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CARANINIERI CATANIA
BILANCIO ATTIVITA' 2023
CATANIA -
S.COMMISSARIO GABRIELE FERRARO C.TE POLSTRADA RANDAZZO.
Il sostituto commissario di Polizia Gabriele FERRARO ha ricevuto le
consegne di comando dal Comandate di Compartimento della Stradale Sicilia
Orientale Dirigente Superiore Dr. Nicola SPAMPINATO e dal Comandate
Sezione Catania Primo Dirigente Dott.ssa Maria Carmela SANFILIPPO
(INTERVISTA VIDEO).
Il Sostituto Commissario Santino MANGIO’ il quale ha retto negli
ultimi 15 anni il Distaccamento di Randazzo, il 1° dicembre scorso, ha
concluso il suo iter professionale nella Polizia Stradale. Il nuovo
comandante, Sostituto Commissario Gabriele Ferraro è di origine catanese,
vanta una più che trentennale esperienza nella Polizia di Stato.Il
funzionario, nel corso della sua carriera ha ricoperto diversi incarichi
maturando una consolidata e diversificata competenza professionale. Ferraro,
oltre ad avere ricoperto per diversi anni l’incarico di Comandante del Posto
Fisso Monte Etna di Nicolosi, era stato assegnato nel 2012 alla Squadra di
Polizia Giudiziaria del Compartimento della Polizia Stradale di Catania, ha
portato a termine brillanti operazioni investigative. Gabriele Ferraro, in
virtù della sua consolidata esperienza nello sviluppo di competenze
relazionali e comunicative, è stato da sempre impegnato come tutor nel
Progetto ICARO, campagna di sicurezza stradale, nata nel 2001 e promossa
dalla Polizia Stradale e dai Ministeri delle Infrastrutture e Trasporti e
dell’Istruzione, rivolta a tutti gli studenti delle scuole di ogni ordine e
grado. Il Sostituto Commissario Ferraro ha già preannunciato che la sua
azione sarà improntata sulla continuità dell’attività già svolta portando
allo stesso tempo un processo di innovazione volto alla intensificazione dei
servizi peculiari della Polizia Stradale sull’importante viabilità sul
vulcano Etna.
CATANIA
- Carabinieri salvano “Ciccino”piccolo Chihuahua lasciato da solo di notte a
guardia dell’auto.
Una pattuglia dei militari del Nucleo Radiomobile di Catania, in servizio di
perlustrazione nella zona alta della città, ha scorto una vecchia coupè
ferma ai margini della carreggiata della “circonvallazione” in sosta senza
un reale apparente motivo. I carabinieri si sono avvicinati al mezzo per
verificare fosse stato rubato. Un militare ha controllato la targa sul
computer di bordo e l’altro ha ispezionato il veicolo. Il carabiniere ha
scoperto, con grande sorpresa, che all’interno, sul sedile passeggero, vi
era un cane di taglia piccola. Un Chihuahua di un anno d’età, a pelo corto,
color crema era tutto tremante per il freddo della nottata e per la paura. I
Carabinieri, senza perdere un attimo di tempo, hanno recuperato le chiavi
della vettura, sono subito riusciti a liberare il cagnolino, che è stato
visitato sul posto da un soccorritore veterinario e giudicato fortunatamente
in buono stato di salute, anche se molto impaurito. I militari, durante le
operazioni di recupero del cucciolo, hanno accertato che il veicolo non era
oggetto di furto. I carabinieri hanno avviato subito le ricerche e
identificato il proprietario 60enne del posto il quale abita in zona poco
distante dall’auto parcheggiata. Il soggetto, in brevissimo tempo, è stato
trovato era a casa sua in stato confusionale. L’uomo ha riferito ai
carabinieri che 2 o 3 ore prima, era rimasto senza benzina, si era
allontanato a piedi dalla vettura, con l’intenzione di tornare a riprenderla
successivamente, lasciando il piccolo Chihuahua “Ciccino” a guardia del
mezzo. Il cane è stato temporaneamente “ricoverato” in un canile. Il padrone
è stato accompagnato in ospedale per gli opportuni accertamenti, verificando
se sia o meno in grado di accudire l’animale e dare il giusto affetto. La
storia per “Ciccino”, piccolo Chihuahua di 1 anno, lasciato di notte a
guardia dell’auto è stata a lieto fine con l’intervento dei carabinieri
sempre attenti.
(VIDEO)
CATANIA
- NORAS
bloccate
3.300 tonnellate grano sospetto sbarcato in porto Pozzallo destinato a
mulini siciliani inviati campioni per analisi in laboratorio a Catania.
I controlli nel settore dell’agricoltura, effettuati dagli uomini del Nucleo
Operativo Regionale Agroalimentare Sicilia su
oltre tremila tonnellate di grano estero scaricato a Pozzallo. Le verifiche
sono state effettuate su un carico di grano tenero di provenienza estera
arrivato di mattina al porto di Pozzallo, in provincia di Ragusa, da parte
degli agenti del Nucleo operativo regionale agroalimentare Sicilia (Noras)
del Corpo forestale della Regione. Le verifiche sono state effettuate in
collaborazione con gli ispettori fitosanitari dell’Osservatorio regionale
malattie delle piante dell'assessorato regionale dell'Agricoltura.
L’attenzione degli uomini del Corpo forestale si è concentrata sull’arrivo
di una nave battente bandiera panamense, partita da Spalato, in Croazia, con
un carico di 3.300 tonnellate di grano tenero, proveniente dalla Serbia e
destinato a mulini siciliani. È stato prelevato, in base alle norme vigenti,
un campione da destinare alle analisi presso il laboratorio dell’Ispettorato
centrale qualità repressione frodi di Catania, dotato di attrezzature di
ultima generazione per questo genere di verifiche. Saranno valutati i
costituenti fisici, chimici e l’eventuale presenza di agenti patogeni e
antiparassitari. L’operazione fa parte delle azioni di controllo che
quotidianamente svolge il Noras a tutela della qualità del comparto
agroalimentare come previsto dalla normativa europea sulla tracciabilità
della merce. I risultati dei controlli saranno monitorati dall’assessorato
regionale dell’Agricoltura.
CATANIA
- CONSOLI
DIRIGENTE X REPARTO MOBILE CATANIA. Il Primo Dirigente dr. Giancarlo
Consoli, lo scorso 15 giugno, si è insediato quale comandante del X Reparto
Mobile della Polizia di Stato di Catania. il funzionario dr. Giancarlo
Consoli proviene dalla Questura di Catanzaro dove ha ricoperto l’incarico
di dirigente della Divisione Polizia Amministrativa, Sociale e
dell’Immigrazione. Il dr. Consoli è
nato a Catania nel 1969, si è laureato in Giurisprudenza e Scienze delle
Pubbliche Amministrazioni presso l'Università degli Studi di Catania ed è in
servizio nella Polizia di Stato dal 1998 come Vice Commissario. Il dr.
Consoli, nel corso della sua carriera, ha ricoperto l’incarico di dirigente
dell’Ufficio Immigrazione e della Divisione Polizia Anticrimine presso la
Questura di Caltanissetta, è stato dirigente del Commissariato di P.S. di
Caltagirone e Funzionario di Gabinetto presso la Questura di Catania. Il
dr. ìConsoli ha diretto anche i Commissariati di P.S. Piazza Armerina,
Pachino, Licata, Avola, Priolo Gargallo, Adrano, Librino e Nesima. I nostri
auguri di buon lavoro al funzionario di Polizia.
video
SEQUESTRO
CATANIA
-
Coronavirus, NAS Carabinieri,
sequestrati 1600 flaconi gel igienizzante non a norma. Il NAS di
Catania, nell’ambito dell’emergenza Covid-19, sono assiduamente impegnati
anche in attività di controllo degli esercizi commerciali e delle attività
produttive che orbitano nel campo dei prodotti e degli articoli sanitari
adibiti alla prevenzione e contenimento del fenomeno epidemico. I
militari hanno attenzionato quanto suscita particolare interesse tra
i cittadini: i prodotti antisettici e le sostanze destinate a venire a
contatto con la pelle e le mucose determinando un’azione battericida. Queste
sostanze, per la loro delicata funzione, devono rispettare rigidi criteri
produttivi e superare severi controlli, rappresentando quelli che
tecnicamente vengono denominati biocidi o presidi medico chirurgici.
Il Nas di Catania, nel corso di quotidiani controlli, ha individuato nella
zona etnea uno stabilimento chimico che, oltre la produzione di classici
detergenti per la casa e prodotti per la cosmesi, viste le attuali esigenze
di mercato, si stava cimentando anche nella produzione di “gel antisettico”,
ultimamente molto richiesto per l’igienizzazione delle mani. I tutori
dell’ordine, ad un attento esame visivo sulle etichette apposte nelle
confezioni di vendita hanno notato un particolare molto importante: la
mancanza del numero di registrazione rilasciato dal Ministero della Salute
quale codice univoco che attesta la sottoposizione del prodotto al regime
autorizzativo previsto dalla legge a comprova di quel necessario controllo
preventivo all’immissione in commercio, attraverso il quale viene valutata
la sicurezza per il consumatore il rispetto per l’ambiente e, non per
ultimo, la reale efficacia del biocida. Gli uomini del NAS di
Catania, per tale ragione, hanno immediatamente sequestrato in via
cautelativa il gel igienizzante posto in commercio dal produttore etneo, in
un quantitativo di oltre 1.600 confezioni, la questione è al vaglio della
magistratura alla quale è stato deferito il fabbricante. L’attività di
controllo dei Nas verrà proseguita anche nelle restanti aree produttive
della provincia estendendola anche alla produzione e commercializzazione
di altri articoli sanitari compresi i dispositivi di protezione individuali
come le cosiddette mascherine chirurgiche.
PATERNO’
-
Blitz
antidroga Carabinieri e cinofili, bloccano pusher, cane trova stupefacente
in casa nascondiglio.
Il pusher aveva lanciato la droga dal balcone per nasconderla ai militari
ma invano. I
Carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Paternò, con il
supporto del Nucleo Cinofili di Nicolosi hanno preso Antonio MUSARRA
19enne, del posto, per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di
spaccio.
I militari avevano
compreso che in paese girava voce sul giovane come dedito allo spaccio di
droga. I carabinieri hanno voluto vedere chiaro ed hanno avviato una breve
attività infoinvestigativa. Una perquisizione effettuata nell’abitazione
del ragazzo in via Asmara ha tolto ogni dubbio.
Il giovane, che
non ha gradito la visita dei carabinieri, ha soprasseduto all’apertura
della porta d’ingresso temporeggiando per cercare di disfarsi, nel
frattempo, della droga detenuta in casa. Il maldestro è stato visto dai
militari affacciarsi dal balcone retrostante la’abitazione e lanciare una
busta di cellophane in direzione di una casa disabitata. Il furbo ha
provveduto poi a consentire l’accesso ai militari i quali, grazie al fiuto
del cane “Zero” hanno subito trovato 1 involucro contenente qualche grammo
di marijuana, nonché il materiale per il confezionamento della droga.
I carabinieri,
a seguito delle operazioni per il recupero di quanto lanciato dal MUSARRA,
sul balcone dell’abitazione abbandonata e prospiciente a quella del ragazzo
hanno rinvenuto 1 busta di plastica contenente 155 dosi di marijuana ed 1
bilancino di precisione, nonché ancora, distaccatosi durante il lancio e
caduto sulla via Fiume, 1 involucro contenente ulteriori 15 dosi di “erba”.
MUSARRA è
stato posto ai domiciliari in attesa delle determinazioni dell’Autorità
Giudiziaria.
CATANIA
- Carabinieri
bloccano 1 giovane pusher con droga da smerciare. Il soggetto sembrava
dedito a gestire un punto vendita di droga per tutti i gusti. I militari
del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale di Catania hanno bloccato
Gabriele FURNARI 27enne, catanese ma domiciliato a Misterbianco, per
detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. I militari
nell’espletare un servizio perlustrativo nel quartiere di San Giovanni
Galermo, si erano posizionati a debita distanza ed hanno notato in via Capo
Passero FURNARI. Il personaggio era intento ad effettuare dei veloci scambi
con alcuni giovani. Gli investigatori, con tempestività, hanno bloccato il
sospettato nonostante avesse già accennato un timido tentativo di fuga. Il
personaggio è stato sottoposto a perquisizione. I carabinieri hanno
rinvenuto addosso al giovane l’occorrente per la gestione di un “punto
vendita” di droga per tutti i gusti: 11 dosi di marijuana e ed altre di
cocaina, nonché 160 euro provento dell’attività di spaccio.
CATANIA
– Morde, picchia e maltratta donna connazionale, Mauriziano
irregolare, arrestato da agenti. La Polizia di Stato, ieri sera, ha
arrestato un mauriziano di 40 anni, per il reato di maltrattamenti in
famiglia e lesioni personali. Una segnalazione su linea 113 è giunta da
parte di un utente alle ore 22:30, per comunicare che in via Pietro dell’Ova,
si sentivano urla di una donna provenire dalla casa attigua ed oggetti in
frantumo. Una Volante prontamente è intervenuta sul luogo, ed ha
riscontrando la presenza di una donna di nazionalità mauriziana, scalza,
fuori dalla porta di casa. La malcapitata stava piangendo disperatamente
con il corpo visibilmente pieno di lividi e sanguinante. La vittima ha
riferito ai poliziotti di essere stata picchiata nell’ennesima lite
familiare dal proprio compagno, un connazionale. Il sogetto aveva malmenato
selvaggiamente la poveretta con calci e pugni, l’aveva minacciata con un
bastone, morso le dita della mano e distrutto tutto ciò che gli capitava a
tiro. L’energumeno aveva poi buttato fuori in strada la donna, barricandosi
in casa col proprio figlioletto. I poliziotti hanno fatto immediatamente
irruzione nell’immobile, e trovato uno scenario terrificante: suppellettili
rotti e sparsi per tutto il cortile pertinente all’abitazione, cocci di
bottiglia, mobili danneggiati riversi in terra. Gli agenti hanno appurato
che lui era solito fare uso di alcol e quella era l’ennesima reazione
violenta nei confronti della povera donna. La discussione era degenerata
come al solito proprio per l’assunzione dell’alcol. La vittima fatta
refertare in ospedale ha riportato una prognosi di 3 giorni. I poliziotti
hanno accertato che lui, fosse irregolare sul territorio, è stato
dichiarato in arresto e, su disposizioni del P.M. di turno, condotto presso
il carcere di Piazza Lanza.
dott.
Renato Panvino
video
intervista
dott. Renato Panvino
video
conferenza
CATANIA
- DIA Capo Centro
Renato Panvino conclude
incarico a Catania, a Nuoro è il vicario Questore.
Il primo dirigente in 5 anni
di permanenza nell’antimafia a Catania come Capo Centro Operativo della Dia
ha svolto e concluso moltissime inchieste in modo brillante. Il “Modello
Catania” sostenuto dal procuratore Carmelo Zuccaro è stato il percorso
operativo del
dott.
Renato Panvino
video
intervista
nella gestione della
Direzione Investigativa Antimafia etnea ed ha conseguito importanti
risultati nelle operazioni di lotta alla mafia in Sicilia orientale con
arresti anche di “colletti bianchi”, dell'imprenditoria e della pubblica
amministrazione, ha attuato l'aggressione ai patrimoni dei clan mafiosi con
il sequestro di beni per oltre 279 milioni di euro e la confisca per 456
milioni di euro. Il dott. Renato Panvino dalla DIA fa rientro in Polizia per
svolgere il ruolo di vicario nella Questura di Nuoro da sempre definita una
terra difficile.
Il
dirigente DIA, nel corso della conferenza stampa di fine mandato ha detto
video
conferenza
“Sono
orgoglioso di essere stato il Capo Centro della Dia di Catania. Non ci ha
intimorito alcuna azione, abbiamo fatto sempre il nostro dovere senza
enfasi. Il nostro pensiero è alla gente semplice di Catania, ai cittadini
senza nome che ci fermano e ci dicono bravi continuate così, siete il
nostro orgoglio. Sono triste nel lasciare questa città, ma felice di
rientrare in Polizia e quale vicario di Questura in una terra difficile,
dove la mia amministrazione ha ritenuto io possa dare una mano, ad un
questore che ha grande esperienza. Un sincero e sentito saluto a Catania ed
ai giornalisti: siete indispensabili per la democrazia e per la lotta alla
mafia, siete stati preziosi compagni di viaggio, continuate a tenere la
schiena dritta e scrivere quello che avete sentito e visto".
GRAMMICHELE
CT- Scippa a 87enne collana fuori
cimitero, lei cade si frattura femore: CC lui
preso. I Carabinieri della locale Stazione hanno
bloccato Gesualdo MONTEMAGNO 34enne, già
sottoposto alla sorveglianza speciale di pubblica
sicurezza ed alle misure cautelari dell’obbligo di
presentazione alla polizia giudiziaria e di obbligo di
dimora nel comune di residenza, poiché ritenuto
responsabile di rapina aggravata, lesioni personali
nonché violazione degli obblighi inerenti la misura di
prevenzione cui era sottoposto. La vittima, una donna
di 87 anni, la mattina del 31 ottobre scorso, in
occasione della giornate dedicate al ricordo dei
defunti, molto sentite in terra di Sicilia, era andata
ad onorare il marito sepolto nel cimitero di Grammichele.
L’anziana, all’uscita dal luogo sacro, è stata
affrontata dal criminale che, pur di strapparle dal
collo una catenina d’oro, l’ha fatta rovinare
violentemente al suolo provocandole la frattura del
femore, così come diagnosticato dai medici dell’Ospedale
“Gravina e Santo Pietro” di Caltagirone, nosocomio
presso il quale la poverina è tuttora ricoverata dopo
essere stata sottoposta ad un delicato intervento
chirurgico. La denuncia dei familiari della vittima,
presentata ai Carabinieri della locale Stazione, ha
permesso agli investigatori, coordinati dal magistrato
di turno presso la Procura delle Repubblica di
Caltagirone, dott. Vincenzo CALVAGNO D’ACHILLE, di
restringere il cerchio dei sospettati dediti alla
commissione di reati contro il patrimonio. I militari
con la collaborazione attiva di diversi testimoni
presenti al momento del grave reato e della stessa
vittima, hanno individuato con certezza l’autore. Il
malfattore è stato pertanto rintracciato ed ammanettato
ieri notte nella sua abitazione. L’arrestato, assolte le
formalità di rito, è stato associato al carcere di
Caltagirone così come disposto dall’Autorità
Giudiziaria.
CATANIA
–
Donna siracusana adesca uomo
catanese su social, ad appuntamento in casa lei lo narcotizza e deruba,
Polizia la pone ai domiciliari. Agenti del Commissariato Librino di
mattina hanno dato esecuzione a un’Ordinanza di Custodia Cautelare agli
arresti domiciliari, arrestando la nota Antonella LO GIUDICE 50enne,
residente a Siracusa, perchè ritenuta responsabile di rapina aggravata e
lesioni aggravate.
La misura è stata emessa dal
G.I.P. presso il Tribunale di Catania, su richiesta della Procura della
Repubblica, che ha coordinato l’indagine. Il provvedimento è scaturito dalle
indagini svolte proficuamente dagli uomini del Commissariato Librino,
avviate dopo che un 65enne si era presentato presso gli Uffici, denunciando
di essere stato narcotizzato e rapinato nella sua abitazione, da una donna
conosciuta sul social network “Badoo”.
L’uomo ha riferito di
avere conosciuto sul social una donna con la quale ha interloquito per
qualche giorno, poi lei gli ha proposto di incontrarsi. L’incontro tra la
vittima e la donna, che aveva asserito di provenire da Siracusa, ha avuto
luogo la mattina dello scorso 5 settembre, presso la stazione dei pullman in
via D’Amico. I due, dopo i primi convenevoli, si sono recati
nell’abitazione dell’uomo. I due, dopo avere chiacchierato per un paio di
ore, hanno deciso di pranzare. La circostanza ha permesso alla donna di
versare, di nascosto, del tranquillante a base di benzodiazepina nel
bicchiere di birra che lui stava bevendo. Il malcapitato ha riferito ai
poliziotti che, qualche minuto dopo aver bevuto la sua birra, si è accorto
di un inconsueto sapore dolciastro e, subito dopo, ha perso i sensi. La
vittima al risveglio in ospedale, dove era stato ricoverato grazie al
soccorso prestatogli dai vicini che lo avevano sentito chiedere aiuto da
dietro la porta d’ingresso della sua abitazione, non ricordando più nulla,
ha appreso di essere rimasto in stato d’incoscienza per più di due giorni.
La sconosciuta, dopo aver neutralizzato il padrone di casa, ha razziato
quanto più possibile dall’appartamento, trafugando 1 telefono cellulare, 100
€ in contanti e la carta Bancomat che ha cercato di utilizzare inutilmente
presso uno sportello ATM. Le indagini immediate e meticolose svolte dagli
uomini della Squadra Investigativa del Commissariato Librino hanno permesso
d’individuare, senza ombra di dubbio, LO GIUDICE quale autrice del grave
reato. Gli agenti del Commissariato Librino di mattina, si sono recati a
Siracusa, dove, con la collaborazione della Squadra Mobile aretusea, ha
eseguito l’Ordinanza di Custodia Cautelare. LO GIUDICE è stata, quindi,
accompagnata presso la sua abitazione, per rimanervi ristretta in regime di
arresti domiciliari, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria procedente.
PALAGONIA
CT -82enne
invaghito sessualmente di badante tenta di ucciderla a rifiuto, Carabinieri
lui ai domiciliari in altro comune.
I Carabinieri della locale Compagnia hanno arrestato nella flagranza un
pensionato di 82 anni del posto, poiché ritenuto responsabile di tentato
omicidio, porto illegale di arma clandestina e porto illegale di oggetti
atti ad offendere. La vittima è una quarantenne la quale da alcuni mesi
era al servizio dell’anziano che se ne era perdutamente innamorato. Il
sentimento morboso aveva indotto il pensionato ad imporre alla vittima
pesanti avances a sfondo sessuale che l’avevano costretta alcuni giorni fa a
lasciare l’impiego. Il soggetto sentitosi abbandonato, ha iniziato ad
appostarsi sotto casa della donna per poi affrontarla e chiederle di
ritornare poiché lui non poteva più fare a meno di lei. Il vedovo da circa
due anni, al netto diniego espresso anche dal coniuge della donna che più
volte aveva cercato con modi garbati di convincere l’anziano a farsene una
ragione, la scorsa notte, si è armato di pistola e coltello e si è
presentato a casa della coppia pretendendo di entrare e dirimere una volta
per tutte la questione e, non curante del fatto che la donna avesse in
braccio la figlioletta di appena due anni, ha estratto dalla tasca la
pistola puntandola contro l’amata e recitando testualmente:”devi tornare a
lavorare per me sennò ti ammazzo”. La violenta colluttazione scaturita con
il marito della vittima è terminata con l’intervento dell’equipaggio di una
“gazzella” del Nucleo Radiomobile, avvisato grazie al 112 N.U.E., che è
riuscito a disarmare lui ed ammanettarlo. I militari, oltre alla pistola,
una Beretta 7,65 con la matricola abrasa con il colpo in canna e altri sei
colpi nel caricatore, hanno rinvenuto addosso all’anziano anche 1 coltello a
serramanico. La successiva perquisizione domiciliare effettuata dai
Carabinieri in casa del reo, ha consentito di rinvenire ulteriori 140
munizioni del medesimo calibro detenute illegalmente. Le armi e le
munizioni sono state poste sotto sequestro. L’arrestato, assolte le
formalità di rito, anche per il suo stato di salute, al momento è stato
relegato agli arresti domiciliari nell’abitazione di un familiare in un
altro comune della provincia etnea.
RADDUSA
CT-
Etiope vuol bruciare locali SPRAR e minaccia operatori,1 in manette.
I Carabinieri della
locale Stazione hanno arrestato nella flagranza un 19enne di origini etiopi,
poiché ritenuto responsabile di tentata estorsione e resistenza a pubblico
ufficiale.
Il personaggio ea in attesa
dello status di rifugiato, ed ha più volte violato le regole di ospitalità
della struttura (superando il limite dei giorni per i quali era autorizzato
ad allontanarsi dal centro) costringendo gli operatori a notificargli
l’allontanamento dallo SPRAR. L’etiope sarebbe stato convinto che gli
spettasse una sorta di “buonuscita”, equivalente a 250 euro, al diniego
legittimo espresso dagli operatori, ha minacciato di dar fuoco ai locali. I
Carabinieri sono intervenuti sul posto, per evitare ulteriori conseguenze
ed appena giunti, hanno cercato di chiarire le ragioni del diniego,
rigettate dall’extracomunitario che li ha prima aggrediti, poi è fuggito.
Il soggetto è stato inseguito, e rintracciato nel centro abitato dove, dopo
una violenta colluttazione, i militari l’hanno ammanettato.
L’arrestato, assolte
le formalità di rito, è stato rinchiuso nel carcere di Caltagirone.
GROSSETO
– Capo Centro DIA
Catania dr. Panvino riceve Premio nazionale LegaAmbiente per operazione“Garbage
Affair”. Il prestigioso premio è stato assegnato al Primo Dirigente
della Polizia di Stato dott. Renato Panvino, Capo Centro della DIA per la
Sicilia Orientale, per l’inchiesta denominata “Garbage Affair”. Legambiente
annualmente organizza un’edizione del premio nazionale Ambiente e Legalità,
con attestato di merito che riconosce a magistrati, uomini delle forze
dell’ordine e della società civile, giornalisti ed imprenditori che si sono
particolarmente distinti nella lotta alla criminalità ambientale. La
manifestazione e consegna si è svolta ieri 11 agosto 2018, in località
Rispescia, in provincia di Grosseto, nell’ambito dell’annuale consegna
denominata Festambiente, festival internazionale dedicato all’ecologia ed
alla solidarietà. L’associazione onlus Legambiente ha assegnato il
prestigioso premio al Primo Dirigente della Polizia di Stato dott. Renato
Panvino, Capo Centro della DIA per la Sicilia Orientale, riconoscendo il
valore e l’importanza dell’inchiesta denominata “Garbage Affair”.
Legambiente ha encomiato il lavoro svolto con particolare efficacia e
dedizione nel contrasto alle varie forme di criminalità ambientale. La
consegna dell’attestato è stata preceduta dal dibattito “Prima la giustizia.
Per un’Italia fondata sulla corresponsabilità nella lotta alle mafie e alla
corruzione” al quale hanno partecipato numerose autorità. Il dott. Renato
Panvino a fine manifestazione ha detto : “Ringrazio Legambiente per aver
voluto assegnare questo importante riconoscimento che condivido con gli
uomini e le donne della DIA che rappresento e che ogni giorno si prodigano
per ripristinare i valori della legalità.” I
complimenti
personali e delL'INFORMATORE
di Sicilia per il riconoscimento assegnato
ed
il continuo lavoro
svolto, buon proseguimento.
i.l.p.
CATANIA -
Tenta
estorsione a madre e spranga spacca vetri auto, Polizia
lo blocca. I poliziotti, ieri hanno ammanettato G.G. 24enne
catanese noto, accusato di tentata estorsione.
Il
personaggio,
di sera alle ore 20,00 circa, si è recato presso l’abitazione
della madre e le avrebbe urlato che “se la prossima
settimana non gli avesse consegnato la somma di cento
euro l’avrebbe ammazzata”. Il ragazzo in seguito, in
preda ad uno stato di forte agitazione, avrebbe raccolto
una spranga di ferro e danneggiato l’auto della donna,
mandando in frantumi i vetri dei finestrini. I
poliziotti delle volanti dell’U.P.G.S.P. intervenuti,
dopo aver accertato quanto accaduto, hanno dichiarato in
arresto G.G. che, su disposizione del Pubblico
Ministero di turno, è stato posto alla misura degli
arresti domiciliari, in altra sede, in attesa della
celebrazione del giudizio di convalida.
CATANIA -
Trans
depredato da cliente
senegalese a fine
incontro, bloccato dai Carabinieri. C.B. 18enne di origini
senegalesi, regolarmente munito di permesso di soggiorno e residente nella
provincia di Ragusa, è stato arrestato in flagranza la scorsa notte dai
Carabinieri del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale di Catania,
poiché ritenuto responsabile di furto con strappo aggravato. Il soggetto era
in cerca di compagnia, si è recato in Corso Martiri della Libertà, zona di
notte frequentata da diverse “lucciole”, quando si sarebbe avvicinato ad un
transgender di 20 anni di origini bulgare - con il quale, dopo aver
concordato la cifra, si era appartato per consumare un rapporto sessuale.
Il senegalese, al momento dei saluti, dopo aver consegnato i 20 euro
pattuiti, ha aspettato che la vittima li riponesse nella borsetta, per poi
strappargliela di dosso e fuggire via. L’equipaggio di una “gazzella”,
transitando in quella zona, è stato richiamato dalle urla del giovane trans
che, raggiunto dai militari, ha spiegato loro l’accaduto, fornendo con
dovizia di particolari il colore degli indumenti indossati dal ladro, grazie
ai quali, dopo alcuni minuti è stato rintracciato e bloccato all’angolo tra
Via D’amico e Via Cilea. Il maldestro, vedendo i carabinieri, ha tentato
invano di disfarsi della refurtiva lanciandola sotto una auto in sosta. Gli
operanti, dopo averlo ammanettato, hanno recuperato la borsetta contenente,
oltre agli effetti personali, 100 euro in contanti. La refurtiva è stata
restituita al giovane bulgaro, mentre l’arrestato, ammesso alla
direttissima, ha patteggiato dinanzi al giudice una pena di anni 1 e mesi 4
di reclusione, con pena sospesa e remissione in libertà.
CATANIA
– Picchia e
rapina anziana in condominio, filmato ed arrestato da Carabinieri. Su
disposizione di questa Procura Distrettuale della Repubblica, che ha
coordinato le indagini, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando
Provinciale di Catania hanno arrestato
il catanese Paolo GANGI 39enne, eseguendo una ordinanza di
custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catania,
dr.ssa Simona Ragazzi su richiesta del sostituto procuratore dr Francesco
Brando - del dipartimento reati contro la persona ed il patrimonio diretto
dal Procuratore Aggiunto dr Ignazio Fonzo - in ordine ai reati di rapina
aggravata e lesioni personali. L’episodio era avvenuto il 9 giugno scorso
in via Napoli a Catania. Un’anziana donna 74 anni, si era recata di mattina
a fare la spesa. La vittima al ritorno, mentre era in procinto di varcare il
portone d’ingresso della sua abitazione, ha notato uno il quale, facendo
finta di citofonare a qualcuno, l’aveva invitata a lasciare aperto il
portone rassicurandola che lui avrebbe provveduto a richiuderlo. Il
soggetto, mentre la donna stava salendo la seconda rampa di scale del
palazzo, l’ha raggiunta e spingendola violentemente contro il muro le ha
afferrato la mano sinistra per strapparle letteralmente la fede nuziale in
oro rosso dal dito e fuggire via. La vittima, il giorno successivo, per il
forte dolore, si era recata al pronto soccorso dell’Ospedale Garibaldi dove
i sanitari le avevano diagnosticato una “frattura alla falange IV del dito
della mano sinistra” con prognosi di 30 giorni. La malcapitata ha denunciato
l’accaduto ai carabinieri della Stazione di Catania Piazza Verga. Gli
investigatori, dopo aver acquisito ed analizzato le immagini del sistema di
video sorveglianza, attivo sia in strada che all’interno del palazzo,
attraverso le quali si notava anche la presenza di un complice in moto con
funzioni di “palo”, in corso di identificazione, si sono rivolti ai
colleghi della Squadra “Lupi” del Nucleo Investigativo. I militari esperti,
conoscendo l’humus criminale operante nel capoluogo etneo, hanno individuato
il malvivente poiché già gravato da numerosi pregiudizi penali.
I carabinieri,
riconosciuto il sospettato, perquisirono la sua abitazione rinvenendo e
sequestrando alcuni indumenti, in particolare un giubbotto di colore nero,
dei jeans nonché un paio di scarpe del tutto coincidenti con quelli rilevati
dall’analisi delle immagini del sistema di video sorveglianza. I tutori
dell’ordine, nei pressi dell’abitazione del soggetto altresì ritrovarono e
sequestrarono la moto utilizzato dagli autori del delitto (un Honda SH
300) nonché il casco - modello jet - identico a quello indossato dal
rapinatore, riposto sotto la sella dello scooter. Tutti gli elementi
probatori acquisiti dagli investigatori e prodotti al magistrato titolare
delle indagini, sono stati recepiti appieno dal Giudice per le Indagini
Preliminari che ha disposto per l’accusato la reclusione nel carcere di
Catania Piazza Lanza.
PEDARA
CT
– Figlio violento picchia e vessa madre per denaro, denunciato ed
arrestato. I Carabinieri della Stazione di Pedara hanno arrestato un
30enne del posto, già gravato da precedenti di polizia, in esecuzione di una
ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catania
in ordine al reati di maltrattamenti in famiglia. L’anziana vedova, titolare
di sola pensione sociale, avvilita da anni ed anni di maltrattamenti fisici
e verbali, patiti per mano del figlio disoccupato ma sempre in cerca di
denaro, ha chiesto aiuto ai carabinieri della locale Stazione. I militari,
acquista la denuncia, hanno ricostruito il calvario percorso dalla vittima
fornendo al magistrato titolare delle indagini un quadro probatorio
esaustivo che, proposto al giudice, ne ha consentito l’arresto e la
reclusione nel carcere di Catania Piazza Lanza.
CATANIA – Moglie
accoltellata in centro commerciale da marito, filmato ed arrestato. Si
tratta di S.O.M. 50enne. La vittima, solo dinanzi alle lesioni
aggravate procuratele all’esterno di un esercizio commerciale, si è convinta
a sporgere denuncia presso il Commissariato di Nesima contro il marito. Gli
uomini del Commissariato di Nesima, in particolare, la Squadra Investigativa
di Polizia Giudiziaria, con l’ausilio delle telecamere di video
sorveglianza, sono riusciti a cristallizzare il brutale tentativo di
accoltellamento che lui aveva messo in atto per ragioni di futile gelosia.
La donna, in quel caso, si era difesa usando la borsa da passeggio come
scudo per scansare i colpi. La Polizia di Stato, su delega della Procura
Distrettuale della Repubblica di Catania, ha dato esecuzione ad un’ordinanza
applicativa della misura cautelare personale in carcere emessa dal GIP
competente, nei confronti di S.O.M. 50enne, ritenuto responsabile, a
vario titolo, dei reati di lesioni personali aggravate, violenza sessuale e
porto abusivo di arma bianca. Lui, incensurato, aveva costretto la moglie a
subire per anni violenze di ogni genere, sino a trattarla alla stregua di un
vero e proprio oggetto. L’azione violenta è emersa dalle indagini svolte
dal personale del Commissariato di Nesima, sotto la direzione della Procura
della Repubblica di Catania, circa l’ennesimo episodio di violenza di
genere, per fortuna conclusosi prima di un tragico epilogo. La vittima, a
cui è stato fornito il necessario sostegno psicologico grazie al contributo
di una delle associazioni attive nel capoluogo etneo per la protezione delle
donne vittime di violenza di genere, è stata trasferita presso una struttura
protetta dove permarrà sino a cessate esigenze.
SCORDIA
CT - Carabinieri
scoprono “cocaina” preparata in casa per smercio. I militari della
Compagnia di Palagonia hanno sequestrato, oltre alla droga, i soldi ricavati
illecitamente e posto ai domiciliari nella flagranza Antonino GAMBERA
48enne di Scordia. Il personaggio é ritenuto responsabile di detenzione
finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Gli uomini del Nucleo
Operativo ieri sera, hanno concluso efficacemente una trance della lotta al
traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti. I militari hanno avuto
accesso nell’abitazione del reo, luogo in cui, previa perquisizione, ed
hanno rinvenuto e sequestrato 24 dosi di cocaina, circa 1.200 € in contanti,
1 bilancino elettronico di precisione e diverso materiale utilizzato
comunemente dagli spacciatori per confezionare la droga. L’arrestato,
assolte le formalità di rito, è stato relegato agli arresti domiciliari.
PATERNO’
CT
- 4 Kg di “marijuana” sotterrata vicino
binari ferrovia. I Carabinieri della
Compagnia di Paternò sono impegnati nella lotta al traffico e spaccio
di sostanze stupefacenti. Gli uomini del Nucleo Operativo pomeriggio di
ieri hanno battuto palmo a palmo una vasta aria rurale del comprensorio
paternese per sottrare una delle fonti di sostentamento economico della
criminalità organizzata. L’operazione ha consentito di rinvenire, tra le
località Tre Fontane e San Marco, lungo la vecchia linea ferrata che una
volta collegava Motta Sant’Anastasia a Regalbuto (EN), 2 bidoni di plastica
occultati sotto terra contenenti oltre 4 Kg di “marijuana” che,
opportunamente lavorata e dosata, avrebbe potuto fruttare al dettaglio circa
40.000 euro. La droga è stata posta sotto sequestro in attesa della
successiva distruzione.
CATANIA
–
Polizia esegue 1 esecuzione,
Santapaola-Ercolano: usura ed estorsione.
Gli agenti nell’ambito dell’attività volta al rintraccio di soggetti
destinatari di provvedimenti restrittivi, hanno eseguito ordini di
esecuzione per la carcerazione disposti dall’Autorità Giudiziaria. La
Squadra “Catturandi” ha tratto in arresto:
Salvatore Maurizio
BUZZA 53ennegià
noto, destinatario di ordine di
esecuzione per la carcerazione, emesso il 14 giugno 2018 dalla Procura
della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Catania – Ufficio
Esecuzioni penali, dovendo espiare la pena detentiva di 3 anni e 8 mesi, per
i reati di usura ed estorsione, aggravata dall’art.7 D.L.152/1991, per avere
agito con modalità mafiose (clan Santapaola-Ercolano). Il soggetto
era sto tratto in arresto il 9 settembre 2015 nell’ambito dell’operazione
“Dirty Money” condotta dalla Squadra Mobile di Catania, in esecuzione
di ordinanza di custodia cautelare emessa il 4 settembre 2015 dal G.I.P.
del Tribunale di Catania nei confronti di 8 persone ritenute responsabili, a
vario titolo, di usura ed estorsione con l’aggravante di aver commesso il
fatto avvalendosi delle condizioni p. e p. dall’art. 416 c.p.
ADRANO
CT–
25enne ucciso in parcheggio autolavaggio, indaga Polizia. La vittima
Giuseppe Dainotti di 25 anni era residente nel quartiere catanese di
Librino. Il giovane, con la testa incappucciata, sarebbe stato ucciso con
un colpo d’arma da fuoco nel parcheggio adranita con annesso autolavaggio e
poi l’auto sarebbe stata abbandonata sul ciglio della strada per
Bronte. Gli agenti della Squadra Mobile di Catania e del Commissariato di
Adrano che indagano, dopo il ritrovamento del corpo privo di documenti di
riconoscimento, hanno ricostruito la dinamica del delitto. Gli inquirenti
hanno immediatamente prelevato le impronte digitali per risalire
all’identità di Giuseppe Dainotti. Un testimone, ascoltato dalla polizia,
pare fosse convinto che il colpo mortale sia stato esploso accidentalmente
da chi stava per entrare in azione per rapina forse nel parcheggio stesso.
Gli inquirenti non escludono ipotesi e tesi di conflitto a fuoco. Le
indagini sono della squadra mobile della Questura di Catania, coordinate
dal sostituto procuratore Martina Bonfiglio del dipartimento reati contro la
persona con il coordinamento del procuratore aggiunto Ignazio Fonzo.
(video
assenteisti)
CATANIA
–
Polizia filma 5
dipendenti Pubbliservizi in servizio ma distanti dal luogo lavoro in auto
azienda:5 sospesi.
La Polizia di
Stato, nella mattina, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica
di Catania, ha dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di misura
cautelare della sospensione dal pubblico servizio, emessa il 6 aprile 2018
dal G.I.P. del Tribunale di Catania, a carico di 5 dipendenti della
società “Pubbliservizi S.p.a.” ritenuti responsabili del reato di
peculato. La misura cautelare ha accolto gli esiti di attività
investigativa, coordinata dalla Procura Distrettuale della Repubblica di
Catania e condotta dalla Squadra Mobile - Sezione Reati contro il Patrimonio
e la P.A. - Unità Anticorruzione nell’arco temporale luglio - settembre
2017. L’inchiesta ha consentito di verificare che 5 dipendenti della
società “Pubbliservizi S.p.a.” (Società house dell’Ente
pubblico Città Metropolitana di Catania - ex Provincia Regionale -
“esercente attività di servizi integrati di gestione agli edifici”) -
con funzioni di coordinamento e con autonomia decisionale sulle attività di
altri dipendenti che espletano mansioni meramente esecutive (operai), avendo
per ragioni di servizio la disponibilità degli autoveicoli della società, se
ne siano appropriati, utilizzandoli sistematicamente per fini meramente
privati sia durante che al di fuori dell’orario di servizio. Le indagini,
coordinate dalla Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, avviate a
seguito di contributo investigativo offerto da personale del Commissariato
di P.S. Borgo - Ognina, si sono avvalse di attività di tipo tecnico e
correlata attività di p.g. di tipo tradizionale (pedinamenti e
osservazioni). I sistemi di localizzazione satellitare G.P.S. installati
sulle autovetture di servizio, non disgiunti da mirati servizi di P.G. di
tipo tradizionale, hanno fatto emergere l’indebito utilizzo fatto dai
dipendenti - tutti preposti all’organizzazione di servizi con funzione di
incaricati di pubblico servizio - i quali oltre ad utilizzare detti veicoli
per fini meramente privati, erano soliti parcheggiarli presso il loro
domicilio o presso la loro residenza estiva, alla stregua di mezzi di
proprietà. I servizi di osservazione dei poliziotti hanno consentito di
accertare che due dipendenti della società si recavano con le auto di
servizio presso le loro case di villeggiatura, ubicate in provincia di
Siracusa, mentre altri, sia durante che oltre l’orario di servizio od anche
nei periodi di ferie, le utilizzavano per raggiungere esercizi commerciali
(supermercati e negozi) dove, dopo avere effettuato l’acquisto, caricavano
la merce nel portabagagli del mezzo. La Polizia, nel corso delle indagini ha
rilevato l’utilizzo delle vetture per recarsi presso agenzie di scommesse
od ulteriori luoghi ricreativi. I soggetti indagati avrebbero attestato
sistematicamente false prestazioni lavorative, in realtà mai effettuate,
indicandone i relativi orari nonché la tipologia di lavoro svolto nel
“foglio presenze” e nel modulo denominato “riepilogo trasferta
viabilità”. I dipendenti - coordinatori, sebbene non avessero svolto le
prestazioni lavorative falsamente attestate, venivano regolarmente
retribuiti dalla società “Pubbliservizi S.p.a.”, procurandosi un
ingiusto profitto con contestualmente danno economico per l’Ente pubblico
Città Metropolitana di Catania che, controllando la predetta società, ha
erroneamente elargito somme di denaro come retribuzione di prestazioni
lavorative mai effettuate. Il G.I.P. del Tribunale di Catania, tenuto conto
del grado di gravità e di reiterazione dei fatti delittuosi compiuti, ha
comminato una differente durata della misura cautelare della sospensione dal
pubblico servizio, che risulta per 2 destinatari di 6 e 8 mesi, mentre per
gli altri 3 di 10 mesi.
CATANIA
– Ai
domiciliari a Zia Lisa spaccia
da finestra: CC bloccano
detenuto. I Carabinieri della
Stazione di Catania Librino hanno preso nella flagranza Simone Alessandro
RUSSO 22enne catanese, poiché ritenuto responsabile di detenzione
finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. L’afflusso anomalo di
giovani verso l’abitazione del detenuto non è passato inosservato ai
militari di pattuglia i quali, dopo un breve periodo di osservazione, hanno
visto il detenuto passare ai clienti la droga dalla finestra di casa, posta
al pianoterra. I tutori dell’ordine hanno scelto il momento favorevole per
fare irruzione nell’immobile e bloccare il pusher mentre tentava di disfarsi
di circa 10 grammi di cocaina, in parte suddivisa in dosi. La droga, ed il
materiale utile al confezionamento delle dosi, sono sequestrati e
l’arrestato, in attesa della direttissima, è stato ricollocato ai
domiciliari.
CATANIA
– 3 morti in esplosione edificio via Garibaldi: 2
sono vigili fuoco. La terza vittima sarebbe stata trovata carbonizzata.
I vigili del fuoco sono :
Giorgio Grammatico e Dario Ambiamonte, nella palazzina è stato
trovato carbonizzato
Giuseppe Longo. Altri due
pompieri sarebbero ricoverati in condizioni preoccupanti all’ospedale
Garibaldi. Secondo una prima ricostruzione : alcuni cittadini lamentavano un
fortissimo odore di gas per una fuga proveniente probabilmente da un negozio
che ripara le biciclette e sarebbero scattati i soccorsi della squadra dei
vigili del fuoco di Catania. Mentre i pompieri erano nella zona si sarebbe
verificata la potente deflagrazione che avrebbe causato la tragedia. Tutta
l’area da piazza Palestro a via Garibaldi, è stata transennata ed inibita al
traffico. La Procura di Catania ha aperto una
inchiesta per accertare eventuali responsabilità Sembra da accertare se i
vigili del fuoco, allertati dai vicini che avevano sentito l’odore di gas,
abbiano utilizzato una motosega per rimuovere il catenaccio dalla
saracinesca, poi l’esplosione.
CATANIA
– Madre
denuncia figlio violento, scaraventa sorella e minaccia di lanciarla nel
vuoto. Agenti della Polizia di
Stato dell’U.P.G.S.P.- Squadra Volante ieri mattina hanno arrestato per i
reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali D.F.F.,
45enne.
La chiamata di una donna con richiesta
d’aiuto, è giunta sulla linea 112 NUE, segnalando che il figlio stava
aggredendo fisicamente l’altra figlia nella loro abitazione. Le due donne,
terrorizzate da quanto accaduto, ai poliziotti hanno riferito che lui,
soffre di turbe psichiche e non segue la terapia medica prescrittagli, ed
assume costantemente atteggiamenti violenti nei confronti dei familiari,
minacciando di buttarli giù dal balcone e di tagliare loro la gola. Il
personaggio di mattina per futili motivi si sarebbe scagliato contro la
sorella e dopo averla strattonata l’avrebbe scaraventava contro un muretto
interno all’abitazione, procurandole contusioni e distorsioni giudicate
guaribili dai medici del P.S. dell’Ospedale Vittorio Emanuele in trenta
giorni.
La donna ha riferito ai tutori dell’ordine
che a seguito di ulteriori episodi di aggressione avvenuti in ambito
familiare nel 2016 e nel 2017, già aveva denunciato il figlio per i reati di
violenza privata e minacce. L’aggredita, dopo le cure mediche, ha
formalizzato la denuncia contro il fratello. Il soggetto per tali motivi, è
stato arrestato e su disposizione del P.M. di turno condotto presso la Casa
Circondariale di Piazza Lanza in attesa dell’udienza di convalida innanzi al
G.I.P.
CATANIA -
Persevera a molestare ex compagna diversamente abile: stalker ai domiciliari.
I Carabinieri della Stazione di Catania Piazza Dante hanno arrestato un
catanese 24enne già noto, in esecuzione di una misura cautelare disposta
dal G.I.P. del Tribunale di Catania in ordine ai reati di atti persecutori e
mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice. La vittima aveva
conosciuto il suo aguzzino all’inizio del 2016 su Facebook, se n’era
innamorata ed era andata a convivere con lui. La ragazza, mai avrebbe potuto
immaginare che lui, oltre a farle perdere ogni contatto con la famiglia
d’origine, dopo una gravidanza, l’avrebbe sottoposta ad ogni sorta di
maltrattamento fisico – le spegneva sulle braccia le sigarette - nonché
psichico “se mi lasci ti toglieranno il bambino e non lo rivedrai mai più”,
sfociato addirittura nel sequestro di persona concretizzatosi quando lui nel
recarsi al lavoro la costringeva a rimanere in casa, chiusa a chiave e
senza alcuna possibilità di lasciare l'abitazione. Il persecutore, era stato
arrestato lo scorso novembre, e dopo una breve parentesi in carcere, aveva
ottenuto i domiciliari e da qualche mese era stato rimesso in libertà con il
divieto assoluto di avvicinarsi alla donna ed ai suoi familiari. Un
provvedimento che non l’ha per niente intimorito tanto che lui attraverso un
profilo Facebook ha iniziato a minacciare la ragazza ed i suoi familiari,
specialmente la sorella e la nonna materna (della ragazza), con frasi
inequivocabili del tipo: “Ora che sono libero via ammazzo tutti quanti”,
fino ad avvicinarle spavaldamente in occasione dei festeggiamenti per la
Santa Patrona del capoluogo etneo e farle il segno del taglio della gola. I
gesti hanno convinto le vittime, anche per salvaguardare la ragazza ed il
figlioletto di appena 10 mesi, preteso a gran voce dal padre, a denunciarlo
ai Carabinieri di Piazza Dante. L’Autorità Giudiziaria alla quale, gli
investigatori hanno fornito prove circa l’azione persecutoria posta in
essere dal soggetto, ha ordinato l’arresto e la sottoposizione agli
arresti domiciliari.
Catania
– Bimbo 5 anni
sequestrato per riscatto prestito, CC arrestano 2
rumeni, trovato il piccolo.
I militari del Comando Provinciale di Catania hanno
arrestato nella flagranza di reato i romeni Adrian
MUTI 32enne e Valentin Gabriel NICÀ 23enne,
poiché ritenuti responsabili del concorso in sequestro
di persona a scopo estorsivo, lesioni personali e
danneggiamento. Un romeno, ieri sera, intorno alle
21:00, ha denunciato al numero unico delle emergenze il
rapimento del figlio minore avvenuto ad opera di 2
connazionali in Via Amerigo Vespucci a Catania ed ha
chiesto aiuto. Alcune pattuglie del Nucleo
Radiomobile immediatamente, tramite la Centrale
Operativa del Comando Provinciale di Piazza Verga,
giungevano sul posto. Gli equipaggi, sentendo l’uomo,
hanno ricostruito rapidamente la dinamica dei fatti
accaduti al fine di orientare immediatamente le ricerche
del minore. L’uomo, a bordo della sua auto ed
accompagnato dal figlioletto di cinque anni, stava
percorrendo la zona del mercato ortofrutticolo di San
Giuseppe La Rena quando una Moto Ape di colore verde,
con a bordo 3 individui, l’ha costretto ad arrestare
la marcia. 1 dei 3 sceso dal mezzo, ha aperto la
portiera lato passeggero della vettura e con violenza ha
prelevato il bambino trascinandolo sulla Moto Ape
gridando all’indirizzo del padre testualmente: “Se vuoi
rivedere tuo figlio restituiscimi i tremila euro!”. Il
padre nel disperato tentativo di recuperare il figlio
era costretto ad affrontare gli altri 2 complici i quali
non esitavano a colpirlo ripetutamente con calci e pugni
lasciandolo sanguinante per terra. Il terzetto, prima di
allontanarsi, avrebbe cosparso di benzina l’auto del
malcapitato dandole fuoco. I Carabinieri, acquisita la
descrizione fisico-somatica dei tre e l’ubicazione di
dove abitualmente dimoravano, ed accompagnati dal padre,
si sono recati in un palazzo abbandonato di Via
Crocefisso a Catania dove hanno trovato il 23enne. Il
soggetto inizialmente, seppur riconosciuto dal padre del
minore, avrebbe negato un suo coinvolgimento nella
vicenda ma successivamente, messo alle strette dai
militari, ha confessato. Il maldestro, intimorito, ha
chiamato al telefono uno dei complici avvertendolo che
i Carabinieri avevano scoperto tutto e li stavano
cercando. La capillare attività di ricerca del bambino,
non consentiva ai rapitori di trovare un sicuro
nascondiglio per rifugiarsi e pertanto i criminali
preferivano abbandonare il minore in Via San Giuseppe La
Rena nei pressi del campo nomadi, dove veniva ritrovato
dallo zio paterno, che l’ha soccorso in strada
sentendone il pianto a dirotto. Una pattuglia ha
provveduto a recuperare il minorenne ed altri militari
su due gazzelle si sono posti alla ricerca dei complici
rintracciando il solo 32enne in Via della Concordia. Le
motivazioni che avrebbero spinto i tre rapitori a
compiere il gesto scellerato, sarebbero da ricondurre ad
un debito di 2.000 €, che il padre del bambino aveva
contratto, in un momento di estremo bisogno, con il
32enne lo scorso dicembre. Quest’ultimo, avrebbe
preteso, dalla vittima, la somma complessiva di euro
3.000 comprensiva degli interessi maturati. Gli
arrestati, assolte le formalità di rito, sono stati
associati al carcere di Catania Piazza Lanza.
Catania – Rapinatore
trasfertista in manette.
I Carabinieri della Stazione di Catania
Piazza Dante hanno arrestato
Francesco Giuseppe INDORATO 49enne catanese, su ordine di carcerazione
emesso dal Tribunale della Procura Repubblica di Bologna.
Il
personaggio dovrà espiare la pena complessiva di 4 anni, 8 mesi e 28 giorni
di reclusione poiché riconosciuto colpevole di rapina e lesioni personali,
reati commessi il 17 febbraio 2014 ad Imola (BO).
L’arrestato,
espletate le formalità di rito, è stato associato nel carcere di Piazza
Lanza, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.
Catania
– Già ai
domiciliari nasconde in casa a Zia Lisa droga e documenti rubati. I
Carabinieri della Stazione di Catania Librino hanno sorpreso nella flagranza
il catanese Simone Alessandro RUSSO 22enne, già ristretto ai
domiciliari, poiché ritenuto responsabile di detenzione finalizzata allo
spaccio di sostanze stupefacenti e ricettazione. I militari, l’altra
notte a conclusione di una breve ma proficua attività info investigativa,
hanno fatto irruzione nell’abitazione del detenuto luogo in cui, previa
perquisizione, hanno rinvenuto e sequestrato: 100 grammi di marijuana, già
suddivisa in dosi pronte allo smercio, nonché dei documenti di identità e
carnet di assegni, risultati rubati nel lontano febbraio del 2009.
L’arrestato, in
attesa dell’udienza di convalida, è stato ricollocato agli arresti
domiciliari.
Belpasso CT – Carabinieri ammanettano 1
condannato per truffa. I Carabinieri della
Stazione di Belpasso hanno arrestato
Pasquale BELLIA 57enne del posto, in esecuzione di un ordine per la
carcerazione emesso dal Tribunale di Catania.
Il personaggio è
stato condannato per truffa aggravata continuata, reato commesso in più
periodi in tutto il territorio nazionale, dovrà scontare in carcere la pena
comminatagli equivalente ad 2 anni, 8 mesi e 8giorni di reclusione.
L’arrestato,
assolte le formalità di rito, è stato rinchiuso nel carcere di Catania
Piazza Lanza.
Catania
–
Polizia ammanetta 25enne per ricettazione, furto ed evasione.
Si tratta di Giuseppe TORRISI 25enne. Nella di Agenti della Squadra
di Polizia Giudiziaria del Commissariato Centrale, ieri sera, hanno
rintracciato e tratto in arresto Giuseppe TORRISI. Il soggetto aveva a suo
carico un Ordine di carcerazione, emesso dalla Procura della Repubblica
presso il Tribunale di Catania, dovendo scontare la pena di 1 anno, 7 mesi e
24 giorni di reclusione, nonché la multa di 8.400€. Si tratta di un
provvedimento di unificazione di pene concorrenti per reati di ricettazione,
furto ed evasione, commessi nel 2013 a Catania.
Caltagirone
CT –
Carabinieri ammanettano stalker acese:
minacce ad ex compagna e famiglia.
I Carabinieri della Stazione di Caltagirone hanno arrestato un acese
32enne, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal
G.I.P. del Tribunale calatino.
La fine della relazione, dalla quale era nato un bambino, ed il conseguente
affidamento alla madre non sarebbe stato accettato da lui che in una vera
e propria escalation di rabbia e violenza avrebbe preso di mira l’ex
compagna 27enne di Caltagirone e la sua famiglia. Le azioni, tradotte in
termini reali, hanno sequenza in più episodi : il danneggiamento delle
auto delle vittime, una minaccia, armato di coltello, prima alla sorella,
poi alla madre della vittima ed infine all’ex, anche con le innumerevoli
minacce telefoniche ed a mezzo sms. Lui si sarebbe rivolto alla donna la
quale, a suo giudizio sarebbe stata responsabile di avergli sottratto il
figlio, e l’avrebbe per tali motivi apostrofata con epiteti irripetibili.
Le denunce delle vittime, hanno permesso ai militari di raffigurare a
carico del persecutore un quadro probatorio pienamente condiviso
dall’Autorità Giudiziaria che, anche per salvaguardare l’incolumità del
minore oltre che della madre e dei suoi familiari, ha inteso ordinare
l’arresto e la reclusione nel carcere di Catania Piazza Lanza.
Catania
– Accusato di
uxoricidio con coltellate nel CARA di Mineo:30enne del Mali in manette.
La Polizia di
Stato ieri sera , ha posto in stato di fermo di indiziato di delitto:
Bill FRANCIS
30enne, cittadino del Mali,
in quanto gravemente indiziato del reato di omicidio volontario della moglie
Miracle FRANCIS, con le aggravanti di avere agito per motivi abbietti o
futili e con crudeltà.
Gli
agenti della Squadra Mobile e del Commissariato di P.S. di Caltagirone nella
tarda serata del 1 gennaio, erano intervenuti presso il C.A.R.A. di Mineo
(CT) dove, in un alloggio, al primo piano, veniva rinvenuto il cadavere di
una cittadina nigeriana, identificata per Miracle FRANCIS 26enne, ospite del
centro, riverso per terra in posizione supina. Gli investigatori dei 2
uffici, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Caltagirone,
hanno avviato immediatamente le indagini volte a fare luce sull’efferato
fatto di sangue. I poliziotti hanno effettuato con l’ausilio di personale
della Polizia Scientifica un meticoloso sopralluogo nell’alloggio,
all’interno del quale veniva rinvenuto e sequestrato, accanto al corpo della
donna, un coltello da cucina, con una lama di 13 cm circa, che presentava
tracce di sangue.
Il medico legale
intervenuto sul posto, a seguito di ispezione esterna, ha accertato che la
vittima presentava una ferita di arma da taglio al collo, facendo emergere
che l’autore del delitto aveva colpito la donna procurandole una profonda
lacerazione da punta che ne aveva cagionato la morte. L’alloggio, ultimati i
rilievi della Polizia Scientifica, protrattisi per tutta la notte, è stato
posto sotto sequestro.
Le indagini
hanno consentito, passo dopo passo, di acquisire univoci e concordanti
indizi di responsabilità a carico di Bill FRANCIS il quale, recatosi a
trovare la moglie ed i figli minori, di 8 e 6 anni, al culmine di una lite
avrebbe colpito la donna, dandosi alla fuga.
Gli investigatori hanno avviato le ricerche
del soggetto estendendole alla città di Catania. I poliziotti nel corso
della mattina e del pomeriggio di ieri 2 gennaio hanno acquisito le
dichiarazioni di alcuni cittadini stranieri dalle quali sarebbe emerso
univocamente, così come avevano già indicato i due figli minori, sentiti con
l’ausilio di psicologi, che la donna era in casa con il marito il quale, al
momento del ritrovamento del cadavere, si era già allontanato facendo
perdere le sue tracce. I servizi di localizzazione dell’utenza di Bill
FRANCIS, disposti dalla Procura della Repubblica di Caltagirone, hanno
confermato che lui, del quale veniva acquisita anche una fotografia, aveva
raggiunto la città di Catania. i poliziotti hanno approntato un dispositivo
di pattuglie volto al rintraccio del ricercato, specie nella zona della
stazione ferroviaria e dei pullman.
Un equipaggio
della Squadra Mobile, ieri pomeriggio, mentre proseguivano le
investigazioni, ha individuato il soggetto nella zona del centro cittadino,
nei pressi di un Internet point. FRANCIS privo di documenti, è stato
accompagnato presso gli Uffici della Mobile dove è stata rilevata
presentare nel suo corpo di graffi ed abrasioni, compatibili con una
colluttazione avuta con la vittima. Gli investigatori della Polizia
Scientifica hanno espletato attività mirate finalizzata alla ricerca di
eventuali tracce di sostanza ematica e/o tracce biologiche sia sul soggetto
che sull’abbigliamento indossato, che veniva posto sotto sequestro. Le
investigazioni hanno appurato, inoltre, che la presenza di Bill FRANCIS nei
pressi dell’Internet point non era casuale. Lui, sembrava volesse incassare
una somma di danaro in contanti che gli avrebbe consentito di raggiungere il
Nord Italia e poi l’estero.
FRANCIS in
occasione del controllo, alla richiesta al di mostrare quanto in suo
possesso, avrebbe estratto dalla tasca dei pantaloni un foglio manoscritto
in cui erano segnati i nominativi della moglie e dei figli. Il soggetto,
durante la permanenza negli uffici di polizia, in presenza di un interprete,
non ha reso dichiarazioni, si sarebbe lmitato ad affermare di non essersi
mai recato presso il C.A.R.A. di Mineo (CT). Bill FRANCIS, nella tarda
serata di ieri, alla luce dei gravi e concordanti indizi di responsabilità
raccolti a suo carico, veniva posto in stato di fermo di indiziato di
delitto per omicidio volontario, con le aggravanti di avere agito per motivi
abbietti o futili e con crudeltà, ed è stato associato nel carcere di
Catania a piazza Lanza a disposizione del Sostituto Procuratore di turno
presso la Procura della Repubblica di Catania.
Adrano
CT - Assalto a furgone tabacchi
e Monopoli, CC 2 in carcere.
I
Carabinieri della Stazione di Adrano hanno arrestato Maurizio SCARPATO
27enne ed Alessandro IMBROSCIANO 29enne entrambi del posto, in
esecuzione di un ordine per la carcerazione emesso dalla Corte di Appello di
Catania.
I 2 il 23 marzo del 2016
erano parte del commando che rapinò un furgone trasporto tabacchi per conto
dei Monopoli di Stato (valore 100.000 euro). Arrestati, sono stati
giudicati e ritenuti colpevoli di rapina aggravata in concorso e
ricettazione, reati per i quali è stata comminata per ambedue una pena
equivalente ad 3 anni e 4 mesi di reclusione. Gli arrestati, assolte le
formalità di rito, sono stati associati al carcere di Catania Piazza Lanza.
Catania
- CC eseguono carcerazione per associazione
tipo mafioso, rapina ed estorsione in concorso, residuo 6 mesi. I
Carabinieri della Stazione di Catania Librino hanno arrestato il catanese
Ignazio CAVALLARO 51enne, in esecuzione di un ordine per la
carcerazione emesso dal Tribunale di Catania.
il
personaggio è ritenuto colpevole dai giudici di associazione di tipo
mafioso, rapina ed estorsione in concorso, per reati commessi a Catania nel
2010. CAVALLARO dovrà espiare un residuo pena equivalente a mesi 6
di reclusione.
L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato associato al carcere di
Catania Piazza Lanza.
Mascali
CT
– Blitz CC in casa pusher, trovata marijuana e semi. I Carabinieri
della Stazione di Mascali, collaborati dai colleghi della locale Stazione,
hanno arrestato ai domiciliari nella flagranza Ignazio URSÌ 25enne
di Piedimonte Etneo, poiché ritenuto responsabile di detenzione finalizzata
allo spaccio di sostanze stupefacenti.
I
militari, la scorsa notte, a conclusione di una breve ma proficua attività
info investigativa hanno fatto irruzione nell’abitazione del giovane pusher
a Piedimonte Etneo. Gli investigatori nel luogo, previa perquisizione, hanno
rinvenuto occultati all’interno di alcuni mobili e sequestrato: 30 grammi
di “marijuana”, suddivisa in 100 dosi, nonché 250 semi di canapa
indiana, 1 bilancino elettronico di precisione e del materiale comunemente
utilizzato per il confezionamento delle dosi di stupefacente.
L’arrestato,
in attesa della direttissima, è stato relegato agli arresti domiciliari.
Catania
- Spaccio, a Borgo, CC Lupi bloccano 3
in azione e sequestrano ½kg droga. I militari del Nucleo Investigativo
del Comando Provinciale di Catania hanno arrestato ai domiciliari nella
flagranza i catanesi Adriano GRASSO 28enne, Federico GRASSO
25enne e Gabriele BERETTI 30enne, poiché ritenuti responsabili del
concorso in spaccio e detenzione illecita di sostanze stupefacenti.
I personaggi, avevano organizzato un’area di
spaccio tra le Vie Consolazione e Guglielmo dividendosi scrupolosamente le
mansioni: BERETTI, posto all’angolo tra le 2 strade e con in testa un casco
da moto di colore nero, fungeva da vedetta ed indirizzava i clienti in Via
Guglielmo dove ad attenderli vi era Adriano GRASSO che prendeva le
“ordinazioni” ed allontanandosi di una ventina di metri raggiungeva
Federico GRASSO “custode della droga” posta sul muro di cinta di una casa
diroccata da dove passava al complice le dosi richieste da piazzare in
cambio di denaro alla clientela. L’urlo della vedetta alla vista dei
Carabinieri, lanciato in tipico gergo catanese: “Auu, Occhiu!!!”, a
nulla è valso, in quanto i militari della Squadra Lupi sono riusciti in
pochi secondi a bloccare ed ammanettare la vedetta ed il pusher scovando
dentro la casa diroccata il terzo complice mentre cercava di nascondere 2
buste di plastica contenenti in totale 540 grammi di marijuana di cui una
parte, 38 dosi, già pronta ad essere smerciata. La droga è stata posta
sotto sequestro mentre gli arrestati, in attesa della direttissima, sono
stati relegati agli arresti domiciliari.
Catania
- Gruppo Picanello, CC sequestrano beni Pavone.
I militari del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando
Provinciale Carabinieri di Catania, su delega di questa Procura Distrettuale
della Repubblica, hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro dei beni,
emesso dal Tribunale di Catania – sezione misure di prevenzione ai sensi
del D. Lgs. 159/11 (Codice
delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione),
finalizzato alla successiva confisca, nei confronti di Lorenzo PAVONE
47enne nato a Catania, in atto detenuto. Le indagini patrimoniali
svolte dai Carabinieri, relative al periodo 2005-2016, hanno fatto emergere
che al Pavone, apparentemente impossidente, sono invece riferibili, in modo
indiretto e per il tramite di intestazioni fittizie, beni immobili e mobili
e attività di impresa, il cui valore appare sproporzionato rispetto ai
redditi dichiarati dal soggetto e dai componenti il suo nucleo familiare.
Oggetto di sequestro sono: 1 appartamento a Catania; 2 auto ed 1 moto ;
1 impresa individuale (rosticceria) a Catania, del valore complessivo di €
250.000 circa. Il personaggio è stato più volte condannato per associazione
di tipo mafioso, in particolare: con sentenza del 14 dicembre 2004, la
Corte di Assise di Appello di Catania l’ha condannato alla pena di 4 anni
e 6 mesi di reclusione per aver partecipato all’associazione mafiosa “Santapaola”;
il 10 dicembre 2014, il G.U.P. del Tribunale di Catania l’ha condannato
alla pena di 8 anni di reclusione per associazione di tipo mafioso
nell’ambito dell’operazione denominata “Fiori Bianchi”; con sentenza del
19.06.2015, la Corte di Appello di Catania lo ha condannato alla pena di
anni sei di reclusione, per estorsione aggravata; con sentenza del 10
dicembre 2016, la Corte di Appello di Catania l’ha condannato alla pena di 2
anni e 6 mesi di reclusione, per aver partecipato all’associazione
mafiosa “Santapaola”. Il personaggio per ultimo, il 9 gennaio 2017,
nell’ambito dell’operazione denominata “Orfeo”, è stato raggiunto da un’
ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. di Catania in quanto
gravemente indiziato di aver fatto parte con ruolo direttivo ed
organizzativo all’associazione mafiosa “Santapaola” ed in particolare del
gruppo di “Picanello”.
Catania
–
Cinofili col cane “Vite” hanno trovato in via
Capopassero 480 gr marijuana. Agenti delle Volanti e
della Squadra Cinofili di sera , hanno effettuato un
servizio di controllo del territorio in via Capopassero,
finalizzato al contrasto del fenomeno dello spaccio di
stupefacenti. Il contributo del cane “Vite”, nella zona
limitrofa al civico 121, ha permesso il rinvenimento,
occultato tra calcinacci e pannelli in legno, di un
ingente quantitativo di marijuana, per un peso
complessivo di circa 480 gr., suddiviso in involucri. Lo
stupefacente è stato sequestrato a carico di ignoti e
posto a disposizione dell’A.G., in attesa di
accertamenti di polizia scientifica volti ad individuare
il possessore.
Belpasso
CT
-
Statua Madonna in piazza S. Antonio "Mater Divinae
Gratiae".
La statua "Mater Divinae Gratiae" realizzata dallo
scultore Pier Manuel Cartalemi, dedicata alla Madonna
delle Grazie, venerata nella Parrocchia di Sant'Antonio
Abate è stata inaugurata ieri sera, in piazza S.
Antonio, è stata ufficialmente consegnata e scoperta nel
quartiere ed in città, gode di una particolare ed
intensa devozione. La realizzazione dell'opera è stata
fortemente voluta dal Comitato Festeggiamenti Maria SS.
delle Grazie e sostenuta dall'Amministrazione comunale.
La cerimonia si è svolta al termine di una celebrazione
eucaristica in piazza S. Antonio ed, hanno preso parte
il parroco padre Orazio Scuderi, il presidente del
Comitato, Angelo Pellegrino, il rettore del Santuario
Madonna della Sciara di Mompileri, padre Alfio Privitera
ed i sindaci : Carlo Caputo e di Mascalucia Giovanni
Leonardi. La serata ha infatti segnato un momento di
incontro spirituale tra le comunità di Belpasso e di
Mompileri, nelle cui vicinanze si trovano i ruderi
dell'antica chiesetta della Misericordia (oggi
territorio di Mascalucia) che secoli addietro si trovava
nel paese di Malpasso, distrutto dall'eruzione del 1669
e ricostruito prima a Fenicia Moncada e poi nell'attuale
Belpasso. La fede verso la Madonna delle Grazie era già
ardente ai tempi di Malpasso e la posa della statua ha
voluto rimarcare la storia e il legame tra le comunità,
oltre che testimoniare le radici di una devozione lunga
ben 480 anni (dal 1537, anno in cui il popolo di
Malpasso attribuì alla Madonna delle Grazie la
protezione durante una rovinosa eruzione). Il sindaco
Carlo Caputo ha evidenziato l'importanza della statua
legato al progetto delle 100 Sculture: il fascino
della pietra capace di resistere nei secoli.
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Ultimora
nov.
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Maxi blitz 400
Carabinieri,DDA 68 indagati in
operazione
Carback
: mafia, droga ed estorsioni con
furto auto
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CATANIA
–
Spaccio a LIBRINO: appartamenti IACP come area consumo,
300 Carabinieri eseguono 14 misure DDA.
Gli accusati devono rispondere di associazione,
ricettazione ed invasione di terreni o edifici. I
destinatari della
CUSTODIA IN CARCERE sono:
Antonino CAPIZZI 34enne, Francesco DI
BENEDETTO 35enne, Agatino Luciano FAMA'
29enne, Josè GIOIA 22enne, LR FF,
Federico Giosuè LIVOTI 21enne, Santo LIVOTI
inteso Melo 36enne, Santo PALAZZO 69enne, Angelo
Salvatore PANTO' 44enne, Antonio PARATORE
18enne, Salvatore PATANE' 54enne, Salvatore
Gaetano PLATANIA 33enne, Anthony Carmelo
SPAMPINATO 24enne, Salvatore ZERBO 60enne. I
militari dell’arma del Comando Provinciale di Catania
hanno operato su delega della Procura Distrettuale,
supportati dai reparti specializzati Compagnia di
Intervento Operativo del XII° Reggimento “Sicilia”, API
del Comando Provinciale di Catania e Nucleo Cinofili. I
tutori dell’ordine hanno dato esecuzione ad un’ordinanza
di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per
le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Catania,
su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei
confronti di 13 indagati in quanto ritenuti responsabili
a vario titolo dei reati di associazione per delinquere
finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze
stupefacenti, ricettazione ed invasione di terreni o
edifici. Il GIP presso il Tribunale per i Minorenni di
Catania, contestualmente ha emesso un’ulteriore
ordinanza applicativa di custodia cautelare in carcere,
su richiesta della Procura della Repubblica per i
Minorenni, nei confronti di 1 indagato, minorenne
all’epoca dei fatti, il quale sarebbe stato parte
integrante dell’associazione. I tutori dell’ordine, nel
medesimo contesto, hanno notificato l’avviso di
conclusione indagini preliminari ad altri 18 soggetti
nei confronti dei quali è stata riconosciuta la
sussistenza di gravi indizi di colpevolezza per i
medesimi reati. L’indagine, coordinata dalla Direzione
Distrettuale Antimafia e condotta dal Nucleo Operativo
della Compagnia Carabinieri di Catania Fontanarossa nel
periodo intercorrente tra settembre 2021 e ottobre 2022,
sia mediante attività tecniche che attraverso le
tradizionali attività di indagine quali osservazioni e
pedinamenti, ha permesso di acquisire, allo stato degli
atti ed in relazione ad una fase processuale che non ha
ancora consentito l’intervento delle difese, elementi
che dimostrerebbero l’esistenza di un’organizzazione
criminale dedita al traffico di cocaina, crack e
marijuana, operante in “regime di monopolio” nel
complesso di edifici del civico 12 di Viale Nitta, nel
quartiere di Librino. Gli investigatori evidenziano che
al riguardo l’associazione, sarebbe stata organizzata su
base piramidale, con ruoli ben definiti, avrebbe gestito
contemporaneamente 3 distinte “piazze di spaccio”. Le
risultanze investigative hanno portato gli inquirenti a
ritenere che la gestione e l’organizzazione di tale
associazione sarebbe stata affidata ai fratelli Santo e
Federico Giosuè LIVOTI, nonché a Carmelo Antony
SPAMPINATO, i quali avrebbero mantenuto costantemente i
contatti con un pluripregiudicato catanese che
nonostante fosse già detenuto in carcere per
associazione per delinquere di tipo mafioso, si
interessava in prima persona al traffico di
stupefacenti. L’attività degli inquirenti ha anche
consentito di decifrare il linguaggio in codice
utilizzato dai sodali per richiedere lo spostamento
delle sostanze stupefacenti dai depositi alle piazze di
spaccio. I tutori dell’ordine hanno appurato che in
molti casi, infatti, si utilizzavano termini
apparentemente insospettabili come “pacchetto di
sigarette” o “cibo per cani” per indicare dosi di
marijuana, o ancora “una birra”, “mezza birra” o “una
lampadina da 40 Watt” per indicare cocaina e la relativa
quantità. Gli inquirenti hanno appurato che quanto
alle piazze di spaccio, due dei siti di smercio della
droga avrebbero avuto come base logistica alcuni
appartamenti, riservati alla più rischiosa attività di
cessione di cocaina e crack; una piazza di spaccio
sarebbe stata gestita interamente su strada, sul
piazzale interno del complesso condominiale, in quanto
destinata alla compravendita di droghe leggere. La
peculiare organizzazione caratterizzante il sodalizio
prevedeva che le cessioni di sostanze stupefacenti
avvenissero sia su strada:sotto, che ai piani più alti
del complesso di edifici: sopra. Tutti questi luoghi,
inoltre, sarebbero stati presidiati da una fitta rete di
vedette, pronte ad allertare i pusher in caso di
interventi da parte delle forze dell’ordine. I militari
hanno evidenziato che, il sodalizio offrisse uno
specifico “servizio” aggiuntivo agli assuntori, mettendo
a loro disposizione un intero appartamento (cd. Drug
Room) in viale Nitta 12, accanto all’appartamento in cui
spacciavano, per consentire di consumare la sostanza in
tutta sicurezza, al riparo da occhi indiscreti. I 5
appartamenti, di proprietà dello IACP, che sarebbero
stati destinati ad ospitare le piazze di spaccio sono
stati oggetto di sequestro preventivo perché
abusivamente occupati. Il complessivo giro d’affari
dell’attività illecita avrebbe fruttato incassi per
diverse migliaia di euro al giorno, provento dello
smercio quotidiano ad alcune centinaia di acquirenti. I
Carabinieri, nel corso dell’attività d’indagine, a
riscontro delle investigazioni, hanno arrestato 23
soggetti per condotte connesse a spaccio di sostanze
stupefacenti, sequestrando oltre 4 chili di sostanze
stupefacenti, tra cocaina, crack e marijuana, denaro
contante per oltre 5mila euro, oltre a 18 catalizzatori
e 2 gruppi ottici di un’autovettura Smart, tutti
provento di furto, che sarebbero stati utilizzati dagli
acquirenti come metodo di pagamento in cambio delle dosi
di stupefacente. Le indagini hanno consentito altresì di
registrare come l’associazione avesse più volte tentato
di riorganizzare la dislocazione delle proprie piazze di
spaccio, cambiando gli appartamenti dove avvenivano le
cessioni, poiché messi alle strette dai continui arresti
e sequestri operati dai Carabinieri del Nucleo Operativo
Catania Fontanarossa. Il cerchio” attorno destinatari
del provvedimento di custodia cautelare relativo
all’operazione “Sottosopra” è stato definitivamente
chiuso. I Carabinieri del Comando Provinciale di Catania
ieri sera, hanno infatti ammanettato, al termine di
articolate e ininterrotte battute di ricerca, anche Federico
Giosuè LIVOTI e Josè GIOIA risultati
appunto irreperibili durante il blitz. I soggetti
ricercati, sentendosi braccati dai militari, si sono
presentati: il LIVOTI presso la caserma della
Stazione Carabinieri di Librino, mentre il GIOIA
direttamente ai cancelli della Casa Circondariale di
Catania Piazza Lanza. Entrambi sono a disposizione
dell’Autorità Giudiziaria.
CATANIA
- DOMENICO DEMAIO E' IL NUOVO
DIRIGENTE X REPARTO MOBILE.
Il Primo Dirigente della Polizia di Stato Domenico
Demaio
si è insediato alla guida del X Reparto Mobile di
Catania. Domenico DEMAIO è nato a Catania nel 1970,
laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli
Studi di Catania. Il funzionario, nel corso della sua
carriera ha ricoperto diversi incarichi nelle province
di Caltanissetta, Ragusa e Catania, maturando una solida
e diversificata esperienza professionale. Il dott.
Demaio in particolare, il 25 novembre 2002, è stato
assegnato, al Commissariato di Pubblica Sicurezza di
Gela dove, in qualità di responsabile della Sezione
investigativa del Commissariato, ha portato a termine
numerose indagini che hanno permesso di trarre in
arresto diversi esponenti di spicco delle consorterie
mafiose riconducibili a “Cosa Nostra” (gruppo Emmanuello
e gruppo Rinzivillo) ed alla Stidda, tutte operanti in
Gela. Il dirigente è stato trasferito, nel gennaio del
2012, alla Direzione Investigativa Antimafia, Centro
Operativo di Catania ed ha ricoperto diversi incarichi.
Domenico Demaio, successivamente, ha ricoperto
l’incarico di responsabile del Settore Indagini
Giudiziarie per poi approdare a gennaio del 2015 alla
Questura di Ragusa con l’incarico di Dirigente
dell’Ufficio Immigrazione. Il funzionario, durante lo
stesso periodo ha rivestito, il ruolo di componente
della Commissione per il riconoscimento della Protezione
Internazionale di Siracusa - Sezione di Ragusa ed il
ruolo di Componente del Consiglio Territoriale per
l’Immigrazione. Domenico Demaio dal gennaio 2017, ha
ricoperto l’incarico di Responsabile Sezione
Investigativa del Commissariato di Pubblica Sicurezza di
Gela occupandosi delle principali attività investigative
che hanno portato alla esecuzione di importanti
operazioni di Polizia. L’incarico di Capo di Gabinetto a
Ragusa è stato svolto il 24 febbraio 2020. Promosso
Primo Dirigente della Polizia di Stato nel novembre 2021
ha assunto l’incarico di Dirigente della Divisione
Anticrimine della Questura di Ragusa. Il dott. Domenico
DEMAIO, tra le esperienze professionali vanta anche la
partecipazione alle Commissioni di accesso Ispettive
che, nel 2004 e nel 2006, hanno portato all’adozione dei
decreti di scioglimento dei Comuni di Niscemi e Riesi.
Auguri di buon lavoro per l’incarico assunto al neo
dirigente del X Reparto Mobile di Catania Domenico
DEMAIO sia personali che dal nostro giornale.
(VIDEO
OPERAZIONE)
CATANIA
- Fossa dei Leoni II :
Direzione Distrettuale Antimafia a Catania coordina
inchiesta carabinieri su vicini ai Cappello finita con
14 indagati dal G.I.P. del Tribunale del Capoluogo
etneo.
I destinatari di misure
cautelari in carcere: Giuseppe AMORUSO 29enne,
Angelo CONDORELLI 33enne (già detenuto presso
casa circondariale Enna), Francesco CONDORELLI 38enne(già
detenuto presso casa circondariale Piazza Lanza),
Salvatore CRISTAUDO 34enne(già detenuto presso
casa circondariale Palermo), Orazio DRAGO 53enne,
Daniele Giuseppe FABIANO 34enne, Lucio
LOMBARDO 33enne, Alessandro ROSSELLO 26enne
(già detenuto presso casa circondariale Rossano
Calabro), Daniele ROSSELLO 30enne, Roberto
SANTAPAOLA 43enne,Nunzio TOMASELLI 32enne.100 militari dell’arma sono stati
impiegati nell’esecuzione della misura. I soggetti
interessati all’inchiesta sono accusati a vario titolo
di
associazione finalizzata al traffico, detenzione e
spaccio di sostanze stupefacenti Catania, Palermo, Cosenza ed Enna. L’indagine coordinata dalla
DDA di Catania
è
stata condotta dai Carabinieri della Compagnia di
Catania “Fontanarossa”. Gli investigatori hanno
smantellato una fiorente piazza di spaccio
situata lungo viale Grimaldi, nel quartiere Librino di
Catania, conosciuta appunto come “Fossa dei Leoni” (per
la sua struttura morfologica) e storicamente
riconducibile al clan “Cappello”.
L’organizzazione avrebbe strutturato le quotidiane
attività di spaccio in turni, suddividendo un
prefiltraggio dei clienti.
(VIDEO OPERAZIONE) Pusher e vedette si erano inventati un vero e proprio “codice
segreto” per individuare gli stupefacenti : “camicie”
per la cocaina, “crackers” per il crack e “giubbotto”
per la marijuana. I soggetti avrebbero realizzato anche
baluardi veri e propri a mo’ di “difese passive”
nel luogo dello smercio di droga, addirittura una palazzina era protetta da un portone abusivo,
in ferro battuto che era apribile solo dall’interno. I
Carabinieri, nel corso dell’attività, hanno eseguito
complessivamente 26 arresti in flagranza di reato,
sequestrato circa 67 kg di droga, in prevalenza
marijuana, 2 pistole, 1 fucile e cartucce di vario
calibro.
CATANIA
–
INSEDIATO QUESTORE GIUSEPPE
BELLASSAI. Il neo Questore Giuseppe Bellassai
ha formalmente assunto, dal 2 ottobre, l’incarico nella
provincia di Catania ed innanzitutto, ha voluto rendere
omaggio ai Caduti della Polizia di Stato di Catania,
deponendo una corona d’alloro sulla lapide che,
all’ingresso della Questura, ne ricorda i nomi. Il dott.
Bellassai, nel corso della mattinata, ha, prima,
incontrato Dirigenti e collaboratori della Questura ed a
seguire, le Organizzazioni Sindacali della Polizia di
Stato e dell’amministrazione Civile dell’Interno ed i
giornalisti. Le prime visite istituzionali, sono state
per S.E. il Prefetto, il Procuratore della Repubblica,
il Sindaco e l’Arcivescovo di Catania. Il Dirigente
Generale di Pubblica Sicurezza Giuseppe Bellassai,
ha un curriculum di tutto rispetto : siciliano
originario di Santa Croce Camerina (RG), classe 1962 è
attivo in Polizia da trentacinque anni. Giuseppe
Bellassai ha diretto diversi ed importanti uffici. Il
Questore è entrato in Polizia nel 1988, ed ha
frequentato il Corso di Formazione per Funzionari della
Polizia di Stato presso la scuola Superiore di Roma. Il
dott. Bellassai, al termine del Corso, con la qualifica
di Vice Commissario, si è trasferito presso la Scuola di
formazione della Polizia Ferroviaria di Bologna. Il
funzionario, nel novembre del 1991, è stato trasferito
alla Questura di Ragusa, con l’incarico di addetto della
locale Squadra Mobile. Le capacità professionali hanno
portato, il dott. Bellassai, dopo solo un anno, ad
assumere la Dirigenza dell'Ufficio fino all’ottobre del
2005. Numerosissimi successi investigativi hanno
costellato gli anni trascorsi alla Squadra Mobile
essendo state disarticolate ed azzerate locali cosche
mafiose anche grazie all’arresto di tutti i latitanti in
provincia. I brillanti risultati conseguiti valgono al
dott. Bellassai, nel dicembre del 2005, la promozione a
Primo Dirigente ed il successivo trasferimento, a
seguito della frequentazione del relativo Corso
Dirigenziale, presso la Questura di Agrigento. Il
funzionario in quella zona delicata della Sicilia ha
diretto la Divisione di Polizia Amministrativa e Sociale
e dell’Immigrazione. Il Centro di Accoglienza di
Lampedusa inizia in quel periodo ad essere travolto da
centinaia di sbarchi di profughi in fuga dai propri
territori martoriati da guerre civili. Il dott.
Bellassai mette in evidenza le capacità organizzative e
le attitudini alla direzione di importanti servizi di
ordine e sicurezza pubblica. Il Dipartimento della
Pubblica Sicurezza invia il funzionario in missione, per
4 anni, presso il Centro di Lampedusa, dove gestisce le
criticità connesse al fenomeno migratorio. Il dott.
Bellassai, dal giugno del 2010 è stato promosso Vicario
del Questore di Trapani ricoprendo l’incarico fino al 1°
agosto 2014. Il passaggio a Palermo è nell'agosto 2014
per assumere le funzioni di Vicario del Questore
distinguendosi ancora per i delicati servizi di ordine
pubblico che ha coordinato nella complicata realtà del
capoluogo siciliano. Giuseppe Bellassai nel marzo
2016 è stato promosso a Dirigente Superiore ed ad
ottobre assume la guida della Questura di Benevento
fino al 1° maggio 2019 quando ha ricevuto l’incarico di
Questore a Taranto. Il funzionario ha svolto dal 25
ottobre 2021 le mansioni di Questore a Perugia. Il dott.
Bellassai il 28 giugno 2023 è stato promosso quale
Dirigente Generale della Pubblica Sicurezza. Gli
auguri di un proficuo e buon lavoro al Questore Giuseppe
Bellassai sono sia da parte della nostra redazione che
personali.
CATANIA
-
Operazione antimafia, 100
Carabinieri comando provinciale in
ULTIMO ATTO eseguite 13 misure clan
Toscano-Tomasello-Mazzaglia
di Biancavilla vicini ai Santapaola.
Si tratta di
Salvatore Manuel
AMATO30enne nato a Biancavilla;
Fabrizio
DISTEFANO 32enne nato a Biancavilla;
Placido
GALVAGNO 46enne nato a Biancavilla;
Giovanni
GIOCO,63enne nato a Biancavilla;
Piero
LICCIARDELLO 28enne nato a Paternò;
Giuseppe
MANCARI 74enne nato a Biancavilla;
Nunzio
MARGAGLIO 28enne nato a Biancavilla;
Carmelo
MILITELLO 48enne nato a Biancavilla;
Nicola Gabriele
MINISSALE 30enne nato a Catania;
Alfio MUSCIA
44enne nato a Biancavilla;
Ferdinando
PALERMO ,46enne nato a Paternò;
Mario VENIA
48enne nato a Biancavilla;
Carmelo VERCOCO
50enne nato in Germania.
L’attività dei militari dell’Arma si è svolta sia
nelle province
di Catania che
l’Aquila. I 100
Carabinieri del Comando Provinciale di Catania hanno
eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere
emessa dal G.I.P. del Tribunale etneo,
nei confronti di
13 indagati. Gli
accusati
devono rispondere di
“associazione di tipo
mafioso”, “estorsione”,
“associazione a delinquere finalizzata al traffico di
stupefacenti”,
reati aggravati dal “metodo mafioso”.
L’operazione
“Ultimo atto”, è coordinata dalla
Direzione Distrettuale Antimafia di Catania ed è
condotta dai Carabinieri di Paternò. L’inchiesta prese
avvio a seguito del tentato omicidio di Davide GALATI
MASSARO, avvenuto a Biancavilla il 9 settembre 2018. Gli
investigatori hanno
svelato le recenti evoluzioni del clan “Toscano-Tomasello-Mazzaglia”
di Biancavilla, ritenuta articolazione territoriale
della famiglia mafiosa di cosa nostra etnea “Santapaola-Ercolano”,
individuando, tra l’altro, l’attuale reggente. Le
indagini hanno messo in luce
oltre ad un fiorente traffico di stupefacenti, anche un
vasto giro di estorsioni ai danni di imprenditori di
Biancavilla. Vittime dei malfattori anche i
giostrai, che durante la festa patronale, erano
costretti a pagare il “pizzo” attraverso i
biglietti per le attrazioni, così che i figli degli
affiliati detenuti avrebbero potuto godersele “gratis”.
I militari nel corso dell’inchiesta hanno
sequestrato per la
confisca, anche due società
operanti nel
settore del trasporto merci, del valore di circa 5
Milioni di €,
direttamente riconducibili al clan.
CATANIA-
LAMBORGHINI IN PIAZZA UNIVERSITA’ PER “E…
STATE CON NOI
CAMPAGNA
SICUREZZA STRADALE POLIZIA DI STATO”.
La Huracán ed il Pullman Azzurro hanno riscosso un
grande successo nella due giorni catanese che ha portato
in prima linea donne ed uomini della Sezione Polizia
Stradale di Catania, gli Specialisti dei due mezzi
attrezzati che hanno attraversato l’Italia in un vero e
proprio tour della sicurezza stradale.
L’evento ha compreso la partecipazione e l’apprezzamento
del Prefetto di Catania, Maria Carmela
Librizzi la quale, nella prima giornata della
manifestazione, è stata accompagnata dal Vicario del
Questore di Catania dott. Salvatore Fazzino, dal
Comandante del Compartimento di Polizia Stradale Sicilia
Orientale dott. Nicola Spampinato e dal
Dirigente della
Sezione Polizia Stradale di Catania dott.ssa Maria
Carmela Sanfilippo
(INTERVISTA VIDEO)
i quali hanno illustrato le finalità della
manifestazione.
Il bus azzurro è dotato di un impianto multimediale di
simulazione di guida, a bordo si sono alternati giovani
e guidatori più esperti che hanno potuto sperimentare i
gravissimi pericoli derivanti da una guida imprudente e
non rispettosa delle regole stabilite dal Codice della
Strada.Visitatori hanno indossato occhiali distorsivi
che riproducevano le condizioni della vista umana
all’assunzione sovra-soglia di sostanze alcoliche. ed
hanno, percorso nello spazio antistante, il bus un
tracciato pedonabile appositamente creato.
Nessuno ha superto la sfida a rimanere nei limiti del
percorso, sebbene siano stati in tanti a sottostimare la
capacità estemporaneamente invalidante indotta
dall’alcol.
La prova dei fatti ha indotto tutti coloro i quali si
sono cimentati nella prova a riconoscere gli effetti
negativi, o meglio mortali, del mettersi alla guida in
stato di ebrezza alcolica o drogastica.
La Lamborghini ha inspirato ben altra ebrezza ed ha
letteralmente stregato grandi e piccini che si sono
avvicinati all’auto, affascinati dalle sue linee
sinuose. La Huracán, come tutte le attrezzature della
Polizia di Stato, è uno strumento al servizio della
sicurezza dei cittadini: in generale, infatti, viene
utilizzata per il trasporto di organi da trapianto.
L’appeal sprigionato dal suo design e le sue forme
disegnate da quel vento di tempesta, evocato sin dal suo
nome, sono senz’altro un forte richiamo per avvicinare
quanti subiscono l’attrazione velocità, allo scopo di
creare in loro una coscienza critica rispetto ai nefasti
esiti di una guida sprezzante d’ogni pericolo.
La Lamborghini Huracan per le sue eccezionali
prestazioni e strumenti più all’avanguardia di cui è
dotata comprende un frigo box allocato nel cofano
anteriore. La supercar è utilizzata sia per il
trasporto degli organi che dei tessuti umani destinati
ai trapianti. La Polizia Stradale ha una lunga
esperienza, sia nel trasporto con la Lamborghini, che
nelle scorte e nelle staffette al trasfererimento di
materiale ematico, per pazienti ed organi destinati ai
trapianti. La Polizia Stradale si sposta con la
Lamborghini lungo le arterie stradali dell’intero
territorio nazionale.
La vettura
Huracan
rimasta a Catania due giorni proviene da Roma.
(VIDEO)
CATANIA
Tentato omicidio per un debito in via
S.Maria Catena
Carabinieri fermano 2 su delega Procura provvedimento PM.
Si tratta dei catanesi Giovanni
GURRERI 22enne
e Filippo Antonio SAITTA 26enne. I Militari
dell’Arma, su delega della Procura Distrettuale della
Repubblica hanno dato esecuzione al provvedimento di
fermo emesso dal Pubblico Ministero. I due personaggi
sono gravemente indiziati, allo stato degli atti ed in
relazione ad una fase processuale che non consente
l’intervento delle difese, il primo di “Tentato
Omicidio”, “Detenzione e porto illegale d’arma da fuoco”
e “Detenzione illegale di munizioni”, mentre il
secondo per i reati di “Detenzione e porto illegale
d’arma da fuoco clandestina” e “Detenzione illegale di
munizioni”. I due soggetti fermati sono entrambi legati
da vincoli di parentela ad esponenti posti al vertice di
due compagini criminali cittadine, ed in particolare il
22enne a quella dei “Cursoti-Milanesi” mentre il 26enne
a quella dei “Santapaola-Ercolano”. GURRERI, inoltre,
era stato già coinvolto quale vittima, nel pomeriggio
dello scorso 3 gennaio, di un’aggressione terminata
con un’azione di fuoco durante la quale fu colpito ad
una gamba in viale Medaglie d’Oro. L’indagine, che ha
portato alle misure ed è stata coordinata dalla Procura
Distrettuale di Catania, è stata condotta dai
Carabinieri della Compagnia di “Catania – Piazza Dante”
con il qualificato contributo dei militari del Nucleo
Investigativo del Comando Provinciale di Catania.
L’inchiesta ha avuto origine da una sparatoria
verificatasi la mattinata del 31 luglio 2023, in via
Santa Maria della Catena, dove erano rimaste ferite due
persone. L’attività investigativa, condotta e
finalizzata con indagini sul territorio cittadino, con
raccolta di fonti testimoniali
e visione dei filmati
delle varie telecamere di sicurezza nella zona,
dimostrerebbe come, intorno le 10.50 di lunedì, alcune
persone avrebbero avuto delle discussioni all’interno di
un bar, verosimilmente per motivi economici. Gli
alterchi sarebbero sfociati in una accesa lite su
strada, all’esito della quale i due fermati si sarebbero
confrontati armi in pugno. 1 dei due in particolare,
nelle fasi più concitate della lite, il 22enne,
nell’esplodere alcuni colpi d’arma da fuoco ad altezza
uomo all’indirizzo del 26enne non avrebbe colpito la
vittima designata ma altre due persone risultate
estranee alla lite. I due feriti sono stati soccorsi
dai cittadini presenti sul posto, dopo le fasi animate
della sparatoria, ed i due contendenti avrebbero
guadagnato la fuga verso direzioni opposte. Gli
investigatori hanno evidenziato che, il primo si sarebbe
allontanato verso il centro cittadino mentre il secondo
per le vie limitrofe dove, poco dopo, i Carabinieri
hanno rinvenuto 1 pistola a salve modificata ed ancora
carica e con 1 colpo in canna calibro 380 ed ulteriori 2
proiettili calibro 380. I carabinieri della Sezione
Rilievi del Nucleo Investigativo successivamente sono
interventi sul posto ed hanno altresì repertato sul
luogo della sparatoria 4 bossoli calibro 7.65. I
militari, dopo una serrata attività info-investigativa e
di ricerca sul territorio hanno rintracciato i due il
3 agosto. Il primo presso l’abitazione di una
congiunta ed il secondo presso la casa di un amico sita
a Mascalucia (CT). I soggetti sono stati ristretti
presso la casa circondariale di Catania Bicocca in
attesa dell’udienza di convalida che si è tenuta venerdì
ed all’esito della quale il Giudice per le Indagini
Preliminari, dopo aver convalidato il fermo, ha disposto
la misura della custodia cautelare in carcere per
entrambi. I personaggi hanno ammesso i fatti ed hanno
ricondotto le ragioni della lite ad un pregresso debito
contratto dal Saitta, che non aveva mostrato
l’intenzione di estinguerlo tempestivamente, nei
confronti del Gurreri.
CATANIA
– USURA ED ESTORSIONE POLIZIA ESEGUE ORDINANZA GIP 9
MISURE SU DISPOSIZIONE PROCURA DISTRETTUALE. La
misura coercitiva è stata emessa l’8 maggio dal G.I.P.
del Tribunale di Catania, nei confronti di: Orazio DI
MAURO 66enne, Orazio Francesco DI MAURO
45enne, Giuseppa GIUFFIRDA 78enne,
Rosa Adriana LICCIARDELLO 74enne, Giovanni
LONGO 64enne, Carmelo MUSUMECI
53enne, Gaetano SUTERA 67enne, Luigi
VENTURA 61enne, Giuseppina BERGAMO 57enne.
Le indagini sono state coordinate dalla Procura
Distrettuale della Repubblica ed eseguite dalla locale
Squadra Mobile e dalla Sezione di P.G. della Polizia di
Stato della Procura. Gli investigatori hanno acquisito,
allo stato degli atti ed in relazione ad una fase
processuale che non ha ancora consentito l’intervento
delle Difese, elementi che dimostrerebbero la
partecipazione dei nove personaggi, talvolta a titolo
individuale e talvolta in concorso, alla commissione dei
reati. Il provvedimento restrittivo riguarda gli esiti
di attività di indagine, scaturita dalle dichiarazioni
di una parte offesa, costretta, per far fronte a debiti
di gioco. Il giocatore si sarebbe rivolto a soggetti
che avrebbero prestato danaro a strozzo, con un elevato
tasso usurario. Il malcapitato avrebbe quindi subito il
depauperamento del suo patrimonio economico ed
immobiliare. La vittima sarebbe stata indotta, a fronte
delle coeve pressioni, in alcuni casi materializzatesi
in minacce ed appostamenti sotto casa, esercitate su di
lei ad adempiere ai debiti forzosamente contratti. Il
malcapitato avrebbe poi esposto quanto accaduto agli
organi di polizia. Le investigazioni, supportate da
operazioni di intercettazione, hanno consentito di
riscontrare la fondatezza delle rivelazioni della
persona offesa. Gli inquirenti hanno portato alla luce
un sommerso e parassitario sistema di prestiti illeciti
che avrebbe coinvolto ulteriori soggetti rispetto a
quelli indicati dalla vittima e tradizionalmente dediti
a questo genere di attività delittuosa. Gli inquirenti,
nel prosieguo delle indagini, hano raccolto le
dichiarazioni delle altre persone offese, via via
identificate. I malcapitati di turno, in alcuni casi,
confermavano quanto emerso dalle indagini, fornendo
indicazioni precise in merito all’ammontare del prestito
richiesto ed accordato, delle rate, settimanalmente o
mensilmente, versate e del termine entro il quale la
restituzione sarebbe dovuta avvenire. Gli inquirenti
sulla scorta delle informazioni accertate, hanno
compreso che, mediamente, i piccoli prestiti si
aggiravano su importi variabili tra i 1.000 ed i 2.000€
e che i tassi usurari applicati, talvolta, potevano
arrivare a sfiorare anche il 490% annuo. Le
dichiarazioni delle persone offese, una ventina circa,
che si sono determinate a collaborare con gli
inquirenti, denunciando le condotte criminose di cui
erano vittime, hanno rappresentato una delle principali
fonti di prova a supporto dell’intero impianto
accusatorio posto a fondamento della misura cautelare. I
tutori dell’ordine hanno rilevato che le vittima in
altri casi, nonostante l’evidenza della prova, subendo
il timore di possibili ritorsioni o credendo che coloro
i quali avevano erogato il credito fossero benefattori,
hanno preferito tacere o dire il falso, limitandosi ad
ammettere prestiti di denaro senza la corresponsione di
alcun interesse. Gli inquirenti hanno valutato
l’atteggiamento e confermato la natura del reato di
usura quale “fenomeno sommerso” in cui le vittime,
trovandosi in uno stato di dipendenza, non solo
economica ma anche psicologica, manifestano reticenza
nell’affermare la verità dei fatti. I tutori dell’ordine
a riscontro delle risultanze d’indagine, hanno eseguito
perquisizioni nei confronti di alcuni degli indagati che
hanno permesso di rafforzare il compendio investigativo
e così di porre sotto sequestro materiale probatorio
costituito da denaro liquido, libri contabili e da vari
titoli di credito idonei a delineare l’entità
dell’attività di usura. Il Giudice per le indagini
preliminari, su richiesta del Pubblico Ministero
titolare del relativo fascicolo d’indagine, ha quindi
disposto per tutti, ad eccezione dell’indagata
Giuseppina BERGAMO, destinataria della misura degli
arresti domiciliari, l’applicazione della misura
cautelare della custodia in carcere, misure poi
eseguite, nel corso della mattinata del 16 maggio, con
traduzione presso la locale Casa Circondariale, dalla
Squadra Mobile e dalla sezione della Polizia della P.P.,
coadiuvati dal Reparto Prevenzione Crimine della
Sicilia Orientale. Le Forze dell’Ordine sono
specificamente inviate a supporto dalla Direzione
Centrale Anticrimine e dal Servizio Centrale Operativo,
nonché da personale della locale Questura e da
operatori specializzati di Polizia Scientifica.
(VIDEO
BLITZ)
(VIDEO
INCHIESTA
ARRESTATI)
CATANIA
-
Maxi blitz 400 Carabinieri, DDA 68 indagati in
operazione
Carback
: mafia, droga ed estorsioni con furto auto.
51 sono i
soggetti destinatari di custodia cautelare in carcere:
Agatino Lorenzo ABATE 46enne nato a Catania, Giuseppina
BELFIORE 55enne nata a Catania, Salvatore BIONDI 32enne
nato a Catania, Francesco CACIA 40enne nato a Catania,
Giuseppe CAMMARATA 53enne nato a Caltanissetta, Annibale
Giovanni CARO 63enne nato a Catania, Salvatore CARBONARO
41enne nato a Catania, Giovanni Edoardo CARUANA 31enne
nato a Catania, Febronio CONA 34enne nato a Caltagirone,
Gaetano CONDORELLI 37enne nato a Catania, Mario Cristian
COSTA 37enne nato a Catania, Emmanuele FALSAPERLA 25enne
nato a Catania, Massimo FERRERA 53enne nato a Catania,
Santo FICHERA 47enne nato a Catania, Concetto
FONTANAROSSA 37enne nato a Catania, Gioacchino
GIANGRECO 38enne nato a Palermo, Umberto GIARDINARO
29enne nato a Catania, Salvatore GIUFFRIDA 47enne nato a
Catania, Salvatore Nicola GRASSO 59enne nato a Catania,
Kevin MANGANARO 22enne nato a Catania, Andrea Antonio
MARINO 54enne nato a Catania, Antonino MASCALI 26enne
nato a Catania, Lorenzo MASCALI 43enne nato a Catania,
Francesco MAUGERI 24enne nato a Catania, Giuseppe
MIRABILE 32enne nato a Catania, Jonathal MUSUMECI 33enne
nato a Catania, Carmen NICOSIA 38enne nata a Catania,
Sebastiano NICOSIA 39enne nato a Catania, Gabriele
PAPPALARDO 18enne nato a Catania, Orazio Simone PITTERÀ
29enne nato a Catania, Nunzio PRIVITERA 43enne nato a
Catania, Marco PUGLIA 33enne nato a Catania, Giuseppe
PULVIRENTI 45enne nato a Catania, Christian RICCIO
32enne nata a Catania, Fabio RICCIO 46enne nato a
Catania, Agatino RUSSO 39enne nato a Nicolosi,
Agatino RUSSO 18enne nato a Catania, Dario
RUSTICO 35enne nato a Siracusa, Orazio RUSTICO 33enne
nato a Siracusa, Angelo SANFILIPPO 57enne nato a
Catania, Antonino SANTONOCITO 56enne nato a Catania,
Giuseppe SCUDERI 52enne nato a Catania, Simona
SPATICCHIA 38enne nata a Catania, Johnny STRANO 33enne
nato a Catania, Cristian TORRISI 29enne nato a Catania,
Alessandro TRICOMI 37enne nato a Catania, Santo TRICOMI
46enne nato a Catania, Salvatore Alberto TROPEA 33enne
nato a Catania, Daniele Francesco VENTIMIGLIA 24enne
nato a Catania, Roberto ZAMMATARO 34enne nato a Scordia,
Giorgio Daniele ZUCCARELLO 36enne nato a Catania.
17 sono i soggetti destinatari di misura cautelare degli
arresti domiciliari:
Daniele CADIRI 41enne nato a Catania,
Salvatore CAMBRIA 51enne nato a Catania,
Salvatore CARUSO 59enne nato a Varese, Giacomo CONA
63enne nato a Palagonia, Sebastiano Giovanni DESI 42enne
nato a Catania,
Antonio INTRUGLIO 49enne nato a Francofonte, Rosario LI PANI
34enne nato a Catania, Valerio MAGNI 33enne nato a
Catania,
Emanuele PAVONE 57enne nato a Catania, Giuseppe PIACENTE
52enne nato a Catania,
Orazio PUGLISI 58enne nato a Catania,
Antonino SAVOCA 32enne nato a Catania, Lorenzo SGROI
45enne nato a Catania, Filippo Marco STORNIOLO 34enne
nato a Catania, Giuseppe STRANO 56enne nato a Catania,
Fabio VINTALORO 45enne nato a Catania,
Santo VITTORIO 24enne nato a Catania. Gli
oltre 400 Carabinieri del Comando Provinciale di
Catania hanno condotto in tutta la provincia di Catania,
ed anche a Siracusa, Agrigento, Pavia e Vibo Valentia,
l’imponente operazione
“Carback”,
coadiuvati dal XXII Reggimento “Sicilia”, dallo
Squadrone Eliportato Cacciatori, dal Nucleo Elicotteri e
dal Nucleo Cinofili. I militari del Comando Provinciale
di Catania hanno eseguito l’ordinanza emessa dal GIP
presso il Tribunale di Catania nei confronti dei 68
indagati, accusati, a vario titolo, di “associazione di
stampo mafioso”, “associazione a delinquere finalizzata
al furto” di autovetture oggetto di successiva
“estorsione con il metodo del cavallo di ritorno”,
“ricettazione”, “associazione finalizzata al traffico di
sostanze stupefacenti” con l’aggravante mafiosa,
“acquisto e detenzione di sostanza stupefacente ai fini
di spaccio” e “detenzione illegale di armi e munizioni”.
L’indagine, denominata “Carback”, è stata condotta dalla
Compagnia Carabinieri di Catania Fontanarossa al
comando del Ten. Colonnello Giuseppe BATTAGLIA
con il coordinamento della Direzione Distrettuale
Antimafia di Catania.
I quattrocento militari del Comando Provinciale di
Catania, supportati dai reparti specializzati dell’Arma
dei Carabinieri (Compagnia di Intervento Operativo del
XII° Reggimento “Sicilia”, Squadrone Eliportato
“Cacciatori” Sicilia, Nucleo Elicotteri, Nucleo
Cinofili) hanno dato esecuzione all’ordinanza
applicativa di misure cautelari personali emessa dal
Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale
di Catania nei confronti di 68 soggetti indagati.
L’indagine, denominata “Carback” è stata
coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e
condotta dal Nucleo Operativo della Compagnia
Carabinieri di Catania Fontanarossa da settembre 2020 a
marzo 2021
comandata del Ten. Giovanni SPADONI.
L’inchiesta ha tratto origine da una approfondita e
qualificata attività di analisi sui furti di
autovetture, avvenuti nei precedenti mesi di giugno e
luglio, spesso rinvenute dopo qualche giorno in modo
apparentemente casuale. Gli investigatori con un primo
filone di indagine, proficuamente sviluppato grazie ai
riscontri effettuati ed all’attività tecnica svolta,
hanno delineato l’esistenza di una collaudata
organizzazione, costituita da 45 persone, dedita alla
commissione di furti, estorsioni e ricettazioni. Gli
inquirenti confermano il coinvolgimento anche di un
soggetto gravemente indiziato di appartenere al clan dei
“CURSOTI MILANESI”. I tutori dell’ordine hanno
evidenziato che in seno al sodalizio criminale avrebbero
operato tre batterie di ladri, responsabili di 54 furti,
attive nelle zone di Monte Po’, San Giorgio e San
Cristoforo. I maldestri avrebbero agito sulla base di
taciti accordi che prevedevano una chiara suddivisione
del territorio per lo svolgimento “coordinato” delle
loro attività delittuose. La batteria di Monte Po’
avrebbe operato nel quartiere Nesima di Catania e nei
paesi etnei, quella di San Giorgio avrebbe concentrato i
propri interessi nella zona di Catania centro, mentre il
gruppo di San Cristoforo avrebbe avuto “competenza”
esclusiva sui centri commerciali del capoluogo. Alcuni
soggetti con il ruolo di intermediari facevano parte
dell’organizzazione criminale e venivano contattati
dalle vittime, direttamente o per il tramite di
conoscenti, affinché si adoperassero per avviare l’iter
al fine di ottenere la restituzione del mezzo. L’importo
di ciascuna delle 33 estorsioni documentate poteva
variare tra 300 e 1.500 euro in base al modello e alle
condizioni dell’autovettura, al numero di persone
intervenute nell’intermediazione ed al rapporto di
conoscenza tra gli indagati e la vittima del furto. I
veicoli asportati venivano lasciati in sosta sulla
pubblica via, nel pieno rispetto di una regola non
scritta in base alla quale ciascuna batteria, prima di
disporre del mezzo, attendeva almeno tre giorni, per i
seguenti motivi: concedere un congruo periodo di tempo
al proprietario del veicolo rubato per mettersi in
contatto con la batteria responsabile del furto ed
intavolare l’illecita trattativa. Il cavallo di ritorno
rappresentava, infatti, l’obiettivo principale in quanto
garantiva all’associazione importi immediati e riduceva
significativamente i rischi connessi alla gestione del
mezzo (custodia, trasporto e altro); poter rimediare ad
eventuali “torti”, qualora l’autovettura asportata fosse
appartenuta a personaggi di particolare caratura
criminale o persone a loro vicine, provvedendo
all’immediata restituzione del mezzo; essere certi
dell’assenza di eventuali dispositivi GPS nascosti e non
individuati durante la “bonifica” del mezzo,
scongiurando in tal modo il rischio di essere scoperti
dalle Forze di Polizia. Le autovetture rubate, qualora
le estorsioni non fossero andate a buon fine, trascorsi
i tre giorni, venivano destinate alla ricettazione,
anche fuori Provincia, per la successiva immissione nel
fiorente mercato nero di veicoli e parti di ricambi. I
tutori dell’ordine, in tale ambito investigativo, hanno
deferito all’Autorità Giudiziaria 13 persone per
favoreggiamento personale, avendo fornito alla polizia
giudiziaria informazioni palesemente false e fuorvianti,
aiutando in tal modo gli autori del reato ad eludere le
indagini.
Gli investigatori in in secondo filone investigativo,
hanno coinvolto 30 persone, riguardo un ingente traffico
di sostanze stupefacenti gestito da un gruppo criminale,
con a capo un soggetto gravemente indiziato di
appartenere al clan mafioso “CAPPELLO”. I malfattori
potevano contare anche sulla disponibilità di armi e
munizioni.
Gli
inquirenti hanno censito e monitorato 2 piazze di
spaccio ubicate 1 nel quartiere “Librino” e l’altra a
“San Giorgio”, nelle quali si smerciava sostanza
stupefacente tipo cocaina, per un volume di affari di
oltre € 1.000 giornalieri per ciascuna piazza. Gli
associati coinvolti in entrambi i filoni d’indagine
avrebbero condiviso la medesima base logistica,
costituita da un autonoleggio ubicato nel quartiere di
San Giorgio. Il luogo sarebbe stato utilizzato per
concretizzare accordi, incontri e pagamenti relativi
alle attività illecite concernenti il furto dei veicoli
finalizzato alle estorsioni o ricettazioni. La bese
sarebbe servita anche per le contrattazioni riguardanti
ingenti quantitativi di cocaina, venduta all’ingrosso a
circa 42.000€ al kg e consegnata ai “grossisti” in vari
punti della città per essere evidentemente destinata al
rifornimento di altre piazze di spaccio presenti nel
capoluogo etneo o in altre Province.
Il Comandante Provinciale Col. Rino COPPOLA in
merito all’inchiesta ha rivolto alla comunità un
appello : “i cittadini si devono fidare dei
Carabinieri e devono immediatamente denunciare qualora
restino vittime del furto del proprio veicolo e di
richieste estorsive col metodo del cosiddetto Cavallo di
ritorno”.
(VIDEO
ARRESTI)
CATANIA
–
SVENTATA RAPINA, POLIZIOTTI SQUADRA MOBILE
SEGUONO A BELPASSO 3 SU AUTO RUBATA ARRESTATI IN AZIONE.
La Polizia di Stato, nella notte del 22 dicembre
scorso, ha tratto in arresto C.M. 39enne, I.A.36enne
e G.D. 40enne, già noti, colti, in concorso tra
loro, nella flagranza dei reati di tentata rapina
aggravata, porto e detenzione illegale di armi comuni da
sparo e ricettazione.
Il Questore di Catania
Vito
CALVINO, per il periodo delle festività
natalizie ha disposto intensificate attività finalizzate
al contrasto dei reati. I poliziotti, della Sezione
Reati contro il Patrimonio e la P.A. – Squadra
Antirapina della locale Squadra Mobile nel corso
delle ordinarie e periodiche contro le azioni di natura
predatoria hanno intercettato, nel territorio di
Belpasso (CT), un veicolo, risultato rubato. La vettura
stava viaggiando con a bordo tre soggetti, vestiti con
abiti scuri ed il volto coperto da cappelli di lana e
scaldacollo.
Il conseguente servizio di pedinamento dell’auto
sospetta ha consentito ai poliziotti di appurare che i 3
soggetti si stavano recando presso un’azienda di
logistica e trasporti per compiere una rapina. I tre,
raggiunto il cancello d’ingresso, hanno azionato il
clacson con il chiaro intento di farsi aprire per
entrare al fine di realizzare il progetto delittuoso. Le
concitate fasi, concernenti i momenti in cui i
malviventi sono stati bloccati dai poliziotti, sono
state riprese dal sistema di video sorveglianza della
ditta. Il tempestivo intervento degli uomini antirapina
ha permesso di rilevare che G.D., conducente del
veicolo, era armato di 1 pistola semiautomatica calibro
6.35 con n. 4 cartucce; C.M., passeggero
anteriore, di 1 revolver calibro 38 con n. 6 cartucce e
l’I.A., passeggero posteriore, di 1 taglierino.
I
tre fermati tenevano, nella macchina, fascette
in plastica e scotch, materiale con il quale
avrebbero potuto immobilizzare i dipendenti della ditta,
durante la materiale esecuzione della condotta
criminale.
Gli agenti successivamente in ricerca presso le
abitazioni dei tre autori del reato hanno rinvenuto e
sequestrato, nel domicilio del C.M., ubicato ad Aci
Catena (CT), anche di 1 fucile automatico da caccia,
con relativo munizionamento, risultato rubato.
I tre soggetti, in ragione della condotta criminosa
posta in essere e della detenzione illegale di armi
comuni da sparo, sono tratti in arresto. Gli arrestati,
dopo le formalità di rito, d’intesa con il P.M. di
turno, sono stati tradotti nel carcere di Catania –
Piazza Lanza, per rimanere a disposizione dell’Autorità
Giudiziaria procedente, che lo scorso 26 dicembre ha
convalidato l’arresto.
(VIDEO
ARRESTI)
(VIDEO
ESTORSIONI)
CATANIA
- POLIZIA ESEGUE 21 MISURE IN OPERAZIONE SABBIE
MOBILI ESTORSIONI SQUADRA DI LINERI SANTAPAOLA/ERCOLANO.
La Polizia di Stato di Catania ha dato esecuzione ad
un’ordinanza di applicazione di misura cautelare della
custodia in carcere, emessa il 27 ottobre dal G.I.P. del
Tribunale di Catania, nei confronti di: Alfio
CURRAO 53enne,
Fabrizio CURRAO 30enne, Alessandro DI STEFANO
22enne, Antonio DI STEFANO 44enne, Giuseppe
DONATO 50enne, Natale Alessandro DONATO 20enne,
Domenico GERACI 57enne, Salvatore Gianluca
GERACI 33enne, Salvatore GUGLIELMINO 57enne,
Vincenzo GUIDOTTO 42enne, Carmelo LITRICO
49enne, Nunzio MAMMINO 45enne, Lorenzo
PINNAVARIA 31enne, Salvatore PINNAVARIA
26enne, Alfio RANNESI 27enne, Carmelo RANNESI
58enne, Girolamo RANNESI 60enne, Giuseppe
RANNESI 53enne, Salvatore RANNESI 55enne,
Francesco TOSCANO 57enne, Pietro VITTORIO 44enne.
La Squadra Mobile della Questura di Catania è stata
coadiuvata dal Servizio Centrale Operativo ed ha agito
sotto il diretto coordinamento della Direzione Centrale
Anticrimine della Polizia di Stato che ha inviato nel
Capoluogo etneo diversi equipaggi del Reparto
Prevenzione Crimine per le vaste ed articolate attività
dinamiche sul territorio ed il rintraccio e cattura dei
destinatari delle misure cautelari emesse. L’operazione
ha comportato anche la partecipazione di unità della
locale Questura e delle sue articolazioni nonché di
unità specializzate come Polizia Scientifica, Reparto
Mobile e anche di un elicottero del Reparto Volo. Nel
complesso sono stati impiegati circa 150 operatori. I
personaggi sono gravemente indiziati, allo stato
degli atti ed in relazione alla fase processuale che non
ha ancora consentito l’instaurazione del contraddittorio
con l’intervento delle difese, dei delitti di
associazione di tipo mafioso, clan Santapaola –
Ercolano, estorsione, tentata rapina, ricettazione,
intestazione fittizia di beni, tutti reati aggravati
dalla finalità di agevolare l’associazione mafiosa di
appartenenza.
Il provvedimento restrittivo compendia gli esiti
dell’attività di indagine, coordinata da questo Ufficio
della Procura della Repubblica di Catania – Direzione
Distrettuale Antimafia, originata dalla richiesta
estorsiva avanzata nei confronti di un noto ristoratore
catanese al quale erano stati prospettati, nel mese di
agosto 2019, attentati incendiari se non si fosse
sottomesso al pagamento del pizzo. Al medesimo
imprenditore erano state anche recapitate due cartucce
calibro 7.65 da parte di due affiliati al sodalizio
mafioso, con l’avvertimento che se non avesse accettato
le loro richieste sarebbe stato oggetto di attentato. Le
investigazioni, condotte dalla locale Squadra Mobile,
avrebbero consentito di identificare, sempre per quanto
risulta allo stato delle emergenze processuali in cui
non è ancora instaurato il contradittorio delle parti,
gli autori di entrambi i tentativi di estorsione in
Nunzio MAMMINO ed Alessandro DI STEFANO e di ricondurre
l’attività illecita ad una articolazione territoriale
del clan Santapaola – Ercolano, denominata
Squadra di Lineri, radicata nell’area nord
del capoluogo etneo, i cui capi storici si individuavano
in Giuseppe PULVIRENTI detto “u Malpassotu”, uomo
d’onore di Cosa nostra catanese, ed il genero di
lui Giuseppe GRAZIOSO detto “Pippo”. La
prosecuzione delle indagini, ad opera degli
investigatori della Sezione antiestorsione della
Squadra Mobile catanese, ha permesso agli investigatori
di ricostruire l’organigramma dell’anzidetta consorteria
mafiosa, il cui vertice sarebbe stato individuato in
Girolamo RANNESI, coadiuvato dai fratelli Salvatore e
Giuseppe, e dal fedele affiliato Alfio CURRAO,
che sarebbe legato alla famiglia RANNESI da ininterrotta
comune militanza e da consolidati rapporti personali di
natura amicale. Gli investigatori hanno evidenziato
l’importanza, nel panorama criminale, della famiglia
RANNESI che sarebbe stata rafforzata dal vincolo di
sangue che Girolamo RANNESI aveva con Giuseppe GRAZIOSO,
di cui era il genero, tanto che sarebbe considerato un
uomo d’onore di Cosa nostra catanese ed
uno dei soggetti di riferimento per il sodalizio mafioso
in tutta la Provincia. Gli investigatori allo stesso
modo, avrebbero identificato i gregari
dell’organizzazione, ai quali i vertici avevano
assegnato compiti esecutivi (come la riscossione delle
estorsioni e la commissione di rapine e di altre
attività illecite), che sarebbero stati sotto il comando
di Giuseppe DONATO, braccio destro di Girolamo
RANNESI, la cui officina di carrozzeria avrebbe
rappresentato il quartier generale del sodalizio. Gli
inquirenti, inoltre, avrebbero individuato, nel
capillare e radicato sistema estorsivo, il principale
business illecito dell’organizzazione nei confronti
di imprenditori e commercianti che, ben conoscendo la
storia criminale di alcuni degli appartenenti al
sodalizio indagato e scoperto, si sono sottomessi al
pagamento dell’estorsione in favore della Squadra di
Lineri. I tutori dell’ordine, nel corso delle
indagini hanno acquisito elementi di riscontro,
attraverso numerosi arresti in flagranza di reato di
taluni affiliati chiamati a riscuotere mensilmente le
rate estorsive; in occasione di uno di questi arresti,
veniva rinvenuta e sottoposta a sequestro la c.d.
carta delle estorsioni, contenente – secondo la
prospettiva accusatoria – l’elenco delle attività
commerciali taglieggiate, mascherate attraverso
l’indicazione che si trattava di numeri da giocare all’enalotto
con l’evidente fine di depistare eventuali
investigazioni in caso di rinvenimento. I tutori
dell’ordine a tal proposito, hanno individuato numerose
attività imprenditoriali (circa una ventina) che da anni
hanno versato all’organizzazione mafiosa ingenti somme
di denaro con cadenza mensile o semestrale. Si è
stimato, approssimativamente, che l’organizzazione
incassasse da ogni singolo imprenditore, mediamente, la
somma di 250 euro mensili con un profitto illecito
annuale di circa 70.000 euro. Le dichiarazioni delle
persone offese che si sono determinate a collaborare con
gli inquirenti, denunziando le condotte criminose di cui
erano vittime, hanno rappresentato una delle principali
fonti a supporto dell’intero impianto accusatorio posto
a fondamento della misura cautelare. In altri casi,
nonostante l’evidenza della prova, subendo il timore di
possibili ritorsioni, i commercianti hanno preferito
tacere o dire il falso e sono in atto indagati per il
delitto di false informazioni al Pubblico Ministero. I
tutori dell’ordine, nel corso dell’indagine hanno
accertato che parte dei proventi erano destinati alle
spese per la difesa legale degli arrestati, nonché per
il sostentamento economico delle loro famiglie di cui i
capi del clan si erano fatti carico. Il provvedimento
restrittivo ha colpito anche i beni patrimoniali
dell’organizzazione, disponendo il sequestro di
un’attività commerciale, fittiziamente intestata a
soggetti di comodo, ma che di fatto sarebbe
riconducibile alla famiglia RANNESI, nonché autoveicoli
nella disponibilità dei soggetti organici alla
consorteria mafiosa e utilizzati per compiere le varie
attività criminose. I destinatari della misura cautelare
sono stati rintracciati nella mattinata e tradotti in
carcere, ad eccezione di coloro che erano già detenuti,
per altra causa, nei confronti dei quali il
provvedimento è stato notificato presso i relativi
istituti di pena.
Il Direttore Centrale Anticrimine della Polizia di Stato
Prefetto Francesco Messina ha affermato :
“E’ inconcepibile che ancora oggi, nonostante
l’efficacia e l’incisività dell’azione di contrasto
espletata dallo Stato, esistano parti offese che si
ostinano a non denunciare, addirittura dichiarando il
falso. La lotta alla criminalità organizzata non può
essere delegata esclusivamente alle Forze dell’Ordine e
alla Magistratura. La Sicurezza è di tutti e l’unica
protezione è quella fornita dallo Stato; Cosa Nostra non
fornisce protezione, commette delitti e inquina le
libertà economiche. Non denunciare di essere vittima di
estorsione è un comportamento che potrebbe essere
talvolta ai limiti della rilevanza penale. Colpisce, in
questa indagine, che su 32 estorti, solo 16 abbiano
ritenuto di contribuire con le loro denunce
all’accertamento della verità da parte nostra”.
CATANIA
-
Ten Col Claudio
Papagno nuovo Comandante Reparto Operativo carabinieri
Catania insediato a Comando Provinciale.
(VIDEO
conferenza Col.Coppola)
(VIDEO
conferenza
T.Col.Papagno)
(VIDEO
intervista T.Col.Papagno)
L’alto
ufficiale è subentrato al Col. Piercarmine Sante Sica
trasferito a Livorno quale Comandante Provinciale
Carabinieri. Il Comandante Provinciale Carabinieri
Catania colonnello Rino Coppola ha presentato, il
Ten Col Claudio Papagno
quale nuovo C.te Reparto Operativo. Il curriculum del
nuovo comandante è di tutto rispetto, avendo maturato
esperienze di comando a Napoli zona Scampia ed a
Palermo. Incarichi:
1996 – 1999, ha frequentato la Scuola Militare
“Teuliè” di Milano;
1999 – 2004, ha frequentato il biennio presso
l’Accademia Militare di Modena (181° corso) ed il
triennio presso la Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma;
2004 – 2006, è stato Comandante di Plotone degli
Allievi Marescialli e successivamente degli Allievi
Brigadieri della Scuola Marescialli e Brigadieri dei
Carabinieri di Velletri;
2006 – 2008, ha comandato il Nucleo Operativo
della Compagnia Palermo – Piazza Verdi;
2008 – 2013, ha comandato la Compagnia di
Treviso; 2013 –
2016, ha comandato la Compagnia di Napoli - Stella;
2016 - 2022, ha prestato servizio presso il
Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, prima
nell’Ufficio Logistico, occupandosi della pianificazione
logistico-finanziaria dell’Arma dei Carabinieri e
successivamente nell’Ufficio Polizia Militare e di
Stabilità, ove si è occupato dei “Piani di Cooperazione
bilaterali” tra l’Arma dei Carabinieri e gli Stati
esteri per lo sviluppo di attività addestrative, della
pianificazione e gestione delle Missioni internazionali
a cui l’Arma dei Carabinieri prende parte, nonché della
sicurezza delle Rappresentanze diplomatiche italiane
all’estero; nel
2020, ha frequentato per 6 mesi il “136° Senior Course”
presso il “Nato Defence College” in Roma, conseguendo il
titolo ISSMI; tra
il 2017 e il 2021, ha frequentato diversi corsi presso
la “Nato School” di Oberammergau in Germania, tra cui il
“NATO Defence Against Terrorism Course”.
Incarichi all’estero:
2005 – 2006, ha preso parte per 6 mesi alla
Missione “Eufor Althea” in Bosnia, quale Ufficiale di
Collegamento del Reggimento Carabinieri IPU (Integrated
Police Unit) presso la “Multinational Task Force North
West” in Banja Luka; 2009
– 20010, ha preso parte per 8 mesi alla missione KFOR in
Kosovo, quale Capo Cellula G3 (operazioni) del
Reggimento Carabinieri MSU (Multinational Speciallized
Unit). Studi:
laurea magistrale in “Giurisprudenza” presso
l’Università “la Sapienza” di Roma;
laurea specialistica in “Scienze della Sicurezza
interna ed esrterna” presso l’Università “Tor Vergata”
di Roma. Gli auguri
nostri e personali di buon lavoro denso di successi
personali e professionali al Ten Col Claudio Papagno
nuovo Comandante Reparto Operativo.
CATANIA
-
Infermiere arrestato, sospensione dal servizio.
Un comunicato stampa dell’AZIENDA CANNIZZARO PRECISA
: “COLLABORAZIONE CON LA MAGISTRATURA .
Con riferimento ai gravi reati contestati a un
infermiere, l’Azienda Ospedaliera Cannizzaro ha
fattivamente collaborato sin dall’inizio con l’Autorità
Giudiziaria, trasmettendo tempestivamente la
documentazione sanitaria e ogni altro elemento richiesto
dagli Organi inquirenti.
Acquisita la notizia della misura cautelare disposta dal
Giudice, con delibera del Direttore Generale il
dipendente è stato immediatamente sospeso dal servizio
ed è stato altresì avviato il procedimento disciplinare
previsto dalla normativa.
L’Azienda Ospedaliera resta a disposizione dell’Autorità
Giudiziaria per ogni altra informazione utile
all’accertamento dei fatti.
Al personale infermieristico, medico e sanitario nel suo
complesso, l’Azienda rinnova la sua riconoscenza per
l’operato quotidianamente svolto nell’assistenza al
malato”.
CATANIA
– GIP emette provvedimento
cautelare per infermiere ritenuto responsabile decesso 2
donne somministrati farmaci Diazepam e Midazolam non
prescritti.
La Polizia ieri ha dato esecuzione, nei confronti di
Vincenzo VILLANI CONTI 4enne (1972), alla misura della
custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le
Indagini Preliminari del Tribunale il 5 luglio 2022, su
richiesta avanzata da questa Procura. La Procura nel
comunicato scrive:”L’infermiere sarebbe ritenuto
responsabile, allo stato degli atti ed in relazione alla
fase processuale che non ha ancora consentito
l’intervento delle difese, di avere commesso, in
violazione ai doveri derivanti dal suo ruolo di
infermiere professionista, un duplice omicidio in danno
due persone ricoverate presso il reparto Medicina e
Chirurgia d’Accettazione e Urgenza di un nosocomio
cittadino, mediante somministrazione, con modalità
estranee ad esigenze terapeutiche, dei farmaci Diazepam
e Midazolam. Gli accertamenti tecnici ed in specie la
consulenza medico-legale e le analisi tossicologiche
eseguite dopo la riesumazione dei cadaveri dei due
pazienti, hanno infatti permesso di accertare che il
decesso delle due persone fosse avvenuto dopo il turno
notturno svolto dall’indagato, nelle cartelle cliniche
dei 2 pazienti non risultava indicata la prescrizione
dei segnalati farmaci, proprio perché del tutto
controindicati rispetto alle patologie sofferte dai
medesimi e, infine, come sui cadaveri, pur a distanza di
diversi mesi dalla morte, fossero presenti tracce
significative di tali farmaci: “Sia nei campioni
biologici dei due pazienti i dati relativi al Midazolam
e al Diazepam sono compatibili con una somministrazione
delle sostanze avvenuta pressoché contemporaneamente (…)
determinando un aumento reciproco degli effetti tossici
sull’apparato respiratorio. Considerando le condizioni
cliniche delle due pazienti, la grave compromissione
della loro funzione respiratoria avrebbe dovuto
costituire – ex se – una controindicazione specifica
alla somministrazione”. Il quadro indiziario raccolto,
in esito a lunghe e complesse indagini, condotte dalla
sezione della Squadra Mobile catanese dedicata ai “Reati
contro la Persona ed in pregiudizio di minori e reati
sessuali”, è stato pienamente condiviso da questo
Ufficio, permettendo di richiedere ed ottenere, dal
competente Giudice per le Indagini Preliminari, la
misura cautelare carceraria nei confronti del citato
Vincenzo VILLANI CONTI determinandone la sua cattura e
traduzione, dopo le formalità di rito, presso la Casa
Circondariale per ivi essere mantenuto a disposizione
dell’A.G. procedente”.
(VIDEO
APPOSTAMENTO)
SIRACUSA
- OPERAZIONE ANTIMAFIA AGORA’,
CARABINIERI AMMANETTANO RICERCATI, PRESUNTI CLAN NARDO.
I Militari del Comando Provinciale di Siracusa
hanno tratto in arresto Gesualdo BRIGANTI 66enne
(1956), sfuggito
il 16 giugno scorso all’esecuzione dell’ordinanza di
custodia cautelare emessa
dal G.i.p. di Catania, nell’ambito dell’attività
d’indagine denominata “Agorà”. Favoreggiamento è
l’accusa per le persone che hanno favorito il ricercato
nel nascondersi. I carabinieri hanno operato su delega
Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania
Direzione Distrettuale Antimafia nel quadro
dell’Operazione AGORA,
Il personaggio, ritenuto (nell’attuale fase del
procedimento, in cui non è stato ancora instaurato il
contraddittorio tra le parti) referente del clan “Nardo”
nel comune di Francofonte (SR), era riuscito a sottrarsi
alla cattura allontanandosi nottetempo nella zona rurale
francofontese.
L’incessante azione di monitoraggio operata dai
carabinieri ha consentito agli investigatori di
individuare il rifugio in un’abitazione di campagna, di
proprietà di una coppia, nel vicino comune di Militello
in Val di Catania (CT), a pochi chilometri di distanza
da Francofonte (SR). I militari, durante servizi mirati
volti a rintracciare BRIGANTI, hanno notato
un’autovettura uscire dalla sua abitazione con al
volante una donna.
(VIDEO
APPOSTAMENTO)
La sospettata, dopo immesso il
veicolo lungo la strada, ne abbandonava la guida
stendendosi sui seggiolini posteriori, mentre il
passeggero si metteva al volante. Gli investigatori,
pedinando l’auto sospetta, sono giunti all’abitazione
dove aveva trovato rifugio Gesualdo BRIGANTI. Il
ricercato, alla vista dei carabinieri, non ha opposto
resistenza.
La cattura dell’ultimo ricercato sfuggito al blitz del
16 giugno, segue di pochi giorni quella di Tiziana
BELLISTRI 48enne(cl. 1974) individuata dai
carabinieri
del Comando Provinciale di Siracusa
a bordo di una nave passeggeri a largo di Palermo. I
militari del Nucleo Investigativo di Siracusa, in
quell’occasione, si recarono nel capoluogo di regione e,
raggiunta la grande nave in alto mare, salirono a bordo
dell’imbarcazione prima che questa attraccasse al porto
palermitano, per evitare che la donna si potesse
confondere tra le migliaia di passeggeri. I carabinieri
una volta a bordo della nave, dopo gli accertamenti
individuarono la donna e traendola in arresto pochi
minuti prima dello sbarco. Tiziana BELLISTRI e Gesualdo
BRIGANTI, dopo le formalità di rito, sono stati tradotti
rispettivamente presso le case circondariali di Messina
e Siracusa (SR). Gli inquirenti adesso ad esito delle
catture attiveranno il contraddittorio procedimentale,
nel corso del quale gli indagati avranno la facoltà di
fornire la loro versione dei fatti e indicare eventuali
prove a discolpa. Coloro quali hanno dato supporto a
BRIGANTI per eludere le ricerche dei carabinieri sono
stati deferiti in stato di libertà alla Procura della
Repubblica presso il Tribunale di Caltagirone (CT) per
il reato di favoreggiamento personale.
CATANIA
–
400
CARABINIERI ROS ESEGUONO 56 MISURE CLAN
SANTAPAOLA-ERCOLANO-NARDO IN OPERAZIONE ANTIMAFIA AGORÀ
A CATANIA-LENTINI-CALTAGIRONE-SIRACUSA.
(VIDEO)
Operazione “AGORÀ”
si tratta di
soggetti destinatari di misura cautelare in carcere
:
Calogero AQUILINO; Sebastiano
BASSO; Antonino
Sebastiano BATTAGLIA;
Antonino BRIGANTI; Salvatore
BRIGANTI;
Gaetano CASCIANA; Vincenzo
CASTELLI; Rosario
CIAFFAGLIONE;
Giuseppe CIRIACONO;
Francesco COMPAGNINO;
Donatello CORMACI;
Filippo CRISAFULLI;
Giuseppe DE LUCA; Salvatore
DI LIBERTO;
Benedetto DISTEFANO;
Carmelo FALLARA;
Alessandro Antonio FATUZZO;
Salvatore FAZIO;
Luigi FERRINI;
Giuseppe FURNÒ;
Salvatore GIARRUSSO;
Antonino GUERCIO;
Giuseppe MIDORE;
Nicholas MIDORE;
Sebastiano MIDORE;
Pasquale OLIVA;
Orazio PAPALE;
Maurizio PINZONE VECCHIO;
Benito PRIVITERA;
Domenico QUERULO;
Salvatore RANNESI;
Carmelo RENNA;
Salvatore RINALDI;
Gaetano RIOLO;
Gabriele SANTAPAOLA;
Vincenzo SAPIA;
Lorenzo Michele SCHILLACI;
Giuseppe SCUDERI;
Lorenzo SGROI;
Barbaro STIMOLI;
Matteo VASTA;
Rosario ZAGAME.
Soggetti destinatari di misure cautelare non detentive:
Mario BRULLO; Gianfilippo CIRIACONO; Vito CUTRERA;
Domenico GENTILE; Gianluca ITALIA; Lorenzo PALAZZO;
Salvatore OREFICE; Francesco RAMETTA; Giuseppe SPITALE.
Società e mezzi in sequestro:
del 100 % della società di trasporto T.LOG S.R.L;
del 100 % delle quote della società di trasporto LG
S.R.L.;
del 100 % delle quote societarie della ditta di
trasporti denominata LOGITRADE s.r.l.;
dell’impresa edile Eredi di SPITALE Gaetano di Angela
SPITALE & C. Snc;
dell’impresa individuale di OREFICE Salvatore;
della CUTRERA Onoranze funebri srl;
della Ital Costruzioni Group Srl;
della Ital Costruzioni Srl;
della sede operativa della società di trasporti
Logitrade s.r.l. ora T LOG s.r.l. costituita da un
manufatto, adibito ad attività produttiva, di mq.
1.139,36, con annesso un corpo secondario fuori terra su
due livelli e area parcheggio di mq. 1.200,00;
della Sicilsystem Srl (C.F. 05708560874);
di tutti i veicoli intestati alla società la ditta L.G.
S.R.L.;
di tutti i veicoli intestati alla società la ditta
LOGITRADE S.R.L.;
di tutti i veicoli intestati alla società la ditta T LOG
S.R.L. I Carabinieri del ROS hanno ricostruito i numeri
dell’operazione che fa il punto sulla attuale situazione
delle ‘famiglie’ di cosa nostra nel Distretto di
Catania: 56 misure cautelari a carico di altrettanti
soggetti; 26 capi d’imputazione; 16 diversi
collaboratori di Giustizia utilizzati nel corso delle
indagini; 9 società sottoposte a sequestro per un valore
stimato di circa 10 milioni di euro; 108 kg di
marijuana, di 2,6 kg di cocaina e 57 kg di hashish
sequestrati.
Su
delega della Procura Distrettuale di Catania, i
carabinieri del ROS e del Comando Provinciale di
Siracusa hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia
cautelare emessa dal G.I.P. di Catania, su richiesta
della Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di
56 soggetti ritenuti, con alto grado di probabilità,
di essere affiliati o contigui alla famiglia mafiosa
Santapaola-Ercolano-Nardo, alla famiglia di
Caltagirone, a quella di Ramacca ed al clan Nardo di
Lentini. Il provvedimento è stato eseguito – da oltre
400 militari - nei territori delle provincie di
Catania (Catania, Ramacca, Vizzini, Caltagirone e San
Michele di Ganzaria) e di Siracusa (Lentini, Carlentini
e Francofonte). I soggetti tratti in arresto dai
carabinieri del ROS sono gravemente indiziati (con 26
diversi capi d’imputazione) dei delitti di
associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata
al traffico e allo smercio di stupefacenti, nonché di
numerose estorsioni pluriaggravate, di illecita
concorrenza, di turbata libertà degli incanti e di
trasferimento fraudolento di beni, reati tutti aggravati
dal metodo e dalle finalità mafiose. I militari
dell’Arma, contestualmente, hanno notificato anche un
decreto di sequestro preventivo di beni
(9 società
attive nei settori dell’edilizia, della logistica e dei
servizi cimiteriali nonché dei beni e conti correnti ad
esse riconducibili) per un valore di oltre 10 milioni
di euro.
Gli
investigatori precisano che
nell’attuale fase del procedimento, in cui non è stato
ancora instaurato il contraddittorio tra le parti,
le indagini (avviate nel 2016 come naturale prosecuzione
del procedimento “CHAOS”) hanno cronologicamente
disvelato le criticità, i nuovi rapporti di forza e gli
equilibri raggiunti tra le famiglie di cosa nostra
operanti nei territori di Catania, Caltagirone e
Siracusa, e segnatamente la famiglia Santapaola-
Ercolano, la famiglia La Rocca, la famiglia di Ramacca e
il clan Nardo. I ROS hanno documentato la
riorganizzazione interprovinciale del sodalizio mafioso
che, pur dopo l’esecuzione delle ordinanze adottate
nell’ambito del procedimento CHAOS, è riuscito a
mantenere l’operatività nei tradizionali settori delle
estorsioni, del recupero crediti e della
cessione di stupefacenti. I ROS evidenziano che è
stata accertata la capacità dei clan di
infiltrarsi nell’economia lecita (nel settore dei
trasporti su gomma e in quello dell’edilizia) e di
influenzare i processi decisionali degli enti locali
(come nell’ipotesi dell’alterazione delle procedure per
l’affidamento dei servizi cimiteriali nel comune di
Vizzini e nelle ipotesi degli affidamenti per la
manutenzione stradale curati dal comune di Caltagirone).
Gli accertamenti dei ROS hanno evidenziato sia
attraverso un’imponente attività di intercettazione, ma
anche con il ricorso a sistemi di indagine tradizionale
sul territorio e coil contributo di 16 diversi
collaboratori di Giustizia ad identificare gli
elementi di maggior peso dell’organizzazione e a
ricostruire, al contempo, la rete di relazioni e la
struttura della famiglia Santapaola-Ercolano, di quella
La Rocca di
Caltagirone, quella di RAMACCA e del clan Nardo. Le
indagi dei ROS
hanno
inoltre, cristallizzato un momento particolare di
composizione degli assetti mafiosi dell’area: dai
dialoghi captati all’interno dell’officina di Salvatore
RINALDI, eletta a luogo di incontro privilegiato delle
diverse articolazioni di cosa nostra catanese, emergeva
come il susseguirsi di provvedimenti cautelari scaturiti
dalle indagini Kronos e Chaos avesse di fatto interrotto
il processo di riorganizzazione di cosa nostra catanese
avviato da Antonio TOMASELLI (il responsabile
dell’epoca, tratto in arresto proprio all’esito del
procedimento Chaos), ma che – pur in assenza di un
formale reggente della famiglia – i soggetti rimasti in
libertà fossero stati in grado di riorganizzarsi e di
mantenere un elevato livello di pericolosità criminale.
I ROS hanno, in particolare, registrato momenti di forte
conflittualità tra i sodali (dovuti proprio all’assenza
della investitura ufficiale di un nuovo reggente), che
consentivano di monitorare dialoghi di straordinaria
portata investigativa. Gli investigatori, ROS hanno
rilevato il dato e piena conferma nella gestione delle
estorsioni, in passato curate in prima persona da
TOMASELLI. Era in questi frangenti che Salvatore
RINALDI, Michele Lorenzo SQUILLACI (ritenuto
referente del gruppo Nizza), Luigi FERRINI
(referente per i paesi) e Carmelo RENNA (ritenuto
referente del Villaggio Sant’Agata) indicati dalle
indagini, con alto grado di probabilità, quali vertici
dei diversi gruppi, discutevano di come “gestire” la
situazione e dividere i relativi utili.
Gli inquirenti ritengono che
l’officina fosse anche il luogo dove avvenivano le
riunioni con esponenti della famiglia di Caltagirone e
del Clan Nardo e ciò ha consentito di aprire ulteriori
filoni investigativi che hanno permesso di acclarare
l’operatività delle due compagini sul territorio
calatino e siracusano. La famiglia di Caltagirone
avrebbe (allo stato degli atti, sempre con alto grado di
probabilità) in Gioacchino Francesco LA ROCCA
inteso “Gianfranco”, figlio di Francesco “Ciccio” LA
ROCCA (deceduto nel dicembre 2020), l’indiscusso
vertice, a capo di un nutrito gruppo criminale in
stretto rapporto con gli imprenditori Giuseppe
CIRIACONO, suo figlio Gianfilippo CIRIACONO,
Giuseppe SPITALE e Salvatore OREFICE,
attraverso i quali cosa nostra calatina, grazie anche
alle entrature di cui gode presso il Comune di
Caltagirone, avrebbe esercitato un’attività pressoché
monopolistica nel settore degli appalti. I ROS avrebbero
in particolare, documentato come alcuni dipendenti
dell’amministrazione comunale (non destinatari di
provvedimento cautelare, ma ai quali verrà notificata
l’informazione di garanzia) consapevoli di chi
rappresentasse CIRIACONO “modellavano” i bandi così da
favorire le aziende di quest’ultimo (tutte oggi oggetto
di sequestro preventivo) e quindi Gianfranco LA ROCCA. I
ROS hanno evidenziato, come riscontrato allo stato delle
indagini, siano di fatto riconducibili anche l’impresa
edile Eredi di Spitale Gaetano & c. snc e la ditta
individuale Salvatore OREFICE, entrambe operanti nel
settore movimento terra.
I
ROS nell’indagine diretta dalla Procura Distrettuale di
Catania hanno evidenziato essere particolarmente
significativa la vicenda relativa alla gestione dei
servizi cimiteriali nel comune di Vizzini, scaturita
dalla volontà di Gesualdo BRIGANTI – gravemente
indiziato di essere esponente di spicco del clan Nardo –
di inserirsi nella gestione dell’appalto attraverso una
società a lui riconducibile, ma in violazione di accordi
risalenti nel tempo che attribuivano tale servizio –
sebbene ricadesse in un’area di influenza del clan
Nardo –
alla ditta La Cutrera Onoranze Funebri Srl, di fatto
riconducibile a Gianfranco LA ROCCA. La questione veniva
poi risolta a seguito di plurime interlocuzioni tra i
vertici dei due gruppi mafiosi che stabilivano come la
ditta riconducibile a LA ROCCA avrebbe continuato la
gestione dei servizi, cedendo tuttavia una percentuale
dei profitti al clan Nardo ed a cosa nostra catanese. I
carabinieri del ROS, presso l’officina di RINALDI, hanno
documentato inoltre un susseguirsi di incontri
finalizzati a monitorare costantemente le diverse e
numerose questioni che sorgevano nella provincia etnea,
tra queste estremamente significativa era quella che
interessava i rapporti tra Catania e la famiglia di
Ramacca, la quale lamentava il mancato versamento delle
percentuali storicamente pattuite derivanti dalle
estorsioni commesse nel territorio di sua competenza,
con la conseguenza di intaccare anche il prestigio di
Pasquale OLIVA al vertice di quella famiglia. I
ROS ritengono che anche in questo caso RINALDI, RENNA,
SCHILLACI e FERRINI abbiano organizzavano più incontri,
ai quali avrebbero preso parte per conto della famiglia
di Ramacca Franco COMPAGNINO ed Alessandro
FATUZZO, all’esito dei quali veniva ristabilito il
rispetto delle antiche regole.
I ROS confermano che in merito al clan Nardo di Lentini
(SR), è da dire come nel provvedimento sono confluiti
gli esiti di tre distinti filoni investigativi, condotti
dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di
Siracusa, che traggono origine sempre dalle captazioni
operate presso la stessa officina di Salvatore RINALDI.
Emergeva dunque dalle indagini l’attuale reggenza del
clan e la sua composizione (comprensiva dei referenti
dei paesi limitrofi sotto il suo controllo, quali
Francofonte e Vizzini). I ROS evidenziano che in
particolare, era possibile individuare in Antonino
GUERCIO l’attuale reggente operativo, subordinato
solo a Giuseppe FURNÒ, il quale, sulla scorta
del materiale raccolto, va qualificato come successore
di Pippo FLORIDIA, già reggente del gruppo NARDO
fino al 20.4.2016, come documentato in seno all’indagine
Kronos del ROS.
Gli
investigatori rilevano
con l’indagine dei ROS come il clan
Nardo e la famiglia Santapaola fossero in affari anche per il
traffico di droga. I militari ritengono che la direzione
sia di Antonio GUERCIO e dello stesso RINALDI ed
evidenziano un fiorente traffico e smercio di sostanze
stupefacenti (nel corso delle indagini, in tempi
diversi, si è proceduto al sequestro di 108 kg di
marijuana, di 2,6 kg di cocaina e 57 kg di hashish) – in
questo contesto un ruolo centrale veniva assunto da
Tiziana BELLISTRI, che di fatto organizzava la
rete dello smercio.
I ROS rilevano che
le cointeressenze tra i due gruppi criminali erano
rivolte anche al controllo del tessuto imprenditoriale.
I militari ritengono nel dettaglio che GUERCIO e RINALDI
pianificassero un’azione ai danni dell’A.T.I. Società
Consortile Bicocca-Augusta Scarl, aggiudicataria
dell’appalto bandito da Italferr Spa, che stava
svolgendo i lavori presso il cantiere della stazione
ferroviaria di Lentini. I due, all’esito di più
interlocuzioni, non solo avrebbero imposto alla società
di cedere materiale ferroso di risulta a soggetti
individuati da GUERCIO e RINALDI, i quali avrebbero poi
provveduto alla vendita, ma anche i servizi di
guardiania al cantiere.
I
ROS, con l’attività investigativa hanno evidenziato, per
ciò che emerge dall’attuale fase del procedimento, come
i sodali oggi destinatari di misura restrittiva
mantenessero attiva la propria rete di controllo su
diversi settori economici e sociali, operando mirate
estorsioni i cui ricavi erano da dividere in basi a
precisi accordi e sulla base dello spessore della
famiglia destinataria. I ROS hanno documentato il
tentativo di estorsione attuato da esponenti del clan
NARDO e della famiglia Santapaola – Ercolano ai danni
delle società Trasporti e Movimento Terra Srl e della
Figeco Srl,
impegnate nell’esecuzione di lavori di pulitura,
smaltimento di detriti e rifacimento degli argini sul
fiume Dirillo; della ditta L.C. Costruzioni, impegnata
nei lavori di risanamento della sovrastruttura stradale
lungo la S.S. 124 dal Km. 33+120 al Km 57+000 in t.s.
Grammichele - Buccheri. L’azione avrebbe interessato
anche il settore dei trasposti su gomma da parte di
Giuseppe GENTILE (deceduto per cause naturali qualche
giorno fa e soggetto di rilievo del clan Nardo, del
quale in passato era stato reggente, prima che questo
ruolo venisse affidato a GUERCIO) il quale, attraverso
il titolare della Ecotrasporti, avrebbe gestito una
piattaforma logistica adibita a centro di raccolta degli
agrumi che, dopo essere stati confezionati, venivano
affidati in esclusiva per il trasporto, in
considerazione della riconosciuta caratura, a ditte di
fatto riconducibili a Giuseppe GENTILE (Logitrade Srl,
Tlog Srl E Lg Srl) ed oggi sottoposte a sequestro
preventivo. I ROS ritengono che tale monopolio avrebbe
determinato un momento di forte attrito allorquando il
titolare della Ecotrasporti si sarebbe opposto
all’apertura a Francofonte (SR) di un’altra agenzia di
trasporti da parte di tale Gregorio LUMINARIO,
soggetto vicino a Michele SCHILLACI, il quale senza il
benestare e l’autorizzazione di cosa nostra catanese,
aveva intrapreso l’iniziativa imprenditoriale. La
situazione di tensione diveniva evidente in data
3.12.2018 quando Carmelo GUALTIERI, titolare
della ditta sopra citata aveva una violenta
colluttazione con Gregorio LUMINARIO il quale, per le
lesioni subite, era costretto a recarsi al Pronto
Soccorso dell’Ospedale di Lentini. La vicenda sarebbe
stata “discussa” con cosa nostra catanese (nelle persone
di Salvatore RINALDI, Michele SCHILLACI e Luigi FERRINI)
dai vertici del clan NARDO su Francofonte (Gesualdo
BRIGANTI) e con il diretto intervento di Giuseppe FURNO’.
Il potenziale conflitto veniva ricomposto nel rispetto
della tradizionale alleanza tra le due compagini
mafiose, stabilendosi che LUMINARIO avrebbe aperto
l’agenzia, ma avrebbe dovuto corrispondere delle somme
ad entrambi i gruppi criminali.
L’ipotesi investigativa prospettata dalla Procura
Distrettuale di Catania è stata condivisa dal Gip in
sede che ha emesso le misure cautelari già specificate.
In esito alle catture verrà ora attivato il
contraddittorio procedimentale, nel corso del quale gli
indagati avranno la facoltà di fornire la loro versione
dei fatti ed indicare eventuali prove a discolpa.
BELPASSO
CT
–
Carabinieri, presi 2 mentre razziano deposito di una ditta edile. I
militari della Compagnia di Paternò hanno bloccato nella flagranza i
catanesi Massimo GARRO 36enne e Ferdinando BRUNO 38enne,
poiché ritenuti responsabili del concorso in furto aggravato. I personaggi
sono stati sorpresi dagli uomini del Nucleo Operativo in contrada Ferraria,
agro del comune di Belpasso, mentre stavano rubando dal deposito della ditta
“La Fenice S.r.l” 1 autocarro Iveco Daily, dei martelli pneumatici,
attrezzatura varia da cantiere ed un ingente quantitativo di materiale
ferroso. La refurtiva è stata restituita all’avente diritto, mentre i due
dopo l’arresto sono stati relegati ai domiciliari.
MASCALUCIA
- CARABINIERI eseguita misura per
Martina PATTI
confessa infanticidio figlia
Elena
bimba di 4 anni sparita a Mascalucia.
(VIDEO)
I Carabinieri del Comando Provinciale di Catania sono
stati delegati all’esecuzione di un decreto di fermo di
indiziati di delitto nei confronti di Martina PATTI
24enne, nata a Catania (16 gennaio 1998), ritenuta
responsabile dei delitti di omicidio premeditato
pluriaggravato della figlia Elena DEL POZZO di
quasi cinque, nonché della soppressione del cadavere
sotterrandolo, commessi il 13 giugno 2022, a Mascalucia.
I militari hanno operato nell’ambito di serrate e
complesse indagini coordinate, sin dal verificarsi
dell’evento, dalla Procura della Repubblica di Catania -
Direzione Distrettuale Antimafia. Le indagini hanno
consentito di ricostruire, seppur in una fase
procedimentale caratterizzata dall’assenza del
contraddittorio, i reali accadimenti e di definire la
responsabilità personale a seguito della denuncia
presentata dalla medesima PATTI nel pomeriggio,
poche ore dopo la sparizione della piccola Elena, presso
la Tenenza di Mascalucia. La notizia della sparizione
della bimba aveva, suscitato un gravissimo allarme
sociale, essendo stato inizialmente segnalato il
sequestro della bimba Elena ad opera d un non meglio
indicato gruppo di uomini incappucciati. La narrazione
iniziale della madre Martina Patti: verso le
15:00 circa, dopo aver bloccato l’autovettura da lei
condotta lungo via Piave sarebbe stata minacciatala
mediante una pistola/una mazza, i malfattori l’avrebbero
rapita, preannunciandone la morte. Gli investigatori
hanno appurato nella circostanza, secondo quanto
riferito dalla donna, che l’episodio sarebbe stato
ingenerato da una conseguenza per il comportamento
dell’ex compagno (Alessandro DEL POZZO, 24enne
già noto) per non aver ascoltato precedenti messaggi
minatori fattigli recapitare presso la propria
abitazione in ragione del tentativo posto in essere di
individuare il reale complice di una rapina ai danni di
una gioielleria di Catania al posto del quale venne
arrestato il 15 ottobre 2020 e successivamente assolto
nel settembre 2021 per non aver commesso il fatto. Gli
inquirenti, dalle prime risultanze investigative, anche
grazie alla tempestiva acquisizione di idonee telecamere
di videosorveglianza, hanno potuto accertare la mancata
corrispondenza al vero del fatto denunciato, vista
l’assenza di gruppi “armati” in via Piave nelle fasce
orarie indicate e nonostante una strenua difesa ad
oltranza della propria versione da parte della madre
Martina PATTI. L’attività di indagine incessante dei
militari del Nucleo Investigativo, aveva portato anche
ad ascoltare per tutta la notte, tra gli altri, sia
Martina PATTI che Alessandro DEL POZZO, ha
fatto emergere un triste quadro familiare costituito da
due ex conviventi i quali a prescindere dalla gestione
apparentemente serena della figlia Elena avevano
allacciato nuovi legami e non apparivano rispettosi l’un
l’altro. I tutori dell’ordine hanno appurato che in
particolare, la donna, nei confronti della quale nel
corso della nottata è stato contestato il reato di
false informazioni al pubblico ministero. Martina
PATTI a fronte delle continue sollecitazioni da parte
degli inquirenti e delle contestazioni alla inverosimile
versione fornita, ha ceduto e soltanto nella tarda
mattinata quando i Carabinieri della Sezione
Investigazioni Scientifiche si stavano apprestavando ad
effettuare i rilievi dell’abitazione presso cui la
stessa risiedeva assieme alla figlia Elena. Gli
investigatori hanno rilevato e fatto emergere che la
stessa madre abbia potuto posto in essere il gravissimo
gesto anche per via di una forma di gelosia nei
confronti dell’attuale compagnia dell’ex convivente, non
tollerando che alla stessa vi si affezionasse anche la
propria figlia. Martina PATTI, messa alle strette, in
fase d’interrogatorio ha dapprima indicato ai militari
il luogo presso cui rinvenire il corpicino della figlia
(sotterrato in un campo vicino alla via Euclide di
Mascalucia), quindi, sentita presso il Comando
Provinciale dei Carabinieri alla presenza di Magistrati
della Procura di Catania, ha confessato l’orrendo
crimine, precisando di averlo portato a termine in
maniera solitaria, dopo essere andata a prendere Elena
all’asilo (era tra l’altro il primo giorno del GREST),
utilizzando un coltello da cucina e dei sacchi neri per
nascondere il corpo nella terra. Il corpicino della
bambina, all’esito dell’ispezione medico legale, ha
evidenziato molteplici ferite da armi da punta e taglio
alla regione cervicale e intrascapolare. La presunta
omicida è stata associata presso la Casa Circondariale
di Catania Piazza Lanza.
CATANIA
- Vito CALVINO è Questore a Catania subentrato a Mario
Della Cioppa inviato a dirigere Roma.
Il Dirigente Generale di Pubblica Sicurezza dott. Vito
CALVINO
ha svolto precedentemente le funzioni di questore a
Messina. Il Consiglio dei ministri, lo scorso 17 maggio,
aveva deciso tra gli altri provvedimenti
l’avvicendamento dei Questori tra le Città di Messina,
Catania e Roma. Le parole del Dirigente Generale di
Pubblica Sicurezza Vito Calvino che si è insediato
mercoledì 26 maggio quale nuovo Questore della provincia
di Catania sono state esplicite : “Onorato e
orgoglioso di essere Questore di Catania”.
Vito CALVINO
è nato nel 1961, a Palermo, è Funzionario della Polizia
di Stato da 34 anni, nel corso dei quali ha maturato
importanti esperienze professionali e diretto diversi e
importanti uffici investigativi e commissariati. Il
nuovo questore di Catania ha cominciato l’attività
investigativa al Commissariato di Vittoria nel 1988.
Quale Vice Dirigente della Squadra Mobile della Questura
di Ragusa, dopo tre anni nel 1991, è arrivato a Palermo,
pere dirigere il Commissariato di Brancaccio per 5 anni
e quello di San Lorenzo per altri 2, quartieri in cui
alto è il tasso delinquenziale e forte la presenza della
criminalità organizzata. Il dirigente non ha mancato il
suo obiettivo ed ha colpito conseguendo significativi
risultati che l’hanno portato alla guida, prima della
Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile e,
poi, dell’intera Squadra Mobile, che, in quel periodo
ha, disarticolato numerose consorterie mafiose e
catturato diversi pericolosi latitanti, tra cui Domenico
Raccuglia, Gianni Nicchi e Giuseppe Falsone. Vito
CALVINO è stato poi promosso a Dirigente
Superiore, e nominato Direttore del Reparto
Investigazioni Giudiziarie della Direzione Investigativa
Antimafia. Il primo incarico da Questore, è stato nel
2019 in provincia di Messina. Il neo Questore di
Catania ha formalmente assunto l’incarico ed
innanzitutto, ha voluto rendere omaggio ai Caduti della
Polizia di Stato di Catania, deponendo una corona
d’alloro ai piedi della lapide che, all’ingresso della
Questura, ne ricorda i nomi. Il Dirigente Generale di
Pubblica Sicurezza Vito Calvino, nel corso della
mattinata, ha, poi, avuto i primi incontri
istituzionali, con S.E. il Prefetto, con il Procuratore
della Repubblica e con i dirigenti degli Uffici e dei
Reparti della Polizia di Stato della provincia. Il
questore ha infine, incontrato i giornalisti e le
segreterie provinciali delle Organizzazioni Sindacali
della Polizia di Stato.
VIDEO
OPERAZIONE
CATANIA
–
POLIZIA, Operazione anti-mafia nigeriana “Light house
of Sicily”, 28 misure, collaboratore giustizia svela
segreti giro prostituzione. La Polizia di Stato di
Catania, su delega della D.D.A. etnea, ha dato
esecuzione a decreto di fermo di indiziato di delitto
nei confronti di n. 28 persone, prevalentemente
nigeriane, appartenenti alla confraternita cultista dei
M.A.P.H.I.T.E. , organizzazione criminale
transnazionale, con sede in Nigeria e basi nei paesi
europei ed in diverse regioni italiane. La Polizia,
all’alba del 21 luglio ha decapitato la cellula
operativa siciliana “Family Light house of Sicily”,
fermando il capo - il Don - , i suoi responsabili di
zona ed altri sodali rintracciati nel resto della
penisola. Nel corso delle indagini è stato possibile
documentare diversi summit svolti in ore notturne tra i
vertici del secret cult.
La
Polizia di Stato su delega della Direzione Distrettuale
Antimafia di Catania ha dato esecuzione a decreto di
fermo di indiziato di delitto, emesso in data 17 luglio
2020, nei confronti di n.26 persone, Godwin EVBOBUIN
36enne, preso a Catania; Osaretin IDEHEN
44enne preso a Catania; Ernest IGBINEWEKA
26enne, preso a Catania; Antonio
MANNINO 55enne, preso a Catania;
Domenico MANNINO 31enne, preso a Catania;
Salvatore MANNINO 30enne, preso a Catania; Benedict
JOHN 29enne, preso a Messina;
Oscar AKHUAMS 36enne, preso a Messina;
Ede OSAGIEDE 35enne, preso a Caltanissetta;
Lamin NJIE 36enne, preso a Caltanissetta;
Eorhbor EDITH, 25enne, preso a Caltanissetta;
Omon Victor INEGBENEKHIAN 49enne, preso a
Caltanissetta;
Joseph UVWO 43enne, preso a Caltanissetta;
Cristian MONDAY 21enne, preso a Caltanissetta;
Hope SYLVESTER 30enne, presa a Caltanissetta;
Odion OMONDIAGBE 21enne, preso a
Caltanissetta;
Kosi Prince GYAMFI 45enne, preso a
Caltanissetta;
Insua MURANA 22enne, preso a Caltanissetta;
Nosa OMORAGBON 38enne, preso a Palermo;
Ibrahim ALHASSAN 33enne, preso a Palermo;
Lucky RUEBEN 31enne, preso a Palermo;
Joy PAYOS 38enne, preso a Schiavonea (CS); Godday
OSAS 25enne, preso a Schiavonea (CS);
Ozuigbo Stanley KELECHI 28enne, preso a
Roma;
Wisdom MONDAY 22enne, preso a Firenze;
Godstime ABUMEN 24enne, preso a Vicenza. Tutti i
personaggi sono ritenuti gravemente indiziati, a vario
titolo, dei reati di associazione per delinquere di
stampo mafioso di tipo cultista denominata
M.A.P.H.I.T.E., associazione per delinquere finalizzata
al traffico illecito di sostanze stupefacenti, cessione
di sostanze stupefacenti, sfruttamento della
prostituzione, contraffazione ed alterazione di
documenti ai fini della permanenza clandestina sul
territorio dello Stato. L’esecuzione dell’operazione di
polizia ha avuto ad oggetto l’articolazione siciliana
del Cult M.A.P.H.I.T.E. (acronimo di MAXIMO
ACADEMYC PERFORMANCE HIGLY INTELLECTUAL EMPIRE)
denominata “Family Lighthouse of Sicily” ed ha
impegnato centinaia di uomini, con il supporto di
personale del Servizio di Polizia Scientifica, dei
Reparti Prevenzione Crimine Sicilia Orientale ed
Occidentale e la collaborazione delle Squadre Mobili di
Caltanissetta, Cosenza, Firenze, Messina, Palermo, Roma
e Vicenza. Il decreto di fermo accoglie le risultanze
investigative acquisite nel corso di una complessa
attività di indagine, di tipo tradizionale e tecnico,
avviata nel mese di maggio 2019 a seguito delle
dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia già
destinatario di provvedimento di fermo di indiziato di
delitto emesso in quanto appartenente alla associazione
mafiosa di matrice cultista “The Supreme Eiye
Confraternity (S.E.C.)”. Le indagini, durate poco
più di un anno, coordinate dalla Procura Distrettuale
etnea e condotte dalla Squadra Mobile - Sezione
Criminalità Straniera, caratterizzate dal monitoraggio
telefonico di circa cento utenze e dall’ausilio di
qualificati interpreti, consentivano di acquisire un
chiaro quadro della connotazione mafiosa del cult
investigato desumibile: per un verso,
dall’esistenza di una struttura gerarchica con correlato
assoggettamento dei membri in posizione subordinata ai
voleri dei soggetti in posizione apicale, dalla
ripartizione interna in aree di influenza
territorialmente delineate, dalla sottoposizione ad
eventuali riti di affiliazione, dai rapporti con altre
articolazioni del Cult sul territorio italiano, dal
supporto e dal mutuo soccorso garantito ad ogni
affiliato dal gruppo; per altro verso,
dall’utilizzazione della carica intimidatrice e dalla
situazione di assoggettamento e omertà sprigionantesi
verso l’esterno ricavabile dagli scontri e dai rapporti
con altri gruppi criminali parimenti connotati, dalla
realizzazione di delitti e dalle modalità intimidatorie
di azione. Gli investigatori, sin dall’inizio
dell’attività tecnica, hanno avuto esiti e riscontri
con le dichiarazioni rese dal collaboratore il quale
consentiva di identificare numerosi appartenenti al Cult
MAPHITE facenti parte della famiglia LIGHTHOUSE OF
SICILY. L’inchiesta ha permesso di verificare un
importante traffico di stupefacenti gestito da alcuni
degli affiliati al citato clan: in costanza di attività
captativa risultava anche possibile accertare e seguire
le numerose riunioni del gruppo (anche in periodo di
pieno lockdown), i legami dell’articolazione investigata
con altre articolazioni dello stesso Cult operanti in
altre parti del territorio, i commenti dei sodali
all’esecuzione di provvedimenti restrittivi di altre
autorità riguardanti altri accoliti del medesimo Cult o
di altri Cults, i contatti con altri affiliati dimoranti
in diverse parti di Europa, l’organizzazione del
traffico di stupefacenti, così consentendo
l’acquisizione di un bagaglio informativo molto ricco.
La Polizia ha, in particolare, acclarato che nell’anno
2016 il radicamento del Cult MAPHITE sul territorio
siciliano sia sviluppato grazie ad uno scontro avvenuto
a Catania nel mese di novembre 2016 tra i massimi
esponenti dei MAPHITE siciliani (OSAGIEDE Ede detto
Babanè e EVBOBUIN Godwin detto Volte) ed i massimi
esponenti del Cult Black Axe. Lo scontro sarebbe stato
determinato dall’esigenza dei due cults
antagonisti di affermare la prevalenza del proprio
predominio sul territorio: l’articolazione siciliana dei
MAPHITE non risultava tuttavia presente solo sul
territorio di Catania. Le indagini hanno consentito
agli investigatori di individuare diversi sodali in più
territori della Regione, precisamente nelle città di
Caltanissetta, Palermo e Messina. Gli inquirenti,
proprio a Caltanissetta, dopo gli scontri del 2016 ed
un successivo periodo di carcerazione, hanno acclarato
che il soggetto aveva deciso di stabilirsi il Don, il
capo dell’articolazione, OSAGIEDE Ede detto Babanè: se
la Sicilia era il regno della famiglia LIGHTHOUSE OF
SICILY governata da Babanè, Caltanissetta era
sicuramente la sua reggia. Il figuro poteva contare sul
posto su numerosi soggetti, uomini e donne, alle sue
ossequiose dipendenze, impiegati dal predetto nello
svolgimento di incombenze di qualsiasi tipo
(dall’acquisto di generi alimentari al trasporto di
stupefacente); allo stesso modo Godwin EVBOBUIN detto
Volte era leader indiscusso a Catania e dotato di
una particolare ecclettismo criminale (pur avendo una
rilevante expertise criminale nel settore degli
stupefacenti appariva capace di dedicarsi anche ai
falsi, alla ricettazione di apparecchi cellulari, ai
recuperi di crediti utilizzando il timore ingenerato
nei connazionali dalla sua carica cultista, a
precostituire false documentazioni ai fini del rilascio
del permesso di soggiorno per connazionali). Godwin
EVBOBUIN detto Volte ed Ede OSAGIEDE detto Babanè
risultavano per gli inquirenti gestire una intensa
attività di narcotraffico. La Polizia ritene che gli
stessi risultavano avere comuni canali di
approvvigionamento ed esser talvolta cointeressati alla
medesima operazione economica, sebbene fossero dediti ad
un proprio mercato condotto e controllato svolto
rispettivamente da Volte sulla piazza di Catania e da
Babanè su quella di Caltanissetta. La Polizia ritiene
che varie siano le peculiarità del narcotraffico
esercitato dai due esponenti apicali dei Maphite già
citati: in primis, una contaminazione delle
piazze locali ovverossia mentre in passato il
narcotraffico gestito dai gruppi cultisti era un settore
etnico ovvero caratterizzato dalla nazionalità e che
escludeva la presenza di soggetti italiani (si trattava
in buona sostanza di venditori nigeriani, di fornitori
nigeriani e assuntori nigeriani, con qualche occasionale
intrusione di soggetti ghanesi o gambiani), la expertise
criminale di Volte e Babanè li portava ad aver soggetti
acquirenti italiani (soggetti che acquistavano per poi
rivendere a terzi assuntori); in secondo luogo, la
incredibile capacità di Volte e Babanè di assicurarsi
sempre e regolarmente, a prima richiesta, forniture di
stupefacente a costi concorrenziali sul mercato illecito
dello stupefacente (costi che spesso erano parametrati
ad una qualità non buona dello stupefacente), forniture
che venivano recapitate direttamente in loco ai due
richiedenti da soggetti dimoranti in altre parti
d’Italia, personalmente o attraverso una serie di
corrieri pronti a occultare in corpore sostanze e
viaggiare in cambio di pochi euro. Gli inquirenti hanno
evidenziato che , entrambi gli indagati non risultavano
impegnati direttamente nella gestione di una piazza di
spaccio, ma si collocavano ad un livello più elevato
della filiera del narco traffico e, ovverossia, Volte
si rapportava solo ai suoi fornitori nigeriani ed ai
suoi committenti italiani ai quali assicurava forniture
di eroina che gli stessi poi rivendevano a terzi; Babanè,
dalla sua abitazione, controllava il traffico di
stupefacenti gestito da nigeriani in territorio nisseno
percependo somme di denaro dai connazionali che
spacciavano in strada (fossero essi pusher o soggetti
aventi a loro volta il controllo dei pusher)anche
rifornendoli o facendosi erogare quantità di
stupefacenti per clienti fidati oppure si rapportava ai
suoi stabili fornitori di eroina, in tutto ciò facendosi
coadiuvare da soggetti fidati nella gestione più pratica
(riscossione delle somme, confezionamento e suddivisione
dello stupefacente, consegne di stupefacente), perché
ovviamente trattandosi di un capo non si “sporcava le
mani” e lasciava ad altri le incombenze di basso
profilo. La Polizia, nelo corso dell’attività captativa
ha tra l’altro data esecuzione in data 18 luglio 2019 a
due diversi decreti di fermo emessi dalle DDA di TORINO
(p.p. 21522/17 RGNR cd. Operazione Athenaeum Return)
e BOLOGNA (p.p. 9410/17 RGNR c.d. operazione Burning
Flame) nei confronti di numerosi appartenenti al
Cult MAPHITE operanti nei territori piemontesi e
dell’Emilia Romagna(entrambe le operazioni
rappresentavano l’esito di una complessa attività
investigativa e risultavano essersi arricchite di
un importantissimo contributo investigativo consistente
nell’avvenuto sequestro della “Green Bible”
(ovvero una sorta di costituzione del gruppo Maphite il
cui possesso consentiva il potere di procedere alla
affiliazione di nuovi membri): l’attività tecnica in
corso permetteva di cogliere i commenti dei Maphite
siciliani e, soprattutto, la loro incredulità per
l’esser stati carpiti i dati più segreti del cult.
In ossequio ai precetti contenuti nella Green Bible gli
indagati erano soliti utilizzare una ossessiva cautela
nelle comunicazioni e nei comportamenti, nel tentativo
per un verso di rendersi impermeabili all’attività di
indagine, per altro verso di non attirare l’attenzione
delle Forze dell’Ordine, avendo piena consapevolezza
dell’efficacia dell’azione di contrasto realizzata in
Italia, che gli stessi, sconsolati, definivano nei loro
dialoghi “il paese della galera” . Espletate le
formalità di rito, i soggetti destinatari del decreto di
fermo sono stati associati presso le case
circondariali dei luoghi dove sono stati rintracciati, a
disposizione dell’A.G.: le Autorità giudiziarie adite
hanno convalidato il decreto emesso applicando la misura
custodiale massima per 24 dei destinatari del
provvedimento (non è stata applicata misura cautelare
nei confronti degli indagati Osas e Igbineweka).
CATANIA
– Polizia ammanetta coppia lentinese con pistola carica
risultata rubata.
Si tratta di
Grecia Claudia RUDOLFO 30enne e di Salvatore
Amato 39enne, entrambi di Lentini. Agenti delle
Volanti sono intervenuti nel pomeriggio alle 15:20, in
via Puccini, a seguito di segnalazione di 2 persone
sospette in strada. I poliziotti, giunti prontamente sul
posto, hanno notato un’autovettura con a bordo 2
ragazzi, identificati per RUDOLFO ed Amato. Gli
agenti, a seguito di un primo controllo visivo, hanno
visto fuoriuscire dalla borsa della ragazza il calcio di
una pistola. I poliziotti con le dovute precauzioni,
hanno sottoposto la sospetta a perquisizione personale,
a seguito della quale è stata rinvenuta 1 pistola
semiautomatica marca Beretta con serbatoio rifornito di
8 proiettili. I poliziotti, da successivi accertamenti,
hanno appurato che l’arma era stata rubata
dall’abitazione di una persona residente in una vicina
abitazione. I due giovani, quindi, sono stati arrestati
per i reati di furto aggravato e detenzione abusiva di
arma comune da sparo. Su disposizione del P.M di turno,
sono stati rinchiusi nella Casa Circondariale di Piazza
Lanza, in attesa del giudizio di convalida. I due sono
stati anche denunciati in stato di libertà ai sensi
dell’art 650 c.p., per l’inosservanza delle prescrizioni
per il contenimento dell’epidemia COVID 19, che
impongono di non allontanarsi dalla propria abitazione
senza una valida giustificazione. Gli agenti delle
volanti dell’UPGSP, impegnati nei quotidiani controlli
volti a verificare il rispetto delle prescrizioni per il
contenimento dell’epidemia COVID 19, nel pomeriggio,
hanno notato un soggetto intento a transitare a bordo di
una bicicletta, nel quartiere San Cristoforo. I
poliziotti, per verificare la ragione della sua
presenza in strada, hanno deciso di sottoporlo a
controllo. Il personaggio ha tentato di fuggire,
percorrendo contromano via Delle Calcare, ma, dopo circa
cento metri, è stato raggiunto e bloccato. Identificato
per il noto Salvatore VINCIGUERRA 45enne
catanese, dai successivi accertamenti è emerso che era
sottoposto alla misura restrittiva degli arresti
domiciliari. Lo stesso, pertanto, è stato arrestato per
il reato di evasione e denunciato in stato di libertà
per l’inosservanza delle prescrizioni per il
contenimento dell’epidemia COVID 19. Gli agenti
dell’Ufficio Fermati dell’UPGSP, ieri, hanno arrestato
un minorenne, in esecuzione della misura della custodia
cautelare presso l'istituto penale per minorenni,
disposta dall’Autorità Giudiziaria . Il giovane, il 23
marzo u.s., era stato rintracciato da una Volante nei
pressi di Piazza Lanza alle ore 5:30 e condotto presso
gli uffici della Questura perché si era allontanato
arbitrariamente da una comunità minorile con sede a
Ramacca.
CATANIA
–
Polizia trova cocaina e 43mila €, preso 1 pusher.
Gli agenti hanno bloccato
Vito GIUFFRIDA 44enne già noto, in quanto ritenuto
responsabile del reato di detenzione ai fini di spaccio
di sostanza stupefacente del tipo cocaina.
Gli investigatori
nell’ambito hanno dato seguito all’attività di contrasto
allo spaccio di sostanze stupefacenti nel quartiere San
Berillo Nuovo, già sfociata alcuni mesi addietro
nell’operazione Tricolore.
Gli
uomini della Squadra
Mobile - Sezione “Antidroga”, ieri mattina, hanno
predisposto, sin dalle prime ore del mattino, un
servizio mirato di osservazione in via Francesco
Baracca, volto a monitorare i movimenti di Vito
GIUFFRIDA, notoriamente attivo nell’attività di spaccio
di cocaina nel popolare rione.
L’attività di
monitoraggio ha consentito agli agenti di individuare
un’immobile in via Francesco Baracca in cui è stato
visto entrare il sospetto.
I poliziotti,
poco dopo hanno fatto
irruzione nello stabile ed all’interno, dopo la
perquisizione domiciliare a carico di GIUFFRIDA, hanno
rinvenuto, occultati in un anfratto dello stabile: 75 gr
di sostanza stupefacente del tipo cocaina già
confezionati in 3 involucri sottovuoto di cellophane
trasparente di circa 25 gr ciascuno ed 1 bilancino
elettronico di precisione.
Gli investigatori,
nell’abitazione di
GIUFFRIDA hanno rinvenuto e sequestrato:materiale di
confezionamento della sostanza stupefacente, la somma in
contanti di 43.450 euro in banconote di vario taglio
occultata all’interno di un doppio fondo appositamente
ricavato nell’armadio della camera da letto.
Vito GIUFFRIDA all’esito
della perquisizione, è stato dichiarato in arresto in
flagranza del reato di detenzione ai fini di spaccio di
sostanza stupefacente del tipo cocaina e per la somma di
denaro contante rinvenuta, il tutto è stato posto in
sequestro.
Vito GIUFFRIDA era già
stato arrestato dalla Squadra Mobile nel gennaio 2015 in
esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere
emessa dal GIP del Tribunale di Catania per associazione
di tipo mafioso (clan Cursoti Milanesi) ed
associazione per delinquere finalizzata al traffico di
sostanze stupefacenti assieme a vari esponenti di
vertice dell’associazione mafiosa tra cui Carmelo DI
STEFANO e Rosario PITARA’ inteso “Saretto u furasteri”.
Vito GIUFFRIDA, espletate le formalità di rito, è stato
sottoposto agli arresti domiciliari in attesa del
giudizio per direttissima.
CATANIA
–
POLIZIA INTERVIENE PER LITE DI COPPIA, SCOPRE ED
ARRESTA
LATITANTE.
Si
tratta del catanese Dario CUTULI 30enne bloccato
in
esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in
carcere. Il personaggio deve espiare la pena residua di
3 anni, 1 mese e 19gg. per resistenza a P.U., violenza e
danneggiamento, nonché indagato in libertà per lesioni e
resistenza a P.U. e per false attestazioni a P.U. sulla
propria identità personale.
Agenti delle Volanti, nel corso della nottata appena
trascorsa, a seguito di segnalazione, erano stati
inviati in via Fava, dove era stata segnalata la
presenza di una coppia intenta a litigare animatamente.
l’intervento immediato della volante è stato
fondamentale poichè ha subito posto fine a quella che
sarebbe stata una lite probabilmente degenerata in
qualcosa più grave. Gli agenti si sono imbattuti
nell’inseguimento del sospetto, che dall’interno
dell’abitacolo, dopo aver inizialmente declinato le
proprie generalità, ha tentato la fuga per sottrarsi al
controllo. Il fuggitivo, dopo le fasi concitate
dell’inseguimento, durante le quali gli operatori di
Polizia hanno riportato lesioni lievi, è stato bloccato
ed identificato per il latitante Dario CUTULI. I
poliziotti hanno appurato che sul soggetto risultava
pendente ancora da espiare una pena detentiva di oltre 3
anni. CUTULI è stato denunciato per il reato di
resistenza a Pubblico Ufficiale e tradotto presso la
Casa Circondariale di Piazza Lanza per scontare la pena
maturata a seguito di condanna per i precedenti reati di
resistenza, violenza privata e danneggiamento.
CATANIA
–
Miele sospetto, NAS CC, sequestrate decine di tonnellate
di provenienza ed origine incerta. I militari
dell’Arma Comando Carabinieri per la Tutela della
Salute di Catania comandati dal magg. Salvatore
Calabrese, hanno effettuato i controlli nel settore
apistico - sequestrando il miele sospetto nella zona
etnea. I NAS hanno rilevato che non era stata
minimamente dimostrata l’origine e la provenienza, del
miele in vendita in violazione della procedura di
rintracciabilità commerciale. I controlli svolti
ultimamente dai carabinieri del Nas di Catania ad alcune
aziende apistiche del territorio etneo hanno portato a
segno il sequestro di diverse decine di tonnellate di
miele semilavorato per il quale non era stata
minimamente dimostrata l’origine e la provenienza, in
violazione della procedura di rintracciabilità
commerciale. Alcuni operatori del settore poco
coscienziosi e professionali, anche per ovviare a
carenze produttive, talvolta, decidono di rifornirsi di
partite di miele di diversa provenienza, anche estera e
non certificata. Il consumatore con l’approssimarsi
della stagione autunnale è orientato alla ricerca e
consumo di prodotti del settore agroalimentare,
soprattutto di provenienza locale, considerata la
naturale vocazione del circostante territorio
pedemontano che offre diversi specialità tipiche ed
esclusive. Il miele determina un imponente indotto
commerciale che non sempre riesce a soddisfare le
esigenze di mercato. L’attività di controllo dei
carabinieri del Nas si concentra anche in questo
settore, in particolar modo sui prodotti per i quali
annualmente vengono sostenute, spesso con il patrocinio
degli enti locali, intere campagne promozionali che
attirano considerevoli flussi turistici di provenienza
perfino interregionale. La cosiddetta “filiera
alimentare”, è il sistema di informazioni, obbligatorio
per legge dal 2005, che permette ai consumatori non solo
di conoscere le caratteristiche qualitative del
prodotto, ma anche la provenienza e l’esatta origine, a
garanzia della genuinità e salubrità dell’alimento in
tutte le fasi di produzione, trasformazione e vendita. I
produttori ed i commercianti sono tenuti ad informare il
consumatore finale, apponendo un’etichetta dalla quale
ci si può accertare della natura dell’alimento, dello
stabilimento produttivo, della zona di provenienza,
dell’eventuale presenza di allergeni ed altre
caratteristiche salienti. I Carabinieri del NAS di
Catania hanno pertanto sottoposto a vincolo sanitario
l’intero quantitativo con la collaborazione di personale
medico del locale distretto veterinario dell’ASP con il
quale sono stati prelevati alcuni campioni di miele da
sottoporre ad analisi chimiche per accertare la
conformità e salubrità del prodotto. L’attività di
controllo dei Carabinieri del NAS di Catania sarà
continuata assiduamente sul resto del territorio, a
tutela di quei cittadini che, convinti di acquistare
prodotti originari e naturali, potrebbero
inconsapevolmente imbattersi in forniture agroalimentari
che nulla hanno a che vedere con il contesto geografico
in cui vengono presentati.
CATANIA
–
Polizia cattura latitante in ristorante ad Acitrezza
mentre cena con famiglia. Gli uomini della
catturandi hanno bloccato Fabrizio PAPPALARDO
52enne, latitante destinatario di ordine di esecuzione
per la carcerazione, emesso il 5 aprile 2019 dalla
Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario
di Catania.Il personaggio deve espiare la pena di anni 7
di reclusione per i reati di estorsione e rapina
aggravata in concorso. Lo scorso mese di aprile,
Fabrizio PAPPALARDO, ritenuto esponente di vertice del
clan Pillera-Puntina, era stato raggiunto da un
provvedimento restrittivo divenuto definitivo emesso
dalla Suprema Corte di Cassazione che aveva rigettato il
ricorso avverso la sentenza di condanna della Corte di
Appello di Catania. Le operazioni finalizzate alla
cattura di PAPPALARDO, subito dopo la sentenza emessa
dal supremo organo di giudizio, non portarono
all’arresto. Il personaggio infatti si era,
preventivamente, allontanato dalla sua abitazione
facendo perdere le tracce. Gli uomini della Catturandi
della Squadra Mobile di Catania, nella tarda serata di
ieri, tuttavia, sono riusciti ad individuare il
latitante. I poliziotti stante anche le condizioni
favorevoli determinate dal suo allontanamento dai luoghi
in cui aveva trovato ricovero, hanno catturato il
ricercato mentre stava cenando, con la sua famiglia, in
un ristorante del litorale di Acitrezza. PAPPALARDO
notata la presenza degli agenti, non opponendo alcuna
resistenza, li ha seguiti all’esterno del locale per poi
essere condotto presso gli uffici della Squadra Mobile
e, successivamente, presso la Casa Circondariale di
Catania a piazza Lanza.
CATANIA
-
POLIZIA FESTEGGIA PATRONO SAN MICHELE.
La
chiesa di San Michele ai Minoriti di via Etnea ha
accolto, la mattinata del 30 settembre, i poliziotti
della Questura e delle Specialità della Polizia di Stato
catanesi che si sono uniti alle Autorità civili e
militari, nella celebrazione liturgica del Santo Patrono
della Polizia di Stato, San Michele Arcangelo, presenti
alla cerimonia il Sindaco Salvo Pogliese, il Vice
Prefetto Enrico Gullotti ed i rappresentanti delle Forze
di Polizia: un momento questo per ricordare insieme alle
altre forze di polizia, l’impegno al servizio del
cittadino.
La voce dell’Arcivescovo celebrante, Mons. Gristina, è
stata accompagnata dalle voci e dalle note del coro
dell’Associazione Nazionale della Polizia di Stato, da
quelle del poliziotto tenore Sov. Antonio Costa e dal
soprano Angela Curiale i quali hanno reso ancor più
solenne la cerimonia.
L’emozione è stata grande, durante le parole espresse
dal Questore Mario Della Cioppa il quale, rivolgendosi
ai fedeli ed agli uomini e donne della Polizia di Stato
che gremivano la chiesa in questo giorno tanto speciale,
ha voluto ringraziare le autorità presenti ed in
particolare l’Arcivescovo Gristina, per aver voluto
celebrare la messa in questa particolare giornata. Il
Questore Mario Della Cioppa, nel ricordare la dedizione
di tutti i poliziotti e delle vittime del dovere ed i
loro familiari, ha voluto commemorare con tanto affetto,
il giovanissimo poliziotto Giacinto Dimastrochicco di
34 anni, il quale ha perso la vita in un tragico
incidente stradale sulla provincia Turi- Gioia del
Colle, lo scorso 28 settembre e con il quale il Questore
aveva lavorato negli anni trascorsi a Foggia. Il
Questore ed il Presidente dell’Associazione Nazionale
Polizia di Stato (A.N.P.S.), il Comm. Giuseppe
Chiapparino, hanno consegnato presso la sala convegni
della Questura di Catania il premio San Michele
Arcangelo, ai poliziotti che si sono distinti in
significative attività. I destinatari del premio:il
Vice Questore Marco dell’Arte della Questura di Belluno;
il Sovrintendente Silvio Lo Verde , Squadra Mobile di
Catania; il Commissario Antonio Lentinello, Presedente
ANPS Siracusa e l’Assistente Capo Coordinatore Francesco
Nicotra, Reparto Mobile Catania.
CATANIA
-
Mercatino domenicale a km 0 piazza Verga: Asp e Polizia
Municipale, sequestro prodotti alimentari di provenienza
sconosciuta.
La
Polizia Municipale ha sequestrato prodotti alimentari ed
elevato multe in attività antiabusivismo. Il pronto
intervento della polizia municipale è stato svolto a
tutela dalle frodi alimentari ed oltre 30 kg di
formaggio e ricotta fresca, di provenienza sconosciuta,
sono sequestrati stamattina al mercatino domenicale a km
0 di piazza Verga. La delicata operazione del reparto
annona è stata diretta dal commissario Francesco Caccamo.
L’azione è scaturita da segnalazioni degli stessi
operatori commerciali, ed è stata condotta d’urgenza
assieme ai veterinari dell’Asp, che hanno anche disposto
la distruzione delle merce destinata illecitamente al
consumo. I vigili urbani, tra venerdì e sabato, hanno
effettuato controlli, in diverse zone della città per
prevenzione della qualità alimentare. I tutori
dell’ordine hanno elevato 11 sanzioni a titolari di
esercizi commerciali i quali avevano allargato
abusivamente la superficie autorizzata, per utilizzarla
con tavoli, sedie e tensostrutture sottraendola
illegittimamente all’utilizzo pubblico. I vigili urbani
hanno operato in attuazione di un indirizzo del sindaco
Pogliese e dell’assessore Porto. La Polizia Municipale,
inoltre, ha verbalizzato 9 parcheggiatori abusivi in
diverse zone della città, grazie a segnalazioni arrivate
alla centrale operativa della polizia locale.
CATANIA
- Polizia
a Librino filma 2 pusher che forniscono clienti,
cinofili recuperano 100 stecche marijuana.
I tutori dell’ordine hanno eseguito controlli mirati
nel quartiere in particolare al viale Castagnola e viale
san Teodoro per prevenire e reprimere il dilagante
fenomeno dello spaccio di sostanza stupefacente. Gli
operatori di polizia dopo un’attenta attività di
osservazione, hanno notato 2 soggetti, 1 dei quali con
numerosi precedenti penali in materia di droga, nascosti
nei pressi di un atrio condominiale in trattative con un
assuntore. I poliziotti, non appena hanno notato la
cessione della sostanza, sono intervenuti bloccando gli
spacciatori e l’assuntore. e, nell’occorso, sono
riusciti finanche a documentare fotograficamente lo
spaccio. Gli agenti hanno perquisito i pusher e
rinvenuti addosso: 8 involucri di marijuana e soldi di
piccolo taglio. Gli spacciatori, per tale motivo, sono
stati indagati in libertà per il reato di detenzione ai
fini di spaccio di sostanze stupefacenti tipo marijuana.
I poliziotti hanno anche sequestrato soldi e droga. 1
degli spacciatori ha riferito che spaccia e di essere in
attesa di ottenere il reddito di cittadinanza e, in
considerazione di quanto accertato, è stato segnalato
alla Guardia di Finanza ed all’Inps per valutare
l’eventuale diniego di detto sussidio. L’assuntore di
droga si è opposto al controllo di polizia tentando di
fuggire per cui a lui è stato contestato il reato di
resistenza a pubblico ufficiale. Gli agenti hanno per il
consumatore avviato immediatamente la sospensione della
patente di guida ed è stato segnalato alla locale
prefettura ai fini del recupero terapeutico. L’unità
cinofili della polizia di stato, in viale san Teodoro
numero 7 ha rinvenuto e sequestrato a carico di ignoti
oltre 100 stecche di sostanza stupefacente tipo
marijuana.
CATANIA
–
DIA
ispeziona centri smaltimento rifiuti Sicula Trasporti in
località Grotte S.Giorgio e Coda Volpe.
Gli uomini della Direzione Investigativa antimafia di
hanno attuato
un accesso ispettivo disposto dalla Prefettura di
Catania, ai sensi dell’art. 93 del Decr. Lgs 6 settembre
2011, n.159 (Codice Antimafia) presso la sede legale e
le sedi operative (gli impianti di smaltimento ubicati
in Contrada Coda Volpe e nella zona industriale e la
discarica ubicata in località grotte San Giorgio) della
società SICULA TRASPORTI s.r.l., operante nel settore
dello smaltimento dei rifiuti. L’accesso è stato
definito in sede di Comitato per l’Ordine e la Sicurezza
Pubblica. La società riceve il conferimento dei rifiuti
da parte di 255 comuni della Sicilia orientale. Le
operazioni sono coordinate dal Centro Operativo della
Direzione Investigativa Antimafia di Catania e vengono
svolte con la collaborazione della Questura e dei
Comandi Provinciali del Carabinieri e della Guardia di
Finanza di Catania.
gli
accertamenti coinvolgono l’impiego anche personale del
locale Ispettorato Territoriale del Lavoro e della
Polizia Ambientale della città Metropolitana di Catania.
I legali della società con una nota hanno precisato: “I
sottoscritti avvocati Carmelo Galati e Carmelo
Peluso nell’interesse della società “Sicula
Trasporti SRL” desiderano precisare, in riferimento
all’accesso ispettivo effettuato in data odierna, ai
sensi del Codice Antimafia ed alle notizie di stampa,
che le attività svolte presso le sedi operativa e legale
della Società dalla DIA di Catania, dalla Questura di
Catania, dai Comandi Provinciali dei Carabinieri e della
Guardia di Finanza, nonchè dall’Ispettorato del Lavoro e
dalla Polizia Ambientale della Città Metropolitana di
Catania, rientrano nell’ambito delle competenze del
Comitato per l’Ordine alla Sicurezza Pubblica coordinato
dalla Prefettura di Catania al fine di verificare la
sussistenza di potenziali infiltrazioni mafiose
nell’ambito delle attività di competenza della SICULA
TRASPORTI SRL. Giova ricordare che la Società Sicula
Trasporti SRL riceve il conferimento del rifiuto da
parte di oltre 255 Comuni della Sicilia e da ultimo
dalla città di Palermo, in considerazione della
emergenza rifiuti di quella città. La Sicula Trasporti
SRL già da tempo è impegnata con le Forze dell’Ordine a
verificare e salvaguardare i livelli di legalità al fine
di scoraggiare ogni tentativo della criminalità
organizzata di interferenza nei confronti dei suoi
partners Istituzionali pubblici e privati. Per questo
motivo nella giornata dell’11.09.2019 la Società ha
messo a disposizione degli Organi Amministrativi ogni
utile documentazione necessaria all’attività di
controllo e verifica richiesta. Peraltro, la
collaborazione con la Procura Distrettuale di Catania è
sempre stata costante, al fine di garantire che le
attività connesse al ciclo dei rifiuti della Società
vengano costantemente monitorate per il rispetto dei
protocolli di legalità. La complessa ed articolata
gestione delle attività poste in essere dalla Sicula
Trasporti SRL con gli Enti e le Società con le quali la
stessa intrattiene rapporti contrattuali, saranno
oggetto di ulteriore approfondimento e verifica al fine
di consentire una sempre maggiore trasparenza,
salvaguardando l’operatività societaria”.
video
RAPINA
CATANIA
–
video RAPINa
4 rapinano
Mc Donald’s, Carabinieri e Polstrada ammanettano 3
catanesi ed 1 lentinese.
Si tratta dei catanesi
Giuseppe ALECCI 32enne, Mirko MUSUMECI
28enne presi da Polizia assieme al lentinese
Marco SORTINO 41enne
e del
catanese Giovanni LEONE 39enne ammanettato dai
carabinieri.
Grazie
ad una attività investigativa eseguita in perfetta
osmosi tra gli Agenti del Compartimento Polizia Stradale
Sicilia Orientale – Sezione Polizia Stradale di Catania
ed i Carabinieri del Comando Provinciale, nel giro di
poche ore i quattro che la scorsa notte hanno assalito,
a mano armata e con il volto travisato da passamontagna,
il Mc Donald’s di piazza Stesicoro in pieno centro
storico, sono stati assicurati alla giustizia.
La
chiamata pervenuta sul 112 (N.U.E.), ha allertato i
militari che sono intervenuti nel “MC DONALD’S” di
piazza Stesicoro, dove alle ore 01.50, 4 sconosciuti a
viso coperto ed armati di pistola e coltello si erano
fatti consegnare dal responsabile di turno la somma
contante di circa 8.000 euro.
L’Arma dei Carabinieri nel corso della notte ha
proceduto con il primo immediato intervento, mentre la
Polizia Stradale transitando nell’area di servizio “Eni”
sita al km.13,600 della tangenziale di Catania direzione
ME-SR, ha notato una vettura mini cooper con 3 soggetti
a bordo che, alla vista dell’equipaggio ha accelerato
l’andatura in direzione Siracusa. Gli agenti della
Polstrada, hanno notiziato la sala operativa
compartimentale ponendosi all’inseguimento del veicolo
che, con difficoltà e dopo circa 4 chilometri, veniva
bloccato sulla corsia di emergenza.
Gli
operatori fermata l’auto hanno proceduto al controllo
degli occupanti ed alla perquisizione personale degli
stessi estesa al veicolo che ha dato esito positivo. I
poliziotti hanno rinvenuto 1 busta in plastica
contenente 598 euro in monete di diverso taglio,ed
indumenti vari: 1 giubbotto nero, 1 felpa di colore
grigio e blu, 1 giacca di tuta ginnica blu e strisce
bianche e azzurre, 1 scaldacollo, 2 cappellini e 4
apparecchi tipo walkie talkie; dalla perquisizione
personale sono stati rinvenuti nella tasca dei pantaloni
del SORTINO la somma di 1.250 euro in banconote di vario
taglio. I tutori dell’ordine, dai risvolti info
investigativi hanno appurato che precedentemente, era
stata diramata nota di una rapina perpetrata, alle ore
02,00, ai danni dell’esercizio commerciale Mc Donald’s a
Catania in piazza Stesicoro, ad opera di malviventi
travisati armati di coltello. Gli investigatori
pertanto, con l’ausilio di personale dell’UPGSP della
locale Questura, hanno accompagnato i tre soggetti
presso gli uffici della Polizia Stradale. Uomini della
Polizia Giudiziaria del locale Compartimento Polizia
Stradale nel frattempo, hanno preso contatti con
l’esercizio commerciale e con militari dell’Arma dei
Carabinieri di Piazza Dante intervenuta sul posto. Gli
investigatori hanno accertato chiaramente dalla visione
dei filmati del sistema di video sorveglianza
dell’esercizio, che i 3 fermati corrispondevano
esattamente ai soggetti che avevano, poco prima,
consumato la rapina a mano armata di coltello. I
militari dell’Arma, proseguendo l’attività
investigativa, sono riusciti a dare un volto al quarto
soggetto Giovanni LEONE, localizzato e catturato nella
sua abitazione dove i carabinieri hanno rinvenuto e
sequestrato: la somma in contanti equivalente a circa
800 euro, nonché gli indumenti utilizzati dal malvivente
durante la rapina. Gli arrestati, assolte le formalità
di rito, sono stati associati nel carcere Piazza Lanza
di Catania.
La straordinaria sinergia delle forze dell’ordine sul
territorio e la tempestività del loro intervento hanno
così consentito di assicurare alla giustizia una banda
di rapinatori.
CATANIA
-
Questore Della Cioppa insediato in Questura a Catania.
L’alto funzionario dr.
Mario Della Cioppa è reduce dalla recente e
brillante “Operazione Ares” eseguita a San Severo e
nell'Alto Tavoliere. La Polizia nel foggiano ha eseguito
50 arresti tra le fila dei potenti clan criminali.Il
Dirigente Superiore della Polizia di Stato Mario Della
Cioppa, quale nuovo Questore di Catania, inizialmente,
ha voluto rendere omaggio ai Caduti della Polizia di
Stato di Catania all’ingresso della Questura,
depositando una corona d’alloro alla lapide che ne
ricorda i nomi. Il Questore, successivamente, ha
salutato i Dirigenti ed i Funzionari degli Uffici della
Questura e delle Specialità della Polizia di Stato. La
giornata, prevede le consuete visite istituzionali
alle Autorità cittadine. Il Questore Della Cioppa
è nato nel 1959, si è laureato in Giurisprudenza a
Teramo. Il dottor Della Coppa ha conseguito il Master
Universitario di II° Livello nella formazione, presso
l’Università Cattolica di Milano ed il Master
Universitario di II° livello in "Sicurezza,
coordinamento interforze e cooperazione internazionale",
presso l'Università La Sapienza di Roma. Il
Dirigente Superiore della Polizia, tra il 1985 ed il
1990, ha svolto servizio presso il Reparto Mobile di
Padova e successivamente presso la Questura di Belluno,
in qualità di Dirigente la Divisione di Polizia
Amministrativa, per poi essere nominato Capo di
Gabinetto. Il Questore Della Cioppa negli anni
90 ha prestato servizio presso la Questura di Pescara,
nella Divisione Anticrimine, poi ha ricoperto il ruolo
di Capo di Gabinetto ed infine di Capo della Squadra
Mobile. L’alto funzionario di Polizia dal 1998
al 2002 ha ricoperto l’incarico di Dirigente del Reparto
Prevenzione Crimine “Abruzzo” ed in seguito, è stato
Direttore della Scuola per il Controllo del Territorio a
Pescara, dove ha curato vari progetti nazionali legati
alla Polizia di Prossimità ed alla formazione del
Poliziotto di Quartiere. Il Questore Della Cioppa
ha prestato servizio a Roma, presso il Dipartimento
della P. S., ed è stato Membro del Gruppo di Lavoro
ministeriale finalizzato alla informatizzazione delle
attività di indagine e di investigazione della Polizia
di Stato (MIPG WEB). Il Questore dal 2009 al
2012 ha ricoperto l’incarico di Vicario del Questore di
Pescara per poi frequentare, per nove mesi, il XXVIII
Corso di Alta Formazione presso la Scuola Interforze a
Roma.Il Questore Della Cioppa ha ricevuto numerosi
incarichi di docenza presso centri di formazione,
università ed amministrazioni nelle città di Belluno,
Firenze, Livorno, Macerata, Ancona, San Benedetto del
Tronto, Pesaro, Ascoli Piceno e Modena, in
rappresentanza della Polizia di Stato, nell’ambito dei
protocolli di sicurezza fra lo Stato e le Regioni. Il
Questore Della Cioppa è autore di 6
pubblicazioni scientifiche. L’alto funzionario
di Polizia, nel corso della sua carriera ha
svolto anche 26 incarichi ministeriali quale Presidente
di commissioni esaminatrici. Il Questore Della Cioppa ha
ricevuto 4 encomi e 10 lodi dal Capo della Polizia, 1
encomio dalla Giunta Comunale di Pescara, 1 attestato
dalla città di Sommacampagna (VR) ed è Cavaliere della
Repubblica nel 2003 e Commendatore della Repubblica dal
2017. Nel dicembre 2013 è stato nominato Questore
di Alessandria fino al 24 maggio 2015. Dal 25
maggio 2015 al 31 luglio 2017 ha ricoperto l’incarico di
Questore delle province di Ascoli Piceno e Fermo.
È stato Questore della Provincia di Foggia dal 1° agosto
2017 al 9 giugno 2019. I migliori auguri di buon lavoro
e permanenza a Catania dalL’Informatore di Sicilia e
personali all’alto funzionario di Polizia Questore dr.
Mario Della Cioppa.
CATANIA
-
video cerimonia
205° Annuale della Fondazione dell’Arma dei Carabinieri.
La
cerimonia del 205° anniversario della fondazione
dell’Arma dei Carabinieri è celebrata mercoledì 5
giugno, alle ore 18:30, nella caserma “Vincenzo
Giustino” di Piazza Giovanni Verga, storica sede del
Comando Provinciale Carabinieri di Catania.
Il Comandante
Provinciale, Colonnello Raffaele Covetti, alla presenza
delle Autorità cittadine, riassume i risultati
conseguiti dall’Arma etnea e procede alla consegna
delle ricompense ai militari maggiormente distintisi in
attività di servizio. La manifestazione prevede lo
schieramento di un Reparto di formazione con
rappresentanze delle singole specialità dell’Arma, degli
organismi di rappresentanza e dell’Associazione
Nazionale Carabinieri. La lettura
del
messaggio del Presidente della Repubblica Sergio
Mattarella e dell’Ordine del Giorno del Comandante
Generale dell’Arma dei Carabinieri, Gen. C.A. Giovanni
Nistri sono i
momenti
solenni della cerimonia.
video cerimonia
video
ROS trovata formula affiliazione mafia
ROMA
- ROS eseguiti 31 arresti: associazione tipo mafia da
Catania trapiantata a Roma.
Le misure riguardano tra Catania e Roma la famiglia
Fragalà : 28 in carcere e 3 ai domiciliari. I
carabinieri di mattina hanno eseguito, nelle province di
Roma e Catania, l’ordinanza di custodia cautelare,
emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma, su
richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia. I
militari, nel corso delle indagini, oltre ad effettuare
numerosi riscontri investigativi, hanno sventato, poche
ore dopo la sua consumazione avvenuta a Torvaianica il
3 marzo 2016, il sequestro di Ignazio FRAGALÀ, il cui
movente sarebbe stato connesso ad una controversia
sorta in merito al pagamento di una partita di
stupefacenti tra il clan FRAGALÀ ed esponenti del clan
CAPPELLO di Catania. I reati, aggravati dal metodo e
dalle finalità mafiose: estorsione, danneggiamento con
incendio, detenzione e porto abusivo di armi, traffico
di stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori e
favoreggiamento personale. I provvedimenti sono
scaturiti dall’attività investigativa, condotta dal
R.O.S. tra il 2014 e il 2017 e coordinata dalla D.D.A.
di Roma. Gli investigatori hanno svelato l’esistenza di
un sodalizio mafioso, “clan FRAGALÀ”, composto
prevalentemente da membri dell’omonimo nucleo familiare,
di origini catanesi ma da anni trapiantato in provincia
di Roma, la cui operatività criminale era estesa al
quadrante sud dell’area metropolitana della Capitale ed
in particolare ai comuni di Pomezia, Torvaianica e Ardea.
Le indagini, avvalorate anche da riscontri a
dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, hanno
consentito di ricostruire l’organigramma del clan,
individuando Alessandro FRAGALÀ(61 anni), il nipote
Salvatore FRAGALÀ (41 anni) e Santo D’AGATA (61 anni),
quali soggetti aventi funzioni direttive, in costante
contatto con gli ambienti mafiosi catanesi sia per la
gestione dei traffici illeciti, sia per il reclutamento
di manodopera criminale per lo svolgimento delle
attività delittuose in territorio laziale. I ROS hanno
evidenziato che un ruolo di rilievo sarebbe stato
altresì rivestito da Astrid FRAGALÀ (40 anni), figlia di
Alessandro, elemento di cerniera tra il padre e la vita
pubblica pometina, con il compito di curare le relazioni
ed i contatti con esponenti delle professioni, della
pubblica amministrazione e della politica locale, anche
in ragione del suo percorso professionale e
nell’associazionismo di categoria, finalizzati ad
infiltrare e condizionare la vita politica e la pubblica
amministrazione pometina. L’inchiesta del ROS ha
rivelato una figura di centrale importanza
investigativa di uno storico personaggio Di origini
palermitane legato a “Cosa nostra”, già uomo di fiducia
a Roma del boss Pippo CALÒ, ovvero Francesco D’AGATI (83
anni), uno dei destinatari del provvedimento cautelare
per il reato di concorso esterno nell’associazione
mafiosa facente capo al clan FRAGALÀ. I ROS hanno
evidenziato che D’AGATI, sarebbe inserito nelle
dinamiche mafiose del territorio romano, dove risiede
stabilmente da anni, e capace di mantenere relazioni di
elevato livello anche al di fuori degli ambienti
criminali, è emerso per autorevolezza e prestigio
mafioso, intervenendo a tutela e in rappresentanza degli
interessi del clan FRAGALÀ nell’ambito delle
controversie con altre organizzazioni criminali operanti
nella capitale, fornendo così un importante contributo
alla conservazione e al rafforzamento del clan. I
carabinieri relativamente alle attività illecite
perpetrate dal sodalizio, hanno documentato:
consistenti traffici di sostanze stupefacenti del tipo
cocaina, marijuana e hashish, individuando i canali di
approvvigionamento (Colombia e Spagna) e le relazioni
funzionali allo sviluppo di tali interessi criminali,
intessute con: una componente del clan dei Casalesi.
L’inchiesta ha evidenziato che nel corso del biennio
2014-2016, le due strutture sarebbero giunte finanche a
federarsi, elaborando obiettivi comuni e condividendo
risorse economiche ed armi; soggetti riconducibili ai
clan SANTAPAOLA e CAPPELLO di Catania; diversi episodi
estorsivi, attuati con metodo mafioso, nei confronti di
imprenditori locali anche sotto forma di “recupero
crediti”, nonché approvvigionamenti di armi clandestine
e di materiali esplodenti per il compimento di
attentati/danneggiamenti a scopo intimidatorio;
dinamiche associative, riguardanti i rapporti tra le
diverse organizzazioni mafiose operanti nella Capitale,
finalizzate a comporre i dissidi secondo un sistema
condiviso di valori e principi mafiosi, in funzione di
un comune interesse al mantenimento di rapporti pacifici
per esigenze di autoconservazione.
video
cuccioli
CATANIA
–Poliziotti trovano cuccioli maltrattati, tolti all’aguzzino. La
Polizia di Stato, nei giorni scorsi, ha denunciato in stato di libertà,
il già noto S.N. per il reato di detenzione di animali in condizioni
incompatibili con la loro natura. Gli uomini del Commissariato Borgo Ognina,
durante un controllo nell’abitazione del soggetto, hanno avvertito i
lamenti di un cucciolo provenienti da un manufatto di cemento realizzato
abusivamente. I tutori dell’ordine con la Polizia Locale Reparto Vigilanza
Ambientale, hanno recuperato il cucciolo di razza pitbull di circa 1 mese,
che è stato tolto al soggetto. L’animale è sottoposto a visita veterinaria.
Lui già noto è
stato sanzionato poiché deteneva altri 2 cani privi di microchip.
FOTO OPERAZIONE
video
operazione
CATANIA
–
Operazione Gisella:
dichiarazioni CAVALLARO, DDA 26 misure
eseguite dai Carabinieri.
200 Carabinieri del Comando Provinciale di Catania,
supportati dai reparti specializzati (Squadrone
Eliportato Carabinieri “Cacciatori di Sicilia”,
Compagnia di Intervento Operativo del XII° Reggimento
Carabinieri “Sicilia” e Nucleo Elicotteri di Catania),
nelle province di Catania e Reggio Calabria, dalle prime
ore del mattino, su delega della Procura Distrettuale,
hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia
cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini
Preliminari di Catania, su richiesta della Direzione
Distrettuale Antimafia, nei confronti di 26
persone, ritenute affiliate al sodalizio criminale
denominato dei Tuppi, operante nel territorio dei
Comuni di Misterbianco e Motta Sant’Anastasia,
attualmente confederato alla
famiglia mafiosa
dei Mazzei,
storicamente affiliata a “Cosa Nostra”. I
personaggi sono ritenuti responsabili, a vario titolo,
di associazione di tipo mafioso, omicidio,
estorsione in concorso, furto, ricettazione e
riciclaggio in concorso, detenzione e porto illegale di
arma clandestina,
trasferimento fraudolento di valori e corruzione,
con l’aggravante del metodo mafios.
I colpiti dell’ordinanza di custodia cautelare in
carcere “operazione Gisella” del 30 aprile 2019:
FOTO OPERAZIONE
Domenico AGOSTA 32enne (carcere Siracusa),
Emanuele AGOSTA 28enne (carcere Siracusa),
Giuseppe AVELLINO 54enne (carcere Catania
Bicocca), Filippo BUZZA 44enne (carcere
Siracusa), Rosario Salvatore CANTALI 45enne
(carcere Agrigento), Gianfranco CARPINO 50enne
(carcere Catania Bicocca), Luca DESTRO 36enne
(carcere Caltanissetta), Vincenzo DI PASQUALE
51enne (carcere Caltanissetta),
Daniele DISTEFANO
34enne (carcere Catania Bicocca), Filippo
DISTEFANO 41enne (carcere Siracusa), Carmelo
GUGLIELMINO 40enne (carcere Catania
Bicocca), Gaetano INDELICATO 31enne
(carcere Caltanissetta), Alfio LA SPINA 36enne
(carcere Agrigento), Carlo MARCHESE 46enne
(carcere Agrigento), Saverio MONTELEONE 36enne
(carcere Reggio Calabria), Daniele MUSARRA AMATO
48enne (carcere Catania Bicocca), Antonino
NAVARRlA 58enne (carcere Caltanissetta),
Antonio detto Tony NICOTRA 52enne (carcere
Catania Bicocca), Gaetano NICOTRA 38enne
(carcere Catania Bicocca), Gaetano NICOTRA 67enne
(carcere Catania Bicocca), Lucia PALMERl 49enne
(carcere Catania Piazza Lanza), Emanuele PARISI
39enne (carcere Caltanissetta), Antonino
RIVILLI 47enne (carcere Catania Bicocca),
Giovanni SAPUPPO 38enne (carcere Catania
Bicocca), Francesco SPAMPINATO 41enne
(carcere Agrigento) GIA’ DETENUTI Giuseppe
PIRO 28enne,
in atto detenuto nel carcere di Catania Bicocca. Il
provvedimento ha tratto origine dalle dichiarazioni del
collaboratore Luciano Cavallaro, esponente storico del
gruppo mafioso dei ‘Tuppi’, già fortemente
radicato sul territorio di Misterbianco a partire dagli
anni ’80 (periodo nel quale era affiliato alla famiglia
mafiosa dei ‘Cursoti’) e particolarmente attivo nella
gestione delle illecite attività, che poneva in essere
in contrapposizione con il gruppo del ‘Malpassotu’,
costituente la locale articolazione della famiglia
Santapaola, facente capo a Pulvirenti Giuseppe. La
contrapposizione dei mafiosi, sul finire degli anni
Ottanta aveva portato ad un conflitto, finalizzato al
controllo del territorio. La guerra di mafia avrebbe
avuto soccombnte il gruppo facente capo a Mario NICOTRA,
inteso “Mario u tuppu” (dalla particolare
acconciatura “a chignon”) ucciso il 16 maggio
1989, motivo per il quale gli esponenti dei Tuppi
furono costretti ad emigrare in Toscana. La cruenta
guerra tra i due gruppi ed i numerosi omicidi che ne
scaturirono sono documentati dalle dichiarazioni di
numerosi collaboratori provenienti dal clan del
‘Malpassotu’ e dalle conseguenti sentenze già emesse nei
confronti della citata famiglia mafiosa avversaria.
Gli
investigatori, al fine di riscontrare le dichiarazioni
del collaboratore Luciano CAVALLARO, su delega della
Procura Distrettuale, avviarono un’indagine condotta,
dal febbraio 2016 al mese di aprile 2018, dal Nucleo
Investigativo del Reparto Operativo del Comando
Provinciale di Catania e dall’Aliquota Carabinieri di
questa Sezione di P.G..
L’inchiesta è stata condotta mediante attività tecniche
e dinamiche, che hanno fatto riscontrare l’attuale
operatività della famiglia mafiosa dei Tuppi. I
personaggi sarebbero rientrati a Misterbianco, dopo che
il clan Malpassotu era stato debellato dalle numerose
iniziative giudiziarie, ed alleati con la famiglia dei
Mazzei, rimasta ad operare sul territorio di
Misterbianco. Le indagini hanno consentito ai militari
di ricostruire l’attuale organigramma del sodalizio
criminale dei Tuppi. Le dichiarazioni del
collaboratore di giustizia e gli accertamenti degli
inquirenti avrebbero evidenziato che al
vertice sarebbe stato l'anziano e carismatico Gaetano
NICOTRA, detto "zio Tano", fratello di Mario Nicotra, il
quale sarebbe coadiuvato, nella gestione degli affari e
nel governo dei singoli affiliati, dal fidatissimo
Antonino RIVILLI. Gli inquirenti hanno evidenziato che
Tony NICOTRA nipote, ritornato in libertà dal 17
febbraio 2017, avrebbe ripreso il controllo della cosca
e si sarebbe avvalso della "collaborazione" del
giovane fratellastro Gaetano NICOTRA, del
''figlioccio', Carmelo GUGLIELMINO, sempre
attivamente impegnato a "sbrigare" le "beghe
sul campo" e di Daniele MUSARRA AMATO. L’inchiesta
dei carabinieri avrebbe focalizzato che alle strette
dipendenze di RIVILLI e di Tony NICOTRA avrebbe operato,
poi, il "gruppo di Motta Sant'Anastasia",
capitanato da Daniele DISTEFANO, inteso "Minnitta",
il quale, a sua volta, si sarebbe avvalso dell'opera
del fratello, Filippo DISTEFANO, e dei
"soldati", Filippo BUZZA, Domenico AGOSTA, Gaetano
INDELICATO, Francesco SPAMPINATO e Giuseppe PIRO. Il
materiale probatorio acquisito dagli investigatori ha
consentito di contestare, per la prima volta, al gruppo
dei Nicotra sia i reati di associazione mafiosa che
altri reati fine, all’omicidio di Paolo ARENA, anche ai
capi ed affiliati del gruppo dei Tuppi che, a causa
dell’allontanamento in Toscana, finora non era stato
sottoposto a procedimenti per mafia per i fatti
riguardanti Misterbianco. La Direzione Distrettuale
Antimafia ha valuto le dichiarazioni di Luciano
CAVALLARO ed ha riscontrato che uno degli omicidi
risalenti alla guerra di mafia, abbia un mandante. Gli
investigatori hanno acclarato elementi di prova sulla
responsabilità di Gaetano NICOTRA 68enne, in qualità di
mandante, nell’omicidio consumato il 28 settembre 1991,
a Misterbianco. La vittima era il consigliere comunale
Paolo ARENA. Il politico assassinato era esponente di
spicco della Democrazia Cristiana etnea, fu freddato con
colpi di fucile esplosi da 2 ignoti sicari. Le indagini
avevano portato a ritenere che il fatto di sangue
potesse essere legato ad ingerenze criminali negli
affari politici ed economici del Comune di Misterbianco.
Gli investigatori dalle dichiarazioni di Luciano
CAVALLARO avrebbero puntualizzato che in relazione alla
carica politica ricoperta, Paolo ARENA aveva
intrattenuto relazioni illecite e continuative con Mario
NICOTRA e, dopo l’omicidio dello stesso per mano del
clan PULVIRENTI, aveva allacciato rapporti affaristici
con quest’ultimo gruppo. L’appoggio garantito da ARENA
ai PULVIRENTI era stato vissuto dai restanti
appartenenti al clan NICOTRA come un vero e proprio
tradimento da sanzionare con la morte del politico.
L’ipotesi investigativa dell’epoca è stata confermata
quindi dall’esame delle dichiarazioni fornite dai
collaboratori di giustizia e dall’analisi di atti di
procedimenti instaurati in Toscana nei confronti degli
esponenti apicali dei TUPPI durante la loro permanenza
in quell’area. Il nome “Gisella” dato
all’indagine è il nome in codice utilizzato nei colloqui
telefonici dai giovani sodali che costituiscono il
gruppo di “Motta”, per indicare il “capo”,
ossia Antonino RIVILLI. Le indagini degli investigatori
avrebbero attestato, che l’operato del gruppo di Motta
sarebbe collegato al contesto mafioso dei NICOTRA i
quali sarebbero intervenuti per “sistemare” situazioni
sconvenienti scaturenti dalle illecite attività degli
affiliati, dando loro disposizioni, che i componenti del
gruppo erano tenuti a rispettare, sicché anche i
dettagli delle illecite azioni sono sempre oggetto di
attenzione da parte del gruppo di comando. Gli
investigatori hanno evidenziato che l’attività
preminente del gruppo di Motta, guidato da Daniele
DISTEFANO, sarebbe : furti di veicoli agricoli
perpetrati in danno di aziende ubicate nelle provincie
di Catania ed Enna, finalizzati a richieste estorsive
avanzate nei confronti degli interessati per la
restituzione dei mezzi. I tutori dell’ordine
nell’indagine hanno evidenziato come il gruppo, sembra trascorsi
tre giorni senza che qualcuno avesse fatto richiesta di
restituzione del mezzo, abbia proceduto alla vendita del
veicolo mediante intermediazione di soggetti incaricati
da Daniele DISTEFANO o dal suo "braccio destro" Filippo
BUZZA. Gli inquirenti hanno evidenziato che uno dei due
soggetti avrebbe interpellato telefonicamente i
mediatori utilizzando una terminologia allusiva e
trasmettendo, tramite l'applicazione "Whatsapp",
le fotografie scattate ai mezzi per potenziali
acquirenti. Venivano utilizzate SIM card intestate a
soggetti extracomunitari e/o dell'Est europeo mediante
il c.d. metodo "citofonico", per effettuare
conversazioni "dedicate". Gli inquirenti, il 31
marzo 2017, a seguito di attività investigativa avevano
rinvenuto e sequestrato 1 pistola calibro 9 corto a
salve, modificata in arma comune da sparo, con relativo
munizionamento, nel corso di una perquisizione
domiciliare effettuata presso l'abitazione del noto
Sebastiano SOZZI, alias "Davide". Il sequestro era
preceduto dall'ascolto di numerose conversazioni sulle
utenze in uso a Filippo BUZZA, Daniele DISTEFANO e dello
stesso Sebastiano SOZZI, dalle quali era emerso che
quest'ultimo aveva commissionato l'arma ai due affiliati
dell'organizzazione dei NICOTRA.
La forte presenza sul territorio è riscontrata anche
dall’infiltrazione del sodalizio nelle istituzioni: le
indagini attestano infatti che il gruppo veniva
agevolato da un militare, effettivo alla locale Stazione
Carabinieri di Motta Sant’Anastasia (anch’egli
destinatario di misura cautelare detentiva), il quale
forniva informazioni sulle attività del proprio ufficio,
orientando il gruppo nella programmazione dei reati. Il
militare, dal mese di gennaio al mese di aprile 2017, in
cambio di utilità economiche, riferiva a due affiliati
informazioni riservate (rivelazione dell’identità dei
confidenti nonché modalità su come sottrarsi alle
attività di controllo). Il carabiniere è stato indagato
per corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio
e rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, con
l’aggravante di favorire e agevolare il sodalizio
mafioso. Le indagini hanno documentato come i componenti
del sodalizio siano molto attivi nel rilevare attività
economiche riconducibili a terzi che hanno maturato
debiti nei loro confronti come: la macelleria di Piano
Tavola il cui gestore era sottoposto ad usura ed
estorsione, motivo per il quale era fuggito a Malta e il
Night Red Lips,
un locale di intrattenimento, mascherato da associazione
culturale. Gli accertamenti patrimoniali svolti nei
confronti di Antonino RIVILLI, Domenico AGOSTA e Carmelo
GUGLIELMINO hanno consentito altresì di acclarare la
sproporzione tra le capacità reddituali ufficialmente
dichiarate dagli indagati ed il valore dei beni
rientranti nei rispettivi patrimoni tale da fare
ritenere pienamente operativa la presunzione della
illecita provenienza degli stessi. Gli investigatori,
nella circostanza, hanno sottoposto a sequestro
preventivo beni mobili ed immobili per un valore
complessivo di oltre 1.500.000€ : 1 villa ed 1 terreno
siti nel comune di Belpasso a RIVILLI, 2 imprese
individuali a Belpasso e 1 associazione culturale a
Motta S. Anastasia ad AGOSTA, 1 abitazione, 1 magazzino,
1 bottega a Misterbianco e 1 terreno a Belpasso a
GUGLIELMINO. La magistratura ha disposto nei confronti
dei 3 indagati il sequestro preventivo di numerosi
rapporti finanziari ed assicurativi.
CATANIA
– Arma Carabinieri, auguri ed uova pasquali ai piccoli degenti
in oncologia Policlinico. Gli uomini e le donne in
divisa del Comando Provinciale Carabinieri di Catania
con una graditissima visita hanno voluto testimoniare la
loro vicinanza ai piccoli degenti ed alle loro famiglie,
nel reparto di Emato-Oncologia Pediatrica dell’Azienda
Policlinico-Vittorio Emanuele. I militari dell’Arma, di
mattina, con la loro presenza hanno regalato ai piccoli
una giornata di grande animazione. I piccoli degenti
sono costretti a rimanere nell’ambiente ospedaliero a
causa della loro malattia e festeggiare la S. Pasqua in
maniera diversa dal solito. Le uova di cioccolato,
simbolo pasquale tanto caro ai bambini, come tradizione,
non potevano mancare e sono state distribuite nel
Reparto di degenza e nel Day Hospital ai bimbi presenti,
coinvolti in un clima festoso grazie anche ai numerosi
gadget consegnati loro dal personale in divisa.
Il Direttore Generale ff dott. Giampiero Bonaccorsi
insieme alla prof.ssa Giovanna Russo direttore
dell’Emato-Oncologia Pediatrica e al dott. Paolo
Adorno in rappresentanza della Direzione Medica del
Presidio Gaspare Rodolico, hanno fatto gli onori di casa
e ricevuto in un clima di grande cordialità il
Colonnello Raffaele Covetti Comandante
Provinciale dei Carabinieri di Catania, accompagnato da
una rappresentanza di Carabinieri di ogni ordine e
grado. Il Comandante Raffaele Covetti ha invitato i
piccoli degenti ed i sanitari presenti a ricambiare la
visita nel Comando Provinciale in caserma a piazza
Giovanni Verga per far toccare con mano le attività, i
mezzi in dotazione ed i locali di cui dispone l’Arma.
L’invito del comandante provinciale è sto accolto con
grande entusiasmo da tutti. Tutte le autorità presenti,
agli auguri per la festa pasquale hanno aggiunto ai
bimbi ed alle loro famiglie l’augurio di un tempestivo
ritorno a casa alle normali attività di tutti i giorni.
L'Associazione Nazionale Carabinieri ANC di Catania,
sabato mattina, donerà le uova di Pasqua ai bambini
degenti nel reparto di Oncologia Pediatrica del
Policlinico.
CATANIA
–
Polizia, promossi a grado superiore 4 funzionari in
servizio a Questura di Catania.
Il Consiglio di Amministrazione del Ministero
dell’Interno, nella seduta dello scorso 13 marzo, ha
promosso ben quattro funzionari della Polizia di Stato
in servizio nella città Etnea. La dottoressa Maria
Carmela Lucia LONGO ha conseguito la promozione
alla qualifica di Dirigente Superiore Medico per il
Primo Dirigente Medico, attuale dirigente dell’Ufficio
Sanitario Provinciale della Polizia di Stato a Catania.
La dott.ssa Longo è entrata a far parte della Polizia di
Stato nel 1987 e, dopo alcuni anni trascorsi presso la
Questura di Messina, è stata assegnata alla Questura di
Catania, per poi passare al X Reparto Mobile della città
etnea. La dott.ssa Longo, successivamente, ha ricoperto
l’incarico di addetto al Coordinamento Sanitario Sicilia
e Calabria della Polizia di Stato con sede a Catania.
Promozione in vista per il Vice Questore dott.ssa Maria
Carmela SANFILIPPO, attuale dirigente
dell’Ufficio del personale della Questura etnea: dopo
l’esperienza maturata presso la Questura di Palermo e
presso la Questura di Catania, dove ha maturato
esperienza nell’U.P.G.S.P. – Squadra Volanti, presso
l’Ufficio di Gabinetto e la Digos in qualità di
responsabile della Squadra Antiterrorismo, è promossa
alla qualifica di Primo Dirigente della Polizia di
Stato. Il Vice Questore dott. S. Emanuele Tito
CICERO, attuale dirigente del Commissariato Librino
è promosso alla qualifica di Primo Dirigente. Il dott.
Cicero è divenuto Commissario nel 1999, ha maturato
esperienze in campo di polizia giudiziaria che l’hanno
portato prima alla Questura di Palermo, poi è stato
assegnato alla Questura di Catania, passando per la
dirigenza della Squadra Mobile, della Divisione P.A. e
della Sezione di Polizia Postale presso la Questura di
Enna. Il dott. Cicero, nella città etnea ha diretto l’UPGSP,
è stato, poi, trasferito alla Questura di Siracusa dove
ha diretto la Squadra Mobile. Il dott. Cicero è tornato
all’attuale dirigenza del Commissariato Librino, avendo
prima diretto la squadra Mobile di Vibo Valentia. Il
Vice Questore dott. Marcello LA BELLA, attuale
dirigente del Compartimento di Polizia Postale di
Catania, apprezzato esperto in crimini informatici e
cyberbullismo passa alla qualifica di Primo Dirigente
della Polizia di Stato. Il dott. La Bella è attivissimo
sul fronte del contrasto alla pedopornografia ed a tutte
quelle forme di reati che si realizzano attraverso la
Rete, ha maturato esperienza di polizia giudiziaria
presso la squadra Mobile e la Digos della Questura di
Enna. Ai neo promossi, l’augurio buon lavoro del
Questore Alberto Francini, di tutti gli appartenenti
alla Polizia di Stato catanese e del nostro giornale.
CATANIA
-
7Kg ecstasy sequestrati ad agente immobiliare da
Carabinieri in Operazione antidroga.
I
militari della Compagnia di Catania Fontanarossa,
coadiuvati dagli uomini della Stazione di Pedara,
hanno arrestato nella flagranza un 34enne di origini
siracusane ma residente nel capoluogo etneo, poiché
ritenuto responsabile di detenzione finalizzata allo
spaccio di sostanze stupefacenti. La
complessa attività info-investigativa svolta dagli
uomini del Nucleo Operativo di Fontanarossa, supportata
da numerosi servizi di osservazione e pedinamento, ieri
sera ha raggiunto l’epilogo sperato.
I
militari, seguendo l’agente immobiliare in macchina d
via Pacinotti nel quartiere Nesima fino ad una villetta
isolata ubicata in zona “Tarderia”, agro del comune di
Pedara, al momento opportuno hanno potuto fare irruzione
nell’immobile. Gli investigatori nel luogo a seguito di
perquisizione, hanno rinvenuto e sequestrati: 7 Kg di
ecstasy (MDMA) non raffinata, 50 grammi di
cocaina, e materiale comunemente utilizzato dagli
spacciatori per confezionare le dosi di stupefacente da
porre in commercio.
L’ecstasy
sequestrata, sostanza stupefacente sintetica, dopo la
lavorazione e la trasformazione in pasticche (circa
50.000), avrebbe potuto fruttare al dettaglio una cifra
vicina al milione€. L’arrestato, assolte le
formalità di rito, è stato associato nel carcere di
Catania Piazza Lanza.
CATANIA
-
Carabinieri “Lupi” a Picanello bloccano 24enne ai
domiciliari con droga e soldi. I militari del
Nucleo Investigativo del Comando Provinciale hanno
ammanettato nella flagranza Antonino CULLETTA 24enne
catanese in via Caduti del Lavoro, già sottoposto agli
arresti domiciliari per droga con l’obbligo di indossare
il braccialetto elettronico, poiché ritenuto
responsabile di detenzione finalizzata allo spaccio di
sostanze stupefacenti. Gli uomini della Squadra “Lupi”
svolgendo attività anticrimine ieri sera, grazie anche
alla collaborazione di una pattuglia del Nucleo
Radiomobile, hanno finto un controllo di routine al
detenuto. I militari hanno concluso efficacemente
l’attività info-investigativa accedendo nell’immobile
luogo in cui, previa perquisizione, hanno rinvenuto e
sequestrato: 5.300 euro in contanti, denaro suddiviso in
due tranche da 1.300 e 4.000€ nascosto separatamente
nella cappa della cucina e dentro una vecchia macchina
da cucire, ritenuti il provento dell’attività illecita
posta in essere dal pusher, 2 buste di plastica
contenenti oltre 200 grammi di marijuana, occultate in
una scatola di derivazione dell’impianto elettrico, 2
bilance elettroniche di precisione nonché del materiale
comunemente utilizzato dagli spacciatori per
confezionare lo stupefacente da porre in vendita.
Il
personaggio, in attesa della direttissima, è stato
ricollocato ai domiciliari.
BRONTE
CT – 12 in manette, Carabinieri, Cacciatori e DDA
smantellano gruppo specialista in spaccio droga
proveniente da Catania.
Si tratta di :Andrea GULLOTTI 28enne nato a
Bronte (con la qualifica di capo e promotore
dell’associazione); Giuseppe PARISI 33enne
nato a Biancavilla (con la qualifica di organizzatore);
Federico MONTAGNO CAPPUCCINELLO, inteso
“Berlusconi”, 28enne nato a Bronte; Enzo
CURRENTI 27enne inteso “Enzino”, nato a
Bronte; Alex SPITALERI, 24enne inteso
“becchino”, nato a Bronte; Patrizio CAVALLARO
23enne nato a Bronte; Gaetano MERLO 32enne
nato a Bronte; Dario MARULLO 25enne nato a
Bronte; Luana SCIAVARRELLO 28enne nata a
Bronte; Giuseppe LEANZA 39enne inteso “Peppe
a’ mafia”, nato a Bronte; Giosuè CIMBALI
38enne nato a Bronte; Giannunzio FICHERA
22enne nato a Bronte. Su disposizione della Procura
Distrettuale Antimafia di Catania, nelle prime ore del
mattino, 60 militari del Comando Provinciale di Catania,
coadiuvati da unità cinofile, da militari dello
Squadrone Eliportato Cacciatori “Sicilia” e della
Compagnia d’Intervento Operativo del 12° Reggimento
Sicilia nonché da un elicottero del 12° NEC, hanno dato
esecuzione, a Bronte, ad un’ordinanza di custodia
cautelare emessa dal Giudice per le indagini Preliminari
nei confronti di 12 persone ritenute responsabili a
vario titolo di associazione finalizzata al traffico ed
allo spaccio di sostanze stupefacenti. Il provvedimento
ha tratto origine da una complessa indagine condotta
dalla Compagnia Carabinieri di Randazzo e coordinata
dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania,
mediante attività tecniche e servizi di osservazione sul
territorio, che ha consentito di accertare l’esistenza
di un’organizzazione ben strutturata finalizzata alla
detenzione e vendita di sostanza stupefacente di tipo
marijuana nella città di Bronte e territori
limitrofi. L’attività investigativa si è svolta
nell’arco temporale tra il mese di febbraio e di
novembre 2017 ed ha consentito di monitorare le
dinamiche della piazza di spaccio. Gli inquirenti hanno
definito i ruoli ricoperti, le modalità nonché i luoghi
dove veniva occultata la sostanza stupefacente. I
carabinieri hanno accertato a tale proposito che la
sostanza era custodita presso immobili rurali e terreni
in modo da eludere gli accertamenti in ordine alla
riconducibilità dello stupefacente all’organizzazione in
caso di sequestro. La droga, che proveniva da vari
canali di approvvigionamento, riferibili sia a paesi
limitrofi che ai quartieri Librino e Villaggio
Sant’Agata della città di Catania, veniva poi rivenduta
nel territorio brontese con ricavi notevoli, derivanti
dal fatto che gli indagati, esercitando un ruolo
dominante sul territorio nel traffico di stupefacenti,
erano in grado di determinare il prezzo di ogni singola
dose di sostanza spacciata.Tutti i 12 soggetti sono
stati colpiti da ordinanza di custodia cautelare in
carcere.
video
operazione
CATANIA
– 150 Carabinieri eseguono 37 misure per vendita cocaina
e marijuana Santapaola – Nizza: affare da 11mila€
al giorno. I soggetti destinatari della misura
collocati in carcere tutti nati a Catania sono: Daniele
Agostino CALACIURA 31enne; Alessandro
CONTI 26enne; Carlo CUTRONA 35enne;
Angelo DE LUCA 34enne ; Simone DE LUCA 28enne;
Manuel Antonio DI BENEDETTO 23enne; Antonino
DRAGO 30enne; Ferdinando FARO 22enne; Omid
GOODARZI 23enne; Antonino GRASSO 24enne;
Davide GUERRA 37enne; Dario LO PRESTI 36enne;
Mario MARLETTA 30enne; Salvatore MAUGERI 22enne;
Massimo MUNZONE 33enne; Vincenzo NAPOLI 24enne;
Benito PASTURA 27enne; Carmelo Cristian PATANÈ
24enne; Angelo Lucio PESCATORE 36enne;
Vanessa PITTARÀ 31enne; Nunzio PLANDERA 39enne;
Michele POLIZZI 34enne; Giovanni Maria
PRIVITERA 25enne; Pietro PRIVITERA 37enne;
Carmelo SCALIA, di Mario 26enne; Damiano
SPARACINO 27enne; Manuel TAGLIERI 22enne. I
soggetti minorenni destinatari della misura collocati
all’ I.P.M. di Bicocca (Catania) sono: D.P.
18enne (classe 2000); G.T.18enne(classe 2000);
S.C.16enne (classe 2002).
I soggetti destinatari
della misura degli arresti domiciliari
si identificano in:
Lorenzo
Marco CANTONE 26enne;
Andrea FERRUGGIA 28enne;
Orazio
VICINO
20enne.
I soggetti destinatari
della misura
dell’
obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria
si identificano in:
Vanessa
ARDITO 31enne;
Mario BONAVENTURA 23enne;
Salvatore
FAZIO 19enne;
Giuseppe
SCAFARIA 18enne nato a Reggio Calabria.
I militari del Comando Provinciale di Catania, su
disposizione della Procura Distrettuale Antimafia di
Catania e della Procura per i Minorenni di Catania,
nelle prime ore del mattino hanno dato esecuzione, nelle
province di Catania, Caltanissetta e Ragusa, ad
un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 37
persone, 3 delle quali minorenni, ritenute responsabili
a vario titolo di associazione finalizzata al traffico e
spaccio di sostanze stupefacenti. Il provvedimento trae
origine da una complessa indagine condotta dalla
Compagnia Carabinieri di Piazza Dante e coordinata dalla
Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, mediante
attività tecniche e dinamiche che hanno consentito di
accertare l’esistenza di un’organizzazione ben
strutturata finalizzata alla vendita al minuto di
sostanze stupefacenti del tipo cocaina e marijuana,
in una delle zone cittadine più note quale piazza di
spaccio, storicamente controllata dal clan
mafioso Santapaola e gestita, sino al gennaio 2017, dal
gruppo Nizza. Le indagini si sono concentrate nell’arco
temporale tra l’ottobre 2017 ed il gennaio 2018, ed
hanno consentito
di monitorare le dinamiche della piazza di
spaccio, definendo i ruoli ricoperti e i turni di lavoro
svolti dagli indagati consentendo l’individuazione di un
responsabile e dei fidati collaboratori che gestivano la
numerosa “manovalanza” costituita da vedette, fisse e
mobili, e da pusher. La stima del volume di affari
illeciti del sodalizio si aggirava intorno agli 11.000€
al giorno, con le vendite attive sin dal primo
pomeriggio che proseguivano fino alle prime ore del
mattino seguente. I soggetti colpiti dal provvedimento
sono stati destinati in larga parte in carcere (30); 3
sono stati collocati agli arresti domiciliari e 4
sottoposti all’obbligo di presentazione alla Polizia
Giudiziaria.
CATANIA
-
“Cacciatori” Carabinieri inviati in aiuto e
protezione persone colpite da sisma.
Il Comando
Legione Carabinieri “Sicilia” a seguito dell’evento
sismico che si è verificato il 26 dicembre scorso in
diversi comuni della provincia etnea, ha disposto
l’invio dei militari dello Squadrone Eliportato
“Cacciatori di Sicilia” nelle zone più colpite dal sisma
dove numerose persone hanno dovuto abbandonare le loro
case rese inagibili dalla violenta scossa tellurica. Gli
operatori dello Squadrone, qualificati per la ricerca
dei latitanti e la prevenzione e repressione dei reati
in aree rurali, faranno da supporto al dispositivo di
sicurezza già avviato nell’immediato post terremoto dal
Comando Provinciale Carabinieri di Catania che in campo,
oltre alle Compagnie di Acireale e Giarre, ha dislocato
delle pattuglie formate da personale del Nucleo
Investigativo (Squadra “Lupi”) nella fattispecie
dedicato all’opera di anti-sciacallaggio.
(Polizia video eruzione e luoghi sisma)
CATANIA –
Eruzione Etna, Terremoto di Santo Stefano mobilitati
8mila Architetti e Ingegneri. I professionisti
volontari, in possesso dei requisiti richiesti, dovranno
far pervenire la domanda alle rispettive segreterie
entro le 12.00 del 28 dicembre. Ordini catanesi di
Architetti ed Ingegneri in seduta straordinaria
congiunta hanno allertato oltre 8mila iscritti per
effettuare sopralluoghi degli edifici colpiti dal sisma.
I presidenti Alessandro Amaro (architetti) e Giuseppe
Platania (ingegneri) spiegano : “E’ partita di mattina
la lettera rivolta a tutti gli iscritti agli Ordini di
Ingegneri ed Architetti della provincia di Catania, con
la richiesta di disponibilità a effettuare sopralluoghi
negli edifici colpiti dal sisma nei comuni della zona
pedemontana etnea, ionico-etnea e dell’acese. La
convocazione straordinaria del consiglio direttivo, è
stata effettuata ieri pomeriggio in emergenza ed è
stato deciso preventivamente di allertare tutti gli
iscritti presso i due Ordini, oltre 8mila
professionisti, per dare un supporto concreto all’unità
di crisi costituita presso la prefettura di Catania.
Grazie alla disponibilità di volontari, costituiremo
una task force per effettuare un’analisi degli immobili
danneggiati, verificando con un’ispezione tecnica se nei
palazzi ci sono danni e se i danni sono tali da mettere
a rischio l’incolumità. Vista l’importanza delle
operazioni, riteniamo che serva competenza specifica da
parte dei colleghi, per questo abbiamo richiesto il
possesso di requisiti tecnici. I professionisti,
infatti, dovranno avere esperienza pregressa maturata
eseguendo sopralluoghi nelle città italiane colpite da
eventi sismici (L’Aquila, Santa Venerina, Italia
centrale); attestazioni Aedes (Agibilità e danno
nell'emergenza sismica) e altre certificazioni
rilasciate da enti qualificati; esperienza di
progettazione e direzione lavori per la ricostruzioni di
edifici danneggiati da terremoti; funzionari del Genio
Civile e della protezione Civile in quiescenza;
competenza maturata lavorando negli “uffici sisma per la
ricostruzione post terremoto costituiti presso le
pubbliche amministrazioni”; attività eseguita
nell’espletamento del progetto “Diamoci una scossa”.
(Polizia video eruzione e sisma)
Amaro e
Platania continuano: “Siamo profondamente vicini a chi,
nella notte di Santo Stefano ha subito danni alla
propria abitazione, agli sfollati, a chi si è ritrovato
per strada e in questi momenti sta cercando di capire
cosa fare noi come rappresentanti dell’Ordine siamo
stati in loco per una verifica diretta dei danni e siamo
pronti e disponibili, qualora ci venisse richiesto dagli
organi competenti, per fornire tutto il supporto
necessario. In questi ultimi anni abbiamo concentrato
tutte le nostre energie per sensibilizzare cittadini e
istituzioni sull’importanza della prevenzione sismica,
continuando a ribadire la necessità di interventi di
adeguamento degli edifici. Oggi occorre agire in
emergenza, ma sarà nostra assoluta priorità continuare
la battaglia sul fronte della messa in sicurezza del
nostro territorio”.
( Polizia video eruzione )
La Guardia Costiera
continua il monitoraggio dell’attività eruttiva
dell’Etna.
Il risveglio della
attività vulcanica dell’Etna ha impiegato gli uomini e
le donne della Base Aeromobili della Guardia Costiera e
del 2° Nucleo Aereo di Catania nelle attività di
monitoraggio delle zone coinvolte e di sostegno della
popolazione civile. Un elicottero del Reparto ha
effettuato diverse sortite, nella giornata del 26
dicembre, allo scopo di effettuare una ricognizione
delle aree più colpite dall’intenso evento sismico della
notte, effettuando un sorvolo delle località ai piedi
dell’Etna per individuare le zone di maggiore criticità.
La ormai consolidata collaborazione tra il Nucleo
Aereo ed il locale Istituto di Geofisica e Vulcanologia
è continua, i mezzi ad ala rotante del Reparto hanno
effettuato la ricognizione delle aree sommitali del
vulcano, permettendo l’individuazione delle fessure
eruttive e la valutazione dello scenario complessivo e
della sua evoluzione. L’impegno degli equipaggi del
Corpo nella tutela del territorio e delle popolazioni
residenti in aree vulcaniche e ad intenso rischio
sismico continua ogni giorno, con periodiche missioni di
monitoraggio del Vulcano Etna e del vicino Stromboli e
con l’inserimento dei mezzi aerei del Reparto Etneo nel
dispositivo di Protezione Civile a salvaguardia della
sicurezza della collettività.
CATANIA
-
Blitz interforze a Librino e San Giorgio, cane
poliziotto Vite trova 48 dosi in porta antincendio.
1 unità cinofila antidroga della Polizia di Stato, ha
accuratamente ispezionato gli spazi comuni di un
edificio di Viale Castagnola. Il luogo è adiacente una
fiorente piazza di spaccio. Grazie al fiuto del cane
“Vite”, è stata rinvenuta, abilmente occultata
nell’intercapedine di una porta antincendio, 1 busta
contenente 90 grammi di marijuana, già divisa in 48 dosi
pronte alla vendita. La droga è stata sottoposta a
sequestro e posta a disposizione dell’Autorità
Giudiziaria. Il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza
Pubblica tenutosi in Prefettura, ieri, aveva predisposto
un servizio interforze al quale ha preso parte la
Polizia di Stato, dei Carabinieri, la Guardia di
Finanza e la Polizia Municipale, coordinato dal
Commissariato di Librino, dando vita al controllo
straordinario del territorio nei quartieri Librino e San
Giorgio. Un funzionario del Commissariato di P.S.
Librino ha coordinato equipaggi automontati del
Commissariato, della squadra cinofili dell’U.P.G.S.P.,
del Reparto Prevenzione Crimine Sicilia Orientale, dei
Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia
Municipale settori Viabilità ed Annona. Attiva sul
posto, anche una squadra del Gabinetto Regionale di
Polizia Scientifica Sicilia Orientale. I tutori
dell’ordine hanno istituito posti di controllo nei
pressi della rotatoria prossima al centro commerciale
“Porte di Catania” ed in via Zia Lisa, in prossimità del
Cimitero cittadino. L’interforze ha controllato 85
veicoli e 106 persone; contestato 28 contravvenzioni al
C. di S. (8 per la mancata copertura assicurativa per la
Responsabilità Civile, 2 per il mancato utilizzo del
casco, 2 per inottemperanza all’alt intimato dalla
Polizia, 11 per mancata revisione del veicolo, 2 per
mancata esibizione dei documenti e 3 per il mancato
utilizzo cintura di sicurezza). I tutori dell’ordine
hanno proceduto al sequestro amministrativo dei 3
veicoli senza l’assicurazione obbligatoria. Il
controvalore delle sanzioni comminate è pari a 11.255
euro. Gli agenti hanno proceduto, inoltre, al controllo
della regolarità amministrativa dei camion e dei
relativi venditori di alimenti e bevande. Uno di questi,
situato in viale Moncada, è risultato essere sprovvisto
di qualsiasi autorizzazione amministrativa e, pertanto,
è stato sottoposto a sequestro con conseguente
irrogazione di sanzioni pecuniarie per complessivi
24.747 euro.
CATANIA
–
Carabinieri, Operazione antimafia “Aquilia”,
presi 18 soggetti, rivelazioni 2 collaboratori giustizia
: invischiato ex deputato regionale NICOTRA.
Si tratta di :
Fabio ARCIDIACONO
34enne (tradotto carcere Catania Piazza Lanza) ;
Fabrizio BELLA 54enne (tradotto carcere
Caltanissetta) ; Rodolfo BONFIGLIO 37enne,
in atto detenuto nel carcere di Barcellona Pozzo di
Gotto (ME) ;
Cirino CANNAVÒ
45enne (tradotto arresti domiciliari) ; Fabio
Vincenzo COSENTINO 39enne (tradotto carcere
Agrigento) ; Gianmaria Tiziano COSENTINO 36enne
(tradotto carcere Palermo) ; Danilo Tommaso FAILLA
38enne (tradotto carcere Caltanissetta) ; Salvatore
Nunzio FONTI 47enne (tradotto carcere
Caltanissetta) ; Camillo GRASSO 49enne (tradotto
carcere Caltanissetta) ; Antonino Francesco
MANCA 39enne, in atto detenuto nel carcere di
Noto (SR) ;
Mariano MASSIMINO
31enne, (tradotto carcere Catania Piazza Lanza) ;
Mario NICOLOSI 51enne (tradotto carcere
Caltanissetta) ; Raffaele Giuseppe NICOTRA 61enne
(tradotto carcere Catania Bicocca; Camillo PAPPALARDO
47enne (tradotto carcere Palermo) ; Concetto PUGLISI
36enne (tradotto carcere Agrigento) ; Giuseppe
ROGAZIONE 43enne (tradotto carcere Agrigento);
Santo Paolo SCALIA 43enne (tradotto carcere
Palermo); Stefano SCIUTO 35enne, in
atto detenuto nel carcere di Asti.
Circa
duecento i militari del Comando Provinciale Carabinieri
di Catania, che hanno operato su delega della Direzione
Distrettuale Antimafia etnea, ed hanno dato esecuzione
ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa
dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di
Catania, nei confronti di 18 soggetti (di cui 15
presunti appartenenti alla “Famiglia”
Santapaola-Ercolano ed in particolare, alle frange
operanti ad Acireale e Aci Catena), ritenuti
responsabili, a vario titolo, di associazione per
delinquere di tipo mafioso, estorsioni con l’aggravante
del “metodo mafioso”, scambio elettorale politico
mafioso, tentato omicidio, detenzione ai fini di spaccio
di sostanze stupefacenti e detenzione illegale di armi.
Le indagini dei carabinieri si sono sviluppate a seguito
della decisione di collaborare con la giustizia
intrapresa, nel luglio del 2015, da Gaetano Mario
VINCIGUERRA, già reggente “pro tempore” del “Gruppo di
Aci Catena”, il quale non solo ha fornito un quadro
aggiornato degli organigrammi dei citati “gruppi”,
indicando “capi” e “soldati”, ma ha consegnato anche un
elenco dettagliato delle imprese commerciali costrette,
da anni, all’imposizione del “pizzo”.
Il
provvedimento ha tratto origine da un’indagine,
denominata “Aquilia”, condotta dal Nucleo Investigativo
del Comando Provinciale di Catania e diretta da questa
D.D.A., dall’ottobre del 2015 al gennaio del 2018,
attraverso
attività
tecniche e dinamiche, riscontrate dalle dichiarazioni di
diversi collaboratori di giustizia, che ha consentito di
accertare la responsabilità degli indagati in ordine
alla loro appartenenza a due “gruppi” per così dire
“storici” della “Famiglia” di Catania, quelli, appunto,
operanti in Acireale (CT) e Aci Catena (CT), già
riconducibili al noto Sebastiano SCIUTO, detto “Nuccio
Coscia”, recentemente scomparso per cause naturali, e di
definire la struttura, le posizioni di vertice e i ruoli
dei singoli affiliati nell’ambito del sodalizio mafioso
in questione.
Gli
investigatori, nel corso delle indagini hanno inoltre
acquisito
elementi di
reità in ordine ad attività estorsive consumate e
tentate ai danni di 8 imprenditori locali,
alcune
delle quali dipanatesi nell’arco di svariati anni,
al fine di agevolare l’organizzazione mafiosa
d’appartenenza. Tra
gli arrestati figura anche l’ex deputato regionale
Raffaele “Pippo” NICOTRA, a cui vengono contestati i
reati di concorso esterno in associazione mafiosa,
tentata estorsione aggravata e scambio elettorale
politico mafioso, ossia per avere, attraverso la
corresponsione di somme di denaro per le elezioni del
2012, determinato esponenti del “Gruppo di Aci Catena” a
promettere di procurare voti in occasione delle elezioni
per l’Assemblea Regionale Siciliana tenutesi in quegli
anni, attraverso la forza di intimidazione e la
conseguente condizione di assoggettamento ed omertà
derivanti dall’appartenenza al gruppo mafioso.
L’indagine ha inoltre consentito di fare luce sul
tentato omicidio di Mario Giuseppe TORNABENE, avvenuto,
in Fiumefreddo di Sicilia (CT), il 28 agosto 2007.
Secondo il racconto di due collaboratori di giustizia,
il TORNABENE, già responsabile del “Gruppo di Giarre”
per conto della frangia acese riconducibile al citato
Sebastiano SCIUTO, e curatore degli “interessi” di
quest’ultimo, attraverso la costituzione di società in
diverse attività commerciali, disattendeva gli accordi
economici intrapresi con lo stesso SCIUTO, tant’è che il
figlio di questi, Stefano, unitamente ad altri soggetti
rimasti allo stato senza volto, la sera del 28 agosto
2007, lungo la Via Marina di Fiumefreddo di Sicilia,
avrebbero attentato alla sua vita, esplodendogli contro
tre colpi di pistola all’addome, che, fortunatamente,
non hanno avuto seguito, a causa della pronta reazione
della vittima, fuggita da un’uscita secondaria della
propria struttura ricettiva, in cui si trovava al
momento dei fatti, scampando miracolosamente
all’agguato. All’attività investigativa svolta dai
carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando
Provinciale si è affiancata, poi, una indagine
parallela, svolta dai militari della Compagnia di
Acireale e confluita nel provvedimento cautelare
eseguito, oggi 10 ottobre, sul conto di soggetti
orbitanti in seno alle medesime frange mafiose, chiamati
a rispondere di furto, estorsione aggravata (nel settore
delle auto rubate, attraverso il cosiddetto “cavallo di
ritorno”) e di reati concernenti gli stupefacenti e le
armi. Dei diciotto provvedimenti emessi, tre sono
riferibili all’attività investigativa svolta. Quindici
provvedimenti cautelari in definitiva sono stati
notificati ad altrettanti soggetti in libertà, mentre
tre sono stati notificati in carcere ad altrettanti
indagati, ristretti per altra causa.
CATANIA
-
Collaboratore Giustizia gruppo Nardo Lentini agevola
operazione Polizia antidroga: 21 misure cautelari per
spaccio nel catanese e zone vicine. L'Operazione
"Beautiful Hybrid” si è concretizzata all’alba di oggi
9 ottobre, su delega della Procura Distrettuale della
Repubblica di Catania. La Polizia di Stato ha dato
esecuzione ad ordinanza di custodia cautelare, emessa il
primo 2018 dal G.I.P. del Tribunale di Catania, nei
confronti di 21 persone, traendole in arresto poichè
ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di
associazione per delinquere finalizzata alla
coltivazione, produzione, trasporto, detenzione e
cessione di sostanze stupefacenti, detenzione e cessione
delle medesime, reati in materia di armi, corruzione per
un atto contrario ai doveri d’ufficio e favoreggiamento
personale. La misura cautelare ha accolto gli esiti di
attività d’indagine di tipo tecnico, avviata, su delega
della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania
nel mese di marzo 2017 dalla Squadra Mobile a seguito
delle dichiarazioni rese da un collaboratore di
giustizia, già appartenente al gruppo Nardo operante a
Lentini, cui si sono aggiunte, nel successivo mese di
giugno, quelle di altro collaboratore, già esponente del
clan Cappello - Bonacccorsi. Le indagini tecniche
condotte dalla Squadra Mobile – Sezione Criminalità
Organizzata nell’arco temporale marzo - ottobre 2017,
proseguite sino all’aprile 2018 con attività di
riscontro alle dichiarazioni rese nel marzo 2018 da
altro collaboratore di giustizia, già appartenente alla
cosca Mazzei, hanno permesso di individuare
un’associazione per delinquere diretta ed organizzata da
Antonino COSENTINO, Carmelo STRANIERO e Matteo OLIVA,
quest’ultimo Assistente Capo della Polizia di Stato, con
la partecipazione di Andrea STRANIERO, Giovanni Nicolò
STRANIERO, Umberto BENINATO, Domenico BONIFACIO e
Stefano CIANFARANI, quest’ultimo militare dell’Arma dei
Carabinieri, finalizzata alla coltivazione, produzione,
trasporto, detenzione e cessione di sostanza
stupefacente del tipo cocaina e marijuana. I presidi
tecnici hanno fatto emergere come l’organizzazione si
occupasse di impiantare coltivazioni di marijuana in
appezzamenti di terreno ricadenti in agro di Scordia
(CT), di cui avevano la disponibilità, per poi rivendere
lo stupefacente ricavato, evidenziando come CIANFARANI
assicurasse protezione costante alle predette
coltivazioni allestite dai sodali dai controlli di
Polizia. Poliziotti della Squadra Mobile – Sezione
Criminalità Organizzata, a riscontro delle risultanze
delle intercettazioni, il 23 settembre 2017, hanno
individuato, in un appezzamento di terreno sito in
contrada Palma, in agro di Scordia (CT), una piantagione
di marijuana cui gli indagati avevano fatto più volte
riferimento nel corso delle conversazioni captate dagli
investigatori. Gli investigatori, nel corso
dell’attività di P.G., hanno rinvenuto e sequestrato
2500 piante di marijuana nonché materiale per la
coltivazione dello stupefacente. La Polizia, sul posto
ha avuto modo di constatare che gli indagati, oltre
alle 2500 piantine presenti, tutte di varia grandezza,
avevano già predisposto un altro appezzamento di terreno
che sicuramente sarebbe stato destinato a contenere
altre piante di marijuana. Gli investigatori hanno
rilevato che dal tenore delle conversazioni è emersa la
significativa competenza degli organizzatori
dell’illecito traffico circa le tipologie di droga
leggera, realizzando piantagioni di skunk - varietà di
cannabis - definite “ibridi belli” per evidenziarne la
particolare qualità. La Polizia, nel corso
dell’attività di indagine, ha accertato diverse cessioni
di sostanza stupefacente che Matteo OLIVA e Rocco RAGUSA
hanno effettuato a numerosi soggetti i quali, a loro
volta, la commercializzavano nei comuni di Scordia,
Palagonia e Militello in Val di Catania, e sono stati
documentati i rapporti con un soggetto di Riesi (CL),
Fabio Gaetano D’ANTONA, per l’acquisto di stupefacenti.
Matteo OLIVA e Stefano CIANFARANI sono stati, altresì,
indagati per corruzione per un atto contrario ai doveri
d’ufficio per non avere espletato le dovute attività di
denuncia, indagini e sequestri in relazione alle
illecite attività poste in essere dai corruttori. Il
G.I.P., valutate le dichiarazioni rese dai citati
collaboratori di giustizia a carico di Giuseppe BENNARDO,
Assistente Capo della Polizia di Stato, ha ritenuto
sussistente la gravità degli indizi nei suoi confronti
per il reato di favoreggiamento personale, per avere
aiutato i sodali indagati per associazione per
delinquere finalizzata alla produzione di stupefacenti
ad eludere le investigazioni dell’autorità in relazione
ai delitti cui non aveva concorso. Una persona, colpita
dal medesimo provvedimento restrittivo, allo stato
irreperibile, è attivamente ricercata. Espletate le
formalità di rito, gli arrestati sono stati associati
presso la Casa Circondariale di Catania “Bicocca” e
piazza Lanza e presso la Casa Circondariale di
Caltanissetta.
BIANCAVILLA
CT -
Carabinieri e Cacciatori trovano e sequestrano
“Kalashnikov”
in terreno abbandonato. I militari del Nucleo
Operativo della Compagnia di Paternò e dello Squadrone
Eliportato Cacciatori di Sicilia, ieri pomeriggio nel
corso di un servizio straordinario di controllo del
territorio, hanno rinvenuto occultato in un terreno
abbandonato adiacente alla palazzina ubicata al civico
40 di Via dell’Uva a Biancavilla, 1 fucile d’assalto
“Kalashnikov” modello AK47, con colpo in canna, completo
di caricatore con all’interno 6 cartucce calibro 7,62,
nonché altre 5 cartucce dello stesso calibro,
classificati come arma e munizionamento da “guerra” di
provenienza clandestina.
La Procura della
Repubblica di Catania ha delegato le indagini ai
militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Paternò
per risalire, oltre all’esatta origine, anche ai
possibili detentori dell’arma, ed eventuale suo
utilizzo in pregressi episodi delittuosi. Lo
Squadrone Carabinieri Eliportato
Cacciatori Sicilia è composto da 57 uomini dello speciale corpo
dell’Arma che sono comandati dal
Comandante dello Squadrone Magg. Matteo Luigi
CORCIULO
ascolta intervista
.
CATANIA
–
(video operazione)Blitz
InterForze a San Berillo Vecchio, cinofili trovano
droga, bloccato kosovaro irregolare. L’attenzione
della Polizia di Stato sulle problematiche del quartiere
San Berillo Vecchio, è costante.
I tutori dell’ordine, già nei gironi scorsi avevano
effettuato mirati servizi Interforze predisposti in sede
di tavolo tecnico, svoltosi nei locali della Questura
Etnea, secondo le direttive impartite dal Dipartimento
della Pubblica Sicurezza per la riqualificazione delle
aree urbane degradate.
Uomini del Commissariato Centrale, delle Squadre
Cinofile Antidroga ed Antiesplosivo, del Reparto a
Cavallo, del Reparto Mobile e del Reparto Prevenzione
Crimine Sicilia Orientale, dell’Arma dei Carabinieri,
della Guardia di Finanza e della Polizia Locale, ieri,
hanno svolto un’azione di controllo di tutta l’area,
caratterizzata da un dedalo di vie e di vicoli e da
abitazioni fatiscenti, spesso in stato di abbandono, i
cui proprietari, a volte, risultano difficilmente
reperibili. I tutori dell’ordine, a seguito dei
controlli, hanno rinvenuto, grazie al fiuto del cane
poliziotto Vite, numerosi involucri contenenti
sostanza stupefacente del tipo marijuana ed hashish, per
un peso complessivo di circa 100 gr., i quali erano ben
occultati tra i rifiuti. Gli uomini
InterForze,
nel corso dell’attività hanno identificato 29 persone,
elevato 8 verbali per violazione al C.d.S. per un totale
di 2.400€, e chiuso 1 officina meccanica priva di
qualsiasi autorizzazione. Gli agenti hanno censito
diversi immobili della zona in evidente stato di
abbandono.
I tutori dell’ordine hanno bloccato ed accompagnamento
in Ufficio per gli adempimenti del caso 1 cittadino
extracomunitario proveniente dal Kosovo, non in regola
con le norme in materia di soggiorno. Il soggetto è
stato denunciato per inosservanza dell’ordine di
espulsione dal Territorio Nazionale. L’attività
espletata rientra in un piano di monitoraggio e
controllo delle aree che evidenziano maggiori criticità
sotto il profilo dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica,
che proseguirà con costanti servizi organizzati dalla
Questura di Catania con il coinvolgimento di tutte le
Forze dell’Ordine.
CATANIA
–
Tribunale emesso
decreto sequestro e confisca beni 150mln€ gruppo
Ciancio: ROS
sequestrati giornali e tv.
Ciancio Sanfilippo
ed il figlio Domenico, dopo la notifica del decreto, si
sono dimessi dall'incarico rispettivamente di direttore
responsabile e condirettore. Il caporedattore de “La
Sicilia” Piraneo designato direttore. Il
Tribunale ha nominato commissari giudiziari per
garantire la continuazione dell'attività del gruppo.
L'intero gruppo editoriale che fa capo all'editore
tra cui il quotidiano “La Sicilia”, la maggioranza delle
quote della “Gazzetta del Mezzogiorno” di Bari e le 2
emittenti televisive regionali, “Antenna Sicilia” e
“Telecolor” fanno parte dei beni dell'imprenditore Mario
Ciancio, di cui il Tribunale di Catania ha decretato di
sequestro e confisca, su richiesta della Dda. Il decreto
riguarda conti correnti, polizze assicurative, 31
società, quote di partecipazione in altre sette società
e beni immobili. Mario Ciancio Sanfilippo è attualmente
sotto processo per concorso esterno all'associazione
mafiosa. La notizia è stata data nel corso di
un'assemblea di redazione. L'assemblea dei soci della
Domenico Sanfilippo editori ha nominato nuovo direttore
Antonello Piraneo, attuale caporedattore del quotidiano.
Il provvedimento : La Sezione Misure di Prevenzione del
Tribunale di Catania, su richiesta della Procura
Distrettuale di Catania, in data 20 settembre 2018, ha
depositato un decreto di confisca previo sequestro del
compendio patrimoniale di Mario CIANCIO SANFILIPPO. Il
Giudice - il primo ad avere valutato nel merito gli
elementi acquisiti nel corso delle indagini - ha
ritenuto la pericolosità sociale qualificata del
proposto per la sussistenza a suo carico di gravi indizi
del rilevante contributo fornito da Mario CIANCIO
SANFILIPPO al raggiungimento delle finalità perseguite
dalla famiglia catanese di cosa
nostra dagli anni Settanta dello scorso secolo sino
al 2013 e ha disposto la confisca di tutto il patrimonio
da questi acquisito nel periodo in cui è stata accertata
tale pericolosità sociale (in allegato l’elenco dei beni
colpiti dal provvedimento). Si tratta di
depositi di conti correnti, anche presso banche site in
Svizzera, di polizze assicurative, di trentuno società
interamente posseduto dal proposto, di quote di
partecipazione detenute in sette società e di beni
immobili, il cui valore, secondo un prudente
apprezzamento, è non inferiore a 150 milioni di euro.
Tra le società sequestrate e confiscate vi è anche il
gruppo editoriale del quotidiano La Sicilia e di alcune
emittenti locali. Il procedimento di prevenzione
era stato avviato il 19 gennaio 2015 con richiesta della
Procura Distrettuale e si è celebrato fino al gennaio
2018, a porte chiuse, per una precisa scelta di Mario
CIANCIO SANFILIPPO. L’Autorità giudiziaria, in
tale non breve periodo, ha sottoposto all’attenzione
del Collegio gli elementi che dimostravano la
summenzionata pericolosità sociale qualificata del
Ciancio e l’anomalo sviluppo del suo patrimonio;
elementi acquisiti nel corso delle indagini, eseguite
con la consueta professionalità, dal ROS - Sezione
Anticrimine di Catania, nonché gli esiti della
consulenza patrimoniale accuratamente elaborata dalla
nota società PWC (Price Waterhouse Coopers)
e il patrimonio conoscitivo dei collaboratori di
giustizia. La Difesa, a sua volta, ha depositato
documentazione ed ha interloquito nel corso della
redazione della consulenza tecnica della PWC avvalendosi
del proprio consulente di parte. I profili di
pericolosità sociale evidenziati dal Pubblico Ministero
a carico di CIANCIO SANFILIPPO attengono in particolare:
Ai rapporti sinallagmatici intrattenuti dal Ciancio con
gli esponenti di vertice della famiglia catanese
di Cosa Nostra sin da quando la stessa era diretta da
Giuseppe Calderone, rapporti poi proseguiti ed anzi
ulteriormente intensificati con l’avvento al potere di
Benedetto Santapaola alla fine degli Anni Settanta del
secolo scorso ed al ruolo di canale di comunicazione
svolto dallo stesso Ciancio per consentire ai vertici
della predetta famiglia mafiosa di venire a contatto con
esponenti anche autorevoli delle Istituzioni; Alla
linea editoriale imposta dal Ciancio alla testata
giornalistica che vanta il maggior numero di lettori
nella Sicilia Orientale, linea editoriale improntata
alla finalità di mantenere nell’ombra i rapporti tra la
famiglia mafiosa e le imprese direttamente o per
interposta persona controllate dalla medesima; di non
porre all’attenzione dell’opinione pubblica gli
esponenti mafiosi non ancora pubblicamente coinvolti
dalle indagini giudiziarie e soprattutto l’ampia rete di
connivenze e collusioni sulle quali questo sodalizio
mafioso poteva contare per mantenere la propria
influenza nella provincia catanese; All’impiego di
grandi quantità di capitali di provenienza mafiosa
investiti nelle iniziative economiche, anche di natura
speculativa immobiliare, poste in essere nell’arco di
numerosi decenni dal proposto. I rapporti tra CIANCIO
SANFILIPPO e cosa nostra sono emersi nelle
seguenti specifiche vicende imprenditoriali in epoca
recente: Parco Commerciale Porte di Catania
(realizzato): in tale vicenda CIANCIO è coinvolto poiché
socio, unitamente a Giovanni VIZZINI (la cui figlia è
coniugata con Vincenzo RAPPA, che appartiene ad una
famiglia, alcuni dei cui membri sono stati condannati
per fatti di cui all’art. 416 bis c.p.) e Tommaso
MERCADANTE (nipote di Tommaso CANNELLA e figlio di
Giovanni MERCADANTE, entrambi condannati per fatti di
cui all’art. 416 bis c.p.). La realizzazione
dell’opera venne affidata all’imprenditore BASILOTTA,
sebbene vi fosse l’intendimento di coinvolgere
l’imprenditore INCARBONE (Mariano INCARBONE è
imprenditore condannato con provvedimento definitivo
quale partecipe alla famiglia SANTAPAOLA mentre
l’imprenditore Vincenzo BASILOTTA è deceduto durante il
processo d’appello a suo carico, che lo vedeva imputato
per fatti di cui all’art. 416 bis c.p.).
Peraltro, le intercettazioni eseguite nel contesto
investigativo Iblis, confermano che l’affare era
infiltrato da cosa nostra attraverso BASILOTTA il
quale vi aveva lucrato 600.000€, consegnati a
Raffaele LOMBARDO (già Presidente della Regione
Siciliana ed imputato per fatti di cui agli artt. 110 -
416 bis c.p.) che si era interessato al progetto
cui partecipava CIANCIO SANFILIPPO; Parco
Commerciale Sicily Outlet (realizzato): in tale
vicenda CIANCIO SANFILIPPO emerge sia quale proprietario
dei terreni su cui è sorta l’opera sia quale socio nella
Dittaino Development. Parte dei lavori, inoltre,
sono stati eseguiti da BASILOTTA e INCARBONE.
Progetto stella polare (non realizzato): si
trattava di un progetto della Stella polare S.r.l.
relativo all’area sud di Catania dove si intendeva
creare un centro congressi, strutture per esposizione,
acquari, parchi divertimenti, cinema, gallerie
commerciali ed altro. CIANCIO SANFILIPPO, proprietario
dei terreni, risulta aver avuto un ruolo attivo nella
gestione della complessa vicenda imprenditoriale, avendo
finanche seguito personalmente l’iter relativo al
rilascio delle previste concessioni e fungendo, in tale
ambito, da anello di congiunzione con la pubblica
amministrazione in luogo dell’Amministratore Unico. Le
intercettazioni in atti, inoltre, consentono di ritenere
certo che il general contractor scelto era
INCARBONE Mariano, di cui si è detto; Costruzione di
un insediamento chiuso ad uso collettivo a favore della
base di Sigonella (non realizzato): a differenza
della vicenda sopra descritta, nella presente, CIANCIO
SANFILIPPO, oltre ad essere proprietario dei terreni
sui quali doveva sorgere l’opera era anche socio della
Xirumi S.r.l., società che avrebbe dovuto
realizzarla. Le intercettazioni in atti consentono,
inoltre, di ritenere che la realizzazione delle opere
doveva essere affidata a Vincenzo BASILOTTA;
Costruzione del polo commerciale denominato Mito
(non realizzato): l’insediamento commerciale doveva
sorgere nel comune di Misterbianco su terreni di
proprietà di CIANCIO SANFILIPPO. L’iniziativa vedeva
coinvolti tanto CIANCIO SANFILIPPO quanto altre persone
risultate essere in rapporti con cosa nostra
palermitana e messinese. Il Tribunale, letti
i documenti e ascoltate le argomentazioni del Pubblico
Ministero e della Difesa, ha ritenuto che
Mario
CIANCIO SANFILIPPO
sin dall’avvio della sua attività, primi anni ’70, e
fino al 2013 abbia agito, imprenditorialmente,
nell’interesse proprio e nell’interesse di cosa nostra e
che in ragione di ciò il suo patrimonio si sia
implementato illecitamente, giovandosi anche di
finanziamenti occulti e che anche il predetto sodalizio
mafioso si sia rafforzato grazie ai fortunati
investimenti realizzati per il tramite del Ciancio.
L’età avanzata ed il tempo risalente degli ultimi
accertamenti (2013) hanno indotto il Tribunale a
escludere l’attualità della pericolosità sociale, ma
tale conclusione, per disposto di legge, non consente al
soggetto ritenuto pericoloso di continuare a detenere il
patrimonio acquisito in ragione delle illecite
cointeressenze, sicché il Tribunale ne ha disposto la
confisca. Il provvedimento è stato eseguito il 24
settembre a cura dei Carabinieri del ROS e del Comando
Provinciale di Catania.
CATANIA
–
Comandante Legione Carabinieri Sicilia Gen. Galletta,
trasferito ad alto incarico, saluta militari comando
provinciale etneo.
Il Generale di Brigata Riccardo GALLETTA, Comandante
della Legione Carabinieri “Sicilia”, in vista del
trasferimento ad altro incarico, in giornata si è recato
al Comando Provinciale Carabinieri di Catania per
rivolgere un saluto di commiato. Il Comandante
Provinciale, Col. Raffaele Covetti, tutti gli Ufficiali
ed i Comandanti di Stazione della Provincia, una
rappresentanza di militari effettivi al Comando
Provinciale, il personale del CO.BA.R. (Comitato Base di
Rappresentanza) ed i rappresentanti dell’Associazione
Nazionale Carabinieri in congedo hanno ricevutol’alto
Ufficiale.
Il
Generale GALLETTA, ha salutato tutti i carabinieri in
servizio ed in congedo, ringraziandoli per il loro
quotidiano impegno. Il Generale ha apprezzato
particolarmente i risultati operativi conseguiti dai
carabinieri del Comando Provinciale di Catania e gli
ottimi rapporti tra l’Arma ed i cittadini, dimostrazione
di reciproco affetto, stima e vicinanza.
Il
Comandante Provinciale, Col. Raffaele Covetti ha
ringraziato il Generale GALLETTA per l’attenzione e la
vicinanza dimostrata nei confronti dei Carabinieri della
Provincia di Catania.
( video
arresto)
CATANIA
– Poliziotti disarmano ed ammanettano rapinatore in
azione. Si tratta di Pasqualino RANNO
23enne, responsabile del reato di tentata rapina
aggravata in concorso con altro soggetto, ai danni di un
bar ubicato nel rione San Giorgio. Agenti della Squadra
Mobile, Sezione “Contrasto al Crimine Diffuso”, a
seguito delle numerose rapine registrate nelle ultime
settimane nel rione San Giorgio da due soggetti che
agivano seguendo il medesimo modus operandi
(totalmente travisati ed armati di pistola), avevano
predisposto un mirato servizio nei pressi di un bar
rionale ritenuto possibile obiettivo, in quanto già
oggetto di rapina alcuni giorni addietro. I poliziotti,
dopo alcune ore di osservazione, hanno notato giungere
dallo Stradale San Giorgio uno scooter Honda SH 300 di
colore bianco, con la targa coperta, ad elevata
velocità, con due soggetti a bordo. Le fattezze fisiche
risultavano corrispondenti a quelle dei rapinatori che
nelle settimane scorse nel medesimo quartiere, avevano
colpito entrambi travisati da passamontagna ed armati di
pistola. Il passeggero, robusto e corpulento, in pochi
attimi, è sceso dal mezzo e, puntando l’arma contro il
titolare del bar e del personale dipendente, ha intimato
loro di consegnare tutto l’incasso. Il complice, di
corporatura più esile, invece, è rimasto all’esterno ed
anch’egli con la pistola in pugno, ha impedito agli
avventori di entrare nel bar, tenendosi pronto per
darsi alla fuga. Gli agenti della Squadra Mobile,
osservato quanto stava accadendo, sono intervenuti
tempestivamente e mentre due operatori facevano ingresso
nell’esercizio commerciale e affrontavano il rapinatore
armato, disarmandolo e bloccandolo con difficoltà
considerata la stazza e la sua violenta reazione; altri
poliziotti hanno affrontato il soggetto rimasto
all’esterno il quale, arma in pugno rivolta anche verso
gli operatori, è riuscito a guadagnarsi la fuga a piedi.
Pasqualino RANNO è stato dichiarato in arresto per
tentata rapina aggravata in concorso e associato presso
il carcere di Catania a piazza Lanza, sono in corso
attive ricerche del complice.
CATANIA
-
Polizia
esegue 12 arresti per droga, rapine, minacce ed evasione.
Si tratta del rintraccio di soggetti destinatari di
provvedimenti restrittivi. La Polizia di Stato ha
eseguito gli ordini di esecuzione per la carcerazione
disposti dall’Autorità Giudiziaria. Gli uomini della
Squadra Mobile – Squadra “Catturandi” hanno tratto in
arresto: Antonino PARISI 24enne già noto,
destinatario di ordine di esecuzione per espiazione di
pena detentiva in regime di detenzione domiciliare,
emesso il 14 giugno 2018 dalla Procura della Repubblica
presso il Tribunale Ordinario di Catania – Ufficio
Esecuzioni penali, dovendo espiare la pena detentiva di
1 anno e 18 giorni per reati in materia di
stupefacenti. Ferdinando FARO 21enne già noto,
destinatario di ordine di esecuzione per la
carcerazione, emesso il 15 giugno 2018 dalla Procura
della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di
Catania – Ufficio Esecuzioni penali, dovendo espiare la
pena detentiva di 1 anno e 6 mesi per reati in materia
di stupefacenti. Sebastiano Giovanni DESI 45enne
già noto, destinatario di ordine di esecuzione per la
carcerazione, emesso il 15 giugno 2018 dalla Procura
della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di
Catania – Ufficio Esecuzioni penali, dovendo espiare la
pena detentiva di 2 anni e 4 mesi per il reato di
rapina aggravata in concorso. Paola GIORDANO 53enne
già nota, destinataria di ordine di esecuzione per
espiazione di pena detentiva in regime di detenzione
domiciliare, emesso in data 15 giugno 2018 dalla Procura
della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di
Catania – Ufficio Esecuzioni penali, dovendo espiare la
pena detentiva di 6 mesi per il reato di evasione.
Luciano CARANI 45enne già noto, destinatario di
ordine di esecuzione per espiazione di pena detentiva in
regime di detenzione domiciliare, emesso il 15 giugno
2018 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale
Ordinario di Agrigento – Ufficio Esecuzioni penali,
dovendo espiare la pena detentiva di 1 anno, 3 mesi, 28
giorni e multa di 450€. Giuseppe PULVIRENTI 39enne
già noto, destinatario di ordine di esecuzione per
espiazione di pena detentiva in regime di detenzione
domiciliare, emesso il 15 giugno 2018 dalla Procura
della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di
Catania – Ufficio Esecuzioni penali, dovendo espiare la
pena detentiva di 3 anni, 9 mesi di reclusione e multa
di 10.000 € per reati in materia di stupefacenti.
Federico RACITI 36enne già noto, destinatario di
ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso il 14
giugno 2018 dalla Procura della Repubblica presso il
Tribunale Ordinario di Catania – Ufficio Esecuzioni
penali, dovendo espiare la pena detentiva di 3 anni 11
mesi e 16 giorni per reati in materia di stupefacenti.
Francesco TASCO 46enne già noto, destinatario di
ordine di esecuzione per la espiazione di pena
detentiva, emesso il 23 giugno 2018 dalla Procura
della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di
Catania – Ufficio Esecuzioni penali, dovendo espiare la
pena della reclusione di 9 mesi e 22 giorni per
rapina. Luigi SICURELLA 21enne già noto, in atto
agli arresti domiciliari, destinatario di ordine di
esecuzione per la carcerazione, emesso il 25 giugno 2018
dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale
Ordinario di Catania – Ufficio Esecuzioni penali,
dovendo espiare la pena di 2 anni di reclusione per il
reato di rapina aggravata in concorso. Agostino
NICOLELLA 54enne già noto, destinatario di ordine
di esecuzione per la carcerazione, emesso il 23 giugno
2018 dalla Procura Generale della Repubblica presso la
Corte di Appello di Catania – Ufficio Esecuzioni penali,
dovendo espiare la pena di 2 anni e 2 mesi di
reclusione per il reato di ricettazione. Giuseppe
LITRICO 24enne già noto, in atto agli arresti
domiciliari, destinatario di ordine di esecuzione per la
carcerazione, emesso il 22 giugno 2018 dalla Procura
della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di
Catania – Ufficio Esecuzioni penali, dovendo espiare la
pena di 2 anni di reclusione (con decorrenza dal 6
settembre 2017 e termine il 5 settembre 2019) per il
reato di rapina aggravata in concorso. Marius Gabriel
BUCULEI 18enne, destinatario di mandato di arresto
europeo, emesso il 6 giugno 2018 dall’Autorità
Giudiziaria di Beclean (Romania) dovendo espiare la pena
di 1 anno e 6 mesi di reclusione per i reati di rapina
e minacce.
(video
INTERCETTAZIONI)
CATANIA
- Direzione Investigativa Antimafia intercetta
imprenditori e funzionari pubblici settore rifiuti:
reati contro
P.A., affidamento appalto per 350 milioni€ in 3 anni.
Uomini della DIA di Catania, diretta dal 1° Dirigente
della P.S. dr. Renato Panvino, con il supporto dei
Centri Operativi di Roma, Milano, Reggio Calabria e
Caltanissetta, nonché della Sezione Operativa di Messina
e del II Reparto di Roma, di mattinata, a conclusione di
una complessa e articolata attività di indagine,
coordinata dalla Procura della Repubblica di Catania e
dipanatasi mediante l’utilizzo di servizi tecnici e
riscontri sul territorio circa le condotte poste in
essere dagli indagati, hanno dato esecuzione ad
un’ordinanza applicativa di misure cautelari, emessa dal
G.I.P. di Catania nei confronti di imprenditori e
funzionari anche con ruoli apicali in seno alla Pubblica
Amministrazione, in servizio presso il Comune di Catania
– Settore Ecologia e Ambiente e Ragioneria Generale
Provveditorato ed Economato. In particolare, il
provvedimento ha disposto le seguenti misure: Custodia
in carcere nei confronti di: Antonio DEODATI 55enne,
imprenditore romano, comproprietario della I.P.I. s.r.l.
affidataria in RTI con OIKOS dal 19 febbraio 2011 al 15
maggio 2017 del servizio di igiene pubblica del Comune
di Catania; già socio fino al 2 marzo 2017 della ECO.CAR.
s.r.l. affidataria in R.T.I. con SENESI S.p.A. del
servizio di raccolta, spazzamento, trasporto e
smaltimento dei rifiuti del Comune di Catania, a far
data dal 16 maggio 2017. Vicepresidente del Consorzio
SENECO, cui vengono contestati i reati di turbata
libertà degli incanti e corruzione per atti contrari ai
doveri d’ufficio; Orazio Stefano FAZIO, 63enne,
responsabile dei procedimenti incardinati nella P.O.
“Servizi Esternalizzati” della Direzione Ecologia ed
Ambiente del Comune di Catania; Direttore Esecuzione del
Contratto per i servizi di spazzamento, raccolta e
trasporto allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e
altri servizi di igiene pubblica del Comune di Catania,
cui vengono contestati i reati di turbata libertà degli
incanti e corruzione per atti contrari ai doveri
d’ufficio. Arresti domiciliari per: Antonio NATOLI
45enne, già dipendente della I.P.I. s.r.l., società
affidataria dal 19 febbraio 2011 al 15 maggio 2017 in
R.T.I. con OIKOS S.p.A. del servizio di igiene pubblica
del Comune di Catania; dal 16 maggio 2017 dipendente del
Consorzio SENECO, costituito tra le società SENESI
S.p.A. ed ECO.CAR. s.r.l., attuali affidatarie in R.T.I.
del servizio di raccolta, spazzamento, trasporto e
smaltimento dei rifiuti del Comune di Catania, cui
vengono contestati i reati di corruzione per atti
contrari ai doveri d’ufficio. Interdizione, per 12 mesi,
dall’esercizio di uffici direttivi delle persone
giuridiche e delle imprese, nello specifico, l’ufficio
di amministratore, sindaco, liquidatore, direttore
generale e dirigente preposto alla redazione dei
documenti contabili societari, nonché ogni altro ufficio
con potere di rappresentanza della persona giuridica o
dell’imprenditore per: Francesco DEODATI 50enne ,
amministratore unico della ECO.CAR. s.r.l., cugino di
Antonio DEODATI, cui viene contestato il reato di
turbata libertà degli incanti; Massimo ROSSO 53enne,
Direttore della Direzione “Ragioneria Generale –
Provveditorato ed Economato” del Comune di Catania dal
20 luglio 2016; Presidente del Consiglio di
Amministrazione della S.R.R. (Società per la
Regolamentazione del servizio di gestione Rifiuti) di
Catania area metropolitana, cui viene contestato il
reato di corruzione per atti contrari ai doveri
d’ufficio. Sospensione, per un anno, dal pubblico
ufficio, rispettivamente esercitato e con totale
interdizione di tutte le attività ad esso inerenti, a:
Massimo ROSSO, sopra citato; Leonardo MUSUMECI, 33enne,
Direttore della Direzione Ecologia ed Ambiente del
Comune di Catania; Responsabile Unico del Procedimento (RUP)
per l’affidamento del Servizio di spazzamento, raccolta
e trasporto allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani
differenziati e indifferenziati, compresi quelli
assimilati, e altri servizi di igiene pubblica
all’interno dell’ARO Città di Catania, cui viene
contestato il reato di turbata libertà degli incanti. Il
G.I.P. di Catania, con il provvedimento in esecuzione,
in accoglimento delle ipotesi di reato formulate dalla
Procura della Repubblica, che ha delegato per le
indagini la DIA, ha ritenuto fondati gli elementi
probatori raccolti in merito allo svolgimento irregolare
della procedura ad evidenza pubblica indetta dal Comune
di Catania ed avente ad oggetto, nello specifico:
“l’affidamento - per l’anno 2017 - del servizio di
spazzamento, raccolta e trasporto allo smaltimento dei
rifiuti solidi urbani differenziati e indifferenziati e
altri servizi di igiene pubblica”. La DIA dalle
investigazioni svolte, infatti, ha fatto emergere come,
a scadenza del precedente servizio, più volte prorogato
per un totale di 5 anni e svolto dal R.T.I. I.P.I. s.r.l
– OIKOS S.p.a. (che presentavano ricorso al TAR per
l’annullamento degli atti deliberativi, giudicandoli
economicamente non convenienti) il Comune aveva indetto
una gara ad evidenza pubblica riguardante il medesimo
servizio esteso, per un periodo di 84 mesi, all’intero
territorio comunale con un impegno di spesa di
351.171.561,26 € (pari ad 50.167.365,89 € annui), che -
pubblicata sulla G.U.C.E. il 18 novembre 2016 con
termine fissato all’l’11 gennaio 2017 per la
presentazione delle offerte era andata, tuttavia,
deserta. Gli investigatori hanno evidenziato che, in
seguito al pronunciamento del TAR sul ricorso, era stato
avviato l’iter procedurale per lo svolgimento di una
gara cd. ponte, avente ad oggetto, cioè, l’affidamento
temporaneo (106 giorni) del servizio di raccolta,
spazzamento, trasporto e smaltimento dei rifiuti esteso
a circa il 75% del territorio comunale, con termine di
scadenza per la presentazione delle offerte fissato
inizialmente per il 29.12.2016 e, poi, prorogato al
9.1.2017. La gara si concluse con l’aggiudicazione
all’unico offerente, il R.T.I. SENESI S.p.A. – ECO.CAR.
S.r.l. Gli inquirenti proprio con l’analisi della
documentazione inerente tale gara e le connesse
investigazioni hanno evidenziato come l’aggiudicazione
con mezzi fraudolenti che turbavano la regolarità della
gara, sintetizzabili: 1) nella mancata esclusione del
predetto R.T.I. nonostante la mancanza del requisito,
previsto dall’art. 12.5 del bando, dell’avere eseguito,
almeno una delle ditte del raggruppamento per intero,
nel triennio precedente (2013/2015) servizi analoghi per
un importo complessivo pari ad almeno euro 23.353.246,65
o comunque per un numero complessivo di utenza servita
pari alla popolazione residente nel Comune di Catania
(315.576 secondo la rilevazione ISTAT del 2015) e 2)
nella mancata esclusione del RTI nonostante la
riconducibilità della ECO.CAR ad un soggetto già
destinatario, in qualità di legale rappresentante della
Ipi srl dell’interdittiva antimafia emessa dal Prefetto
di Roma il 16.6.2014. Le indagini DIA sulle
circostanze, hanno dimostrato, in particolare con le
attività tecniche di intercettazione nonché le ulteriori
attività istruttorie a riscontro, e come argomentato dal
G.I.P. in ordinanza, che non solo erano senz’altro a
conoscenza degli indagati, ma questi avevano operato
consapevolmente con l’intento di indirizzare la
procedura di gara verso l’aggiudicazione al R.T.I.
SENESI S.p.A. – ECO.CAR. s.r.l., quest’ultima in
sostanziale continuità con la I.P.I. s.r.l. (che aveva
gestito il medesimo servizio, unitamente alla OIKOS
S.p.A. nel periodo dal febbraio 2011 al maggio 2017),
essendo entrambe sostanzialmente riferibili alla persona
dell’indagato Antonio DEODATI (cugino di Francesco
DEODATI, formalmente amministratore unico della società,
ma di fatto prestanome di Antonio DEODATI, che ha
interloquito ed ha assunto tutte le decisioni per conto
e nell’interesse della società nelle fasi antecedenti,
concomitanti e successive allo svolgimento
dell’appalto). La DIA evidenzia che particolarmente
rilevante sia il ruolo svolto nella vicenda dai due
funzionari comunali indagati, l’ing. Leonardo MUSUMECI,
RUP del procedimento ed a capo della Direzione Ecologia
e Ambiente del Comune di Catania, ed Orazio Stefano
FAZIO, assunto per chiamata diretta in quanto invalido
civile come impiegato inquadrato nella categoria B2 e
ben presto giunto in posizioni apicali all’interno del
comune di Catania, responsabile dei Servizi
Esternalizzati della medesima Direzione Ecologia ed
Ambiente e Direttore Esecuzione del Contratto per il
servizio di spazzamento, raccolta e trasporto allo
smaltimento dei rifiuti solidi urbani e di altri servizi
di igiene del comune di Catania. Gli uomini della DIA
dalle conversazioni captate tra i due hanno elaborato
che risulta evidente la loro consapevolezza sia della
sostanziale continuità tra una delle società (la I.P.I.
s.r.l.) aggiudicataria del servizio per il periodo
precedente e la nuova aggiudicataria ECO.CAR. s.r.l.,
sia della mancata precedente esperienza, per entrambe le
società, in servizi analoghi nel triennio 2013-2015 in
territori con densità abitativa pari a quella del
comune di Catania. Gli inquirenti ritengono quindi che
nonostante l’evidenza di una serie di circostanze che
avrebbero dovuto indurre i due funzionari a non dare
corso, ciascuno per la propria parte di competenza, al
completamento delle procedure di aggiudicazione del
servizio di raccolta dei rifiuti, escludendo il R.T.I.
SENESI S.p.A. – ECO.CAR. sr.l., la gara è stata,
invece, aggiudicata. La DIA rileva ancora come deve,
inoltre, considerarsi che FAZIO abbia addirittura
assunto una condotta attiva nel cercare di condizionare
i vari attori intervenuti nella procedura antecedente e
successiva all’aggiudicazione del servizio, dapprima per
impedire che venissero rilevate, ad esempio, le
inadempienze ed i disservizi delle ditte I.P.I. s.r.l. –
OIKOS S.p.A. in vigenza di contratto, con conseguente
applicazione di penali, facendo valere il suo peso
all’interno della struttura comunale, quindi assumendo
in prima persona la gestione ed il controllo degli
stessi sorveglianti che avevano il compito di segnalare
eventuali disservizi. Gli inquirenti ritengono che a
fronte di questo suo impegno, FAZIO veniva remunerato
con utilità di vario genere, come emerso dalle
intercettazioni (dall’acquisto di smartphone e computer
al pagamento di vacanze da parte di Antonio DEODATI e di
Antonio NATOLI), giungendo a chiedere perfino
l’assunzione di dipendenti presso il Consorzio SENECO.La
DIA ha valutato anche il ruolo svolto da Massimo ROSSO,
Direttore della Direzione Ragioneria Generale
Provveditorato ed Economato del Comune di Catania,
definito dal G.I.P. rientrante “nel novero dei soggetti
stabilmente a disposizione del DEODATI”. Gli inquirenti,
in particolare nel corso delle indagini, hanno accertato
che Massimo Rosso si sarebbe attivato per consentire
pagamenti a favore del Consorzio Seneco con tempistiche
e modalità del tutto vantaggiose per la parte privata,
accentrando su di se ogni responsabilità in merito ai
pagamenti da effettuare in relazione alle prestazioni
oggetto del contratto e fornendo inoltre la propria
opera di consulenza in materia contabile e commerciale,
non solo in relazione al contratto citato, ma anche in
relazione agli affari complessivi del gruppo Deodati,
ciò anche in evidente conflitto di interessi con la
propria posizione di funzionario apicale del Comune di
Catania. La DIA ha valutato che tali condotte hanno
trovato una illecita remunerazione nel pagamento da
parte del Deodati del canone di affitto delle abitazioni
occupate dalle figlie del Rosso a Roma, dove frequentano
i rispettivi corsi di studi universitari, nonché
nell’assunzione dei fidanzati delle figlie a tempo
indeterminato presso società riconducibili al DEODATI.
Il G.I.P. infine, in merito alla figura di Antonio
NATOLI, dirigente della I.P.I. s.r.l. e del Consorzio
SENECO, ne riconosce il ruolo di fidato collaboratore e
longa manus di Antonio DEODATI a Catania, sia nelle
attività lecite che illecite, tanto da provvedere a
finanziare gli acquisti di beni, viaggi e altre utilità
da offrire a Orazio Stefano FAZIO e a Massimo ROSSO, in
cambio del loro interessamento in favore delle società
del DEODATI.
Catania
- Polizia ricorda ispettore Filippo Raciti.
I familiari di Filippo Raciti i poliziotti, e le
Autorità civili e militari, di mattina, in una gremita
sala del X Reparto Mobile, hanno commemorato
l’undicesimo anniversario della scomparsa dell’ispettore
caduto il 2 febbraio del 2007, nel corso dell’incontro
Catania-Palermo. Il luogo dove Filippo ha trascorso
gran parte della sua carriera lavorativa, è stato punto
d’incontro del Questore Alberto Francini, del Prefetto
Silvana Riccio, delle Autorità Giudiziarie, dei
Comandanti delle Forze di polizia e dei Corpi Armati
dello Stato, con Autorità civili e tanti poliziotti,
anche a riposo, che hanno voluto rendere omaggio alla
memoria di chi è caduto nell’adempimento del proprio
dovere. Il Questore Francini massima Autorità della
Polizia di Stato a Catania ha voluto, anzitutto,
rivolgere un pensiero ai genitori di Filippo: “essi
hanno patito il dolore di perdere un figlio, un dolore
di cui non si può immaginare niente di più grande. Il
pensiero è rivolto anche ai figli, per i quali Filippo
è un “angelo custode”, presente quotidianamente a
vegliare su di loro. Vicinanza per Marisa Grasso,
vedova di Filippo. Come la morte di Raciti non sia
stata inutile, ma abbia rappresentato, invece, una
sveglia per l’Italia tutta che, secondo caso dopo
l’ultimo conflitto mondiale, ha interrotto il Campionato
di Calcio per riflettere su ciò che lo sport avrebbe
dovuto essere e, invece, su ciò che, in quel momento
storico, era diventato. La morte di Raciti è stata
foriera di un diverso modo di intendere l’ordine
pubblico negli stadi italiani ed ha dato inizio a una
rivoluzione strutturale che, sebbene voluta dalla legge,
per vari
motivi era stata, fino a quel tragico momento, lettera
morta. Grazie a lui, grazie a Filippo, oggi il calcio è
più degno dello Sport che esso stesso rappresenta”.
Mascali
CT
-
Cinofili
con “Ivan” trovano droga in camera letto e baule moto,
CC ammanettano 2 fratelli.
I Carabinieri della Stazione di Mascali hanno arrestato
nella flagranza due fratelli di 19 e 22 anni del posto,
poiché ritenuti responsabili di detenzione finalizzata
allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Una breve ma
proficua attività info investigativa ha condotto ieri
pomeriggio i militari, coadiuvati dal Nucleo Cinofili
di Nicolosi, nella proprietà dei giovani mascalesi. Il
prezioso fiuto del cane “IVAN”, ha permesso agli
operanti di rinvenire e sequestrare: 25 grammi di
marijuana, occultati nella camera da letto, mentre nel
garage, celati in un bauletto da moto, ulteriori 80
grammi della medesima sostanza, già suddivisa in dosi
pronte allo smercio, nonché del materiale comunemente
utilizzato dai pusher per confezionare la droga. Gli
arrestati, in attesa della direttissima, sono stati
relegati agli arresti domiciliari.
Catania
– Librino, Blitz 200 Carabinieri, 100 perquisizioni in
fortino droga, 36 presi.
Imponente operazione del Comando Provinciale di
Catania, dalle prime ore del mattino, impegnati oltre
200 Carabinieri. I militari hanno passato al setaccio
l’intero agglomerato della periferia sud della città,
nel quartiere di Librino, considerato il più redditizio
“supermarket” della droga. L’esito dell’imponente e
complessa attività investigativa ha portato
all’emissione di un provvedimento di custodia cautelare
in carcere nei confronti di 36 indagati, emesso
dall’Ufficio Gip del Tribunale etneo su richiesta della
locale Direzione Distrettuale Antimafia, ritenuti
responsabili, a vario titolo, di associazione per
delinquere finalizzata al traffico di cocaina e
marijuana per conto di Cosa Nostra catanese. I
particolari dell’operazione illustrati dal Procuratore
Distrettuale della Repubblica nel corso di una
conferenza stampa presso la sala stampa della Procura
della Repubblica di Catania.
Viagrande CT – CC, 1 in
carcere: estorsione in concorso ad Acireale.
I Carabinieri della Stazione di Viagrande hanno arrestato Giuseppe
FICHERA
46enne, del luogo, su ordine di esecuzione per espiazione pena detentiva
emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello
di Catania. Il soggetto, ritenuto colpevole di un’estorsione in concorso
commessa ad Acireale nel 2009, dovrà scontare la pena di 3 anni e 6 mesi di
reclusione.L’arrestato, espletate le formalità di rito, è stato ristretto
nel carcere di Piazza Lanza, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.
(video
OPERAZIONE)
Catania
–
Squadra Mobile trova 31kg marijuana e 850gr. cocaina,
presi corriere albanese e destinatario etneo.
La
Polizia di Stato ha tratto in arresto:
Agatino PIANA 38enne,
già noto; Vladimir KAPAJ 40enne,
responsabili, a
vario titolo, di trasporto, detenzione e cessione di
sostanza stupefacente del tipo cocaina, marijuana
e hashish.
Agenti della Squadra
Mobile - Sezione Antidroga, nell’ambito di attività
info-investigativa, avevano appreso che, la sera del 27
novembre, Agatino PIANA, domiciliato nella zona di
Misterbianco - frazione Poggio del Lupo, avrebbe
ricevuto un importante quantitativo di sostanza
stupefacente che gli sarebbe stato consegnato da un
cittadino di nazionalità albanese che lo trasportava a
bordo di un’autovettura Opel di colore scuro. Gli uomini
della Squadra Mobile, alla luce di quanto appreso, dopo
avere effettuato mirati accertamenti hanno verificato
che PIANA era domiciliato proprio a Poggio del Lupo, ed
hanno predisposto un discreto servizio di osservazione
nei pressi della sua abitazione e lungo le strade della
frazione di Misterbianco prossime alla casa.
Gli investigatori, nel
corso della serata, hanno notato giungere un’auto Opel
Vectra, condotta da un individuo, che si è fermato nei
pressi dell’abitazione di PIANA già in strada ad
attenderlo. Gli uomini dell’Antidroga hanno deciso di
entrare in azione procedendo al controllo dei due,
identificati per Vladimir KAPAJ cittadino albanese
domiciliato in un comune della fascia jonica della
provincia di Catania ed Agatino PIANA, ed alla
perquisizione dell’autovettura. I poliziotti a seguito
di un accurato controllo eseguito nell’Opel Vectra,
esattamente dentro il cofano posteriore hanno rinvenuto
e sequestrato 3 sacchi di marijuana per un peso
complessivo lordo di kg. 31. Gli uomini dell’Antidroga
nel prosieguo dell’attività, hanno eseguito una
perquisizione domiciliare presso l’abitazione di Agatino
PIANA, destinatario dello stupefacente trasportato dal
cittadino albanese, ed all’interno hanno rinvenuto e
sequestrato n.2 involucri contenenti sostanza
stupefacente del tipo cocaina per un peso
complessivo di gr.850 circa e 1 involucro contenente
sostanza stupefacente del tipo hashish per un
peso complessivo di gr.25 circa. I 2, espletate le
formalità di rito, sono stati associati presso il
carcere di Catania - piazza Lanza a disposizione
dell’Autorità Giudiziaria. La droga del valore di circa
75.000€, avrebbe fruttato, se immessa sul mercato etneo
circa 160.000€.
Catania
Il
comandante provinciale Arma Carabinieri col. Raffaele
Covetti, ha presentato il Calendario storico 2018 .
(video
intervista colonnello Covetti)
(video
delitto)
Catania
–
Carabinieri fermano
licatese Luigi CASSARO 49enne indiziato per omicidio
CALCAGNO. I militari, dal DNA e dal video, indicano
il fermato quale implicato nel delitto Calcagno.
I particolari
dell’operazione sono stati illustrati nel corso di una
conferenza stampa presso la Sala Stampa del Comando
Provinciale di Catania alla presenza del Procuratore
della Repubblica di Caltagirone Giuseppe VERZERA.
Le
indagini dei militari dell’arma erano state avviate
subito dopo il 23 agosto 2017, quando alle ore 08,30
circa, in Contrada Nunziata di Palagonia, in un fondo
agricolo di sua proprietà, tra i filari di agrumi,
veniva rinvenuto il cadavere di Francesco CALCAGNO
58enne. La vittima era stata attinta da alcuni colpi
d’arma da fuoco. Francesco CALCAGNO era stato coinvolto
nell’ottobre dello scorso anno in una sparatoria
all’interno del “Caffè Europa” di Palagonia. Il
consigliere comunale Marco LEONARDO 55enne rimase
ucciso nel corso del conflitto a fuoco. Francesco
CALCAGNO, dopo aver scontato un periodo di detenzione in
carcere ed un altro di detenzione domiciliare in una
località del nord Italia, dall’aprile di quest’anno era
tornato in libertà, rientrando a Palagonia, in attesa
del giudizio, che si sarebbe dovuto svolgere a breve. Le
indagini, immediatamente avviate dall’Arma per
l’omicidio di Francesco CALCAGNO, sono state svolte
senza trascurare ipotesi, ed erano partite dai
fotogrammi recuperati dalle videocamere di sorveglianza
installate nella proprietà della vittima. Il filmato
aveva immortalato alcune parti salienti dell’omicidio. Gli investigatori da subito, quindi, avevano contezza
dell’autore del delitto, ma con il difficile compito di
dare nome ed una identità certa. Gli inquirenti hanno
esaminato tutte le posizioni dei soggetti d’interesse a
livello locale ed avviato riscontri di carattere
scientifico per l’individuazione di elementi
significativi di prova su quanto repertato in sede di
sopralluogo. Le attività di ricerca sono state
sviluppate con l’estensione del soggetto in un campo
sempre più allargato. I carabinieri hanno dapprima
diramato le foto ai vari Comandi dell’Arma sia a
livello regionale che nazionale e quindi, con il pieno
assenso della Procura della Repubblica di Caltagirone,
che nel frattempo aveva assunto la direzione delle
indagini, veniva valutata e poi decisa la scelta di
coinvolgere i media e quindi una larga parte della
popolazione, divulgando una sequenza del video
registrato dalle telecamere di sorveglianza. La scelta
si è rivelata subito efficace, poiché iniziavano a
pervenire sui numeri messi a disposizione dall’Arma
alcune segnalazioni, puntualmente oggetto di verifica ed
approfondimento. Una di queste segnalazioni, in effetti,
ha dato la svolta nelle indagini per dare un nome
all’assassino. L’indicazione di un soggetto residente
nella provincia di Agrigento, dopo le prime immediate
verifiche, corrispondeva in maniera significativa alle
caratteristiche fisiche del ricercato. I militari hanno
avviato servizi di osservazione ed approfondimenti
sulla personalità del soggetto. Gli investigatori hanno
avvalorato sempre più la convinzione di essere sulla
pista giusta. L’attività nella giornata di ieri si è
conclusa con il fermo di indiziato di delitto operato
nei confronti del noto Luigi CASSARO 49enne, dopo
la conferma oggettiva pervenuta dalle analisi
tecnico-scientifiche del RIS di Messina, con la
comparazione del DNA prelevato al soggetto e quello
rinvenuto sulla scena del crimine. CASSARO, rintracciato
presso la sua abitazione di Licata (AG), al momento
dell’irruzione non ha opposto resistenza, chiudendosi in
un ostinato mutismo, tradito soltanto da qualche segno
di nervosismo all’atto di conoscere che i Carabinieri
che stavano operando erano quelli di Catania e
Palagonia. Il personaggio è stato associato al carcere
di Catania Piazza Lanza a disposizione della Procura
della Repubblica di Caltagirone.
(video
delitto)
Catania
- Carabinieri,
diffuso video ed immagini riguardanti delitto Calcagno,
per identificare omicida. Un individuo, il 23
agosto 2017, a Palagonia, armato di pistola, ha esploso
alcuni colpi d’arma da fuoco all’indirizzo di Francesco
CALCAGNO 58enne, attingendolo mortalmente. Gli
investigatori dell’Arma nell’ambito dell’attività
relativa al delitto hanno acquisito alcune immagini
video che ritraggono l’autore dell’efferato delitto
durante la fase omicidiaria. La Procura della
Repubblica di Caltagirone, al fine di poter concorrere
all’identificazione dell’autore del delitto ha stabilito
di diffondere alcuni fotogrammi e video che ritraggono
il killer in azione. Eventuali informazioni sull’autore
potranno essere comunicate, anche in forma anonima, ai
seguenti numeri di telefono
(video
delitto)
:
095-2509227
---- 331-3767225, attestati presso il Comando
Provinciale Carabinieri di Catania.
Catania
–
S.Venerina
vietato parco a cani : 3 picchiano proprietario entrato in villa col
cucciolo. Agenti del
Commissariato Borgo Ognina hanno indagato in stato di libertà tre persone,
responsabili del reato di rissa, minacce e lesioni. Le indagini hanno preso
spunto da una querela sporta da una persona che ha riferito di essere stata
aggredita da tre individui, mentre si trovava in una villetta comunale nella
cittadina di Santa Venerina.
L’uomo ha raccontato che, mentre si trovava
in quel luogo per far passeggiare il proprio cane, è stato affrontato da una
persona che l’ha invitato ripetutamente a uscire dal parco. La persona,
all’opposizione del denunciante, che frattanto era stata raggiunta da un
amico e da un parente, l’ha dapprima bloccato e poi aggredito a calci e
pugni, costringendolo a riparare al Pronto Soccorso di Acireale, dove gli è
stata diagnosticata l’infrazione di una costola ed un trauma cranico minore.
L’indagine degli agenti del Commissariato, basata anche sulle testimonianze
dei presenti all’accaduto, ha permesso di identificare i responsabili
dell’aggressione i quali sarebbero intervenuti contro il denunciante perché,
nonostante i divieti esposti dal Comune, ha comunque introdotto il cane
all’interno dell’area a verde.
Catania
– Si definiva reincarnazione
d’Arcangelo ed abusava di minori in congregazione:
operazione 12 apostoli. Su delega della Procura
distrettuale di Catania, il Compartimento della Polizia
Postale e delle Comunicazioni “Sicilia Orientale” di
Catania ha eseguito questa mattina, una ordinanza di
custodia cautelare in carcere per Pietro Alfio
CAPUANA 72enne ed agli arresti domiciliari emessa
dal GIP del Tribunale di Catania nei confronti di:
Fabiola RACITI 54enne, Rosaria GIUFFRIDA 56enne
e Katia Concetta SCARPIGNATO 47enne. I
personaggi sono ritenuti responsabili di associazione a
delinquere finalizzata alla violenza sessuale aggravata
ai danni di minori. L’indagine è stata avviata lo scorso
anno, allorché la madre di una minore (di anni 15) ha
denunciato alla Polizia Postale di Catania i reiterati
abusi sessuali subiti dalla figlia in una congregazione
religiosa, denominata “Associazione Cattolica Cultura ed
ambiente”, ad Aci Bonaccorsi (CT), fondata da un
sacerdote, Padre Cavalli, oggi deceduto e gestita, ormai
da molti anni, da Pietro Capuana. La comunità, composta
da circa 5000 persone, è un gruppo chiuso, con selezione
d’ingresso ed organizzazione di tipo fortemente
gerarchico, al cui vertice è posto Capuana, affiancato
da soggetti aventi vari incarichi direttivi, denominati
“12 apostoli”. La polizia ha ricostruito che
all’interno della Comunità, formalmente dedita alla
vendita di prodotti agricoli coltivati dagli stessi
adepti (con proventi di migliaia di euro mensili),
venivano perpetrati, da moltissimi anni, atti di
violenza sessuale ai danni di minorenni, qualificati
come azioni mistiche e spirituali, aventi valenza
religiosa. La mamma della minore, in occasione della
denuncia, ha consegnato agli investigatori uno
smartphone in cui erano contenute conversazioni in chat,
utili alle indagini, estratte in maniera forense dalla
Polizia. Gli inquirenti, successivamente, hanno
identificato altre persone offese che, assunte a
sommarie informazioni, hanno confermato gli abusi
(talvolta risalenti negli anni), descrivendo lo stato di
totale plagio esistente all’interno del gruppo, fondato
su argomenti di carattere religioso (persuasione tanto
forte da indurre anche alcune donne, madri di minori, a
condurre consapevolmente le figlie all’interno del
gruppo, nonostante le pratiche, esercitate). Le
capillari investigazioni, sia di carattere tecnico
(intercettazioni telefoniche), sia di natura
tradizionale (appostamenti con rilievi fotografici)
hanno consentito ai poliziotti di accertare la
sussistenza di una vera e propria associazione a
delinquere, finalizzata alla violenza sessuale
aggravata, composta oltre che dal Capuana (che fruiva
delle prestazioni sessuali), anche da almeno 3 donne:
Fabiola Raciti, Katia Scarpignato e Rosaria Giuffrida.
Le 3 signore si sarebbero occupate stabilmente di
reclutare le minori da sottoporre alle pratiche
sessuali, vincendone le resistenze (le stesse
convincevano le giovani che i rapporti con il Capuana
non erano atti sessuali, bensì atti di “amore pulito” ,
“amore dall’alto”) ed organizzando dei veri e propri
“turni” delle bambine presso l’abitazione del soggetto,
durante i quali le minori, oltre ad attendere alle
svariate necessità dell’indagato (lavarlo, vestirlo,
pulire la sua abitazione, ecc.), dovevano soddisfare
anche le sue richieste sessuali, talvolta anche in
gruppo. Le vittime, inoltre, erano costrette a
sottoscrivere delle lettere in cui dichiaravano il loro
amore per il Capuana, dichiarandosi espressamente
consenzienti alle sue richieste sessuali. Le minori
allorquando esternavano dubbi o non aderivano alle
richieste dell’uomo e delle sue collaboratrici venivano
tacciate di essere prive di fede in Dio e, talvolta,
anche multate, con obbligo di pagamento di somme di
denaro. Gli abusi venivano consumati oltre che
nell’abitazione del Capuana, anche nel cosiddetto
“cenacolo”, luogo dove la Comunità si riuniva con
cadenza settimanale per riunioni su argomenti religiosi,
in occasione delle quali lui faceva delle “locuzioni”
religiose, proclamandosi la reincarnazione di un
Arcangelo. Gli investigatori nel corso delle
perquisizioni locali ed informatiche hanno rinvenuto
numeroso materiale cartaceo ed informatico, tra cui
moltissime delle lettere redatte dalle giovani, nonché
il “registro” con gli elenchi nominativi di migliaia di
adepti.
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CATANIA-
Picchia compagna 32enne incinta: Polizia arresta 44enne
in flagranza.
Gli agenti delle volanti dell’Ufficio Prevenzione
Generale e Soccorso Pubblico - U.P.G.S.P., intorno alle
ore 21, su segnalazione della locale Sala Operativa,
sono intervenuti a seguito della richiesta di aiuto da
parte di una donna che riferiva agli operatori del 112
di essere stata aggredita dal compagno. Gli operatori
immediatamente inviati e giunti sul posto hanno trovato
la 32enne, in stato di gravidanza, ancora in contatto
telefonico con la Sala Operativa. La donna ha raccontato
di essere stata aggredita dal convivente con problemi di
tossicodipendenza, il quale era in stato
d’escandescenza, colpendola al volto con schiaffi. Il
44enne, che si trovava ancora sul posto, alla vista dei
poliziotti ha tentato di darsi alla fuga ma è stato
tempestivamente fermato. I poliziotti hanno soccorso la
donna e dopo aver allertato i sanitari del 118 ed aver
raccolto tutte le informazioni utili è stata trasportata
presso il locale nosocomio “Cannizzaro” dove è stata
sottoposta ad accertamenti diagnostici con prognosi di
22 giorni. Il soggetto, alla luce di quanto accaduto, è
stato tratto in arresto ed al termine delle formalità di
rito, d’intesa con il P.M. di turno, è stato
accompagnato presso le camere di sicurezza della
Questura, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, in
attesa dell’udienza direttissima.
CATANIA-SENTENZA
MIGRANTI,
SOLIDARIETA’ A GIUDICE ETNEO DA GIUNTA ESECUTIVA SEZIONALE DISTRETTO CORTE
D’APPELLO.
I magistrati di Catania hanno stigmatizzato la vicenda definendo le
affermazioni gratuite ed irriguardose, oltre che non rispettose delle sfere
di attribuzione funzionale e finanche della dignità stessa della persona del
magistrato.
Si legge testualmente nel comunicato : ”La
Giunta dell’Associazione Nazionale Magistrati del Distretto di Catania ha
appreso con sgomento del contenuto delle dichiarazioni di recente rilasciate
da esponenti della maggioranza di Governo e dal Presidente del Consiglio dei
Ministri in relazione ad un provvedimento emesso dalla Sezione Specializzata
in materia di immigrazione del Tribunale di Catania. Tali dichiarazioni –
che, tra le altre, accusano un giudice del suddetto tribunale e la
magistratura italiana tutta di essere “nemici della sicurezza della
[…]nazione”, “un ostacolo alla difesa dell’ordine pubblico” e
di scagliarsi “contro i provvedimenti di un governo democraticamente
eletto” –, al di là della loro conclamata infondatezza, ricorrono a toni
scomposti, lontanissimi da quelli che dovrebbero sempre informare una
corretta dialettica tra poteri dello Stato. Il fatto che i magistrati siano
talora chiamati a pronunciarsi in relazione a vicende che hanno anche un
rilievo politico, oltre che più propriamente giuridico, non significa, né
potrà mai significare che i provvedimenti emessi dall’autorità giudiziaria
non traggano il proprio fondamento esclusivamente da una rigorosa
valutazione dei fatti ed applicazione delle norme di diritto: tali sono, nel
caso di specie, le valutazioni operate dalla dott.ssa Iolanda Apostolico
(giudice della Sezione Specializzata in materia di immigrazione del
Tribunale di Catania) in relazione ad un decreto del Questore di Ragusa di
trattenimento di un cittadino straniero richiedente asilo. Alla luce di tali
considerazioni, gli attacchi e le polemiche infondatamente promosse da
alcuni esponenti politici ed organi di stampa nei confronti del suddetto
giudice sono del tutto gratuite ed irriguardose, oltre che non rispettose
delle sfere di attribuzione funzionale e finanche della dignità stessa della
persona del magistrato in questione – esposto ad una gogna mediatica (con
annessa pubblicazione di fotografie che ritraggono momenti di vita privata
della collega) anche unitamente a membri del suo nucleo familiare. La Giunta
dell’Associazione Nazionale Magistrati del Distretto di Catania esprime
pertanto piena solidarietà e vicinanza alla collega autrice del
provvedimento e ricorda che gli atti dell’autorità giudiziaria possono
certamente essere criticati e non condivisi, oltre che impugnati nelle
opportune sedi; tuttavia, anche la più aspra delle critiche non deve mai
trascendere nella delegittimazione personale e professionale dei magistrati
che li hanno redatti, né nello strumentale travisamento dei contenuti di
quegli stessi provvedimenti o, ancora, in moniti intimidatori verso chiunque
– come la collega in questione - eserciti l’attività giurisdizionale
attenendosi quotidianamente ai più alti standard legali e deontologici. La
Giunta dell’Associazione Nazionale Magistrati del Distretto di Catania”.
(VIDEO
INCHIESTA)
CATANIA
-
SCANDALO
SANITA’ PROCURA REPUBBLICA OTTIENE DA GIP 8 MISURE CAUTELARI INTERDITTIVE E
SOSPENSIONE ESERCIZIO PUBBLICI UFFICI.
Il Giudice
per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Catania ha emesso otto
misure cautelari interdittive della “sospensione dall’esercizio
di pubblici uffici e servizi, ” per la durata di 1 anno su
richiesta della Procura distrettuale della Repubblica. I Carabinieri del
Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Catania hanno notificato il
provvedimento nei Comuni di Catania, Palermo, Monreale (PA) e Zola Predosa (Bo),
nei confronti di:
Filippo DI PIAZZA 50enne ;
Giuseppe
DI ROSA
44enne;
Ignazio
LA MANTIA
64enne;
Rosalia Maria
LEONARDI
63enne;
Ruggero Benedetto Italo
RAZZA
42enne; Antonio
SCAVONE
66enne;
per la durata di 8 mesi, nei confronti di: Alberto BIANCHI
60enne; Calogero GRILLO 70enne.
Le 8 misure emesse
poiché i destinatari sono gravemente indiziati, in concorso tra loro e
con altri soggetti indagati, allo stato degli atti ed in relazione alla fase
processuale che non consente l’intervento delle difese, dei reati di “turbata
libertà degli incanti” e “turbata libertà del
procedimento di scelta del contraente”. Il
provvedimento fa sempre parte dell’Operazione “PSN” , che nei
giorni scorsi ha portato all’emissione dell’“ordinanza di custodia cautelare
agli arresti domiciliari” da parte del G.I.P etneo ed eseguita dall’Arma dei
Carabinieri di Catania, nei confronti di Giuseppe ARCIDIACONO, Nunzio
Ezio CAMPAGNA, Sebastiano FERLITO e Gesualdo Antonino
MISSALE, che nel corso degli “interrogatori di garanzia” del 3
maggio u.s., si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Il
Giudice, all’esito degli interrogatori svolti gli scorsi 4 e 5 maggio, in
tale contesto, ha concordato con la richiesta della Procura della Repubblica
di Catania di applicazione della misura interdittiva ai restanti 8 indagati,
ravvisando come stringenti e attuali le esigenze cautelari, potendo gli
stessi tornare a rivestire o continuare a ricoprire funzioni e ruoli nella
P.A., nelle procedure concorsuali universitarie, nell'ambito della sanità
pubblica, nella direzione di ordini professionali e nella compagine di
governo di enti partecipati dalle pubbliche amministrazioni. Le persone
coinvolte nel caso, secondo l’accusa, “ciascuna per la propria parte,
avrebbero condiviso ed apportato un contributo penalmente rilevante ad un
articolato sistema
di
turbativa di selezioni pubbliche a base clientelare e familistica, in
spregio ai principi del buon andamento e imparzialità della Pubblica
Amministrazione, traendone, come sarebbe stato nel caso di LEONARDI, SCAVONE
e RAZZA, anche un vantaggio per persone a loro molto vicine. Condotte
illecite quelle contestate che sarebbero caratterizzate dalla gravità,
sistematicità e ampiezza delle manipolazioni che avrebbero accompagnato i “Progetti
PSN” e il concorso per direttore amministrativo dell'OMCeO Catania”.
Alberto BIANCHI e Calogero GRILLO non avrebbero attivato i loro poteri di
controllo della legalità formale e sostanziale delle procedure cui
partecipavano in ruoli di rilievo, allo stesso modo, parimenti grave è il
concorso alle turbative nell’attribuzione degli incarichi nei Progetti CARIE
OSAS e CARDIO da parte di Rosalia Maria LEONARDI. Analogo ragionamento
varrebbe poi per Giuseppe DI ROSA, Filippo DI PIAZZA e Ignazio LA MANTIA,
poiché gli stessi avrebbero concorso nell’alterazione della procedura
concorsuale per l’incarico di Dirigente Amministrativo dell’Ordine dei
Medici di Catania in favore di Aldo MISSALE. Gli inquirenti rilevano che
sotto tale profilo, particolarmente grave appare la condotta contestata a DI
ROSA e DI PIAZZA, i quali si sarebbero prestati perfino a consegnare le
tracce delle prove scritte e le domande di quelle orali al candidato
predestinato. Gli investigatori hanno evidenziato per quanto riguarda invece
le condotte che sarebbero state poste in essere dagli indagati RAZZA e
SCAVONE, volte a favorire nel primo caso la designazione di Filippo FIORENZA
quale “esperto in elaborazione report e studi” per conto dell’Ordine
dei Medici e Odontoiatri di Palermo nel Progetto denominato “OSAS Catania
– Sentinelle della prevenzione”, mentre nel secondo l’assegnazione a
GULLOTTO Loredana (vicina a Scavone) di un incarico a tempo determinato
quale “Amministrativo” nell’ambito del Progetto “Centro Cardio Hub
e Spoke – modello di prevenzione e riabilitazione” presentato
dall’Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale e di Alta Specializzazione
“Garibaldi”, le stesse assumerebbero particolare gravità in ragione del
ruolo di primo piano allora rivestito dai medesimi nell’ambito della Giunta
Regionale quali Assessori rispettivamente alla Salute il primo e alla
Famiglia il secondo. Il GIP etneo ha disposto una misura interdittiva di
maggiore durata per gli indagati RAZZA, SCAVONE, LA MANTIA, LEONARDI, DI
ROSA e DI PIAZZA, attesa la ritenuta maggiore gravità delle condotte a loro
contestate e comunque per il ruolo di elevata responsabilità che
ricoprivano, nello svolgimento del quale o comunque in concomitanza con il
quale hanno agito, e per il più elevato grado di adesione anche psicologica
alle condotte contestate a CAMPAGNA ed a MISSALE. Inferiore in termini di
gravita invece quella contestata a BIANCHI ed a GRILLO, per il ruolo meno
centrale che essi avrebbero svolto nei fatti e in ragione di un minore
disvalore espresso dalle condotte loro addebitate.
PALAGONIA
– CC trovano droga nascosta in box auto: 1 presso.
Si tratta di Salvatore
LIZIO 50enne del posto.
I Carabinieri del
Nucleo Radiomobile della Compagnia di Palagonia hanno bloccato nella
flagranza il soggetto ritenuto responsabile di detenzione finalizzata allo
spaccio di sostanze stupefacenti.
L’equipaggio della
gazzella, nell’usuale controllo del territorio, dimostrando anche una
particolare conoscenza delle dinamiche delinquenziali della zona, ha notato
degli strani movimenti nei pressi dell’abitazione del sospetto. La
circostanza ha suggerito ai militari di cogliere il momento opportuno per
accedere nell’abitazione e nelle sue pertinenze per effettuare una
perquisizione d’iniziativa alla presenza del sospettato. La
decisione si è rivelata quantomai azzeccata, difatti, in un box auto
adiacente l’immobile, i carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato: 29 dosi
di eroina e 23 dosi di cocaina.
Salvatore LIZIO,
assolte le formalità di rito, è stato associato nel carcere di Caltagirone.
MASCALI
CT -
Cane CC antidroga Ivan trova stupefacente in casa del pusher.
I Carabinieri della
Stazione di Mascali, coadiuvati da uomini del Nucleo Cinofilo di Nicolosi,
hanno bloccato Stefano Mario SCIACCA 21enne, del posto, nella
flagranza di reato di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di
spaccio.
L’attività info investigativa ha consentito all’Arma
mascalese di centrare l’obiettivo bloccando SCIACCA, ancora una volta e per
le stesse motivazioni legate allo spaccio di droga.
I militari, acquisite le
opportune informazioni, si sono recati nell’abitazione del sospetto
circondandone il perimetro. SCIACCA si attardava all’apertura della porta
che, poi, apriva soltanto quando i militari avevano minacciavano di
abbatterla. I carabinieri hanno iniziato la perquisizione ed hanno
immediatamente rinvenuto 1 bilancino di precisione sul tavolo della cucina.
Il fiuto infallibile del cane “Ivan” ha segnalato la presenza di droga nel
comodino della stanza da letto, la quale, non veniva trovata dai militari.
La ricerca del cane, in seguito, ha sortito l’esito sperato consentendo di
rinvenire, occultata in una cavità del ripostiglio, 1 busta contenente 95
dosi di marijuana già pronte per lo smercio per un totale di circa 60
grammi. Il ritrovamento ha per i tutori dell’ordine avvalorato l’ipotesi che
il giovane avesse temporeggiato l’apertura della porta per nascondere la
droga dall’accessibile comodino al nascondiglio dove, suo malgrado, è stata
invece rinvenuta. Il personaggio è stato tradotto nel carcere catanese di
Piazza Lanza.
CALTAGIRONE
CT
-
42enne continua a
perseguitare ex compagnia, Polizia esegue arresto:
aggravamento pena. I poliziotti ieri, su
disposizione del GIP presso il Tribunale di Caltagirone,
hanno eseguito 1 ordinanza di sostituzione della misura
degli arresti domiciliari in atto applicata con quella
della custodia cautelare in carcere, nei confronti di un
42enne di Caltagirone il quale ha continuato ad avere
condotte vessatorie nei confronti della sua ex moglie.
Il
soggetto, il 26 settembre, era stato sottoposto alla
misura cautelare degli arresti domiciliari con permesso
di recarsi sul luogo di lavoro dalle ore 5.15 alle ore
16.00. il personaggio invece di fare rientro a casa
senza soste intermedie, si recava presso il bar ubicato
nelle vicinanze dell’abitazione della ex moglie e dei
suoi genitori, dove l’incontrava all’uscita del locale,
profferendo nei suoi confronti minacce di morte. La
donna, dopo aver chiamato il NUE 112 per richiedere
l’intervento di una pattuglia, aveva deciso di recarsi
immediatamente presso il locale Commissariato dove,
visibilmente spaventata, ha formalizzato in denuncia
quanto le era accaduto. La contestuale attività
investigativa svolta nell’immediatezza, anche reperendo
supporti video che hanno evidenziato la violazione delle
prescrizioni imposte al soggetto. Il personaggio, quindi
con la sua presenza ingiustificata nell’esercizio
pubblico, ha consentito ai tutori dell’ordine di
chiedere ed ottenere la sostituzione della misura
cautelare degli arresti domiciliari in corso con la
misura cautelare della custodia in carcere, oggi
eseguita.
Il malfattore, dopo le formalità di rito, è stato
associato presso la Casa Circondariale di Caltagirone
a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
CATANIA
– 70enne minaccia ex
moglie e figlia con revolver clandestino: arrestato e rinchiuso in carcere.
I Carabinieri
del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale hanno arrestato nella
flagranza il catanese Salvatore D’ANGELO 70enne,
noto per reati associativi e contro la persona, poiché ritenuto responsabile
di detenzione e porto di arma clandestina, nonché di atti persecutori
commessi ai danni dell’ex moglie e della figlia.
Una
segnalazione è pervenuta al 112, indicante un soggetto il quale era armato
e posto sul balcone al secondo piano di una abitazione di via Del Principe,
quartiere San Cristoforo. L’equipaggio della gazzella è intervenuto
celermente in zona ed individuata l’unità abitativa, vi ha fatto irruzione.
I
militari, procedendo a perquisizione domiciliare, hanno rivenuto e
sequestrato 1 revolver S&W calibro 38 con 6 cartucce nel tamburo e la
matricola abrasa, occultato sotto l’armadio nella camera da letto.
I
carabinieri, nel medesimo conteston hanno altresì appurato come lui, da
oltre un anno minacciava di morte (senza una plausibile ragione) l’ex
moglie, di 64anni, e la figlia, 46 anni, entrambe residenti
nell’abitazione confinante a quella del 70enne.
L’arma
sequestrata, nei prossimi giorni, sarà inviata agli specialisti del R.I.S.
di Messina i quali, mediante esami tecnico balistici, potrebbero stabilirne
l’eventuale utilizzo in pregressi episodi criminosi.L’arrestato, in attesa
della convalida del G.I.P., è stato associato al carcere di Catania Piazza
Lanza.
CATANIA –
Rapina e colpisce cliente durante rapporto sessuale, nigeriana bloccata
da agenti. La
Polizia di Stato ha arrestato la nigeriana Nirka CHIKA 19enne, perché
responsabile di rapina aggravata. La donna durante la sua attività, era
stata “abbordata” da un cliente che l’aveva fatta accomodare sulla sua auto
per poi, trovato un luogo appartato, consumare un rapporto sessuale.La
donna, non disdegnava l’attività di rapinatrice e quindi, come riferito
dalla vittima stessa, durante l’amplesso si è appropriata del cellulare
dell’uomo il quale, nel tentativo di rientrare in possesso del maltolto, s’è
pure preso un colpo sul naso, sferrato dalla CHIKA per garantirsi il
bottino.
L’attività di prostituzione,
però, è stata, ed è tuttora, oggetto delle misure deterrenti disposte dal
Questore di Catania Mario Della Cioppa, che la Polizia realizza attraverso
una capillare e continua attività di controllo del territorio. Lo
sfortunato, ma anche poco avveduto, rapinato ha potuto immediatamente
incontrare una Volante al cui equipaggio ha raccontato l’accaduto.
La Polizia proprio
grazie all’attività presidiaria, con una precisa conoscenza dei luoghi e
delle persone ha rintracciato immediatamente la nigeriana, cogliendola con
“le mani nel sacco”, atteso che aveva ancora nella borsetta il cellulare
rapinato all’uomo.
La donna è stata subito
condotta in Questura e da li, su disposizione del P.M. di turno, rinchiusa
nel carcere di Piazza Lanza in attesa della convalida del GIP.
CATANIA
– Carabinieri a Librino bloccano pusher con droga, mentre spaccia.
I militari del
Nucleo Operativo della Compagnia di Catania Fontanarossa hanno ammanettato
nel quartiere di Librino il catanese Angelo PASQUALINO 36enne. Il
personaggio è stato preso nella flagranza di reato di detenzione di
sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.
I
tutori dell’ordine, già da tempo, monitoravano il personaggio per poterlo
pizzicare nel momento giusto e l’hanno sorpreso mentre stava cedendo dosi di
sostanza stupefacente ad alcuni clienti occasionali. I militari,
immediatamente hanno bloccato il pusher sottoponendolo ad una perquisizione
a seguito della quale hanno rinvenuto, già suddivisi in singole dosi pronte
per lo spaccio, 110 grammi di marijuana, 2 di crack e 3 di cocaina nonché,
in particolare, una ricetrasmittente che il pusher utilizzava per i contatti
diretti con la vedetta che, stavolta, è stata elusa dagli operanti.
L’arrestato
è stato associato nel carcere catanese di Piazza Lanza.
CATANIA
-
Cane antidroga trova 3 kg cocaina su bus, Polizia
arresta corriere napoletano.
Si tratta
di Salvatore SANGES 30enne, trovato in possesso di
un’ingente quantità di cocaina.
Il nuovo
successo per gli uomini della Polizia di Stato sul
fronte della lotta al traffico di droga è stato nella
mattinata con le manette per Salvatore SANGES.
L’operazione si è svolta in sinergia tra gli agenti
della Squadra Mobile ed i conduttori della Squadra
Cinofili dell’UPGSP. I poliziotti hanno messo in campo
uno tra i loro campioni della ricerca di stupefacenti:
il cane Sky, pastore tedesco di 2 anni, dal fiuto
infallibile. Il fiuto di Sky di mattina, è stato utile
nell’ambito di servizi predisposti per il contrasto del
fenomeno dello spaccio e traffico di sostanze
stupefacenti. Il cane poliziotto nel corso di controlli
programmati a campione, su pullman di linea viaggianti
durante la ore notturne, ha portato all’arresto del
Sanges.
Il
soggetto stava viaggiando a bordo di un pullman di linea
a lunga percorrenza proveniente dalla Campania quando è
stato fermato e controllato insieme ag un altro autobus.
I poliziotti sono saliti a bordo ed hanno messo
all’opera Sky il quale, in men che non si dica, ha
scovato 1 busta di plastica – nascosta sotto il sedile
del Sanges, contenente 3 panetti di cocaina, dal peso
complessivo di 3kg. circa.Il personaggio è stato
immediatamente prelevato e condotto in Questura da dove
è ripartito alla volta del carcere di Piazza Lanza, per
ivi rimanere a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
CATANIA
–
Blitz Polizia
municipale in piazza C.Alberto, daspo e sanzioni per venditori e 12
parcheggiatori abusivi.
Il sindaco Salvo Pogliese e l’assessore alla Polizia urbana Alessandro Porto
hanno dato disposizione di attivare il servizio di controllo svolto col
coordinamento del comandante Stefano Sorbino, dal responsabile del reparto
Annona Francesco Caccamo. Il daspo urbano nel Comune di Catania
è stato emesso nei
confronti di
parcheggiatori abusivi.
I controlli della Polizia municipale contro l’abusivismo sono stati
attuati in varie zone della città. In questi giorni, in particolare 12
parcheggiatori abusivi sono stati verbalizzati e per 2 è stato emesso il
daspo urbano. I controlli a tappeto degli agenti di sei pattuglie del
reparto Annona sono stati svolti con l’appoggio un furgone che ha attuato 3
interventi sul territorio in contrasto alla contraffazione delle merci nella
zona di piazza Carlo Alberto e nell’area attigua. Il fenomeno criminale
costituisce un grave problema che spesso alimenta le fila della malavita
organizzata. La Polizia municipale, nel corso dei blitz in via Cosentino ed
in via Giordano Bruno, ha sequestrato 139 paia di scarpe e 46 borse, tutti
accessori con marchi contraffatti.
CATANIA
- Guardia Costiera trova, senza vita, sub disperso da ieri in
molo levante porto di Catania. Mauro Finocchiaro 60enne catanese da
ieri era disperso nel mare di Catania. I militari della Guardia Costiera,
con le prime luci del giorno all’alba, hanno intensificato le ricerche
ed hanno avuto esito. La famiglia in serata, aveva dato l’allarme
poichè, conoscendo le abitudini del congiunto non l’aveva visto tornare a
casa, sapendo che alle 17.00 era andato a fare una immersione. Le
ricerche, sono state condotte via aria, terra, mare ed anche sott’acqua, in
sinergia fra Guardia Costiera, Carabinieri, Polizia di Stato e Vigili del
Fuoco, fino a questa mattina e non avevano dato esito. L’aiuto di un
nucleo di subacquei volontari, vicini al disperso è stato determinante e con
l’ausilio della motovedetta della Guardia Costiera CP888, hanno rinvenuto il
corpo esanime presso il lato est del molo di levante nel porto di Catania
dove Mauro Finocchiaro era andato a fare una battuta di pesca in apnea.
RANDAZZO
-
Carabinieri,
Cacciatori e Cinofili Nicolosi in Operazione antidroga arrestano 2
per piantagioni canapa indiana. I militari della Compagnia di Randazzo,
coadiuvati dallo Squadrone Eliportato Cacciatori Sicilia e Nucleo Cinofili
Nicolosi, allo scopo di fronteggiare efficacemente il traffico illecito di
sostanze stupefacenti, nei giorni scorsi, hanno battuto palmo a palmo le
zone agresti del territorio di competenza, ed oltre, ottenendo i seguenti
risultati: arrestato nella flagranza un 29enne del posto, poiché ritenuto
responsabile di coltivazione e detenzione illecita di sostanze stupefacenti.
I
carabinieri a seguito di una perquisizione eseguita in un fondo agricolo di
proprietà del giovane randazzese, ubicato in contrada Fortino a Mojo
Alcantara (ME), hanno scoperto una maxi piantagione, organizzata in serre,
composta da 3.500 piante di canapa indiana di varia metratura.
Le
operazioni, estese anche alla residenza ed altri immobili di pertinenza del
soggetto, ubicate a Randazzo in contrada Calderara e via Cellini, hanno
consentito ai tutori dell’ordine di rinvenire e sequestrare oltre 1 Kg di
marijuana, diverse bilancini elettronici di precisione, nonché del
materiale comunemente utilizzato dagli spacciatori per confezionare le dosi
di stupefacente da porre in vendita.
Un
30enne del posto è stato arrestato nella flagranza, poiché ritenuto
responsabile di coltivazione e detenzione illecita di sostanze stupefacenti.
I militari accedendo nell’abitazione del pusher, previa perquisizione,
hanno rinvenuto e sequestrato oltre 700 grammi di marijuana, diverse piante
di canapa indiana, nonché lampade e specchi utilizzati per la coltivazione
indoor.
Gli
arrestati, assolte le formalità di rito, sono stati relegati agli arresti
domiciliari.
I
militari hanno scoperto un’altra piantagione di canapa indiana in contrada
Dagala Longa a Randazzo. I carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato,
accuratamente occultati tra la vegetazione, 250 bicchierini in plastica con
del terriccio e dei germogli di canapa indiana, conservati all’interno di un
piano rialzato in legno di circa 6mt x 1mt, coperti da una rete metallica
per proteggerli verosimilmente dai volatili o da altri piccoli animali. A
completare il materiale utile alla coltivazione c’erano anche delle taniche
d’acqua, un serbatoio da 1000 litri e sacchi di terriccio accuratamente
accatastati, tutto accuratamente mimetizzato tra la vegetazione. Il fiuto
del Labrador “Ivan”, nei pressi della vecchia Stazione San Teodoro (della
linea Randazzo – Mojo Alcantara), ha rilevato ben nascosti all’interno dei
muretti a secco, 3 recipienti in vetro contenenti complessivamente circa 400
grammi di Marjuana. L’operazione antidroga è avvenuta a pochi giorni di
distanza dall’arresto di un soggetto che, per evitare di essere trovato in
possesso della droga, alla vista dei carabinieri, ha ingoiato diversi grammi
di cocaina contenuta all’interno di un condom.
PALAGONIA
CT
-
Carabinieri bloccano spaccio in centro storico, sorpresi
1 marocchino vedetta e 2 pusher in azione antidroga. I
maldestri credevano che con l’ausilio del sorvegliante avrebbero spacciato al sicuro. I
Carabinieri della Stazione di Palagonia, supportati
dagli uomini del Nucleo Operativo della locale
Compagnia, hanno ammanettato Massimo GULIZIA 36enne
e Giuseppe MAROTTA 33enne, entrambi del
posto, e
Rachid
OUKHUYA
25enne
cittadino extracomunitario di origine marocchina.
I soggetti sono ritenuti responsabili di detenzione di
sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. L’attività info-investigativa è stata svolta dai militari della
Stazione indirizzati verso una fiorente attività di
spaccio di droga, attuata dal terzetto. Gli
investigatori hanno appurato che tutto era attivato
posto in essere in un’abitazione in via Ottavia,
stradina del centro storico palagonese. I militari
hanno attuato un servizio di controllo a distanza per la
particolare conformazione urbanistica con l’utilizzo di
uno speciale binocolo, grazie al quale hanno potuto
studiare le mosse del terzetto. I carabinieri hanno
ricostruite che i due palagonesi, avrebbero fatto
posizionare l’extracomunitario a debita distanza per
utilizzarlo nella duplice veste di vedetta, per
tutelarsi da “sgradite visite”, nonché per indirizzare i
clienti verso l’abitazione dove con essi realizzavano lo
scambio soldi-droga. Gli investigatori hanno accertato
il modus operandi ed hanno bloccato a distanza un
assuntore che aveva appena acquistato una dose di
cocaina. I carabinieri hanno quindi proceduto a
neutralizzare la vedetta ed a far ingresso
nell’abitazione dove, seduti attorno ad un tavolo sul
quale era presente il materiale per il confezionamento
delle singole dosi di droga, vi erano GULIZIA e MAROTTA.
I militari, a seguito della perquisizione, hanno altresì
rinvenuto 3 dosi di eroina ed 1 dose di marijuana, oltre
a 6 flaconi di metadone, 1 bilancino di precisione, 1
bottiglia modificata per consentire di fumare la cocaina
e 25 euro, provento dello spaccio. I due palagonesi sono
stati posti agli arresti domiciliari presso le loro
abitazioni, mentre il cittadino extracomunitario è stato
associato nel carcere di Caltagirone.
CATANIA
-
Squadra Mobile, cambio a vertice
dott. Basile
subentrato a dott.
Salvago. Il
dottor Marco Basile
(video
intervista)
si è insediato quale
Capo della Squadra Mobile Catania, nel suo piano operativo in Città c’è
azione contro ogni tipo di criminalità.
Il Primo
Dirigente dottor Antonio Salvago
è stato designato a dirigere una
delle Squadre Mobili che può, attualmente, essere annoverata tra le più
impegnative d’Italia: Napoli.
Il
Primo
Dirigente dott. Marco Basile
video
intervista
è di nuova assegnazione, ed arriva a
Catania quale capo della Squadra Mobile etnea.
CATANIA
– Polizia, criticità ufficio denunce: comunicato sindacati
COISP e
UIL SICUREZZA.
I due sindacati di Polizia stigmatizzando la situazione riguardante
l’operatività all’ufficio denunce hanno stilato il seguente documento
congiunto: “Il Questore apporta taluni correttivi in ordine all'Ufficio
denunce della Questura ma permangono assurde criticità.....disagi ai
cittadini. In ordine alle serie criticità riscontrate di recente in seno
all'Ufficio denunce della Questura di Catania e segnalate agli organi di
stampa, a firma "d'ordine del Questore", sono giunte le prime note di
risposta al Sindacato (NE ASPETTIAMO ANCORA) dove si evidenziano i
correttivi presi dalla Questura: ad avviso di chi scrive e verrà spiegato il
motivo, si tratta di soluzioni parziali e inefficaci in quanto permangono
fattori assurdi. In detto Ufficio Denunce, come noto e non per colpa dei
poliziotti che seguono ordini impartiti dai superiori, più
denunce/querele/esposti vengono ricevuti nella stessa stanza con diverse
postazioni di lavoro e con probabile danno alla riservatezza dei dati
personali (un denunciante può ascoltare i fatti dell'altro e ciò nonostante
i tentativi dei poliziotti di evitare ciò); non solo, i diversamente abili
non possono entrare agevolmente in detto Ufficio senza l'aiuto dei
poliziotti in turno e, fatto assurdo, che vi sono attese di ore e ore per
fare una denuncia. In relazione alle lunghe attese, nessuna risposta e nulla
è cambiato, ciò dispiace per il disservizio creato ai cittadini spesso
vittime di reati e per i poliziotti che, a fronte del tanto lavoro e senza
colpa, provano a giustificare le lunghe attese. In ordine alla violazione
della riservatezza e alla problematica dei diversamente abili, la Questura,
grazie alla segnalazione pubblica fatta dal Sindacato, ha disposto che nel
caso di denunce o querele aventi profili di particolare delicatezza, gli
utenti verranno ricevuti in un locale appositamente dedicato, così da
tutelare la riservatezza. Lo stesso locale, nelle more della realizzazione
di un piccolo scivolo e della sistemazione del gradino dell'ufficio denunce,
verrà destinato altresì alla ricezione delle denunce presentate da soggetti
diversamente abili. Si evidenzia che solo quando viene presa una denuncia
con "..profili di particolare riservatezza..", così dice la nota fatta
pervenire dal Vertice della Questura, vengono adottate determinate procedure
volte a tutelare la riservatezza. Quando vengono due denuncianti che devono
presentare una semplice denuncia di smarrimento e/o segnalare altre
criticità quali furti e simili che succede?...TUTTI NELLA STESSA STANZA: ciò
è rischiosissimo perché, come noto, in sede di denuncia i poliziotti devono
chiedere agli esponenti/denuncianti anche dati personalissimi quali la
residenza, i dati anagrafici e sin anche numeri di telefono ed altro
ancora...se qualcuno memorizza questi dati con scopi illegali?Non solo,
fuori la stanza dell'Ufficio denunce della Questura manca opportuna
segnaletica con l'indicazione rivolta alle vittime che devono denunciare
fatti con "..profili di particolare riservatezza..": ciò con il rischio che,
vedendo tanta gente e per l'imbarazzo, persone che vogliono denunciare
determinate situazioni delicate vanno via con il magone: L'UNICA SOLUZIONE È
DI ALLESTIRE E RISERVARE PIÙ STANZE ALL'UFFICIO DENUNCE E IN OGNI STANZA VI
DEVE STARE UNA SOLA POSTAZIONE DI LAVORO, QUINDI UN POLIZIOTTO E UN/UNA
DENUNCIANTE.....COSÌ E' POSSIBILE RISPETTARE LA PRIVACY!!!I Sindacati di
Polizia Coisp e Uil Sicurezza, nel prendere comunque atto di quanto sin ora
fatto e quindi del tentativo di trovare una soluzione ai problemi,
continuano a contestare la gestione dell'Ufficio denunce della Questura di
Catania e, per questo motivo, ancora una volta chiedono pubblicamente
l'intervento al Questore di Catania Alberto Francini, persona altamente
qualificata, affinché vengano eliminate una volta per tutte determinate
assurde criticità in seno alla Questura da lui diretta”.
SCORDIA
CT – Ruba in
appartamento, lentinese incastrato dal sangue perso in casa svaligiata. I
Carabinieri della Stazione di Scordia hanno bloccato Gaetano
PALERMO 37enne di Lentini (SR), in esecuzione di una ordinanza di
custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Caltagirone in ordine
al reato di furto in abitazione. Il personaggio il 24 novembre 2017, per
entrare nell’abitazione di via Sandro Pertini a Scordia aveva infranto un
vetro ferendosi una mano. Il maldestro ignaro di aver lasciato delle tracce
di sangue sul pavimento dell’immobile, aveva razziato preziosi e materiale
informatico per poi fuggire via. Gli investigatori dell’Arma, in sede di
sopralluogo, repertarono il sangue perso dal ladro ferito che è stato
analizzato dagli specialisti del RIS di Messina, ed hanno consentito
l’identificazione del reo. L’arrestato, dopo le formalità di rito, è stato
relegato agli arresti domiciliari.
CALTAGIRONE –
Cocaina, hashish
e marijuana: 80
Carabinieri eseguono misure per 14 personaggi. I soggetti destinatari di
misura cautelare in Carcere: Giovanni CASCIANA 25enne
nato a Caltagirone; Vincenzo CASCIANA 28enne nato a
Piazza Armerina EN; Giacomo Alessandro RIBELLE 29enne nato a
Ravenna; Francesco SPATARO 34enne nato a Caltagirone;
Ai domiciliari:
Giovanni Luca LA ROCCA
23enne nato a Caltagirone;
Giuseppe Stefano
MARCHESE 26enne nato a Caltagirone; Flavio RISO 26enne
nato a Caltagirone; Fabio CANNIZZARO 40enne nato a Caltagirone
(CT); Ivan DI BENEDETTO 28enne nato a Caltagirone.
Dell’Obbligo di Dimora:
Giuseppe NICOLACI
24enne nato a Caltagirone; Liborio SIRACUSA 37enne
nato a Catania; Giuseppe GAMBINO 20enne nato a
Caltagirone; Luca CRISCIONE 24enne nato a Caltagirone.
Dell’Obbligo di
Presentazione alla P.G. :
Giacomo LO BIANCO 25enne
nato a Caltagirone. 80 Carabinieri del Comando Provinciale di Catania,
supportati dalla Compagnia di Intervento Operativo del XII° Reggimento
“Sicilia” e dal Nucleo Cinofili di Nicolosi ,su disposizione della Procura
della Repubblica di Caltagirone, nelle prime ore del mattino nei comuni di
San Michele di Ganzaria, Caltagirone, Palagonia e Ramacca, hanno dato
esecuzione ad una misura cautelare emessa nei confronti di 14 soggetti
ritenuti responsabili, a vario titolo, di concorso in detenzione ai fini di
spaccio di sostanze stupefacenti
del tipo
cocaina, hashish
e marijuana. Il
provvedimento è scaturito
dagli
esiti di un’articolata attività investigativa
condotta dalla Stazione di San
Michele di Ganzaria e dalla Compagnia Carabinieri di Caltagirone tra il mese
di novembre 2017 ed il mese di luglio 2018. Le indagini di natura tecnica,
dinamica e di osservazione, hanno reso possibile accertare la responsabilità
degli indagati in merito ad una fiorente attività di spaccio di stupefacenti
avvenuta nei comuni di San Michele di Ganzaria e di Caltagirone. Destinatari
della misura anche i pronipoti di Ciccio La Rocca, ritenuto Boss di cosa
nostra, reggente la famiglia di San Michele di Ganzaria. Il peculiare ed
inusuale il modus operandi utilizzato dagli indagati, consisteva
nell’affittare, per brevi periodi, alcuni bed & breakfast del Calatino,
all’interno dei quali, all’insaputa dei titolari, veniva smerciata la droga,
nella convinzione di sfuggire ai controlli dei Carabinieri. I militari
dell’Arma, nel corso delle indagini, sono riusciti a delineare le modalità
di approvvigionamento dello stupefacente, che avveniva nel comune di
Palagonia, arrestando nella flagranza 7 soggetti per detenzione ai fini di
spaccio di sostanze.
MASCALUCIA
CT-
47enne in attesa di separazione: testata, morsi e
tenta strangolare moglie, poi si barrica in casa col
figlio: blitz carabinieri liberato bimbo.
I militari della locale Tenenza hanno arrestato nella flagranza
un 47enne del posto, poiché ritenuto responsabile di
maltrattamenti in famiglia e lesioni personali.
La
vittima ha chiesto aiuto ai carabinieri riferendo di
aver patito poco prima l’aggressione da parte del
marito, avvenuta sotto casa della madre di lei. Il
violento avrebbe tentato di strangolare la donna
colpendola con una testata e morderla sul viso, al solo
fine di strapparle il figlio di appena 2 anni dalle
braccia e portarlo via con l’intento di non farglielo
più rivedere. L’intervento immediato di una pattuglia
presso l’abitazione del reo che, si è rifiutato di
aprire barricandosi in casa, ha consentito ai militari
di scavalcare il muro di cinta della proprietà irrompere
nell’appartamento, porre in sicurezza il bambino ed
arrestare lui.
La
donna, è stata trasportata al Policlinico del capoluogo
etneo, i medici del pronto soccorso hanno riscontrato
alla malcapitata: “fratture alle ossa nasali e
cervicalgia post trauma” con una prognosi di gg.30 s.c.
La vittima, nel denunciare il marito, ha raccontato ai
militari di aver subito nei dieci anni di matrimonio
ogni sorta di vessazione legata alla gelosia morbosa del
soggetto, mai placata neanche dopo la nascita del
figlio. Le percosse l’avevano costretto la vittima,
qualche mese fa, a lasciare la casa coniugale per andare
a vivere con la madre in attesa della separazione.
L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato
associato al carcere di Catania Piazza Lanza così come
disposto dall’Autorità Giudiziaria.
SANTA MARIA di LICODIA
CT
–
Donna
picchiata ed abusata da ex compagno: Carabinieri stalker ai domiciliari.
La Procura Distrettuale della Repubblica, nell’ambito di indagini a carico
di T.S. 26enne, indagato per i reati di maltrattamenti contro
familiari, lesioni personali aggravate ed atti sessuali con minorenne
commessi in danno della convivente, ha richiesto ed ottenuto la misura
cautelare della custodia degli arresti domiciliari eseguita dai Carabinieri
della Stazione di Santa Maria di Licodia (CT).
Le
indagini, coordinate dal pool di magistrati qualificati sui reati che
riguardano la violenza di genere, hanno evidenziato una serie di eventi che
hanno visto la donna patire dal 2012 ad oggi una vera e propria via crucis.
Lui nel corso della convivenza familiare, oltre ad avere abusato
sessualmente della compagna quando questa ancora non aveva compiuto i 14
anni, ha posto in essere una serie di condotte violente e vessatorie nei
confronti della stessa aggredendola, in più occasioni, con calci e pugni e
cagionandole delle lesioni (in un episodio le causava la perforazione del
timpano), costringendola a ricorrere innumerevoli volte alle cure di diversi
presidi ospedalieri, il tutto allo scopo precipuo di volerla soggiogare al
proprio volere, isolandola di fatto dal contesto di amici e soprattutto
dalla famiglia di origine. Il violento avrebbe tenuto poi condotte senza
soluzione di continuità, anche dopo la decisione della ragazza di lasciare
il compagno, costellate anche da insulti ledenti la dignità della persona
offesa, nonché minacce, tra le quali: “ti infilo un coltello nel collo” e
“non ti fare vedere in giro con qualcuno perché ti metto sotto con la
macchina”.
La vittima, ormai esasperata, ha comunque trovato la forza di reagire
denunciando l’ex ai carabinieri fornendo agli inquirenti tutti gli elementi
necessari a configurare un quadro probatorio a carico dell’indagato che non
ha lasciato alcun dubbio al giudice il quale, accogliendo la richiesta della
Procura, ha emesso la misura restrittiva.
BIANCAVILLA CT-
Carabinieri, in fondo agricolo trovano armi clandestine.
Giuseppe SAPIA 37enne
è stato rinchiuso in carcere, produceva in proprio le munizioni. I
Carabinieri della locale Stazione hanno bloccato nella flagranza il
personaggio già gravato da precedenti specifici, poiché ritenuto
responsabile di detenzione di armi clandestine, detenzione illegale di armi
comuni da sparo, munizioni comuni e da guerra nonché ricettazione.
I militari, al termine di una breve ma
proficua attività info-investigativa, hanno avuto accesso al terreno di
proprietà del soggetto, ubicato in località Guardia Maio del comune di
Biancavilla, dove una approfondita ispezione dei luoghi ha consentito di
rinvenire, sotto un cumulo di pietre creato ad arte dal reo, armi e
munizioni: 1 fucile automatico calibro 12 marca “Franchi”, risultato
oggetto di furto in una abitazione di Canosa di Puglia (BA) nel lontano
giugno del 1991; 1 pistola a salve modificata in arma comune da sparo; 800
cartucce di diverso calibro; 3 kit completi per la produzione e ricarica di
cartucce.
Le armi sequestrate nei prossimi giorni
saranno inviate agli esperti del R.I.S. di Messina per essere sottoposte a
specifici esami tecnico-balistici che potrebbero stabilirne l’eventuale
utilizzo in pregressi episodi criminosi. L’arrestato, assolte le formalità
di rito, è stato associato al carcere di Catania Piazza Lanza.
GIARRE
– Uccide ex
moglie a pistolettate, lui muore in ospedale con 1 colpo arma. La
vittima Sara Parisi 58enne è stata uccisa con colpi di pistola a Giarre in
corso delle Province, vicino alla sua abitazione esplosi dall’ex marito
Francesco Privitera 58enne. L'uxoridicio della ex sarebbe avvenuto in
strada, a Giarre in corso delle Province, vicino all'abitazione della donna.
L'ex marito muratore avrebbe sparato per pregresse situazioni passionali mai
sopite, poi secondo una prima ricostruzione degli investigatori, si sarebbe
sparato con la stessa arma. L’ex marito era separato da anni. Francesco
Privitera è morto nell'ospedale Cannizzaro di Catania dove era stato
trasferito in codice rosso. Lui era stato sottoposto ad un delicato
intervento chirurgico. I carabinieri stanno svolgendo indagini anche per
accertare se si sia suicidato o se il colpo che l’ha attinto a morte sia
partito accidentalmente durante una colluttazione con familiare della
vittima.
SCORDIA CT - Blitz CC “Cacciatori” trovate
armi clandestine e munizioni: 37enne insospettabile in manette.
I militari della Stazione di Scordia e dello Squadrone Eliportato
“Cacciatori di Sicilia” hanno arrestato nella flagranza un 37enne del posto,
poiché ritenuto responsabile di detenzione di arma clandestina nonché
detenzione illegale di armi comuni da sparo e munizioni.
I tutori
dell’ordine al termine di una breve ma proficua attività info-investigativa,
hanno predisposto due dispositivi di intervento simultaneo, ieri pomeriggio
facendo irruzione sia nell’abitazione del sospettato, ubicata nel centro
cittadino, che nella residenza estiva di contrada Montagnola. I
c”Cacciatori” nel luogo, previa perquisizione, hanno rinvenuto e
sequestrato: 1 fucile cal.12 marca “Breda” con la matricola abrasa, canna e
impugnatura mozzate, 2 carabine ad aria compressa, 50 proiettili cal. 9 x
21, 45 cartucce cal.12, delle quali 34 a pallettoni e 3 a palla unica.
L’arma
clandestina, inviata agli esperti del R.I.S. Carabinieri di Messina è
sottoposta agli esami tecnico-balistici che potrebbero stabilirne, oltre
alla provenienza, l’eventuale utilizzo in pregressi episodi criminosi.
L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato associato al carcere di
Caltagirone.
CATANIA
-
Carabinieri Nas Catania a
Picanello
bloccano 2 falsi dentisti. I militari hanno
sequestrato studio odontoiatrico abusivo nel centro
urbano.
L’attività
dei Carabinieri del Nas di Catania è continua contro
l’abusivismo sanitario nel settore odontoiatrico. 2
odontotecnici, fratelli gemelli sono finiti sotto la
lente d’ingrandimento, i quali hanno pensato bene di
dedicarsi, oltre alla costruzione delle protesi
dentarie, anche alla cura dei denti vera e propria.
I
militari, nel corso di servizi di controllo nel popolare
quartiere di Picanello, avevano notato un flusso
ingiustificato di persone all’interno di quello che
doveva risultare un normale laboratorio odontotecnico,
ma che poi si è rivelato essere un vero e proprio studio
dentistico dotato di apparecchiature costose e di nuova
generazione.
I carabinieri, al momento dell’intervento hanno notato che la
sala d’attesa era colma di pazienti i quali attendevano
di essere visitati, senza la minima percezione di
trovarsi al cospetto di falsi dentisti e in un luogo
che, pur avendone le sembianze, certo non era affatto
uno studio odontoiatrico autorizzato.
Le
forze dell’ordine precisano che “la professione
dell’odontoiatra è esercitabile solo ed esclusivamente
dai medici iscritti all’Albo degli Odontoiatri ed in
possesso del relativo titolo di laurea. E’ essenziale,
infatti, che le figure professionali a cui il cittadino
affida la cura dei propri denti siano veri e propri
medici, perché debbono essere capaci di comprendere
eventuali malattie del cavo orale, delle mascelle e dei
relativi tessuti, ovvero di effettuare le appropriate
diagnosi e terapie anche preventive, per la corretta
riabilitazione odontoiatrica”. Gli ignari clienti
presenti in sala d’aspetto stavano per affidarsi,
invece, a soggetti che non erano abilitati a svolgere la
professione di dentista e quindi senza il possesso di
laurea in odontoiatria o medicina e senza aver mai
intrapreso percorsi formativi nel settore sanitario. I
militari precisano come sia bene ricordare che i falsi
dentisti non solo provocano enormi danni alla salute dei
cittadini, ma generano anche costi alle casse dello
Stato in termini di “cure riparatrici” e di evasione
fiscale. L’esercizio abusivo, infatti, non garantisce il
rispetto delle necessarie regole d’igiene ed è
potenziale fonte di pericolose malattie come epatite,
tubercolosi, hiv. I Carabinieri del Nucleo
Antisofisticazioni e Sanità, nel falso studio dentistico
hanno apposto i sigilli, dopo aver posto sotto sequestro
tutti i locali. I falsi medici sono stati denunciati
alla Procura della Repubblica di Catania, che ha
convalidato il sequestro del locale odontoiatrico per il
reato di “esercizio abusivo della professione di
odontoiatra”.
I cittadini hanno oggi a disposizione importanti strumenti
per verificare se i professionisti a cui si affidano per
le cure siano muniti o meno di laurea e di abilitazione:
è sufficiente consultare l’Albo online dell’Ordine dei
Medici Chirurghi ed Odontoiatri della propria provincia,
o il portale della Federazione Nazionale raggiungibile
all’indirizzo www.fnomceo.it .
Aspetto, non meno importante, è la verifica del preventivo di
spesa e della successiva ricevuta fiscale, dove il nome
di colui il quale emette dovrà coincidere con il
sanitario che ha praticato le cure.
I
controlli dei Carabinieri del NAS di Catania
proseguiranno assiduamente su tutta l’area urbana, per
tutelare cittadini che, inconsapevoli o talvolta
imprudenti non solo per esigenze di salute, ma anche
economiche, si rivolgono a chi non sempre garantisce
adeguati servizi sanitari.
BRONTE CT – ½ kg
di canapa sativa in
cena : 6 finiscono in ospedale. I Carabinieri hanno sequestrato il cibo
preparato e la sostanza che ne ha causato gli effetti. 6
persone, 3 uomini e 3 donne, sono state ricoverate d’urgenza nell’Ospedale
“Prestianni” di Bronte perché hanno accusato sintomi da grave
intossicazione: dolori addominali, torpore agli arti superiori ed inferiori
e difficoltà nel deambulare.
I medici dalla
prima anamnesi, hanno accertato che i sei avevano cenato insieme con
alimenti preparati in casa utilizzando, tra gli ingredienti, infiorescenze e
foglie di canapa sativa.
I Carabinieri della locale Stazione,
intervenuti per approfondire la causa della grave intossicazione che aveva
colpito le 6 persone ed in accordo con l’Autorità Giudiziaria, hanno posto
sotto sequestro sia il cibo preparato che gli oltre 500 grammi di canapa
sativa (tra infiorescenze e sostanza tritata), che, come disposto dal
magistrato titolare dell’indagine, nei prossimi giorni sarà esaminata dai
Carabinieri del L.A.S.S. del Comando Provinciale di Catania al fine di
stabilire l’esatta qualità e il grado di tossicità.
MASCALI
CT
– Carabinieri sequestrano 138 capi bestiame potenzialmente
infetti: denunciato titolare azienda zootecnica. I Carabinieri del
N.A.S. di Catania, durante i controlli svolti nei giorni scorsi ad attività
e strutture dedicate all’allevamento di bestiame, le cui carni ed i prodotti
derivati sono destinati alle tavole dei cittadini, hanno riscontrato delle
irregolarità igienico-sanitarie in una azienda zootecnica di Contrada San
Nicola a Mascali.
I militari, coadiuvati dal
servizio veterinario dell’A.S.P., al termine dell’ispezione, hanno
evidenziato come il titolare dell’allevamento ovi-caprino non avesse:
identificato i capi di bestiame, sottoposti alla prevista profilassi – di
conseguenza tutti sprovvisti di documentazione sanitaria – allevandoli in
completa promiscuità. I veterinari hanno pertanto giudicato gli animali
potenzialmente infetti e pericolosi per la salute pubblica. L’allevamento è
stato posto sotto sequestro. I tutori dell’ordine stimano che gli animali
sequestrati abbiano un valore di circa 50.000€.
NICOLOSI
CT -
Rapinò dottoressa
guardia medica Nicolosi, condannato a 7 anni arrestato a
Pedara. I Carabinieri della Stazione di Pedara hanno
arrestato Giuseppe SIGNORELLI
38enne del posto, già agli arresti domiciliari, in
esecuzione di un ordine per la carcerazione emesso dalla
Corte di Appello di Catania, in ordine al reato di
rapina aggravata in concorso. 2 soggetti,
alle ore 4 del mattino il
23 febbraio 2016, travisati si erano recati nella
guardia medica del Comune di Nicolosi e fingendo di
necessitare di cure mediche si erano fatti aprire la
porta dal medico di turno. I due malviventi, appena
all’interno sotto la minaccia di un’ascia, si erano
fatti consegnare dalla dottoressa e da una sua amica che
le faceva compagnia, i pochi soldi in loro possesso ed i
telefoni cellulari. I due rapinatori, visibilmente
contrariati ed in preda ai fumi dell’alcool, non
contenti del magro bottino racimolato, dapprima
distrussero parte degli arredi dei locali poi
costrinsero le vittime a salire a bordo dell’auto di
proprietà di una delle due donne per recarsi in uno
sportello bancomat ed obbligarono la dottoressa, sotto
minaccia e dopo aver malmenato l’amica, ad effettuare
diversi prelievi per un totale di circa 500€ in
contanti. I malfattori, poi abbandonarono le due
donne in una zona isolata del comune pedemontano da
dove, grazie al cellulare di un cittadino, riuscirono a
chiamare i carabinieri.
I due criminali furono
quella stessa notte catturati dalle pattuglie dell’Arma
attivate tramite il 112 del Comando Provinciale di
Catania. Giudicato colpevole dai giudici di appello il
reo dovrà scontare una pena equivalente a 7 anni di
reclusione L’arrestato, assolte le formalità di rito, è
stato rinchiuso nel carcere di Catania Piazza Lanza.
CATANIA
- Polizia: 3
indiani fermati per abusi sessuali su 2 ragazzine minorenni alla Plaia.
Gli agenti giorno di ferragosto hanno
sottoposto a fermo di
indiziato di delitto tre extracomunitari dell’India il Kumar RAVINDER
26enne,
Mand GURBAJ 41enne e Singh GUREET 28enne
accusati del reato di violenza sessuale su minori.
Tre volanti dell’UPGSP, impegnati in attività di prevenzione e
repressione dei reati, nel pomeriggio intorno alle 16.45, sono intervenute
sulla spiaggia libera nr.1, ubicata all’inizio di Viale Kennedy, a seguito
di una segnalazione telefonica al 112 NUE nel corso della quale una donna
riferiva di una aggressione a fini sessuali, ad opera di tre
extracomunitari, ai danni della figlia e di una sua amica, entrambe
minorenni. Gli Agenti operanti sul posto hanno accertato che poco prima i
soggetti extracomunitari tutti e tre di nazionalità Indiana, sprovvisti di
permesso di soggiorno e senza occupazione, avevano dapprima molestato
verbalmente le due ragazzine e successivamente le avevano palpeggiate. Il
poliziotti operanti, grazie alle indicazioni delle ragazze, che si trovano
in crisi di pianto ed evidente stato di shock, hanno individuato i tre
extracomunitari, che si erano nascosti in uno spogliatoio del Lido, e
provveduto a porli in stato di Fermo di P.G. per poi tradurli per
disposizione dell’Autorità Giudiziaria, presso la Casa Circondariale Piazza
Lanza di Catania.
CATANIA
– Marito
violento picchia e maltratta moglie, manette dei Carabinieri.
I militari della
Stazione di Catania Piazza Verga, su richiesta della Procura della
Repubblica di Catania, ieri pomeriggio,hanno eseguito una ordinanza di
custodia cautelare in carcere - emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catania -
nei confronti di un mauriziano di 51enne residente a Catania, in ordine al
reato di atti persecutori.
La
vittima, anche lei di origini mauriziane, dopo vent’anni di matrimonio, ha
trovato il coraggio di denunciare il marito ai carabinieri di Piazza Verga,
dove da alcuni anni è attiva una stanza dedicata all’ascolto delle fasce
deboli, all’interno della quale ha raccontato il calvario patito negli
ultimi cinque anni.
Il
coniuge, quasi sempre in stato di ebbrezza alcolica, aveva sottoposto la
donna ad ogni sorta di vessazione psicofisica, condotte per il quale era
stato già raggiunto da un provvedimento cautelare personale, che lo
obbligava ad allontanarsi dalla casa coniugale. Il soggetto non avendo
ottemperato, era ritornato a vivere con la moglie costringendola a
soggiacere alle sue azioni dispotiche, tanto da indurre l’Autorità
Giudiziaria, informata dai carabinieri, a trasferire la donna in una
struttura protetta. Le indagini, coordinate dal pool di magistrati
che si occupa dei reati in danno delle fasce deboli e della violenza di
genere, diretto dalla dott.ssa Marisa Scavo, ha consentito la ricostruzione
della triste vicenda ed al contempo di fornire al giudice un approfondito
quadro probatorio che ha consentito l’arresto del soggetto e la reclusione
nel carcere di Catania Piazza Lanza.
(video
scippo)
CATANIA
– Scippatore seriale
filmato mentre su auto scaraventa vittima a terra, preso da agenti.
La Polizia di Stato ha bloccato Filippo Salvatore PAVONE 40enne, già
noto ritenuto responsabile dei reati di tentata rapina, furto con strappo e
rapina. La Sala Operativa della Questura, alle 22.45 circa del 25 luglio,
ha diramato la nota radio di un tentato scippo ai danni di 2 giovanissime
turiste, da poco arrivate in città, precisamente lungo la via Naumachia.
Uomini della Squadra Mobile Sezione “Contrasto al Crimine Diffuso” nel breve
volgere di pochi minuti, sono giunti sul luogo del fatto per acquisire
dalle vittime informazioni utili all’identificazione dell’autore del reato.
I poliziotti, dal racconto delle due donne, hanno appreso che ad
avvicinarle era stato un individuo, del quale hanno fornito precise
descrizioni. Il malfattore era entrato in azione metre si trovava a bordo di
una piccola utilitaria di colore azzurro. Gli investigatori hanno appreso,
inoltre, che durante le fasi dell’aggressione, il malvivente aveva
minacciato di morte le sue vittime ma, a seguito delle loro urla, era
fuggito facendo perdere le sue tracce. Gli equipaggi della Squadra Mobile
si sono messi alla ricerca della vettura segnalata ed una successiva nota
radio ha allertato le stesse pattuglie, di uno scippo appena consumato, ai
danni di una coppia di turisti che si trovavano nella zona di via Androne.
La donna, in particolare, ha riferito ai poliziotti intervenuti che, mentre
era intenta a scaricare i bagagli dall’auto, aveva notato sopraggiungere una
vettura, utilitaria di colore azzurro, a bordo della quale un individuo le
strappava con forza la borsa che teneva in spalla, facendola rovinare per
terra. Le descrizioni fornite dalla donna rapinata e dall’accompagnatore in
ordine all’autore dello scippo corrispondevano a quelle acquisite qualche
minuto prima in via Naumachia. Gli agenti della Squadra Mobile, dopo un
accurato sopralluogo ed un attento screening della zona, hanno individuato
un impianto di video-sorveglianza dalle cui immagini è emerso che l’autore
del reato aveva agito a bordo di una KIA Picanto, di colore azzurro, priva
della targa anteriore.
La Sala Operativa,
alle ore 23.30 circa, ha comunicato alle pattuglie in zona che pochi minuti
prima, presso gli uffici della locale Questura, una donna stava sporgendo
denuncia di rapina, dichiarando che, mentre faceva rientro nella propria
abitazione ubicata nella zona del centro storico cittadino, era stata
avvicinata da un individuo il quale, dopo averla strattonata e scaraventata
per terra, impossessatosi della borsa, si era dato alla fuga a bordo di una
KIA Picanto di colore azzurro. La Polizia ha attuato un piano preordinato di
controllo del territorio in occasione di scippi -rapine, attuato dagli
uomini della Sezione Contrasto al Crimine Diffuso in servizio
moto-montato. La fitta rete di equipaggi dislocati sul territorio ha
consentito di intercettare lungo via Plebiscito la vettura con alla guida
lui soggetto rispondente alle descrizioni segnalate. Gli investigatori, da
un attento controllo, all’interno del veicolo hanno rinvenuto 1 telefono
cellulare, appartenente ad 1 delle vittime, e la targa anteriore dell’auto
che Filippo Salvatore PAVONE aveva opportunamente smontato al fine di
rendere difficoltosa l’individuazione. Altri equipaggi, nel corso
dell’attività, hanno recuperato anche il resto della refurtiva che veniva
restituita alle vittime che si complimentavano con gli agenti. Filippo
Salvatore PAVONE espletate le formalità di rito, veniva associato presso la
Casa Circondariale di Catania - piazza Lanza.
V.Questore
Marcello
La Bella
(ascolta l'intervista)dirigente
della Polizia postale di Catania
CATANIA
-
Minacce di morte su Facebook, Polizia Postale denuncia 1 catanese. Gli
uomini del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni
per Sicilia Orientale
di Catania, hanno denunciato in stato
di libertà alla locale Procura della Repubblica un 63enne, privo di
pregiudizi penali, ritenuto responsabile di minacce nei confronti di un
signore di 74 anni. la
vittima ha dichiarato alla Polizia di avere subito minacce di morte su
Facebook da parte di un utente, che gli aveva mostrato la foto di una
pistola, scrivendo frasi con minacce di morte. La Polizia, riuscendo
ad identificare l’autore delle minacce, si è recata immediatamente presso
l’abitazione del personaggio, anche al fine di chiarire l’eventuale
detenzione di armi. Il
soggetto ha ammesso di avere compiuto le minacce perché colto da un momento
di forte gelosia. La fidanzata del denunciato sarebbe stata continuamente
importunata dal denunciante il quale, l’aveva conosciuta precedentemente
dutante una gita.
Lui, infine, ha mostrato ai poliziotti la
pistola con la quale aveva minacciato la vittima, che è risultata essere
un’arma con tappo rosso per cariche a salve priva di potenzialità offensiva.
CATANIA
- Detenuto catanese ad Orvieto per
rapina, non rientra da
licenza premio,
latitante arrestato a Librino. La Polizia di Stato
ha tratto in arresto
(video
arresto):
Sebastiano TRIPOLONE 36enne, latitante,
destinatario di ordine di esecuzione, emesso il 13
dicembre 2013 dalla Procura della Repubblica presso il
Tribunale Ordinario di Catania. Ol personaggio deve
espiare la pena complessiva di 15 anni, 2 mesi e 16
giorni di reclusione per i reati di associazione per
delinquere finalizzata alla consumazione di rapine,
rapina, estorsione, ricettazione e reati in materia di
armi. Gli agenti nella tarda mattinata del decorso 28
aprile, a seguito di indagini coordinate dalla Procura
della Repubblica di Catania hanno bloccato il latitante.
TRIPOLONE, il 19 dicembre 2017, era detenuto presso la
Casa di reclusione di Orvieto (TR), dove stava scontando
la pena, ma a seguito di un permesso premio di 10
giorni concessogli dal Tribunale di Sorveglianza di
Spoleto (PG) non ha fatto rientro, rendendosi
irreperibile. Sebastiano TRIPOLONE, al termine di
indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di
Catania e condotte dal personale
della Squadra Mobile - Sezione Reati contro il
Patrimonio - Squadra Antirapine, è stato
sorpreso in viale San
Teodoro, nel rione di Librino. Il ricercato è stato
tratto in arresto e, quindi, associato presso la Casa
Circondariale di Catania a Piazza Lanza.
CATANIA - Polizia indaga per
donna bulgara uccisa alla Plaia col cranio fracassato e seminuda.
La vittima Nikolina Marinova 30enne
proveniente dalla Bulgaria è stata identificata dalle impronte digitali con
procedura ASIS. Gli investigatori
erano intervenuti sul posto a seguito della segnalazione di una turista in
transito al lungomare alla Playa di Catania. Il volto di
Nikolina Marinova
si presentava macchiato con sangue e terra. Il cadavere della vittima
era stato ritrovato appoggiato accanto un muro del lungomare Playa di
Catania seduto vicino un cumulo di spazzatura. La donna aveva addosso
solo un giubbotto, era seminuda e sul posto non c’erano vestiti. L’esito
dell’autopsia sul corpo trasferito in obitorio al Garibaldi Nesima dovrebbe
svelare elementi sulla morte col cranio fracassato e potrebbe fare emergere
particolari importanti al fine di arrivare al giro delle conoscenze e
l’autore del delitto. Le indagini della Procura sono dirette dal sostituto
Antonio Fanara.
(video
vandali)
CATANIA
-
3 minorenni vandali mettono in rete bullismo a “Borghetto Europa”.
Agenti del Commissariato Borgo Ognina hanno denunciato all’Autorità
Giudiziaria 3 minorenni che si sono resi responsabili di gravi atti di
vandalismo alle strutture di piazza Europa e del “Borghetto Europa”, il
centro di ritrovo posto al piano sottostante la piazza medesima. I fatti
risalgono allo scorso 14 aprile, quando i vandali hanno preso di mira
l’ascensore che mette in comunicazione il “Borghetto” con il sottostante
parcheggio sotterraneo , lanciarono dall’alto della piazza il newjersey in
plastica che limitava l’accesso all’elevatore che, evidentemente, si trovava
già fuori servizio. I giovani vandali (tutti tra i 14 e i 17 anni)
non paghi della loro bravata, che avrebbe potuto senz’altro mettere in
serio pericolo l’incolumità di chi si fosse trovato sulla traiettoria del
manufatto lanciato giù, hanno anche pubblicato la grave azione su
Instagram, probabilmente a mo’ di vanto. I poliziotti hanno proceduto ad
accurate indagini presso gli esercenti del “Borghetto” i quali hanno
denunciato ed evidenziato lo stato di quei luoghi, dove è facile vedere veri
e propri “tappeti” di bottiglie e di cocci di vetro, risultato del poco
intelligente uso, sempre da parte di giovani vandali di lanciare oggetti
dall’alto, in direzione del centro commerciale. I minori sono stati
identificati e denunciati per i reati di danneggiamento e getto pericoloso
di cose. L’ammissione di 1 dei 3 ragazzi di fare uso di stupefacenti e di
alcolici ha dato luogo alla segnalazione ai Servizi Sociali.
CATANIA
–
Ministero, designa dott. Fazzino Vicario Questore Catania.
Il Ministero dell’Interno ha indicato,
il dottore Salvatore Fazzino, quale funzionario che assume le funzioni
vicarie dell’Autorità di Pubblica Sicurezza a Catania. Il
dott. Fazzino è stato
già Capo di Gabinetto della Questura di
Catania dal dicembre 2015, ed affianca adesso il Questore Alberto Francini
nelle molteplici attività che interessano il capoluogo etneo.
Il personale della Questura di Catania
si congratula con il dottore Salvatore Fazzino per il nuovo incarico di
Vicario del Questore.
Le più fervide congratulazioni con sincera stima sono espresse anche dal
nostro giornale.
CATANIA
-
Questura, dott. Sefarina Fascina
promossa Dirigente Superiore.
Tutto personale della
Questura etnea saluta con vive felicitazioni la promozione della dottoressa
Sefarina Fascina, già vicario del Questore di Catania, alla qualifica di
Dirigente Superiore della Polizia di Stato.
La dottoressa
Fascina, per il nuovo prestigioso incarico, sarà presto destinata ad una
nuova maggiore responsabilità che, tuttavia, il Ministero dell’Interno deve
ancora indicare, così come non determinato rimane, ad oggi, il nome del
funzionario che assumerà le funzioni vicarie dell’Autorità di Pubblica
Sicurezza a Catania. La dottoressa Fascina ha ricoperto il suo incarico
nella città etnea da circa due anni, provenendo dalla Questura di Palermo ed
ha seguito costantemente le molte attività che hanno interessato il
territorio catanese, anche sotto
il profilo dell’ordine
pubblico.
Le più fervide congratulazioni con sincera stima sono espresse anche dal
nostro giornale.
CATANIA
–
Estorsione
in concorso,
Carabinieri ammanettano 1 di Belpasso. I militari
della Stazione di Catania Piazza Verga hanno eseguito un
ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale
della Repubblica del Tribunale di Catania nei confronti
di Alfio LICCIARDELLO 56nne di Belpasso.
Il personaggio è stato rintracciato a Belpasso, poiché
riconosciuto colpevole di estorsione in concorso, reato
commesso dal novembre 2013 ad aprile 2014, dovrà
espiare la pena complessiva di 1 anno, 1 mese e 26
giorni di reclusione. L’arrestato, espletate le
formalità di rito è stato associato nel carcere di
Catania Piazza Lanza, a disposizione dell’Autorità
Giudiziaria.
CATANIA
– Coltellata in testa a fratello,
CC Librino: 1 arresto.
I militari
della Stazione di Catania Librino ieri sera hanno arrestato nella flagranza
un catanese di 49 anni, poiché ritenuto responsabile di lesioni personali
aggravate. Lui,
nei pressi dell’abitazione della madre, ubicata in Viale Bummacaro, al
termine di una lite scaturita da dispute sull’eredità della casa di
famiglia, ha accoltellato al volto il fratello 46enne il quale, trasportato
all’Ospedale Vittorio Emanuele di Catania è stato ricoverato per la “ferita
da taglio alla regione periauricolare sx” e dichiarato guaribile in 30
giorni. Il coltello a serramanico utilizzato per l’aggressione è stato
sequestrato mentre l’arrestato, in attesa della direttissima, è stato
trattenuto in camera di sicurezza.
CATANIA
– 16 DASPO, a 7 e 8 anni, emessi da Questore Palermo per ultras Catania.
II provvedimento è stato adottato nei confronti di un gruppo di
supporters catanesi che, il 1 dicembre dello scorso anno, in occasione
dell’incontro di calcio “Trapani – Catania”, si erano resi autori di
intemperanze, creando disordini a Palermo, con lancio di petardi e fumogeni.
Il Questore di Palermo ha quindi emesso i 16 “Divieti di accesso ai
luoghi dove si svolgono manifestazioni sportive”, cd. DASPO. Tutti i
provvedimenti emessi prevedono, per lo stesso arco temporale, anche il
divieto di accesso a stazioni ferroviarie, caselli autostradali, scali
aerei, autogrill ed ogni altro luogo interessato alla sosta, al transito o
al trasporto di coloro che partecipino o assistano alle competizioni
sportive. I supporters rossazzurri giunti a bordo di pullman ed auto
scortati dalla Polizia di Stato, diedero vita a disordini in tre diversi
episodi. Il primo all’altezza della rotonda di via Oreto, i supporter scesi
dai mezzi, intralciarono per alcuni minuti la circolazione veicolare, ma
furono prontamente fatti risalire a bordo dagli agenti in servizio d’ordine.
I supporter successivamente, all’altezza del sottopassaggio di via Pitrè,
arrivarono al primo scontro con le Forze dell’Ordine, essendo scesi
nuovamente dai mezzi bloccarono la circolazione stradale ingaggiando una
sorta di “guerriglia urbana” contro i poliziotti che li “scortavano”. I
facinorosi usarono bastoni, cinture, petardi e fiaccole. La Polizia anche in
questo caso riuscì a contenere i disordini, salvaguardando principalmente
l’incolumità di quanti si trovavano a transitare lungo quell’asse viario.
I supporters si frapposero alla tifoseria palermitana, nel frattempo
intercettata dalla DIGOS e fermata prima che potessero crearsi eventuali
attriti tra le due compagini. Gli ultimi disordini da parte dei tifosi
etnei si verificarono nei pressi dello svincolo di via Belgio, con analoghe
modalità di via Pitrè ed anche in questo caso gli agenti della Polizia di
Stato presenti riuscirono ad arginare le intemperanze dei supporters
facendoli risalire sui mezzi e ripartire. La DIGOS palermitana, a seguito
di attività info-investigativa anche tramite il contributo del materiale
video-fotografico realizzato dai Gabinetti di Polizia Scientifica di Palermo
e di Trapani, è riuscita ad individuare ed identificare i sedici supporters
catanesi protagonisti degli eventi e destinatari dei DASPO. 8 sono stati
posti a DASPO collettivo, per la durata di cinque anni, ad eccezione di 2
soggetti, recidivi, per i quali la durata del provvedimento è stata elevata,
rispettivamente, a 7 ed 8 anni. Gli altri otto supporters, le cui singole
condotte violente sono state specificatamente circoscritte e documentate,
sono stati colpiti da DASPO individuali. I tifosi catanesi destinatari dei
provvedimenti sono stati, inoltre, deferiti all’Autorità Giudiziaria per i
reati di resistenza a P.U. (travisati con l'utilizzo di passamontagna,
fasciacolli, cappucci e sciarpe ed armati di cinture e bastoni, si erano
scagliati contro le Forze dell’Ordine), violenza privata (avevano occupato
l'intera sede stradale con auto e mezzi del convoglio in transito verso lo
stadio di Trapani impedendo la libertà di movimento e di circolazione di
privati cittadini), porto di oggetti atti ad offendere (mazze da baseball,
aste, tubi in pvc -alcuni dei quali ripieni di materiale solido- spranghe di
metallo, ecc), lancio di materiale pericoloso in luoghi interessati dalla
sosta e dal transito di mezzi e persone in occasione di manifestazioni
sportive (petardi, fiaccole, bottiglie di vetro, oggetti contundenti); tutti
reati aggravati in quanto commessi da più di 10 persone travisate, alcune
delle quali armate.
CATANIA
- Tunisino
picchia e rapina passante in Viale Africa, preso dai Carabinieri.
Mohamed KORBI 28enne è stato stanato e catturato nell’ex palazzo
delle Poste. I Carabinieri del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale di
Catania hanno ammanettato nella flagranza il tunisino senza fissa dimora,
poiché ritenuto responsabile di rapina aggravata e resistenza a pubblico
ufficiale. Il soggetto ieri mattina intorno alle 07:00, approfittando della
giornata festiva, quindi della poca gente presente in strada a quell’ora,
ha preso di mira in Viale Africa un impiegato catanese di 66anni il quale,
appena sceso da un autobus di linea della AMT. Il rapinatore ha scaraventato
in terra il malcapitato, l’ha preso a calci e pugni e costretto a consegnare
lo zaino contenente 1 smartphone, del valore di circa 300 euro e il
portafogli con 50 euro in contanti.
un Brigadiere dell’Arma, libero dal servizio, in quegli attimi stava
passando in auto ed ha notato la scena ed è intervenuto mettendo in fuga il
criminale, prestando soccorso al malcapitato che è stato trasportato in
ambulanza all’Ospedale Vittorio Emanuele. Il carabiniere ha allertato la
centrale operativa del Comando Provinciale di Piazza Verga e gli operatori,
nel giro di pochi minuti, hanno inviato sul posto due “gazzelle”
consentendo ai colleghi intervenuti, dopo una violenta colluttazione, la
cattura del criminale, avvenuta all’interno dell’ex palazzo delle poste,
sempre al Viale Africa. Il rapinatore si era nascosto nell’edificio per
sfuggire all’arresto. La vittima, medicata dai sanitari del pronto soccorso
del nosocomio catanese, ha subito lesioni giudicate guaribili in una
quindicina di giorni. La refurtiva è stata interamente recuperata e
riconsegnata all’avente diritto mentre l’arrestato, in attesa della
direttissima, è stato trattenuto in camera di sicurezza.
GIARRE
– CC squestrano
91
kg. marijuana, 200 g. cocaina e soldi. I Carabinieri
dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Giarre, in due diverse
circostanze operative, hanno arrestato nella flagranza Cateno MANCUSO
37enne di Riposto, ed una donna 66enne di Riposto per detenzione e
spaccio di sostanze stupefacenti.
I militari, di
pomeriggio, a conclusione di una veloce attività info investigativa
finalizzata alla prevenzione e repressione del traffico illecito di sostanze
stupefacenti, hanno proceduto ad una perquisizione domiciliare
nell’abitazione e nel garage di pertinenza del soggetto rinvenendo e
sequestrando svariati involucri contenenti complessivamente 91kg. di
“marijuana”, delle buste di cellophane contenenti complessivamente
200gr. di “cocaina”, la somma in contante di 4.365 euro,
ritenuta provento di attività illecita, 3 bilance elettroniche ed un ingente
materiale utilizzato per il confezionamento della droga.
I Carabinieri
successivamente hanno operato, anche, una perquisizione domiciliare
nell’abitazione della donna rinvenendo 46 kg. di “marijuana”,
che è stata sequestrata.
Gli arrestati,
espletate le formalità di rito, sono stati associati nel Carcere di Piazza
Lanza a Catania, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.
CATANIA
– Picchia
madre e figlio minore venuto in difesa : Polizia ammanetta marito violento.
Agenti dell’U.P.G.S.P.- Squadra Volante
ieri sera hanno tratto in arresto per i reati di maltrattamenti in famiglia
e lesioni personali M.G. 38enne già noto. La chiamata di una donna
è giunta in Sala Operativa e segnalava di essere stata aggredita dal marito
nel loro appartamento. I poliziotti, giunti sul posto hanno constatato che
la donna, molto agitata, presentava escoriazioni evidenti sul volto e sulle
spalle, riferendo di essere stata aggredita dal marito innanzi al figlio
minore. Il ragazzo nel tentativo di separare i genitori si era fatto male al
braccio. Il racconto della vittima è stato esaustivo : nel tardo pomeriggio
lui aveva fatto rientro a casa ed aveva iniziato ad inveire contro la
moglie, che stava riposando in camera da letto, accusandola di non essere
una brava casalinga. Il marito, offendendo la malcapitata con frasi scurrili
le avrebbe imposto di lasciare subito la casa coniugale. La donna avrebbe
tentato di alzarsi dal letto, ma sarebbe stata colpita dal marito più volte
al volto ed alle spalle. La poveretta spaventava ha cercato di rifugiarsi in
bagno insieme al figlio minore, ma lui sarebbe riuscito a raggiungerla,
aggredendola nuovamente e distruggendo nella sua furia un mobile. Il
figlio, durante queste fasi concitate ha cercato di proteggere la mamma, ma
ha ricevuto dal padre un pungo sul braccio. La donna, solo a questo punto,
era riuscita a chiamare la polizia, alla quale peraltro ha riferito che dal
2009, anno di inizio della loro relazione, lui aveva avuto costantemente
atteggiamenti violenti, arrivando ad aggredirla anche fisicamente per futili
motivi, e per questo aveva più volte sporto denuncia e fatto ricorso a cure
mediche. Gli agenti hanno predisposto sia per la donna che per il bambino
il trasporto presso il P.S. dell’O.V.E dove venivano riscontrati ad
entrambi lesioni reputate guaribili in 25 giorni. La signora, al termine
delle cure mediche ha sporto denuncia. Lui è stato arrestato e su
disposizione del P.M. di turno condotto presso la Casa Circondariale di
Piazza Lanza in attesa dell’udienza di convalida innanzi al G.I.P.
CATANIA
– Nigeriano senza biglietto in treno oltraggia controllore ed aggredisce
poliziotti: ammanettato. La
Polizia di Stato, lo scorso 8 marzo, ha arrestato il nigeriano Michael
KENNETH 26enne, per i reati di resistenza e lesioni a Pubblico
Ufficiale e denunciato in libertà per oltraggio e rifiuto di indicazioni
sulla sua identità.
Tutto è iniziato
nel convoglio in partenza da Catania per Messina, dove lui nonostante fosse
stato trovato sprovvisto di titolo di viaggio, si è anche rifiutato di
fornire le generalità al controllore. Gli agenti della Polfer, a questo
punto, sono intervenuti ed hanno trovato il soggetto dentro un convoglio
dove si era rifugiato per sfuggire ai controlli.
Il nigeriano
alla vista dei poliziotti, ha iniziato ad inveire contro di loro, con frasi
offensive, sferrando calci e pugni.
Gli agenti hanno
subito bloccato e condotto il soggetto negli uffici Polfer dove, ha
continuato a tenere lo stesso atteggiamento ostile e violento. I poliziotti
dagli accertamenti hanno acclarato che il malfattore aveva già numerosi
pregiudizi penali anche della stessa tipologia, e che era stato scarcerato
a metà gennaio di quest’anno, con un obbligo di presentazione alla P.G. del
Commissariato di Acireale, a cui non aveva mai ottemperato.
Per
l’extracomunitario, giudicato l’indomani con il rito direttissimo, si sono
spalancate le porte del carcere.
Il
Giudice, nell’ordinanza con cui ha disposto la misura cautelare della
custodia in carcere, ha evidenziato la pericolosità sociale del soggetto che
si è sostanzialmente rifiutato di rispondere alla domande a lui rivolte,
prospettando falsamente di non comprendere la lingua italiana.
Due degli
agenti della Polizia Ferroviaria intervenuti, sono stati accompagnati in
ospedale per le cure, i sanitari hanno riscontrato loro contusioni guaribili
in 5 giorni.
Catania
- DIA sequestra beni per 1.000.000€ a Fichera. Uomini della DIA,
Direzione Investigativa Antimafia, di Catania
diretta dal 1° Dir. P.S. dr. Renato Panvino, nella mattinata, su delega
della Procura distrettuale della Repubblica di Catania, hanno dato
esecuzione al decreto di confisca emesso dal Tribunale di Catania, il primo
marzo 2018, di un patrimonio del valore stimato di circa 1.000.000€,
costituito da beni immobili
riconducibili
ad Antonino FICHERA 72enne, personaggio noto, ritenuto contiguo ai
“Cappello”.
Il decreto di
confisca ha confermato il quadro probatorio già condiviso dal Tribunale di
Catania nel 2016, in sede di emissione del provvedimento di sequestro
patrimoniale su proposta di applicazione della misura di prevenzione
patrimoniale avanzata da questa Procura distrettuale.
Gli approfonditi
e complessi accertamenti patrimoniali, delegati agli investigatori della
D.I.A., hanno consentito di far emergere come Antonino FICHERA (del
quale è stata riconosciuta la pericolosità sociale, al quale viene ascritta
fin dalla fine degli anni ’60, come conclamato dai decreti applicativi della
sorveglianza speciale di P.S. emesse nel 1976 e nel 1991, permanendo anche
oltre con la consumazione di numerosi reati patrimoniali e in materia di
armi) unitamente al proprio nucleo familiare, abbia accumulato un ingente
patrimonio, per il quale sarebbe emersa una notevole sproporzione tra le
fonti dichiarate e i beni direttamente o indirettamente posseduti.
Gli
investigatori ritengono che Antonino FICHERA sia soggetto
contiguo ai “Cappello”, annoverando numerosi precedenti penali in
particolare per i reati di furto, ricettazione, porto abusivo di armi,
associazione per delinquere, estorsione ed omicidio. Il personaggio per
l’ultimo reato, aggravato dalle circostanze di cui all’art. 7 legge 203/91,
è stato tratto in arresto il 21 maggio 2013 in esecuzione di ordinanza di
custodia cautelare in carcere e si trova attualmente agli arresti
domiciliari. FICHERA, infatti, è stato ritenuto gravemente indiziato quale
esecutore materiale, in concorso con Roberto CAMPISI (già detenuto e
ritenuto affiliato alla famiglia dei Cursoti milanesi), dell’omicidio
perpetrato il 26 agosto 2008 ai danni di Mario MAUCERI, inteso Mario U’
Lintinisi, cl.1965, affiliato alla cosca rivale “Sciuto – Tigna”,
che egli riteneva coinvolto, per averlo attirato in un agguato,
dell’uccisione del figlio Sebastiano FICHERA, ritenuto affiliato proprio
alla cosca Sciuto-Tigna. Il provvedimento ha colpito un patrimonio
costituito da uno stacco di terreno
unitamente all’edificio esistente, composto da diverse unità immobiliari
destinate a residenza e garage che si sviluppa su 4 elevazioni fuori terra.
Mascalucia CT-
Carabinieri Mascalucia e Comando Tutela Patrimonio Culturale recuperano
dipinto del ‘700, rubato nel 2007.
I ladri, 11 anni fa dalla locale chiesa
“Santa Maria della Consolazione”, a Mascalucia avevano arraffato la pregiata
tela.
I Carabinieri agli
ordini del
Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale Palermo
Maggiore Luigi Mancuso
e della
Sezione Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Siracusa, a conclusione
d’indagini svolte con la Tenenza Carabinieri di Mascalucia guidati dal Comandante Rocco Schirripa,
hanno recuperato un dipinto del XVIII sec., olio su tela, raffigurante la “Madonna”.
Il quadro, di cui da tempo si erano perse le tracce, era stato rubato nel
2007.
Il recupero del
pregevolissimo dipinto è avvenuto grazie al costante monitoraggio del
mercato antiquariale. La comparazione delle immagini di alcune opere
poste in vendita da un esercente catanese, con quelle contenute nella
Banca Dati dei Beni Culturali illecitamente sottratti, gestita dal
Comando Tutela Patrimonio Culturale, rafforzate dagli approfondimenti
investigativi dei Carabinieri di Mascalucia, ha reso possibile accertare che
il dipinto in esame era proprio quello sottratto alla chiesa etnea, circa 11
anni fa. Le indagini, inoltre, non hanno fatto emergere responsabilità a
carico dell’antiquario, il quale aveva regolarmente acquistato il dipinto da
una donna catanese, denunciata per ricettazione. Questa vicenda, conclusosi
positivamente con la restituzione del dipinto alla parrocchia di “Santa
Maria della Consolazione”, mostra l’importanza della sensibilizzazione
che il Comando TPC compie con gli
Uffici Diocesani per divulgare, ai vari livelli. La pubblicazione “Linee
Guida Per La Tutela Dei Beni Culturali Ecclesiastici”, del 2014, oltre a
contenere consigli pratici per la
difesa dei beni chiesastici da eventi predatori, diffonde e valorizza le
iniziative di inventariazione e censimento che le Diocesi, con grande
impegno, è condotta in ordine al proprio patrimonio culturale.
Catania
–
CC bloccano 1 pusher
in azione a Librino, ai domiciliari. I Carabinieri
della Stazione di Catania Librino hanno bloccato nella
flagranza il catanese Giuseppe Agatino Mario RIELA
20enne,
per detenzione ai fini di
spaccio di sostanze stupefacenti.
I militari, di notte,
durante un servizio antidroga nel popoloso quartiere del
capoluogo etneo, hanno osservato
il giovane mentre stava
cedendo dosi di stupefacente a clienti, in cambio di un
corrispettivo in denaro. il giovane è stato bloccato e
perquisito. Il pusher è stato trovato in possesso di
100 grammi di marijuana, già suddivisa in dosi, 220€ in
contanti, incassarti dalla precedente vendita dello
stupefacente. L’arrestato, espletate le formalità di
rito, è stato posto ai domiciliari in attesa di essere
giudicato con il rito per direttissima.
Randazzo
CT –
Sperona auto CC per
sfuggire a controllo: Carabinieri ammanettano pirata
strada. Un
25enne di Maniace, ieri sera, intorno alle 18:30, alla
guida di una Fiat Punto sulla Strada Circonvallazione
di Maniace non ha ottemperato all’alt imposto da una
pattuglia di Carabinieri del Nucleo Radiomobile della
Compagnia di Randazzo. Il guidatore ha speronato
addirittura l’auto di servizio. Il conducente fuggito a
folle velocità dopo circa 2 Km, in Contrada Erranteria,
dopo aver generato un altro incidente, andando a
sbattere con una Fiat Uno e causando delle lesioni al
conducente dell’auto (Trauma cranico e cervicalgia
post-traumatica e contusione gamba sinistra con prognosi
di 7 giorni), ha abbandonato la vettura scappando
per le campagne circostanti. Le ricerche del fuggitivo
sono scattate, ed è stato identificato grazie ad uno dei
militari di pattuglia che lo l’aveva riconosciuto in
volto. Il maldestro è stato scovato ed ammanettato in un
casolare di campagna ubicato in Contrada Gullia nel
comune di Bronte. L’arrestato 25enne di Maniace, già
noto, dovrà rispondere alla Autorità Giudiziaria di
resistenza a pubblico, lesione personali e omissione di
soccorso. Il guidatore in attesa della direttissima è
stato trattenuto in camera di sicurezza.
Biancavilla
CT -
CC
Cacciatori Sicilia s in campagne Biancavilla trovano 1 fucile con matricola
abrasa, presi padre e figlio. I
Carabinieri dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Sicilia” e della
Stazione di Biancavilla hanno bloccato nella flagranza Salvatore SANTANGELO
67enne ed Alfio SANTANGELO 45enne, poiché ritenuti responsabili di concorso
in detenzione di arma clandestina, detenzione illegale di munizionamento e
ricettazione.
I
militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Sicilia” durante uno dei
tanti servizi svolti nelle aree rurali alla ricerca di latitanti ed armi, in
Contrada Erbe Bianche, agro di Biancavilla, si sono imbattuti in una serie
di casolari, adibiti all’allevamento di ovini, bovini e pollicoltura, dove
all’interno di uno di questi hanno scovato e sequestrato, occultati sotto
dei tavelloni di legno all’interno di un sacco di Iuta, 1 fucile
semiautomatico “FRANCHI” cal.12, con la matricola abrasa e 25
cartucce a piombo cal.12.
L’arma nei
prossimi giorni sarà inviata agli esperti del R.I.S. di Messina per gli
esami tecnico-balistici che potrebbero svelarne la provenienza e l’eventuale
utilizzo in pregressi episodi criminosi. I due, in attesa dell’udienza di
convalida, sono stati relegati ai domiciliari.
Catania
– Mafia, eccidio 3
Carabinieri a San Gregorio, Commemorato 38°
anniversario. La
criminalità organizzata, il 10 novembre del 1979, al
casello autostradale di San Gregorio di Catania, uccise
barbaramente tre servitori dello stato: il Vice
Brigadiere Giovanni BELLISSIMA 24 anni, gli Appuntati
Salvatore BOLOGNA 41 anni e Domenico MARRARA 50 anni, in
servizio al Comando Provinciale di Catania.
Il
commando entrò in azione per liberare e uccidere, dopo
qualche giorno, il boss Angelo PAVONE, alias “faccia
d’angelo”, che doveva essere trasferito dal carcere di
Catania a quello di Bologna.
Il
Sindaco Carmelo Antonio CORSARO ed il Comandante
Provinciale dei Carabinieri di Catania, Colonnello
Raffaele COVETTI, di mattina al casello autostradale di
San Gregorio, alla presenza di autorità civili e
militari, hanno deposto una corona d’alloro nei pressi
del monumento voluto dal comune in ricordo dei tre
eroici militari.La cerimonia si è conclusa nella locale
chiesa madre con la celebrazione di una santa messa, al
termine della quale, il Colonnello COVETTI nel
ringraziare gli intervenuti, ha ricordato i tre
Carabinieri, decorati di M.O.V.C., i quali non esitarono
a servire la Patria fino all’estremo sacrificio. Il
primo cittadino ha ringraziato l’Arma dei Carabinieri
per la quotidiana attività svolta al servizio della
cittadinanza e dei più bisognosi. I rappresentanti
delle associazioni di carabinieri in congedo, liberi
cittadini, rappresentanti del consiglio comunale e
diversi studenti erano presenti alla commemorazione.
Aci Catena
CT - Donna vittima di stalker, molestata e
perseguitata, CC 1 in carcere.
I Carabinieri della Stazione di Aci Catena hanno
arrestato un 50enne, del luogo, in esecuzione di
una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa
dal Tribunale di Catania, poiché indagato per atti
persecutori. Lui era già ai domiciliari, per aver
violato il divieto di avvicinamento ai luoghi
frequentati dall’ex convivente, ed aver continuato a
perseguitare e molestare la donna seguendola ed
appostandosi nei pressi dell’abitazione. L’Autorità
Giudiziaria valutata la gravità della situazione,
tenendo conto delle ripetute violazioni commesse dal
soggetto ed accertate dai Carabinieri, ha ritenuto
opportuno aggravarne la misura restrittiva ordinando
l’arresto ed il trasferimento nel carcere di Catania
Piazza Lanza.
(video
operazione Polizia)
Catania
–
25 misure per
narcotraffico
Cappello collegato: ndrine calabresi,
palermitani e siracusani. La Polizia di Stato, su
delega della Procura Distrettuale della Repubblica di
Catania, ha in corso di esecuzione in Sicilia e Calabria
di un’ordinanza applicativa di misure cautelari nei
confronti di 25 personaggi ritenuti responsabili,
a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere
finalizzata al traffico e spaccio di sostanze
stupefacenti e detenzione ai fini di spaccio
delle medesime, con l’aggravante di avere commesso il
fatto agendo con il metodo mafioso ed al fine di
agevolare le attività dell’associazione mafiosa
riferibile al clan Cappello - Bonaccorsi.
Le indagini condotte dalla
Squadra Mobile di Catania hanno permesso di individuare
l'esistenza di distinte organizzazioni criminali,
operanti in diversi quartieri della città etnea e
provincia, dedite all’attività di narcotraffico, con
collegamenti con le ‘ndrine calabresi e gruppi
palermitani e siracusani. I particolari dell’operazione
illustrati nel corso di un incontro con i giornalisti
presso la Sala Riunioni della Questura di Catania -
piazza Santa Nicolella.
Trecastagni
CT- Paziente in
Guardia Medica, dopo le cure violenta dottoressa, preso
ancora seminudo dai CC.
Il soggetto che ha violentato il medico 51enne è un
26enne abitante Santa Venerina. L’autore del turpe
gesto, la notte scorsa intorno alle 02,30, si era
presentato nella Guardia Medica di Via Agostino De
Pretis a Trecastagni,per ricevere cure ed assistenza.
L’individuo, dopo aver ricevuto l’auto medico dalla
dott.ssa di turno le ha usato violenza sessuale. Il
turpe, già noto, è stato bloccato ed arrestato dai
Carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di
Acireale mentre era ancora seminudo. Il personaggio ha
anche cercato di fuggire dalla struttura, ma invano. La
donna 51enne vittima, della violenza si trova ancora
ricoverata all’Ospedale di Acireale per gli accertamenti
sanitari di rito. L’arrestato, dopo le formalità di
rito, è stato associato nel carcere di Catania Piazza
Lanza.
Catania
–
Strage Nassiriya:Cerimonia e ricordo vittime.
Il tragico giorno, di 14 anni addietro, è divenuto “giornata della
memoria per i caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la
pace”. Le vittime italiane, “ambasciatori di pace”, sono state
ricordate dal Comandante Provinciale dei Carabinieri di Catania, Colonnello
Raffaele COVETTI alla presenza di familiari dei caduti. L’alto ufficiale ha
voluto far visita nei cimiteri di Catania e Biancavilla e reso onore a due
delle eroiche vittime, l’Appuntato Horacio MAJORANA ed il Maresciallo
Aiutante Massimiliano BRUNO, deponendo sulle loro lapidi 2 cuscini di fiori
a nome di tutta l’Arma dei Carabinieri. Le cerimonie sono state seguite da
autorità civili e militari ed hanno avuto momenti di commozione durante
la benedizione delle tombe dei 2 caduti e la recita della “Preghiera del
Carabiniere”.
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