operazione Scala reale presi 12 tra cui 2 minori.
Il provvedimento cautelare, emesso dal G.I.P. dottoressa
Tiziana Leanza, su richiesta dei Sostituti Procuratori
della D.D.A. dottori Vito Di Giorgio e Angelo Vittorio
Cavallo, ha riguardato: Alessandro BRIGANDÌ
18enne nato a Cinquefrondi (RC), custodia cautelare in
carcere; Paolo BRIGANDÌ 45enne nato Scherzingen (CH),
custodia cautelare in carcere; Antonio DICOSTA
25enne nato a Lametia Terme (CZ), custodia cautelare in
carcere; Luigi FIDUCIA 42enne nato a Vibo
Valentia (VV), custodia cautelare in carcere; Ignacio
Francisco GONZALEZ PEREZ 27enne nato a Santa
Clara (Cuba), custodia cautelare in carcere; Romina
LAMAZZA 33enne nata a Messina custodia cautelare in
carcere; Giancarlo LA TORRE 55enne nato a Roma,
custodia cautelare in carcere; Giuseppe MAZZONE
48enne nato a Vibo Valentia (VV) custodia cautelare in
carcere; Giuseppina MERLO 49enne nata a Patti
(ME), custodia cautelare agli arresti domiciliari;
Antonino NIOSI 21enne nato a Patti (ME), custodia
cautelare agli arresti domiciliari. Il Comando
Provinciale Carabinieri di Messina, prime ore, nel
territorio di provincia ed in quelle di Reggio Calabria
e Vibo Valentia, ha dato esecuzione a 2 ordinanze di
custodia cautelare, emesse dal Giudice per le Indagini
Preliminari del Tribunale di Messina e da quello del
locale Tribunale per i Minorenni, su richiesta
rispettivamente della Direzione Distrettuale Antimafia e
Antiterrorismo peloritana e della locale Procura della
Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni, nei
confronti di 12 soggetti (8 dei quali
verranno ristretti in carcere, 2 sottoposti agli
arresti domiciliari, 1 minore ristretto presso
Istituto Penale Minorile e 1 minore collocato in
una struttura comunitaria), ritenuti responsabili – a
vario titolo – di associazione finalizzata al traffico e
allo spaccio di stupefacenti anche a minori, nonché
detenzione illegale di armi da fuoco. Il provvedimento
restrittivo scaturisce da una complessa attività
d’indagine sviluppata, sin dal mese di settembre del
2016, dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale
Carabinieri di Messina, che ha consentito di individuare
vertici e affiliati ad una compagine di narcotrafficanti
collegata alle articolazioni territoriali della ‘ndrangheta
reggina e vibonese, che gestiva una larga fetta dello
smercio di marijuana e cocaina nella zona di Patti e nei
centri vicini. La clientela del gruppo criminale, per
una precisa scelta di strategia commerciale, era quasi
interamente costituita da minorenni di ogni ceto
sociale, unicamente accomunati dalla dipendenza più o
meno marcata dalle sostanze stupefacenti. I luoghi di
spaccio preferiti dal gruppo, che poteva contare su una
fitta rete di pusher (alcuni dei quali minori), erano
le scuole secondarie e gli istituti superiori dell’hinterland
della fascia tirrenica della provincia di Messina, con
particolare riguardo all’area pattese, nonché i luoghi
di aggregazione giovanile più frequentati, sapientemente
individuati e scelti in relazione alla potenziale
clientela che li frequentava. Gli indagati, oltre che
gestire una propria fiorente rete di spaccio ad
dettaglio nella rispettiva zona di residenza, avevano
costituivano anche un ulteriore canale di fornitura ad
altri spacciatori dell’hinterland tirrenico della
provincia peloritana dello stupefacente, proveniente
interamente dalla Calabria dove i vertici del sodalizio
sgominato potevano contare su stabili e consolidati
rapporti “commerciali” con persone contigue alla ‘ndrangheta
di Vibo Valentia e di Rosarno in provincia di Reggio
Calabria. L’attività investigativa nel suo sviluppo ha
già portato all’arresto in flagranza di 2 corrieri e al
sequestro di considerevoli quantitativi di stupefacente.
Il provvedimento cautelare, emesso dal G.I.P. presso il
Tribunale dei Minorenni dott. Michele Saja, su richiesta
del Sostituto Procuratore della repubblica presso il
tribunale per i Minorenni di Messina, dott. Andrea
Pagano, ha riguardato anche due minorenni uno dei
quali, un quindicenne, è stato tradotto presso
l’Istituto Penale Minorile di Palermo e l’altro
accompagnato in una struttura di accoglienza siciliana.
Barcellona PG ME – Pusher a
domiciliari spaccia marijuana: Polizia, in carcere.
Si tratta di Marco Coniglio 37enne, nato a Priolo Gargallo.
I poliziotti del Commissariato P.S. di Barcellona Pozzo di Gotto hanno
eseguito l’ordinanza, emessa dal Tribunale del Riesame di Messina, con la
quale è stato accolto l’appello del P.M. presso il Tribunale di Messina, e
con cui è stata disposta la misura cautelare personale della custodia in
carcere nei confronti del Coniglio, in atto sottoposto agli arresti
domiciliari, perché ritenuto responsabile del reato di detenzione ai fini di
spaccio di sostanza stupefacente. Il trentasettenne, già ristretto agli
arresti domiciliari lo scorso 1 maggio, era stato arrestato in flagranza
perché, a seguito di perquisizione domiciliare, gli agenti di Barcellona
P.G. lo avevano trovato in possesso di circa 550 grammi di marijuana,
abilmente occultati nel filtro della cappa della cucina. Il personaggio,
nella circostanza era stato nuovamente sottoposto agli arresti domiciliari.
Patti Me
–
Polizia scopre gang 8 rapinatori in villa,
operazione “Linea d’Addio 2”. 7
sono gli esponenti raggiunti da misura cautelare in
carcere: Gianluca TERRANA 30enne di
Termini Imerese (ritenuto dagli inquirenti il capo della
banda); Angelo INCARDONA 40enne di Campofelice
di Roccella; Giuseppe AUGETTO 29enne di Termini
Imerese;
Francesco LAMIA
28enne di Termini Imerese;
Antonino LA
BUA 27enne di Termini Imerese;
Robert Costantin AIOANI
21enne nato in Romania;
Iulian Georgian HATOS 22enne
nato in Romania. Destinatario di misura cautelare
degli arresti domiciliari è: Franco GALATI RANDO
48enne, residente a Tortorici. Gli investigatori
hanno chiuso il cerchio per i componenti della banda
dei responsabili di incursioni criminali in ville del
messinese e del palermitano. La Polizia ha scoperto una
vera e propria associazione per delinquere finalizzata a
rapine e furti. I componenti della pericolosa banda,
protagonisti di violente incursioni criminali in
abitazioni del messinese e palermitano tra l’ottobre e
dicembre scorsi sono stati definitivamente incastrati
dalla Polizia. Gli investigatori sono giunti al
brillante risultato a seguito di un minuzioso ed
intenso lavoro investigativo svolto dai poliziotti del
Commissariato di P.S. di Patti, coordinato dalla Procura
della Repubblica di Patti. L’inchiesta ha portato ha
smascherato le gravi responsabilità in capo
ad una banda, cha priva di alcun scrupolo e con violente
scorribande, s’ingegnava al fine di mettere a segno
tutta una serie di colpi presso abitazioni private,
per lo più ville isolate, del messinese e
palermitano, spesso incutendo terrore alle loro vittime.
I poliziotti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di
Patti, coadiuvati dai colleghi del Commissariato P.S. di
Termini Imerese e del Posto Fisso di Polizia di
Tortorici, all’alba hanno dato esecuzione all’ordinanza
di misure cautelari emessa dal GIP, dr. Andrea La Spada,
su richiesta del Sostituto Procuratore D.ssa Giorgia
Orlando, con la quale risultano chiare le responsabilità
degli 8 individui. L’inchiesta era stata avviata a
seguito di una prima fase dopo la violenta rapina ai
danni dei coniugi anziani di Ucria, sorpresi in piena
notte nel sonno, nell’ottobre 2016, nella loro
abitazione dai malviventi. I rapinatori incappucciati
ed armati di coltello e mannaia, depredarono con
violenza di tutto ciò che di valore i due possedevano in
casa ed addosso, tenendoli, altresì, sotto sequestro. I
malviventi nel mentre raggiunsero e razziarono una
seconda abitazione a Capo D’Orlando. I poliziotti
riuscirono nello scorso mese di gennaio, a bloccare i
pericolosi criminali, individuando a loro carico tutta
una serie di responsabilità non solo per la prima
rapina, ma anche per la commissione di altri furti in
abitazione, messi a segno a Termini Imerese e a
Sant’Agata di Militello.L’inchiesta da allora, grazie al
prosieguo di un poderoso lavoro investigativo,
incessantemente condotto dai poliziotti, ha permesso
d’individuare e rivelare una pluralità di soggetti,
risultati assiduamente impegnati in una frenetica
attività di procacciamento di illeciti profitti. Gli
inquirenti hanno delineato i contorni di un sodalizio
criminoso ben costituito ed organizzato, ritenuto
responsabile non solo dei primi fatti, ma di tutta una
serie di nuovi atti, commessi anche attraverso violenza
diretta alle vittime. L’attività investigativa
sviluppata attraverso capillari operazioni di
intercettazione telefoniche e di una attenta disamina
dei tabulati telefonici, ulteriormente corroborate da
preziosissimi elementi acquisiti, soprattutto in questa
seconda fase, dall’analisi dei supporti telefonici
sequestrati ai soggetti colpiti dalla prima ordinanza di
misure cautelari (foto, messaggi vocali e conversazioni
istantanee del tipo chat dell’applicativo whatsapp...),
ha consentito di cristallizzare in capo ai malviventi
una vera e propria associazione per delinquere dedita
alla commissione di reati contro il patrimonio e la
persona, facendo emergere la sussistenza di saldi legami
tra gli associati, rafforzati da un stretta condivisione
di interessi, da una assidua frequentazione personale,
nonché da prassi operative condivise e reiterate. La
polizia ha delineato un’organizzazione che passa
attraverso un collaudato modus operandi che parte
dalla condivisione informativa dei luoghi e delle
abitazioni da colpire, passando poi dai relativi
sopralluoghi fino al raggiungimento degli illeciti,
emergendo, così, il sistematico ricorso a veri e
propri “copioni”, messi in atto mediante il sapiente
coordinamento dell’operato di più persone dislocate in
posti diversi con specifica ripartizione di ruoli. Gli
investigatori hanno rilevato che spicca, certamente,
la figura di Gianluca TERRANA, a cui è attribuibile un
ruolo carismatico. Il giovane sarebbe dotato, secondo
gli inquirenti, di una evidente carica propulsiva
rispetto alle attività illecite del sodalizio, e sarebbe
il promotore ed organizzatore delle attività illecite
imputabili alla banda. La polizia ritiene che il
personaggio abbia svolto una funzione di minuziosa
pianificazione e preparazione dei “colpi” da eseguire,
sia tenendo i contatti a monte con i “basisti” INCARDONA
E GALATI RANDO dai quali acquisisce le informazioni
necessarie all’individuazione degli obiettivi che alla
esecuzione degli illeciti, e sia procedendo ad accurati
sopralluoghi preventivi sui luoghi prescelti,
studiandone i relativi percorsi. Gli inquirenti
ritengono che funga da raccordo delle attività dei
sodali e, generalmente, rimanga all’esterno delle
abitazioni delle vittime a coordinare le materiali
condotte dei complici durante gli assalti criminali,
rivolgendo loro precisi ordinativi che venivano eseguiti
dagli stessi, recuperando gli uomini alla fine o nel
momento della fuga. Il capo avrebbe accompagnato sui
luoghi gli associati, da lui stesso ritenuti abili ed
affidabili per operare nelle incursioni in case
prescelte, decidendo addirittura l’abbigliamento da
indossare. Il personaggio avrebbe disposto, organizzato
e diretto attraverso un collaudato linguaggio
metaforico, denominando le azioni criminali come “campionato
di calcetto”, ovvero definendo le stesse,
soprattutto nella loro fase operativa, come “operazioni”
mutuando chiaramente la terminologia dal gergo militare.
La personalità e caratura criminale per gli inquirenti
è facilmente intuibile laddove lo stesso, come
estrapolato dall’analisi del proprio apparecchio
telefonico, si ritrae fotografandosi, mentre ostenta un
notevole quantitativo di banconote di grosso taglio,
provento di una delle tante incursioni, sintomatico
della sua spavalderia. Gli investigatori ritengono che
Antonino LA BUA, Francesco LAMIA e Giuseppe AUGETTO
siano collaboratori perfettamente a conoscenza delle
attività del sodalizio, cui partecipano di volta in
volta fattivamente, conseguendone parte dei proventi.
I fedeli collaboratori di TERRANA, quasi sempre
presenti fisicamente nell’esecuzione dei colpi; mettono
a disposizione i propri veicoli per gli spostamenti, per
i sopralluoghi e per l’esecuzione dei delitti. Angelo
INCARDONA per gli inquirenti sarebbe soggetto di vertice
che, alla stregua di conoscenze imputabili ad attività
personale o discendenti da qualificate relazioni con
ulteriori fonti, dispone di un preciso patrimonio
informativo connesso a selezionati obiettivi per le
azioni criminali del gruppo e le mette a disposizione di
esso dietro corrispettivo, interloquendo tendenzialmente
con TERRANA. Il personaggio avrebbe partecipato
personalmente a taluni colpi e, comunque, interviene
direttamente al bisogno per assicurare la fuga dei
sodali. Franco GALATI RANDO, è ritenuto dalla polizia
altra figura di “basista” fonte di cui ci si avvale per
la selezione di obiettivi per attività criminali da
compiere nel messinese e segnatamente nel territorio
nebroideo. I rumeni Robert Costantin AIOANI e Iulian
Georgian HATOS per gli inquirenti costituiscono
manifestamente la pericolosa manovalanza delle cui
attitudini ed abilità fisiche il sodalizio si sarebbe
avvalso, disponendone secondo le esigenze, governandone
i movimenti, conducendoli sui luoghi del delitto e
recuperandoli a conclusioni delle operazioni criminali o
in caso di fuga. L’intensa attività di indagine
ulteriormente svolta ha permesso di evidenziare la
pericolosità del gruppo e di individuarne le
responsabilità dei sodali in relazione ad una serie
infinita di scorribande, oltre quelle già evidenziate.
3 colpi in abitazione perpetrati nella notte tra il 2
ed il 3 dicembre scorsi a Lascari ed altro nella notte
del 14 dicembre a Campofelice di Roccella, avrebbero
evidenziato chiare le modalità sistematiche di
intervento del gruppo, che opera, con metodi ben
definiti e tempistiche ravvicinate. La Polizia ha
rilevato che l’organizzazione della banda e la sua
pericolosità emergono ampiamente nella violenta tentata
rapina in abitazione a Termini Imerese la sera del 10
dicembre, allorquando i malviventi, questa volta, armati
di pistole e tutti travisati, con passamontagna scuri,
sciarpe e guanti fecero irruzione in un’abitazione in
zona di campagna. I malfattori intimarono, sotto la
minaccia delle armi, alle tre donne anziane presenti di
entrare nella stanza accanto. La riluttanza opposta da
una delle donne, colpita da malore, scatenò
l’aggressività dei criminali, che iniziarono a
schiaffeggiare le malcapitate, scaraventandole per
terra. La brutale azione criminosa veniva interrotta ed
i tre erano costretti a darsi a precipitosa fuga nelle
campagne circostanti, grazie alle grida lanciate dalle
donne, che attirarono l’attenzione di parenti, vicini di
abitazione, che intervenendo in soccorso, ritrovandosi
anch’essi coinvolti nell’aggressione e ricevendo dai
malviventi violente percosse. In questa occasione, un
ulteriore elemento di carica criminosa è rappresentato
dal nuovo e più evoluto modus operandi della
banda, che, per la prima volta, dall’inizio
dell’osservazione del sodalizio, ha fatto ricorso
all’utilizzo di armi.
Messina
- Santapaola-Ercolano, DIA sequestra beni Pruiti nei Nebrodi.
Uomini della
Direzione Investigativa Antimafia di Catania, diretta dal Primo Dirigente
della Polizia di Stato dr. Renato PANVINO, collaborata dalla Sezione
Operativa di Messina, dalle prime ore della mattinata stanno eseguendo il
decreto di sequestro beni emesso dal Tribunale di Catania - Sezione Misure
di Prevenzione, su proposta avanzata dal Direttore della D.I.A. Nunzio FERLA,
in stretta sinergia con il Procuratore Distrettuale Antimafia dr. Carmelo
ZUCCARO, nei confronti di Giovanni PRUITI 41enne (attualmente
detenuto), soggetto ritenuto reggente del clan mafioso operante a Cesarò e
gerarchicamente inquadrato alle dirette dipendenze del noto Salvatore
CATANIA, quale referente territoriale per la zona di Bronte e territori
limitrofi della famiglia catanese “Santapaola”.Gli approfondimenti
investigativi avviati dalla D.I.A. di Catania in stretta sinergia con la
Procura Distrettuale Antimafia di Catania e quella di Messina, in seguito al
noto attentato subìto dal Presidente del Parco dei Nebrodi – Dott. Giuseppe
ANTOCI, hanno avuto ad oggetto anche le cospicue erogazioni di contributi
AGEA nei confronti di soggetti collegabili direttamente o indirettamente ad
associazioni mafiose operanti nel territorio nebroideo, con la svolgimento
di mirate indagini patrimoniali. La D.I.A. tra i numerosissimi soggetti
monitorati ed analizzati ha evidenziato la figura di Clelia BONTEMPO,
convivente del noto Giovanni PRUITI, fratello dell’ergastolano Giuseppe
condannato per associazione mafiosa ed omicidio.
Giovanni
PRUITI è stato condannato nel 2005 con sentenza n. 392/05 emessa dal GIP
presso il Tribunale di Catania per il reato di partecipazione ad
associazione di stampo mafioso, associazione diretta da Salvatore CATANIA ed
operativa nei territori di Bronte, Maniace, San Teodoro e Cesarò. Giovanni
PRUITI il 14 febbraio 2017 nel frattempo secondo gli investigatori avrebbe
assurto a capo del clan di Cesarò dopo l’arresto del fratello Giuseppe, ed è
stato sottoposto a fermo, insieme al noto boss Salvatore CATANIA, inteso
Turi, ed altri, nell’ambito di un’operazione di polizia giudiziaria (cd.
operazione Nebrodi) tesa a disarticolare le consorterie mafiose di
Cesarò e Bronte. Gli investigatori ritengono che il legame con Salvatore
Turi CATANIA abbia consentito al clan di Cesarò, capeggiato dai PRUITI,
espressione della potente e pericolosissima famiglia catanese dei
Santapaola-Ercolano, di cui il CATANIA costituisce elemento di spicco a capo
del clan di Bronte, affiliato alla famiglia Santapaola, di garantire gli
affari illeciti nel territorio che da Bronte si espandeva fino ad Adrano e
Paternò. Le investigazioni hanno tracciato i rapporti con il famoso boss
catanese Vincenzo AIELLO e gli emissari dei noti boss palermitani di Cosa
Nostra LO PICCOLO. I tutori dell’ordine in particolare, da tale indagine
hanno appurato come, in presenza di maggiori controlli e requisiti per
ottenere l’affidamento di terreni demaniali (in seguito alla stipula del
protocollo di legalità da parte del Presidente dell’Ente Parco, subordinato
al rilascio della certificazione antimafia), i clan mafiosi si siano
adoperati, con intimidazioni tipiche del metodo mafioso, per avere il
controllo di terreni privati tramite i quali ottenere i relativi benefici
economici. Le attività investigative della DIA svolte in quel contesto
consentivano di documentare come il sodalizio riconducibile a Salvatore
Turi CATANIA riuscisse ad ostacolare con il metodo mafioso ogni
libera iniziativa agricola-imprenditoriale e condizionare fortemente il
libero mercato. Il gruppo criminale avrebbe operato in prima istanza su
tutti gli aspiranti acquirenti provocandone il recesso dalle trattative in
corso, anche mediante concrete intimidazioni.Le evidenze investigative
emerse dalle svariate indagini condotte nel tempo sul conto dei clan mafiosi
operanti nel territorio dei Nebrodi, suffragate dalle condanne pronunciate
in via definitiva dall’Autorità Giudiziaria, confermano l’elevato spessore
criminale della famiglia PRUITI, i cui affari ruotano intorno
all'accaparramento dei terreni agricoli in affitto, degli allevamenti e al
controllo del settore della commercializzazione della carne.
Le
indagini condotte dalla D.I.A. si sono sviluppate principalmente sulla
ricostruzione reddituale e patrimoniale di Giovanni PRUITI e del proprio
nucleo familiare.La DIA in particolare ha evidenziato la sproporzione tra i
redditi dichiarati ed il patrimonio acquisito nel corso dell’ultimo
decennio, nonostante la cospicua percezione di contributi erogati da parte
della Comunità Europea che, tra l’altro, non potevano essere assegnati a
soggetti destinatari di misure di prevenzione e dei loro familiari, il
patrimonio rilevato dalle investigazioni è risultato frutto di investimenti
di gran lunga superiori ai flussi finanziari regolarmente dichiarati.
Il Tribunale di Catania, accogliendo la proposta avanzata dal Direttore
della D.I.A., ha disposto il sequestro dell’ingente patrimonio di cui PRUITI
risulta disporre direttamente od indirettamente, consistente in imprese
operanti prettamente nel settore agricolo (allevamento e coltivazione dei
fondi), numerosi terreni agricoli, fabbricato ubicato in Cesarò (ME),
diversi veicoli, titoli ordinari AGEA e rapporti finanziari in corso di
quantificazione.
Il provvedimento è il completamento di una attività più ampia
espletata dalla D.I.A. di Catania, che aveva determinato, con la proposta
avanzata dal Direttore della D.I.A., l’esecuzione, il 17 marzo 2017, di un
decreto di sequestro del patrimonio nella disponibilità di Giuseppe PRUITI,
fratello di Giovanni.
Messina
-
Polizia blocca presunto responsabile sparatoria villaggio Matteotti.
Gli investigatori ritengono si tratti del
personaggio già noto Giacomo SANTAMARIA, messinese 39enne.
La Squadra Mobile della Questura di
Messina, ieri pomeriggio ha eseguito la misura nei confronti di SANTAMARIA
Giacomo ritenendolo l’autore della gambizzazione avvenuta sabato notte su
viale Annunziata.
L’attività investigativa dei poliziotti è
stata tempestiva ed ha permesso di risalire al personaggio che dovrà
rispondere dell’efferato gesto. SANTAMARIA è stato raggiunto dai poliziotti
presso la sua abitazione dove nascondeva l’arma utilizzata per la
commissione del fatto e gli indumenti indossati quella notte oltre che un
fucile a canne mozze. Il personaggio è stato condotto presso la locale Casa
Circondariale di Gazzi in attesa di giudizio.
Barcellona PG - 15enne
arrestato per droga. I
poliziotti del Commissariato, impegnati in servizi mirati al contrasto di
attività illecite in materia di sostanze stupefacenti, lo scorso 26 maggio
a Barcellona Pozzo di Gotto, hanno avvicinato il pusher in via Risorgimento,
il ragazzo è scappato abbandonando in un bidone della spazzatura 4
involucri, risultati poi contenenti droga. Gli agenti hanno rinvenuto altra
sostanza stupefacente a casa del quindicenne, nascosta in uno zainetto, per
un totale di 33,3 grammi di cocaina e 23,5 grammi di marijuana. Rinvenuto e
sequestrato in mansarda anche materiale per il taglio ed il confezionamento
delle singole dosi tra cui attrezzi, contenitori e sostanza da taglio.
Il giovane è
stato quindi arrestato e, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria,
trasferito presso il Centro di Prima Accoglienza di Messina.
Messina
- 80enne picchiato e rapinato in casa, agenti
ammanettano donna e 17enne del palermitano. I 2 traditi da un pizzino.
Si tratta di
Angela PORCARO
30enne nata a Termini Imerese ed un ragazzo di 17 anni. I 2 sono stati arrestati dalla Polizia di Patti
perché ritenuti i responsabili della grave aggressione ai danni di un
ultraottantenne di Gioiosa Marea. La donna ed il diciasettenne
dovranno rispondere di tentato omicidio e rapina aggravata. I 2 maldestri
hanno agito con premeditazione e con incredibile violenza per cui sono
accusati del tentato omicidio e della rapina ai danni di un ultra-ottantenne
aggredito la sera dello scorso 15 aprile.
I fatti si sono verificati a
Gioiosa Marea, in contrada Palombaro, in aperta campagna, dove la vittima
vive. L’anziano stava mungendo una capra nell’ovile, adiacente alla sua
abitazione, quando è stato raggiunto da uno dei due autori dell’aggressione:
un diciassettenne, originario di Corleone. Il maldestro ha colpito il
malcapitato ripetutamente alle spalle con un bastone. La vittima ha
tentato di reagire ma sarebbe entrata in scena la complice, Angela PORCARO,
già nota per minacce, molestie ed oltraggio a pubblico ufficiale, che non ha
esitato a colpire violentemente l’ultraottantenne con delle pietre. Gli
aggressori hanno quindi sfilato il portafogli e le chiavi di casa all’uomo
che li teneva in tasca e sono scappati via, lasciandolo esanime a terra
con una frattura al cranio, numerose ferite lacero contuse ed escoriazioni
nel resto del corpo. I poliziotti del Commissariato di Pubblica Sicurezza
di Patti, sono risaliti ai due responsabili attraverso un capillare lavoro
investigativo, partendo da un “pizzino”. La traccia era stata lasciata dal
17enne che aveva già avvicinato la vittima nella stessa giornata
dell’aggressione. Il maldestro si era presentato in casa dell’anziano nello
stesso pomeriggio con un bimbo di pochi anni, chiedendo dell’olio da
comprare. La vittima aveva fatto accomodare il carnefice al quale aveva
offerto da bere ed aveva anche dato un dolcetto al bambino. L’anziano ignaro
della trappola aveva chiesto poi al diciassettenne di lasciargli il numero
di telefono per poterlo contattare una volta trovato il venditore d’olio. Il
maldestro diciassettenne ha scritto su un foglietto il suo numero di
telefono ed indicato il nome di battesimo ed il luogo di origine.
La articolata attività investigativa
condotta dai poliziotti, attraverso la descrizione fornita dalla vittima,
che, anche se sorpreso alle spalle, era riuscito a riconoscere
nell’aggressore il ragazzo accolto in casa poche ore prima, insieme alle
testimonianze di alcuni vicini ed ai riscontri calligrafici ha permesso
l’emissione di due distinte misure cautelari a carico degli autori del grave
episodio criminale. La prima, misura emessa dal GIP presso il Tribunale di
Patti, dottor Andrea La Spada, su richiesta del Sostituto Procuratore della
Repubblica, dottoressa Giorgia Orlando, è a carico di Angela PORCARO e ne ha
disposto il trasferimento in carcere presso la casa circondariale di
Palermo. La seconda, è stata emessa dal GIP presso il Tribunale per i
minorenni di Messina, dottor Michele Saya, su richiesta del Sostituto
Procuratore, dottor Andrea Pagano, ed ha disposto la detenzione del
diciassettenne presso l’Istituto di Custodia per Minorenni di Palermo.
Le misure sono state seguite all’alba
stamani dagli agenti del Commissariato di Patti, con la collaborazione dei
poliziotti dei Commissariati di Termini Imerese e di Corleone.
Messina
–
Carabinieri trovano droga occultata in vano
ascensore al rione Bisonte. I controlli operati dai
Carabinieri di Messina nelle aree più sensibili della
città continuano a dare risultati operativi. I militari
della Compagnia di Messina Sud e del Nucleo Radiomobile,
dopo il rinvenimento di munizioni nel quartiere di S.
Lucia Sopra Contesse ed il sequestro di armi e droga a
Mangialupi, operate nel mese di aprile hanno ispezionato
il rione di Bisconte. Gli uomini della Compagnia di
Messina Centro, qualche giorno fa hanno espletato una
massiccia azione di controllo condotta nei confronti di
soggetti gravati da misure restrittive e nell’ambito di
diversi immobili ritenuti di interesse operativo. I
carabinieri, nel vano corsa di un ascensore di un
immobile di Bisconte veniva rinvenuto 1 involucro in
plastica contenente circa 15 grammi di cocaina. Il
sacchetto era poggiato alla base del supporto metallico
del telaio, ed era stato perfettamente occultato ma non
è sfuggito all’occhio attento dei militari che,
avvalendosi dell’ausilio di una squadra dei Vigili del
Fuoco di Messina, hanno avuto modo di cercare anche dove
qualcuno pensava non si potesse arrivare. I tutori
dell’ordine, poco dopo, nel vano ascensore di un altro
stabile di Bisconte, hanno trovato un altro involucro
in plastica contenente questa volta circa 150 grammi di
marijuana, occultato con le stesse modalità del primo.
Lo stupefacente è stato sequestrato.
Barcellona PG – Ai
domiciliari col braccialetto tiene ½ kg droga in cappa cucina.
Marco Coniglio 37enne nato a Priolo Gargallo, aveva infilato la
marijuana in sacchetti comunemente utilizzati per surgelare gli alimenti e
poi li aveva nascosti nella cappa della cucina di casa. I poliziotti del
Commissariato di P.S. di Barcellona Pozzo di Gotto hanno trovato lo
stupefacente nel filtro della cappa. 5 sacchetti per un totale di 542 grammi
di sostanza stupefacente.
Il trentasettenne, già noto per associazione
finalizzata al traffico illecito di sostanza stupefacente, detenzione di
sostanza stupefacente e spaccio, in atto sottoposto agli arresti domiciliari
con braccialetto elettronico, è stato arrestato e, su disposizione
dell’Autorità Giudiziaria, trasferito presso la Casa Circondariale di
Barcellona Pozzo di Gotto.
Messina
– Autostrade, Dia scopre elargizione incentivi progettuali non spettanti
ad alcuni dirigenti. Uomini della DIA della Sezione Operativa di Messina
e del Centro Operativo di Catania, dalle prime ore della mattina, a seguito
di una complessa attività investigativa, coordinata dalla locale Procura
della Repubblica, hanno dato esecuzione, con il supporto dei Centri
Operativi di Reggio Calabria, Palermo e Caltanissetta, ai provvedimenti per
l’applicazione di misure cautelari personali e reali nr. 32/15 R.G.N.R. - nr.
750/15 R.G.GIP, emessi rispettivamente il 30 marzo e 11 aprile 2017 dal
G.I.P. del Tribunale di Messina. I provvedimenti sono stati emessi, su
richiesta del Proc. Agg. Sebastiano ARDITA e del Sost. Proc. Stefania LA
ROSA della Procura della Repubblica di Messina, a seguito di una laboriosa
indagine svolta, oltre che con i tradizionali metodi investigativi, anche
con l’utilizzo di moderni sistemi tecnici di captazione, che ha consentito
di accertare l’indebito percepimento di incentivi progettuali gestiti dal
C.A.S. per attività di specifica competenza e mai portate a termine, ovvero
esistenti solo sulla carta, ed in forza delle quali venivano distribuite “a
tavolino” somme di denaro non spettanti ad un gruppo ristretto di dipendenti
del citato consorzio. Le attività investigative, della DIA hanno accertato
che il Consorzio ha a disposizione ingenti somme di denaro da destinare
all’elaborazione ed esecuzione di lavori e progetti sulla rete autostradale
di competenza. Gli investigatori hanno appurato e che in tale contesto si
inseriscono sostanziosi “incentivi” da assegnare a diverse figure
professionali previste per la realizzazione delle opere stesse, nonché a
propri dipendenti per le proprie competenze tecniche ed il ruolo che
svolgono quali “struttura di supporto”, hanno permesso di dimostrare come
gli incentivi progettuali siano stati ad appannaggio di un circoscritto
gruppo di dipendenti, diversificato per mansione e professionalità,
prescindendo dall’effettivo contributo dato nell’ambito di ogni gruppo di
lavoro, mentre, di volta in volta, venivano inseriti, in un numero minore di
incentivi e comunque a rotazione, altri dipendenti, ai quali veniva fatto
riconoscere una quota parte di incentivo progettuale al di là delle
prestazioni effettivamente rese o necessarie. Le condotte illecite
riscontrate dalla DIA sono il frutto di un sistema collaudato di alcuni
Dirigenti in servizio al C.A.S. che, ricoprendo in taluni casi il ruolo di
R.U.P. (Responsabile Unico del Procedimento) hanno strutturato un collaudato
sistema di elargizione degli incentivi progettuali ad una ristretta cerchia
di dipendenti al fine di garantirsi, nel tempo, lauti guadagni ed altre
utilità personali, il tutto attraverso la predisposizione di decreti
dirigenziali palesemente falsi, comportando così un considerevole danno
economico al “Consorzio per le Autostrade Siciliane”.
Il
Presidente CAS Rosario Faraci
sulla vicenda ha dichiarato:”Profondamente
rammaricato per gli sviluppi della vicenda giudiziaria su fatti risalenti al
2012 e 2013 – manifesta, anche a nome della Amministrazione e della
Direzione Generale, la totale fiducia nell’operato della Magistratura. Il
CAS procederà, secondo legge, ad adottare ogni conseguente provvedimento,
come per legge, nei confronti dei dipendenti in servizio destinatari delle
misure interdittive disposte dal Magistrato”.
Il
presidente della commissione Ambiente e Territorio dell’Ars, Mariella
Maggio dice :
“Basta con le polemiche inutili, i pregiudizi e i giochetti politici: il
Consorzio autostrade siciliane così com’è strutturato non funziona.
L’inchiesta della Dia di Messina, che coinvolge ben 57 dipendenti e che ha
svelato il folle sistema degli incentivi al personale per progetti a volte
inesistenti, lo conferma ancora una volta. Nonostante gli sforzi
dell’attuale management di migliorarne l’assetto il Cas continua a produrre
perdite e non è in grado di adempiere alla sua mission, quella di realizzare
le opere fondamentali per rendere efficiente la rete autostradale e
garantire la sicurezza degli automobilisti. Faccio appello a tutte le forze
politiche ed al governo Crocetta affinché si valuti con molta attenzione il
progetto di fusione del Cas con l’Anas, contenuto nella norma che è stata
bocciata in commissione Bilancio. La Sicilia deve avere una società
efficiente che si occupi delle autostrade, non può continuare ad avere
un’azienda che si è rivelata spesso un carrozzone, comodo per lucrare sulla
pelle dei cittadini. In questi giorni cruciali per la manovra finanziaria,
governo e Ars dialoghino in maniera serena e concreta: occorre un salto di
qualità, la politica non può permettersi in questa situazione di far finta
di niente. Agire e subito. Senza tentennamenti”.
Messina
- Picchia
genitori, 46enne in manette per lesioni e violenze.
La
Polizia ha arrestato il messinese,
inarrestabile nella spirale di violenza famigliare. Un 46enne
messinese, già precedentemente sottoposto agli arresti domiciliari, ieri
è stato condotto in carcere dai poliziotti del Commissariato Nord,
diretti dalla d.ssa Di Nuzzo.
L’ultima
vittima in ordine di tempo è stata il padre del turpe. L’anziano è stato
sentito a sommarie informazioni negli Uffici di Polizia, mentre portava
ancora addosso i segni della violenza subita poco prima. L’anziano
genitore infatti aveva evidenti escoriazioni al viso provocate, come da
sua stessa ammissione, dal figlio. Vessazioni e percosse, calci e pugni
all’ordine del giorno nei confronti di entrambi i genitori, questa la
condotta dell’individuo. Tra i precedenti anche la frattura scomposta
della tibia ai danni della madre.
Un’escalation di aggressività consumata all’interno delle mura
domestiche che ieri, grazie alla sinergica collaborazione tra Forze
dell’Ordine e magistratura, ha avuto fine.
Messina
- CC scoprono associazione culturale e night
club che maschera prostituzione: ragazze minacciate e
sfruttate.
I Carabinieri hanno sgominato un’associazione per
delinquere dedita allo sfruttamento e al favoreggiamento
della prostituzione. 3 personaggi identificati, dopo le
formalità di rito: Mauro ABBADESSA 34enne è stato
associato presso la Casa Circondariale di Messina Gazzi,
mentre Daniele GALANO 37enne è stati posto agli
arresti domiciliari. Un terzo soggetto colpito da
provvedimento restrittivo è risultato, al momento,
irreperibile ed è attivamente ricercato. I Carabinieri
della Compagnia di Sant’Agata di Militello in
collaborazione con i colleghi pugliesi, nella notte di
giovedì 6 aprile, a Sant’Agata di Militello e Foggia,
hanno tratto in arresto 2 persone in esecuzione
ordinanza di applicazione di misura cautelare personale
emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Patti su
richiesta della Procura della Repubblica per il reato di
associazione per delinquere finalizzata al
favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione.
I Carabinieri hanno condotto complesse ed articolate
attività d’indagine che hanno consentito di ricostruire
e documentare l’esistenza di una strutturata e ben
coordinata consorteria criminale dedita allo
sfruttamento ed al favoreggiamento della prostituzione.
I presunti capi dell’organizzazione, tratti in arresto
dall’Arma, avevano registrato come associazioni
culturali senza scopo di lucro, attività commerciali
destinate ad essere adibite a night club, nei quali, con
intimidazioni, minacce e violenze, costringevano le
ragazze a prostituirsi. Gli indagati, dietro la
copertura di una fittizia associazione denominata “Lady
Hairon” finalizzata a promuovere “l’organizzazione di
manifestazioni e incontri con lo scopo precipuo di
migliorare le comunicazioni sociali in modo libero e
nell’assoluto rispetto della sensibilità altrui”
avrebbero gestito, di fatto, nel centro di Capo
d’Orlando un vero e proprio locale notturno all’interno
del quale venivano consumati rapporti sessuali a
pagamento tra le ragazze, reclutate dagli indagati ed
usate come oggetto, ed i clienti. Le donne, formalmente
registrate come socie dell’associazione privata, di
fatto erano vere e proprie lavoratrici retribuite con
importo fisso giornaliero e, in base agli accordi
raggiunti, con quota a percentuale sulle prestazioni
extra, consistenti dal semplice intrattenimento del
cliente con consumazione di bevande ai servizi sessuali
richiesti, che i gestori concordavano con i clienti. I
rapporti sessuali venivano consumati nei privé allestiti
all’interno del locale notturno oppure all’esterno,
previo pagamento ai profittatori della tariffa pattuita.
Gli arrestati, insieme all’atto sessuale, potevano
procurare, a chi lo richiedesse, anche sostanza
stupefacente dietro pagamento di un surplus sul servizio
offerto. Le indagini hanno preso le mosse dai controlli
eseguiti dai Carabinieri. I militari hanno accertato
difformità tra l’oggetto sociale delle associazioni
“promuovere il tempo libero attraverso l’attuazione di
iniziative e lo svolgimento di iniziative di natura
culturale, ludica e ricreativa”, e le pubblicità
presenti in rete. Immagini dai contenuti espliciti,
richiami sessuali ed erotici con fotografie di donne
svestite in atteggiamenti decisamente provocanti erano
apparsi anche sui social. Le investigazioni svolte dai
militari, supportate da attività di intercettazione,
hanno consentito di acquisire elementi probanti a carico
degli indagati. Gli investigatori, nel corso delle
attività, hanno evidenziato chiare ed inconfutabili
prove che documentavano le condotte poste in essere
dagli indagati, gravi episodi delittuosi ed il fine
assolutamente criminoso della consorteria criminale
costituita. L’Autorità Giudiziaria ha concordato con le
risultanze investigative dei Carabinieri, portando in
evidenza episodi di particolare crudeltà, violenza ed
aggressività usata dagli indagati nei confronti di
alcune ragazze. Le vessazioni inflitte dagli aguzzini
erano finalizzate a costringere le donne a prostituirsi,
creando nei loro confronti un stato di perenne
intimidazione e soggezione, che le induceva a non
ribellarsi al volere dei “protettori” per paura di
ritorsioni. Le giovani, infatti, venivano sottoposte a
stringente controllo anche fuori degli orari di lavoro,
limitazioni della libertà personale, violenze fisiche e
psicologiche, fino al sequestro dei documenti di
riconoscimento per impedire la fuga.
Patti
ME - Interdonato a vertice Commissariato.
Il Vice Questore Aggiunto d.ssa Giuseppina INTERDONATO è il nuovo Dirigente
del Commissariato P.S. di Patti. La funzionaria è entrata nella Polizia di
Stato nel 2002 dopo aver frequentato il 92° corso di formazione per
Commissari presso l’Istituto Superiore di Polizia a Roma, la D.ssa
Interdonato ha diretto, quale primo incarico, l’Ufficio Primo del
Compartimento Polizia Ferroviaria di Cagliari. Trasferita nel 2003 presso la
Questura di Ragusa con l’incarico di Dirigente dell’Ufficio del Personale, è
approdata nel 2008 alla Questura di Messina dove con elevata
professionalità, senso del dovere e devozione al lavoro, ha rivestito gli
incarichi di Funzionario Addetto all’U.P.G. e S. P., di Dirigente del
Commissariato P.S. Messina-Sud, di Funzionario addetto presso la Squadra
Mobile e, per ultimo, di Vice Capo di Gabinetto e Portavoce del Questore.
Messina
-
Consacrata Cappella “Virgo Fidelis”.
L’Arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia, S.E.
Mons. Santo Marcianò, il 7 febbraio 2017, alle ore
10.00, a Messina nella storica Caserma di via
Concezione, intitolata al “Capitano Medaglia d’Oro al
Valor Militare Antonio Bonsignore”, ha celebrato il
rito liturgico di consacrazione della Cappella “Virgo
Fidelis”, ubicata all’interno del Comando
Interregionale Carabinieri “Culqualber”. La
cerimonia, articolata e ricca di significati, presieduta
dall’Arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia, è
stata concelebrata dai Cappellani Militari Mons.
Vincenzo Pizzimenti, Vicario Episcopale per l’Arma dei
Carabinieri presso il Comando Generale dell’Arma dei
Carabinieri, Mons. Mario Ranieri della Guardia di
Finanza, Sac. Andrea Di Paola della Marina Militare,
Sac. Salvatore Falzone dei Carabinieri per la Sicilia
Occidentale, Sac. Santo Battaglia Segretario
dell’Ordinario Militare, Sac. Rosario Scibilia dei
Carabinieri per la Sicilia Orientale, nonché dai sac.
Orazio Anastasi, rogazionista, in rappresentanza del
Rettore della Basilica Minore di Sant’Antonio di
Messina, e Sac. Giovanni Lombardo, della Cattedrale di
Messina.Il rito ha avuto inizio con la processione,
preceduta da due Carabinieri in grande uniforme,
dall’ingresso di via Concezione all’interno della
Cappella, dove con l’acqua benedetta è stata aspersa
tutta la chiesa lungo il suo perimetro. La
manifestazione religiosa è proseguita con la benedizione
dei fedeli, la liturgia della Parola e quindi il rito di
dedicazione dell’altare. Il momento centrale della
celebrazione, è stato solenne con la successiva unzione,
l’incensazione della Chiesa e la copertura e
l’illuminazione dell’altare e di tutta l’aula liturgica.
La cerimonia ha suscitato, tra i presenti, particolare
emozione quando Sua Eccellenza ha consacrato l’altare
mediante unzione crismale e vi ha posto all’interno le
reliquie dei Santi Annibale Maria di Francia e Santa
Florentie Vergine e Martire.L’Ordinario Militare
nell’omelia ha sottolineato l’importanza dell’altare
come segno della presenza di Dio e fonte di comunione
per il popolo sacerdotale che celebra il mistero
pasquale di Cristo. Una targa marmorea, al termine
della funzione religiosa è stata scoperta a ricordo
della solenne consacrazione dell’Altare ed intitolazione
della Cappella alla “Virgo Fidelis”, Celeste
Patrona dell’Arma dei Carabinieri. L’intera cerimonia è
stata accompagnata, nei diversi momenti della funzione,
dai canti intonati dal Coro Virgo Fidelis diretto da
Padre Giovanni LOMBARDO. Rappresentanze istituzionali
hanno assistito : la dott.ssa Francesca Ferrandino,
Prefetto di Messina, autorità del mondo accademico,
autorità militari, nonché Ufficiali, Marescialli,
Brigadieri, Appuntati e Carabinieri in servizio della
sede. Il Comandante Interregionale Carabinieri “Culqualber”,
Gen. C.A. Silvio GHISELLI, al termine della cerimonia,
ha evidenziato come la Cappella completi la funzionalità
del Comando nell’assistenza spirituale, quale luogo di
raccoglimento, preghiera e riflessione per tutti i
Carabinieri alla ricerca di un momento di pace, utile a
superare le difficoltà quotidiane che sono chiamati ad
affrontare ed ha ringraziato tutti coloro che hanno
collaborato alla riuscita dell’evento.
Messina
- CC bloccano sudanese per furto, mette Caserma a
soqquadro durante identificazione.
I Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Messina, erano
stati chiamati ad intervenire nella zona sud della città
per sventare un furto. La Centrale Operativa del
Comando Provinciale di Messina ha ricevuto la
segnalazione di un furto in corso in un supermercato di
Tremestieri. 3 “Gazzelle” sul posto hanno notato
un giovane allontanarsi frettolosamente dal
supermercato. I militari hanno bloccato il sospettato
ed hanno appurato che si era introdotto nei locali
sfondando la vetrina con un blocco di cemento da diversi
Kg trovato per terra. I carabinieri ritengono che
verosimilmente il ladro intendesse appropriarsi di
generi alimentari. I tutori dell’ordine avendo la
necessità di accertare l’identità del giovane, l’hanno
portato in caserma per tutte le operazioni del caso,
prima fra tutte l’acquisizione delle impronte digitali.
Il giovane quando però si è reso conto di quanto stava
accadendo, si è opposto con una strenua resistenza ai
Carabinieri, strattonandoli, gettandosi per terra,
rovesciando attrezzature anche delicate, tanto da
danneggiarle irrimediabilmente. I militari per
riportare il soggetto alla calma e procedere così alla
sua identificazione hanno dovuto utilizzare tutte le
capacità di convincimento. I carabinieri hanno appurato
si trattava di un sudanese 28enne, in Italia senza
fissa dimora e gravato da un decreto di espulsione.
L’Autorità Giudiziaria ha disposto l’arresto per
resistenza a P.U. e che il reo venisse accompagnato
presso il carcere di Gazzi, oltre al deferimento per
furto e danneggiamento, come disposto in sede di
convalida dal magistrato.
Messina
-
Favorì rapina in gioielleria, catanese ai domiciliari.
I poliziotti della Squadra Mobile di Messina ieri sera
hanno arrestato ai domiciliari
Alfio Alessandro PUGLISI 43enne nato a Catania. Gli
arresti della Polizia di Stato per le rapine messe a
segno a Messina nei mesi scorsi salgono a cinque. Gli
agenti hanno assicurato alla giustizia il quinto uomo
ricercato. Il personaggio è stato raggiunto da misura
cautelare eseguita ieri all’alba dalla Polizia di Stato.
La misura, emessa dal Giudice per le Indagini
Preliminari del Tribunale di Messina, dott.ssa Daniela
Urbani, su richiesta del Sostituto Procuratore, dr.
Piero Vinci, ha permesso l’arresto di quattro pericolosi
rapinatori e del Puglisi, considerato responsabile del
reato di favoreggiamento reale, perpetrato a Messina il
3 settembre 2016, due giorni dopo la rapina messa a
segno in una gioielleria del centro città. Le indagini
della Polizia, coordinate dalla Procura della Repubblica
hanno infatti dimostrato che fu lui, il quinto uomo, ad
accompagnare uno dei rapinatori, Salvatore Di Paola,
presso un laboratorio gioielleria messinese chiedendo la
stima di due bracciali “tennis” e di un anello
“solitario” con ancora tanto di cartellino, trafugati
due giorni prima. Il personaggio, come da ordinanza, è
stato sottoposto agli arresti domiciliari.
Messina
- CC blitz ad imbarcaderi
Caronte : arrestati latitante armato e compagna. Il
ricercato aveva addosso 1 pistola con colpo in canna. I
Carabinieri della Compagnia di Messina Sud hanno messo
fine alla latitanza del 46enne messinese, già noto,
resosi irreperibile dal mese di aprile dello scorso
anno, in quanto gravato da provvedimento cautelare per
associazione a delinquere finalizzata alle truffe, al
riciclaggio ed alla ricettazione. Il personaggio è stato
bloccato agli imbarcaderi della “Caronte” dai militari
dell’Arma insieme alla compagna 48enne, anch’ella già
nota alle Forze dell’Ordine. I due soggetti, all’atto
della cattura, erano anche in possesso di 2 pistole con
matricola abrasa, di cui una con colpo in canna e cane
armato e di numerose munizioni. I particolari
dell’operazione illustrati in una conferenza stampa,
nella mattinata, presso il Comando Provinciale
Carabinieri di Messina.
Messina
–
Trova ladro in auto, proprietario picchiato: 1
ammanettato da poliziotti. La Polizia ha eseguito
ordine di carcerazione nei confronti di
Claudio SIGNORINO 35enne messinese. Il personaggio
dovrà rispondere di tentata rapina, danneggiamento
pluriaggravato e possesso ingiustificato di chiavi
alterate o grimaldelli. I poliziotti delle Volanti,
stamane, hanno eseguito l’ordine di carcerazione, emesso
dal G.I.P. presso il Tribunale di Messina d.ssa Monia De
Francesco, nei confronti di Claudio SIGNORINO, ritenuto
responsabile dei reati di tentata rapina, danneggiamento
pluriaggravato e possesso ingiustificato di chiavi
alterate o grimaldelli. Il trentacinquenne, il 3
dicembre scorso, nei pressi di villa Dante, si era
infilato in un’auto in sosta, dopo averne mandato in
frantumi il finestrino, ed aveva già tirato via dalla
sua sede il display dell’impianto stereo e navigatore
satellitare quando è stato sorpreso dal proprietario. Il
soggetto, dopo un’accesa colluttazione con la vittima,
era riuscito a scappare a bordo di una bicicletta
elettrica. Gli agenti delle Volanti impegnati nel
controllo del territorio sono intervenuti sul posto ed
hanno ricostruito la vicenda risalendo all’identità del
responsabile, personaggio noto alle forze di polizia.
Gli agenti a seguito dell’attività svolta, hanno
sequestrato 1 tenaglia e 3 giraviti. I poliziotti sulla
pedana della bicicletta elettrica con cui il personaggio
era fuggito inizialmente e che poi aveva abbandonato
scappando a piedi hanno rilevato i cocci di vetro,
verosimilmente appartenenti al finestrino dell’auto
scassinata.
Sant’Agata di Militello
– CC Operazione “Affari di famiglia”
12 misure cautelari. Il GIP del Tribunale di
Messina ha ribadito le seguenti misure cautelari nei
confronti dei 12 indagati. Misura cautelare in carcere:
Francesco CONTI MICA; Mirko TALAMO;
Alessandro TALAMO; Andrea CALA’ CAMPANA;
Sebastiano GALATI MASSARO; Giuseppe BARBAGIOVANNI;
Michele BONTEMPO VENTRE; Tutti già ristretti
presso la Casa Circondariale di Messina Gazzi, fatta
eccezione per Andrea CALA’ CAMPANA ristretto
presso il carcere di Siracusa; Misura cautelare agli
arresti domiciliari Luisa BONTEMPO; Antonino
CONTI MICA; Carmelo CALA’ CAMPANA;
Antonino COSTANZO ZAMMATARO; Salvatore MARINO
GAMMAZZA. I Carabinieri della Compagnia Sant’Agata
di Militello hanno eseguito 12 misure cautelari
nell’Operazione “Affari di Famiglia” passano nella
competenza della DDA di Messina. I tutori dell’ordine in
relazione all’operazione “Affari di famiglia” scattata
nella giornata del 6 giugno 2014, con l’esecuzione da
parte dei Carabinieri della Compagnia di S. Agata
Militello di 22 misure cautelari, hanno proceduto nella
mattinata all’esecuzione di una misura cautelare emessa
dal GIP del Tribunale di Messina, su richiesta della DDA
del capoluogo. Il giudice ha confermato il teorema
accusatorio sulla sussistenza del vincolo associativo a
carico di 12 indagati. La sussistenza era stata già
espressa nella pregressa misura cautelare emessa dal GIP
del Tribunale di Patti, su richiesta della locale
Procura. Di fatti, la suddetta Autorità Giudiziaria,
aveva contestato i vari capi di imputazione, e
dichiarato la sua incompetenza funzionale per il reato
associativo ex. art. 74 del D.P.R. 309/90, rimettendo il
fascicolo ai Magistrati del Capoluogo di provincia. Il
P.M. della Direzione Distrettuale di Messina ha proposto
la nuova richiesta di misura cautelare ritenendo
concordanti i gravissimi indizi sui componenti
dell’aggregato criminale caratterizzato da una struttura
di persone e mezzi che gestivano il traffico di droga
nella provincia di Messina, gravitante nei contesti
della cosca dei “batanesi”. Gli investigatori hanno
evidenziato punto direttivo nel comune di Tortorici e
connessioni operative rilevate anche nella provincia di
Catania e Palermo dove i sodali si sarebbero riforniti
dello stupefacente che poi immettevano sul mercato.
Barcellona
P.G. -
Carabinieri filmano ed arrestano badante estortore, ai
domiciliari.
I Carabinieri della Stazione di Falcone non credevano
ai loro occhi quando hanno avuto modo di accertare come
l’autore di alcune inquietanti lettere di minaccia con
richieste di denaro ricevute da un ottantacinquenne del
luogo, fosse proprio il badante dell’anziano. Le manette
ai domiciliari, nei giorni scorsi, sono scattate per
Filippo Munnia 46enne, posto agli arresti domiciliari
in esecuzione di ordinanza cautelare emessa dal G.I.P.
presso il Tribunale di Patti per tentata estorsione
aggravata, furto aggravato ed illecito utilizzo di carta
bancomat ai danni di un uomo di ottantacinque anni che
accudiva quotidianamente come badante. L’arresto,
scattato a conclusione di fulminea ma complessa attività
investigativa condotta dai Carabinieri, è scaturita
dalla denuncia presentata dai parenti del pensionato i
quali, preoccupati da quelle lettere minacciose ricevute
dall’anziano familiare, avevano deciso di contattare la
Stazione Carabinieri del posto. I congiunti hanno
riferito come il parente, in pochi giorni, avesse
ricevuto più lettere anonime dal contenuto inquietante.
L’anonimo mittente con le missive, chiedeva un vero e
proprio “pizzo”: 200 euro al mese da versare in
corrispondenza con la percezione la pensione, richiesta
che, ovviamente causava nell’anziano un legittimo timore
per la propria incolumità e quella della sua famiglia,
che nelle lettere anonime veniva esplicitamente
minacciata. I Carabinieri per individuare l’ignoto
estorsore hanno deciso di assecondarne apparentemente le
richieste : proprio come indicato nelle missive,
l’anziano, percepita la modesta pensione, ha deposto 200
euro in banconote, non vere ma fotocopiate, in una busta
da lettera, depositandola poi nella propria cassetta
della posta, proprio sotto casa. Il denaro naturalmente
era costituito da banconote fotocopiate. Un soggetto
non è passata più di qualche ora, con fare circospetto,
si avvicinato alla cassetta postale cercando, ed anche
aiutandosi con un ramo, di estrarre la busta con il
presunto “pizzo”. La sorpresa è stata duplice: da un
lato, infatti, il malfattore si rendeva conto che nella
lettera non vi erano soldi veri ma soltanto banconote
fotocopiate e, dall’altro, e poi ha trovato i
Carabinieri, che intanto assistevano alla scena, grazie
ad alcune telecamere collocate sul posto su
autorizzazione della Procura, e lo riconoscevano.
L’ignoto estorsore in realtà era Filippo Munnia, il
fidato ed insospettabile badante che da tempo, godendo
della piena fiducia della vittima e dei suoi parenti,
assisteva l’anziano in tutte le sue faccende
quotidiane, compreso lo spostamento da casa all’Ufficio
postale per il ritiro della pensione. Il prosieguo delle
indagini dei carabinieri aggravava ulteriormente la
posizione del Munnia, dato che la conseguente
perquisizione condotta presso la sua abitazione ha
consentiva ai militari di rinvenire a casa
dell’indagato ulteriore documentazione attestante che lo
stesso, in passato, aveva sottratto all’anziano anche la
carta bancomat ed aveva eseguito illeciti prelievi per
quasi 2000 euro ai danni dell’ignaro vecchietto, che
aveva sempre considerato quest’ultimo uno di fiducia. L’arrestato,
come disposto dall’ordinanza di custodia cautelare
emessa dal G.I.P. del Tribunale di Patti, Andrea La
Spada, su richiesta del Sost. Proc. Giorgia Orlando, che
ha diretto e coordinato le indagini dei Carabinieri di
Falcone, è stato portato agli arresti domiciliari presso
la sua abitazione. Per la risoluzione del caso, decisivo
è stato il sostegno della FAI – Federazione delle
Associazioni Antiracket e Antiusura Italiana e in
particolare dell’A.C.I.O. (Associazione commercianti e
imprenditori orlandini) di Capo d’Orlando presso la
quale si è rivolta la figlia dell’anziano derubato ed
estorto.L’Associazione non soltanto l’ha aiutata a
rivolgersi ai Carabinieri ma fornirà anche assistenza
legale nel corso del processo che seguirà.
Falcone
Me
– 60enne
tenta violenza sessuale di promoter 21enne. I militari della Stazione Carabinieri di
Falcone (ME), alle ore 13.00 circa di ieri, hanno tratto
in arresto ai domiciliari un pensionato 60enne,
incensurato, ritenuto responsabile di tentata violenza
sessuale. La vittima, una ragazza di 21 anni, era
entrata in casa dell’arrestato per promuovere a titolo
informativo alcune tariffe inerenti la fornitura di luce
e gas della società presso cui lavora. L’aggressore,
dapprima ha finto di mostrare interesse per la cosa,
invitando la ragazza ad accomodarsi in casa, e
successivamente le ha messo le mani addosso,
immobilizzandola e gettandola su un letto. La ragazza è
fortunatamente riuscita a divincolarsi ed a rompere una
finestra urlando “aiuto”. Le grida sono state sentite
dalla sua collega che si trovava in una casa vicina, e
che è accorsa immediatamente in aiuto dell’amica ed ha
chiamato il 112. la pattuglia dei Carabinieri, in
servizio nel medesimo centro abitato nel giro di
pochissimi minuti, è giunta sul posto ed ha tratto in
arresto il malintenzionato. La violenza sessuale
fortunatamente non si è consumata e la ragazza se l’è
cavata con qualche lieve lesione e molta paura. Per il
pensionato, invece, sono scattati gli arresti
domiciliari, come disposto dal P.M. di turno presso la
Procura della Repubblica di Patti.
Messina
–
Presa donna evasa dai domiciliari. Maria DE LUCA 35enne era stata,
da circa quindici giorni, posta ai domiciliari presso
l’abitazione del compagno, dopo essere stata arrestata
con l’accusa di tentata estorsione e lesioni personali
aggravate nei confronti della madre che si rifiutava di
mantenerla. La donna, dopo un litigio in famiglia, aveva
abbandonato la casa dove era ristretta senza avere
autorizzazione e senza informare il Comando di polizia.
I tutori dell’ordine, avevano avviato le ricerche. Gli
equipaggi del Radiomobile l’hanno trovata proprio a
casa della madre, sua precedente vittima, la quale da un
paio di giorni sembrava avesse riaccolto la figlia,
nonostante quanto le aveva causato in precedenza. La
donna è stata immediatamente arrestata, in seguito alla
celebrazione ieri mattina del rito direttissimo presso
il Tribunale di Messina, e dopo la convalida
dell’arresto ha subito una condanna per il reato di
evasione, appena commesso, a 7 mesi di reclusione, con i
benefici del rito abbreviato. Per Maria DE LUCA è stata
ripristinata la precedente misura cautelare, ed è stata
posta nuovamente agli arresti domiciliari.
Milazzo
- Carabinieri ammanettano 23enne per rapina ufficio
Postale. Si tratta di Giulio GIANNITTO
23enne, residente a Santa Marina Salina ma di fatto
domiciliato in zona Milazzo che deve rispondere anche
di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, porto
illegale di armi, danneggiamento. I militari di notte
alle ore 03.30 circa, hanno udito scattare l’allarme
dell’ufficio Postale di Milazzo che ha un collegamento
automatico con la Centrale Operativa della Compagnia di
Milazzo. I carabinieri della stazione di Milazzo, agli
ordini del neo Comandante Maresciallo Capo Tommaso La
Rosa, stavano effettuando una pattuglia nel territorio
ed in pochi minuti sono arrivati per controllare cosa
stesse succedendo. I carabinieri sono stati incuriositi
da una piccola finestrella posta in alto, sul retro
dell’ufficio postale. L’apertura presentava alcuni segni
di effrazione. I tutori dell’ordine hanno deciso di
controllare l’interno della Posta. Uno sconosciuto,
mentre gli uomini della Benemerita stavano procedendo al
controllo, ha aperto la porta d’emergenza antipanico del
retro e si dato alla fuga. I carabinieri hanno
inseguito il fuggitivo per diverse centinaia di metri.
Gli inseguitori hanno “chiuso” il maldestro in un
vicolo cieco. Il malintenzionato a quel punto si è
avvicinato ad uno dei due militari e puntandogli un
grosso pugnale alla gola ha cercato di divincolarsi. I
carabinieri, con grande freddezza e professionalità, nel
corso breve colluttazione, sono riusciti a disarmare il
malintenzionato ed ammanettarlo evitando ulteriori e più
gravi conseguenze. Uno dei militari, al termine della
colluttazione, ha riportato lievi ferite ad una mano ed
un ginocchio. I carabinieri, da un successivo
sopralluogo nell’ufficio postale hanno notato che erano
state forzate tutte le casse automatiche ed i cassetti
delle scrivanie, erano stati danneggiati diversi arredi
e porte interne. Il malintenzionato niente era
riuscito a portare via con se.
GIANNITTO tratto in
arresto in flagranza per rapina impropria, resistenza e
lesioni a pubblico ufficiale, porto illegale di armi,
danneggiamento, è stato ristretto nel carcere di Messina
Gazzi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Milazzo
–
Carabinieri
centauri inseguono e bloccano 2 con droga su moto rubata.
1 giovane è stato arrestato per spaccio di droga e 2
denunciati per ricettazione, resistenza e guida senza
patente. Il Nucleo Radiomobile della Compagnia di Milazzo,
agli ordini del Maresciallo Capo Angelo Floramo, da qualche
giorno nei servizi ordinari di pattugliamento, sta
impiegando anche una squadra di motociclisti, a bordo di
moto BMW 850. L’impiego dei veicoli a due ruote,
particolarmente utili soprattutto nel traffico cittadino, ha
portato subito a risultati positivi. I Carabinieri
motociclisti: a Torregrotta, hanno intimato l’alt ad uno
scooter, con a bordo 2 giovani. I due hanno finto di
fermarsi ed improvvisamente si sono dati alla fuga sulla
statale 113, con slalom tra i veicoli nel traffico. I
fuggitivi con manovre pericolose per gli altri utenti della
strada hanno tentato di dileguarsi. I due Carabinieri
motociclisti, dimostrando perizia e capacità di guida, hanno
inseguito lo scooter e dopo un breve inseguimento, sono
riusciti a bloccarlo, evitando incidenti e danni ad altri
automobilisti ed ai pedoni. Lo scooter, da accertamenti, è
risultato rubato il 7 maggio nella zona di Messina Gazzi. Il
veicolo posto a sequestro, è in attesa di essere restituito
al legittimo proprietario. I militari a bordo dello scooter
hanno fermato: l’autista, un 16enne rumeno, senza patente
perché mai conseguita, ed il passeggero un 19enne di
Messina, già noto alle forze dell’ordine. I Carabinieri
hanno perquisito i due, rinvenuto e sequestrato anche circa
5 grammi di Marijuana. I Carabinieri al termine
dell’intervento hanno denunciato: il solo autista per guida
senza patente ed entrambi per ricettazione in concorso dello
scooter rubato, resistenza a pubblico ufficiale e possesso
di stupefacente per uso personale. I tutori dell’ordine a
Milazzo, hanno controllato ed ammanettato in flagranza per
possesso di stupefacente ai fini di spaccio Mario Grasso,
50enne di Pace del Mela, già noto alle forze dell’ordine. I
Carabinieri motociclisti, insospettiti dal comportamento del
50enne l’hanno perquisito, sia personale che veicolare,
rinvenendo nella sua disponibilità 10 grammi circa di
sostanza stupefacente tipo “marijuana” e la somma in
contanti di 400€, in banconote di vario taglio, provento di
attività di spaccio. Il soggetto, su disposizione
dell’Autorità Giudiziaria a norma dell’art. 121 delle norme
di attuazione del c.p.p. veniva messo in libertà in attesa
dell’udienza di convalida dell’arresto.
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LAV
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NON
ABBANDONARLI |
MESSINA
- Dia
sequestra beni mafia 32
milioni € settore
ristorazione, a barcellonesi. La richiesta è stata avanzata da
Procura DDA ME De Lucia e direttore DIA gen. Governale. L’ingente sequestro della D.I.A. è nei confronti di Pietro Nicola
MAZZAGATTI imprenditore esponente di spicco del Longano.
di Santa Lucia del Mela (ME)
indiziato di appartenere all’organizzazione mafiosa denominata “clan
dei barcellonesi”, attiva nel territorio di Barcellona P.G. (ME) e
nei comuni limitrofi, costola di “Cosa Nostra” siciliana.
Gli uomini della D.I.A. di
Messina,
diretti dal Capo Sezione Operativa V.Q. Michele VIOLA
supportati dal Centro Operativo di Catania, diretto dal dott. Renato
Panvino, dalle prime ore del mattino, su disposizione del Tribunale
Misure di Prevenzione di Messina, ed in esito alla proposta di
applicazione di misura di prevenzione patrimoniale formulata a “firma
congiunta” dal Procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia, dr.
Maurizio DE LUCIA, e dal Direttore della D.I.A., Generale di Divisione
Giuseppe GOVERNALE hanno apposto i sigilli all’ingente patrimonio
individuato nella disponibilità dell’ imprenditore operante nel settore
della ristorazione, banchetti cerimoniali, bar e somministrazione di
alimenti. MAZZAGATTI,
attualmente detenuto, è ritenuto dagli investigatori storicamente
radicato su quei territori e, forte del suo coinvolgimento
nell’organizzazione, sarebbe in breve riuscito a ridurre i propri
compaesani in una condizione di assoggettamento ed omertà tale da
acquisire di fatto il monopolio delle attività di Santa Lucia del Mela
(ME) nel ramo della ristorazione, somministrazione di alimenti e del
catering. Il personaggio, nell’ambito dell’operazione denominata “GOTHA
VI”, attività che ha fatto luce su ben 18 omicidi consumati e
2 omicidi tentati, commessi tra i primi anni ’90 ed il 2012, è
stato colpito da ordinanza di misura cautelare personale, in quanto
ritenuto direttamente coinvolto in due omicidi, sia di Fortunato
FICARRA, ucciso il 1° luglio 1998 all’interno del bar “Valerie”
di Santa Lucia del Mela (ME), che di Domenico TRAMONTANA,
appartenente al sodalizio dei barcellonesi in posizione di vertice
nell’ambito del gruppo controllante la zona di Terme Vigliatore,
ucciso il 4 giugno 2001 in località Calderà di Barcellona P.G. (ME).
MAZZAGATTI risulta essere anche destinatario di misura di
prevenzione personale e patrimoniale della confisca, non ancora
definitiva, emessa nel 2009. La DIA rileva che la pericolosità sociale
sia fondata sul giudizio delle dichiarazioni del collaboratore di
giustizia Giuseppe CHIOFALO rese nel maxi processo “MARE
NOSTRUM”, in cui era imputato. MAZZAGATTI nell’ambito
dell’operazione “SISTEMA” è stato condannato per il reato di
estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni dei titolari della
società CO.GE.MAR. s.r.l. di Barcellona P.G. (ME), questi costretti a
corrispondere, nel periodo tra il febbraio ed il novembre 1998, somme a
titolo di “pizzo” in relazione a dei lavori di consolidamento effettuati
a seguito di eventi calamitosi in Gualtieri Sicaminò (ME). Il sequestro
scaturisce dalle investigazioni della D.I.A. di Messina che hanno
messo in luce come MAZZAGATTI, con l’appoggio della consorteria
criminale di riferimento “dei barcellonesi”, sarebbe riuscito,
pur colpito da precedente misura patrimoniale, a rinsaldare e
fortificare il patrimonio comprensivo anche di contesti
imprenditoriali importanti quale la prestigiosa struttura ricettiva e
sala ricevimenti “VILLA MONT VALERIE”, o anche il bar/gelateria “VALÈRIE
COFFEE AND PASTRY” nella nota località turistica di Milazzo (ME)
ed appena inaugurato, schermandolo con società intestate formalmente ai
suoi congiunti; il tutto senza possedere, almeno ufficialmente, entrate
lecite e capienti, tali da giustificare gli incrementi patrimoniali
intercettati. Il provvedimento ha portato i sigilli a: 4 imprese
comprensive di capitale sociale e compendio aziendale; 14 immobili; 19
terreni; 10 mezzi personali ed aziendali; vari rapporti finanziari,
anche intestati a soggetti terzi individuati; il cui valore complessivo
è stato stimato, prudenzialmente, in 32 milioni di euro.
BARCELLONA
P G
- Associazione mafiosa, albanese condannato a 11 anni operazione
GOTHA. Zanmir DAJCAJ 44enne di origini albanesi è stato
arrestato dai Carabinieri della Stazione di Terme Vigliatore. I
militari nel pomeriggio di ieri hanno arrestato, il personaggio, già
agli arresti domiciliari presso l’abitazione di Terme Vigliatore,
destinatario di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura
Generale presso la Corte di Appello di Reggio Calabria – Ufficio
esecuzioni penali. Zanmir DAJCAJ è stato condannato a 11
anni di reclusione in regime di carcerazione per il reato di
associazione mafiosa. Il provvedimento è scaturito dagli esiti delle
indagini convenzionalmente denominate “GOTHA” e “POZZO 2” che hanno
delineato l’intraneità dell’arrestato nella consorteria mafiosa dei
“mazzarroti” operante in Barcellona Pozzo di Gotto e nel suo
hinterland. L’arrestato, al termine delle formalità di rito, è stato
associato presso la Casa Circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto.
S.TERESA
DI RIVA ME – Evade e spaccia soldi falsi a sacerdote, catanese in
manette. I carabinieri della Stazione di Santa Teresa di Riva, hanno
dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa
dal G.I.P. di Messina su richiesta della locale Procura della
Repubblica, nei confronti di Roberto Scarpato 38enne di Adrano
(CT), già noto, ritenuto responsabile dei reati di evasione, spendita di
monete falsificate, truffa. Il provvedimento restrittivo è scaturito
dagli esiti di una complessa attività investigativa, sviluppata dai
carabinieri di Santa Teresa di Riva. La denuncia lo scorso Agosto era
stata sporta dal parroco del comune presso la Stazione dei militari
dell’Arma. Il sacerdote ha denunciato di essere stato vittima di un
raggiro da parte di un soggetto di cui sconosceva l’identità. Il
parroco, che si trovava in parrocchia, era stato avvicinato da un
venditore ambulante il quale ha chiesto di cambiare una somma di denaro
in banconote con l’equivalente in monete. Il sacerdote dopo avere reso
la somma stabilita all’ignoto malfattore si era reso conto che le
banconote ricevute erano palesemente false. I militari dell’Arma hanno
acquisito le immagini di numerose telecamere di videosorveglianza poste
nella zona, in tutto il comprensorio, hanno sentito numerosi testimoni
in grado di riferire su quanto accaduto. Gli investigatori, in breve
tempo, sono riusciti ad individuare in Scarpato il responsabile del
reato il quale, tra l’altro nonostante fosse sottoposto agli arresti
domiciliari era evaso ed aveva truffato il parroco si Santa Teresa. I
militari, espletate formalità di rito hanno, condotto l’arrestato
presso la Casa Circondariale di Messina “Gazzi”. I militari della
stazione di Santa Teresa Riva hanno anche tratto in arresto un 35enne di
Sant’alessio Siculo, per evasione. Il maldestro è stato sorpreso da una
pattuglia mentre stava per uscire da un supermercato. Il tipo vedendo i
carabinieri è rientrato nell’esercizio destando l’attenzione.
L’atteggiamento ha insospettito i due carabinieri a tal punto che sono
scesi dalla vettura ed hanno deciso di procedere ad un controllo più
accurato e l’hanno rintracciato nel negozio procedendo ai controlli sul
suo conto all’esito dei quali è emerso che era evaso dagli arresti
domiciliari cui era sottoposto. Il 35enne di Sant’alessio Siculo è
stato tratto in arresto per il reato di evasione.
PACE
DEL MELA ME
– Blizt CC in capannone industriale, presi 3 catanesi intenti a rubare.
Si tratta dei catanesi Gabriele
Cavallaro 40enne, Sebastiano Cassone 33enne e
Giuseppe Barbera 36enne, già noti alle Forze dell’Ordine.
I Carabinieri Compagnia di Milazzo Pace del Mela (ME) hanno ammanettato
per furto aggravato la gang ladri provenienti da Catania. Una più
incisiva azione di contrasto dei Carabinieri della Compagnia di Milazzo,
nel corso della mattinata, ha assicurato alla giustizia il gruppo
composto da 3 giovani ritenuti responsabili di furto aggravato. Una
pattuglia della Stazione di Pace del Mela, durante predisposti servizi
per la prevenzione dei reati contro il patrimonio, transitando nella
zona industriale di Giammoro, ha notato il danneggiamento della rete di
recinzione di un struttura industriale. La Centrale Operativa
immediatamente ha chiesto l’intervento di altre pattuglie in rinforzo
per effettuare un attento sopralluogo nel sito industriale. La
tempestiva irruzione nel capannone e la successiva battuta nell’area di
pertinenza del manufatto industriale ha permesso ai Carabinieri di
sorprendere i tre soggetti mentre erano intenti a rubare parecchio
materiale ferroso, porte in alluminio, sbarre metalliche e a caricarlo
su un furgone in loro uso. I soggetti nel corso della successiva
perquisizione effettuata dai Carabinieri sono stati trovati in possesso
di numerosi arnesi da scasso. Il materiale da “lavoro” è stato
sottoposto a sequestro con l’intera refurtiva completamente recuperata
dai militari operanti. Gli arrestati, dopo le formalità di rito, su
disposizione dell’Autorità Giudizuiaria competente, sono stati tradotti
presso la Casa Circondariale Barcellona Pozzo di Gotto.
Sant’Agata di Militello Me-
GdF scopre finanziamenti agricoli per terreni appartenenti a defunti:
truffa all’AGEA. I
militari hanno eseguito: Ordinanza di custodia cautelare degli arresti
domiciliari e sequestrato beni per un valore di 118.000 euro. I
finanzieri della Tenenza di Sant’Agata di Militello (ME), a seguito di
approfondite indagini nel settore del contrasto delle frodi comunitarie
perpetrate nel comparto degli aiuti all’agricoltura, hanno eseguito
un’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari ed un
decreto di sequestro di beni fino a concorrenza del valore di 118.000
euro, nei confronti del titolare di un’azienda agricola di Tortorici. I
controlli eseguiti dalle Fiamme Gialle hanno avuto origine dall’esame di
alcune segnalazioni inviate dal Nucleo Speciale Spesa Pubblica e
Repressione Frodi Comunitarie della Guardia di Finanza di Roma, che
riguardavano aziende agricole beneficiarie di finanziamenti comunitari
operanti nella zona nebroidea. L’attenzione degli investigatori si è
focalizzata sui documenti di un’azienda che presentavano alcune
anomalie. I contratti d’affitto di alcuni terreni contenevano dati
anagrafici e firme di proprietari che risultavano deceduti in date
antecedenti alla stipula (alcuni anche da oltre un decennio). Le domande
per gli aiuti erano state presentate attraverso un centro di assistenza
agricola di Cesarò (Me). I finanzieri santagatesi, nel corso delle
indagini, hanno potuto rilevare l’utilizzazione dei citati elementi
falsi in diverse richieste di concessione di contributi pubblici,
inoltrate all’AG.E.A., l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, in un
arco temporale tra il 2011 e il 2015. L’attenta analisi dei dati
riportati nelle istanze ha permesso di constatare che la condotta
fraudolenta era stata reiterata anche per le annualità 2016 e 2017 con
la percezione di ulteriori contributi. Il titolare dell’azienda
agricola, è stato denunciato alla competente Autorità Giudiziaria per
truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, reato che
prevede la reclusione fino a sei anni.La Procura della Repubblica di
Messina, successivamente, dopo aver vagliato la copiosa documentazione
acquisita, ha disposto ulteriori approfondimenti investigativi volti a
riscontrare puntualmente tutti i dati e le informazioni inserite nelle
Domande Uniche di Pagamento presentate dall’indagato per tutti gli anni.
L’attività investigativa, svolta di militari della Tenenza di Sant’Agata
di Militello in perfetta sinergia con l’Autorità Giudiziaria delegante,
ha consentito di trovare gli elementi di prova già acquisiti
riscontrando la reiterazione della condotta delittuosa da parte
dell’indagato. Il G.I.P. del Tribunale di Messina, al termine delle
investigazioni ritenendo sussistenti i presupposti analiticamente
rappresentati dalla locale Procura della Repubblica, ha disposto la
misura cautelare degli arresti domiciliari ed il sequestro preventivo
delle somme presenti sui conti correnti e degli immobili, riconducibili
al titolare dell’azienda agricola, sino alla concorrenza dell’importo
indebitamente percepito pari ad € 118.717,26. Il fenomeno delle truffe
in agricoltura nel territorio siciliano è particolarmente pervasivo,
pertanto i contributi sono oggetto di costante monitoraggio da parte di
tutti i Reparti del Corpo, che a partire dal 2013 ha ideato uno
specifico piano di azione di contrasto alle frodi. L’operazione di
servizio conferma il costante impegno della Guardia di Finanza quale
organo di polizia economico-finanziaria a tutela della spesa pubblica
nazionale ed europea, nonché la capacità di svolgere investigazioni in
maniera trasversale e contestuale nei diversi settori di competenza
istituzionale.
Messina
- Bulli minorenni: Polizia deferisce in libertà 2 minori per
aggressione a coetanei. Le
volanti della Questura di Messina, hanno ricostruito che 3 amici,
sabato pomeriggio, si erano incontrati a Piazza Cairoli per
scambiare due chiacchiere, mangiare qualcosa, fare due passi
insieme. I giovani erano seduti su una panchina, ed a pochi metri di
distanza, vi era un gruppo nutrito di ragazzi e ragazze che stava
confabulando. 1 , con il chiaro intento di attaccare briga,
rivolgendosi ai 3, avrebbe chiesto cosa avessero da guardare. Questa
circostanza, oltre che ad essere smentita dagli interessati, li
avrebbe portati ad allontanarsi avendo compreso le reali intenzioni
del giovane. I 3, distanziandosi avrebbero percorso pochi metri,
ed il gruppo che li ha seguiti li ha raggiunti. Spintoni e pugni
sferrati con violenza in pieno viso ad uno dei tre malcapitati sono
iniziati senza motivo. Il gruppo si è dileguato velocemente. Il
malcapitato è corso al pronto soccorso ed col referto: “frattura
del naso guaribile in trenta giorni”. I poliziotti delle volanti
della Questura di Messina, ieri, hanno deferito in stato di libertà
i 2 responsabili, minorenni di età compresa tra i 14 ed i 16 anni,
così come le vittime, con l’accusa di lesioni aggravate in concorso.
L’indagine ha preso il via nell’immediatezza dei fatti:
testimonianze, immagini estratte dalle telecamere presenti nei
luoghi interessati, sopralluoghi, consultazioni dei social network,
hanno permesso agli operatori di polizia di risalire ai 2
aggressori.
Longi ME
– Filmato mentre
danneggia auto in sosta:
Carabinieri bloccano 70enne ai
domiciliari. I militari
della Stazione Carabinieri di Longi, ieri mattina, hanno ammanettato
B.A. 70enne originario del luogo, resosi responsabile di
danneggiamento aggravato e porto illegale di un coltello.
I cittadini a Longi, ormai da
diversi giorni, lamentavano danneggiamenti alle proprie auto
parcheggiate nel centro abitato lungo la via Libertà. Le vetture
risultavano rigate nella carrozzeria, probabilmente con un oggetto
appuntito.
La notizia si è sparsa nel piccolo
centro montano ed in considerazione del ripetersi degli episodi e
dell’anomalo movente dei ripetuti gesti, i Carabinieri della
Stazione di Longi hanno predisposto mirati servizi di
osservazione. Gli investigatori sono stati supportati anche da
telecamere, opportunamente installate proprio per registrare tutti i
movimenti nella via presa di mira dal danneggiatore, peraltro molto
vicina alla locale guardia medica e di un B&B.
I servizi predisposti dai
Militari dell’Arma dopo diversi giorni, hanno finalmente raggiunto
l’obiettivo sperato. I Carabinieri appostati, nelle prime ore della
mattina, hanno avuto modo di individuare una Fiat Panda, dalla quale
scendeva il settantenne B.A. che con un coltello in suo possesso, ha
iniziato a danneggiare, rigando la carrozzeria, alcune auto in
sosta. L’immediato intervento dei militari operanti ha permesso di
bloccare lui, che nel frattempo, a bordo della FIAT Panda, cercava
di allontanarsi dal luogo dei danni. L’anziano, è stato sottoposto a
perquisizione, e trovato ancora in possesso del coltello
utilizzato per compiere il raid, successivamente è stato
sequestrato. B.A.
pertanto è stato dichiarato in arresto e condotto agli arresti
domiciliari, in attesa dell’udienza di convalida, a disposizione
della Procura della Repubblica preso il Tribunale di Patti (ME).
Messina
–
Dottoressa 118 aggredita da donna a controllo: Polizia
denuncia, lesioni
ed
interruzione Servizio.
I tutori dell’ordine hanno denunciato una donna per
la brutale aggressione attuata ai danni di un medico del
118. I poliziotti delle Volanti della Questura di
Messina hanno individuato la signora aggressiva.
Le percosse sono
state subite da un medico del 118 aggredita brutalmente
da una donna, mentre il medico stava prestando soccorso
ad una paziente. Un intervento in pieno giorno presso
l’abitazione della persona da soccorrere si è
trasformato in una serie di pesanti insulti ed inaudita
violenza per il malcapitato sanitario. La ricostruzione
degli investigatori
evidenzia che l’aggressore
fosse intenta a
sistemarsi i capelli quando il medico è arrivato in
casa, la donna autrice dei fatti di reato è stata
deferita in libertà dai poliziotti delle Volanti della
Questura di Messina.
Gli agenti
avrebbero appurato che alle domande del medico volte ad
una completa ricostruzione del quadro clinico della
paziente la donna avrebbe reagito con parole offensive,
minacce, schiaffi e pugni. La violenza inaudita sarebbe
proseguita anche all’esterno dell’abitazione fino a
quando la vittima, presa per i capelli, veniva sbattuta
contro il cancello d’ingresso. La violenza sarebbe
stata tale che neanche l’intervento dei colleghi della
malcapitata è stato risolutivo ed arrestare la furia.
Il sanitario ha
trovato scampo solo quando è giunta nell’ambulanza dove
e messa al sicuro la ragazza soccorsa. La malcapitata ha
poi contattato la Centrale Operativa per richiedere
l’intervento della polizia.
Lesioni guaribili
in 7 giorni è l’esito della drammatica vicenda che ha
comportato anche l’interruzione del servizio pubblico.
Gli operatori di
polizia, iniziata immediatamente l’attività di indagine,
sono risaliti velocemente all’autrice dei fatti che
hanno denunciato per i reati di lesioni aggravate perchè
commesse nei confronti di un incaricato di Pubblico
servizio e interruzione di un Servizio Pubblico o di
Pubblica necessità.
Messina
-
Spaccio a “Bordonaro”: CC, preso 1 in esecuzione OCC. I
Carabinieri della Compagnia di Messina Sud hanno bloccato il noto
Natale CARDILE 58enne messinese, ritenuto responsabile di
detenzione e spaccio di stupefacenti nonché violazione degli
obblighi inerenti alla sorveglianza speciale, in esecuzione di
ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere emessa
dal G.I.P. del Tribunale di Messina, su conforme richiesta della
locale Procura della Repubblica che ha coordinato le indagini.
L’attività, condotte dai militari del Nucleo Operativo sin dal
marzo dello scorso anno, hanno fatto emergere che CARDILE
conducesse una lucrosa attività di spaccio di droghe pesanti,
localizzata nel quartiere “Bordonaro”. I militari hanno evidenziato
che lui abbia rifornito numerosi consumatori provenienti non solo
dalla città ma anche da diverse località della provincia. CARDILE,
noto per stupefacenti ed al momento dell’avvio delle indagini
sorvegliato speciale di pubblica sicurezza, misura di prevenzione
più volte violata, non ottemperando alle prescrizione impostegli,
aveva installato diverse telecamere lungo tutto il perimetro della
propria abitazione, per notare in anticipo l’arrivo degli acquirenti
e soprattutto quello delle forze dell’ordine. Lo stratagemma non è
però bastato ad evitare che i militari dell’Arma riuscissero ad
acquisire elementi di reità a suo carico. I prolungati servizi di
osservazione a distanza ed il sequestro di un notevole quantitativo
di sostanze stupefacenti cedute ai consumatori, ha permesso ai
Carabinieri di ricostruire per mesi, tassello dopo tassello, i
collaudati meccanismi dell’attività di spaccio. CARDILE, dopo le
formalità di rito è stato condotto nel carcere di Gazzi, dove
adesso dovrà difendersi dalle pesanti accuse rivoltegli.
Messina –
Carabinieri, gen. Del Sette in nuova sede RIS. L’inaugurazione
della nuova struttura del Reparto Investigazioni Scientifiche(RIS)
a Messina è lunedì 18 dicembre 2017 alle ore 09.45, alla
presenza del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Gen. Ca.
Tullio DEL SETTE. La struttura è ubicata in via Monsignor Letterio
D’Arrigo nr.5. La cerimonia di inaugurazione della nuova sede del
Reparto Carabinieri Investigazioni Scientifiche di Messina, è un momento
di crescita per l’organizzazione militare che opera con professionalità
per lo svolgimento di investigazioni e la risoluzione di quesiti
investigativi con l’impiego di tecnologie all’avanguardia ed uomini
altamente specializzati. Il Ris di Messina ha ottenuto vari
riconoscimenti internazionali, tra questi, quello di essere stato il
primo in ambito mondiale ad aver isolato il Dna da una sola cellula. Gli
specialisti del RIS di Messina sono all’avanguardia in ambito europeo
anche negli esami dei residui da sparo. Fisici, chimici, ingegneri e
biologi lavorano nel Reparto Investigazioni Speciali e si occupano di
diverse sezioni: Dattiloscopica, Chimica, Merceologia Balistica,
Biologia, Manoscrittura e Grafica.
Il RIS, in occasione del ventennale della
sua costituzione ha ottenuto dalla Città di Messina la cittadinanza
onoraria. Il Reparto Investigazioni Scientifiche
a Messina è nato nel 1992, come piccolo nucleo di supporto alle indagini
di Polizia Giudiziaria con la denominazione di Sottocentro I.S. ed un
organico di circa 30 uomini. Il Ris ha attualmente quale Reparto I.S. un
organico di 72 uomini. Il Reparto è intitolato al MasUPS Alfio
Ragazzi messinese, addetto alla sezione balistica, Croce d'Oro alla
memoria, il quale l'11 novembre del 2003 in Iraq è rimasto vittima nel
tragico attentato di Nassirya.
Taormina –
Clonano bancomat, criptano codici : Polizia sgomina Gang.
1 custodia
cautelare in carcere è stata eseguita per Zhelyazkov Dragomir
41enne bulgaro. Il Commissariato di Taormina ha proceduto alla
notifica dopo
l’arresto di Zhelyazkov Dragomir
lo scorso settembre, ed attualmente è detenuto presso la Casa
Circondariale di Enna. Il soggetto era stato colto in flagranza di reato
mentre stava prelevando da uno sportello bancario del centro della perla
ionica un sofisticato congegno volto a captare i codici delle tessere
bancomat per poi clonarle. I poliziotti, in quella circostanza, a
seguito di perquisizione domiciliare, avevano proceduto, altresì, al
sequestro di diverse apparecchiature elettroniche.
Le indagini incessanti svolte
dagli operatori di polizia hanno permesso, a pochi giorni di distanza
dalla denuncia sporta dai direttori degli istituti di credito violati,
non solo di arrestare l’autore del fatto criminoso ma anche di
individuare altri due soggetti. I maldestri in concorso con il bulgaro,
avevano partecipato alla manomissione degli sportelli bancari del centro
cittadino di Taormina. Gli
stessi poliziotti che hanno assicurato alla giustizia Zhelyazkov
Dragomir, ieri pomeriggio, hanno provveduto a notificare l’ordinanza di
custodia cautelare in carcere emessa dall’Autorità Giudiziaria
competente. I complici, destinatari di analogo provvedimento, sono
attualmente irreperibili già dallo scorso settembre, e sono in corso, su
tutto il territorio nazionale, attività info-investigative finalizzate
al loro rintraccio.
Messina
-
Polizia sequestra marijuana e
cocaina, bloccato pusher a Spadafora.
Aveva nove. Carmelo SGRO’ 23enne, nato a S.Agata Militello, è
stato individuato dai poliziotti del Commissariato di P.S. di Milazzo e
sottoposto a controllo ieri, intorno alle 20.30, all’interno della
stazione ferroviaria di Spadafora, è stato preso con 9 dosi di marijuana
nascoste negli slip, pronte ad essere smerciate. La perquisizione
domiciliare successivamente ha portato al rinvenimento di altra
marijuana sfusa dentro 1 bicchiere e di ulteriori 23 dosi della stessa
sostanza ben nascoste sotto una bombola del gas in cucina. 2 grammi di
cocaina, invece, erano avvolti nel cellophane e ben celati in un altro
bicchiere colmo di riso. I poliziotti hanno sequestrato anche altri
oggetti di verosimile provenienza illecita per ulteriori accertamenti.
Il personaggio, dopo l’arresto, su disposizione dell’Autorità
Giudiziaria, è stato sottoposto ai domiciliari in attesa del rito
direttissimo.
Messina
- Domiciliari per Cateno DE LUCA e Carmelo SATTA in Operazione
congiunta Carabinieri e Guardia di Finanza.
I personaggi sono accusati di Associazione per delinquere ed
evasione fiscale alla FE.NA.PI.. I tutori dell’ordine del Nucleo di
Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Messina e della
Compagnia Carabinieri di Messina Sud, nella mattinata, in esecuzione
di un provvedimento cautelare emesso dal GIP del Tribunale di
Messina, a conclusione di articolate e complesse indagini coordinate
dalla Procura della Repubblica di Messina, hanno sottoposto alla
misura cautelare degli arresti domiciliari Cateno DE LUCA e Carmelo
SATTA in qualità di promotori di un’associazione per delinquere
finalizzata alla realizzazione di una rilevante evasione fiscale di
circa 1.750.000 euro. Gli investigatori, nel dettaglio, attraverso
le indagini hanno individuato un complesso reticolo societario
facente capo alla Federazione Nazionale Autonoma Piccoli
Imprenditori ed alla società CAF FE.NA.PI. s.r.l., riconducibili,
direttamente od indirettamente, a DE LUCA ed a SATTA, che sarebbe
stato utilizzato, nel corso del tempo, per porre in essere un
sofisticato sistema di fatturazioni fittizie finalizzate
all’evasione delle imposte dirette ed indirette. I militari
avrebbero in sintesi, sviscerato lo schema evasivo che avrebbe
previsto l’imputazione di costi inesistenti, da parte della
Federazione Nazionale a vantaggio del CAF FENAPI s.r.l.,
individuando quale principale centro degli interessi economici il
sodalizio. La frode si sarebbe sviluppata basandosi sul
trasferimento di materia imponibile dal CAF alla Federazione
Nazionale, in virtù del regime fiscale di favore applicato a
quest’ultima, che avrebbe determinato un notevole risparmio di
imposta. Al termine dell’attività investigativa è stato individuato
un indebito risparmio di imposta pari a circa 1.750.000 (sia ai fini
I.V.A. che delle Imposte sui redditi delle società). Oltre alle due
persone sottoposte agli arresti, sono state deferite a piede libero
altri 8 associati. Contestualmente è stata disposta l’esecuzione del
sequestro preventivo per equivalente fino all’ammontare
dell’indebito risparmio di imposta, sia nei confronti degli
arrestati che nei confronti della società CAF FENAPI s.r.l., nei
cui confronti è stata applicata la normativa in materia di
responsabilità amministrativa degli enti.
Video scontri
Messina
- Scontri
tra sostenitori Cavese e Catania in rada S. Francesco, 14 DASPO a
supporter CT. tafferugli
risalgono allo scorso 9 aprile, erano avvenuti presso gli imbarcaderi
della Rada San Francesco della Caronte & Tourist tra le tifoserie del
Catania e della Cavese. Viso coperto da sciarpe e cappucci, spranghe,
fumogeni, calci, pugni, bombe carta: sono gli elementi di un modus
operandi ricostruito sapientemente dai poliziotti della Digos di Messina
con la collaborazione degli uomini del medesimo Ufficio di Catania. Il
grave episodio di violenza era stato perpetrato da un gruppo di ultras
catanese ai danni di un esiguo numero di tifosi cavesi che a bordo di un
furgone era appena sbarcato a Messina dalla nave Zancle per assistere
all’incontro Gela-Cavese che nel primo pomeriggio si sarebbe disputato
nella cittadina nissena. I supporter del Catania proprio durante le
fasi di ormeggio della nave hanno sfogato tutta la loro ostilità non
risparmiandosi il lancio di bombe carta nel furgone su cui viaggiavano
alcuni tifosi della Cavese. 1 minore fu attinta nell’esplosione delle
bombe riportando ferite lacero contuse dichiarate guaribili dai medici
del Pronto Soccorso in 15 gg. L’attività di ricostruzione e ricerca
condotta attentamente dai poliziotti della DIGOS è stata svolta
attraverso sopralluoghi effettuati nell’immediatezza dei fatti,
attraverso la visione delle immagini registrate dalle telecamere, le
informazioni raccolte da coloro che quella mattina erano presenti sul
posto. I tutori dell’ordine sono riusciti oltre che a raccogliere il
materiale usato per offendere anche ad identificare gli autori delle
aggressioni. Alcuni catanesi appartenenti ai gruppi denominati “ A
sostegno di una fede” e “Skizzati” già noti alle Forze dell’Ordine
perché dediti agli scontri con le tifoserie avversarie, sono stati
denunciati a vario titolo per i reati di lesioni personali nonchè
possesso ed utilizzo di oggetti pericolosi quali artifizi pirotecnici
artigianali di origine vietata, fumogeni, bastoni di legno e di
plastica. Il Questore di Messina, a coronamento dell’accurata attività
di indagine condotta dai poliziotti della Questura di Messina
collaborati dai poliziotti catanesi, ha emesso lo scorso 25 agosto ben
14 Divieti di Accedere alle manifestazioni Sportive (DASPO). Esemplare
l’adozione di tre di tali provvedimenti a carico di altrettanti tifosi
etnei della durata rispettivamente di 8 e 5 anni con l’imposizione
dell’obbligo di comparizione presso gli uffici di polizia in occasione
degli incontri di calcio disputati dal Catania, già convalidati dalla
locale Autorità Giudiziaria.
Video scontri
Messina
Il
comandante provinciale Arma Carabinieri ha presentato il Calendario
storico 2018 .
Messina
–
Colpo in cartolibreria, CC 2 presi. Si tratta dei messinesi
Giuseppe Coco 40enne e Salvatore Calabrò 51enne già
noti. I militari del Nucleo Radiomobile Carabinieri Messina hanno
sventato il furto in una cartolibreria. I Carabinieri hanno
bloccato i 2 due autori del tentato furto. La telefonata di un
cittadino al 112 è stata utile a far sì che fallisse il maldestro piano.
Gli uomini delle gazzelle dei Carabinieri del Nucleo Radiomobile di
Messina sono prontamente intervenuti ed hanno bloccato i due
nell’esercizio commerciale. Coco e Calabro’ sono finiti in manette con
l’accusa di tentato furto aggravato in concorso. I messinesi su
disposizione dell’Autorità Giudiziaria sono stati ristretti ai arresti
domiciliari in attesa di essere giudicati col rito direttissimo.
Messina
– Polizia sequestra
pistola carica e cocaina.
Si tratta di Domenico Quaranta
56enne di Messina. I poliziotti della Squadra Mobile di Messina ieri
hanno trovato 1 pistola semiautomatica marca Browning calibro 6.35 con
matricola punzonata e più di mezzo kg di cocaina all’interno di un
casolare nella disponibilità del noto messinese Domenico Quaranta.
L’operazione condotta dai poliziotti a seguito di una costante attività
di osservazione che da tempo interessa, tra gli altri, il quartiere di
Mangialupi, ha avuto inizio nella tarda mattinata quando gli operatori
hanno sottoposto a perquisizione il vecchio immobile le cui chiavi
venivano fornite dallo stesso indagato. I poliziotti, negli stipetti
della cucina avvolta in numerosi involucri trasparenti hanno rinvenuto
la sostanza stupefacente, 1 pochette con all’interno 1 bilancino di
precisione perfettamente funzionante, numerosi ritagli di cellophane
usati comunemente per il confezionamento delle dosi. Gli agenti sempre
custodita nell’armadietto della cucina hanno trovata l’arma con
serbatoio caricatore contenente proiettili inesplosi. La pistola è stata
sequestrata con una cospicua somma di denaro custodita dal Quaranta
nella tasca del pantalone. Gli operatori della Squadra mobile hanno
proceduto all’arresto del soggetto per i reati di detenzione ai fini di
spaccio di sostanza stupefacente e detenzione di arma comune da sparo
clandestina.
Messina
-
Guida sotto effetto di
alcool e droga. La Polizia
di Stato ha denunciato un automobilista per guida sotto l’effetto di
sostanze stupefacenti. I poliziotti hanno sequestrato droga a bordo
dell’auto. L’operazione
s’inquadra nelle attività di
controllo straordinario su strada dello scorso week-end.
Stavolta i servizi specifici,
di contrasto al fenomeno della guida in stato di ebbrezza alcolica o
di alterazione dopo aver assunto sostanze stupefacenti o psicotrope,
sono stati organizzati e messi in atto dalla Questura di Messina
nella cittadina di Milazzo. La Polizia di Stato (Polizia Stradale e
Commissariato di Pubblica Sicurezza di Milazzo) ha effettuato
serrati controlli sugli automobilisti in città, specie nelle zone
maggiormente frequentate. L’attenzione dei poliziotti è alta vicino
discoteche, lidi ed altri punti di aggregazione giovanile. Un team
cinofili antidroga è stato presente nel corso dei controlli. I
controlli sono stati effettuati con l’ausilio di un’equipe composta
da medico e personale paramedico dell’ufficio sanitario della
Questura di Messina. L’attività di accertamento delle condizioni
psico-fisiche dei conducenti è stata svolta impiegando test
qualitativi monouso forniti dalla Fondazione Ania per la sicurezza
stradale, a bordo di idoneo automezzo sanitario della Polizia di
Stato per garantire la dovuta riservatezza. I tutori dell’ordine
hanno utilizzato i precursori per lo screening veloce per verificare
la positività derivante dall’assunzione di sostanze alcoliche e
stupefacenti nonché gli etilometri per l’accertamento della guida in
stato di ebbrezza alcolica. I veicoli controllati e le persone
sottoposte a drug e alcool test sono stati tanti. 12 le infrazioni
accertate al Codice della Strada; 2 le patenti ritirate, 1 per guida
sotto l’effetto di alcool, 1 per guida sotto l’effetto di sostanze
stupefacenti. I poliziotti nel secondo caso hanno denunciato in
stato di libertà l’intestatario, un messinese, 27 anni, risultato
positivo al drug test. Gli agenti hanno sequestrato anche alcuni
grammi di marijuana rinvenuta a bordo dell’auto su cui stava
viaggiando l’automobilista risultato positivo. La Polizia comunica
che i servizi specifici, di contrasto al fenomeno della guida in
stato di ebbrezza alcolica o dopo aver assunto sostanze
stupefacenti, proseguiranno nelle prossime settimane.
Messina
– Blitz Carabinieri e Cacciatori di Sicilia, trovata droga in cantina,1
arresto. Si
tratta di Salvatore STRANO 35enne messinese.
Il lavoro dei carabinieri della Compagnia di Messina Sud, impegnati in
servizi di prevenzione e repressione al dilagante fenomeno dell’abuso di
stupefacenti continua incessante. I militari dell’Arma hanno seguito al
Villaggio CEP i movimenti sospetti del noto Salvatore STRANO. Gli
uomini al Comando del Maggiore Leoncini coadiuvati dallo Squadrone
Eliportato “Cacciatori” di Sicilia, attualmente impiegati in supporto
alle attività di controllo del territorio in aree impervie, dopo diversi
appostamenti, hanno scelto il momento migliore per fare irruzione in
casa di STRANO. La successiva perquisizione ha permesso ai miliari di
rinvenire in 1 cantina nella disponibilità dell’interessato circa 100
grammi di marijuana, contenuta in due involucri occultati all’interno di
un armadio. Nel corso delle operazioni è stata rinvenuta anche sostanza
stupefacente del tipo cocaina per un peso complessivo di circa 90
grammi, abilmente occultata all’interno di un vecchio
“videoregistratore” nascosto in un altro armadio, nonché 1 bilancino di
precisione perfettamente funzionante. L’operazione si è conclusa con
l’arresto in flagranza di reato del soggetto per “detenzione di sostanze
stupefacenti ai fini di spaccio”, processato con il rito direttissimo
conclusosi con l’applicazione della misura della custodia cautelare in
carcere.
Il blitz
dei carabinieri dimostra con quale attenzione venga contrastato il
consumo smisurato di stupefacenti e conferma il constante impegno delle
Forze dell’Ordine a presidio del territorio. Dalla settimana scorsa sui
Monti Peloritani che circondano Messina operano i Carabinieri dello
Squadrone Eliportato “Cacciatori” di Sicilia.
La
presenza delle due squadre, particolarmente specializzate nella ricerca
dei latitanti e nei controlli in zone impervie, mira ad intensificare la
conoscenza territoriale dell’area peloritana intensificandone il
controllo.
I
Cacciatori d’Aspromonte, già nel maggio del 2016, furono impiegati con
importanti risultati nell’area nebroidea. Attualmente, invece, sono
impiegati gli uomini dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Sicilia,
costituito nel maggio di quest’anno con base a Sigonella (CT) a sostegno
dell'organizzazione territoriale come dispositivo di controllo delle
zone impervie e montane dell'isola. In tale ambito, i “Cacciatori”
supportano lo sforzo che il Comando Provinciale di Messina conduce già
da diversi giorni nella ricerca degli autori degli incendi che hanno
così duramente colpito la nostra provincia.
Messina
–
Incendi: Carabinieri Cacciatori di Sicilia Operativi a Messina. I
Carabinieri dello Squadrone Eliportato “Cacciatori” di Sicilia
operativi da alcuni giorni sui Monti Peloritani che circondano Messina.
Il
Comandante dello Squadrone Magg. Matteo Luigi
CORCIULO
ascolta intervista
.
La
presenza di due squadre, particolarmente specializzate nella ricerca dei
latitanti e nei controlli in zone impervie, mira ad intensificare la
conoscenza territoriale dell’area peloritana intensificandone il
controllo. I Cacciatori d’Aspromonte, in passato a partire dal maggio
del 2016, erano impiegati con importanti risultati nell’area nebroidea.
Gli uomini dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Sicilia,
costituito nel maggio di quest’anno con base a Sigonella (CT) sono
impiegati oggi, a sostegno dell'organizzazione territoriale come
dispositivo di controllo delle zone impervie e montane dell'isola. I “Cacciatori”
supporteranno lo sforzo che il Comando Provinciale di Messina conduce
già da diversi giorni nella ricerca degli autori degli incendi che hanno
così duramente colpito la nostra provincia.
Milazzo ME- Carabinieri
bloccano siracusano con carico stupefacente e soldi € falsi.
Si tratta di Catello COBUZIO 40enne, già noto per reati in materia di
sostanze stupefacenti. I militari del N.O.R.M. – Aliquota
Radiomobile hanno arrestato, per detenzione ai fini di spaccio di
sostanza stupefacente e spendita e introduzione nello Stato, previo
concerto, di monete falsificate, il 40enne originario di Siracusa
trovato in possesso di sostanza stupefacente del tipo “marijuana”,
“hashish” e “cocaina”, nonché di 4.500€ in banconote contraffatte, il
tutto pronto per essere immesso sul mercato locale. L’attento e
capillare servizio svolto quotidianamente dal personale dell’Aliquota
Radiomobile ha portato durante un controllo alla circolazione stradale,
in prossimità dello svincolo autostradale A/20, ad accertamenti
all’auto Peugeot 1006, in ingresso verso Milazzo, di proprietà di
Catello COBUZIO. L’atteggiamento nervoso di quest’ultimo durante il
controllo, in uno con l’esperienza del personale operante che notava
immediatamente il comportamento anomalo dell’interessato, spingeva i
militari ad effettuare una perquisizione personale e veicolare al
termine della quale venivano rinvenuti, abilmente occultati all’interno
di due lettori DVD contenuti in 1 scatola chiusa con del nastro adesivo,
150 gr. di sostanza stupefacente del tipo Hashish, 50 gr. di sostanza
stupefacente del tipo Marijuana, 50 gr. circa di sostanza stupefacente
del tipo Cocaina nonché 4.500€ in banconote di 50€ chiaramente
falsificate poiché recanti il medesimo numero seriale. Il materiale
rinvenuto è stato sottoposto a sequestro, mentre tutta la sostanza
stupefacente, dopo essere stata sequestrata e repertata, sarà sottoposta
ad analisi di laboratorio. Il soggetto, stante la flagranza di reato,
veniva tratto in arresto e, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria
competente, condotto presso il carcere di Barcellona Pozzo di Gotto in
attesa di giudizio direttissimo, all’esito del quale veniva convalidato
l’arresto e disposta la misura cautelare carceraria in attesa degli iter
processuali. I carabinieri, contestualmente hanno deferito in stato di
libertà un giovane dimorante sull’isola di Panarea, T.F. 41enne ,
trovato in possesso a seguito di perquisizione personale e domiciliare
gr. 5 di sostanza stupefacente del tipo marijuana e gr. 4 di sostanza
stupefacente del tipo “cocaina”. Non poche le persone segnalate ai
competenti uffici territoriali del governo quali assuntori di sostanza
stupefacente. 10 le persone segnalate dai Carabinieri per uso personale
tra Vulcano e Panarea. Prosegue senza sosta il quotidiano impegno dei
Carabinieri della Compagnia di Milazzo finalizzato a contrastare la
commissione dei reati ed a garantire la tranquillità dei cittadini.
L’arrivo della stagione estiva collegato al maggior afflusso di turisti
e, conseguentemente, all’aumento delle richieste di sostanze psicotrope,
hanno inevitabilmente richiesto una intensificazione dei controlli su
tutto il territorio della Compagnia Carabinieri di Milazzo al fine di
fornire una maggiore percezione di sicurezza ed assicurare un sereno
svolgimento della stagione vacanziera.
Messina
–
Polizia, evaso dai
domiciliari preso al bar.
Si tratta di Santo Gasbarro 21enne messinese. Il giovane è stato
riconosciuto dai poliziotti delle Volanti impegnati nel controllo del
territorio, ieri, intorno alle 18.00, in un bar di Bordonaro mentre
stava consumando un gelato.
Gasbarro, in atto era agli arresti
domiciliari perché arrestato appena lo scorso 12 luglio dai militari
dell’Arma dei Carabinieri. Il ventunenne è stato raggiunto ed arrestato
in flagranza di reato. Il reato contestato è evasione dalla misura
cautelare degli arresti domiciliari per cui è giudicato con rito
direttissimo.
Barcellona P.G.
Me -
Polstrada blocca e sequestra 2 ambulanze in servizio senza
requisiti. Gli Agenti del
Distaccamento della Polizia Stradale di Barcellona P.G., nell’ambito
dei servizi specifici mirati alla sicurezza della circolazione ed in
particolare al controllo dei veicoli adibiti al trasporto sanitario
di emergenza, hanno sottoposto a fermo amministrativo due ambulanze.
Gli
Agenti, in due distinte operazioni hanno proceduto, prima a Patti e
successivamente ad Oliveri, al controllo di 2 mezzi di soccorso al
fine di verificarne i requisiti. I poliziotti, nel primo caso a
Patti hanno accertato che un’ambulanza, di proprietà di una società
privata, con a bordo il personale preposto, al momento del controllo
stava effettuando un servizio senza che il mezzo fosse coperto dalla
relativa polizza assicurativa. L’ambulanza per tali motivi è stata
sottoposta a fermo amministrativo e la società privata, proprietaria
del mezzo di soccorso, sanzionata con 1600€.Gli Agenti
successivamente ad Oliveri, hanno proceduto al controllo di un’altra
ambulanza, di proprietà stavolta di una cooperativa, che stava
espletando un servizio con personale al seguito. I tutori
dell’ordine in tale circostanza hanno accertato che il mezzo stava
circolando senza essere stato posto al prescritto controllo di
revisione. La Polstrada anche in questo caso ha proceduto al fermo
amministrativo dell’ambulanza elevando ulteriori sanzioni a carico
della cooperativa.
Taormina
ME
- G7
Taormina, CC blitz ed antidroga, presi 3. Il
controllo del territorio operato dall’Arma dei
Carabinieri in tutto il circondario di Taormina
attraverso i militari della locale Compagnia e i
Carabinieri delle varie componenti specialistiche che
sono giunte a supporto in vista del prossimo G7 continua
senza sosta. La massiccia presenza di Carabinieri si sta
concretizzando in controlli sempre più frequenti ed
interventi ancora più efficaci, che nelle ultime ore
hanno consentito di trarre in arresto 3 soggetti, 1
persone per oltraggio, violenza e lesioni gravi a
pubblico ufficiale e 2 per detenzione ai fini di spaccio
di sostanze stupefacenti. Un italiano, nato in Colombia,
senza un apparente motivo, si era scagliato contro un
agente della Polizia Municipale di Furci Siculo
procurandogli lesioni al setto nasale ed escoriazioni.
Il soggetto è stato bloccato dall’intervento dei
militari della Compagnia jonica. Il ferito è stato
portato al Pronto soccorso del Policlinico Universitario
di Messina, mentre l’aggressore è stato dapprima
trattenuto in camera di sicurezza e poi giudicato per
direttissima. I Carabinieri a
Santa
Teresa di Riva
hanno tratto in arresto un campano 37enne, per
detenzione ai fini di spaccio. Il soggetto che già da
tempo era seguito da militari della locale Arma è stato
sorpreso in casa con diversi grammi di sostanza
stupefacente del tipo eroina suddivisa in 20 dosi e 10
grammi di sostanza stupefacente del tipo marijuana ben
occultata nella tasca di un giubbotto posto
nell’armadio. Il giovane è stato trattenuto presso le
camere di sicurezza della Stazione di Taormina in attesa
di essere giudicato con rito direttissimo. I miliari
dell’Aliquota Operativa della compagnia di Taormina
unitamente alle Compagnie di Intervento operativo di
Palermo e Bari, appositamente giunte per il G7, a Santa
Teresa di Riva, hanno tratto in arresto un italiano
55enne, già conosciuto e deferito in stato di libertà
la sua consorte per detenzione ai fini spaccio in
concorso. I coniugi in seguito ad una perquisizione
personale e domiciliare sono stati colti nella flagranza
del reato poiché detenevano 2 grammi di sostanza
stupefacente del tipo cocaina e 100 grammi di hashish
ben occultata all’interno di un cassetto. L’arrestato è
stato trattenuto presso le camere di sicurezza della
Stazione di Giardini Naxos in attesa di essere giudicato
con rito direttissimo innanzi alla competente Autorità
Giudiziaria di Messina. 30 militari dell’Arma locale e
di rinforzo e 18 vetture CC di sono stati impiegati nel
servizio.
Milazzo
ME-
CC, sequestro area 8000 mq adibita a discarica abusiva. I
Carabinieri della Stazione di Monforte San Giorgio ieri, a
conclusione di una complessa attività investigativa hanno deferito
in stato di libertà 2 soggetti, 1 allevatore italiano D.G.
49enne, ed suo dipendente S.M. 50enne, ritenuti responsabili
a vario titolo di aver costituito una discarica abusiva. L’attività
d’indagine è stata condotta in collaborazione col Nucleo Operativo
Ecologico Carabinieri di Catania, ha consentito di appurare che i
soggetti, mediante lo sversamento illecito e non autorizzato del
letame avevano dato luogo ad una discarica abusiva che si estendeva
lungo la vallata della contrada Liparano sita nel Comune di Monforte
San Giorgio. L’allevatore, titolare di un’azienda zootecnica
operante nel settore dell’allevamento di capi di bestiame,
prettamente bovini, già dal 2014 aveva realizzato una discarica
abusiva riversando il letame e lo sterco in una vallata adiacente
all’azienda. L’area interessata, circa 8000 mila metri quadri è
stata sottoposta a sequestro preventivo in attesa delle
determinazioni dell’Autorità Giudiziaria.
S. Filippo del
Mela
ME
– CC, scoperta
concussione per parco commerciale: sindaco e vice ai
domiciliari. I carabinieri del R.O.S. hanno
notificato questa mattina 2 ordinanze cautelari di
sottoposizione agli arresti domiciliari, emesse dal GIP
del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto su richiesta
di quella Procura della Repubblica a carico di:
Pasquale ALIPRANDI, attuale sindaco del comune di
San Filippo del Mela (ME); Giuseppe RECUPERO,
vice sindaco del comune di San Filippo del Mela (ME).
Le indagini, erano state
avviate nel 2010 con la D.D.A. di Messina e
successivamente coordinate dalla Procura di Barcellona
Pozzo di Gotto, nella persona del Procuratore, dott.
Emanuele Crescenti, e del Sostituto dott. Alessandro
Liprino, sono state condotte anche attraverso servizi di
intercettazione ed hanno consentito di raccogliere gravi
indizi relativi alle ipotizzate attività di concussione
per induzione in occasione dell’iter autorizzativo del
Parco Commerciale, denominato “La città della moda, del
commercio e della tecnologia”, destinato a sorgere nella
contrada Archi del comune di San Filippo del Mela (ME).
I carabinieri hanno
evidenziato, in particolare, come l’iter autorizzativo
del progetto, presentato dalla società AREA s.r.l. nel
dicembre del 2006, avesse subito una lunga fase di
stallo. La consulenza tecnica disposta dal pubblico
ministero ha evidenziato che il piano di lottizzazione -
approvato dal Consiglio Comunale di San Filippo del Mela
con la delibera n. 26 del 12 dicembre 2011 - era
dimensionato con indici e parametri non corrispondenti a
quelli definiti dall'art. 10 delle norme tecniche di
attuazione del P.R.G. e sprovvisto della necessaria
valutazione di impatto ambientale; inoltre, il progetto
del realizzando centro commerciale era sovradimensionato
e non rispettoso dei parametri urbanistici ed edilizi,
oltre che non compatibile con le specifiche
caratteristiche ambientali del contesto in cui l'opera
avrebbe dovuto inserirsi).
I militari hanno rilevato
che una significativa accelerazione del procedimento
amministrativo si sarebbe registrata proprio in
concomitanza con i fatti oggetto d’indagine. In tale
contesto si sarebbe inserito, infatti, Giuseppe
GIUFFRIDA, imprenditore di origini catanesi ma operante
nel messinese (deceduto nel novembre 2014) che, previa
stipula di un contratto di assistenza e consulenza con
la società progettista, avrebbe mediato i rapporti con
le amministrazioni interessate all’iter autorizzativo.
Le attività investigative dei militari del ROS
avrebbero permesso di documentare dazioni di somme di
denaro, materialmente eseguite dal GIUFFRIDA anche per
conto e nel comune interesse di AREA s.r.l., in favore
dell’ALIPRANDI (all'epoca dei fatti Vice Sindaco), del
RECUPERO (all’epoca assessore al commercio) e di altri
esponenti di quell’amministrazione comunale. Gli
investigatori avrebbero evidenziato che si giungeva, in
tal modo e nonostante le anomalie progettuali, al
completamento del procedimento amministrativo, vincendo
la resistenza opposta dai pubblici amministratori, in
modo tale da indurre i promotori dell'iniziativa alla
corresponsione dell'illecito compenso. Un passaggio di
particolare interesse veniva documentato il 20 settembre
2011 a bordo dell'autovettura del GIUFFRIDA, quando si
registrava una conversazione tra lo stesso ed un
soggetto successivamente identificato in Giuseppe
RECUPERO, dalla quale emergevano espliciti riferimenti
ad una contestuale dazione di denaro da parte di
GIUFFRIDA in favore dell'interlocutore, il quale agiva
anche nell'interesse dei propri sodali. Gli
investigatori hanno rilevato un particolare indicativo
dell'illiceità della situazione che si andava
delineando, nel fatto che gli stessi GIUFFRIDA e
RECUPERO, a bordo dell'autovettura del primo, si
spostassero dal centro di San Filippo del Mela al locale
cimitero, luogo evidentemente più riservato; inoltre, il
GIUFFRIDA si sarebbe premurato di non portare con sé il
telefono cellulare, all'evidente fine di evitare
possibili localizzazioni. GIUFFRIDA avrebbe consegnato
al RECUPERO la somma di 12.000€ in contanti (Va bene...
sono 12... aspetta, minchia... sono stati contati.... ),
perché li dividesse con i propri sodali. Tale
conclusione avrebbe trovato conferma nel corso
dell'intercettazione ambientale immediatamente
successiva, quando GIUFFRIDA riferiva testualmente:
"...gli toccano tremila euro l'uno ....ne fanno l'uso
che vogliono insomma....", con ciò confermando che la
somma di 12.000 euro appena consegnata al RECUPERO
avrebbe dovuto essere equamente divisa tra quattro
persone. Gli investigatori avrebbero avuto uno snodo
fondamentale nella complessa vicenda il 12 dicembre 2011
quando il consiglio comunale di San Filippo del Mela
approvò a maggioranza (nonostante alcune perplessità
avanzate dal presidente del medesimo organo collegiale)
la deliberazione proposta dall'Area Gestione Territorio
datata 9 dicembre 2011, riguardante il progetto di piano
di lottizzazione dei terreni siti in località Sorgente -
Frazione di Archi, presentato dalla Società AREA s.r.l.
Il progetto, dopo l'approvazione della delibera n.
26/2011 da parte del Consiglio Comunale di San Filippo
del Mela (avvenuta il 12 dicembre 2011), superò
favorevolmente il vaglio della Conferenza dei servizi. I
carabinieri hanno acclarato, infine, che il 29 febbraio
2012, a bordo dell' autovettura in uso al GIUFFRIDA,
questi riferiva di avere già versato 12.000 euro e che,
ciò nonostante, avrebbe dovuto versare ulteriori somme,
cosa che, tuttavia, non aveva intenzione di fare:
“3000 glieli devo portare
a quelli del Comune........non gli porto niente a
nessuno!'!....erano 2500, 3000 no? Dovevo liquidizzarlo,
portarlo a 3000 e
darglieli a quelli
del comune… già 12 glieli avevo dati
e 3
facevano
15 e
poi c'era ....inc...”.
Messina
– Marito violento ai domiciliari in altra abitazione.
La vittima ha vissuto un
inferno tra le mura
domestiche. La polizia ha arrestato marito violento. Il
matrimonio è durato 22 anni durante i quali la donna ha
subito ogni tipo di sopruso, sino a quando ha deciso di
denunciare e chiedere aiuto alla Polizia. Le indagini
portate avanti dai poliziotti delle Volanti hanno
permesso di ricostruire una realtà quotidiana fatta di
violenze e maltrattamenti. La vittima era costretta a
subire percosse e insulti, violenze fisiche e verbali.
Gli scatti d’ira del marito, improvvisi ed immotivati,
spesso riconducibili all’abuso di alcool e sempre più
frequenti, hanno avuto seguito anche dopo la
separazione, nel 2016. Lui ha infatti continuato a
perseguitare e molestare la donna.
Il soggetto, ieri
è stato dichiarato in arresto. Il violento su
disposizione dell’Autorità Giudiziaria, con ordinanza di
misura cautelare, è stato sottoposto agli arresti
domiciliari presso domicilio diverso da quello
familiare.
Messina
–
CC
preso latitante, nascosto in casa balneare con la compagna.
I Carabinieri di Messina Sud hanno arrestato Luciano SCIPILLITI.
La
latitanza di Luciano SCIPILLITI, 32enne messinese
ricercato dall’ 11 aprile scorso è finita verso le 19.00 di
lunedì 24 aprile 2017. Il personaggio era improvvisamente evaso
dal regime della detenzione domiciliare, a cui era sottoposto per
gravi reati contro il patrimonio, venendo così colpito da ordinanza
di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Messina,
che con successivo provvedimento ne aveva dichiarato lo stato di
latitanza. Le ricerche dei Carabinieri,
dal momento dell’evasione, non si sono mai interrotte e sono
diventate via via sempre più intense con il passare del tempo,
facendo stringere sempre di più il cerchio intorno al giovane. La
fotografia del latitante era a bordo di ogni auto dei Carabinieri in
servizio di pattuglia, mirati posti di controllo venivano
continuamente predisposti nelle zone e sugli itinerari che si
pensava potessero essere battuti da SCIPILLITI i carabinieri
soprattutto hanno eseguito numerosi servizi di
osservazione/pedinamento e perquisizioni domiciliari a carico dei
familiari e di tutte le persone in qualsiasi modo riconducibili al
ricercato.
I
Carabinieri della Stazione di Messina Tremestieri unitamente
personale del Nucleo Operativo di Messina Sud in particolare,
avevano istituito una vera e propria “task force” di
militari incaricati a dedicarsi alle ricerche ed alla cattura del
latitante. Gli investigatori hanno svolto l’accurata analisi di
tutte le informazioni disponibili, con l’elaborazione di una precisa
strategia che veniva quotidianamente aggiornata sulla base dei
risultati e delle novità di ogni giorno e l’organizzazione
scrupolosa e metodica del lavoro, nulla è stato lasciato al caso ed
ogni possibile pista è stata approfondita. I controlli e le
perquisizioni a casa o nei locali di pertinenza di chi risultava
potesse fornire supporto od ospitare il latitante ricercato, hanno
assunto una consistenza numerica ed una frequenza quasi assillanti,
sia di giorno e in piena notte, creando una forte pressione negli
ambienti legati al ricercato. Gli investigatori, nel pomeriggio del
24 aprile, hanno avuto la certezza che il latitante si trovasse
nascosto in un immobile abbandonato adibito, proprio al fine di
sottrarsi alla cattura, ad abitazione di fortuna, sito nei pressi
della stazione marittima di Messina. I militari della Stazione di
Messina Tremestieri e del Nucleo Operativo di Messina Sud hanno
fatto un fulminea irruzione, bloccato e dichiarato in arresto
SCIPILLITI, il quale al momento della cattura si trovava con la con
la compagna. Il soggetto si è complimentato con i Carabinieri per
essere riusciti a localizzarlo e per non avergli lasciato alcuna
possibilità di sottrarsi alla cattura.
Luciano SCIPILLITI, dopo le formalità di rito, è stato ristretto
presso la Casa Circondariale di Messina Gazzi, a disposizione
dell’Autorità Giudiziaria.
Messina
– Armi illegali, polizia 1 in manette.
I poliziotti delle Volanti hanno
arrestato, in flagranza di reato, Giuseppe Ruggieri 53enne
messinese, ritenuto responsabile del reato di porto e detenzione
illegale di armi comuni da sparo e munizioni.
Una segnalazione alla sala
operativa, la sera del 10 aprile u.s., ha avvisato che, in località Mili
Marina, un soggetto armato di pistola aveva esploso alcuni colpi.
Gli agenti delle Volanti, giunti
immediatamente sul posto, hanno identificato il personaggio che nel
frattempo si era disarmato. I poliziotti hanno svolto un accurato
controllo tra le siepi adiacenti al luogo dove il sospetto era stato
fermato ed hanno rinvenuto e sequestrato 1 pistola Beretta Cal. 22,
ancora col cane armato ed un colpo in canna, che da un successivo
controllo è risultata essere stata denunciata come oggetto di furto il
15 maggio 2015. La perquisizione effettuata consecutivamente dagli
agenti presso l’abitazione ha permesso di ritrovare, nel garage
occultate in un sacchetto per i rifiuti, altre 2 pistole revolver, 1
Smith & Wesson cal. 38 e 1 antica F.Tettoni Brescia senza matricola.
L’arrestato, su disposizione del
Sostituto Procuratore dr.ssa Annalisa Arena, è stato condotto presso la
Casa Circondariale di Gazzi.
Taormina
- CC
scoprono 3 pusher e stupefacente. L’attività antidroga dei
Carabinieri si è conclusa con 1 arresto e 2 denunciati a piede libero. I
militari dell’Aliquota Radiomobile e dell’Aliquota operativa,
nell’ambito dei servizi tesi alla prevenzione e repressione dei reati in
genere, ma soprattutto di quelli inerenti gli stupefacenti disposti dal
superiore Comando di Taormina, hanno arrestato un 30enne italiano
residente a Giardini, 30enne, per detenzione ai fini di spaccio di
sostanza stupefacente del tipo Marijuana. I Carabinieri già da tempo
seguivano il sospetto. I militari, durante un controllo alla
circolazione stradale, hanno fermato il personaggio sottoponendolo a
perquisizione personale, veicolare e domiciliare. I tutori dell’ordine,
nel corso delle attività di polizia giudiziaria hanno rinvenuto: prima
sulla persona circa 10 grammi di sostanza e successivamente con
perquisizione 1 bilancino di precisione, 1 involucro di chellophane
contenente circa 130 grammi di altra sostanza di tipo marijuana ed 1
busta di plastica contenente ulteriore 115 grammi di sostanza
stupefacente sempre del tipo marijuana. L’arrestato espletate formalità
di rito è stato trattenuto presso le camere di sicurezza della Compagnia
di Taormina in attesa di essere giudicato con rito direttissimo innanzi
alla competente Autorità giudiziaria. I Carabinieri in una medesima
operazione, qualche giorno prima avevano denunciato in libertà di 2
soggetti italiani, taorminesi, 27enne e 34enne per detenzione ai fini
di spaccio di sostanza stupefacente del tipo cocaina. I due con
informativa a parte sono stati deferiti alla competente Autorità
Giudiziaria.
Taormina
– Rapina banca zona Taormina : CC identificano catanese. Si
tratta di
Massimiliano
Biffi 33enne. I Carabinieri Compagnia di Taormina hanno eseguito
un’Ordinanza di custodia cautelare in carcere per rapina in Banca. 2
rapinatori il 15 maggio dello scorso anno fecero irruzione nella
filiale della Banca intesa di Gaggi. I due giovani costrinsero i
dipendenti a farsi consegnare il denaro in cassa ed i soldi che avevano
nei portafogli. le povere vittime furono costrette a rimanere in un
ripostiglio sul retro della banca vivendo attimi di terrore per un
bottino assai misero. I rapinatori a fine colpo fuggirono con poche
centinaia di dollari americani e pochi euro sottratti ai poveri
malcapitati. I carabinieri in borghese dell’aliquota operativa e quelli
della stazione di graniti subito dopo la fuga dei rapinatori giunsero
sul posto ed effettuarono un accurato sopralluogo alla ricerca di tracce
utili all’identificazione. I Carabinieri della Compagnia di Taormina per
quella rapina, hanno eseguito nei giorni scorsi un’ordinanza di custodia
cautelare in carcere emessa dall’Autorità Giudiziaria messinese nei
confronti di Massimiliano Biffi 33enne catanese. Il personaggio è stato
raggiunto presso la Casa Circondariale di Agrigento dove si trova
detenuto per altri motivi. Il provvedimento eseguito è scaturito dalle
articolate attività d’indagine avviate a seguito di quell’episodio
dall’aliquota operativa della Compagnia di Taormina e dai Carabinieri
del R.I.S. di Messina. La sinergia tra i reparti dell’Arma ha consentito
di creare un quadro indiziario completo. I militari su un sacchetto che
era stato abbandonato nella banca hanno evidenziato ed estrapolato
tracce biologiche ed impronte digitali che hanno incastrato il giovane
catanese, non nuovo a reati di questo tipo. Gli investigatori nel
frattempo sono passati all’analisi delle immagini di tutte le
telecamere utili. Gli elementi raccolti come se fossero pezzi di un
grande puzzle, hanno fornito un decisivo riscontro in merito alle
responsabilità dell’arrestato nella commissione di quella rapina e di un
altro episodio avvenuto nella provincia di Catania nel 2013. L’azione
sinergica e l’importante esito operativo ancora una volta hanno
consentito di assicurare alla legge il presunto autore di reati molto
gravi. Ora gli inquirenti stanno vagliando tutti gli elementi per
l’individuazione del complice.
Messina
– Nigeriano ospite a CARA Mimeo preso a Messina: spaccio ai semafori.
Il giovane era munito di tergivetro e bottiglia in mano, e così
forse cercava di sviare qualsiasi sospetto sul suo conto. L’attività
di lavavetri al semaforo era da copertura a quella più redditizia di
pusher. Il 21enne, era arrivato dalla Nigeria con una richiesta di
riconoscimento dello status di rifugiato politico, ma è stato
fermato ieri dai Carabinieri del Nucleo Operativo di Messina Centro,
al semaforo di Viale Giostra incrocio via Garibaldi e trovato
con 87 dosi da circa 0,5 grammi l’una di hashish. Il nigeriano con
lo zainetto in spalla, partiva con cadenza quasi quotidiana alla
volta di Messina, proveniente dal C.A.R.A. di Mineo, dove era
temporaneamente ospitato. I militari avevano avuto sentore che ci
fosse qualcosa di sospetto ed hanno iniziato numerosi appostamenti
fintanto che i suoi movimenti non hanno lasciato più dubbi. I
militari hanno trovato quasi mezzo etto di hashish già pronto per
essere spacciato al dettaglio, è stato sequestrato. il pusher 21enne
dopo l’udienza per direttissima in ordine al reato di detenzione ai
fini di spaccio di sostanze stupefacenti, è stato tradotto in
carcere.
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NECROLOGI |
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