CATANIA
- CONSOLI
DIRIGENTE X REPARTO MOBILE CATANIA. Il Primo Dirigente dr. Giancarlo
Consoli, lo scorso 15 giugno, si è insediato quale comandante del X Reparto
Mobile della Polizia di Stato di Catania. il funzionario dr. Giancarlo
Consoli proviene dalla Questura di Catanzaro dove ha ricoperto l’incarico
di dirigente della Divisione Polizia Amministrativa, Sociale e
dell’Immigrazione. Il dr. Consoli è
nato a Catania nel 1969, si è laureato in Giurisprudenza e Scienze delle
Pubbliche Amministrazioni presso l'Università degli Studi di Catania ed è in
servizio nella Polizia di Stato dal 1998 come Vice Commissario. Il dr.
Consoli, nel corso della sua carriera, ha ricoperto l’incarico di dirigente
dell’Ufficio Immigrazione e della Divisione Polizia Anticrimine presso la
Questura di Caltanissetta, è stato dirigente del Commissariato di P.S. di
Caltagirone e Funzionario di Gabinetto presso la Questura di Catania. Il
dr. ìConsoli ha diretto anche i Commissariati di P.S. Piazza Armerina,
Pachino, Licata, Avola, Priolo Gargallo, Adrano, Librino e Nesima. I nostri
auguri di buon lavoro al funzionario di Polizia.
CATANIA
- Carabinieri
bloccano 1 giovane pusher con droga da smerciare. Il soggetto sembrava
dedito a gestire un punto vendita di droga per tutti i gusti. I militari
del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale di Catania hanno bloccato
Gabriele FURNARI 27enne, catanese ma domiciliato a Misterbianco, per
detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. I militari
nell’espletare un servizio perlustrativo nel quartiere di San Giovanni
Galermo, si erano posizionati a debita distanza ed hanno notato in via Capo
Passero FURNARI. Il personaggio era intento ad effettuare dei veloci scambi
con alcuni giovani. Gli investigatori, con tempestività, hanno bloccato il
sospettato nonostante avesse già accennato un timido tentativo di fuga. Il
personaggio è stato sottoposto a perquisizione. I carabinieri hanno
rinvenuto addosso al giovane l’occorrente per la gestione di un “punto
vendita” di droga per tutti i gusti: 11 dosi di marijuana e ed altre di
cocaina, nonché 160 euro provento dell’attività di spaccio.
CATANIA - Coronavirus, NAS Carabinieri,
sequestrati 1600 flaconi gel igienizzante non a norma. Il NAS di
Catania, nell’ambito dell’emergenza Covid-19, sono assiduamente impegnati
anche in attività di controllo degli esercizi commerciali e delle attività
produttive che orbitano nel campo dei prodotti e degli articoli sanitari
adibiti alla prevenzione e contenimento del fenomeno epidemico.I
militari hannoattenzionato quanto suscita particolare interesse tra
i cittadini: i prodotti antisettici e le sostanze destinate a venire a
contatto con la pelle e le mucose determinando un’azione battericida. Queste
sostanze, per la loro delicata funzione, devono rispettare rigidi criteri
produttivi e superare severi controlli, rappresentando quelli che
tecnicamente vengono denominati biocidi o presidi medico chirurgici.
Il Nas di Catania, nel corso di quotidiani controlli, ha individuato nella
zona etnea uno stabilimento chimico che, oltre la produzione di classici
detergenti per la casa e prodotti per la cosmesi, viste le attuali esigenze
di mercato, si stava cimentando anche nella produzione di “gel antisettico”,
ultimamente molto richiesto per l’igienizzazione delle mani.I tutori
dell’ordine, ad un attento esame visivo sulle etichette apposte nelle
confezioni di vendita hanno notato un particolare molto importante: la
mancanza del numero di registrazione rilasciato dal Ministero della Salute
quale codice univoco che attesta la sottoposizione del prodotto al regime
autorizzativo previsto dalla legge a comprova di quel necessario controllo
preventivo all’immissione in commercio, attraverso il quale viene valutata
la sicurezza per il consumatore il rispetto per l’ambiente e, non per
ultimo, la reale efficacia del biocida.Gli uomini del NASdi
Catania, per tale ragione, hanno immediatamente sequestrato in via
cautelativa il gel igienizzante posto in commercio dal produttore etneo, in
un quantitativo di oltre 1.600 confezioni, la questione è al vaglio della
magistratura alla quale è stato deferito il fabbricante. L’attività di
controllo dei Nas verrà proseguita anche nelle restanti aree produttive
della provincia estendendola anche alla produzione e commercializzazione
di altri articoli sanitari compresi i dispositivi di protezione individuali
come le cosiddette mascherine chirurgiche.
PALAGONIA
- 29enne pusher spavaldo bloccato ed ammanettato dai carabinieri.
I militari del Nucleo Operativo della
Compagnia di Palagonia hanno arrestato, nella flagranza, un 29enne del posto
perché responsabile di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di
spaccio. I
militari,
tenevano d’occhio da tempo il sospettato perché sicuri che la sua
spavalderia, per la sua consapevolezza di essere ancora incensurato, lo
avrebbe prima o poi tradito. Così è stato.Il soggetto era
controllato a debita distanza dagli investigatori. Il 29enne era stato visto
in Contrada Albanella entrare all’interno di un immobile di sua pertinenza
ed a quel pubnto i militari, hanno capito che era arrivato il momento
giusto per intervenire.I carabinieri
hanno quindi bloccato il personaggio e dopo averlo perquisito l’hanno
trovato in possesso di attrezzi da pusher: 7 dosi di marijuana, confezionate
per la vendita al minuto, 3 bilancini di precisione e la somma di 175 euro,
ritenuta provento dello spaccio.L’individuo è
stato posto agli arresti domiciliari in attesa delle determinazioni
dell’Autorità Giudiziaria.
PATERNO’
-Blitz
antidroga Carabinieri e cinofili, bloccano pusher, cane trova stupefacente
in casa nascondiglio.
Il pusher aveva lanciato la droga dal balcone per nasconderla ai militari
ma invano. I
Carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Paternò, con il
supporto del Nucleo Cinofili di Nicolosi hanno preso Antonio MUSARRA
19enne, del posto, per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di
spaccio.I militari avevano
compreso che in paese girava voce sul giovane come dedito allo spaccio di
droga. I carabinieri hanno voluto vedere chiaro ed hanno avviato una breve
attività infoinvestigativa. Una perquisizione effettuata nell’abitazione
del ragazzo in via Asmara ha tolto ogni dubbio.Il giovane, che
non ha gradito la visita dei carabinieri, ha soprasseduto all’apertura
della porta d’ingresso temporeggiando per cercare di disfarsi, nel
frattempo, della droga detenuta in casa. Il maldestro è stato visto dai
militari affacciarsi dal balcone retrostante la’abitazione e lanciare una
busta di cellophane in direzione di una casa disabitata. Il furbo ha
provveduto poi a consentire l’accesso ai militari i quali, grazie al fiuto
del cane “Zero” hanno subito trovato 1 involucro contenente qualche grammo
di marijuana, nonché il materiale per il confezionamento della droga.
I carabinieri,
a seguito delle operazioni per il recupero di quanto lanciato dal MUSARRA,
sul balcone dell’abitazione abbandonata e prospiciente a quella del ragazzo
hanno rinvenuto 1 busta di plastica contenente 155 dosi di marijuana ed 1
bilancino di precisione, nonché ancora, distaccatosi durante il lancio e
caduto sulla via Fiume, 1 involucro contenente ulteriori 15 dosi di “erba”. MUSARRA è
stato posto ai domiciliari in attesa delle determinazioni dell’Autorità
Giudiziaria.
CATANIA– Morde, picchia e maltratta donna connazionale, Mauriziano
irregolare, arrestato da agenti. La Polizia di Stato, ieri sera, ha
arrestato un mauriziano di 40 anni, per il reato di maltrattamenti in
famiglia e lesioni personali. Una segnalazione su linea 113 è giunta da
parte di un utente alle ore 22:30, per comunicare che in via Pietro dell’Ova,
si sentivano urla di una donna provenire dalla casa attigua ed oggetti in
frantumo. Una Volante prontamente è intervenuta sul luogo, ed ha
riscontrando la presenza di una donna di nazionalità mauriziana, scalza,
fuori dalla porta di casa. La malcapitata stava piangendo disperatamente
con il corpo visibilmente pieno di lividi e sanguinante. La vittima ha
riferito ai poliziotti di essere stata picchiata nell’ennesima lite
familiare dal proprio compagno, un connazionale. Il sogetto aveva malmenato
selvaggiamente la poveretta con calci e pugni, l’aveva minacciata con un
bastone, morso le dita della mano e distrutto tutto ciò che gli capitava a
tiro. L’energumeno aveva poi buttato fuori in strada la donna, barricandosi
in casa col proprio figlioletto. I poliziotti hanno fatto immediatamente
irruzione nell’immobile, e trovato uno scenario terrificante: suppellettili
rotti e sparsi per tutto il cortile pertinente all’abitazione, cocci di
bottiglia, mobili danneggiati riversi in terra. Gli agenti hanno appurato
che lui era solito fare uso di alcol e quella era l’ennesima reazione
violenta nei confronti della povera donna. La discussione era degenerata
come al solito proprio per l’assunzione dell’alcol. La vittima fatta
refertare in ospedale ha riportato una prognosi di 3 giorni. I poliziotti
hanno accertato che lui, fosse irregolare sul territorio, è stato
dichiarato in arresto e, su disposizioni del P.M. di turno, condotto presso
il carcere di Piazza Lanza.
BELPASSOCT
– Marito da 30anni maltratta moglie, lei lo denuncia, magistrato dispone
arresti domiciliari in altra sede. La Procura Distrettuale della
Repubblica, nell’ambito di indagini a carico di C.A. 59enne, indagato
per i reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali, commessi in
danno della moglie, 55enne, ha richiesto ed ottenuto la misura cautelare
degli arresti domiciliari eseguita dai Carabinieri della Stazione di
Belpasso. Le indagini, coordinate dal pool di magistrati qualificati sui
reati che riguardano la violenza di genere, hanno evidenziato come la parte
offesa abbia dovuto patire dal lontano 1987 ad oggi ogni sorta di
vessazione psicofisica ad opera del proprio marito ed in presenza delle 2
figlie, oggi maggiorenni, quando queste erano ancora minorenni. Lui,
convivendo con la moglie, tenendo un atteggiamento aggressivo nei confronti
del coniuge, ingiuriandola e minacciandola con epiteti quali:”puttana,
troia, bastarda, devi morire!” picchiandola abitualmente con schiaffi e
spintoni (trauma guancia e orecchio sinistro con gg.8 di prognosi), nonché
in 1 episodio sbattendole ripetutamente la testa contro una porta (trauma
cranico con gg.8 di prognosi), ha assunto una posizione di prevaricante
supremazia che di fatto ha relegato la parte offesa ad una posizione di
sottomissione fisica e psicologica. La donna era anche costretta a dormire
sul divano, mentre il marito continuava a dormire nella stanza da letto. La
poveretta era sottomessa fino ad affrontare le difficoltà economiche a causa
del rifiuto di lui a contribuire alle spese domestiche. La vittima, grazie
anche al supporto delle figlie, ha trovato il coraggio di denunciare il
coniuge ai carabinieri i quali, in perfetta osmosi investigativa con il
magistrato titolare dell’indagine, hanno acquisito tutti gli elementi di
prova utili al giudice per l’emissione della misura cautelare.
CATANIA- DIA Capo Centro Renato Panvino conclude
incarico a Catania, a Nuoro è il vicario Questore. Il primo dirigente in 5 anni
di permanenza nell’antimafia a Catania come Capo Centro Operativo della Dia
ha svolto e concluso moltissime inchieste in modo brillante. Il “Modello
Catania” sostenuto dal procuratore Carmelo Zuccaro è stato il percorso
operativo del
dott.
Renato Panvino video
intervistanella gestione della
Direzione Investigativa Antimafia etnea ed ha conseguito importanti
risultati nelle operazioni di lotta alla mafia in Sicilia orientale con
arresti anche di “colletti bianchi”, dell'imprenditoria e della pubblica
amministrazione, ha attuato l'aggressione ai patrimoni dei clan mafiosi con
il sequestro di beni per oltre 279 milioni di euro e la confisca per 456
milioni di euro. Il dott. Renato Panvino dalla DIA fa rientro in Polizia per
svolgere il ruolo di vicario nella Questura di Nuoro da sempre definita una
terra difficile.
Il
dirigente DIA, nel corso della conferenza stampa di fine mandato ha detto
“Sono
orgoglioso di essere stato il Capo Centro della Dia di Catania. Non ci ha
intimorito alcuna azione, abbiamo fatto sempre il nostro dovere senza
enfasi. Il nostro pensiero è alla gente semplice di Catania, ai cittadini
senza nome che ci fermano e ci dicono bravi continuate così, siete il
nostro orgoglio. Sono triste nel lasciare questa città, ma felice di
rientrare in Polizia e quale vicario di Questura in una terra difficile,
dove la mia amministrazione ha ritenuto io possa dare una mano, ad un
questore che ha grande esperienza. Un sincero e sentito saluto a Catania ed
ai giornalisti: siete indispensabili per la democrazia e per la lotta alla
mafia, siete stati preziosi compagni di viaggio, continuate a tenere la
schiena dritta e scrivere quello che avete sentito e visto".
BELPASSO
CT –Carabinieri, presi 2 mentre razziano deposito di una ditta edile. I
militari della Compagnia di Paternò hanno bloccato nella flagranza i
catanesi Massimo GARRO 36enne e Ferdinando BRUNO 38enne,
poiché ritenuti responsabili del concorso in furto aggravato. I personaggi
sono stati sorpresi dagli uomini del Nucleo Operativo in contrada Ferraria,
agro del comune di Belpasso, mentre stavano rubando dal deposito della ditta
“La Fenice S.r.l” 1 autocarro Iveco Daily, dei martelli pneumatici,
attrezzatura varia da cantiere ed un ingente quantitativo di materiale
ferroso. La refurtiva è stata restituita all’avente diritto, mentre i due
dopo l’arresto sono stati relegati ai domiciliari.
CATANIA
-Gambiano pusher a San Berillo
prova a strozzare poliziotto a controllo, ammanettato.
La Polizia di Stato lo scorso 22 gennaio, ha arrestato il gambiano Ousman
SENE 22enne, per il reato di Violenza e lesioni a Pubblico Ufficiale.
Una pattuglia del Commissariato Centrale, durante il normale servizio di
controllo del territorio, mentre stava transitando la zona del noto
quartiere di San Berillo vecchio, ha notato un giovane italiano acquistare
da persone non comunitari della sostanza stupefacente. L’acquirente ed il
pusher, alla vista dei poliziotti, si sono dati alla fuga. I poliziotti,
dopo un breve inseguimento, sono riusciti a fermare sia il giovane in
procinto d’acquistare il quale spontaneamente ha deciso di consegnarsi agli
agenti che, un secondo giovane, anch’esso extracomunitario, che si trovava
in compagnia del pusher. Lo spacciatore, noto ai due agenti intervenuti in
quanto già era stato arrestato in simili circostanze pochi giorni prima,
durante il controllo eseguito dai poliziotti, è andato in escandescenza
rifiutandosi di salire sull’auto di servizio.Il malfattore, ha
iniziato a sferrare calci e pugni ai due poliziotti, sempre più
violentemente, tanto che, nel tentativo di divincolarsi dalla presa degli
agenti, ha afferrato uno dei poliziotti per il collo stringendo la presa
delle mani. Solo grazie all’intervento del collega l’agente è riuscito a
liberarsi dalla stretta dell’aggressore, il quale, è stato poi bloccato per
essere ammanettato e fatto salire definitivamente sulla macchina.SENE, per questi motivi,
è stato rinchiuso nelle camere di sicurezza in attesa del giudizio per
direttissima, mentre, il giovane acquirente è stato segnalato al Prefetto
per l’Art.75 del DPR 309/90.
NICOLOSI
CT -
Ivan “il terribile a 4 zampe” fiuta marijuana:
carabinieri 1 in manette.
I Carabinieri della Stazione di Belpasso, a Nicolosi,
con il supporto dei militari della locale Stazione e
del Nucleo Cinofili, hanno bloccato Lorenzo
VITTORIO 36enne, del posto, per detenzione di
sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. L’attività
info investigativa dei militari dell’Arma di Belpasso
aveva fornito loro sufficienti elementi per supporre che
il soggetto fosse dedito all’illecita attività di
spaccio di droga. I militari quindi, ieri pomeriggio, si
sono presentati presso l’abitazione dal soggetto a
Nicolosi per la perquisizione. I carabinieri, ben presto
si sono resi conto d’aver visto giusto. Gli
investigatori infatti, su un gradino delle scale, in un
borsello ed anche su uno scaffale, hanno rinvenuto
piccole quantità di marijuana. Il “collega”
carabiniere a quattro zampe Ivan è arrivato a dare man
forte ed insieme al suo conduttore, ha fiutato 2
involucri contenenti la stessa sostanza stupefacente,
dei quali 1 suddiviso già in ulteriori 10 involucri per
un peso complessivo di 112 grammi ed 1 bilancino di
precisione. I carabinieri, nel corso della
perquisizione, inoltre, hanno rinvenuto 1.090 euro posti
sotto sequestro con la droga, perché ritenuti essere il
provento dello spaccio.
CATANIA
- Poliziotto morto sulla Catania-Messina,
cordoglio FSP POLIZIA: “Un giorno nefasto. Ennesimo tributo di sangue
versato per lo Stato e i cittadini”. Angelo Gabriele Spadaro, 55 anni è il poliziotto deceduto,
l'Assistente Capo Giuseppe Muscolino è rimasto ferito. Valter Mazzetti, Segretario Generale FSP
Polizia di Stato, ha espresso il cordoglio suo e della Federazione Sindacale
di Polizia per la morte dell’Assistente Capo, Angelo Gabriele Spadaro,
55 anni, in servizio alla Sottosezione Polizia Stradale di Giardini Naxos.
Il poliziotto è deceduto martedì mattina a seguito di un incidente costato
la vita anche a un altro uomo ed a una donna che stavano viaggiando a bordo
di altri veicoli coinvolti nello scontro. Il poliziotto lascia i genitori,
la sorella ed il fratello, Ispettore di Polizia che presta servizio a
Messina. E’ rimasto ferito l’altro componente della pattuglia, l’Assistente
Capo Giuseppe Muscolino, che con Spadaro era intervenuto per un
precedente incidente. Valter Mazzetti, Segretario Generale FSP Polizia dice
: “Oggi è un giorno nefasto, l’ennesimo grave incidente sulle strade che
questa volta ha distrutto la vita di Angelo Spadaro, travolto e ucciso sulla
Catania-Messina. Il nostro primo pensiero è per i familiari e gli amici del
collega deceduto, per le famiglie delle altre vittime di questa drammatica
vicenda, per l’altro poliziotto rimasto ferito, Giuseppe Muscolino. Giornate
come queste non dovrebbero mai arrivare, ma invece purtroppo la morte è
sempre in agguato, specialmente per gli appartenenti alla Polizia di Stato,
che proprio con la Stradale continuano a pagare il più alto tributo di
sangue al Paese e ai cittadini. E oggi con Angelo se ne va un altro
servitore dello Stato, che con il suo lavoro diuturno e silenzioso
rappresenta un esempio di alto senso del dovere e di coraggio nello
svolgimento di compiti che, come ogni poliziotto sa, ma come troppi non
pensano, possono in qualsiasi istante costare la salute o la vita stessa. Un
altro doveroso pensiero vogliamo rivolgerlo anche a tutti gli altri colleghi
che ogni giorno, nonostante tutto, vanno in strada a onorare la divisa che
indossano e che, da oggi, continueranno a farlo, pronti ad aiutare chiunque
nel momento del bisogno se li troverà accanto, anche con l’immagine di
Angelo Spadaro nella mente e nel cuore”.
CATANIA
–32enne paternese aggredisce titolare
bar e Carabinieri intervenuti per fermarlo. I
militari del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale
di Catania hanno tratto in arresto un 32enne paternese
per lesioni aggravate, resistenza e violenza a pubblico
ufficiale. Il soggetto la scorsa notte si trovava in via
Dusmet presso il noto Bar Etoile in evidente
stato di alterazione psicofisica riconducibile
verosimilmente ad uso sostanze stupefacenti. Il
personaggio, dopo aver aggredito per futili motivi il
titolare dell’esercizio commerciale, si è avventato
anche contro i militari operanti intervenuti a seguito
della segnalazione pervenuta al numero unico 112.
L’individuo è stato bloccato e ammanettato e poi
essere tradotto presso la Casa Circondariale di Piazza
Lanza come disposto dall’A.G. etnea.
CATANIA
– Agenti bloccano corriere con cocaina ad uscita Autostrada. La
Polizia di Stato ha tratto in arresto: Salvatore ZUMMO 43enne, già
noto, ritenuto responsabile del reato di detenzione ai fini di spaccio di
sostanza stupefacente del tipo eroina. Poliziotti della Sezione
“Criminalità Organizzata” della Squadra Mobile e del Commissariato di P.S.
di Adrano (CT) la sera di martedì 8 gennaio presso il casello “San Gregorio”
dell’autostrada A/18 Messina - Catania, hanno proceduto al controllo di
un’auto condotta da Salvatore ZUMMO. Gli
agenti, ad esito della perquisizione, , hanno rinvenuto occultato
all’interno degli indumenti intimi e sequestrato 1 involucro in
cellophane, contenente sostanza stupefacente del tipo eroina per
un peso complessivo lordo di 100 gr. circa. Salvatore ZUMMO espletate le
formalità di rito è stato associato presso la Casa Circondariale di Catania
a piazza Lanza a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
GRAMMICHELECT- Scippa a 87enne collana fuori
cimitero, lei cade si frattura femore: CC lui
preso. I Carabinieri della locale Stazione hanno
bloccato Gesualdo MONTEMAGNO 34enne, già
sottoposto alla sorveglianza speciale di pubblica
sicurezza ed alle misure cautelari dell’obbligo di
presentazione alla polizia giudiziaria e di obbligo di
dimora nel comune di residenza, poiché ritenuto
responsabile di rapina aggravata, lesioni personali
nonché violazione degli obblighi inerenti la misura di
prevenzione cui era sottoposto. La vittima, una donna
di 87 anni, la mattina del 31 ottobre scorso, in
occasione della giornate dedicate al ricordo dei
defunti, molto sentite in terra di Sicilia, era andata
ad onorare il marito sepolto nel cimitero di Grammichele.
L’anziana, all’uscita dal luogo sacro, è stata
affrontata dal criminale che, pur di strapparle dal
collo una catenina d’oro, l’ha fatta rovinare
violentemente al suolo provocandole la frattura del
femore, così come diagnosticato dai medici dell’Ospedale
“Gravina e Santo Pietro” di Caltagirone, nosocomio
presso il quale la poverina è tuttora ricoverata dopo
essere stata sottoposta ad un delicato intervento
chirurgico. La denuncia dei familiari della vittima,
presentata ai Carabinieri della locale Stazione, ha
permesso agli investigatori, coordinati dal magistrato
di turno presso la Procura delle Repubblica di
Caltagirone, dott. Vincenzo CALVAGNO D’ACHILLE, di
restringere il cerchio dei sospettati dediti alla
commissione di reati contro il patrimonio. I militari
con la collaborazione attiva di diversi testimoni
presenti al momento del grave reato e della stessa
vittima, hanno individuato con certezza l’autore. Il
malfattore è stato pertanto rintracciato ed ammanettato
ieri notte nella sua abitazione. L’arrestato, assolte le
formalità di rito, è stato associato al carcere di
Caltagirone così come disposto dall’Autorità
Giudiziaria.
CATANIA
–Donna siracusana adesca uomo
catanese su social, ad appuntamento in casa lei lo narcotizza e deruba,
Polizia la pone ai domiciliari. Agenti del Commissariato Librino di
mattina hanno dato esecuzione a un’Ordinanza di Custodia Cautelare agli
arresti domiciliari, arrestando la nota Antonella LO GIUDICE50enne,
residente a Siracusa, perchè ritenuta responsabile di rapina aggravata e
lesioni aggravate.La misura è stata emessa dal
G.I.P. presso il Tribunale di Catania, su richiesta della Procura della
Repubblica, che ha coordinato l’indagine. Il provvedimento è scaturito dalle
indagini svolte proficuamente dagli uomini del Commissariato Librino,
avviate dopo che un 65enne si era presentato presso gli Uffici, denunciando
di essere stato narcotizzato e rapinato nella sua abitazione, da una donna
conosciuta sul social network “Badoo”.L’uomo ha riferito di
avere conosciuto sul social una donna con la quale ha interloquito per
qualche giorno, poi lei gli ha proposto di incontrarsi. L’incontro tra la
vittima e la donna, che aveva asserito di provenire da Siracusa, ha avuto
luogo la mattina dello scorso 5 settembre, presso la stazione dei pullman in
via D’Amico. I due, dopo i primi convenevoli, si sono recati
nell’abitazione dell’uomo. I due, dopo avere chiacchierato per un paio di
ore, hanno deciso di pranzare. La circostanza ha permesso alla donna di
versare, di nascosto, del tranquillante a base di benzodiazepina nel
bicchiere di birra che lui stava bevendo. Il malcapitato ha riferito ai
poliziotti che, qualche minuto dopo aver bevuto la sua birra, si è accorto
di un inconsueto sapore dolciastro e, subito dopo, ha perso i sensi. La
vittima al risveglio in ospedale, dove era stato ricoverato grazie al
soccorso prestatogli dai vicini che lo avevano sentito chiedere aiuto da
dietro la porta d’ingresso della sua abitazione, non ricordando più nulla,
ha appreso di essere rimasto in stato d’incoscienza per più di due giorni.
La sconosciuta, dopo aver neutralizzato il padrone di casa, ha razziato
quanto più possibile dall’appartamento, trafugando 1 telefono cellulare, 100
€ in contanti e la carta Bancomat che ha cercato di utilizzare inutilmente
presso uno sportello ATM. Le indagini immediate e meticolose svolte dagli
uomini della Squadra Investigativa del Commissariato Librino hanno permesso
d’individuare, senza ombra di dubbio, LO GIUDICE quale autrice del grave
reato. Gli agenti del Commissariato Librino di mattina, si sono recati a
Siracusa, dove, con la collaborazione della Squadra Mobile aretusea, ha
eseguito l’Ordinanza di Custodia Cautelare. LO GIUDICE è stata, quindi,
accompagnata presso la sua abitazione, per rimanervi ristretta in regime di
arresti domiciliari, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria procedente.
PALAGONIA
CT -82enne
invaghito sessualmente di badante tenta di ucciderla a rifiuto, Carabinieri
lui ai domiciliari in altro comune.
I Carabinieri della locale Compagnia hanno arrestato nella flagranza un
pensionato di 82 anni del posto, poiché ritenuto responsabile di tentato
omicidio, porto illegale di arma clandestina e porto illegale di oggetti
atti ad offendere. La vittima è una quarantenne la quale da alcuni mesi
era al servizio dell’anziano che se ne era perdutamente innamorato. Il
sentimento morboso aveva indotto il pensionato ad imporre alla vittima
pesanti avances a sfondo sessuale che l’avevano costretta alcuni giorni fa a
lasciare l’impiego. Il soggetto sentitosi abbandonato, ha iniziato ad
appostarsi sotto casa della donna per poi affrontarla e chiederle di
ritornare poiché lui non poteva più fare a meno di lei. Il vedovo da circa
due anni, al netto diniego espresso anche dal coniuge della donna che più
volte aveva cercato con modi garbati di convincere l’anziano a farsene una
ragione, la scorsa notte, si è armato di pistola e coltello e si è
presentato a casa della coppia pretendendo di entrare e dirimere una volta
per tutte la questione e, non curante del fatto che la donna avesse in
braccio la figlioletta di appena due anni, ha estratto dalla tasca la
pistola puntandola contro l’amata e recitando testualmente:”devi tornare a
lavorare per me sennò ti ammazzo”. La violenta colluttazione scaturita con
il marito della vittima è terminata con l’intervento dell’equipaggio di una
“gazzella” del Nucleo Radiomobile, avvisato grazie al 112 N.U.E., che è
riuscito a disarmare lui ed ammanettarlo. I militari, oltre alla pistola,
una Beretta 7,65 con la matricola abrasa con il colpo in canna e altri sei
colpi nel caricatore, hanno rinvenuto addosso all’anziano anche 1 coltello a
serramanico. La successiva perquisizione domiciliare effettuata dai
Carabinieri in casa del reo, ha consentito di rinvenire ulteriori 140
munizioni del medesimo calibro detenute illegalmente. Le armi e le
munizioni sono state poste sotto sequestro. L’arrestato, assolte le
formalità di rito, anche per il suo stato di salute, al momento è stato
relegato agli arresti domiciliari nell’abitazione di un familiare in un
altro comune della provincia etnea.
RADDUSA
CT-
Etiope vuol bruciare locali SPRAR e minaccia operatori,1 in manette.
I Carabinieri della
locale Stazione hanno arrestato nella flagranza un 19enne di origini etiopi,
poiché ritenuto responsabile di tentata estorsione e resistenza a pubblico
ufficiale.Il personaggio ea in attesa
dello status di rifugiato, ed ha più volte violato le regole di ospitalità
della struttura (superando il limite dei giorni per i quali era autorizzato
ad allontanarsi dal centro) costringendo gli operatori a notificargli
l’allontanamento dallo SPRAR. L’etiope sarebbe stato convinto che gli
spettasse una sorta di “buonuscita”, equivalente a 250 euro, al diniego
legittimo espresso dagli operatori, ha minacciato di dar fuoco ai locali. I
Carabinieri sono intervenuti sul posto, per evitare ulteriori conseguenze
ed appena giunti, hanno cercato di chiarire le ragioni del diniego,
rigettate dall’extracomunitario che li ha prima aggrediti, poi è fuggito.
Il soggetto è stato inseguito, e rintracciato nel centro abitato dove, dopo
una violenta colluttazione, i militari l’hanno ammanettato.L’arrestato, assolte
le formalità di rito, è stato rinchiuso nel carcere di Caltagirone.
GROSSETO
– Capo Centro DIA
Catania dr. Panvino riceve Premio nazionale LegaAmbiente per operazione“Garbage
Affair”. Il prestigioso premio è stato assegnato al Primo Dirigente
della Polizia di Stato dott. Renato Panvino, Capo Centro della DIA per la
Sicilia Orientale, per l’inchiesta denominata “Garbage Affair”. Legambiente
annualmente organizza un’edizione del premio nazionale Ambiente e Legalità,
con attestato di merito che riconosce a magistrati, uomini delle forze
dell’ordine e della società civile, giornalisti ed imprenditori che si sono
particolarmente distinti nella lotta alla criminalità ambientale. La
manifestazione e consegna si è svolta ieri 11 agosto 2018, in località
Rispescia, in provincia di Grosseto, nell’ambito dell’annuale consegna
denominata Festambiente, festival internazionale dedicato all’ecologia ed
alla solidarietà. L’associazione onlus Legambiente ha assegnato il
prestigioso premio al Primo Dirigente della Polizia di Stato dott. Renato
Panvino, Capo Centro della DIA per la Sicilia Orientale, riconoscendo il
valore e l’importanza dell’inchiesta denominata “Garbage Affair”.
Legambiente ha encomiato il lavoro svolto con particolare efficacia e
dedizione nel contrasto alle varie forme di criminalità ambientale. La
consegna dell’attestato è stata preceduta dal dibattito “Prima la giustizia.
Per un’Italia fondata sulla corresponsabilità nella lotta alle mafie e alla
corruzione” al quale hanno partecipato numerose autorità. Il dott. Renato
Panvino a fine manifestazione ha detto : “Ringrazio Legambiente per aver
voluto assegnare questo importante riconoscimento che condivido con gli
uomini e le donne della DIA che rappresento e che ogni giorno si prodigano
per ripristinare i valori della legalità.” I complimenti personali e delL'INFORMATORE
di Sicilia per il riconoscimento assegnato
ed il continuo lavoro
svolto, buon proseguimento.i.l.p.
CATANIA - Tenta
estorsione a madre e spranga spacca vetri auto, Polizia
lo blocca. I poliziotti, ieri hanno ammanettato G.G. 24enne
catanese noto, accusato di tentata estorsione. Il
personaggio,di sera alle ore 20,00 circa, si è recato presso l’abitazione
della madre e le avrebbe urlato che “se la prossima
settimana non gli avesse consegnato la somma di cento
euro l’avrebbe ammazzata”. Il ragazzo in seguito, in
preda ad uno stato di forte agitazione, avrebbe raccolto
una spranga di ferro e danneggiato l’auto della donna,
mandando in frantumi i vetri dei finestrini. I
poliziotti delle volanti dell’U.P.G.S.P. intervenuti,
dopo aver accertato quanto accaduto, hanno dichiarato in
arresto G.G. che, su disposizione del Pubblico
Ministero di turno, è stato posto alla misura degli
arresti domiciliari, in altra sede, in attesa della
celebrazione del giudizio di convalida.
CATANIA -
Trans
depredato da cliente
senegalese a fine
incontro, bloccato dai Carabinieri. C.B. 18enne di origini
senegalesi, regolarmente munito di permesso di soggiorno e residente nella
provincia di Ragusa, è stato arrestato in flagranza la scorsa notte dai
Carabinieri del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale di Catania,
poiché ritenuto responsabile di furto con strappo aggravato. Il soggetto era
in cerca di compagnia, si è recato in Corso Martiri della Libertà, zona di
notte frequentata da diverse “lucciole”, quando si sarebbe avvicinato ad un
transgender di 20 anni di origini bulgare - con il quale, dopo aver
concordato la cifra, si era appartato per consumare un rapporto sessuale.
Il senegalese, al momento dei saluti, dopo aver consegnato i 20 euro
pattuiti, ha aspettato che la vittima li riponesse nella borsetta, per poi
strappargliela di dosso e fuggire via. L’equipaggio di una “gazzella”,
transitando in quella zona, è stato richiamato dalle urla del giovane trans
che, raggiunto dai militari, ha spiegato loro l’accaduto, fornendo con
dovizia di particolari il colore degli indumenti indossati dal ladro, grazie
ai quali, dopo alcuni minuti è stato rintracciato e bloccato all’angolo tra
Via D’amico e Via Cilea. Il maldestro, vedendo i carabinieri, ha tentato
invano di disfarsi della refurtiva lanciandola sotto una auto in sosta. Gli
operanti, dopo averlo ammanettato, hanno recuperato la borsetta contenente,
oltre agli effetti personali, 100 euro in contanti. La refurtiva è stata
restituita al giovane bulgaro, mentre l’arrestato, ammesso alla
direttissima, ha patteggiato dinanzi al giudice una pena di anni 1 e mesi 4
di reclusione, con pena sospesa e remissione in libertà.
CATANIA
– Picchia e
rapina anziana in condominio, filmato ed arrestato da Carabinieri. Su
disposizione di questa Procura Distrettuale della Repubblica, che ha
coordinato le indagini, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando
Provinciale di Cataniahanno arrestato il catanese Paolo GANGI 39enne, eseguendo una ordinanza di
custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catania,
dr.ssa Simona Ragazzi su richiesta del sostituto procuratore dr Francesco
Brando - del dipartimento reati contro la persona ed il patrimonio diretto
dal Procuratore Aggiunto dr Ignazio Fonzo - in ordine ai reati di rapina
aggravata e lesioni personali. L’episodio era avvenuto il 9 giugno scorso
in via Napoli a Catania. Un’anziana donna 74 anni, si era recata di mattina
a fare la spesa. La vittima al ritorno, mentre era in procinto di varcare il
portone d’ingresso della sua abitazione, ha notato uno il quale, facendo
finta di citofonare a qualcuno, l’aveva invitata a lasciare aperto il
portone rassicurandola che lui avrebbe provveduto a richiuderlo. Il
soggetto, mentre la donna stava salendo la seconda rampa di scale del
palazzo, l’ha raggiunta e spingendola violentemente contro il muro le ha
afferrato la mano sinistra per strapparle letteralmente la fede nuziale in
oro rosso dal dito e fuggire via. La vittima, il giorno successivo, per il
forte dolore, si era recata al pronto soccorso dell’Ospedale Garibaldi dove
i sanitari le avevano diagnosticato una “frattura alla falange IV del dito
della mano sinistra” con prognosi di 30 giorni. La malcapitata ha denunciato
l’accaduto ai carabinieri della Stazione di Catania Piazza Verga. Gli
investigatori, dopo aver acquisito ed analizzato le immagini del sistema di
video sorveglianza, attivo sia in strada che all’interno del palazzo,
attraverso le quali si notava anche la presenza di un complice in moto con
funzioni di “palo”, in corso di identificazione, si sono rivolti ai
colleghi della Squadra “Lupi” del Nucleo Investigativo. I militari esperti,
conoscendo l’humus criminale operante nel capoluogo etneo, hanno individuato
il malvivente poiché già gravato da numerosi pregiudizi penali.I carabinieri,
riconosciuto il sospettato, perquisirono la sua abitazione rinvenendo e
sequestrando alcuni indumenti, in particolare un giubbotto di colore nero,
dei jeans nonché un paio di scarpe del tutto coincidenti con quelli rilevati
dall’analisi delle immagini del sistema di video sorveglianza. I tutori
dell’ordine, nei pressi dell’abitazione del soggetto altresì ritrovarono e
sequestrarono la moto utilizzato dagli autori del delitto (un Honda SH
300) nonché il casco - modello jet - identico a quello indossato dal
rapinatore, riposto sotto la sella dello scooter. Tutti gli elementi
probatori acquisiti dagli investigatori e prodotti al magistrato titolare
delle indagini, sono stati recepiti appieno dal Giudice per le Indagini
Preliminari che ha disposto per l’accusato la reclusione nel carcere di
Catania Piazza Lanza.
PEDARA
CT
– Figlio violento picchia e vessa madre per denaro, denunciato ed
arrestato. I Carabinieri della Stazione di Pedara hanno arrestato un
30enne del posto, già gravato da precedenti di polizia, in esecuzione di una
ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catania
in ordine al reati di maltrattamenti in famiglia. L’anziana vedova, titolare
di sola pensione sociale, avvilita da anni ed anni di maltrattamenti fisici
e verbali, patiti per mano del figlio disoccupato ma sempre in cerca di
denaro, ha chiesto aiuto ai carabinieri della locale Stazione. I militari,
acquista la denuncia, hanno ricostruito il calvario percorso dalla vittima
fornendo al magistrato titolare delle indagini un quadro probatorio
esaustivo che, proposto al giudice, ne ha consentito l’arresto e la
reclusione nel carcere di Catania Piazza Lanza.
CATANIA – Moglie
accoltellata in centro commerciale da marito, filmato ed arrestato. Si
tratta di S.O.M. 50enne. La vittima, solo dinanzi alle lesioni
aggravate procuratele all’esterno di un esercizio commerciale, si è convinta
a sporgere denuncia presso il Commissariato di Nesima contro il marito. Gli
uomini del Commissariato di Nesima, in particolare, la Squadra Investigativa
di Polizia Giudiziaria, con l’ausilio delle telecamere di video
sorveglianza, sono riusciti a cristallizzare il brutale tentativo di
accoltellamento che lui aveva messo in atto per ragioni di futile gelosia.
La donna, in quel caso, si era difesa usando la borsa da passeggio come
scudo per scansare i colpi. La Polizia di Stato, su delega della Procura
Distrettuale della Repubblica di Catania, ha dato esecuzione ad un’ordinanza
applicativa della misura cautelare personale in carcere emessa dal GIP
competente, nei confronti di S.O.M. 50enne, ritenuto responsabile, a
vario titolo, dei reati di lesioni personali aggravate, violenza sessuale e
porto abusivo di arma bianca. Lui, incensurato, aveva costretto la moglie a
subire per anni violenze di ogni genere, sino a trattarla alla stregua di un
vero e proprio oggetto. L’azione violenta è emersa dalle indagini svolte
dal personale del Commissariato di Nesima, sotto la direzione della Procura
della Repubblica di Catania, circa l’ennesimo episodio di violenza di
genere, per fortuna conclusosi prima di un tragico epilogo. La vittima, a
cui è stato fornito il necessario sostegno psicologico grazie al contributo
di una delle associazioni attive nel capoluogo etneo per la protezione delle
donne vittime di violenza di genere, è stata trasferita presso una struttura
protetta dove permarrà sino a cessate esigenze.
SCORDIA
CT - Carabinieri
scoprono “cocaina” preparata in casa per smercio. I militari della
Compagnia di Palagonia hanno sequestrato, oltre alla droga, i soldi ricavati
illecitamente e posto ai domiciliari nella flagranza Antonino GAMBERA
48enne di Scordia. Il personaggio é ritenuto responsabile di detenzione
finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Gli uomini del Nucleo
Operativo ieri sera, hanno concluso efficacemente una trance della lotta al
traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti. I militari hanno avuto
accesso nell’abitazione del reo, luogo in cui, previa perquisizione, ed
hanno rinvenuto e sequestrato 24 dosi di cocaina, circa 1.200 € in contanti,
1 bilancino elettronico di precisione e diverso materiale utilizzato
comunemente dagli spacciatori per confezionare la droga. L’arrestato,
assolte le formalità di rito, è stato relegato agli arresti domiciliari.
PATERNO’
CT
- 4 Kg di “marijuana” sotterrata vicino
binari ferrovia. I Carabinieri della
Compagnia di Paternò sono impegnatinella lotta al traffico e spaccio
di sostanze stupefacenti. Gli uomini del Nucleo Operativo pomeriggio di
ieri hanno battuto palmo a palmo una vasta aria rurale del comprensorio
paternese per sottrare una delle fonti di sostentamento economico della
criminalità organizzata. L’operazione ha consentito di rinvenire, tra le
località Tre Fontane e San Marco, lungo la vecchia linea ferrata che una
volta collegava Motta Sant’Anastasia a Regalbuto (EN), 2 bidoni di plastica
occultati sotto terra contenenti oltre 4 Kg di “marijuana” che,
opportunamente lavorata e dosata, avrebbe potuto fruttare al dettaglio circa
40.000 euro. La droga è stata posta sotto sequestro in attesa della
successiva distruzione.
CATANIA– Polizia esegue 1 esecuzione,
Santapaola-Ercolano: usura ed estorsione.
Gli agenti nell’ambito dell’attività volta al rintraccio di soggetti
destinatari di provvedimenti restrittivi, hanno eseguito ordini di
esecuzione per la carcerazione disposti dall’Autorità Giudiziaria. La
Squadra “Catturandi” ha tratto in arresto: Salvatore MaurizioBUZZA 53ennegià
noto, destinatario di ordine di
esecuzione per la carcerazione, emesso il 14 giugno 2018 dalla Procura
della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Catania – Ufficio
Esecuzioni penali, dovendo espiare la pena detentiva di 3 anni e 8 mesi, per
i reati di usura ed estorsione, aggravata dall’art.7 D.L.152/1991, per avere
agito con modalità mafiose (clan Santapaola-Ercolano). Il soggetto
era sto tratto in arresto il 9 settembre 2015 nell’ambito dell’operazione
“Dirty Money” condotta dalla Squadra Mobile di Catania, in esecuzione
di ordinanza di custodia cautelare emessa il 4 settembre 2015 dal G.I.P.
del Tribunale di Catania nei confronti di 8 persone ritenute responsabili, a
vario titolo, di usura ed estorsione con l’aggravante di aver commesso il
fatto avvalendosi delle condizioni p. e p. dall’art. 416 c.p.
ADRANO
CT–
25enne ucciso in parcheggio autolavaggio, indaga Polizia. La vittima
Giuseppe Dainotti di 25 anni era residente nel quartiere catanese di
Librino. Il giovane, con la testa incappucciata, sarebbe stato ucciso con
un colpo d’arma da fuoco nel parcheggio adranita con annesso autolavaggio e
poi l’auto sarebbe stata abbandonata sul ciglio della strada per
Bronte. Gli agenti della Squadra Mobile di Catania e del Commissariato di
Adrano che indagano, dopo il ritrovamento del corpo privo di documenti di
riconoscimento, hanno ricostruito la dinamica del delitto. Gli inquirenti
hanno immediatamente prelevato le impronte digitali per risalire
all’identità di Giuseppe Dainotti. Un testimone, ascoltato dalla polizia,
pare fosse convinto che il colpo mortale sia stato esploso accidentalmente
da chi stava per entrare in azione per rapina forse nel parcheggio stesso.
Gli inquirenti non escludono ipotesi e tesi di conflitto a fuoco. Le
indagini sono della squadra mobile della Questura di Catania, coordinate
dal sostituto procuratore Martina Bonfiglio del dipartimento reati contro la
persona con il coordinamento del procuratore aggiunto Ignazio Fonzo.
CATANIA – Polizia filma 5
dipendenti Pubbliservizi in servizio ma distanti dal luogo lavoro in auto
azienda:5 sospesi.La Polizia di
Stato, nella mattina, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica
di Catania, ha dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di misura
cautelare della sospensione dal pubblico servizio, emessa il 6 aprile 2018
dal G.I.P. del Tribunale di Catania, a carico di 5 dipendenti della
società “Pubbliservizi S.p.a.” ritenuti responsabili del reato di
peculato. La misura cautelare ha accolto gli esiti di attività
investigativa, coordinata dalla Procura Distrettuale della Repubblica di
Catania e condotta dalla Squadra Mobile - Sezione Reati contro il Patrimonio
e la P.A. - Unità Anticorruzione nell’arco temporale luglio - settembre
2017. L’inchiesta ha consentito di verificare che 5 dipendenti della
società “Pubbliservizi S.p.a.” (Società house dell’Ente
pubblico Città Metropolitana di Catania - ex Provincia Regionale -
“esercente attività di servizi integrati di gestione agli edifici”) -
con funzioni di coordinamento e con autonomia decisionale sulle attività di
altri dipendenti che espletano mansioni meramente esecutive (operai), avendo
per ragioni di servizio la disponibilità degli autoveicoli della società, se
ne siano appropriati, utilizzandoli sistematicamente per fini meramente
privati sia durante che al di fuori dell’orario di servizio. Le indagini,
coordinate dalla Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, avviate a
seguito di contributo investigativo offerto da personale del Commissariato
di P.S. Borgo - Ognina, si sono avvalse di attività di tipo tecnico e
correlata attività di p.g. di tipo tradizionale (pedinamenti e
osservazioni). I sistemi di localizzazione satellitare G.P.S. installati
sulle autovetture di servizio, non disgiunti da mirati servizi di P.G. di
tipo tradizionale, hanno fatto emergere l’indebito utilizzo fatto dai
dipendenti - tutti preposti all’organizzazione di servizi con funzione di
incaricati di pubblico servizio - i quali oltre ad utilizzare detti veicoli
per fini meramente privati, erano soliti parcheggiarli presso il loro
domicilio o presso la loro residenza estiva, alla stregua di mezzi di
proprietà. I servizi di osservazione dei poliziotti hanno consentito di
accertare che due dipendenti della società si recavano con le auto di
servizio presso le loro case di villeggiatura, ubicate in provincia di
Siracusa, mentre altri, sia durante che oltre l’orario di servizio od anche
nei periodi di ferie, le utilizzavano per raggiungere esercizi commerciali
(supermercati e negozi) dove, dopo avere effettuato l’acquisto, caricavano
la merce nel portabagagli del mezzo. La Polizia, nel corso delle indagini ha
rilevato l’utilizzo delle vetture per recarsi presso agenzie di scommesse
od ulteriori luoghi ricreativi. I soggetti indagati avrebbero attestato
sistematicamente false prestazioni lavorative, in realtà mai effettuate,
indicandone i relativi orari nonché la tipologia di lavoro svolto nel
“foglio presenze” e nel modulo denominato “riepilogo trasferta
viabilità”. I dipendenti - coordinatori, sebbene non avessero svolto le
prestazioni lavorative falsamente attestate, venivano regolarmente
retribuiti dalla società “Pubbliservizi S.p.a.”, procurandosi un
ingiusto profitto con contestualmente danno economico per l’Ente pubblico
Città Metropolitana di Catania che, controllando la predetta società, ha
erroneamente elargito somme di denaro come retribuzione di prestazioni
lavorative mai effettuate. Il G.I.P. del Tribunale di Catania, tenuto conto
del grado di gravità e di reiterazione dei fatti delittuosi compiuti, ha
comminato una differente durata della misura cautelare della sospensione dal
pubblico servizio, che risulta per 2 destinatari di 6 e 8 mesi, mentre per
gli altri 3 di 10 mesi.
CATANIA
–Poliziotti trovano cuccioli maltrattati, tolti all’aguzzino. La
Polizia di Stato, nei giorni scorsi, ha denunciato in stato di libertà,
il già noto S.N. per il reato di detenzione di animali in condizioni
incompatibili con la loro natura. Gli uomini del Commissariato Borgo Ognina,
durante un controllo nell’abitazione del soggetto, hanno avvertito i
lamenti di un cucciolo provenienti da un manufatto di cemento realizzato
abusivamente. I tutori dell’ordine con la Polizia Locale Reparto Vigilanza
Ambientale, hanno recuperato il cucciolo di razza pitbull di circa 1 mese,
che è stato tolto al soggetto. L’animale è sottoposto a visita veterinaria.
Lui già noto è
stato sanzionato poiché deteneva altri 2 cani privi di microchip.
CATANIA
– Ai
domiciliaria Zia Lisa spaccia
da finestra: CC bloccano
detenuto. I Carabinieri della
Stazione di Catania Librino hanno preso nella flagranza Simone Alessandro
RUSSO 22enne catanese, poiché ritenuto responsabile di detenzione
finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. L’afflusso anomalo di
giovani verso l’abitazione del detenuto non è passato inosservato ai
militari di pattuglia i quali, dopo un breve periodo di osservazione, hanno
visto il detenuto passare ai clienti la droga dalla finestra di casa, posta
al pianoterra. I tutori dell’ordine hanno scelto il momento favorevole per
fare irruzione nell’immobile e bloccare il pusher mentre tentava di disfarsi
di circa 10 grammi di cocaina, in parte suddivisa in dosi. La droga, ed il
materiale utile al confezionamento delle dosi, sono sequestrati e
l’arrestato, in attesa della direttissima, è stato ricollocato ai
domiciliari.
CATANIA
– 3 morti in esplosione edificio via Garibaldi: 2
sono vigili fuoco. La terza vittima sarebbe stata trovata carbonizzata.
I vigili del fuoco sono : Giorgio Grammaticoe Dario Ambiamonte, nella palazzina è stato
trovato carbonizzato
Giuseppe Longo. Altri due
pompieri sarebbero ricoverati in condizioni preoccupanti all’ospedale
Garibaldi. Secondo una prima ricostruzione : alcuni cittadini lamentavano un
fortissimo odore di gas per una fuga proveniente probabilmente da un negozio
che ripara le biciclette e sarebbero scattati i soccorsi della squadra dei
vigili del fuoco di Catania. Mentre i pompieri erano nella zona si sarebbe
verificata la potente deflagrazione che avrebbe causato la tragedia. Tutta
l’area da piazza Palestro a via Garibaldi, è stata transennata ed inibita al
traffico. La Procura di Catania ha aperto una
inchiesta per accertare eventuali responsabilità Sembra da accertare se i
vigili del fuoco, allertati dai vicini che avevano sentito l’odore di gas,
abbiano utilizzato una motosega per rimuovere il catenaccio dalla
saracinesca, poi l’esplosione.
CATANIA– Madre
denuncia figlio violento, scaraventa sorella e minaccia di lanciarla nel
vuoto. Agenti della Polizia di
Stato dell’U.P.G.S.P.- Squadra Volante ieri mattina hanno arrestato per i
reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali D.F.F.,
45enne.La chiamata di una donna con richiesta
d’aiuto, è giunta sulla linea 112 NUE, segnalando che il figlio stava
aggredendo fisicamente l’altra figlia nella loro abitazione. Le due donne,
terrorizzate da quanto accaduto, ai poliziotti hanno riferito che lui,
soffre di turbe psichiche e non segue la terapia medica prescrittagli, ed
assume costantemente atteggiamenti violenti nei confronti dei familiari,
minacciando di buttarli giù dal balcone e di tagliare loro la gola. Il
personaggio di mattina per futili motivi si sarebbe scagliato contro la
sorella e dopo averla strattonata l’avrebbe scaraventava contro un muretto
interno all’abitazione, procurandole contusioni e distorsioni giudicate
guaribili dai medici del P.S. dell’Ospedale Vittorio Emanuele in trenta
giorni.La donna ha riferito ai tutori dell’ordine
che a seguito di ulteriori episodi di aggressione avvenuti in ambito
familiare nel 2016 e nel 2017, già aveva denunciato il figlio per i reati di
violenza privata e minacce. L’aggredita, dopo le cure mediche, ha
formalizzato la denuncia contro il fratello. Il soggetto per tali motivi, è
stato arrestato e su disposizione del P.M. di turno condotto presso la Casa
Circondariale di Piazza Lanza in attesa dell’udienza di convalida innanzi al
G.I.P.
CATANIA -
Persevera a molestare ex compagna diversamente abile: stalker ai domiciliari.
I Carabinieri della Stazione di Catania Piazza Dante hanno arrestato un
catanese 24enne già noto, in esecuzione di una misura cautelare disposta
dal G.I.P. del Tribunale di Catania in ordine ai reati di atti persecutori e
mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice. La vittima aveva
conosciuto il suo aguzzino all’inizio del 2016 su Facebook, se n’era
innamorata ed era andata a convivere con lui. La ragazza, mai avrebbe potuto
immaginare che lui, oltre a farle perdere ogni contatto con la famiglia
d’origine, dopo una gravidanza, l’avrebbe sottoposta ad ogni sorta di
maltrattamento fisico – le spegneva sulle braccia le sigarette - nonché
psichico “se mi lasci ti toglieranno il bambino e non lo rivedrai mai più”,
sfociato addirittura nel sequestro di persona concretizzatosi quando lui nel
recarsi al lavoro la costringeva a rimanere in casa, chiusa a chiave e
senza alcuna possibilità di lasciare l'abitazione. Il persecutore, era stato
arrestato lo scorso novembre, e dopo una breve parentesi in carcere, aveva
ottenuto i domiciliari e da qualche mese era stato rimesso in libertà con il
divieto assoluto di avvicinarsi alla donna ed ai suoi familiari. Un
provvedimento che non l’ha per niente intimorito tanto che lui attraverso un
profilo Facebook ha iniziato a minacciare la ragazza ed i suoi familiari,
specialmente la sorella e la nonna materna (della ragazza), con frasi
inequivocabili del tipo: “Ora che sono libero via ammazzo tutti quanti”,
fino ad avvicinarle spavaldamente in occasione dei festeggiamenti per la
Santa Patrona del capoluogo etneo e farle il segno del taglio della gola. I
gesti hanno convinto le vittime, anche per salvaguardare la ragazza ed il
figlioletto di appena 10 mesi, preteso a gran voce dal padre, a denunciarlo
ai Carabinieri di Piazza Dante. L’Autorità Giudiziaria alla quale, gli
investigatori hanno fornito prove circa l’azione persecutoria posta in
essere dal soggetto, ha ordinato l’arresto e la sottoposizione agli
arresti domiciliari.
Catania
– Bimbo 5 anni
sequestrato per riscatto prestito, CC arrestano 2
rumeni, trovato il piccolo.
I militari del Comando Provinciale di Catania hanno
arrestato nella flagranza di reato i romeni Adrian
MUTI 32enne e Valentin Gabriel NICÀ 23enne,
poiché ritenuti responsabili del concorso in sequestro
di persona a scopo estorsivo, lesioni personali e
danneggiamento. Un romeno, ieri sera, intorno alle
21:00, ha denunciato al numero unico delle emergenze il
rapimento del figlio minore avvenuto ad opera di 2
connazionali in Via Amerigo Vespucci a Catania ed ha
chiesto aiuto. Alcune pattuglie del Nucleo
Radiomobile immediatamente, tramite la Centrale
Operativa del Comando Provinciale di Piazza Verga,
giungevano sul posto. Gli equipaggi, sentendo l’uomo,
hanno ricostruito rapidamente la dinamica dei fatti
accaduti al fine di orientare immediatamente le ricerche
del minore. L’uomo, a bordo della sua auto ed
accompagnato dal figlioletto di cinque anni, stava
percorrendo la zona del mercato ortofrutticolo di San
Giuseppe La Rena quando una Moto Ape di colore verde,
con a bordo 3 individui, l’ha costretto ad arrestare
la marcia. 1 dei 3 sceso dal mezzo, ha aperto la
portiera lato passeggero della vettura e con violenza ha
prelevato il bambino trascinandolo sulla Moto Ape
gridando all’indirizzo del padre testualmente: “Se vuoi
rivedere tuo figlio restituiscimi i tremila euro!”. Il
padre nel disperato tentativo di recuperare il figlio
era costretto ad affrontare gli altri 2 complici i quali
non esitavano a colpirlo ripetutamente con calci e pugni
lasciandolo sanguinante per terra. Il terzetto, prima di
allontanarsi, avrebbe cosparso di benzina l’auto del
malcapitato dandole fuoco. I Carabinieri, acquisita la
descrizione fisico-somatica dei tre e l’ubicazione di
dove abitualmente dimoravano, ed accompagnati dal padre,
si sono recati in un palazzo abbandonato di Via
Crocefisso a Catania dove hanno trovato il 23enne. Il
soggetto inizialmente, seppur riconosciuto dal padre del
minore, avrebbe negato un suo coinvolgimento nella
vicenda ma successivamente, messo alle strette dai
militari, ha confessato. Il maldestro, intimorito, ha
chiamato al telefono uno dei complici avvertendolo che
i Carabinieri avevano scoperto tutto e li stavano
cercando. La capillare attività di ricerca del bambino,
non consentiva ai rapitori di trovare un sicuro
nascondiglio per rifugiarsi e pertanto i criminali
preferivano abbandonare il minore in Via San Giuseppe La
Rena nei pressi del campo nomadi, dove veniva ritrovato
dallo zio paterno, che l’ha soccorso in strada
sentendone il pianto a dirotto. Una pattuglia ha
provveduto a recuperare il minorenne ed altri militari
su due gazzelle si sono posti alla ricerca dei complici
rintracciando il solo 32enne in Via della Concordia. Le
motivazioni che avrebbero spinto i tre rapitori a
compiere il gesto scellerato, sarebbero da ricondurre ad
un debito di 2.000 €, che il padre del bambino aveva
contratto, in un momento di estremo bisogno, con il
32enne lo scorso dicembre. Quest’ultimo, avrebbe
preteso, dalla vittima, la somma complessiva di euro
3.000 comprensiva degli interessi maturati. Gli
arrestati, assolte le formalità di rito, sono stati
associati al carcere di Catania Piazza Lanza.
Catania
-CC
trovano deposito droga a S,Cristoforo, custode in manette. I Carabinieri della
Compagnia di Catania Piazza Dante hanno arrestato nella flagranza il
catanese Carlo PASTURA 48enne, poiché ritenuto responsabile di
detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti.Gli uomini del
Nucleo Operativo, ieri pomeriggio, nel corso di un servizio mirato al
contrasto del traffico e lo spaccio di droga nel quartiere San Cristoforo,
hanno riconosciuto il noto, già agli arresti domiciliari per reati inerenti
gli stupefacenti, il quale, preventivamente autorizzato dall’Autorità
Giudiziaria, a quell‘ora doveva trovarsi al lavoro in una officina preposta
alla lavorazione dell’Alluminio.I militari, insospettiti, per l’eccessiva
circospezione utilizzata nel muoversi tra le vie del quartiere, l’hanno
pedinato finché lui è entrato in un deposito ubicato al civico 50 di via
Testulla. I Carabinieri hanno bloccato il 48enne e perquisito il locale
rinvenendo e sequestrando diversi borsoni contenenti: 3 Kg circa di
“marijuana”, conservata in delle buste di plastica ed involucri in
cellophane; oltre 500 grammi di “hashish”, conservata in 8 involucri in
cellophane; nonché del materiale comunemente utilizzato dagli spacciatori
per preparare le dosi da smerciare al dettaglio. L’arrestato, dopo
l’udienza di convalida, è stato associato al carcere di Catania Piazza
Lanza.
Guardia
ManganoCT
– CC, 1 arrestato per rapina. I Carabinieri della Stazione di Guardia
Mangano hanno arrestato
Rosario STRANO 65enne di Acireale, in esecuzione di un ordine per la
carcerazione emesso dal Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto (ME). Il
personaggio è stato condannato per rapina aggravata in concorso, reato
commesso in data antecedente all’11 dicembre 2012 tra San Pier Niceto (ME),
Zafferana Etnea e Santa Venerina, dovrà scontare in carcere la pena
equivalente ad 1 anno, 8 mesi e 25 giorni di reclusione. L’arrestato,
assolte le formalità di rito, è stato rinchiuso nel carcere di Catania
Piazza Lanza.
Catania – Rapinatore
trasfertista in manette.
I Carabinieri della Stazione di Catania
Piazza Dante hanno arrestato
Francesco Giuseppe INDORATO 49enne catanese, su ordine di carcerazione
emesso dal Tribunale della Procura Repubblica di Bologna. Il
personaggio dovrà espiare la pena complessiva di 4 anni, 8 mesi e 28 giorni
di reclusione poiché riconosciuto colpevole di rapina e lesioni personali,
reati commessi il 17 febbraio 2014 ad Imola (BO). L’arrestato,
espletate le formalità di rito, è stato associato nel carcere di Piazza
Lanza, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.
Catania – Già ai
domiciliari nasconde in casa a Zia Lisa droga e documenti rubati. I
Carabinieri della Stazione di Catania Librino hanno sorpreso nella flagranza
il catanese Simone Alessandro RUSSO 22enne, già ristretto ai
domiciliari, poiché ritenuto responsabile di detenzione finalizzata allo
spaccio di sostanze stupefacenti e ricettazione. I militari, l’altra
notte a conclusione di una breve ma proficua attività info investigativa,
hanno fatto irruzione nell’abitazione del detenuto luogo in cui, previa
perquisizione, hanno rinvenuto e sequestrato: 100 grammi di marijuana, già
suddivisa in dosi pronte allo smercio, nonché dei documenti di identità e
carnet di assegni, risultati rubati nel lontano febbraio del 2009.L’arrestato, in
attesa dell’udienza di convalida, è stato ricollocato agli arresti
domiciliari.
Belpasso CT – Carabinieri ammanettano 1
condannato per truffa. I Carabinieri della
Stazione di Belpasso hanno arrestato
Pasquale BELLIA 57enne del posto, in esecuzione di un ordine per la
carcerazione emesso dal Tribunale di Catania.Il personaggio è
stato condannato per truffa aggravata continuata, reato commesso in più
periodi in tutto il territorio nazionale, dovrà scontare in carcere la pena
comminatagli equivalente ad 2 anni, 8 mesi e 8giorni di reclusione.L’arrestato,
assolte le formalità di rito, è stato rinchiuso nel carcere di Catania
Piazza Lanza.
Catania–
Polizia ammanetta 25enne per ricettazione, furto ed evasione.
Si tratta di Giuseppe TORRISI 25enne. Nella di Agenti della Squadra
di Polizia Giudiziaria del Commissariato Centrale, ieri sera, hanno
rintracciato e tratto in arresto Giuseppe TORRISI. Il soggetto aveva a suo
carico un Ordine di carcerazione, emesso dalla Procura della Repubblica
presso il Tribunale di Catania, dovendo scontare la pena di 1 anno, 7 mesi e
24 giorni di reclusione, nonché la multa di 8.400€. Si tratta di un
provvedimento di unificazione di pene concorrenti per reati di ricettazione,
furto ed evasione, commessi nel 2013 a Catania.
Caltagirone
CT –Carabinieri ammanettano stalker acese:minacce ad ex compagna e famiglia.
I Carabinieri della Stazione di Caltagirone hanno arrestato un acese
32enne, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal
G.I.P. del Tribunale calatino.
La fine della relazione, dalla quale era nato un bambino, ed il conseguente
affidamento alla madre non sarebbe stato accettato da lui che in una vera
e propria escalation di rabbia e violenza avrebbe preso di mira l’ex
compagna 27enne di Caltagirone e la sua famiglia. Le azioni, tradotte in
termini reali, hanno sequenza in più episodi : il danneggiamento delle
auto delle vittime, una minaccia, armato di coltello, prima alla sorella,
poi alla madre della vittima ed infine all’ex, anche con le innumerevoli
minacce telefoniche ed a mezzo sms. Lui si sarebbe rivolto alla donna la
quale, a suo giudizio sarebbe stata responsabile di avergli sottratto il
figlio, e l’avrebbe per tali motivi apostrofata con epiteti irripetibili.
Le denunce delle vittime, hanno permesso ai militari di raffigurare a
carico del persecutore un quadro probatorio pienamente condiviso
dall’Autorità Giudiziaria che, anche per salvaguardare l’incolumità del
minore oltre che della madre e dei suoi familiari, ha inteso ordinare
l’arresto e la reclusione nel carcere di Catania Piazza Lanza.
Catania– Accusato di
uxoricidio con coltellate nel CARA di Mineo:30enne del Mali in manette.La Polizia di
Stato ieri sera , ha posto in stato di fermo di indiziato di delitto:
Bill FRANCIS
30enne, cittadino del Mali,
in quanto gravemente indiziato del reato di omicidio volontario della moglie
Miracle FRANCIS, con le aggravanti di avere agito per motivi abbietti o
futili e con crudeltà. Gli
agenti della Squadra Mobile e del Commissariato di P.S. di Caltagirone nella
tarda serata del 1 gennaio, erano intervenuti presso il C.A.R.A. di Mineo
(CT) dove, in un alloggio, al primo piano, veniva rinvenuto il cadavere di
una cittadina nigeriana, identificata per Miracle FRANCIS 26enne, ospite del
centro, riverso per terra in posizione supina. Gli investigatori dei 2
uffici, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Caltagirone,
hanno avviato immediatamente le indagini volte a fare luce sull’efferato
fatto di sangue. I poliziotti hanno effettuato con l’ausilio di personale
della Polizia Scientifica un meticoloso sopralluogo nell’alloggio,
all’interno del quale veniva rinvenuto e sequestrato, accanto al corpo della
donna, un coltello da cucina, con una lama di 13 cm circa, che presentava
tracce di sangue.Il medico legale
intervenuto sul posto, a seguito di ispezione esterna, ha accertato che la
vittima presentava una ferita di arma da taglio al collo, facendo emergere
che l’autore del delitto aveva colpito la donna procurandole una profonda
lacerazione da punta che ne aveva cagionato la morte. L’alloggio, ultimati i
rilievi della Polizia Scientifica, protrattisi per tutta la notte, è stato
posto sotto sequestro.Le indagini
hanno consentito, passo dopo passo, di acquisire univoci e concordanti
indizi di responsabilità a carico di Bill FRANCIS il quale, recatosi a
trovare la moglie ed i figli minori, di 8 e 6 anni, al culmine di una lite
avrebbe colpito la donna, dandosi alla fuga. Gli investigatori hanno avviato le ricerche
del soggetto estendendole alla città di Catania. I poliziotti nel corso
della mattina e del pomeriggio di ieri 2 gennaio hanno acquisito le
dichiarazioni di alcuni cittadini stranieri dalle quali sarebbe emerso
univocamente, così come avevano già indicato i due figli minori, sentiti con
l’ausilio di psicologi, che la donna era in casa con il marito il quale, al
momento del ritrovamento del cadavere, si era già allontanato facendo
perdere le sue tracce. I servizi di localizzazione dell’utenza di Bill
FRANCIS, disposti dalla Procura della Repubblica di Caltagirone, hanno
confermato che lui, del quale veniva acquisita anche una fotografia, aveva
raggiunto la città di Catania. i poliziotti hanno approntato un dispositivo
di pattuglie volto al rintraccio del ricercato, specie nella zona della
stazione ferroviaria e dei pullman.Un equipaggio
della Squadra Mobile, ieri pomeriggio, mentre proseguivano le
investigazioni, ha individuato il soggetto nella zona del centro cittadino,
nei pressi di un Internet point. FRANCIS privo di documenti, è stato
accompagnato presso gli Uffici della Mobile dove è stata rilevata
presentare nel suo corpo di graffi ed abrasioni, compatibili con una
colluttazione avuta con la vittima. Gli investigatori della Polizia
Scientifica hanno espletato attività mirate finalizzata alla ricerca di
eventuali tracce di sostanza ematica e/o tracce biologiche sia sul soggetto
che sull’abbigliamento indossato, che veniva posto sotto sequestro. Le
investigazioni hanno appurato, inoltre, che la presenza di Bill FRANCIS nei
pressi dell’Internet point non era casuale. Lui, sembrava volesse incassare
una somma di danaro in contanti che gli avrebbe consentito di raggiungere il
Nord Italia e poi l’estero.FRANCIS in
occasione del controllo, alla richiesta al di mostrare quanto in suo
possesso, avrebbe estratto dalla tasca dei pantaloni un foglio manoscritto
in cui erano segnati i nominativi della moglie e dei figli. Il soggetto,
durante la permanenza negli uffici di polizia, in presenza di un interprete,
non ha reso dichiarazioni, si sarebbe lmitato ad affermare di non essersi
mai recato presso il C.A.R.A. di Mineo (CT). Bill FRANCIS, nella tarda
serata di ieri, alla luce dei gravi e concordanti indizi di responsabilità
raccolti a suo carico, veniva posto in stato di fermo di indiziato di
delitto per omicidio volontario, con le aggravanti di avere agito per motivi
abbietti o futili e con crudeltà, ed è stato associato nel carcere di
Catania a piazza Lanza a disposizione del Sostituto Procuratore di turno
presso la Procura della Repubblica di Catania.
Adrano
CT - Assalto a furgone tabacchi
e Monopoli, CC 2 in carcere.
I
Carabinieri della Stazione di Adrano hanno arrestato Maurizio SCARPATO
27enne ed Alessandro IMBROSCIANO 29enne entrambi del posto, in
esecuzione di un ordine per la carcerazione emesso dalla Corte di Appello di
Catania.I 2 il 23 marzo del 2016
erano parte del commando che rapinò un furgone trasporto tabacchi per conto
dei Monopoli di Stato (valore 100.000 euro). Arrestati, sono stati
giudicati e ritenuti colpevoli di rapina aggravata in concorso e
ricettazione, reati per i quali è stata comminata per ambedue una pena
equivalente ad 3 anni e 4 mesi di reclusione. Gli arrestati, assolte le
formalità di rito, sono stati associati al carcere di Catania Piazza Lanza.
Catania- CC eseguono carcerazione per associazione
tipo mafioso, rapina ed estorsione in concorso, residuo 6 mesi. I
Carabinieri della Stazione di Catania Librino hanno arrestato il catanese
Ignazio CAVALLARO 51enne, in esecuzione di un ordine per la
carcerazione emesso dal Tribunale di Catania.il
personaggio è ritenuto colpevole dai giudici di associazione di tipo
mafioso, rapina ed estorsione in concorso, per reati commessi a Catania nel
2010. CAVALLARO dovrà espiare un residuo pena equivalente a mesi 6
di reclusione.
L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato associato al carcere di
Catania Piazza Lanza.
Mascali
CT
– Blitz CC in casa pusher, trovata marijuana e semi. I Carabinieri
della Stazione di Mascali, collaborati dai colleghi della locale Stazione,
hanno arrestato ai domiciliari nella flagranza Ignazio URSÌ 25enne
di Piedimonte Etneo, poiché ritenuto responsabile di detenzione finalizzata
allo spaccio di sostanze stupefacenti.I
militari, la scorsa notte, a conclusione di una breve ma proficua attività
info investigativa hanno fatto irruzione nell’abitazione del giovane pusher
a Piedimonte Etneo. Gli investigatori nel luogo, previa perquisizione, hanno
rinvenuto occultati all’interno di alcuni mobili e sequestrato: 30 grammi
di “marijuana”,suddivisa in 100 dosi, nonché 250 semi di canapa
indiana, 1 bilancino elettronico di precisione e del materiale comunemente
utilizzato per il confezionamento delle dosi di stupefacente. L’arrestato,
in attesa della direttissima, è stato relegato agli arresti domiciliari.
Catania
- Spaccio, a Borgo, CC Lupi bloccano 3
in azione e sequestrano ½kg droga. I militari del Nucleo Investigativo
del Comando Provinciale di Catania hanno arrestato ai domiciliari nella
flagranza i catanesi Adriano GRASSO 28enne, Federico GRASSO
25enne e Gabriele BERETTI 30enne, poiché ritenuti responsabili del
concorso in spaccio e detenzione illecita di sostanze stupefacenti. I personaggi, avevano organizzato un’area di
spaccio tra le Vie Consolazione e Guglielmo dividendosi scrupolosamente le
mansioni: BERETTI, posto all’angolo tra le 2 strade e con in testa un casco
da moto di colore nero, fungeva da vedetta ed indirizzava i clienti in Via
Guglielmo dove ad attenderli vi era Adriano GRASSO che prendeva le
“ordinazioni” ed allontanandosi di una ventina di metri raggiungeva
Federico GRASSO “custode della droga” posta sul muro di cinta di una casa
diroccata da dove passava al complice le dosi richieste da piazzare in
cambio di denaro alla clientela. L’urlo della vedetta alla vista dei
Carabinieri, lanciato in tipico gergo catanese: “Auu, Occhiu!!!”, a
nulla è valso, in quanto i militari della Squadra Lupi sono riusciti in
pochi secondi a bloccare ed ammanettare la vedetta ed il pusher scovando
dentro la casa diroccata il terzo complice mentre cercava di nascondere 2
buste di plastica contenenti in totale 540 grammi di marijuana di cui una
parte, 38 dosi, già pronta ad essere smerciata. La droga è stata posta
sotto sequestro mentre gli arrestati, in attesa della direttissima, sono
stati relegati agli arresti domiciliari.
Paternò CT – Evaso dai domiciliari è preso a
spasso in festa patronale, CC condotto in carcere.
I Carabinieri della Stazione di Paternò, la notte scorsa, hanno arrestato
nella flagranza
Carmelo ASERO30enne del posto, poiché ritenuto responsabile
di evasione.I militari di
pattuglia a piedi l’hanno sorpreso in Piazza Santa Barbara mentre stava
partecipando ai preparativi per la festa della Santa Patrona di Paternò in
evidente violazione della misura detentiva che lo voleva relegato agli
arresti domiciliari.L’arrestato,
assolte le formalità di rito, è stato associato nel carcere di Catania a
Piazza Lanza.
Catania
- Gruppo Picanello, CC sequestrano beni Pavone.
I militari del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando
Provinciale Carabinieri di Catania, su delega di questa Procura Distrettuale
della Repubblica, hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro dei beni,
emesso dal Tribunale di Catania – sezione misure di prevenzione ai sensi
del D. Lgs. 159/11 (Codice
delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione),
finalizzato alla successiva confisca, nei confronti di Lorenzo PAVONE47enne nato a Catania, in atto detenuto. Le indagini patrimoniali
svolte dai Carabinieri, relative al periodo 2005-2016, hanno fatto emergere
che al Pavone, apparentemente impossidente, sono invece riferibili, in modo
indiretto e per il tramite di intestazioni fittizie, beni immobili e mobili
e attività di impresa, il cui valore appare sproporzionato rispetto ai
redditi dichiarati dal soggetto e dai componenti il suo nucleo familiare.
Oggetto di sequestro sono: 1 appartamento a Catania; 2 auto ed 1 moto ;
1 impresa individuale (rosticceria) a Catania, del valore complessivo di €
250.000 circa. Il personaggio è stato più volte condannato per associazione
di tipo mafioso, in particolare: con sentenza del 14 dicembre 2004, la
Corte di Assise di Appello di Catania l’ha condannato alla pena di 4 anni
e 6 mesi di reclusione per aver partecipato all’associazione mafiosa “Santapaola”;
il 10 dicembre 2014, il G.U.P. del Tribunale di Catania l’ha condannato
alla pena di 8 anni di reclusione per associazione di tipo mafioso
nell’ambito dell’operazione denominata “Fiori Bianchi”; con sentenza del
19.06.2015, la Corte di Appello di Catania lo ha condannato alla pena di
anni sei di reclusione, per estorsione aggravata; con sentenza del 10
dicembre 2016, la Corte di Appello di Catania l’ha condannato alla pena di 2
anni e 6 mesi di reclusione, per aver partecipato all’associazione
mafiosa “Santapaola”. Il personaggio per ultimo, il 9 gennaio 2017,
nell’ambito dell’operazione denominata “Orfeo”, è stato raggiunto da un’
ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. di Catania in quanto
gravemente indiziato di aver fatto parte con ruolo direttivo ed
organizzativo all’associazione mafiosa “Santapaola” ed in particolare del
gruppo di “Picanello”.
Catania– CC, 1 romeno
in carcere per furto in abitazione. I militari del Nucleo Radiomobile
del Reparto Operativo Carabinieri di Catania hanno arrestato Costid Dorinel
VENACHE 28enne romeno, in esecuzione ad un ordine di carcerazione
della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna, dovendo espiare
1 anno e 9 mesi di reclusione per furto aggravato in concorso e violazione
di domicilio. L’arrestato, dopo le formalità di rito, è stato tradotto
presso il Carcere di Piazza Lanza a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Catania
- Rapina
Banca in Toscana, CC 21enne catanese ai domiciliari.
I militari della Tenenza Carabinieri
di Misterbianco (CT), di mattina, hanno arrestato un 21enne catanese
in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare del Tribunale di
Firenze in quanto responsabile di una rapina commessa nel settembre 2016
presso l’istituto di credito “CARIPARMA” di Sesto Fiorentino (FI).Il giovane è
stato sottoposto in regime di custodia domiciliare come disposto
dall’Autorità Giudiziaria.
Catania -
72enne siracusano ruba tartaruga argento in negozio, filmato e scoperto,
restituisce e dice colpo per scaramanzia.
Il
titolare di un’attività commerciale in centro storico, nei giorni scorsi,
aveva presentato una querela presso il Commissariato Borgo-Ognina e
rappresentato che un cliente, approfittando della sua distrazione, aveva
sottratto dal bancone una statuetta raffigurante una tartaruga in argento,
dal valore economico 100 euro, nascondendola nel giaccone.Il commerciante,
accortosi di tale ammanco il giorno successivo, era riuscito ad acquisire
alcuni elementi utili ai fini delle indagini e li ha allegati alla querela.La polizia a
seguito di mirata attività investigativa, era giunta all’identificazione
del malfattore, C.F. di 72 anni, di Siracusa, con precedenti
specifici per reati contro il patrimonio che, visti i fatti, è stato
indagato in stato di libertà per il reato di furto aggravato.L’autore del
misfatto è stato individuato grazie ad un sistema di video telecamera e ad
una copia del documento d’identità che lo stesso aveva utilizzato
all’interno di un esercizio commerciale del centro storico per intestarsi
una scheda telefonica sim, circostanza che sicuramente aveva dimenticato. Il
maldestro di fronte all’evidenza dei fatti, ha confessato e spontaneamente
ha dichiarato di avere compiuto tale gesto per “scaramanzia”.L’indagato, il
giorno dopo, si è recato presso l’esercizio commerciale, si è scusato ed
ha restituito la tartaruga al legittimo proprietario che, vista la
restituzione, ha ritirato la querela.
Viagrande CT – CC, 1 in
carcere: estorsione in concorso ad Acireale.
I Carabinieri della Stazione di Viagrande hanno arrestato Giuseppe
FICHERA
46enne, del luogo, su ordine di esecuzione per espiazione pena detentiva
emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello
di Catania. Il soggetto, ritenuto colpevole di un’estorsione in concorso
commessa ad Acireale nel 2009, dovrà scontare la pena di 3 anni e 6 mesi di
reclusione.L’arrestato, espletate le formalità di rito, è stato ristretto
nel carcere di Piazza Lanza, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.
Aci Catena
CT - Donna vittima di stalker, molestata e
perseguitata, CC 1 in carcere.
I Carabinieri della Stazione di Aci Catena hanno
arrestato un 50enne, del luogo, in esecuzione di
una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa
dal Tribunale di Catania, poiché indagato per atti
persecutori. Lui era già ai domiciliari, per aver
violato il divieto di avvicinamento ai luoghi
frequentati dall’ex convivente, ed aver continuato a
perseguitare e molestare la donna seguendola ed
appostandosi nei pressi dell’abitazione. L’Autorità
Giudiziaria valutata la gravità della situazione,
tenendo conto delle ripetute violazioni commesse dal
soggetto ed accertate dai Carabinieri, ha ritenuto
opportuno aggravarne la misura restrittiva ordinando
l’arresto ed il trasferimento nel carcere di Catania
Piazza Lanza.
Catania
– GuardiaCoste salva bagnante da
annegamento a S.G. Li Cuti. La
Sala Operativa della Capitaneria di porto di Catania, ieri pomeriggio, è
stata allertata da una segnalazione pervenuta al numero d’emergenza in mare
1530, ed è stata impegnata nel coordinamento delle operazioni di ricerca e
salvataggio di un bagnante in difficoltà nelle acque antistanti località S.
G. LI CUTI. Lo sfortunato nuotatore era stato sorpreso dal repentino
peggioramento delle instabili condizioni meteo marine delle ultime ore. Le
operazioni di soccorso sono scattate immediatamente, grazie alla tempestiva
segnalazione effettuata da una cittadino che ha notato, nei pressi del
solarium di Piazza Europa, il bagnante in una situazione di evidente
pericolo. L’arrivo immediato in zona della Motovedetta della Guardia
Costiera CP 888, impiegata nelle operazioni di ricerca e soccorso 24 ore su
24, ha con un tempestivo intervento tratto in salvo il malcapitato
trasportandolo, successivamente, presso i locali della Capitaneria di Porto
di Catania. Il bagnante è stato affidato alle cure del personale medico
del 118. I sanitari, dopo aver constatato la presenza di crampi agli arti
inferiori ed un principio d’ipotermia, ha provveduto al trasporto in
ambulanza del malcapitato presso un nosocomio cittadino per le verifiche
sanitarie del caso.
Catania
–Nascituro messo in vendita su Facebook: Polizia Postale
denuncia donna TROLL.
La Procura
Distrettuale della Repubblica di Catania ha indagato in
stato di libertà una donna di 28 anni residente a Milano
per avere pubblicato on line un annuncio in cui
proponeva a terzi la vendita del proprio nascituro. Tale
condotta è sanzionata penalmente dall’art.71 legge
184/83.L’indagine è stata
avviata a seguito del rinvenimento, da parte del
personale del Compartimento Polizia Postale e delle
Comunicazioni di Catania, di un annuncio sulla pagina
Facebook “Compro e vendo tutto” in cui una
utente, asserendo di essere al quinto mese di gravidanza
e pubblicando l’ecografia del feto, proponeva il
nascituro al miglior offerente con prezzo di partenza di
10.000 euro.Le indagini della Polizia
Postale hanno consentito di identificare l’utente che è
stata sottoposta a perquisizione domiciliare ed
informatica prontamente disposta dalla Procura
Distrettuale di Catania ed eseguita dalla Polizia
Postale di Milano.L’indagata,
coniugata, con un impiego di addetta in un esercizio
commerciale, ha ammesso di essere stata l’autrice
dell’annuncio ma ha riferito di averlo scritto in
maniera provocatoria, in qualità di “troll”,
ovvero utente che pubblica messaggi provocatori con la
finalità di creare disturbo e fomentare gli utenti. La
donna, che non era in stato di gravidanza, aveva
prelevato l’immagine della ecografia in Rete da un
gruppo web di mamme e, per attirare l’attenzione nel
gruppo Facebook, l’aveva pubblicato con allegata la
proposta di vendita. Un troll, termine che deriva
dalla mitologia scandinava, nel gergo di internet è un
soggetto che interagisce con altri nell’ambito degli
spazi virtuali, pubblicando scritti possibilmente falsi,
diffamatori, molesti, fortemente provocatori, al fine di
attirare l’attenzione, fomentare le discussioni e
disturbare.La Polizia Postale
consiglia di non rispondere ai troll, ignorando
le provocazioni e segnalando, comunque, i contenuti che
potrebbero configurare reati procedibili d’ufficio o
imminenti pericoli al fine, in ogni caso, di verificarne
la fondatezza. Coloro che si rendono autori di tali
condotte possono rendersi responsabili di illeciti
penalmente o civilmente perseguibili.
MisterbiancoCT–
Carabinieri bloccano 1 rapinatore in azione a distributore benzina. I
militari della Tenenza di Misterbianco hanno arrestato nella flagranza
Orazio CASTRO21enne, già sottoposto al divieto di ritorno nel
comune di Misterbianco ed all’obbligo di soggiorno a Catania. il giovanecon
altri due complici, stanotte, è giunto a bordo di una Lancia Delta in un
distributore carburanti nella strada per San Giovanni Galermo. I rapinatori
con i volti travisati da passamontagna ed armati di coltello, hanno
aggredito l’addetto alla cassa facendosi consegnare la somma in contante di
100 euro. Una pattuglia, che in quel momento stava transitando in quella
strada, ha notato la scena criminosa ed è intervenuta immediatamente. I tre
rapinatori, accortisi dell’arrivo dei militari, hanno tentato la fuga
prendendo direzioni diverse. Il 21enne dopo un breve inseguimento è stato
raggiunto in via Poggio Lupo e bloccato, mentre gli altri due rei sono
riusciti a dileguarsi. L’auto Lancia Delta, risultata rubata il 14
settembre scorso a Catenanuova, è stata restituita al legittimo
proprietario.Il coltello ed il
passamontagna utilizzati dal fermato sono stati sequestrati. La somma
rapinata è stata recuperata e restituita al responsabile del distributore
carburanti. La vittima, che durante la rapina è stata aggredita dai
malviventi, ha riportato un trauma contusivo alla spalla sinistra guaribile
in 7 giorni.Le indagini sono
ancora in corso al fine di identificare i due fuggitivi. L’arrestato,
espletate le formalità di rito, è stato associato nel carcere di Piazza
Lanza, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.
Catania
– Prostituzione su web e strada,
carabinieri ammanettano coppia che organizza chat incontri. 2
arrestati per sfruttamento della prostituzione. I Carabinieri della
Compagnia di Catania Piazza Dante collaborati dai militari del Nucleo
Radiomobile, della Compagnia d’Intervento Operativo del
battaglione "Sicilia" hanno effettuato un servizio straordinario di
controllo del territorio finalizzato al contrasto della prostituzione nel
capoluogo etneo. I militari del Nucleo Operativo di piazza Dante hanno
arrestato nella flagranza un 43enne e la convivente di 37 anni,entrambi catanesi, per il concorso in favoreggiamento e sfruttamento
della prostituzione. I Carabinieri hanno accertato che la 37enne, tramite
un’inserzione fatta dal convivente tramite un sito web di incontri hot,
contattava i clienti e concordava con loro prezzo e modalità delle
prestazioni sessuali offerte da una catanese di 45 anni al soldo della
coppia. Lui invece accompagnava la clientela nell’appartamento dove l’amica
riceveva, previo il pagamento per ogni prestazione, la somma di 100 euro.
Gli arrestati, in attesa della direttissima, sono stati relegati agli
arresti domiciliari. I Carabinieri hanno anche svolto contrasto alla
prostituzione nel centro cittadino. I militari hanno bloccato 7 donne
durante i controlli nelle aree di via Don Luigi Sturzo, Corso dei Martiri
della Libertà, via di Prima, Piazza Spirito Santo, Viale Africa, Piazza Papa
Giovanni XXIII°, Piazza Galatea, Piazza Europa e nei pressi del porticciolo
Rossi. I carabinieri hanno identificato le 7 ragazze mentre stavano
esercitando l’attività e 10 clienti, “pizzicati” proprio nel momento in cui
facevano salire in macchina le prostitute o mentre le riaccompagnavano in
strada. Una prostituta 21enne originaria delle Romania, già allontanata
dall’Italia nel 2015, è stata denunciata alla Procura della Repubblica di
Catania per violazione della normativa vigente in materia di limitazione al
diritto di ingresso e di soggiorno per i cittadini dell'U.E., essendo
rientrata nel territorio nazionale prima dei 5 anni previsti. Ai dieci
clienti sono state contestate sanzioni per un importo totale di 3.400 euro
in applicazione della legge 48/2017 e dell’ordinanza del Sindaco di Catania
50/2017. I Carabinieri nel contesto di tale servizio hanno identificato due
parcheggiatori abusivi ai quali sono stati sequestrati oltre 3.000€ ed
elevate contravvenzioni per l’ammontare di 2.000€.
Trecastagni
CT- Paziente in
Guardia Medica, dopo le cure violenta dottoressa, preso
ancora seminudo dai CC.
Il soggetto che ha violentato il medico 51enne è un
26enne abitante Santa Venerina. L’autore del turpe
gesto, la notte scorsa intorno alle 02,30, si era
presentato nella Guardia Medica di Via Agostino De
Pretis a Trecastagni,per ricevere cure ed assistenza.
L’individuo, dopo aver ricevuto l’auto medico dalla
dott.ssa di turno le ha usato violenza sessuale. Il
turpe, già noto, è stato bloccato ed arrestato dai
Carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di
Acireale mentre era ancora seminudo. Il personaggio ha
anche cercato di fuggire dalla struttura, ma invano. La
donna 51enne vittima, della violenza si trova ancora
ricoverata all’Ospedale di Acireale per gli accertamenti
sanitari di rito. L’arrestato, dopo le formalità di
rito, è stato associato nel carcere di Catania Piazza
Lanza.
Catania
-
Scippò donna 80enne, identificato dai Carabinieri. I militari della
Stazione di Catania Piazza Verga nei giorni scorsi hanno eseguito una
ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del catanese
Antonio CRISTALDI 42enne, indagato di rapina aggravata in concorso,
lesioni personali ed evasione.Il soggetto il
26 ottobre 2016, aiutato da una donna di 34 anni, già arrestata dai
Carabinieri di Piazza Verga nel febbraio scorso per il medesimo reato, dopo
essere evaso dai domiciliari, bloccò in Via Fabio Filzi una pensionata di 80
anni strappandole gli orecchini dai padiglioni auricolari e fuggendo su di
una Citroen C2 guidata proprio dalla complice. Gli
investigatori, ricostruendo minuziosamente il reato, attraverso i filmati
delle telecamere attive nella zona, hanno rilevato la targa dell’auto
risalendo alla identità della donna per poi riuscire a dare un volto
all’autore materiale. Il quadro probatorio rappresentato dai Carabinieri
all’Autorità Giudiziaria ha consentito al G.I.P. del Tribunale di Catania di
emettere il provvedimento restrittivo che è stato notificato all’indagato
nel carcere di Enna dov’è rinchiuso per altra causa.
Catania-
Colf italiana ruba assegni e bancomat ad assistita 79enne, 2 sorelle
denunciate. Si tratta della colf M.P.C.
55enne e della congiunta coetanea A.E.C. Una donna anziana, nei
giorni scorsi, ha denunciato lo smarrimento dei documenti d’identità e del
bancomat presso il Commissariato Borgo-Ognina. La vittima, poi si è recata in banca e chiedere
l’emissione di un nuovo bancomat e, casualmente, si è accorta che erano
stati incassati a sua insaputa 3 assegni per un importo totale di 9000€ (1
da 5000€ 2 da 2000€), quindi buona parte dei suoi risparmi derivanti dalla
pensione. La vittima a questo punto, ha presentato una seconda denuncia di
furto affermando che ignoti avevano asportato un blocchetto di assegni posto
sopra il comodino nella stanza stanza. La vittima ha indirizzato i suoi
sospetti sulla sua collaboratrice domestica, italiana, 55enne e priva di
contratto di lavoro, quindi in nero. I poliziotti, a seguito di attività
investigativa, sono riusciti a ricostruire i fatti ed identificare la
responsabile dell’inganno. La domestica M.P.C., in base alla
ricostruzione dei fatti, dopo aver rubato gli assegni ed i documenti, ha
consegnato la refurtiva alla propria sorella A.E.C. La congiunta,
nei giorni seguenti e con le dovute cautele, ha cambiato i titoli presso più
istituti bancari incassando il denaro in contante in modo da disperderne le
tracce ed a tal fine, è riuscita altresì ad eludere i controlli delle banche
apponendo sui titoli firme verosimili, circostanza resa possibile grazie
anche al furto del documento d’identità dove vi è apposta la firma per
esteso. La donna badante che ha asportato gli assegni a questo punto è
stata indagata in stato di libertà per il reato di furto mentre la sorella
per ricettazione. Le 2 sorelle, una volta smascherato il disegno criminoso,
hanno ammesso le loro responsabilità senza tuttavia restituire, ad oggi, le
somme di denaro. La polizia ha accertato che la responsabile del furto
annovera numerosi precedenti penali specifici per aver in passato rubato
presso altre abitazioni, secondo le medesime modalità e celandosi sotto la
veste di colf.
Palagonia
CT – Carabinieri ammanettano stalker.
Il soggetto era ossessionato ed ha perseguitato l’ex fino al carcere. I
Carabinieri della Stazione di Palagonia hanno arrestato un 25enne del posto,
in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal
GIP del Tribunale di Caltagirone. Lo stalker, non accettando la decisione
della convivente sua coetanea di lasciarlo, aveva continuato a vessarla con
ogni possibile mezzo creando nella donna una stato d’ansia che nel tempo ne
aveva minato il regolare vivere quotidiano. La vittima, seppur terrorizzata,
ha trovato il coraggio di rivolgersi ai carabinieri denunciando gli
accadimenti. I militari, ricostruendo i fatti narrati dalla poveretta, sono
riusciti a raffigurare a carico del soggetto un quadro probatorio tale da
convincere il giudice ad ordinarne l’arresto e la reclusione nel carcere di
Caltagirone poiché indagato del reato di “atti persecutori”.
Motta
S.Anastasia CT-
Picchia convivente, Carabinieri l’ammanettano.
I militari della locale Stazione a
Motta S.Anastasia, la scorsa notte, hanno arrestato nella flagranza un
53enne del posto, già noto, poiché ritenuto responsabile di maltrattamenti
in famiglia e resistenza a pubblico ufficiale. I vicini, sentendo le urla
provenire dall’abitazione della coppia, hanno chiamato il 112. La
pattuglia dell’Arma giunta immediatamente sul posto ed entrando in casa ha
trovato la donna 47enne, in un grave stato di disagio psicofisico scaturito
dalla precedente aggressione, prima verbale poi fisica, patita per l’azione
del convivente. Lui, per sottrarsi all’arresto si è scagliato contro i
militari che, dopo una concitata colluttazione, sono riusciti a renderlo
inoffensivo ammanettandolo. La vittima, rassicurata dalla presenza dei
carabinieri, ha trovato il coraggio di denunciare le pregresse molestie e
minacce subite che giorno dopo giorno l’avevano relegata, per paura, ad un
ruolo di pura sottomissione all’individuo. L’arrestato, in attesa di
giudizio, è stato allontanato e ristretto ai domiciliari in un’altra
abitazione della provincia etnea.
Catania
– Sfilano
borsa ad anziana seduta in auto parcheggiata: 2 indagati in libertà.
Agenti delle volanti dell’U.P.G.S.P., ieri sera, hanno denunciato libertà
2 giovani: un 31enne ed un 26enne, i quali, il giorno precedente, avevano
perpetrato un furto con destrezza ai danni di un’anziana signora. La
vittima era ferma nella sua auto in sosta, quando è stata depredata della
borsa contenente denaro ed altri effetti personali. I poliziotti, alla luce
della descrizione fornita dalla vittima in sede di denuncia, sono riusciti
a rintracciare gli autori dell’illecito. I due ragazzi, sono stati condotti
in Questura ed alla presenza del legale di fiducia, hanno ammesso le loro
responsabilità. I maldestri conseguentemente sono stati indagati in libertà
per il reato di furto aggravato.
Catania– Polizia sequestra
a Vaccarizzo lido con bar,
ristorante, pizzeria e discoteca abusivi.
Agenti del Commissariato Borgo-Ognina, Corpo Forestale della Regione Sicilia
ed ASP, nei giorni scorsi, in ottemperanza alle disposizioni del Questore,
hanno effettuato controlli straordinari mirati alla tutela della salute
pubblica, dell’ambiente e della fauna protetta.Il controllo effettuato presso una
struttura in località Vaccarizzo, dove insiste uno stabilimento balneare
con annessi bar, ristorante, pizzeria, discoteca che comprende anche
bungalow con cucina
ha assunto particolare rilievo.L’intera struttura è risultata completamente
abusiva ed insistente nella zona “B” della riserva naturale “Oasi del Simeto”,
inoltre, sul bagnasciuga prospiciente lo stabilimento si trova una piccola
area delimitata dal WWF quale luogo di ovodeposizione della tartaruga
“Caretta Caretta”, specie marina protetta.Il titolare del lido non è stato
trovato sul posto poiché sottoposto alla misura cautelare degli arresti
domiciliari, tuttavia, in qualità di gestore è stato identificato il padre,
al quale sono state contestate numerose violazioni di carattere penale e
amministrativo.Il locale non possiede l’autorizzazione per le
attività di stabilimento balneare, di bar/pizzeria e di discoteca ed è
risultato privo, altresì, della prevista concessione demaniale e del
certificato di agibilità per le strutture edilizie e alberghiere. I
poliziotti hanno accertato che l’intera struttura non possiede
l’autorizzazione comunale per lo scarico delle acque reflue, sia “bianche”
che “nere”.Gli agenti hanno riscontrate scarse condizioni
igienico-sanitarie, alimenti surgelati non indicati come tali nel menù
esposto al pubblico, alimenti privi di tracciabilità ed ancora, sono state
accertate numerose violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro
quali estintori scaduti, mancanza di spogliatoi e precarie condizioni
dell’impianto elettrico, attrezzature sprovviste di sistemi di sicurezza. I
poliziotti hanno anche trovato dipendenti non in regola con la normativa sul
lavoro.Accertamenti successivi, hanno fatto emergere
che già in passato l’esercizio posto a controllo era stato sottoposto a
sequestro penale senza che fosse intervenuto un successivo provvedimento di
dissequestro.Il titolare, alla luce di quanto esposto, è
stato indagato in libertà per i reati di: violazione di sigilli (art. 349
c.p.), per frode in commercio (art.515 c.p.), per occupazione abusiva di
spazio demaniale (art. 1161 cod. navigazione), per abusivismo edilizio (art.
44 DPR 380/2001), per scarico delle acque reflue illegale (decr. Leg.vo
152/2006) e per violazione aree protette (Legge n. 394/1991). Sono state
irrogate sanzioni amministrative per svariate migliaia di euro.
Catania- Autista
Amt aggredito, condanna Ugl Catania e solidarietà a lavoratore. Il
segretario generale territoriale della Ugl etnea Giovanni Musumeci ed il
segretario provinciale di Ugl trasporti autoferrotranvieri Giuseppe
Scannella, hanno inviato un messaggio di solidarietà e vicinanza al
lavoratore aggredito ed affermano a chiare lettere : “In città non c’è più
rispetto per il servizio pubblico e per chi vi lavora. La società è malata.
L’aggressione all’autista dell’Amt, avvenuta nella giornata di ieri, è
l’ennesimo campanello di allarme del fatto che in città non c’è più rispetto
per il servizio pubblico e per chi vi lavora. Un giorno vengono aggrediti i
medici ed il personale sanitario nei pronto soccorso, un altro giorno
vittime sono gli agenti della polizia municipale od i dipendenti Sidra, ed
oggi a pagare le spese è nuovamente un dipendente Amt. Questo è il chiaro
segnale che la nostra società è sempre più malata, poiché sopraffazione,
insolenza e arroganza stanno sempre più prendendo il sopravvento.
Apprezziamo l’intervento del primo cittadino Enzo Bianco, il cui richiamo a
fare quadrato certamente ci trova concordi e disponibili a collaborare per
il rispetto delle regole e, soprattutto, di chi si reca a lavorare per
offrire un servizio pubblico, portare a casa il pane e non dover invece
subire una simile violenza.”
Santa
Maria di Licodia – CC
1 in carcere per maltrattamenti
in famiglia.I Carabinieri della Stazione di Santa
Maria di Licodia hanno arrestato un 45enne del luogo, su ordinanza di
custodia cautelare in carcere per maltrattamenti in famiglia. Il GIP
concordando in pieno con le risultanze investigative fornite dai
Carabinieri, a conclusione di un’articolata indagine scaturita a seguito
della denuncia dell’ex moglie, ha ritenuto lui fosse responsabile di
costanti violenze fisiche e minacce nei confronti della donna che le hanno
cagionato un perdurante e grave stato d’ansia, paura e timore,
costringendola anche a cambiare le proprie abitudini di vita. Il 45enne, già
in precedenza, per le sue condotte era stato sottoposto alla misura
cautelare di allontanamento dalla casa coniugale ed al divieto di
avvicinamento alla vittima, provvedimento ripetutamente disatteso.
L’arrestato, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, è stato associato
nel carcere di Piazza Lanza.
Mascalcia
CT – CC bloccano giovane evaso dai domiciliari. I Carabinieri della
Tenenza di
Mascalucia hanno arrestato
Giovanni PUSILLICO, 24enne, per evasione.Il giovane,
benché sottoposto agli arresti domiciliari, stamani è stato riconosciuto e
bloccato dai militari mentre era sulla pubblica via, fuori dalla sua
abitazione senza alcun giustificato motivo, in palese violazione dei vincoli
restrittivi a cui era sottoposto. L’arrestato è stato posto nuovamente ai
domiciliari in attesa di essere giudicato con rito direttissimo, come
disposto dall’Autorità Giudiziaria.
Caltagirone
CT - Perseguita ex convivente :Carabinieri, stalker ai domiciliari.I militari della Stazione di Caltagirone hanno
arrestato ai domiciliari un 28enne del posto, in esecuzione di una misura
cautelare emessa dal GIP del Tribunale calatino. Il giovane non accettando
la fine del rapporto di convivenza con una coetanea, anche lei del luogo,
l’aveva fin dal giugno del 2016 vessata attraverso ingiurie, minacce e delle
vere e proprie aggressioni fisiche, tali da indurre la donna a denunciarlo
ai militari della locale Stazione.Le indagini
dei Carabinieri, confermando in pieno quanto lamentato dalla vittima, hanno
consentito di raffigurare a carico del soggetto un quadro probatorio
recepito in toto dall’Autorità Giudiziaria che ne ha ordinato l’arresto con
misura domiciliare.
Catania
– Agenti bloccano guidatore
ubriaco ed armato di coltello.
A.R. andava in giro in auto completamente ubriaco ed armato di un coltello a
serramanico. Il soggetto la sera dello scorso 29 luglio è stato denunciato
in libertà dagli uomini delle Volanti, per i reati di minaccia grave, porto
abusivo di coltello, oltraggio, resistenza e minacce a P.U. L’operazione è
stata condotta grazie anche all’ausilio di una pattuglia dell’Esercito
impegnata nel programma “strade Sicure” che ha incrociato il veicolo del
personaggio, bloccandolo in attesa dell’immediato arrivo delle Volanti.
L’allarme è scattato poco prima delle 22, dalla Sala operativa che ha
diramato una nota radio circa un individuo probabilmente ubriaco che,
viaggiava a bordo della sua auto. Il guidatore si era fermato per il
traffico nella zona del Faro Biscari ed aveva impugnato un coltello,
pronunciando frasi sconnesse rivolte agli automobilisti che gli erano
vicini; dopodiché, lui si era allontanato in direzione della Stazione
Centrale.Gli agenti hanno avviato la ricerca della vettura segnalata che,
grazie all’accerchiamento della zona verso cui era diretta, è stata
prontamente individuata e bloccata. I poliziotti intervenuti al momento del
controllo, si sono subito accorti sia del coltello a serramanico che l’A.R.
aveva sul sedile del passeggero, che dello stato d’ebbrezza alcolica del
guidatore che ha pure provato ad opporre resistenza agli agenti. Il
fermato è stato sottoposto in Questura al test alcolemico che ha rilevato
un tasso di 1,72 g./l, oltre il triplo del massimo consentito; ciò ha
comportato una denuncia penale, ai sensi dell’art. 186 del Codice della
Strada, che prevede l'ammenda da 1.500 a 6.000 euro, l'arresto da sei mesi
ad un anno e ulteriori sanzioni amministrative.
Catania
–Carabinieri, preso incendiario auto in Piazza Verga:
nascosto in casa materna è grave. I Carabinieri della Stazione di
Catania Piazza Verga, la scorsa notte, hanno arrestato nella flagranza un
37enne di Catania, poiché ritenuto responsabile di incendio doloso.Il soggetto nella
notte tra il 27 ed il 28 luglio scorsi con fredda premeditazione aveva
parcheggiato la sua Fiat Panda negli stalli riservati alle autovetture di
servizio del Comando Provinciale Carabinieri di Catania e cospargendola di
liquido infiammabile le aveva dato fuoco fuggendo subito via. Il militare
di servizio alla caserma, per fortuna, accortosi delle fiamme, aveva dato
l’allarme consentendo l’immediato intervento dei pompieri che riuscivano a
domare l’incendio prima che raggiungesse gli altri veicoli parcheggiati. L’analisi
delle immagini video, dove peraltro si notava che anche l’individuo era
stato avvolto dalle fiamme ed i successivi accertamenti sull’auto hanno
consentito ai militari di Piazza Verga di dare un nome al piromane. Il
soggetto è stato rintracciato dopo qualche ora di ricerche a casa della
madre. Il maldestro, gravemente ustionato alle braccia ed al volto, è stato
immediatamente portato dagli stessi Carabinieri al pronto soccorso
dell’Ospedale Cannizzaro di Catania, luogo in cui i sanitari di turno, data
la gravità delle ustioni – 2° e 3° grado – ne hanno disposto il ricovero
d’urgenza nel reparto di terapia intensiva. I medici hanno sottolineato che
grazie al tempestivo trasporto del soggetto in ospedale hanno potuto
salvargli la vita, evitandogli anche l’amputazione delle mani. I militari
hanno ipotizzato il movente che sembra sia un atto dimostrativo per
attirare l’attenzione delle istituzioni sulle condizioni economiche del
piromane in quanto perennemente in cerca di occupazione.
Il magistrato di turno ha disposto che
l’arrestato rimanga in regime di detenzione domiciliare nel reparto
dell’Ospedale Cannizzaro di Catania.
Catania– Polizia blocca
pusher 17enne.
Agenti delle volanti hanno arrestato il minore R.R.
17enne, per detenzione e spaccio di marijuana. Il
pusher, alle ore 22.30 in largo Taormina, è stato
sorpreso da una pattuglia mentre stava per cedere una
stecchetta di marijuana ad un giovane a bordo di
autovettura che al giungere della volante si dava subito
alla fuga. Il minore è stato bloccato ed addosso gli
sono state rinvenute 10 stecchette di marijuana da un
grammo cadauna ed 1 bilancia di precisione. Il 17enne è
stato dichiarato in arresto, e su disposizioni
dell’Autorità Giudiziaria di turno associato presso il
Centro di Prima Accoglienza per Minorenni di via R.
Franchetti a Catania.
Catania
– Polizia e GdF sanzionati ristoranti per occupazione suolo.
L’Ufficio Prevenzione Generale e
Soccorso Pubblico, su disposizioni del sig. Questore, nell’ambito del piano
d’azione denominato “Trinacria”, ieri sera, ha coordinato un servizio di
controllo del territorio che ha avuto come obiettivo il controllo, coi
poliziotti del Reparto Prevenzione Crimine Sicilia Orientale, della Guardia
di Finanza e della Polizia Locale (Reparto Annona), di 8 ristoranti
ubicati in via Plebiscito, via Antico Corso, via Lago di Nicito, via Dusmet,
via Riccioli e via Paternò, elevando 8 sanzioni per occupazione di suolo
pubblico e 7 sequestri amministrativi inerenti a tavoli e sedie. I tutori
dell’ordine contestualmente, hanno effettuato anche servizi concernenti la
viabilità, con 12 contravvenzioni al CDS elevate per guida di veicoli senza
copertura assicurativa.
Catania
- Stalker perseguita donna, si nasconde vista polizia, bloccato in azione.
Il comportamento del persecutore avrebbe potuto sfociare nell’ennesima
tragedia. G.S, 29enne catanese incensurato alle prime luci dell’alba
dello scorso 23 luglio è stato arrestato ai domiciliari dagli uomini delle
Volanti, per il reato di atti persecutori, davanti all’abitazione della
propria vittima. Il fatto è accaduto a Catania, in pieno centro: intorno
alle 3 del mattino, la telefonata di una donna in Sala operativa aveva
avvisato che G.S., un uomo con cui aveva intrattenuto un precedente rapporto
sentimentale, si trovava sotto la sua abitazione e lanciava sassi contro la
sua finestra. Le Volanti sono intervenute immediatamente e, giunte sul
posto, non hanno potuto far altro che costatare come il disturbatore si
fosse già allontanato. La vittima, contattata dai poliziotti, ha riferito
delle minacce di morte ricevute dal soggetto, mostrando anche i sassi che
erano rimasti sul ballatoio del balcone.I poliziotti, si sono allontanati
ma, G.S. che evidentemente era rimasto in zona, è tornato
all’attacco, stavolta scalciando contro il portone e ripetendo la sassaiola
contro gli infissi della vittima. I tutori dell’ordine di nuovo sono
intervenuti, la Polizia non ha trovato traccia del disturbatore e l’esito
è stato ancora negativo: del personaggio nessuna traccia. L’assalto
delle 4.30 è stato fatale a G.S., la Volante di zona, infatti, l’ha
intercettato proprio mentre si trovava sul luogo del misfatto ed i
poliziotti non hanno lasciato scampo al maldestro che, è stato
immediatamente immobilizzato ed ammanettato. G.S. è stato condotto in
Questura e col supporto della denuncia della vittima, è stato arrestato per
il reato di atti persecutori e, su disposizione del P.M. di turno, è stato
confinato nella sua abitazione in regime di arresti domiciliari, in attesa
del giudizio per direttissima.
Raddusa
CT-Maltratta genitori adottivi per denaro da spendere in gioco azzardo: CC 1
arresto. I Carabinieri della Stazione di Raddusa hanno arrestato nella
flagranza un 19enne di origini russe, poiché ritenuto responsabile di
tentata estorsione, maltrattamenti in famiglia ed oltraggio a pubblico
ufficiale. Il giovane era in attesa di occupazione ma ossessionato dalle
slot machine, e da mesi vessava i genitori adottivi pur di ottenere il
denaro da spendere nel gioco d’azzardo. Il colmo è stato raggiunto ieri sera
quando, al diniego dei genitori, ai quali aveva richiesto una banconota da
20 euro, li ha prima minacciati di morte per poi danneggiare in sequenza il
portone d’ingresso dell’abitazione ed il parabrezza dell’auto del padre,
pensionato di 58 anni. La madre, terrorizzata, ha chiesto aiuto ai
Carabinieri delle locale Stazione. I militari sono giunti dopo pochi minuti
sul posto, hanno bloccato ed ammanettato l’esagitato che nelle fasi
dell’arresto non ha risparmiato loro insulti di ogni genere. L’arrestato,
assolte le formalità di rito, è stato associato nel carcere di Caltagirone.
Catania
– Polizia blocca 2 pusher del Gambia a S.Berillo. Gli agenti, nel pomeriggio di ieri hanno ammanettato per detenzione ai fini di
spaccio di sostanza stupefacente BARROW L. 22enne, originario del
Mali, e SANJANGE 18enne, di nazionalità gambiana, entrambi
con precedenti specifici. I poliziotti, nello specifico, alle ore 15:25
circa, venivano inviati in via Zara angolo via Buda (quartiere San Berillo:
nota piazza di spaccio di stupefacenti) a seguita di segnalazione, giunta su
linea 113, inerente attività di spaccio in atto ad opera di 2 soggetti. Gli
operatori, giunti sul posto hanno notato un giovane extracomunitario che
dal balcone di una casa in costruzione lanciava 1 involucro ad 1 altro
extracomunitario, il quale lo cedeva ad un giovane italiano in cambio di
denaro. il sospetto, alla vista dei poliziotti, si dava alla fuga, mentre il
cedente raggiungeva l’altro extracomunitario suo complice sul balcone,
rifugiandosi con lui nell’abitazione. Gli operatori accedendo nella casa in
costruzione hanno proceduto a perquisire i due sospetti. Il soggetto che
poco prima si trovava sulla strada, identificato per SANJANG E, veniva
trovato in possesso della somma di 42 €, suddivisa in banconote di piccolo
taglio, mentre nell’abitazione, nelle immediate vicinanze dell’altro
soggetto, identificato per BARROW L., venivano rinvenuti, anche grazie
all’intervento dell’unità cinofila, 8 involucri in cellophane contenenti
sostanza stupefacente del tipo “marijuana” per un peso complessivo di 20
grammi e 2 boccette vuote di Rivotril, utilizzato per aumentare il principio
attivo degli stupefacenti. Il P.M. di turno, è stato informato dei fatti ed
ha disposto che i due soggetti venissero associati presso le Camere di
Sicurezza della Locale Questura in attesa del giudizio per direttissima.
Catania
- Evaso dai domiciliari, 1 preso.
Si
tratta delcatanese Alfio
LEONARDI 52enne. Agenti del Commissariato “Centrale” e del Reparto
Prevenzione Crimine Sicilia Orientale, unitamente alla Guardia di Finanza ed
alla Polizia Municipale, nell’ambito del piano d’azione denominato
“Trinacria”, ieri, hanno svolto servizio di controllo del territorio nel
centro cittadino e di pattugliamento degli itinerari turistici conseguendo i
seguenti risultati: 80 le persone identificate; 1 persona accompagnata in
ufficio; 1 la persona arrestata; 40 i veicoli controllati; 13 i controlli
ARDOM; 37 i verbali al C.d.S. per un importo di Euro 18.447; 8 i fermi
amministrativi di motocicli; 5 le carte di circolazione ritirate; 1
esercizio pubblico controllato. Il catanese Alfio LEONARDI nell’ambito
dello stesso servizio è stato bloccato per evasione dagli arresti
domiciliari. LEONARDI era stato già arrestato per il
medesimo reato da personale del Commissariato “Centrale”. Il soggetto
durante un controllo operato dal personale del Reparto Prevenzione Crimine
della Sicilia Orientale, non veniva trovato in casa, ma, è stato
rintracciato successivamente ed accompagnato negli uffici del Commissariato
Centrale per l’espletamento delle formalità di rito al termine delle quali,
come disposto dal P.M. veniva posto agli arresti domiciliari in attesa della
celebrazione dell’udienza di convalida.
Catania
-Operaio
picchia moglie e si barrica, finisce ai domiciliari in
casa materna. I Carabinieri della Stazione di
Catania Nesima, collaborati dai colleghi del Nucleo
Radiomobile del Comando Provinciale, hanno arrestato
nella flagranza un 54enne di Catania, poiché ritenuto
responsabile di maltrattamenti in famiglia, lesioni
personali e resistenza a pubblico ufficiale.I vicini di casa,
sentendo le urla della donna, hanno chiamato il 112
consentendo l’intervento sul posto delle pattuglie
dell’Arma. Lui, poco prima, al culmine di una lite,
aveva picchiato la consorte e, temendo di essere
arrestato, ha prima chiuso la porta di casa, aggredendo
successivamente i militari che comunque erano riusciti
ad accedervi. Il soggetto, dopo una concitata
colluttazione è stato ammanettato e relegato ai
domiciliari nella casa materna laddove attenderà di
essere ammesso al giudizio per direttissima. La vittima,
medicata all’Ospedale Garibaldi Centro, è stata
riscontrata affetta da “lieve trauma cranico”
guaribile con alcuni giorni di riposo.
Catania
– Donna incinta
picchiata da stalkerperde bimbo in grembo, CC 1 manette. A picchiarla
è stato il suo datore di lavoro invaghitosi di lei. I
Carabinieri della Stazione di Catania Piazza Dante hanno
arrestato un catanese di 69 anni, già gravato da
precedenti di polizia, in esecuzione di una ordinanza di
custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del
Tribunale di Catania.
Il soggetto aveva
assunto all’inizio del 2016 la donna come collaboratrice
domestica per la madre. La vittima, una catanese di 29
anni, dopo qualche tempo ha ricevuto delle particolari
attenzioni che, respinte al mittente, avevano generato
nel soggetto un senso di frustrazione tramutatosi
inizialmente in minacce e successivamente in delle
aggressioni fisiche, tanto da costringere la ragazza a
denunciarlo. Il persecutore destinatario di un
provvedimento ha ricevuto divieto di avvicinarsi alla
vittima che convinse, promettendo di lasciarla in pace,
a revocare la querela presentata ai Carabinieri.
L’ossessione per la ragazza, dopo qualche tempo, ha
ripreso il sopravvento e, precisamente alla fine dello
scorso maggio. Lui ha iniziato a pedinare la vittima
fin sotto casa facendole nuovamente delle avance. Il
reo, ancora
rifiutato, è stato colto da raptus in tal misura da
colpire la poveretta con calci e pugni. La vittima, in
stato interessante, soccorsa e trasportata in ospedale,
dopo alcuni giorni, a causa dello spavento e dei colpi
patiti al ventre, ha subito una interruzione di
gravidanza. Le informative del militari di Piazza Dante,
che hanno seguito l’intera vicenda, hanno fornito al
giudice un quadro probatorio inequivocabile consentendo
la contestazione oltre che del reato di lesioni
aggravate anche di quello che tutela la maternità e
l’interruzione della gravidanza. L’arrestato, assolte
le formalità di rito, è stato associato al carcere di
Catania Piazza Lanza.
Mascalucia
CT – Domestico cingalese ammanettato da Carabinieri per abusi su ragazzina,
figlia datori lavoro. L’orco era il collaboratore domestico: arrestato
mentre stava tentando di abusare della figlioletta dei datori di lavoro.
I
Carabinieri della Tenenza di Mascalucia di sera hanno arrestato nella
flagranza un cingalese di 33 anni, poiché ritenuto responsabile di violenza
sessuale nei confronti di minore 14enne.La bambina,
qualche giorno fa, avrebbe confidato alla madre come il collaboratore
domestico, al servizio della famiglia da una decina di anni, negli ultimi
tempi, la invitasse spesso a “giocare” nello scantinato. La madre,
accompagnata dal marito, si è rivolta immediatamente ai carabinieri
raccontando e denunciando quanto appreso dalla figlia. I particolari erano
chiaramente votati alla sfera sessuale, e veniva indicato anche il luogo
dove presumibilmente l’orco approfittava della bambina. I
militari, appresa la notizia hanno immediatamente informato l’Autorità
Giudiziaria che ha fornito le direttive sulle modalità di intervento, e,
dopo alcune ore di appostamento, è stata verificata la piena fondatezza del
racconto della minore, operando in flagranza. i carabinieri che,
intervenuti immediatamente, hanno fermato in tempo, ammanettato ed
associato, il turpe su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, nel carcere
di Catania a Piazza Lanza.
Ramacca
CT - Fucilate in volto a cugino per interessi, CC 1 in manette.
La resa dei conti tra congiunti è stata a Ramacca con fucilate finali. Il
sorvegliato speciale
Giuseppe OGLIALORO 49enne di Ramacca è finito in carcere per tentato
omicidio. I Carabinieri della Compagnia di Palagonia e della locale
Stazione, la scorsa notte, hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto
Giuseppe OGLIALORO poiché ritenuto l’autore del tentato omicidio del
cugino di 40 anni, persona del posto nota ai militari. I 2, di sera in un
bar del centro, hanno dato vita ad una furibonda lite, sembra da una
ricostruzione dei carabinieri, per vecchi dissidi di carattere familiare. I
cugini sono stati calmati dai clienti presenti nell’esercizio pubblico. I
2 avrebbero deciso di rientrare nelle rispettive abitazioni. Il 40enne,
poco dopo avrebbe raggiunto il parente nella sua abitazione, in via Eryke
e lungo vialetto di casa l’avrebbe affrontato reclamando altri chiarimenti.
Il sorvegliato, per tutta risposta, avrebbe imbracciato un fucile da
caccia ed esploso dei colpi al volto ed al petto del cugino. La vittima,
seppur ferita, è riuscita a fuggire a piedi trovando rifugio nella locale
Guardia Medica dove, dopo le prime cure, è stata trasferita d’urgenza
nell’Ospedale Gravina di Caltagirone. I medici hanno ricoverato il ferito
in prognosi riservata per: “Occhio dx ematoma palpebrale, emorragia
sottocongiuntivale, ferita perforante sclerale paralimbare e ampia ferita
sclerale dal limbus con fuoriuscita di membrane”, lesioni che, come
diagnosticato dai sanitari, rischiano di fargli perdere irreversibilmente la
vista all’occhio destro.Gli investigatori dell’Arma per giungere alla
cattura del feritore, dopo la chiamata dei sanitari della Guardia Medica e
la reticenza da parte della vittima a fornire notizie in merito al suo
ferimento, sono ripartiti, attraverso una testimonianza, dalla lite avvenuta
la sera precedente al bar identificando il contendente ripreso dalle
telecamere di sicurezza attive in zona. I carabinieri hanno fatto irruzione
nell’abitazione del sorvegliato dove, previo sopralluogo, hanno rinvenuto
sulla porta di casa e sull’auto di proprietà, una Mini Cooper, 1 bussolotto
di una cartuccia esplosa cal.12/16 ed alcuni colpi di fucile andati a vuoto
ed i relativi pallini compatibili con quelli estratti dai medici dal corpo
del ferito e le tracce di sangue. Tutto il materiale ed il sangue è stato
opportunamente repertato ed è oggetto di futuri esami di laboratorio,
essendo stato lasciato dalla vittima durante la fuga verso la Guardia
Medica. Gli elementi di prova hanno convinto i Carabinieri, di concerto con
il magistrato di turno, ad arrestare l’autore del ferimento il quale,
assolte le formalità di rito, è stato associato nel carcere di Caltagirone.
Catania
– ANPS Perugia, omaggio a memoria poliziotto Raciti.
Una delegazione della sezione di Perugia
dell’Associazione Nazionale della Polizia di Stato,
stamane, ha voluto rendere omaggio, alla memoria del
Sostituto Commissario Filippo Raciti, il poliziotto
deceduto in servizio il 2 febbraio 2007. Il Questore di
Catania Giuseppe Gualtieri, i rappresentanti delle
sezioni ANPS di Sicilia ed un folto gruppo di agenti
del X Reparto Mobile di Catania, il medesimo in cui
prestava servizio il poliziotto scomparso, hanno
presenziato alla deposizione di una “stella tricolore”,
un particolare omaggio floreale che gli aderenti
all’Associazione hanno voluto tributare alla figura di
Filippo Raciti.L’Associazione Nazionale della Polizia di
Stato, nata come Associazione del Corpo delle Guardie di
PS, è stata eretta come Ente Morale nel 1970, ad essa
aderiscono i poliziotti in servizio, quelli in
quiescenza e cittadini come soci simpatizzanti, onorari,
benemeriti e sostenitori. Il Capo della Polizia in
carica è il Presidente Onorario del Sodalizio. Obiettivo
dell’Associazione, oltre a custodire il patrimonio
storico-culturale ed i valori morali della Polizia di
Stato, è anche l’impegno sociale che si realizza, in
special modo a Catania dov’è anche attivo un gruppo di
protezione civile, attraverso l’opera di volontariato
degli iscritti.
CATANIA
- Maxi blitz 400 Carabinieri, DDA 68 indagati in
operazione
Carback
: mafia, droga ed estorsioni con furto auto.
51 sono i
soggetti destinatari di custodia cautelare in carcere:
Agatino Lorenzo ABATE 46enne nato a Catania, Giuseppina
BELFIORE 55enne nata a Catania, Salvatore BIONDI 32enne
nato a Catania, Francesco CACIA 40enne nato a Catania,
Giuseppe CAMMARATA 53enne nato a Caltanissetta, Annibale
Giovanni CARO 63enne nato a Catania, Salvatore CARBONARO
41enne nato a Catania, Giovanni Edoardo CARUANA 31enne
nato a Catania, Febronio CONA 34enne nato a Caltagirone,
Gaetano CONDORELLI 37enne nato a Catania, Mario Cristian
COSTA 37enne nato a Catania, Emmanuele FALSAPERLA 25enne
nato a Catania, Massimo FERRERA 53enne nato a Catania,
Santo FICHERA 47enne nato a Catania, Concetto
FONTANAROSSA 37enne nato a Catania, Gioacchino
GIANGRECO 38enne nato a Palermo, Umberto GIARDINARO
29enne nato a Catania, Salvatore GIUFFRIDA 47enne nato a
Catania, Salvatore Nicola GRASSO 59enne nato a Catania,
Kevin MANGANARO 22enne nato a Catania, Andrea Antonio
MARINO 54enne nato a Catania, Antonino MASCALI 26enne
nato a Catania, Lorenzo MASCALI 43enne nato a Catania,
Francesco MAUGERI 24enne nato a Catania, Giuseppe
MIRABILE 32enne nato a Catania, Jonathal MUSUMECI 33enne
nato a Catania, Carmen NICOSIA 38enne nata a Catania,
Sebastiano NICOSIA 39enne nato a Catania, Gabriele
PAPPALARDO 18enne nato a Catania, Orazio Simone PITTERÀ
29enne nato a Catania, Nunzio PRIVITERA 43enne nato a
Catania, Marco PUGLIA 33enne nato a Catania, Giuseppe
PULVIRENTI 45enne nato a Catania, Christian RICCIO
32enne nata a Catania, Fabio RICCIO 46enne nato a
Catania, Agatino RUSSO 39enne nato a Nicolosi,
Agatino RUSSO 18enne nato a Catania, Dario
RUSTICO 35enne nato a Siracusa, Orazio RUSTICO 33enne
nato a Siracusa, Angelo SANFILIPPO 57enne nato a
Catania, Antonino SANTONOCITO 56enne nato a Catania,
Giuseppe SCUDERI 52enne nato a Catania, Simona
SPATICCHIA 38enne nata a Catania, Johnny STRANO 33enne
nato a Catania, Cristian TORRISI 29enne nato a Catania,
Alessandro TRICOMI 37enne nato a Catania, Santo TRICOMI
46enne nato a Catania, Salvatore Alberto TROPEA 33enne
nato a Catania, Daniele Francesco VENTIMIGLIA 24enne
nato a Catania, Roberto ZAMMATARO 34enne nato a Scordia,
Giorgio Daniele ZUCCARELLO 36enne nato a Catania.
17 sono i soggetti destinatari di misura cautelare degli
arresti domiciliari:
Daniele CADIRI 41enne nato a Catania,
Salvatore CAMBRIA 51enne nato a Catania,
Salvatore CARUSO 59enne nato a Varese, Giacomo CONA
63enne nato a Palagonia, Sebastiano Giovanni DESI 42enne
nato a Catania, Antonio INTRUGLIO 49enne nato a Francofonte, Rosario LI PANI
34enne nato a Catania, Valerio MAGNI 33enne nato a
Catania, Emanuele PAVONE 57enne nato a Catania, Giuseppe PIACENTE
52enne nato a Catania, Orazio PUGLISI 58enne nato a Catania,
Antonino SAVOCA 32enne nato a Catania, Lorenzo SGROI
45enne nato a Catania, Filippo Marco STORNIOLO 34enne
nato a Catania, Giuseppe STRANO 56enne nato a Catania,Fabio VINTALORO 45enne nato a Catania, Santo VITTORIO 24enne nato a Catania. Gli
oltre 400 Carabinieri del Comando Provinciale di
Catania hanno condotto in tutta la provincia di Catania,
ed anche a Siracusa, Agrigento, Pavia e Vibo Valentia,
l’imponente operazione
“Carback”,
coadiuvati dal XXII Reggimento “Sicilia”, dallo
Squadrone Eliportato Cacciatori, dal Nucleo Elicotteri e
dal Nucleo Cinofili. I militari del Comando Provinciale
di Catania hanno eseguito l’ordinanza emessa dal GIP
presso il Tribunale di Catania nei confronti dei 68
indagati, accusati, a vario titolo, di “associazione di
stampo mafioso”, “associazione a delinquere finalizzata
al furto” di autovetture oggetto di successiva
“estorsione con il metodo del cavallo di ritorno”,
“ricettazione”, “associazione finalizzata al traffico di
sostanze stupefacenti” con l’aggravante mafiosa,
“acquisto e detenzione di sostanza stupefacente ai fini
di spaccio” e “detenzione illegale di armi e munizioni”.
L’indagine, denominata “Carback”, è stata condotta dalla
Compagnia Carabinieri di Catania Fontanarossa al
comando del Ten. Colonnello Giuseppe BATTAGLIA
con il coordinamento della Direzione Distrettuale
Antimafia di Catania.
I quattrocento militari del Comando Provinciale di
Catania, supportati dai reparti specializzati dell’Arma
dei Carabinieri (Compagnia di Intervento Operativo del
XII° Reggimento “Sicilia”, Squadrone Eliportato
“Cacciatori” Sicilia, Nucleo Elicotteri, Nucleo
Cinofili) hanno dato esecuzione all’ordinanza
applicativa di misure cautelari personali emessa dal
Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale
di Catania nei confronti di 68 soggetti indagati.
L’indagine, denominata “Carback” è stata
coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e
condotta dal Nucleo Operativo della Compagnia
Carabinieri di Catania Fontanarossa da settembre 2020 a
marzo 2021
comandata del Ten. Giovanni SPADONI.
L’inchiesta ha tratto origine da una approfondita e
qualificata attività di analisi sui furti di
autovetture, avvenuti nei precedenti mesi di giugno e
luglio, spesso rinvenute dopo qualche giorno in modo
apparentemente casuale. Gli investigatori con un primo
filone di indagine, proficuamente sviluppato grazie ai
riscontri effettuati ed all’attività tecnica svolta,
hanno delineato l’esistenza di una collaudata
organizzazione, costituita da 45 persone, dedita alla
commissione di furti, estorsioni e ricettazioni. Gli
inquirenti confermano il coinvolgimento anche di un
soggetto gravemente indiziato di appartenere al clan dei
“CURSOTI MILANESI”. I tutori dell’ordine hanno
evidenziato che in seno al sodalizio criminale avrebbero
operato tre batterie di ladri, responsabili di 54 furti,
attive nelle zone di Monte Po’, San Giorgio e San
Cristoforo. I maldestri avrebbero agito sulla base di
taciti accordi che prevedevano una chiara suddivisione
del territorio per lo svolgimento “coordinato” delle
loro attività delittuose. La batteria di Monte Po’
avrebbe operato nel quartiere Nesima di Catania e nei
paesi etnei, quella di San Giorgio avrebbe concentrato i
propri interessi nella zona di Catania centro, mentre il
gruppo di San Cristoforo avrebbe avuto “competenza”
esclusiva sui centri commerciali del capoluogo. Alcuni
soggetti con il ruolo di intermediari facevano parte
dell’organizzazione criminale e venivano contattati
dalle vittime, direttamente o per il tramite di
conoscenti, affinché si adoperassero per avviare l’iter
al fine di ottenere la restituzione del mezzo. L’importo
di ciascuna delle 33 estorsioni documentate poteva
variare tra 300 e 1.500 euro in base al modello e alle
condizioni dell’autovettura, al numero di persone
intervenute nell’intermediazione ed al rapporto di
conoscenza tra gli indagati e la vittima del furto. I
veicoli asportati venivano lasciati in sosta sulla
pubblica via, nel pieno rispetto di una regola non
scritta in base alla quale ciascuna batteria, prima di
disporre del mezzo, attendeva almeno tre giorni, per i
seguenti motivi: concedere un congruo periodo di tempo
al proprietario del veicolo rubato per mettersi in
contatto con la batteria responsabile del furto ed
intavolare l’illecita trattativa. Il cavallo di ritorno
rappresentava, infatti, l’obiettivo principale in quanto
garantiva all’associazione importi immediati e riduceva
significativamente i rischi connessi alla gestione del
mezzo (custodia, trasporto e altro); poter rimediare ad
eventuali “torti”, qualora l’autovettura asportata fosse
appartenuta a personaggi di particolare caratura
criminale o persone a loro vicine, provvedendo
all’immediata restituzione del mezzo; essere certi
dell’assenza di eventuali dispositivi GPS nascosti e non
individuati durante la “bonifica” del mezzo,
scongiurando in tal modo il rischio di essere scoperti
dalle Forze di Polizia. Le autovetture rubate, qualora
le estorsioni non fossero andate a buon fine, trascorsi
i tre giorni, venivano destinate alla ricettazione,
anche fuori Provincia, per la successiva immissione nel
fiorente mercato nero di veicoli e parti di ricambi. I
tutori dell’ordine, in tale ambito investigativo, hanno
deferito all’Autorità Giudiziaria 13 persone per
favoreggiamento personale, avendo fornito alla polizia
giudiziaria informazioni palesemente false e fuorvianti,
aiutando in tal modo gli autori del reato ad eludere le
indagini.
Gli investigatori in in secondo filone investigativo,
hanno coinvolto 30 persone, riguardo un ingente traffico
di sostanze stupefacenti gestito da un gruppo criminale,
con a capo un soggetto gravemente indiziato di
appartenere al clan mafioso “CAPPELLO”. I malfattori
potevano contare anche sulla disponibilità di armi e
munizioni. Gli
inquirenti hanno censito e monitorato 2 piazze di
spaccio ubicate 1 nel quartiere “Librino” e l’altra a
“San Giorgio”, nelle quali si smerciava sostanza
stupefacente tipo cocaina, per un volume di affari di
oltre € 1.000 giornalieri per ciascuna piazza. Gli
associati coinvolti in entrambi i filoni d’indagine
avrebbero condiviso la medesima base logistica,
costituita da un autonoleggio ubicato nel quartiere di
San Giorgio. Il luogo sarebbe stato utilizzato per
concretizzare accordi, incontri e pagamenti relativi
alle attività illecite concernenti il furto dei veicoli
finalizzato alle estorsioni o ricettazioni. La bese
sarebbe servita anche per le contrattazioni riguardanti
ingenti quantitativi di cocaina, venduta all’ingrosso a
circa 42.000€ al kg e consegnata ai “grossisti” in vari
punti della città per essere evidentemente destinata al
rifornimento di altre piazze di spaccio presenti nel
capoluogo etneo o in altre Province.
Il Comandante Provinciale Col. Rino COPPOLA in
merito all’inchiesta ha rivolto alla comunità un
appello : “i cittadini si devono fidare dei
Carabinieri e devono immediatamente denunciare qualora
restino vittime del furto del proprio veicolo e di
richieste estorsive col metodo del cosiddetto Cavallo di
ritorno”.
CATANIA
– SVENTATA RAPINA, POLIZIOTTI SQUADRA MOBILE
SEGUONO A BELPASSO 3 SU AUTO RUBATA ARRESTATI IN AZIONE.
La Polizia di Stato, nella notte del 22 dicembre
scorso, ha tratto in arresto C.M. 39enne, I.A.36enne
e G.D. 40enne, già noti, colti, in concorso tra
loro, nella flagranza dei reati di tentata rapina
aggravata, porto e detenzione illegale di armi comuni da
sparo e ricettazione.Il Questore di CataniaVito
CALVINO, per il periodo delle festività
natalizie ha disposto intensificate attività finalizzate
al contrasto dei reati. I poliziotti, della Sezione
Reati contro il Patrimonio e la P.A. – Squadra
Antirapina della locale Squadra Mobile nel corso
delle ordinarie e periodiche contro le azioni di natura
predatoria hanno intercettato, nel territorio di
Belpasso (CT), un veicolo, risultato rubato. La vettura
stava viaggiando con a bordo tre soggetti, vestiti con
abiti scuri ed il volto coperto da cappelli di lana e
scaldacollo.
Il conseguente servizio di pedinamento dell’auto
sospetta ha consentito ai poliziotti di appurare che i 3
soggetti si stavano recando presso un’azienda di
logistica e trasporti per compiere una rapina. I tre,
raggiunto il cancello d’ingresso, hanno azionato il
clacson con il chiaro intento di farsi aprire per
entrare al fine di realizzare il progetto delittuoso. Le
concitate fasi, concernenti i momenti in cui i
malviventi sono stati bloccati dai poliziotti, sono
state riprese dal sistema di video sorveglianza della
ditta. Il tempestivo intervento degli uomini antirapina
ha permesso di rilevare che G.D., conducente del
veicolo, era armato di 1 pistola semiautomatica calibro
6.35 con n. 4 cartucce; C.M., passeggero
anteriore, di 1 revolver calibro 38 con n. 6 cartucce e
l’I.A., passeggero posteriore, di 1 taglierino. I
tre fermati tenevano, nella macchina, fascette
in plastica e scotch, materiale con il quale
avrebbero potuto immobilizzare i dipendenti della ditta,
durante la materiale esecuzione della condotta
criminale.
Gli agenti successivamente in ricerca presso le
abitazioni dei tre autori del reato hanno rinvenuto e
sequestrato, nel domicilio del C.M., ubicato ad Aci
Catena (CT), anche di 1 fucile automatico da caccia,
con relativo munizionamento, risultato rubato.
I tre soggetti, in ragione della condotta criminosa
posta in essere e della detenzione illegale di armi
comuni da sparo, sono tratti in arresto. Gli arrestati,
dopo le formalità di rito, d’intesa con il P.M. di
turno, sono stati tradotti nel carcere di Catania –
Piazza Lanza, per rimanere a disposizione dell’Autorità
Giudiziaria procedente, che lo scorso 26 dicembre ha
convalidato l’arresto.
CATANIA
- POLIZIA ESEGUE 21 MISURE IN OPERAZIONE SABBIE
MOBILI ESTORSIONI SQUADRA DI LINERI SANTAPAOLA/ERCOLANO.
La Polizia di Stato di Catania ha dato esecuzione ad
un’ordinanza di applicazione di misura cautelare della
custodia in carcere, emessa il 27 ottobre dal G.I.P. del
Tribunale di Catania, nei confronti di: Alfio
CURRAO 53enne,
Fabrizio CURRAO 30enne, Alessandro DI STEFANO
22enne, Antonio DI STEFANO 44enne, Giuseppe
DONATO 50enne, Natale Alessandro DONATO 20enne,
Domenico GERACI 57enne, Salvatore Gianluca
GERACI 33enne, Salvatore GUGLIELMINO 57enne,
Vincenzo GUIDOTTO 42enne, Carmelo LITRICO
49enne, Nunzio MAMMINO 45enne, Lorenzo
PINNAVARIA 31enne, Salvatore PINNAVARIA
26enne, Alfio RANNESI 27enne, Carmelo RANNESI
58enne, Girolamo RANNESI 60enne, Giuseppe
RANNESI 53enne, Salvatore RANNESI 55enne,
Francesco TOSCANO 57enne, Pietro VITTORIO 44enne.
La Squadra Mobile della Questura di Catania è stata
coadiuvata dal Servizio Centrale Operativo ed ha agito
sotto il diretto coordinamento della Direzione Centrale
Anticrimine della Polizia di Stato che ha inviato nel
Capoluogo etneo diversi equipaggi del Reparto
Prevenzione Crimine per le vaste ed articolate attività
dinamiche sul territorio ed il rintraccio e cattura dei
destinatari delle misure cautelari emesse. L’operazione
ha comportato anche la partecipazione di unità della
locale Questura e delle sue articolazioni nonché di
unità specializzate come Polizia Scientifica, Reparto
Mobile e anche di un elicottero del Reparto Volo. Nel
complesso sono stati impiegati circa 150 operatori. I
personaggi sono gravemente indiziati, allo stato
degli atti ed in relazione alla fase processuale che non
ha ancora consentito l’instaurazione del contraddittorio
con l’intervento delle difese, dei delitti di
associazione di tipo mafioso, clan Santapaola –
Ercolano, estorsione, tentata rapina, ricettazione,
intestazione fittizia di beni, tutti reati aggravati
dalla finalità di agevolare l’associazione mafiosa di
appartenenza.
Il provvedimento restrittivo compendia gli esiti
dell’attività di indagine, coordinata da questo Ufficio
della Procura della Repubblica di Catania – Direzione
Distrettuale Antimafia, originata dalla richiesta
estorsiva avanzata nei confronti di un noto ristoratore
catanese al quale erano stati prospettati, nel mese di
agosto 2019, attentati incendiari se non si fosse
sottomesso al pagamento del pizzo. Al medesimo
imprenditore erano state anche recapitate due cartucce
calibro 7.65 da parte di due affiliati al sodalizio
mafioso, con l’avvertimento che se non avesse accettato
le loro richieste sarebbe stato oggetto di attentato. Le
investigazioni, condotte dalla locale Squadra Mobile,
avrebbero consentito di identificare, sempre per quanto
risulta allo stato delle emergenze processuali in cui
non è ancora instaurato il contradittorio delle parti,
gli autori di entrambi i tentativi di estorsione in
Nunzio MAMMINO ed Alessandro DI STEFANO e di ricondurre
l’attività illecita ad una articolazione territoriale
del clan Santapaola – Ercolano, denominata
Squadra diLineri, radicata nell’area nord
del capoluogo etneo, i cui capi storici si individuavano
in Giuseppe PULVIRENTI detto “u Malpassotu”, uomo
d’onore di Cosa nostra catanese, ed il genero di
lui Giuseppe GRAZIOSO detto “Pippo”. La
prosecuzione delle indagini, ad opera degli
investigatori della Sezione antiestorsione della
Squadra Mobile catanese, ha permesso agli investigatori
di ricostruire l’organigramma dell’anzidetta consorteria
mafiosa, il cui vertice sarebbe stato individuato in
Girolamo RANNESI, coadiuvato dai fratelli Salvatore e
Giuseppe, e dal fedele affiliato Alfio CURRAO,
che sarebbe legato alla famiglia RANNESI da ininterrotta
comune militanza e da consolidati rapporti personali di
natura amicale. Gli investigatori hanno evidenziato
l’importanza, nel panorama criminale, della famiglia
RANNESI che sarebbe stata rafforzata dal vincolo di
sangue che Girolamo RANNESI aveva con Giuseppe GRAZIOSO,
di cui era il genero, tanto che sarebbe considerato un
uomo d’onore di Cosa nostra catanese ed
uno dei soggetti di riferimento per il sodalizio mafioso
in tutta la Provincia. Gli investigatori allo stesso
modo, avrebbero identificato i gregari
dell’organizzazione, ai quali i vertici avevano
assegnato compiti esecutivi (come la riscossione delle
estorsioni e la commissione di rapine e di altre
attività illecite), che sarebbero stati sotto il comando
di Giuseppe DONATO, braccio destro di Girolamo
RANNESI, la cui officina di carrozzeria avrebbe
rappresentato il quartier generale del sodalizio. Gli
inquirenti, inoltre, avrebbero individuato, nel
capillare e radicato sistema estorsivo, il principale
business illecito dell’organizzazione nei confronti
di imprenditori e commercianti che, ben conoscendo la
storia criminale di alcuni degli appartenenti al
sodalizio indagato e scoperto, si sono sottomessi al
pagamento dell’estorsione in favore della Squadra di
Lineri. I tutori dell’ordine, nel corso delle
indagini hanno acquisito elementi di riscontro,
attraverso numerosi arresti in flagranza di reato di
taluni affiliati chiamati a riscuotere mensilmente le
rate estorsive; in occasione di uno di questi arresti,
veniva rinvenuta e sottoposta a sequestro la c.d.
carta delle estorsioni, contenente – secondo la
prospettiva accusatoria – l’elenco delle attività
commerciali taglieggiate, mascherate attraverso
l’indicazione che si trattava di numeri da giocare all’enalotto
con l’evidente fine di depistare eventuali
investigazioni in caso di rinvenimento. I tutori
dell’ordine a tal proposito, hanno individuato numerose
attività imprenditoriali (circa una ventina) che da anni
hanno versato all’organizzazione mafiosa ingenti somme
di denaro con cadenza mensile o semestrale. Si è
stimato, approssimativamente, che l’organizzazione
incassasse da ogni singolo imprenditore, mediamente, la
somma di 250 euro mensili con un profitto illecito
annuale di circa 70.000 euro. Le dichiarazioni delle
persone offese che si sono determinate a collaborare con
gli inquirenti, denunziando le condotte criminose di cui
erano vittime, hanno rappresentato una delle principali
fonti a supporto dell’intero impianto accusatorio posto
a fondamento della misura cautelare. In altri casi,
nonostante l’evidenza della prova, subendo il timore di
possibili ritorsioni, i commercianti hanno preferito
tacere o dire il falso e sono in atto indagati per il
delitto di false informazioni al Pubblico Ministero. I
tutori dell’ordine, nel corso dell’indagine hanno
accertato che parte dei proventi erano destinati alle
spese per la difesa legale degli arrestati, nonché per
il sostentamento economico delle loro famiglie di cui i
capi del clan si erano fatti carico. Il provvedimento
restrittivo ha colpito anche i beni patrimoniali
dell’organizzazione, disponendo il sequestro di
un’attività commerciale, fittiziamente intestata a
soggetti di comodo, ma che di fatto sarebbe
riconducibile alla famiglia RANNESI, nonché autoveicoli
nella disponibilità dei soggetti organici alla
consorteria mafiosa e utilizzati per compiere le varie
attività criminose. I destinatari della misura cautelare
sono stati rintracciati nella mattinata e tradotti in
carcere, ad eccezione di coloro che erano già detenuti,
per altra causa, nei confronti dei quali il
provvedimento è stato notificato presso i relativi
istituti di pena.
Il Direttore Centrale Anticrimine della Polizia di Stato
Prefetto Francesco Messina ha affermato :
“E’ inconcepibile che ancora oggi, nonostante
l’efficacia e l’incisività dell’azione di contrasto
espletata dallo Stato, esistano parti offese che si
ostinano a non denunciare, addirittura dichiarando il
falso. La lotta alla criminalità organizzata non può
essere delegata esclusivamente alle Forze dell’Ordine e
alla Magistratura. La Sicurezza è di tutti e l’unica
protezione è quella fornita dallo Stato; Cosa Nostra non
fornisce protezione, commette delitti e inquina le
libertà economiche. Non denunciare di essere vittima di
estorsione è un comportamento che potrebbe essere
talvolta ai limiti della rilevanza penale. Colpisce, in
questa indagine, che su 32 estorti, solo 16 abbiano
ritenuto di contribuire con le loro denunce
all’accertamento della verità da parte nostra”.
CATANIA
- Ten Col Claudio
Papagno nuovo Comandante Reparto Operativo carabinieri
Catania insediato a Comando Provinciale.
L’alto
ufficiale è subentrato al Col. Piercarmine Sante Sica
trasferito a Livorno quale Comandante Provinciale
Carabinieri. Il Comandante Provinciale Carabinieri
Catania colonnello Rino Coppola ha presentato, il
Ten Col Claudio Papagno
quale nuovo C.te Reparto Operativo. Il curriculum del
nuovo comandante è di tutto rispetto, avendo maturato
esperienze di comando a Napoli zona Scampia ed a
Palermo. Incarichi:1996 – 1999, ha frequentato la Scuola Militare
“Teuliè” di Milano;1999 – 2004, ha frequentato il biennio presso
l’Accademia Militare di Modena (181° corso) ed il
triennio presso la Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma;2004 – 2006, è stato Comandante di Plotone degli
Allievi Marescialli e successivamente degli Allievi
Brigadieri della Scuola Marescialli e Brigadieri dei
Carabinieri di Velletri;2006 – 2008, ha comandato il Nucleo Operativo
della Compagnia Palermo – Piazza Verdi;2008 – 2013, ha comandato la Compagnia di
Treviso;2013 –
2016, ha comandato la Compagnia di Napoli - Stella;2016 - 2022, ha prestato servizio presso il
Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, prima
nell’Ufficio Logistico, occupandosi della pianificazione
logistico-finanziaria dell’Arma dei Carabinieri e
successivamente nell’Ufficio Polizia Militare e di
Stabilità, ove si è occupato dei “Piani di Cooperazione
bilaterali” tra l’Arma dei Carabinieri e gli Stati
esteri per lo sviluppo di attività addestrative, della
pianificazione e gestione delle Missioni internazionali
a cui l’Arma dei Carabinieri prende parte, nonché della
sicurezza delle Rappresentanze diplomatiche italiane
all’estero;nel
2020, ha frequentato per 6 mesi il “136° Senior Course”
presso il “Nato Defence College” in Roma, conseguendo il
titolo ISSMI;tra
il 2017 e il 2021, ha frequentato diversi corsi presso
la “Nato School” di Oberammergau in Germania, tra cui il
“NATO Defence Against Terrorism Course”.Incarichi all’estero:2005 – 2006, ha preso parte per 6 mesi alla
Missione “Eufor Althea” in Bosnia, quale Ufficiale di
Collegamento del Reggimento Carabinieri IPU (Integrated
Police Unit) presso la “Multinational Task Force North
West” in Banja Luka; 2009
– 20010, ha preso parte per 8 mesi alla missione KFOR in
Kosovo, quale Capo Cellula G3 (operazioni) del
Reggimento Carabinieri MSU (Multinational Speciallized
Unit).Studi:laurea magistrale in “Giurisprudenza” presso
l’Università “la Sapienza” di Roma;laurea specialistica in “Scienze della Sicurezza
interna ed esrterna” presso l’Università “Tor Vergata”
di Roma. Gli auguri
nostri e personali di buon lavoro denso di successi
personali e professionali al Ten Col Claudio Papagno
nuovo Comandante Reparto Operativo.
CATANIA
- Infermiere arrestato, sospensione dal servizio.
Un comunicato stampa dell’AZIENDA CANNIZZARO PRECISA
: “COLLABORAZIONE CON LA MAGISTRATURA .
Con riferimento ai gravi reati contestati a un
infermiere, l’Azienda Ospedaliera Cannizzaro ha
fattivamente collaborato sin dall’inizio con l’Autorità
Giudiziaria, trasmettendo tempestivamente la
documentazione sanitaria e ogni altro elemento richiesto
dagli Organi inquirenti.
Acquisita la notizia della misura cautelare disposta dal
Giudice, con delibera del Direttore Generale il
dipendente è stato immediatamente sospeso dal servizio
ed è stato altresì avviato il procedimento disciplinare
previsto dalla normativa.
L’Azienda Ospedaliera resta a disposizione dell’Autorità
Giudiziaria per ogni altra informazione utile
all’accertamento dei fatti.
Al personale infermieristico, medico e sanitario nel suo
complesso, l’Azienda rinnova la sua riconoscenza per
l’operato quotidianamente svolto nell’assistenza al
malato”.
CATANIA
– GIP emette provvedimento
cautelare per infermiere ritenuto responsabile decesso 2
donne somministrati farmaci Diazepam e Midazolam non
prescritti.
La Polizia ieri ha dato esecuzione, nei confronti di
Vincenzo VILLANI CONTI 4enne (1972), alla misura della
custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le
Indagini Preliminari del Tribunale il 5 luglio 2022, su
richiesta avanzata da questa Procura. La Procura nel
comunicato scrive:”L’infermiere sarebbe ritenuto
responsabile, allo stato degli atti ed in relazione alla
fase processuale che non ha ancora consentito
l’intervento delle difese, di avere commesso, in
violazione ai doveri derivanti dal suo ruolo di
infermiere professionista, un duplice omicidio in danno
due persone ricoverate presso il reparto Medicina e
Chirurgia d’Accettazione e Urgenza di un nosocomio
cittadino, mediante somministrazione, con modalità
estranee ad esigenze terapeutiche, dei farmaci Diazepam
e Midazolam. Gli accertamenti tecnici ed in specie la
consulenza medico-legale e le analisi tossicologiche
eseguite dopo la riesumazione dei cadaveri dei due
pazienti, hanno infatti permesso di accertare che il
decesso delle due persone fosse avvenuto dopo il turno
notturno svolto dall’indagato, nelle cartelle cliniche
dei 2 pazienti non risultava indicata la prescrizione
dei segnalati farmaci, proprio perché del tutto
controindicati rispetto alle patologie sofferte dai
medesimi e, infine, come sui cadaveri, pur a distanza di
diversi mesi dalla morte, fossero presenti tracce
significative di tali farmaci: “Sia nei campioni
biologici dei due pazienti i dati relativi al Midazolam
e al Diazepam sono compatibili con una somministrazione
delle sostanze avvenuta pressoché contemporaneamente (…)
determinando un aumento reciproco degli effetti tossici
sull’apparato respiratorio. Considerando le condizioni
cliniche delle due pazienti, la grave compromissione
della loro funzione respiratoria avrebbe dovuto
costituire – ex se – una controindicazione specifica
alla somministrazione”. Il quadro indiziario raccolto,
in esito a lunghe e complesse indagini, condotte dalla
sezione della Squadra Mobile catanese dedicata ai “Reati
contro la Persona ed in pregiudizio di minori e reati
sessuali”, è stato pienamente condiviso da questo
Ufficio, permettendo di richiedere ed ottenere, dal
competente Giudice per le Indagini Preliminari, la
misura cautelare carceraria nei confronti del citato
Vincenzo VILLANI CONTI determinandone la sua cattura e
traduzione, dopo le formalità di rito, presso la Casa
Circondariale per ivi essere mantenuto a disposizione
dell’A.G. procedente”.
SIRACUSA
- OPERAZIONE ANTIMAFIA AGORA’,
CARABINIERI AMMANETTANO RICERCATI, PRESUNTI CLAN NARDO.
I Militari del Comando Provinciale di Siracusa
hanno tratto in arresto Gesualdo BRIGANTI 66enne
(1956), sfuggito
il 16 giugno scorso all’esecuzione dell’ordinanza di
custodia cautelare emessa
dal G.i.p. di Catania, nell’ambito dell’attività
d’indagine denominata “Agorà”. Favoreggiamento è
l’accusa per le persone che hanno favorito il ricercato
nel nascondersi. I carabinieri hanno operato su delega
Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania
Direzione Distrettuale Antimafia nel quadro
dell’Operazione AGORA,
Il personaggio, ritenuto (nell’attuale fase del
procedimento, in cui non è stato ancora instaurato il
contraddittorio tra le parti) referente del clan “Nardo”
nel comune di Francofonte (SR), era riuscito a sottrarsi
alla cattura allontanandosi nottetempo nella zona rurale
francofontese.
L’incessante azione di monitoraggio operata dai
carabinieri ha consentito agli investigatori di
individuare il rifugio in un’abitazione di campagna, di
proprietà di una coppia, nel vicino comune di Militello
in Val di Catania (CT), a pochi chilometri di distanza
da Francofonte (SR). I militari, durante servizi mirati
volti a rintracciare BRIGANTI, hanno notato
un’autovettura uscire dalla sua abitazione con al
volante una donna. (VIDEO
APPOSTAMENTO)
La sospettata, dopo immesso il
veicolo lungo la strada, ne abbandonava la guida
stendendosi sui seggiolini posteriori, mentre il
passeggero si metteva al volante. Gli investigatori,
pedinando l’auto sospetta, sono giunti all’abitazione
dove aveva trovato rifugio Gesualdo BRIGANTI. Il
ricercato, alla vista dei carabinieri, non ha opposto
resistenza.
La cattura dell’ultimo ricercato sfuggito al blitz del
16 giugno, segue di pochi giorni quella di Tiziana
BELLISTRI 48enne(cl. 1974) individuata dai
carabinieri del Comando Provinciale di Siracusa
a bordo di una nave passeggeri a largo di Palermo. I
militari del Nucleo Investigativo di Siracusa, in
quell’occasione, si recarono nel capoluogo di regione e,
raggiunta la grande nave in alto mare, salirono a bordo
dell’imbarcazione prima che questa attraccasse al porto
palermitano, per evitare che la donna si potesse
confondere tra le migliaia di passeggeri. I carabinieri
una volta a bordo della nave, dopo gli accertamenti
individuarono la donna e traendola in arresto pochi
minuti prima dello sbarco. Tiziana BELLISTRI e Gesualdo
BRIGANTI, dopo le formalità di rito, sono stati tradotti
rispettivamente presso le case circondariali di Messina
e Siracusa (SR). Gli inquirenti adesso ad esito delle
catture attiveranno il contraddittorio procedimentale,
nel corso del quale gli indagati avranno la facoltà di
fornire la loro versione dei fatti e indicare eventuali
prove a discolpa. Coloro quali hanno dato supporto a
BRIGANTI per eludere le ricerche dei carabinieri sono
stati deferiti in stato di libertà alla Procura della
Repubblica presso il Tribunale di Caltagirone (CT) per
il reato di favoreggiamento personale.
CATANIA
–
400
CARABINIERI ROS ESEGUONO 56 MISURE CLAN
SANTAPAOLA-ERCOLANO-NARDO IN OPERAZIONE ANTIMAFIA AGORÀ
A CATANIA-LENTINI-CALTAGIRONE-SIRACUSA.
(VIDEO)
Operazione “AGORÀ”
si tratta di
soggetti destinatari di misura cautelare in carcere
:
Calogero AQUILINO;Sebastiano
BASSO;Antonino
Sebastiano BATTAGLIA;
Antonino BRIGANTI;Salvatore
BRIGANTI;Gaetano CASCIANA;Vincenzo
CASTELLI;Rosario
CIAFFAGLIONE;Giuseppe CIRIACONO;Francesco COMPAGNINO;Donatello CORMACI;Filippo CRISAFULLI;Giuseppe DE LUCA;Salvatore
DI LIBERTO;
Benedetto DISTEFANO;
Carmelo FALLARA;
Alessandro Antonio FATUZZO;Salvatore FAZIO;Luigi FERRINI;
Giuseppe FURNÒ;
Salvatore GIARRUSSO;Antonino GUERCIO;Giuseppe MIDORE;Nicholas MIDORE;Sebastiano MIDORE;Pasquale OLIVA;
Orazio PAPALE;
Maurizio PINZONE VECCHIO;
Benito PRIVITERA;Domenico QUERULO;Salvatore RANNESI;Carmelo RENNA;
Salvatore RINALDI;
Gaetano RIOLO;Gabriele SANTAPAOLA;Vincenzo SAPIA;
Lorenzo Michele SCHILLACI;
Giuseppe SCUDERI;
Lorenzo SGROI;
Barbaro STIMOLI;Matteo VASTA;
Rosario ZAGAME.
Soggetti destinatari di misure cautelare non detentive:
Mario BRULLO; Gianfilippo CIRIACONO; Vito CUTRERA;
Domenico GENTILE; Gianluca ITALIA; Lorenzo PALAZZO;
Salvatore OREFICE; Francesco RAMETTA; Giuseppe SPITALE.
Società e mezzi in sequestro:
del 100 % della società di trasporto T.LOG S.R.L;
del 100 % delle quote della società di trasporto LG
S.R.L.;
del 100 % delle quote societarie della ditta di
trasporti denominata LOGITRADE s.r.l.;
dell’impresa edile Eredi di SPITALE Gaetano di Angela
SPITALE & C. Snc;
dell’impresa individuale di OREFICE Salvatore;
della CUTRERA Onoranze funebri srl;
della Ital Costruzioni Group Srl;
della Ital Costruzioni Srl;
della sede operativa della società di trasporti
Logitrade s.r.l. ora T LOG s.r.l. costituita da un
manufatto, adibito ad attività produttiva, di mq.
1.139,36, con annesso un corpo secondario fuori terra su
due livelli e area parcheggio di mq. 1.200,00;
della Sicilsystem Srl (C.F. 05708560874);
di tutti i veicoli intestati alla società la ditta L.G.
S.R.L.;
di tutti i veicoli intestati alla società la ditta
LOGITRADE S.R.L.;
di tutti i veicoli intestati alla società la ditta T LOG
S.R.L. I Carabinieri del ROS hanno ricostruito i numeri
dell’operazione che fa il punto sulla attuale situazione
delle ‘famiglie’ di cosa nostra nel Distretto di
Catania: 56 misure cautelari a carico di altrettanti
soggetti; 26 capi d’imputazione; 16 diversi
collaboratori di Giustizia utilizzati nel corso delle
indagini; 9 società sottoposte a sequestro per un valore
stimato di circa 10 milioni di euro; 108 kg di
marijuana, di 2,6 kg di cocaina e 57 kg di hashish
sequestrati.Su
delega della Procura Distrettuale di Catania, i
carabinieri del ROS e del Comando Provinciale di
Siracusa hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia
cautelare emessa dal G.I.P. di Catania, su richiesta
della Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di
56 soggetti ritenuti, con alto grado di probabilità,
di essere affiliati o contigui alla famiglia mafiosa
Santapaola-Ercolano-Nardo, alla famiglia di
Caltagirone, a quella di Ramacca ed al clan Nardo di
Lentini. Il provvedimento è stato eseguito – da oltre
400 militari - nei territori delle provincie di
Catania (Catania, Ramacca, Vizzini, Caltagirone e San
Michele di Ganzaria) e di Siracusa (Lentini, Carlentini
e Francofonte). I soggetti tratti in arresto dai
carabinieri del ROS sono gravemente indiziati (con 26
diversi capi d’imputazione) dei delitti di
associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata
al traffico e allo smercio di stupefacenti, nonché di
numerose estorsioni pluriaggravate, di illecita
concorrenza, di turbata libertà degli incanti e di
trasferimento fraudolento di beni, reati tutti aggravati
dal metodo e dalle finalità mafiose. I militari
dell’Arma, contestualmente, hanno notificato anche un
decreto di sequestro preventivo di beni(9 società
attive nei settori dell’edilizia, della logistica e dei
servizi cimiteriali nonché dei beni e conti correnti ad
esse riconducibili) per un valore di oltre 10 milioni
di euro. Gli
investigatori precisano che
nell’attuale fase del procedimento, in cui non è stato
ancora instaurato il contraddittorio tra le parti,
le indagini (avviate nel 2016 come naturale prosecuzione
del procedimento “CHAOS”) hanno cronologicamente
disvelato le criticità, i nuovi rapporti di forza e gli
equilibri raggiunti tra le famiglie di cosa nostra
operanti nei territori di Catania, Caltagirone e
Siracusa, e segnatamente la famiglia Santapaola-
Ercolano, la famiglia La Rocca, la famiglia di Ramacca e
il clan Nardo. I ROS hanno documentato la
riorganizzazione interprovinciale del sodalizio mafioso
che, pur dopo l’esecuzione delle ordinanze adottate
nell’ambito del procedimento CHAOS, è riuscito a
mantenere l’operatività nei tradizionali settori delle
estorsioni, del recupero crediti e della
cessione di stupefacenti. I ROS evidenziano che è
stataaccertata la capacità dei clan di
infiltrarsi nell’economia lecita (nel settore dei
trasporti su gomma e in quello dell’edilizia) e di
influenzare i processi decisionali degli enti locali
(come nell’ipotesi dell’alterazione delle procedure per
l’affidamento dei servizi cimiteriali nel comune di
Vizzini e nelle ipotesi degli affidamenti per la
manutenzione stradale curati dal comune di Caltagirone).
Gli accertamenti dei ROS hanno evidenziato sia
attraverso un’imponente attività di intercettazione, ma
anche con il ricorso a sistemi di indagine tradizionale
sul territorio e coil contributo di 16 diversi
collaboratori di Giustizia ad identificare gli
elementi di maggior peso dell’organizzazione e a
ricostruire, al contempo, la rete di relazioni e la
struttura della famiglia Santapaola-Ercolano, di quella
La Roccadi
Caltagirone, quella di RAMACCA e del clan Nardo. Le
indagi dei ROS hanno
inoltre, cristallizzato un momento particolare di
composizione degli assetti mafiosi dell’area: dai
dialoghi captati all’interno dell’officina di Salvatore
RINALDI, eletta a luogo di incontro privilegiato delle
diverse articolazioni di cosa nostra catanese, emergeva
come il susseguirsi di provvedimenti cautelari scaturiti
dalle indagini Kronos e Chaos avesse di fatto interrotto
il processo di riorganizzazione di cosa nostra catanese
avviato da Antonio TOMASELLI (il responsabile
dell’epoca, tratto in arresto proprio all’esito del
procedimento Chaos), ma che – pur in assenza di un
formale reggente della famiglia – i soggetti rimasti in
libertà fossero stati in grado di riorganizzarsi e di
mantenere un elevato livello di pericolosità criminale.
I ROS hanno, in particolare, registrato momenti di forte
conflittualità tra i sodali (dovuti proprio all’assenza
della investitura ufficiale di un nuovo reggente), che
consentivano di monitorare dialoghi di straordinaria
portata investigativa. Gli investigatori, ROS hanno
rilevato il dato e piena conferma nella gestione delle
estorsioni, in passato curate in prima persona da
TOMASELLI. Era in questi frangenti che Salvatore
RINALDI, Michele Lorenzo SQUILLACI (ritenuto
referente del gruppo Nizza), Luigi FERRINI
(referente per i paesi) e Carmelo RENNA (ritenuto
referente del Villaggio Sant’Agata) indicati dalle
indagini, con alto grado di probabilità, quali vertici
dei diversi gruppi, discutevano di come “gestire” la
situazione e dividere i relativi utili.
Gli inquirenti ritengono che
l’officina fosse anche il luogo dove avvenivano le
riunioni con esponenti della famiglia di Caltagirone e
del Clan Nardo e ciò ha consentito di aprire ulteriori
filoni investigativi che hanno permesso di acclarare
l’operatività delle due compagini sul territorio
calatino e siracusano. La famiglia di Caltagirone
avrebbe (allo stato degli atti, sempre con alto grado di
probabilità) in Gioacchino Francesco LA ROCCA
inteso “Gianfranco”, figlio di Francesco “Ciccio” LA
ROCCA (deceduto nel dicembre 2020), l’indiscusso
vertice, a capo di un nutrito gruppo criminale in
stretto rapporto con gli imprenditori Giuseppe
CIRIACONO, suo figlio Gianfilippo CIRIACONO,
Giuseppe SPITALE e Salvatore OREFICE,
attraverso i quali cosa nostra calatina, grazie anche
alle entrature di cui gode presso il Comune di
Caltagirone, avrebbe esercitato un’attività pressoché
monopolistica nel settore degli appalti. I ROS avrebbero
in particolare, documentato come alcuni dipendenti
dell’amministrazione comunale (non destinatari di
provvedimento cautelare, ma ai quali verrà notificata
l’informazione di garanzia) consapevoli di chi
rappresentasse CIRIACONO “modellavano” i bandi così da
favorire le aziende di quest’ultimo (tutte oggi oggetto
di sequestro preventivo) e quindi Gianfranco LA ROCCA. I
ROS hanno evidenziato, come riscontrato allo stato delle
indagini, siano di fatto riconducibili anche l’impresa
edile Eredi di Spitale Gaetano & c. snc e la ditta
individuale Salvatore OREFICE, entrambe operanti nel
settore movimento terra. I
ROS nell’indagine diretta dalla Procura Distrettuale di
Catania hanno evidenziato essere particolarmente
significativa la vicenda relativa alla gestione dei
servizi cimiteriali nel comune di Vizzini, scaturita
dalla volontà di Gesualdo BRIGANTI – gravemente
indiziato di essere esponente di spicco del clan Nardo –
di inserirsi nella gestione dell’appalto attraverso una
società a lui riconducibile, ma in violazione di accordi
risalenti nel tempo che attribuivano tale servizio –
sebbene ricadesse in un’area di influenza del clan
Nardo –
alla ditta La Cutrera Onoranze Funebri Srl, di fatto
riconducibile a Gianfranco LA ROCCA. La questione veniva
poi risolta a seguito di plurime interlocuzioni tra i
vertici dei due gruppi mafiosi che stabilivano come la
ditta riconducibile a LA ROCCA avrebbe continuato la
gestione dei servizi, cedendo tuttavia una percentuale
dei profitti al clan Nardo ed a cosa nostra catanese. I
carabinieri del ROS, presso l’officina di RINALDI, hanno
documentato inoltre un susseguirsi di incontri
finalizzati a monitorare costantemente le diverse e
numerose questioni che sorgevano nella provincia etnea,
tra queste estremamente significativa era quella che
interessava i rapporti tra Catania e la famiglia di
Ramacca, la quale lamentava il mancato versamento delle
percentuali storicamente pattuite derivanti dalle
estorsioni commesse nel territorio di sua competenza,
con la conseguenza di intaccare anche il prestigio di
Pasquale OLIVA al vertice di quella famiglia. I
ROS ritengono che anche in questo caso RINALDI, RENNA,
SCHILLACI e FERRINI abbiano organizzavano più incontri,
ai quali avrebbero preso parte per conto della famiglia
di Ramacca Franco COMPAGNINO ed Alessandro
FATUZZO, all’esito dei quali veniva ristabilito il
rispetto delle antiche regole.
I ROS confermano che in merito al clan Nardo di Lentini
(SR), è da dire come nel provvedimento sono confluiti
gli esiti di tre distinti filoni investigativi, condotti
dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di
Siracusa, che traggono origine sempre dalle captazioni
operate presso la stessa officina di Salvatore RINALDI.
Emergeva dunque dalle indagini l’attuale reggenza del
clan e la sua composizione (comprensiva dei referenti
dei paesi limitrofi sotto il suo controllo, quali
Francofonte e Vizzini). I ROS evidenziano che in
particolare, era possibile individuare in Antonino
GUERCIO l’attuale reggente operativo, subordinato
solo a Giuseppe FURNÒ, il quale, sulla scorta
del materiale raccolto, va qualificato come successore
di Pippo FLORIDIA, già reggente del gruppo NARDO
fino al 20.4.2016, come documentato in seno all’indagine
Kronos del ROS. Gli
investigatori rilevano
con l’indagine dei ROS come il clan
Nardo e la famiglia Santapaola fossero in affari anche per il
traffico di droga. I militari ritengono che la direzione
sia di Antonio GUERCIO e dello stesso RINALDI ed
evidenziano un fiorente traffico e smercio di sostanze
stupefacenti (nel corso delle indagini, in tempi
diversi, si è proceduto al sequestro di 108 kg di
marijuana, di 2,6 kg di cocaina e 57 kg di hashish) – in
questo contesto un ruolo centrale veniva assunto da
Tiziana BELLISTRI, che di fatto organizzava la
rete dello smercio.
I ROS rilevano che
le cointeressenze tra i due gruppi criminali erano
rivolte anche al controllo del tessuto imprenditoriale.
I militari ritengono nel dettaglio che GUERCIO e RINALDI
pianificassero un’azione ai danni dell’A.T.I. Società
Consortile Bicocca-Augusta Scarl, aggiudicataria
dell’appalto bandito da Italferr Spa, che stava
svolgendo i lavori presso il cantiere della stazione
ferroviaria di Lentini. I due, all’esito di più
interlocuzioni, non solo avrebbero imposto alla società
di cedere materiale ferroso di risulta a soggetti
individuati da GUERCIO e RINALDI, i quali avrebbero poi
provveduto alla vendita, ma anche i servizi di
guardiania al cantiere. I
ROS, con l’attività investigativa hanno evidenziato, per
ciò che emerge dall’attuale fase del procedimento, come
i sodali oggi destinatari di misura restrittiva
mantenessero attiva la propria rete di controllo su
diversi settori economici e sociali, operando mirate
estorsioni i cui ricavi erano da dividere in basi a
precisi accordi e sulla base dello spessore della
famiglia destinataria. I ROS hanno documentato il
tentativo di estorsione attuato da esponenti del clan
NARDO e della famiglia Santapaola – Ercolano ai danni
delle società Trasporti e Movimento Terra Srl e della
Figeco Srl,
impegnate nell’esecuzione di lavori di pulitura,
smaltimento di detriti e rifacimento degli argini sul
fiume Dirillo; della ditta L.C. Costruzioni, impegnata
nei lavori di risanamento della sovrastruttura stradale
lungo la S.S. 124 dal Km. 33+120 al Km 57+000 in t.s.
Grammichele - Buccheri. L’azione avrebbe interessato
anche il settore dei trasposti su gomma da parte di
Giuseppe GENTILE (deceduto per cause naturali qualche
giorno fa e soggetto di rilievo del clan Nardo, del
quale in passato era stato reggente, prima che questo
ruolo venisse affidato a GUERCIO) il quale, attraverso
il titolare della Ecotrasporti, avrebbe gestito una
piattaforma logistica adibita a centro di raccolta degli
agrumi che, dopo essere stati confezionati, venivano
affidati in esclusiva per il trasporto, in
considerazione della riconosciuta caratura, a ditte di
fatto riconducibili a Giuseppe GENTILE (Logitrade Srl,
Tlog Srl E Lg Srl) ed oggi sottoposte a sequestro
preventivo. I ROS ritengono che tale monopolio avrebbe
determinato un momento di forte attrito allorquando il
titolare della Ecotrasporti si sarebbe opposto
all’apertura a Francofonte (SR) di un’altra agenzia di
trasporti da parte di tale Gregorio LUMINARIO,
soggetto vicino a Michele SCHILLACI, il quale senza il
benestare e l’autorizzazione di cosa nostra catanese,
aveva intrapreso l’iniziativa imprenditoriale. La
situazione di tensione diveniva evidente in data
3.12.2018 quando Carmelo GUALTIERI, titolare
della ditta sopra citata aveva una violenta
colluttazione con Gregorio LUMINARIO il quale, per le
lesioni subite, era costretto a recarsi al Pronto
Soccorso dell’Ospedale di Lentini. La vicenda sarebbe
stata “discussa” con cosa nostra catanese (nelle persone
di Salvatore RINALDI, Michele SCHILLACI e Luigi FERRINI)
dai vertici del clan NARDO su Francofonte (Gesualdo
BRIGANTI) e con il diretto intervento di Giuseppe FURNO’.
Il potenziale conflitto veniva ricomposto nel rispetto
della tradizionale alleanza tra le due compagini
mafiose, stabilendosi che LUMINARIO avrebbe aperto
l’agenzia, ma avrebbe dovuto corrispondere delle somme
ad entrambi i gruppi criminali.
L’ipotesi investigativa prospettata dalla Procura
Distrettuale di Catania è stata condivisa dal Gip in
sede che ha emesso le misure cautelari già specificate.
In esito alle catture verrà ora attivato il
contraddittorio procedimentale, nel corso del quale gli
indagati avranno la facoltà di fornire la loro versione
dei fatti ed indicare eventuali prove a discolpa.
MASCALUCIA
- CARABINIERI eseguita misura per
Martina PATTIconfessa infanticidio figlia
Elena
bimba di 4 anni sparita a Mascalucia.
(VIDEO)
I Carabinieri del Comando Provinciale di Catania sono
stati delegati all’esecuzione di un decreto di fermo di
indiziati di delitto nei confronti di Martina PATTI
24enne, nata a Catania (16 gennaio 1998), ritenuta
responsabile dei delitti di omicidio premeditato
pluriaggravato della figlia Elena DEL POZZO di
quasi cinque, nonché della soppressione del cadavere
sotterrandolo, commessi il 13 giugno 2022, a Mascalucia.
I militari hanno operato nell’ambito di serrate e
complesse indagini coordinate, sin dal verificarsi
dell’evento, dalla Procura della Repubblica di Catania -
Direzione Distrettuale Antimafia. Le indagini hanno
consentito di ricostruire, seppur in una fase
procedimentale caratterizzata dall’assenza del
contraddittorio, i reali accadimenti e di definire la
responsabilità personale a seguito della denuncia
presentata dalla medesima PATTI nel pomeriggio,
poche ore dopo la sparizione della piccola Elena, presso
la Tenenza di Mascalucia. La notizia della sparizione
della bimba aveva, suscitato un gravissimo allarme
sociale, essendo stato inizialmente segnalato il
sequestro della bimba Elena ad opera d un non meglio
indicato gruppo di uomini incappucciati. La narrazione
iniziale della madre Martina Patti: verso le
15:00 circa, dopo aver bloccato l’autovettura da lei
condotta lungo via Piave sarebbe stata minacciatala
mediante una pistola/una mazza, i malfattori l’avrebbero
rapita, preannunciandone la morte. Gli investigatori
hanno appurato nella circostanza, secondo quanto
riferito dalla donna, che l’episodio sarebbe stato
ingenerato da una conseguenza per il comportamento
dell’ex compagno (Alessandro DEL POZZO, 24enne
già noto) per non aver ascoltato precedenti messaggi
minatori fattigli recapitare presso la propria
abitazione in ragione del tentativo posto in essere di
individuare il reale complice di una rapina ai danni di
una gioielleria di Catania al posto del quale venne
arrestato il 15 ottobre 2020 e successivamente assolto
nel settembre 2021 per non aver commesso il fatto. Gli
inquirenti, dalle prime risultanze investigative, anche
grazie alla tempestiva acquisizione di idonee telecamere
di videosorveglianza, hanno potuto accertare la mancata
corrispondenza al vero del fatto denunciato, vista
l’assenza di gruppi “armati” in via Piave nelle fasce
orarie indicate e nonostante una strenua difesa ad
oltranza della propria versione da parte della madre
Martina PATTI. L’attività di indagine incessante dei
militari del Nucleo Investigativo, aveva portato anche
ad ascoltare per tutta la notte, tra gli altri, sia
Martina PATTI che Alessandro DEL POZZO, ha
fatto emergere un triste quadro familiare costituito da
due ex conviventi i quali a prescindere dalla gestione
apparentemente serena della figlia Elena avevano
allacciato nuovi legami e non apparivano rispettosi l’un
l’altro. I tutori dell’ordine hanno appurato che in
particolare, la donna, nei confronti della quale nel
corso della nottata è stato contestato il reato di
false informazioni al pubblico ministero. Martina
PATTI a fronte delle continue sollecitazioni da parte
degli inquirenti e delle contestazioni alla inverosimile
versione fornita, ha ceduto e soltanto nella tarda
mattinata quando i Carabinieri della Sezione
Investigazioni Scientifiche si stavano apprestavando ad
effettuare i rilievi dell’abitazione presso cui la
stessa risiedeva assieme alla figlia Elena. Gli
investigatori hanno rilevato e fatto emergere che la
stessa madre abbia potuto posto in essere il gravissimo
gesto anche per via di una forma di gelosia nei
confronti dell’attuale compagnia dell’ex convivente, non
tollerando che alla stessa vi si affezionasse anche la
propria figlia. Martina PATTI, messa alle strette, in
fase d’interrogatorio ha dapprima indicato ai militari
il luogo presso cui rinvenire il corpicino della figlia
(sotterrato in un campo vicino alla via Euclide di
Mascalucia), quindi, sentita presso il Comando
Provinciale dei Carabinieri alla presenza di Magistrati
della Procura di Catania, ha confessato l’orrendo
crimine, precisando di averlo portato a termine in
maniera solitaria, dopo essere andata a prendere Elena
all’asilo (era tra l’altro il primo giorno del GREST),
utilizzando un coltello da cucina e dei sacchi neri per
nascondere il corpo nella terra. Il corpicino della
bambina, all’esito dell’ispezione medico legale, ha
evidenziato molteplici ferite da armi da punta e taglio
alla regione cervicale e intrascapolare. La presunta
omicida è stata associata presso la Casa Circondariale
di Catania Piazza Lanza.
CATANIA
- Vito CALVINO è Questore a Catania subentrato a Mario
Della Cioppa inviato a dirigere Roma.
Il Dirigente Generale di Pubblica Sicurezza dott. Vito
CALVINO
ha svolto precedentemente le funzioni di questore a
Messina. Il Consiglio dei ministri, lo scorso 17 maggio,
aveva deciso tra gli altri provvedimenti
l’avvicendamento dei Questori tra le Città di Messina,
Catania e Roma. Le parole del Dirigente Generale di
Pubblica Sicurezza Vito Calvino che si è insediato
mercoledì 26 maggio quale nuovo Questore della provincia
di Catania sono state esplicite : “Onorato e
orgoglioso di essere Questore di Catania”.
Vito CALVINO
è nato nel 1961, a Palermo, è Funzionario della Polizia
di Stato da 34 anni, nel corso dei quali ha maturato
importanti esperienze professionali e diretto diversi e
importanti uffici investigativi e commissariati. Il
nuovo questore di Catania ha cominciato l’attività
investigativa al Commissariato di Vittoria nel 1988.
Quale Vice Dirigente della Squadra Mobile della Questura
di Ragusa, dopo tre anni nel 1991, è arrivato a Palermo,
pere dirigere il Commissariato di Brancaccio per 5 anni
e quello di San Lorenzo per altri 2, quartieri in cui
alto è il tasso delinquenziale e forte la presenza della
criminalità organizzata. Il dirigente non ha mancato il
suo obiettivo ed ha colpito conseguendo significativi
risultati che l’hanno portato alla guida, prima della
Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile e,
poi, dell’intera Squadra Mobile, che, in quel periodo
ha, disarticolato numerose consorterie mafiose e
catturato diversi pericolosi latitanti, tra cui Domenico
Raccuglia, Gianni Nicchi e Giuseppe Falsone. Vito
CALVINOè stato poi promosso a Dirigente
Superiore, e nominato Direttore del Reparto
Investigazioni Giudiziarie della Direzione Investigativa
Antimafia. Il primo incarico da Questore, è stato nel
2019 in provincia di Messina. Il neo Questore di
Catania ha formalmente assunto l’incarico ed
innanzitutto, ha voluto rendere omaggio ai Caduti della
Polizia di Stato di Catania, deponendo una corona
d’alloro ai piedi della lapide che, all’ingresso della
Questura, ne ricorda i nomi. Il Dirigente Generale di
Pubblica Sicurezza Vito Calvino, nel corso della
mattinata, ha, poi, avuto i primi incontri
istituzionali, con S.E. il Prefetto, con il Procuratore
della Repubblica e con i dirigenti degli Uffici e dei
Reparti della Polizia di Stato della provincia. Il
questore ha infine, incontrato i giornalisti e le
segreterie provinciali delle Organizzazioni Sindacali
della Polizia di Stato.
CATANIA –
POLIZIA, Operazione anti-mafia nigeriana “Light house
of Sicily”, 28 misure, collaboratore giustizia svela
segreti giro prostituzione. La Polizia di Stato di
Catania, su delega della D.D.A. etnea, ha dato
esecuzione a decreto di fermo di indiziato di delitto
nei confronti di n. 28 persone, prevalentemente
nigeriane, appartenenti alla confraternita cultista dei
M.A.P.H.I.T.E. , organizzazione criminale
transnazionale, con sede in Nigeria e basi nei paesi
europei ed in diverse regioni italiane. La Polizia,
all’alba del 21 luglio ha decapitato la cellula
operativa siciliana “Family Light house of Sicily”,
fermando il capo - il Don - , i suoi responsabili di
zona ed altri sodali rintracciati nel resto della
penisola. Nel corso delle indagini è stato possibile
documentare diversi summit svolti in ore notturne tra i
vertici del secret cult. La
Polizia di Stato su delega della Direzione Distrettuale
Antimafia di Catania ha dato esecuzione a decreto di
fermo di indiziato di delitto, emesso in data 17 luglio
2020, nei confronti di n.26 persone, Godwin EVBOBUIN36enne, preso a Catania; Osaretin IDEHEN44enne preso a Catania; Ernest IGBINEWEKA26enne, preso a Catania;Antonio
MANNINO 55enne, preso a Catania;
Domenico MANNINO 31enne, preso a Catania;
Salvatore MANNINO 30enne, preso a Catania;Benedict
JOHN 29enne, preso a Messina;
Oscar AKHUAMS 36enne, preso a Messina;
Ede OSAGIEDE 35enne, preso a Caltanissetta;
Lamin NJIE 36enne, preso a Caltanissetta;
Eorhbor EDITH, 25enne, preso a Caltanissetta;
Omon Victor INEGBENEKHIAN 49enne, preso a
Caltanissetta;
Joseph UVWO43enne, preso a Caltanissetta;
Cristian MONDAY 21enne, preso a Caltanissetta;
Hope SYLVESTER 30enne, presa a Caltanissetta;
Odion OMONDIAGBE21enne, preso a
Caltanissetta;
Kosi Prince GYAMFI45enne, preso a
Caltanissetta;
Insua MURANA 22enne, preso a Caltanissetta;
Nosa OMORAGBON38enne, preso a Palermo;
Ibrahim ALHASSAN 33enne, preso a Palermo;
Lucky RUEBEN31enne, preso a Palermo;
Joy PAYOS38enne, preso a Schiavonea (CS);Godday
OSAS25enne, preso a Schiavonea (CS);
Ozuigbo Stanley KELECHI28enne, preso a
Roma;
Wisdom MONDAY 22enne, preso a Firenze;
Godstime ABUMEN 24enne, preso a Vicenza. Tutti i
personaggi sono ritenuti gravemente indiziati, a vario
titolo, dei reati di associazione per delinquere di
stampo mafioso di tipo cultista denominata
M.A.P.H.I.T.E., associazione per delinquere finalizzata
al traffico illecito di sostanze stupefacenti, cessione
di sostanze stupefacenti, sfruttamento della
prostituzione, contraffazione ed alterazione di
documenti ai fini della permanenza clandestina sul
territorio dello Stato. L’esecuzione dell’operazione di
polizia ha avuto ad oggetto l’articolazione siciliana
del Cult M.A.P.H.I.T.E. (acronimo di MAXIMO
ACADEMYC PERFORMANCE HIGLY INTELLECTUAL EMPIRE)
denominata “Family Lighthouse of Sicily” ed ha
impegnato centinaia di uomini, con il supporto di
personale del Servizio di Polizia Scientifica, dei
Reparti Prevenzione Crimine Sicilia Orientale ed
Occidentale e la collaborazione delle Squadre Mobili di
Caltanissetta, Cosenza, Firenze, Messina, Palermo, Roma
e Vicenza. Il decreto di fermo accoglie le risultanze
investigative acquisite nel corso di una complessa
attività di indagine, di tipo tradizionale e tecnico,
avviata nel mese di maggio 2019 a seguito delle
dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia già
destinatario di provvedimento di fermo di indiziato di
delitto emesso in quanto appartenente alla associazione
mafiosa di matrice cultista “The Supreme Eiye
Confraternity (S.E.C.)”. Le indagini, durate poco
più di un anno, coordinate dalla Procura Distrettuale
etnea e condotte dalla Squadra Mobile - Sezione
Criminalità Straniera, caratterizzate dal monitoraggio
telefonico di circa cento utenze e dall’ausilio di
qualificati interpreti, consentivano di acquisire un
chiaro quadro della connotazione mafiosa del cult
investigato desumibile: per un verso,
dall’esistenza di una struttura gerarchica con correlato
assoggettamento dei membri in posizione subordinata ai
voleri dei soggetti in posizione apicale, dalla
ripartizione interna in aree di influenza
territorialmente delineate, dalla sottoposizione ad
eventuali riti di affiliazione, dai rapporti con altre
articolazioni del Cult sul territorio italiano, dal
supporto e dal mutuo soccorso garantito ad ogni
affiliato dal gruppo; per altro verso,
dall’utilizzazione della carica intimidatrice e dalla
situazione di assoggettamento e omertà sprigionantesi
verso l’esterno ricavabile dagli scontri e dai rapporti
con altri gruppi criminali parimenti connotati, dalla
realizzazione di delitti e dalle modalità intimidatorie
di azione. Gli investigatori, sin dall’inizio
dell’attività tecnica, hanno avuto esiti e riscontri
con le dichiarazioni rese dal collaboratore il quale
consentiva di identificare numerosi appartenenti al Cult
MAPHITE facenti parte della famiglia LIGHTHOUSE OF
SICILY. L’inchiesta ha permesso di verificare un
importante traffico di stupefacenti gestito da alcuni
degli affiliati al citato clan: in costanza di attività
captativa risultava anche possibile accertare e seguire
le numerose riunioni del gruppo (anche in periodo di
pieno lockdown), i legami dell’articolazione investigata
con altre articolazioni dello stesso Cult operanti in
altre parti del territorio, i commenti dei sodali
all’esecuzione di provvedimenti restrittivi di altre
autorità riguardanti altri accoliti del medesimo Cult o
di altri Cults, i contatti con altri affiliati dimoranti
in diverse parti di Europa, l’organizzazione del
traffico di stupefacenti, così consentendo
l’acquisizione di un bagaglio informativo molto ricco.
La Polizia ha, in particolare, acclarato che nell’anno
2016 il radicamento del Cult MAPHITE sul territorio
siciliano sia sviluppato grazie ad uno scontro avvenuto
a Catania nel mese di novembre 2016 tra i massimi
esponenti dei MAPHITE siciliani (OSAGIEDE Ede detto
Babanè e EVBOBUIN Godwin detto Volte) ed i massimi
esponenti del Cult Black Axe. Lo scontro sarebbe stato
determinato dall’esigenza dei due cults
antagonisti di affermare la prevalenza del proprio
predominio sul territorio: l’articolazione siciliana dei
MAPHITE non risultava tuttavia presente solo sul
territorio di Catania. Le indagini hanno consentito
agli investigatori di individuare diversi sodali in più
territori della Regione, precisamente nelle città di
Caltanissetta, Palermo e Messina. Gli inquirenti,
proprio a Caltanissetta, dopo gli scontri del 2016 ed
un successivo periodo di carcerazione, hanno acclarato
che il soggetto aveva deciso di stabilirsi il Don, il
capo dell’articolazione, OSAGIEDE Ede detto Babanè: se
la Sicilia era il regno della famiglia LIGHTHOUSE OF
SICILY governata da Babanè, Caltanissetta era
sicuramente la sua reggia. Il figuro poteva contare sul
posto su numerosi soggetti, uomini e donne, alle sue
ossequiose dipendenze, impiegati dal predetto nello
svolgimento di incombenze di qualsiasi tipo
(dall’acquisto di generi alimentari al trasporto di
stupefacente); allo stesso modo Godwin EVBOBUIN detto
Volte era leader indiscusso a Catania e dotato di
una particolare ecclettismo criminale (pur avendo una
rilevante expertise criminale nel settore degli
stupefacenti appariva capace di dedicarsi anche ai
falsi, alla ricettazione di apparecchi cellulari, ai
recuperi di crediti utilizzando il timore ingenerato
nei connazionali dalla sua carica cultista, a
precostituire false documentazioni ai fini del rilascio
del permesso di soggiorno per connazionali). Godwin
EVBOBUIN detto Volte ed Ede OSAGIEDE detto Babanè
risultavano per gli inquirenti gestire una intensa
attività di narcotraffico. La Polizia ritene che gli
stessi risultavano avere comuni canali di
approvvigionamento ed esser talvolta cointeressati alla
medesima operazione economica, sebbene fossero dediti ad
un proprio mercato condotto e controllato svolto
rispettivamente da Volte sulla piazza di Catania e da
Babanè su quella di Caltanissetta. La Polizia ritiene
che varie siano le peculiarità del narcotraffico
esercitato dai due esponenti apicali dei Maphite già
citati: in primis, una contaminazione delle
piazze locali ovverossia mentre in passato il
narcotraffico gestito dai gruppi cultisti era un settore
etnico ovvero caratterizzato dalla nazionalità e che
escludeva la presenza di soggetti italiani (si trattava
in buona sostanza di venditori nigeriani, di fornitori
nigeriani e assuntori nigeriani, con qualche occasionale
intrusione di soggetti ghanesi o gambiani), la expertise
criminale di Volte e Babanè li portava ad aver soggetti
acquirenti italiani (soggetti che acquistavano per poi
rivendere a terzi assuntori); in secondo luogo, la
incredibile capacità di Volte e Babanè di assicurarsi
sempre e regolarmente, a prima richiesta, forniture di
stupefacente a costi concorrenziali sul mercato illecito
dello stupefacente (costi che spesso erano parametrati
ad una qualità non buona dello stupefacente), forniture
che venivano recapitate direttamente in loco ai due
richiedenti da soggetti dimoranti in altre parti
d’Italia, personalmente o attraverso una serie di
corrieri pronti a occultare in corpore sostanze e
viaggiare in cambio di pochi euro. Gli inquirenti hanno
evidenziato che , entrambi gli indagati non risultavano
impegnati direttamente nella gestione di una piazza di
spaccio, ma si collocavano ad un livello più elevato
della filiera del narco traffico e, ovverossia, Volte
si rapportava solo ai suoi fornitori nigeriani ed ai
suoi committenti italiani ai quali assicurava forniture
di eroina che gli stessi poi rivendevano a terzi; Babanè,
dalla sua abitazione, controllava il traffico di
stupefacenti gestito da nigeriani in territorio nisseno
percependo somme di denaro dai connazionali che
spacciavano in strada (fossero essi pusher o soggetti
aventi a loro volta il controllo dei pusher)anche
rifornendoli o facendosi erogare quantità di
stupefacenti per clienti fidati oppure si rapportava ai
suoi stabili fornitori di eroina, in tutto ciò facendosi
coadiuvare da soggetti fidati nella gestione più pratica
(riscossione delle somme, confezionamento e suddivisione
dello stupefacente, consegne di stupefacente), perché
ovviamente trattandosi di un capo non si “sporcava le
mani” e lasciava ad altri le incombenze di basso
profilo. La Polizia, nelo corso dell’attività captativa
ha tra l’altro data esecuzione in data 18 luglio 2019 a
due diversi decreti di fermo emessi dalle DDA di TORINO
(p.p. 21522/17 RGNR cd. Operazione Athenaeum Return)
e BOLOGNA (p.p. 9410/17 RGNR c.d. operazione Burning
Flame) nei confronti di numerosi appartenenti al
Cult MAPHITE operanti nei territori piemontesi e
dell’Emilia Romagna(entrambe le operazioni
rappresentavano l’esito di una complessa attività
investigativae risultavano essersi arricchite di
un importantissimo contributo investigativo consistente
nell’avvenuto sequestro della “Green Bible”
(ovvero una sorta di costituzione del gruppo Maphite il
cui possesso consentiva il potere di procedere alla
affiliazione di nuovi membri): l’attività tecnica in
corso permetteva di cogliere i commenti dei Maphite
siciliani e, soprattutto, la loro incredulità per
l’esser stati carpiti i dati più segreti del cult.
In ossequio ai precetti contenuti nella Green Bible gli
indagati erano soliti utilizzare una ossessiva cautela
nelle comunicazioni e nei comportamenti, nel tentativo
per un verso di rendersi impermeabili all’attività di
indagine, per altro verso di non attirare l’attenzione
delle Forze dell’Ordine, avendo piena consapevolezza
dell’efficacia dell’azione di contrasto realizzata in
Italia, che gli stessi, sconsolati, definivano nei loro
dialoghi “il paese della galera” . Espletate le
formalità di rito, i soggetti destinatari del decreto di
fermo sono stati associati presso le case
circondariali dei luoghi dove sono stati rintracciati, a
disposizione dell’A.G.: le Autorità giudiziarie adite
hanno convalidato il decreto emesso applicando la misura
custodiale massima per 24 dei destinatari del
provvedimento (non è stata applicata misura cautelare
nei confronti degli indagati Osas e Igbineweka).
CATANIA
– Polizia ammanetta coppia lentinese con pistola carica
risultata rubata. Si tratta di
Grecia Claudia RUDOLFO 30enne e di Salvatore
Amato 39enne, entrambi di Lentini. Agenti delle
Volanti sono intervenuti nel pomeriggio alle 15:20, in
via Puccini, a seguito di segnalazione di 2 persone
sospette in strada. I poliziotti, giunti prontamente sul
posto, hanno notato un’autovettura con a bordo 2
ragazzi, identificati per RUDOLFO ed Amato. Gli
agenti, a seguito di un primo controllo visivo, hanno
visto fuoriuscire dalla borsa della ragazza il calcio di
una pistola. I poliziotti con le dovute precauzioni,
hanno sottoposto la sospetta a perquisizione personale,
a seguito della quale è stata rinvenuta 1 pistola
semiautomatica marca Beretta con serbatoio rifornito di
8 proiettili. I poliziotti, da successivi accertamenti,
hanno appurato che l’arma era stata rubata
dall’abitazione di una persona residente in una vicina
abitazione. I due giovani, quindi, sono stati arrestati
per i reati di furto aggravato e detenzione abusiva di
arma comune da sparo. Su disposizione del P.M di turno,
sono stati rinchiusi nella Casa Circondariale di Piazza
Lanza, in attesa del giudizio di convalida. I due sono
stati anche denunciati in stato di libertà ai sensi
dell’art 650 c.p., per l’inosservanza delle prescrizioni
per il contenimento dell’epidemia COVID 19, che
impongono di non allontanarsi dalla propria abitazione
senza una valida giustificazione. Gli agenti delle
volanti dell’UPGSP, impegnati nei quotidiani controlli
volti a verificare il rispetto delle prescrizioni per il
contenimento dell’epidemia COVID 19, nel pomeriggio,
hanno notato un soggetto intento a transitare a bordo di
una bicicletta, nel quartiere San Cristoforo. I
poliziotti, per verificare la ragione della sua
presenza in strada, hanno deciso di sottoporlo a
controllo. Il personaggio ha tentato di fuggire,
percorrendo contromano via Delle Calcare, ma, dopo circa
cento metri, è stato raggiunto e bloccato. Identificato
per il noto Salvatore VINCIGUERRA 45enne
catanese, dai successivi accertamenti è emerso che era
sottoposto alla misura restrittiva degli arresti
domiciliari. Lo stesso, pertanto, è stato arrestato per
il reato di evasione e denunciato in stato di libertà
per l’inosservanza delle prescrizioni per il
contenimento dell’epidemia COVID 19. Gli agenti
dell’Ufficio Fermati dell’UPGSP, ieri, hanno arrestato
un minorenne, in esecuzione della misura della custodia
cautelare presso l'istituto penale per minorenni,
disposta dall’Autorità Giudiziaria . Il giovane, il 23
marzo u.s., era stato rintracciato da una Volante nei
pressi di Piazza Lanza alle ore 5:30 e condotto presso
gli uffici della Questura perché si era allontanato
arbitrariamente da una comunità minorile con sede a
Ramacca.
CATANIA
– Polizia trova cocaina e 43mila €, preso 1 pusher.
Gli agenti hanno bloccato
Vito GIUFFRIDA 44enne già noto, in quanto ritenuto
responsabile del reato di detenzione ai fini di spaccio
di sostanza stupefacente del tipo cocaina.Gli investigatori
nell’ambito hanno dato seguito all’attività di contrasto
allo spaccio di sostanze stupefacenti nel quartiere San
Berillo Nuovo, già sfociata alcuni mesi addietro
nell’operazione Tricolore. Gli
uomini della Squadra
Mobile - Sezione “Antidroga”, ieri mattina, hanno
predisposto, sin dalle prime ore del mattino, un
servizio mirato di osservazione in via Francesco
Baracca, volto a monitorare i movimenti di Vito
GIUFFRIDA, notoriamente attivo nell’attività di spaccio
di cocaina nel popolare rione.L’attività di
monitoraggio ha consentito agli agenti di individuare
un’immobile in via Francesco Baracca in cui è stato
visto entrare il sospetto.
I poliziotti, poco dopo hanno fatto
irruzione nello stabile ed all’interno, dopo la
perquisizione domiciliare a carico di GIUFFRIDA, hanno
rinvenuto, occultati in un anfratto dello stabile: 75 gr
di sostanza stupefacente del tipo cocaina già
confezionati in 3 involucri sottovuoto di cellophane
trasparente di circa 25 gr ciascuno ed 1 bilancino
elettronico di precisione.
Gli investigatori, nell’abitazione di
GIUFFRIDA hanno rinvenuto e sequestrato:materiale di
confezionamento della sostanza stupefacente, la somma in
contanti di 43.450 euro in banconote di vario taglio
occultata all’interno di un doppio fondo appositamente
ricavato nell’armadio della camera da letto.Vito GIUFFRIDA all’esito
della perquisizione, è stato dichiarato in arresto in
flagranza del reato di detenzione ai fini di spaccio di
sostanza stupefacente del tipo cocaina e per la somma di
denaro contante rinvenuta, il tutto è stato posto in
sequestro.Vito GIUFFRIDA era già
stato arrestato dalla Squadra Mobile nel gennaio 2015 in
esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere
emessa dal GIP del Tribunale di Catania per associazione
di tipo mafioso (clan Cursoti Milanesi) ed
associazione per delinquere finalizzata al traffico di
sostanze stupefacenti assieme a vari esponenti di
vertice dell’associazione mafiosa tra cui Carmelo DI
STEFANO e Rosario PITARA’ inteso “Saretto u furasteri”.
Vito GIUFFRIDA, espletate le formalità di rito, è stato
sottoposto agli arresti domiciliari in attesa del
giudizio per direttissima.
CATANIA
–
POLIZIA INTERVIENE PER LITE DI COPPIA, SCOPRE ED ARRESTA
LATITANTE.
Si
tratta del catanese Dario CUTULI 30enne bloccato
in
esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in
carcere. Il personaggio deve espiare la pena residua di
3 anni, 1 mese e 19gg. per resistenza a P.U., violenza e
danneggiamento, nonché indagato in libertà per lesioni e
resistenza a P.U. e per false attestazioni a P.U. sulla
propria identità personale.
Agenti delle Volanti, nel corso della nottata appena
trascorsa, a seguito di segnalazione, erano stati
inviati in via Fava, dove era stata segnalata la
presenza di una coppia intenta a litigare animatamente.
l’intervento immediato della volante è stato
fondamentale poichè ha subito posto fine a quella che
sarebbe stata una lite probabilmente degenerata in
qualcosa più grave. Gli agenti si sono imbattuti
nell’inseguimento del sospetto, che dall’interno
dell’abitacolo, dopo aver inizialmente declinato le
proprie generalità, ha tentato la fuga per sottrarsi al
controllo. Il fuggitivo, dopo le fasi concitate
dell’inseguimento, durante le quali gli operatori di
Polizia hanno riportato lesioni lievi, è stato bloccato
ed identificato per il latitante Dario CUTULI. I
poliziotti hanno appurato che sul soggetto risultava
pendente ancora da espiare una pena detentiva di oltre 3
anni. CUTULI è stato denunciato per il reato di
resistenza a Pubblico Ufficiale e tradotto presso la
Casa Circondariale di Piazza Lanza per scontare la pena
maturata a seguito di condanna per i precedenti reati di
resistenza, violenza privata e danneggiamento.
CATANIA
–
Miele sospetto, NAS CC, sequestrate decine di tonnellate
di provenienza ed origine incerta. I militari
dell’Arma Comando Carabinieri per la Tutela della
Salute di Catania comandati dal magg. Salvatore
Calabrese, hanno effettuato i controlli nel settore
apistico - sequestrando il miele sospetto nella zona
etnea. I NAS hanno rilevato che non era stata
minimamente dimostrata l’origine e la provenienza, del
miele in vendita in violazione della procedura di
rintracciabilità commerciale. I controlli svolti
ultimamente dai carabinieri del Nas di Catania ad alcune
aziende apistiche del territorio etneo hanno portato a
segno il sequestro di diverse decine di tonnellate di
miele semilavorato per il quale non era stata
minimamente dimostrata l’origine e la provenienza, in
violazione della procedura di rintracciabilità
commerciale. Alcuni operatori del settore poco
coscienziosi e professionali, anche per ovviare a
carenze produttive, talvolta, decidono di rifornirsi di
partite di miele di diversa provenienza, anche estera e
non certificata. Il consumatore con l’approssimarsi
della stagione autunnale è orientato alla ricerca e
consumo di prodotti del settore agroalimentare,
soprattutto di provenienza locale, considerata la
naturale vocazione del circostante territorio
pedemontano che offre diversi specialità tipiche ed
esclusive. Il miele determina un imponente indotto
commerciale che non sempre riesce a soddisfare le
esigenze di mercato. L’attività di controllo dei
carabinieri del Nas si concentra anche in questo
settore, in particolar modo sui prodotti per i quali
annualmente vengono sostenute, spesso con il patrocinio
degli enti locali, intere campagne promozionali che
attirano considerevoli flussi turistici di provenienza
perfino interregionale. La cosiddetta “filiera
alimentare”, è il sistema di informazioni, obbligatorio
per legge dal 2005, che permette ai consumatori non solo
di conoscere le caratteristiche qualitative del
prodotto, ma anche la provenienza e l’esatta origine, a
garanzia della genuinità e salubrità dell’alimento in
tutte le fasi di produzione, trasformazione e vendita. I
produttori ed i commercianti sono tenuti ad informare il
consumatore finale, apponendo un’etichetta dalla quale
ci si può accertare della natura dell’alimento, dello
stabilimento produttivo, della zona di provenienza,
dell’eventuale presenza di allergeni ed altre
caratteristiche salienti. I Carabinieri del NAS di
Catania hanno pertanto sottoposto a vincolo sanitario
l’intero quantitativo con la collaborazione di personale
medico del locale distretto veterinario dell’ASP con il
quale sono stati prelevati alcuni campioni di miele da
sottoporre ad analisi chimiche per accertare la
conformità e salubrità del prodotto. L’attività di
controllo dei Carabinieri del NAS di Catania sarà
continuata assiduamente sul resto del territorio, a
tutela di quei cittadini che, convinti di acquistare
prodotti originari e naturali, potrebbero
inconsapevolmente imbattersi in forniture agroalimentari
che nulla hanno a che vedere con il contesto geografico
in cui vengono presentati.
CATANIA–
Polizia cattura latitante in ristorante ad Acitrezza
mentre cena con famiglia. Gli uomini della
catturandi hanno bloccato Fabrizio PAPPALARDO
52enne, latitante destinatario di ordine di esecuzione
per la carcerazione, emesso il 5 aprile 2019 dalla
Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario
di Catania.Il personaggio deve espiare la pena di anni 7
di reclusione per i reati di estorsione e rapina
aggravata in concorso. Lo scorso mese di aprile,
Fabrizio PAPPALARDO, ritenuto esponente di vertice del
clan Pillera-Puntina, era stato raggiunto da un
provvedimento restrittivo divenuto definitivo emesso
dalla Suprema Corte di Cassazione che aveva rigettato il
ricorso avverso la sentenza di condanna della Corte di
Appello di Catania. Le operazioni finalizzate alla
cattura di PAPPALARDO, subito dopo la sentenza emessa
dal supremo organo di giudizio, non portarono
all’arresto. Il personaggio infatti si era,
preventivamente, allontanato dalla sua abitazione
facendo perdere le tracce. Gli uomini della Catturandi
della Squadra Mobile di Catania, nella tarda serata di
ieri, tuttavia, sono riusciti ad individuare il
latitante. I poliziotti stante anche le condizioni
favorevoli determinate dal suo allontanamento dai luoghi
in cui aveva trovato ricovero, hanno catturato il
ricercato mentre stava cenando, con la sua famiglia, in
un ristorante del litorale di Acitrezza. PAPPALARDO
notata la presenza degli agenti, non opponendo alcuna
resistenza, li ha seguiti all’esterno del locale per poi
essere condotto presso gli uffici della Squadra Mobile
e, successivamente, presso la Casa Circondariale di
Catania a piazza Lanza.
CATANIA
-
POLIZIA FESTEGGIA PATRONO SAN MICHELE. La
chiesa di San Michele ai Minoriti di via Etnea ha
accolto, la mattinata del 30 settembre, i poliziotti
della Questura e delle Specialità della Polizia di Stato
catanesi che si sono uniti alle Autorità civili e
militari, nella celebrazione liturgica del Santo Patrono
della Polizia di Stato, San Michele Arcangelo, presenti
alla cerimonia il Sindaco Salvo Pogliese, il Vice
Prefetto Enrico Gullotti ed i rappresentanti delle Forze
di Polizia: un momento questo per ricordare insieme alle
altre forze di polizia, l’impegno al servizio del
cittadino.
La voce dell’Arcivescovo celebrante, Mons. Gristina, è
stata accompagnata dalle voci e dalle note del coro
dell’Associazione Nazionale della Polizia di Stato, da
quelle del poliziotto tenore Sov. Antonio Costa e dal
soprano Angela Curiale i quali hanno reso ancor più
solenne la cerimonia.
L’emozione è stata grande, durante le parole espresse
dal Questore Mario Della Cioppa il quale, rivolgendosi
ai fedeli ed agli uomini e donne della Polizia di Stato
che gremivano la chiesa in questo giorno tanto speciale,
ha voluto ringraziare le autorità presenti ed in
particolare l’Arcivescovo Gristina, per aver voluto
celebrare la messa in questa particolare giornata. Il
Questore Mario Della Cioppa, nel ricordare la dedizione
di tutti i poliziotti e delle vittime del dovere ed i
loro familiari, ha voluto commemorare con tanto affetto,
il giovanissimo poliziotto Giacinto Dimastrochicco di
34 anni, il quale ha perso la vita in un tragico
incidente stradale sulla provincia Turi- Gioia del
Colle, lo scorso 28 settembre e con il quale il Questore
aveva lavorato negli anni trascorsi a Foggia. Il
Questore ed il Presidente dell’Associazione Nazionale
Polizia di Stato (A.N.P.S.), il Comm. Giuseppe
Chiapparino, hanno consegnato presso la sala convegni
della Questura di Catania il premio San Michele
Arcangelo, ai poliziotti che si sono distinti in
significative attività. I destinatari del premio:il
Vice Questore Marco dell’Arte della Questura di Belluno;
il Sovrintendente Silvio Lo Verde , Squadra Mobile di
Catania; il Commissario Antonio Lentinello, Presedente
ANPS Siracusa e l’Assistente Capo Coordinatore Francesco
Nicotra, Reparto Mobile Catania.
CATANIA
-
Mercatino domenicale a km 0 piazza Verga: Asp e Polizia
Municipale, sequestro prodotti alimentari di provenienza
sconosciuta.
La Polizia Municipale ha sequestrato prodotti alimentari ed
elevato multe in attività antiabusivismo. Il pronto
intervento della polizia municipale è stato svolto a
tutela dalle frodi alimentari ed oltre 30 kg di
formaggio e ricotta fresca, di provenienza sconosciuta,
sono sequestrati stamattina al mercatino domenicale a km
0 di piazza Verga. La delicata operazione del reparto
annona è stata diretta dal commissario Francesco Caccamo.
L’azione è scaturita da segnalazioni degli stessi
operatori commerciali, ed è stata condotta d’urgenza
assieme ai veterinari dell’Asp, che hanno anche disposto
la distruzione delle merce destinata illecitamente al
consumo. I vigili urbani, tra venerdì e sabato, hanno
effettuato controlli, in diverse zone della città per
prevenzione della qualità alimentare. I tutori
dell’ordine hanno elevato 11 sanzioni a titolari di
esercizi commerciali i quali avevano allargato
abusivamente la superficie autorizzata, per utilizzarla
con tavoli, sedie e tensostrutture sottraendola
illegittimamente all’utilizzo pubblico. I vigili urbani
hanno operato in attuazione di un indirizzo del sindaco
Pogliese e dell’assessore Porto. La Polizia Municipale,
inoltre, ha verbalizzato 9 parcheggiatori abusivi in
diverse zone della città, grazie a segnalazioni arrivate
alla centrale operativa della polizia locale.
CATANIA
- Polizia
a Librino filma 2 pusher che forniscono clienti,
cinofili recuperano 100 stecche marijuana.
I tutori dell’ordine hanno eseguito controlli mirati
nel quartiere in particolare al viale Castagnola e viale
san Teodoro per prevenire e reprimere il dilagante
fenomeno dello spaccio di sostanza stupefacente. Gli
operatori di polizia dopo un’attenta attività di
osservazione, hanno notato 2 soggetti, 1 dei quali con
numerosi precedenti penali in materia di droga, nascosti
nei pressi di un atrio condominiale in trattative con un
assuntore. I poliziotti, non appena hanno notato la
cessione della sostanza, sono intervenuti bloccando gli
spacciatori e l’assuntore. e, nell’occorso, sono
riusciti finanche a documentare fotograficamente lo
spaccio. Gli agenti hanno perquisito i pusher e
rinvenuti addosso: 8 involucri di marijuana e soldi di
piccolo taglio. Gli spacciatori, per tale motivo, sono
stati indagati in libertà per il reato di detenzione ai
fini di spaccio di sostanze stupefacenti tipo marijuana.
I poliziotti hanno anche sequestrato soldi e droga. 1
degli spacciatori ha riferito che spaccia e di essere in
attesa di ottenere il reddito di cittadinanza e, in
considerazione di quanto accertato, è stato segnalato
alla Guardia di Finanza ed all’Inps per valutare
l’eventuale diniego di detto sussidio. L’assuntore di
droga si è opposto al controllo di polizia tentando di
fuggire per cui a lui è stato contestato il reato di
resistenza a pubblico ufficiale. Gli agenti hanno per il
consumatore avviato immediatamente la sospensione della
patente di guida ed è stato segnalato alla locale
prefettura ai fini del recupero terapeutico. L’unità
cinofili della polizia di stato, in viale san Teodoro
numero 7 ha rinvenuto e sequestrato a carico di ignoti
oltre 100 stecche di sostanza stupefacente tipo
marijuana.
CATANIA –
DIA
ispeziona centri smaltimento rifiuti Sicula Trasporti in
località Grotte S.Giorgio e Coda Volpe.
Gli uomini della Direzione Investigativa antimafia di
hanno attuato
un accesso ispettivo disposto dalla Prefettura di
Catania, ai sensi dell’art. 93 del Decr. Lgs 6 settembre
2011, n.159 (Codice Antimafia) presso la sede legale e
le sedi operative (gli impianti di smaltimento ubicati
in Contrada Coda Volpe e nella zona industriale e la
discarica ubicata in località grotte San Giorgio) della
società SICULA TRASPORTI s.r.l., operante nel settore
dello smaltimento dei rifiuti. L’accesso è stato
definito in sede di Comitato per l’Ordine e la Sicurezza
Pubblica. La società riceve il conferimento dei rifiuti
da parte di 255 comuni della Sicilia orientale. Le
operazioni sono coordinate dal Centro Operativo della
Direzione Investigativa Antimafia di Catania e vengono
svolte con la collaborazione della Questura e dei
Comandi Provinciali del Carabinieri e della Guardia di
Finanza di Catania.gli
accertamenti coinvolgono l’impiego anche personale del
locale Ispettorato Territoriale del Lavoro e della
Polizia Ambientale della città Metropolitana di Catania.
I legali della società con una nota hanno precisato:“I
sottoscritti avvocati Carmelo Galati e Carmelo
Peluso nell’interesse della società “Sicula
Trasporti SRL” desiderano precisare, in riferimento
all’accesso ispettivo effettuato in data odierna, ai
sensi del Codice Antimafia ed alle notizie di stampa,
che le attività svolte presso le sedi operativa e legale
della Società dalla DIA di Catania, dalla Questura di
Catania, dai Comandi Provinciali dei Carabinieri e della
Guardia di Finanza, nonchè dall’Ispettorato del Lavoro e
dalla Polizia Ambientale della Città Metropolitana di
Catania, rientrano nell’ambito delle competenze del
Comitato per l’Ordine alla Sicurezza Pubblica coordinato
dalla Prefettura di Catania al fine di verificare la
sussistenza di potenziali infiltrazioni mafiose
nell’ambito delle attività di competenza della SICULA
TRASPORTI SRL. Giova ricordare che la Società Sicula
Trasporti SRL riceve il conferimento del rifiuto da
parte di oltre 255 Comuni della Sicilia e da ultimo
dalla città di Palermo, in considerazione della
emergenza rifiuti di quella città. La Sicula Trasporti
SRL già da tempo è impegnata con le Forze dell’Ordine a
verificare e salvaguardare i livelli di legalità al fine
di scoraggiare ogni tentativo della criminalità
organizzata di interferenza nei confronti dei suoi
partners Istituzionali pubblici e privati. Per questo
motivo nella giornata dell’11.09.2019 la Società ha
messo a disposizione degli Organi Amministrativi ogni
utile documentazione necessaria all’attività di
controllo e verifica richiesta. Peraltro, la
collaborazione con la Procura Distrettuale di Catania è
sempre stata costante, al fine di garantire che le
attività connesse al ciclo dei rifiuti della Società
vengano costantemente monitorate per il rispetto dei
protocolli di legalità. La complessa ed articolata
gestione delle attività poste in essere dalla Sicula
Trasporti SRL con gli Enti e le Società con le quali la
stessa intrattiene rapporti contrattuali, saranno
oggetto di ulteriore approfondimento e verifica al fine
di consentire una sempre maggiore trasparenza,
salvaguardando l’operatività societaria”.
CATANIA
–
video RAPINa4 rapinano
Mc Donald’s, Carabinieri e Polstrada ammanettano 3
catanesi ed 1 lentinese.
Si tratta dei catanesi
Giuseppe ALECCI 32enne, Mirko MUSUMECI
28enne presi da Polizia assieme al lentinese
Marco SORTINO 41enne
e del
catanese Giovanni LEONE 39enne ammanettato dai
carabinieri.Grazie
ad una attività investigativa eseguita in perfetta
osmosi tra gli Agenti del Compartimento Polizia Stradale
Sicilia Orientale – Sezione Polizia Stradale di Catania
ed i Carabinieri del Comando Provinciale, nel giro di
poche ore i quattro che la scorsa notte hanno assalito,
a mano armata e con il volto travisato da passamontagna,
il Mc Donald’s di piazza Stesicoro in pieno centro
storico, sono stati assicurati alla giustizia.La
chiamata pervenuta sul 112 (N.U.E.), ha allertato i
militari che sono intervenuti nel “MC DONALD’S” di
piazza Stesicoro, dove alle ore 01.50, 4 sconosciuti a
viso coperto ed armati di pistola e coltello si erano
fatti consegnare dal responsabile di turno la somma
contante di circa 8.000 euro.
L’Arma dei Carabinieri nel corso della notte ha
proceduto con il primo immediato intervento, mentre la
Polizia Stradale transitando nell’area di servizio “Eni”
sita al km.13,600 della tangenziale di Catania direzione
ME-SR, ha notato una vettura mini cooper con 3 soggetti
a bordo che, alla vista dell’equipaggio ha accelerato
l’andatura in direzione Siracusa. Gli agenti della
Polstrada, hanno notiziato la sala operativa
compartimentale ponendosi all’inseguimento del veicolo
che, con difficoltà e dopo circa 4 chilometri, veniva
bloccato sulla corsia di emergenza. Gli
operatori fermata l’auto hanno proceduto al controllo
degli occupanti ed alla perquisizione personale degli
stessi estesa al veicolo che ha dato esito positivo. I
poliziotti hanno rinvenuto 1 busta in plastica
contenente 598 euro in monete di diverso taglio,ed
indumenti vari: 1 giubbotto nero, 1 felpa di colore
grigio e blu, 1 giacca di tuta ginnica blu e strisce
bianche e azzurre, 1 scaldacollo, 2 cappellini e 4
apparecchi tipo walkie talkie; dalla perquisizione
personale sono stati rinvenuti nella tasca dei pantaloni
del SORTINO la somma di 1.250 euro in banconote di vario
taglio. I tutori dell’ordine, dai risvolti info
investigativi hanno appurato che precedentemente, era
stata diramata nota di una rapina perpetrata, alle ore
02,00, ai danni dell’esercizio commerciale Mc Donald’s a
Catania in piazza Stesicoro, ad opera di malviventi
travisati armati di coltello. Gli investigatori
pertanto, con l’ausilio di personale dell’UPGSP della
locale Questura, hanno accompagnato i tre soggetti
presso gli uffici della Polizia Stradale. Uomini della
Polizia Giudiziaria del locale Compartimento Polizia
Stradale nel frattempo, hanno preso contatti con
l’esercizio commerciale e con militari dell’Arma dei
Carabinieri di Piazza Dante intervenuta sul posto. Gli
investigatori hanno accertato chiaramente dalla visione
dei filmati del sistema di video sorveglianza
dell’esercizio, che i 3 fermati corrispondevano
esattamente ai soggetti che avevano, poco prima,
consumato la rapina a mano armata di coltello. I
militari dell’Arma, proseguendo l’attività
investigativa, sono riusciti a dare un volto al quarto
soggetto Giovanni LEONE, localizzato e catturato nella
sua abitazione dove i carabinieri hanno rinvenuto e
sequestrato: la somma in contanti equivalente a circa
800 euro, nonché gli indumenti utilizzati dal malvivente
durante la rapina. Gli arrestati, assolte le formalità
di rito, sono stati associati nel carcere Piazza Lanza
di Catania.
La straordinaria sinergia delle forze dell’ordine sul
territorio e la tempestività del loro intervento hanno
così consentito di assicurare alla giustizia una banda
di rapinatori.
CATANIA
-
Questore Della Cioppa insediato in Questura a Catania.
L’alto funzionario dr.Mario Della Cioppa è reduce dalla recente e
brillante “Operazione Ares” eseguita a San Severo e
nell'Alto Tavoliere. La Polizia nel foggiano ha eseguito
50 arresti tra le fila dei potenti clan criminali.Il
Dirigente Superiore della Polizia di Stato Mario Della
Cioppa, quale nuovo Questore di Catania, inizialmente,
ha voluto rendere omaggio ai Caduti della Polizia di
Stato di Catania all’ingresso della Questura,
depositando una corona d’alloro alla lapide che ne
ricorda i nomi. Il Questore, successivamente, ha
salutato i Dirigenti ed i Funzionari degli Uffici della
Questura e delle Specialità della Polizia di Stato. La
giornata, prevede le consuete visite istituzionali
alle Autorità cittadine.Il Questore Della Cioppa
è nato nel 1959, si è laureato in Giurisprudenza a
Teramo. Il dottor Della Coppa ha conseguito il Master
Universitario di II° Livello nella formazione, presso
l’Università Cattolica di Milano ed il Master
Universitario di II° livello in "Sicurezza,
coordinamento interforze e cooperazione internazionale",
presso l'Università La Sapienza di Roma.Il
Dirigente Superiore della Polizia, tra il 1985 ed il
1990, ha svolto servizio presso il Reparto Mobile di
Padova e successivamente presso la Questura di Belluno,
in qualità di Dirigente la Divisione di Polizia
Amministrativa, per poi essere nominato Capo di
Gabinetto. Il Questore Della Cioppa negli anni
90 ha prestato servizio presso la Questura di Pescara,
nella Divisione Anticrimine, poi ha ricoperto il ruolo
di Capo di Gabinetto ed infine di Capo della Squadra
Mobile. L’alto funzionario di Poliziadal 1998
al 2002 ha ricoperto l’incarico di Dirigente del Reparto
Prevenzione Crimine “Abruzzo” ed in seguito, è stato
Direttore della Scuola per il Controllo del Territorio a
Pescara, dove ha curato vari progetti nazionali legati
alla Polizia di Prossimità ed alla formazione del
Poliziotto di Quartiere.Il Questore Della Cioppa
ha prestato servizio a Roma, presso il Dipartimento
della P. S., ed è stato Membro del Gruppo di Lavoro
ministeriale finalizzato alla informatizzazione delle
attività di indagine e di investigazione della Polizia
di Stato (MIPG WEB).Il Questore dal 2009 al
2012 ha ricoperto l’incarico di Vicario del Questore di
Pescara per poi frequentare, per nove mesi, il XXVIII
Corso di Alta Formazione presso la Scuola Interforze a
Roma.Il Questore Della Cioppa ha ricevuto numerosi
incarichi di docenza presso centri di formazione,
università ed amministrazioni nelle città di Belluno,
Firenze, Livorno, Macerata, Ancona, San Benedetto del
Tronto, Pesaro, Ascoli Piceno e Modena, in
rappresentanza della Polizia di Stato, nell’ambito dei
protocolli di sicurezza fra lo Stato e le Regioni. Il
Questore Della Cioppa è autore di 6
pubblicazioni scientifiche.L’alto funzionario
di Polizia,nel corso della sua carriera ha
svolto anche 26 incarichi ministeriali quale Presidente
di commissioni esaminatrici. Il Questore Della Cioppa ha
ricevuto 4 encomi e 10 lodi dal Capo della Polizia, 1
encomio dalla Giunta Comunale di Pescara, 1 attestato
dalla città di Sommacampagna (VR) ed è Cavaliere della
Repubblica nel 2003 e Commendatore della Repubblica dal
2017.Nel dicembre 2013 è stato nominato Questore
di Alessandria fino al 24 maggio 2015.Dal 25
maggio 2015 al 31 luglio 2017 ha ricoperto l’incarico di
Questore delle province di Ascoli Piceno e Fermo.
È stato Questore della Provincia di Foggia dal 1° agosto
2017 al 9 giugno 2019. I migliori auguri di buon lavoro
e permanenza a Catania dalL’Informatore di Sicilia e
personali all’alto funzionario di Polizia Questore dr.
Mario Della Cioppa.
CATANIA
-
video cerimonia
205° Annuale della Fondazione dell’Arma dei Carabinieri.La
cerimonia del 205° anniversario della fondazione
dell’Arma dei Carabinieri è celebrata mercoledì 5
giugno, alle ore 18:30, nella caserma “Vincenzo
Giustino” di Piazza Giovanni Verga, storica sede del
Comando Provinciale Carabinieri di Catania. Il Comandante
Provinciale, Colonnello Raffaele Covetti, alla presenza
delle Autorità cittadine, riassume i risultati
conseguiti dall’Arma etnea e procede alla consegna
delle ricompense ai militari maggiormente distintisi in
attività di servizio. La manifestazione prevede lo
schieramento di un Reparto di formazione con
rappresentanze delle singole specialità dell’Arma, degli
organismi di rappresentanza e dell’Associazione
Nazionale Carabinieri. La lettura del
messaggio del Presidente della Repubblica Sergio
Mattarella e dell’Ordine del Giorno del Comandante
Generale dell’Arma dei Carabinieri, Gen. C.A. Giovanni
Nistri sono i momenti
solenni della cerimonia.
ROMA
- ROS eseguiti 31 arresti: associazione tipo mafia da
Catania trapiantata a Roma.
Le misure riguardano tra Catania e Roma la famiglia
Fragalà : 28 in carcere e 3 ai domiciliari. I
carabinieri di mattina hanno eseguito, nelle province di
Roma e Catania, l’ordinanza di custodia cautelare,
emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma, su
richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia. I
militari, nel corso delle indagini, oltre ad effettuare
numerosi riscontri investigativi, hanno sventato, poche
ore dopo la sua consumazione avvenuta a Torvaianica il
3 marzo 2016, il sequestro di Ignazio FRAGALÀ, il cui
movente sarebbe stato connesso ad una controversia
sorta in merito al pagamento di una partita di
stupefacenti tra il clan FRAGALÀ ed esponenti del clan
CAPPELLO di Catania. I reati, aggravati dal metodo e
dalle finalità mafiose: estorsione, danneggiamento con
incendio, detenzione e porto abusivo di armi, traffico
di stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori e
favoreggiamento personale. I provvedimenti sono
scaturiti dall’attività investigativa, condotta dal
R.O.S. tra il 2014 e il 2017 e coordinata dalla D.D.A.
di Roma. Gli investigatori hanno svelato l’esistenza di
un sodalizio mafioso, “clan FRAGALÀ”, composto
prevalentemente da membri dell’omonimo nucleo familiare,
di origini catanesi ma da anni trapiantato in provincia
di Roma, la cui operatività criminale era estesa al
quadrante sud dell’area metropolitana della Capitale ed
in particolare ai comuni di Pomezia, Torvaianica e Ardea.
Le indagini, avvalorate anche da riscontri a
dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, hanno
consentito di ricostruire l’organigramma del clan,
individuando Alessandro FRAGALÀ(61 anni), il nipote
Salvatore FRAGALÀ (41 anni) e Santo D’AGATA (61 anni),
quali soggetti aventi funzioni direttive, in costante
contatto con gli ambienti mafiosi catanesi sia per la
gestione dei traffici illeciti, sia per il reclutamento
di manodopera criminale per lo svolgimento delle
attività delittuose in territorio laziale. I ROS hanno
evidenziato che un ruolo di rilievo sarebbe stato
altresì rivestito da Astrid FRAGALÀ (40 anni), figlia di
Alessandro, elemento di cerniera tra il padre e la vita
pubblica pometina, con il compito di curare le relazioni
ed i contatti con esponenti delle professioni, della
pubblica amministrazione e della politica locale, anche
in ragione del suo percorso professionale e
nell’associazionismo di categoria, finalizzati ad
infiltrare e condizionare la vita politica e la pubblica
amministrazione pometina. L’inchiesta del ROS ha
rivelato una figura di centrale importanza
investigativa di uno storico personaggio Di origini
palermitane legato a “Cosa nostra”, già uomo di fiducia
a Roma del boss Pippo CALÒ, ovvero Francesco D’AGATI (83
anni), uno dei destinatari del provvedimento cautelare
per il reato di concorso esterno nell’associazione
mafiosa facente capo al clan FRAGALÀ. I ROS hanno
evidenziato che D’AGATI, sarebbe inserito nelle
dinamiche mafiose del territorio romano, dove risiede
stabilmente da anni, e capace di mantenere relazioni di
elevato livello anche al di fuori degli ambienti
criminali, è emerso per autorevolezza e prestigio
mafioso, intervenendo a tutela e in rappresentanza degli
interessi del clan FRAGALÀ nell’ambito delle
controversie con altre organizzazioni criminali operanti
nella capitale, fornendo così un importante contributo
alla conservazione e al rafforzamento del clan. I
carabinieri relativamente alle attività illecite
perpetrate dal sodalizio, hanno documentato:
consistenti traffici di sostanze stupefacenti del tipo
cocaina, marijuana e hashish, individuando i canali di
approvvigionamento (Colombia e Spagna) e le relazioni
funzionali allo sviluppo di tali interessi criminali,
intessute con: una componente del clan dei Casalesi.
L’inchiesta ha evidenziato che nel corso del biennio
2014-2016, le due strutture sarebbero giunte finanche a
federarsi, elaborando obiettivi comuni e condividendo
risorse economiche ed armi; soggetti riconducibili ai
clan SANTAPAOLA e CAPPELLO di Catania; diversi episodi
estorsivi, attuati con metodo mafioso, nei confronti di
imprenditori locali anche sotto forma di “recupero
crediti”, nonché approvvigionamenti di armi clandestine
e di materiali esplodenti per il compimento di
attentati/danneggiamenti a scopo intimidatorio;
dinamiche associative, riguardanti i rapporti tra le
diverse organizzazioni mafiose operanti nella Capitale,
finalizzate a comporre i dissidi secondo un sistema
condiviso di valori e principi mafiosi, in funzione di
un comune interesse al mantenimento di rapporti pacifici
per esigenze di autoconservazione.
CATANIA
–
Operazione Gisella:
dichiarazioni CAVALLARO, DDA 26 misure
eseguite dai Carabinieri.
200 Carabinieri del Comando Provinciale di Catania,
supportati dai reparti specializzati (Squadrone
Eliportato Carabinieri “Cacciatori di Sicilia”,
Compagnia di Intervento Operativo del XII° Reggimento
Carabinieri “Sicilia” e Nucleo Elicotteri di Catania),
nelle province di Catania e Reggio Calabria, dalle prime
ore del mattino, su delega della Procura Distrettuale,
hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia
cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini
Preliminari di Catania, su richiesta della Direzione
Distrettuale Antimafia, nei confronti di 26
persone, ritenute affiliate al sodalizio criminale
denominato dei Tuppi, operante nel territorio dei
Comuni di Misterbianco e Motta Sant’Anastasia,
attualmente confederato alla
famiglia mafiosa
dei Mazzei,
storicamente affiliata a “Cosa Nostra”. I
personaggi sono ritenuti responsabili, a vario titolo,
di associazione di tipo mafioso, omicidio,
estorsione in concorso, furto, ricettazione e
riciclaggio in concorso, detenzione e porto illegale di
arma clandestina,
trasferimento fraudolento di valori e corruzione,
con l’aggravante del metodo mafios.
I colpiti dell’ordinanza di custodia cautelare in
carcere “operazione Gisella” del 30 aprile 2019:
FOTO OPERAZIONE
Domenico AGOSTA32enne (carcere Siracusa),
Emanuele AGOSTA28enne (carcere Siracusa),
Giuseppe AVELLINO54enne (carcere Catania
Bicocca), Filippo BUZZA44enne (carcere
Siracusa), Rosario Salvatore CANTALI45enne
(carcere Agrigento), Gianfranco CARPINO50enne
(carcere Catania Bicocca), Luca DESTRO36enne
(carcere Caltanissetta), Vincenzo DI PASQUALE
51enne (carcere Caltanissetta),
Daniele DISTEFANO34enne (carcere Catania Bicocca), Filippo
DISTEFANO41enne (carcere Siracusa), Carmelo
GUGLIELMINO40enne (carcere Catania
Bicocca), Gaetano INDELICATO31enne
(carcere Caltanissetta), Alfio LA SPINA36enne
(carcere Agrigento), Carlo MARCHESE46enne
(carcere Agrigento), Saverio MONTELEONE 36enne
(carcere Reggio Calabria), Daniele MUSARRA AMATO48enne (carcere Catania Bicocca), Antonino
NAVARRlA58enne (carcere Caltanissetta),
Antonio detto Tony NICOTRA52enne (carcere
Catania Bicocca), Gaetano NICOTRA38enne
(carcere Catania Bicocca), Gaetano NICOTRA67enne
(carcere Catania Bicocca), Lucia PALMERl49enne
(carcere Catania Piazza Lanza), Emanuele PARISI39enne (carcere Caltanissetta), Antonino
RIVILLI47enne (carcere Catania Bicocca),
Giovanni SAPUPPO38enne (carcere Catania
Bicocca), Francesco SPAMPINATO41enne
(carcere Agrigento) GIA’ DETENUTI Giuseppe
PIRO 28enne,
in atto detenuto nel carcere di Catania Bicocca. Il
provvedimento ha tratto origine dalle dichiarazioni del
collaboratore Luciano Cavallaro, esponente storico del
gruppo mafioso dei ‘Tuppi’, già fortemente
radicato sul territorio di Misterbianco a partire dagli
anni ’80 (periodo nel quale era affiliato alla famiglia
mafiosa dei ‘Cursoti’) e particolarmente attivo nella
gestione delle illecite attività, che poneva in essere
in contrapposizione con il gruppo del ‘Malpassotu’,
costituente la locale articolazione della famiglia
Santapaola, facente capo a Pulvirenti Giuseppe. La
contrapposizione dei mafiosi, sul finire degli anni
Ottanta aveva portato ad un conflitto, finalizzato al
controllo del territorio. La guerra di mafia avrebbe
avuto soccombnte il gruppo facente capo a Mario NICOTRA,
inteso “Mario u tuppu” (dalla particolare
acconciatura “a chignon”) ucciso il 16 maggio
1989, motivo per il quale gli esponenti dei Tuppi
furono costretti ad emigrare in Toscana. La cruenta
guerra tra i due gruppi ed i numerosi omicidi che ne
scaturirono sono documentati dalle dichiarazioni di
numerosi collaboratori provenienti dal clan del
‘Malpassotu’ e dalle conseguenti sentenze già emesse nei
confronti della citata famiglia mafiosa avversaria.
Gli
investigatori, al fine di riscontrare le dichiarazioni
del collaboratore Luciano CAVALLARO, su delega della
Procura Distrettuale, avviarono un’indagine condotta,
dal febbraio 2016 al mese di aprile 2018, dal Nucleo
Investigativo del Reparto Operativo del Comando
Provinciale di Catania e dall’Aliquota Carabinieri di
questa Sezione di P.G..
L’inchiesta è stata condotta mediante attività tecniche
e dinamiche, che hanno fatto riscontrare l’attuale
operatività della famiglia mafiosa dei Tuppi. I
personaggi sarebbero rientrati a Misterbianco, dopo che
il clan Malpassotu era stato debellato dalle numerose
iniziative giudiziarie, ed alleati con la famiglia dei
Mazzei, rimasta ad operare sul territorio di
Misterbianco. Le indagini hanno consentito ai militari
di ricostruire l’attuale organigramma del sodalizio
criminale dei Tuppi. Le dichiarazioni del
collaboratore di giustizia e gli accertamenti degli
inquirenti avrebbero evidenziato che al
vertice sarebbe stato l'anziano e carismatico Gaetano
NICOTRA, detto "zio Tano", fratello di Mario Nicotra, il
quale sarebbe coadiuvato, nella gestione degli affari e
nel governo dei singoli affiliati, dal fidatissimo
Antonino RIVILLI. Gli inquirenti hanno evidenziato che
Tony NICOTRA nipote, ritornato in libertà dal 17
febbraio 2017, avrebbe ripreso il controllo della cosca
e si sarebbe avvalso della "collaborazione" del
giovane fratellastro Gaetano NICOTRA, del
''figlioccio', Carmelo GUGLIELMINO, sempre
attivamente impegnato a "sbrigare" le "beghe
sul campo" e di Daniele MUSARRA AMATO. L’inchiesta
dei carabinieri avrebbe focalizzato che alle strette
dipendenze di RIVILLI e di Tony NICOTRA avrebbe operato,
poi, il "gruppo di Motta Sant'Anastasia",
capitanato da Daniele DISTEFANO, inteso "Minnitta",
il quale, a sua volta, si sarebbe avvalso dell'opera
del fratello, Filippo DISTEFANO, e dei
"soldati", Filippo BUZZA, Domenico AGOSTA, Gaetano
INDELICATO, Francesco SPAMPINATO e Giuseppe PIRO. Il
materiale probatorio acquisito dagli investigatori ha
consentito di contestare, per la prima volta, al gruppo
dei Nicotra sia i reati di associazione mafiosa che
altri reati fine, all’omicidio di Paolo ARENA, anche ai
capi ed affiliati del gruppo dei Tuppi che, a causa
dell’allontanamento in Toscana, finora non era stato
sottoposto a procedimenti per mafia per i fatti
riguardanti Misterbianco. La Direzione Distrettuale
Antimafia ha valuto le dichiarazioni di Luciano
CAVALLARO ed ha riscontrato che uno degli omicidi
risalenti alla guerra di mafia, abbia un mandante. Gli
investigatori hanno acclarato elementi di prova sulla
responsabilità di Gaetano NICOTRA 68enne, in qualità di
mandante, nell’omicidio consumato il 28 settembre 1991,
a Misterbianco. La vittima era il consigliere comunale
Paolo ARENA. Il politico assassinato era esponente di
spicco della Democrazia Cristiana etnea, fu freddato con
colpi di fucile esplosi da 2 ignoti sicari. Le indagini
avevano portato a ritenere che il fatto di sangue
potesse essere legato ad ingerenze criminali negli
affari politici ed economici del Comune di Misterbianco.
Gli investigatori dalle dichiarazioni di Luciano
CAVALLARO avrebbero puntualizzato che in relazione alla
carica politica ricoperta, Paolo ARENA aveva
intrattenuto relazioni illecite e continuative con Mario
NICOTRA e, dopo l’omicidio dello stesso per mano del
clan PULVIRENTI, aveva allacciato rapporti affaristici
con quest’ultimo gruppo. L’appoggio garantito da ARENA
ai PULVIRENTI era stato vissuto dai restanti
appartenenti al clan NICOTRA come un vero e proprio
tradimento da sanzionare con la morte del politico.
L’ipotesi investigativa dell’epoca è stata confermata
quindi dall’esame delle dichiarazioni fornite dai
collaboratori di giustizia e dall’analisi di atti di
procedimenti instaurati in Toscana nei confronti degli
esponenti apicali dei TUPPI durante la loro permanenza
in quell’area. Il nome “Gisella” dato
all’indagine è il nome in codice utilizzato nei colloqui
telefonici dai giovani sodali che costituiscono il
gruppo di “Motta”, per indicare il “capo”,
ossia Antonino RIVILLI. Le indagini degli investigatori
avrebbero attestato, che l’operato del gruppo di Motta
sarebbe collegato al contesto mafioso dei NICOTRA i
quali sarebbero intervenuti per “sistemare” situazioni
sconvenienti scaturenti dalle illecite attività degli
affiliati, dando loro disposizioni, che i componenti del
gruppo erano tenuti a rispettare, sicché anche i
dettagli delle illecite azioni sono sempre oggetto di
attenzione da parte del gruppo di comando. Gli
investigatori hanno evidenziato che l’attività
preminente del gruppo di Motta, guidato da Daniele
DISTEFANO, sarebbe : furti di veicoli agricoli
perpetrati in danno di aziende ubicate nelle provincie
di Catania ed Enna, finalizzati a richieste estorsive
avanzate nei confronti degli interessati per la
restituzione dei mezzi. I tutori dell’ordine
nell’indagine hanno evidenziato come il gruppo, sembra trascorsi
tre giorni senza che qualcuno avesse fatto richiesta di
restituzione del mezzo, abbia proceduto alla vendita del
veicolo mediante intermediazione di soggetti incaricati
da Daniele DISTEFANO o dal suo "braccio destro" Filippo
BUZZA. Gli inquirenti hanno evidenziato che uno dei due
soggetti avrebbe interpellato telefonicamente i
mediatori utilizzando una terminologia allusiva e
trasmettendo, tramite l'applicazione "Whatsapp",
le fotografie scattate ai mezzi per potenziali
acquirenti. Venivano utilizzate SIM card intestate a
soggetti extracomunitari e/o dell'Est europeo mediante
il c.d. metodo "citofonico", per effettuare
conversazioni "dedicate". Gli inquirenti, il 31
marzo 2017, a seguito di attività investigativa avevano
rinvenuto e sequestrato 1 pistola calibro 9 corto a
salve, modificata in arma comune da sparo, con relativo
munizionamento, nel corso di una perquisizione
domiciliare effettuata presso l'abitazione del noto
Sebastiano SOZZI, alias "Davide". Il sequestro era
preceduto dall'ascolto di numerose conversazioni sulle
utenze in uso a Filippo BUZZA, Daniele DISTEFANO e dello
stesso Sebastiano SOZZI, dalle quali era emerso che
quest'ultimo aveva commissionato l'arma ai due affiliati
dell'organizzazione dei NICOTRA.
La forte presenza sul territorio è riscontrata anche
dall’infiltrazione del sodalizio nelle istituzioni: le
indagini attestano infatti che il gruppo veniva
agevolato da un militare, effettivo alla locale Stazione
Carabinieri di Motta Sant’Anastasia (anch’egli
destinatario di misura cautelare detentiva), il quale
forniva informazioni sulle attività del proprio ufficio,
orientando il gruppo nella programmazione dei reati. Il
militare, dal mese di gennaio al mese di aprile 2017, in
cambio di utilità economiche, riferiva a due affiliati
informazioni riservate (rivelazione dell’identità dei
confidenti nonché modalità su come sottrarsi alle
attività di controllo). Il carabiniere è stato indagato
per corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio
e rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, con
l’aggravante di favorire e agevolare il sodalizio
mafioso. Le indagini hanno documentato come i componenti
del sodalizio siano molto attivi nel rilevare attività
economiche riconducibili a terzi che hanno maturato
debiti nei loro confronti come: la macelleria di Piano
Tavola il cui gestore era sottoposto ad usura ed
estorsione, motivo per il quale era fuggito a Malta e ilNight Red Lips,
un locale di intrattenimento, mascherato da associazione
culturale. Gli accertamenti patrimoniali svolti nei
confronti di Antonino RIVILLI, Domenico AGOSTA e Carmelo
GUGLIELMINO hanno consentito altresì di acclarare la
sproporzione tra le capacità reddituali ufficialmente
dichiarate dagli indagati ed il valore dei beni
rientranti nei rispettivi patrimoni tale da fare
ritenere pienamente operativa la presunzione della
illecita provenienza degli stessi. Gli investigatori,
nella circostanza, hanno sottoposto a sequestro
preventivo beni mobili ed immobili per un valore
complessivo di oltre 1.500.000€ : 1 villa ed 1 terreno
siti nel comune di Belpasso a RIVILLI, 2 imprese
individuali a Belpasso e 1 associazione culturale a
Motta S. Anastasia ad AGOSTA, 1 abitazione, 1 magazzino,
1 bottega a Misterbianco e 1 terreno a Belpasso a
GUGLIELMINO. La magistratura ha disposto nei confronti
dei 3 indagati il sequestro preventivo di numerosi
rapporti finanziari ed assicurativi.
CATANIA– Arma Carabinieri, auguri ed uova pasquali ai piccoli degenti
in oncologia Policlinico. Gli uomini e le donne in
divisa del Comando Provinciale Carabinieri di Catania
con una graditissima visita hanno voluto testimoniare la
loro vicinanza ai piccoli degenti ed alle loro famiglie,
nel reparto di Emato-Oncologia Pediatrica dell’Azienda
Policlinico-Vittorio Emanuele. I militari dell’Arma, di
mattina, con la loro presenza hanno regalato ai piccoli
una giornata di grande animazione. I piccoli degenti
sono costretti a rimanere nell’ambiente ospedaliero a
causa della loro malattia e festeggiare la S. Pasqua in
maniera diversa dal solito. Le uova di cioccolato,
simbolo pasquale tanto caro ai bambini, come tradizione,
non potevano mancare e sono state distribuite nel
Reparto di degenza e nel Day Hospital ai bimbi presenti,
coinvolti in un clima festoso grazie anche ai numerosi
gadget consegnati loro dal personale in divisa.Il Direttore Generale ff dott. Giampiero Bonaccorsi
insieme alla prof.ssa Giovanna Russo direttore
dell’Emato-Oncologia Pediatrica e al dott. Paolo
Adorno in rappresentanza della Direzione Medica del
Presidio Gaspare Rodolico, hanno fatto gli onori di casa
e ricevuto in un clima di grande cordialità il
Colonnello Raffaele Covetti Comandante
Provinciale dei Carabinieri di Catania, accompagnato da
una rappresentanza di Carabinieri di ogni ordine e
grado. Il Comandante Raffaele Covetti ha invitato i
piccoli degenti ed i sanitari presenti a ricambiare la
visita nel Comando Provinciale in caserma a piazza
Giovanni Verga per far toccare con mano le attività, i
mezzi in dotazione ed i locali di cui dispone l’Arma.
L’invito del comandante provinciale è sto accolto con
grande entusiasmo da tutti. Tutte le autorità presenti,
agli auguri per la festa pasquale hanno aggiunto ai
bimbi ed alle loro famiglie l’augurio di un tempestivo
ritorno a casa alle normali attività di tutti i giorni.
L'Associazione Nazionale Carabinieri ANC di Catania,
sabato mattina, donerà le uova di Pasqua ai bambini
degenti nel reparto di Oncologia Pediatrica del
Policlinico.
CATANIA–
Polizia, promossi a grado superiore 4 funzionari in
servizio a Questura di Catania.
Il Consiglio di Amministrazione del Ministero
dell’Interno, nella seduta dello scorso 13 marzo, ha
promosso ben quattro funzionari della Polizia di Stato
in servizio nella città Etnea. La dottoressa Maria
Carmela Lucia LONGO ha conseguito la promozione
alla qualifica di Dirigente Superiore Medico per il
Primo Dirigente Medico, attuale dirigente dell’Ufficio
Sanitario Provinciale della Polizia di Stato a Catania.
La dott.ssa Longo è entrata a far parte della Polizia di
Stato nel 1987 e, dopo alcuni anni trascorsi presso la
Questura di Messina, è stata assegnata alla Questura di
Catania, per poi passare al X Reparto Mobile della città
etnea. La dott.ssa Longo, successivamente, ha ricoperto
l’incarico di addetto al Coordinamento Sanitario Sicilia
e Calabria della Polizia di Stato con sede a Catania.
Promozione in vista per il Vice Questore dott.ssa Maria
Carmela SANFILIPPO, attuale dirigente
dell’Ufficio del personale della Questura etnea: dopo
l’esperienza maturata presso la Questura di Palermo e
presso la Questura di Catania, dove ha maturato
esperienza nell’U.P.G.S.P. – Squadra Volanti, presso
l’Ufficio di Gabinetto e la Digos in qualità di
responsabile della Squadra Antiterrorismo, è promossa
alla qualifica di Primo Dirigente della Polizia di
Stato. Il Vice Questore dott. S. Emanuele Tito
CICERO, attuale dirigente del Commissariato Librino
è promosso alla qualifica di Primo Dirigente. Il dott.
Cicero è divenuto Commissario nel 1999, ha maturato
esperienze in campo di polizia giudiziaria che l’hanno
portato prima alla Questura di Palermo, poi è stato
assegnato alla Questura di Catania, passando per la
dirigenza della Squadra Mobile, della Divisione P.A. e
della Sezione di Polizia Postale presso la Questura di
Enna. Il dott. Cicero, nella città etnea ha diretto l’UPGSP,
è stato, poi, trasferito alla Questura di Siracusa dove
ha diretto la Squadra Mobile. Il dott. Cicero è tornato
all’attuale dirigenza del Commissariato Librino, avendo
prima diretto la squadra Mobile di Vibo Valentia. Il
Vice Questore dott. Marcello LA BELLA, attuale
dirigente del Compartimento di Polizia Postale di
Catania, apprezzato esperto in crimini informatici e
cyberbullismo passa alla qualifica di Primo Dirigente
della Polizia di Stato. Il dott. La Bella è attivissimo
sul fronte del contrasto alla pedopornografia ed a tutte
quelle forme di reati che si realizzano attraverso la
Rete, ha maturato esperienza di polizia giudiziaria
presso la squadra Mobile e la Digos della Questura di
Enna. Ai neo promossi, l’augurio buon lavoro del
Questore Alberto Francini, di tutti gli appartenenti
alla Polizia di Stato catanese e del nostro giornale.
CATANIA
-
7Kg ecstasy sequestrati ad agente immobiliare da
Carabinieri in Operazione antidroga.
I
militari della Compagnia di Catania Fontanarossa,
coadiuvati dagli uomini della Stazione di Pedara,
hanno arrestato nella flagranza un 34enne di origini
siracusane ma residente nel capoluogo etneo, poiché
ritenuto responsabile di detenzione finalizzata allo
spaccio di sostanze stupefacenti.La
complessa attività info-investigativa svolta dagli
uomini del Nucleo Operativo di Fontanarossa, supportata
da numerosi servizi di osservazione e pedinamento, ieri
sera ha raggiunto l’epilogo sperato.I
militari, seguendo l’agente immobiliare in macchina d
via Pacinotti nel quartiere Nesima fino ad una villetta
isolata ubicata in zona “Tarderia”, agro del comune di
Pedara, al momento opportuno hanno potuto fare irruzione
nell’immobile. Gli investigatori nel luogo a seguito di
perquisizione, hanno rinvenuto e sequestrati: 7 Kg di
ecstasy (MDMA) non raffinata, 50 grammi di
cocaina, e materiale comunemente utilizzato dagli
spacciatori per confezionare le dosi di stupefacente da
porre in commercio. L’ecstasy
sequestrata, sostanza stupefacente sintetica, dopo la
lavorazione e la trasformazione in pasticche (circa
50.000), avrebbe potuto fruttare al dettaglio una cifra
vicina al milione€. L’arrestato, assolte le
formalità di rito, è stato associato nel carcere di
Catania Piazza Lanza.
CATANIA- Carabinieri “Lupi” a Picanello bloccano 24enne ai
domiciliari con droga e soldi.I militari del
Nucleo Investigativo del Comando Provinciale hanno
ammanettato nella flagranza Antonino CULLETTA 24enne
catanese in via Caduti del Lavoro, già sottoposto agli
arresti domiciliari per droga con l’obbligo di indossare
il braccialetto elettronico, poiché ritenuto
responsabile di detenzione finalizzata allo spaccio di
sostanze stupefacenti. Gli uomini della Squadra “Lupi”
svolgendo attività anticrimine ieri sera, grazie anche
alla collaborazione di una pattuglia del Nucleo
Radiomobile, hanno finto un controllo di routine al
detenuto. I militari hanno concluso efficacemente
l’attività info-investigativa accedendo nell’immobile
luogo in cui, previa perquisizione, hanno rinvenuto e
sequestrato: 5.300 euro in contanti, denaro suddiviso in
due tranche da 1.300 e 4.000€ nascosto separatamente
nella cappa della cucina e dentro una vecchia macchina
da cucire, ritenuti il provento dell’attività illecita
posta in essere dal pusher, 2 buste di plastica
contenenti oltre 200 grammi di marijuana, occultate in
una scatola di derivazione dell’impianto elettrico, 2
bilance elettroniche di precisione nonché del materiale
comunemente utilizzato dagli spacciatori per
confezionare lo stupefacente da porre in vendita. Il
personaggio, in attesa della direttissima, è stato
ricollocato ai domiciliari.
BRONTE
CT – 12 in manette, Carabinieri, Cacciatori e DDA
smantellano gruppo specialista in spaccio droga
proveniente da Catania.
Si tratta di :Andrea GULLOTTI 28enne nato a
Bronte (con la qualifica di capo e promotore
dell’associazione); Giuseppe PARISI33enne
nato a Biancavilla (con la qualifica di organizzatore);
Federico MONTAGNO CAPPUCCINELLO, inteso
“Berlusconi”, 28enne nato a Bronte; Enzo
CURRENTI 27enne inteso “Enzino”, nato a
Bronte; Alex SPITALERI, 24enne inteso
“becchino”, nato a Bronte; Patrizio CAVALLARO23enne nato a Bronte; Gaetano MERLO 32enne
nato a Bronte; Dario MARULLO25enne nato a
Bronte; Luana SCIAVARRELLO28enne nata a
Bronte; Giuseppe LEANZA 39enne inteso “Peppe
a’ mafia”, nato a Bronte; Giosuè CIMBALI
38enne nato a Bronte; Giannunzio FICHERA
22enne nato a Bronte. Su disposizione della Procura
Distrettuale Antimafia di Catania, nelle prime ore del
mattino, 60 militari del Comando Provinciale di Catania,
coadiuvati da unità cinofile, da militari dello
Squadrone Eliportato Cacciatori “Sicilia” e della
Compagnia d’Intervento Operativo del 12° Reggimento
Sicilia nonché da un elicottero del 12° NEC, hanno dato
esecuzione, a Bronte, ad un’ordinanza di custodia
cautelare emessa dal Giudice per le indagini Preliminari
nei confronti di 12 persone ritenute responsabili a
vario titolo di associazione finalizzata al traffico ed
allo spaccio di sostanze stupefacenti. Il provvedimento
ha tratto origine da una complessa indagine condotta
dalla Compagnia Carabinieri di Randazzo e coordinata
dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania,
mediante attività tecniche e servizi di osservazione sul
territorio, che ha consentito di accertare l’esistenza
di un’organizzazione ben strutturata finalizzata alla
detenzione e vendita di sostanza stupefacente di tipo
marijuana nella città di Bronte e territori
limitrofi. L’attività investigativa si è svolta
nell’arco temporale tra il mese di febbraio e di
novembre 2017 ed ha consentito di monitorare le
dinamiche della piazza di spaccio. Gli inquirenti hanno
definito i ruoli ricoperti, le modalità nonché i luoghi
dove veniva occultata la sostanza stupefacente. I
carabinieri hanno accertato a tale proposito che la
sostanza era custodita presso immobili rurali e terreni
in modo da eludere gli accertamenti in ordine alla
riconducibilità dello stupefacente all’organizzazione in
caso di sequestro. La droga, che proveniva da vari
canali di approvvigionamento, riferibili sia a paesi
limitrofi che ai quartieri Librino e Villaggio
Sant’Agata della città di Catania, veniva poi rivenduta
nel territorio brontese con ricavi notevoli, derivanti
dal fatto che gli indagati, esercitando un ruolo
dominante sul territorio nel traffico di stupefacenti,
erano in grado di determinare il prezzo di ogni singola
dose di sostanza spacciata.Tutti i 12 soggetti sono
stati colpiti da ordinanza di custodia cautelare in
carcere.
CATANIA–150 Carabinieri eseguono 37 misure per vendita cocaina
e marijuana Santapaola – Nizza: affare da 11mila€
al giorno. I soggetti destinatari della misura
collocati in carcere tutti nati a Catania sono: Daniele
Agostino CALACIURA31enne; Alessandro
CONTI26enne; Carlo CUTRONA 35enne;
Angelo DE LUCA 34enne ; Simone DE LUCA 28enne;
Manuel Antonio DI BENEDETTO 23enne; Antonino
DRAGO 30enne; Ferdinando FARO 22enne; Omid
GOODARZI 23enne; Antonino GRASSO 24enne;
Davide GUERRA 37enne; Dario LO PRESTI 36enne;
Mario MARLETTA 30enne; Salvatore MAUGERI 22enne;
Massimo MUNZONE 33enne; Vincenzo NAPOLI 24enne;
Benito PASTURA 27enne; Carmelo Cristian PATANÈ
24enne; Angelo Lucio PESCATORE 36enne;
Vanessa PITTARÀ 31enne; Nunzio PLANDERA 39enne;
Michele POLIZZI 34enne; Giovanni Maria
PRIVITERA 25enne; Pietro PRIVITERA 37enne;
Carmelo SCALIA, di Mario 26enne; Damiano
SPARACINO 27enne; Manuel TAGLIERI 22enne. I
soggetti minorenni destinatari della misura collocati
all’ I.P.M. di Bicocca (Catania) sono: D.P.
18enne (classe 2000); G.T.18enne(classe 2000);
S.C.16enne (classe 2002).
I soggetti destinatari
della misura degli arresti domiciliari
si identificano in:Lorenzo
Marco CANTONE 26enne;
Andrea FERRUGGIA 28enne; Orazio
VICINO
20enne.
I soggetti destinatari
della misura dell’
obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria
si identificano in: Vanessa
ARDITO 31enne;
Mario BONAVENTURA 23enne; Salvatore
FAZIO 19enne; Giuseppe
SCAFARIA 18enne nato a Reggio Calabria.
I militari del Comando Provinciale di Catania, su
disposizione della Procura Distrettuale Antimafia di
Catania e della Procura per i Minorenni di Catania,
nelle prime ore del mattino hanno dato esecuzione, nelle
province di Catania, Caltanissetta e Ragusa, ad
un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 37
persone, 3 delle quali minorenni, ritenute responsabili
a vario titolo di associazione finalizzata al traffico e
spaccio di sostanze stupefacenti. Il provvedimento trae
origine da una complessa indagine condotta dalla
Compagnia Carabinieri di Piazza Dante e coordinata dalla
Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, mediante
attività tecniche e dinamiche che hanno consentito di
accertare l’esistenza di un’organizzazione ben
strutturata finalizzata alla vendita al minuto di
sostanze stupefacenti del tipo cocaina e marijuana,
in una delle zone cittadine più note quale piazza di
spaccio, storicamente controllata dal clan
mafioso Santapaola e gestita, sino al gennaio 2017, dal
gruppo Nizza. Le indagini si sono concentrate nell’arco
temporale tra l’ottobre 2017 ed il gennaio 2018, ed
hanno consentito
di monitorare le dinamiche della piazza di
spaccio, definendo i ruoli ricoperti e i turni di lavoro
svolti dagli indagati consentendo l’individuazione di un
responsabile e dei fidati collaboratori che gestivano la
numerosa “manovalanza” costituita da vedette, fisse e
mobili, e da pusher. La stima del volume di affari
illeciti del sodalizio si aggirava intorno agli 11.000€
al giorno, con le vendite attive sin dal primo
pomeriggio che proseguivano fino alle prime ore del
mattino seguente. I soggetti colpiti dal provvedimento
sono stati destinati in larga parte in carcere (30); 3
sono stati collocati agli arresti domiciliari e 4
sottoposti all’obbligo di presentazione alla Polizia
Giudiziaria.
CATANIA
-“Cacciatori” Carabinieri inviati in aiuto e
protezione persone colpite da sisma. Il Comando
Legione Carabinieri “Sicilia” a seguito dell’evento
sismico che si è verificato il 26 dicembre scorso in
diversi comuni della provincia etnea, ha disposto
l’invio dei militari dello Squadrone Eliportato
“Cacciatori di Sicilia” nelle zone più colpite dal sisma
dove numerose persone hanno dovuto abbandonare le loro
case rese inagibili dalla violenta scossa tellurica. Gli
operatori dello Squadrone, qualificati per la ricerca
dei latitanti e la prevenzione e repressione dei reati
in aree rurali, faranno da supporto al dispositivo di
sicurezza già avviato nell’immediato post terremoto dal
Comando Provinciale Carabinieri di Catania che in campo,
oltre alle Compagnie di Acireale e Giarre, ha dislocato
delle pattuglie formate da personale del Nucleo
Investigativo (Squadra “Lupi”) nella fattispecie
dedicato all’opera di anti-sciacallaggio.
CATANIA –
Eruzione Etna, Terremoto di Santo Stefano mobilitati
8mila Architetti e Ingegneri. I professionisti
volontari, in possesso dei requisiti richiesti, dovranno
far pervenire la domanda alle rispettive segreterie
entro le 12.00 del 28 dicembre. Ordini catanesi di
Architetti ed Ingegneri in seduta straordinaria
congiunta hanno allertato oltre 8mila iscritti per
effettuare sopralluoghi degli edifici colpiti dal sisma.
I presidenti Alessandro Amaro (architetti) e Giuseppe
Platania (ingegneri) spiegano : “E’ partita di mattina
la lettera rivolta a tutti gli iscritti agli Ordini di
Ingegneri ed Architetti della provincia di Catania, con
la richiesta di disponibilità a effettuare sopralluoghi
negli edifici colpiti dal sisma nei comuni della zona
pedemontana etnea, ionico-etnea e dell’acese. La
convocazione straordinaria del consiglio direttivo, è
stata effettuata ieri pomeriggio in emergenza ed è
stato deciso preventivamente di allertare tutti gli
iscritti presso i due Ordini, oltre 8mila
professionisti, per dare un supporto concreto all’unità
di crisi costituita presso la prefettura di Catania.
Grazie alla disponibilità di volontari, costituiremo
una task force per effettuare un’analisi degli immobili
danneggiati, verificando con un’ispezione tecnica se nei
palazzi ci sono danni e se i danni sono tali da mettere
a rischio l’incolumità. Vista l’importanza delle
operazioni, riteniamo che serva competenza specifica da
parte dei colleghi, per questo abbiamo richiesto il
possesso di requisiti tecnici. I professionisti,
infatti, dovranno avere esperienza pregressa maturata
eseguendo sopralluoghi nelle città italiane colpite da
eventi sismici (L’Aquila, Santa Venerina, Italia
centrale); attestazioni Aedes (Agibilità e danno
nell'emergenza sismica) e altre certificazioni
rilasciate da enti qualificati; esperienza di
progettazione e direzione lavori per la ricostruzioni di
edifici danneggiati da terremoti; funzionari del Genio
Civile e della protezione Civile in quiescenza;
competenza maturata lavorando negli “uffici sisma per la
ricostruzione post terremoto costituiti presso le
pubbliche amministrazioni”; attività eseguita
nell’espletamento del progetto “Diamoci una scossa”.
(Polizia video eruzione e sisma)
Amaro e
Platania continuano: “Siamo profondamente vicini a chi,
nella notte di Santo Stefano ha subito danni alla
propria abitazione, agli sfollati, a chi si è ritrovato
per strada e in questi momenti sta cercando di capire
cosa fare noi come rappresentanti dell’Ordine siamo
stati in loco per una verifica diretta dei danni e siamo
pronti e disponibili, qualora ci venisse richiesto dagli
organi competenti, per fornire tutto il supporto
necessario. In questi ultimi anni abbiamo concentrato
tutte le nostre energie per sensibilizzare cittadini e
istituzioni sull’importanza della prevenzione sismica,
continuando a ribadire la necessità di interventi di
adeguamento degli edifici. Oggi occorre agire in
emergenza, ma sarà nostra assoluta priorità continuare
la battaglia sul fronte della messa in sicurezza del
nostro territorio”.
La Guardia Costiera
continua il monitoraggio dell’attività eruttiva
dell’Etna. Il risveglio della
attività vulcanica dell’Etna ha impiegato gli uomini e
le donne della Base Aeromobili della Guardia Costiera e
del 2° Nucleo Aereo di Catania nelle attività di
monitoraggio delle zone coinvolte e di sostegno della
popolazione civile. Un elicottero del Reparto ha
effettuato diverse sortite, nella giornata del 26
dicembre, allo scopo di effettuare una ricognizione
delle aree più colpite dall’intenso evento sismico della
notte, effettuando un sorvolo delle località ai piedi
dell’Etna per individuare le zone di maggiore criticità.
La ormai consolidata collaborazione tra il Nucleo
Aereo ed il locale Istituto di Geofisica e Vulcanologia
è continua, i mezzi ad ala rotante del Reparto hanno
effettuato la ricognizione delle aree sommitali del
vulcano, permettendo l’individuazione delle fessure
eruttive e la valutazione dello scenario complessivo e
della sua evoluzione. L’impegno degli equipaggi del
Corpo nella tutela del territorio e delle popolazioni
residenti in aree vulcaniche e ad intenso rischio
sismico continua ogni giorno, con periodiche missioni di
monitoraggio del Vulcano Etna e del vicino Stromboli e
con l’inserimento dei mezzi aerei del Reparto Etneo nel
dispositivo di Protezione Civile a salvaguardia della
sicurezza della collettività.
CATANIA -
Blitz interforze a Librino e San Giorgio, cane
poliziotto Vite trova 48 dosi in porta antincendio.
1 unità cinofila antidroga della Polizia di Stato, ha
accuratamente ispezionato gli spazi comuni di un
edificio di Viale Castagnola. Il luogo è adiacente una
fiorente piazza di spaccio. Grazie al fiuto del cane
“Vite”, è stata rinvenuta, abilmente occultata
nell’intercapedine di una porta antincendio, 1 busta
contenente 90 grammi di marijuana, già divisa in 48 dosi
pronte alla vendita. La droga è stata sottoposta a
sequestro e posta a disposizione dell’Autorità
Giudiziaria. Il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza
Pubblica tenutosi in Prefettura, ieri, aveva predisposto
un servizio interforze al quale ha preso parte la
Polizia di Stato, dei Carabinieri, la Guardia di
Finanza e la Polizia Municipale, coordinato dal
Commissariato di Librino, dando vita al controllo
straordinario del territorio nei quartieri Librino e San
Giorgio. Un funzionario del Commissariato di P.S.
Librino ha coordinato equipaggi automontati del
Commissariato, della squadra cinofili dell’U.P.G.S.P.,
del Reparto Prevenzione Crimine Sicilia Orientale, dei
Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia
Municipale settori Viabilità ed Annona. Attiva sul
posto, anche una squadra del Gabinetto Regionale di
Polizia Scientifica Sicilia Orientale. I tutori
dell’ordine hanno istituito posti di controllo nei
pressi della rotatoria prossima al centro commerciale
“Porte di Catania” ed in via Zia Lisa, in prossimità del
Cimitero cittadino. L’interforze ha controllato 85
veicoli e 106 persone; contestato 28 contravvenzioni al
C. di S. (8 per la mancata copertura assicurativa per la
Responsabilità Civile, 2 per il mancato utilizzo del
casco, 2 per inottemperanza all’alt intimato dalla
Polizia, 11 per mancata revisione del veicolo, 2 per
mancata esibizione dei documenti e 3 per il mancato
utilizzo cintura di sicurezza). I tutori dell’ordine
hanno proceduto al sequestro amministrativo dei 3
veicoli senza l’assicurazione obbligatoria. Il
controvalore delle sanzioni comminate è pari a 11.255
euro. Gli agenti hanno proceduto, inoltre, al controllo
della regolarità amministrativa dei camion e dei
relativi venditori di alimenti e bevande. Uno di questi,
situato in viale Moncada, è risultato essere sprovvisto
di qualsiasi autorizzazione amministrativa e, pertanto,
è stato sottoposto a sequestro con conseguente
irrogazione di sanzioni pecuniarie per complessivi
24.747 euro.
CATANIA -
Direzione Investigativa Antimafia sequestra beni 1.5
milioni€ ad imprenditore agricolo di Palagonia. Uomini della D.I.A.
di Catania, diretta dal 1° Dir. della Polizia di Stato
dr. Renato PANVINO, nelle prime ore della mattina hanno
eseguito un decreto di sequestro beni, emesso dal
Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione, su
proposta di applicazione di misura di prevenzione
personale e patrimoniale formulata dal Direttore della
D.I.A., Gen. Div. Giuseppe GOVERNALE, in sinergia con la
locale Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di
SalvatoreMARLETTA 45enne, nativo di
Palagonia (CT).Salvatore MARLETTA nel 2001 fu arrestato
con altri soggetti, in esecuzione di ordinanza di
custodia cautelare in carcere, poiché ritenuto
responsabile dei reati di omicidio volontario tentato,
lesioni personali e detenzione abusiva di armi, e
successivamente sottoposto alla misura di prevenzione
della sorveglianza speciale di P.S. perla durata di 1
anno e 6 mesi. Il personaggio nel 2007, fu arrestato
dai Carabinieri di Palagonia in esecuzione di
un’ordinanza di custodia cautelare, poiché indagato, a
vario titolo per i reati di usura, estorsione e porto
abusivo di armi in luogo pubblico. L’ordinanza
custodiale fu emessa anche nei confronti di altri tre
soggetti, tra i quali Febronio OLIVA, ritenuto
dagli investigatori appartenente alla famiglia mafiosa
Di Dio di Palagonia. La Procura della Repubblica di
Caltagirone, nell’ottobre 2017, da ultimo, ha chiesto il
rinvio a giudizio del MARLETTA ed altri soggetti, poichè
accusati di appartenere ad un’associazione a delinquere
dedita alla commissione di truffe ai danni dello Stato,
mediante attestazione fittizia di assunzione di
braccianti agricoli, dichiarazione fraudolenta mediante
l’uso di fatture per operazioni inesistenti,
occultamento di documenti contabili e bancarotta
fraudolenta.Gli accertamenti
patrimoniali svolti dagli investigatori sul suo conto,
ai fini dell’applicazione della misura di prevenzione,
hanno evidenziato l’assenza, in capo a Salvatore
MARLETTA, di risorse lecite idonee a giustificare gli
investimenti effettuati e, nel contempo, una cospicua e
generalizzata sproporzione tra i redditi dichiarati ed
il patrimonio posseduto.Il provvedimento adottato
a carico del personaggio ha disposto il sequestro del
patrimonio riconducibile allo stesso, al momento stimato
in circa 1.500.000,00 € e composto da diversi
rapporti bancari in corso di quantificazione, un’azienda
operante nel settore agricolo, nonchè un fabbricato di
pregio e n.18 appezzamenti di terreno ubicati nei comuni
di Palagonia e Ramacca.
CATANIA–
Carabinieri, Operazione antimafia “Aquilia”,
presi 18 soggetti, rivelazioni 2 collaboratori giustizia
: invischiato ex deputato regionale NICOTRA.
Si tratta di :
Fabio ARCIDIACONO
34enne (tradotto carcere Catania Piazza Lanza) ;
Fabrizio BELLA 54enne (tradotto carcere
Caltanissetta) ; Rodolfo BONFIGLIO 37enne,
in atto detenuto nel carcere di Barcellona Pozzo di
Gotto (ME) ;
Cirino CANNAVÒ
45enne (tradotto arresti domiciliari) ; Fabio
Vincenzo COSENTINO 39enne (tradotto carcere
Agrigento) ; Gianmaria Tiziano COSENTINO 36enne
(tradotto carcere Palermo) ; Danilo Tommaso FAILLA
38enne (tradotto carcere Caltanissetta) ; Salvatore
Nunzio FONTI 47enne (tradotto carcere
Caltanissetta) ; Camillo GRASSO 49enne (tradotto
carcere Caltanissetta) ; Antonino Francesco
MANCA 39enne, in atto detenuto nel carcere di
Noto (SR) ;
Mariano MASSIMINO
31enne, (tradotto carcere Catania Piazza Lanza) ;
Mario NICOLOSI 51enne (tradotto carcere
Caltanissetta) ; Raffaele Giuseppe NICOTRA 61enne
(tradotto carcere Catania Bicocca; Camillo PAPPALARDO
47enne (tradotto carcere Palermo) ; Concetto PUGLISI
36enne (tradotto carcere Agrigento) ; Giuseppe
ROGAZIONE 43enne (tradotto carcere Agrigento);
Santo Paolo SCALIA 43enne (tradotto carcere
Palermo); Stefano SCIUTO 35enne, in
atto detenuto nel carcere di Asti. Circa
duecento i militari del Comando Provinciale Carabinieri
di Catania, che hanno operato su delega della Direzione
Distrettuale Antimafia etnea, ed hanno dato esecuzione
ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa
dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di
Catania, nei confronti di 18 soggetti (di cui 15
presunti appartenenti alla “Famiglia”
Santapaola-Ercolano ed in particolare, alle frange
operanti ad Acireale e Aci Catena), ritenuti
responsabili, a vario titolo, di associazione per
delinquere di tipo mafioso, estorsioni con l’aggravante
del “metodo mafioso”, scambio elettorale politico
mafioso, tentato omicidio, detenzione ai fini di spaccio
di sostanze stupefacenti e detenzione illegale di armi.
Le indagini dei carabinieri si sono sviluppate a seguito
della decisione di collaborare con la giustizia
intrapresa, nel luglio del 2015, da Gaetano Mario
VINCIGUERRA, già reggente “pro tempore” del “Gruppo di
Aci Catena”, il quale non solo ha fornito un quadro
aggiornato degli organigrammi dei citati “gruppi”,
indicando “capi” e “soldati”, ma ha consegnato anche un
elenco dettagliato delle imprese commerciali costrette,
da anni, all’imposizione del “pizzo”. Il
provvedimento ha tratto origine da un’indagine,
denominata “Aquilia”, condotta dal Nucleo Investigativo
del Comando Provinciale di Catania e diretta da questa
D.D.A., dall’ottobre del 2015 al gennaio del 2018,
attraverso attività
tecniche e dinamiche, riscontrate dalle dichiarazioni di
diversi collaboratori di giustizia, che ha consentito di
accertare la responsabilità degli indagati in ordine
alla loro appartenenza a due “gruppi” per così dire
“storici” della “Famiglia” di Catania, quelli, appunto,
operanti in Acireale (CT) e Aci Catena (CT), già
riconducibili al noto Sebastiano SCIUTO, detto “Nuccio
Coscia”, recentemente scomparso per cause naturali, e di
definire la struttura, le posizioni di vertice e i ruoli
dei singoli affiliati nell’ambito del sodalizio mafioso
in questione. Gli
investigatori, nel corso delle indagini hanno inoltre
acquisito elementi di
reità in ordine ad attività estorsive consumate e
tentate ai danni di 8 imprenditori locali, alcune
delle quali dipanatesi nell’arco di svariati anni,
al fine di agevolare l’organizzazione mafiosa
d’appartenenza. Tra
gli arrestati figura anche l’ex deputato regionale
Raffaele “Pippo” NICOTRA, a cui vengono contestati i
reati di concorso esterno in associazione mafiosa,
tentata estorsione aggravata e scambio elettorale
politico mafioso, ossia per avere, attraverso la
corresponsione di somme di denaro per le elezioni del
2012, determinato esponenti del “Gruppo di Aci Catena” a
promettere di procurare voti in occasione delle elezioni
per l’Assemblea Regionale Siciliana tenutesi in quegli
anni, attraverso la forza di intimidazione e la
conseguente condizione di assoggettamento ed omertà
derivanti dall’appartenenza al gruppo mafioso.
L’indagine ha inoltre consentito di fare luce sul
tentato omicidio di Mario Giuseppe TORNABENE, avvenuto,
in Fiumefreddo di Sicilia (CT), il 28 agosto 2007.
Secondo il racconto di due collaboratori di giustizia,
il TORNABENE, già responsabile del “Gruppo di Giarre”
per conto della frangia acese riconducibile al citato
Sebastiano SCIUTO, e curatore degli “interessi” di
quest’ultimo, attraverso la costituzione di società in
diverse attività commerciali, disattendeva gli accordi
economici intrapresi con lo stesso SCIUTO, tant’è che il
figlio di questi, Stefano, unitamente ad altri soggetti
rimasti allo stato senza volto, la sera del 28 agosto
2007, lungo la Via Marina di Fiumefreddo di Sicilia,
avrebbero attentato alla sua vita, esplodendogli contro
tre colpi di pistola all’addome, che, fortunatamente,
non hanno avuto seguito, a causa della pronta reazione
della vittima, fuggita da un’uscita secondaria della
propria struttura ricettiva, in cui si trovava al
momento dei fatti, scampando miracolosamente
all’agguato. All’attività investigativa svolta dai
carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando
Provinciale si è affiancata, poi, una indagine
parallela, svolta dai militari della Compagnia di
Acireale e confluita nel provvedimento cautelare
eseguito, oggi 10 ottobre, sul conto di soggetti
orbitanti in seno alle medesime frange mafiose, chiamati
a rispondere di furto, estorsione aggravata (nel settore
delle auto rubate, attraverso il cosiddetto “cavallo di
ritorno”) e di reati concernenti gli stupefacenti e le
armi. Dei diciotto provvedimenti emessi, tre sono
riferibili all’attività investigativa svolta. Quindici
provvedimenti cautelari in definitiva sono stati
notificati ad altrettanti soggetti in libertà, mentre
tre sono stati notificati in carcere ad altrettanti
indagati, ristretti per altra causa.
CATANIA -
Collaboratore Giustizia gruppo Nardo Lentini agevola
operazione Polizia antidroga: 21 misure cautelari per
spaccio nel catanese e zone vicine. L'Operazione
"Beautiful Hybrid” si è concretizzata all’alba di oggi
9 ottobre, su delega della Procura Distrettuale della
Repubblica di Catania. La Polizia di Stato ha dato
esecuzione ad ordinanza di custodia cautelare, emessa il
primo 2018 dal G.I.P. del Tribunale di Catania, nei
confronti di 21 persone, traendole in arresto poichè
ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di
associazione per delinquere finalizzata alla
coltivazione, produzione, trasporto, detenzione e
cessione di sostanze stupefacenti, detenzione e cessione
delle medesime, reati in materia di armi, corruzione per
un atto contrario ai doveri d’ufficio e favoreggiamento
personale. La misura cautelare ha accolto gli esiti di
attività d’indagine di tipo tecnico, avviata, su delega
della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania
nel mese di marzo 2017 dalla Squadra Mobile a seguito
delle dichiarazioni rese da un collaboratore di
giustizia, già appartenente al gruppo Nardo operante a
Lentini, cui si sono aggiunte, nel successivo mese di
giugno, quelle di altro collaboratore, già esponente del
clan Cappello - Bonacccorsi. Le indagini tecniche
condotte dalla Squadra Mobile – Sezione Criminalità
Organizzata nell’arco temporale marzo - ottobre 2017,
proseguite sino all’aprile 2018 con attività di
riscontro alle dichiarazioni rese nel marzo 2018 da
altro collaboratore di giustizia, già appartenente alla
cosca Mazzei, hanno permesso di individuare
un’associazione per delinquere diretta ed organizzata da
Antonino COSENTINO, Carmelo STRANIERO e Matteo OLIVA,
quest’ultimo Assistente Capo della Polizia di Stato, con
la partecipazione di Andrea STRANIERO, Giovanni Nicolò
STRANIERO, Umberto BENINATO, Domenico BONIFACIO e
Stefano CIANFARANI, quest’ultimo militare dell’Arma dei
Carabinieri, finalizzata alla coltivazione, produzione,
trasporto, detenzione e cessione di sostanza
stupefacente del tipo cocaina e marijuana. I presidi
tecnici hanno fatto emergere come l’organizzazione si
occupasse di impiantare coltivazioni di marijuana in
appezzamenti di terreno ricadenti in agro di Scordia
(CT), di cui avevano la disponibilità, per poi rivendere
lo stupefacente ricavato, evidenziando come CIANFARANI
assicurasse protezione costante alle predette
coltivazioni allestite dai sodali dai controlli di
Polizia. Poliziotti della Squadra Mobile – Sezione
Criminalità Organizzata, a riscontro delle risultanze
delle intercettazioni, il 23 settembre 2017, hanno
individuato, in un appezzamento di terreno sito in
contrada Palma, in agro di Scordia (CT), una piantagione
di marijuana cui gli indagati avevano fatto più volte
riferimento nel corso delle conversazioni captate dagli
investigatori. Gli investigatori, nel corso
dell’attività di P.G., hanno rinvenuto e sequestrato
2500 piante di marijuana nonché materiale per la
coltivazione dello stupefacente. La Polizia, sul posto
ha avuto modo di constatare che gli indagati, oltre
alle 2500 piantine presenti, tutte di varia grandezza,
avevano già predisposto un altro appezzamento di terreno
che sicuramente sarebbe stato destinato a contenere
altre piante di marijuana. Gli investigatori hanno
rilevato che dal tenore delle conversazioni è emersa la
significativa competenza degli organizzatori
dell’illecito traffico circa le tipologie di droga
leggera, realizzando piantagioni di skunk - varietà di
cannabis - definite “ibridi belli” per evidenziarne la
particolare qualità. La Polizia, nel corso
dell’attività di indagine, ha accertato diverse cessioni
di sostanza stupefacente che Matteo OLIVA e Rocco RAGUSA
hanno effettuato a numerosi soggetti i quali, a loro
volta, la commercializzavano nei comuni di Scordia,
Palagonia e Militello in Val di Catania, e sono stati
documentati i rapporti con un soggetto di Riesi (CL),
Fabio Gaetano D’ANTONA, per l’acquisto di stupefacenti.
Matteo OLIVA e Stefano CIANFARANI sono stati, altresì,
indagati per corruzione per un atto contrario ai doveri
d’ufficio per non avere espletato le dovute attività di
denuncia, indagini e sequestri in relazione alle
illecite attività poste in essere dai corruttori. Il
G.I.P., valutate le dichiarazioni rese dai citati
collaboratori di giustizia a carico di Giuseppe BENNARDO,
Assistente Capo della Polizia di Stato, ha ritenuto
sussistente la gravità degli indizi nei suoi confronti
per il reato di favoreggiamento personale, per avere
aiutato i sodali indagati per associazione per
delinquere finalizzata alla produzione di stupefacenti
ad eludere le investigazioni dell’autorità in relazione
ai delitti cui non aveva concorso. Una persona, colpita
dal medesimo provvedimento restrittivo, allo stato
irreperibile, è attivamente ricercata. Espletate le
formalità di rito, gli arrestati sono stati associati
presso la Casa Circondariale di Catania “Bicocca” e
piazza Lanza e presso la Casa Circondariale di
Caltanissetta.
BIANCAVILLA
CT - Carabinieri e Cacciatori trovano e sequestrano “Kalashnikov”
in terreno abbandonato. I militari del Nucleo
Operativo della Compagnia di Paternò e dello Squadrone
Eliportato Cacciatori di Sicilia, ieri pomeriggio nel
corso di un servizio straordinario di controllo del
territorio, hanno rinvenuto occultato in un terreno
abbandonato adiacente alla palazzina ubicata al civico
40 di Via dell’Uva a Biancavilla, 1 fucile d’assalto
“Kalashnikov” modello AK47, con colpo in canna, completo
di caricatore con all’interno 6 cartucce calibro 7,62,
nonché altre 5 cartucce dello stesso calibro,
classificati come arma e munizionamento da “guerra” di
provenienza clandestina.La Procura della
Repubblica di Catania ha delegato le indagini ai
militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Paternò
per risalire, oltre all’esatta origine, anche ai
possibili detentori dell’arma, ed eventuale suo
utilizzo in pregressi episodi delittuosi. Lo
Squadrone Carabinieri Eliportato
Cacciatori Sicilia è composto da 57 uomini dello speciale corpo
dell’Arma che sono comandati dal
Comandante dello Squadrone Magg. Matteo Luigi
CORCIULO
ascolta intervista
.
CATANIA
–
(video operazione)Blitz
InterForze a San Berillo Vecchio, cinofili trovano
droga, bloccato kosovaro irregolare. L’attenzione
della Polizia di Stato sulle problematiche del quartiere
San Berillo Vecchio, è costante.
I tutori dell’ordine, già nei gironi scorsi avevano
effettuato mirati servizi Interforze predisposti in sede
di tavolo tecnico, svoltosi nei locali della Questura
Etnea, secondo le direttive impartite dal Dipartimento
della Pubblica Sicurezza per la riqualificazione delle
aree urbane degradate.
Uomini del Commissariato Centrale, delle Squadre
Cinofile Antidroga ed Antiesplosivo, del Reparto a
Cavallo, del Reparto Mobile e del Reparto Prevenzione
Crimine Sicilia Orientale, dell’Arma dei Carabinieri,
della Guardia di Finanza e della Polizia Locale, ieri,
hanno svolto un’azione di controllo di tutta l’area,
caratterizzata da un dedalo di vie e di vicoli e da
abitazioni fatiscenti, spesso in stato di abbandono, i
cui proprietari, a volte, risultano difficilmente
reperibili. I tutori dell’ordine, a seguito dei
controlli, hanno rinvenuto, grazie al fiuto del cane
poliziotto Vite, numerosi involucri contenenti
sostanza stupefacente del tipo marijuana ed hashish, per
un peso complessivo di circa 100 gr., i quali erano ben
occultati tra i rifiuti. Gli uomini
InterForze,
nel corso dell’attività hanno identificato 29 persone,
elevato 8 verbali per violazione al C.d.S. per un totale
di 2.400€, e chiuso 1 officina meccanica priva di
qualsiasi autorizzazione. Gli agenti hanno censito
diversi immobili della zona in evidente stato di
abbandono.
I tutori dell’ordine hanno bloccato ed accompagnamento
in Ufficio per gli adempimenti del caso 1 cittadino
extracomunitario proveniente dal Kosovo, non in regola
con le norme in materia di soggiorno. Il soggetto è
stato denunciato per inosservanza dell’ordine di
espulsione dal Territorio Nazionale. L’attività
espletata rientra in un piano di monitoraggio e
controllo delle aree che evidenziano maggiori criticità
sotto il profilo dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica,
che proseguirà con costanti servizi organizzati dalla
Questura di Catania con il coinvolgimento di tutte le
Forze dell’Ordine.
CATANIA -
Blitz Polizia a Nesima, “Operazione
drug store” 104kg marijuana, coppia in manette.
Si tratta dei catanesi Concetto VITALE 40enne
ed Anna MONACO 36enne, ritenuti responsabili, in
concorso tra loro, di detenzione illegale di sostanza
stupefacente del tipo marijuana con l’aggravante
dell'ingente quantità. Agenti della Squadra Mobile – Sezione “Antidroga” a seguito di
attività info-investigativa, avevano appreso che un
ingente quantitativo di droga era custodita in un
appartamento nel rione di Nesima.I poliziotti, esperiti
gli opportuni accertamenti ed individuato l’immobile
facente parte di uno stabile di edilizia popolare,
all’alba di ieri, dopo aver cinturato la zona, hanno
eseguito una perquisizione nell’abitazione in uso alla
coppia VITALE e MONACO. Gli investigatori ad esito del
blitz, in una stanza adibita a vero e proprio deposito,
hanno rinvenuto e sequestrato 8 borsoni con all’interno
98 involucri contenenti sostanza stupefacente del tipo
marijuana per un peso complessivo di kg.104 circa e 2
bilance di precisione. Espletate le formalità di rito, Concetto VITALE ed Anna MONACO
sono stati associati presso la Casa Circondariale Piazza
Lanza di Catania a disposizione dell’Autorità
Giudiziaria. La droga, una volta finita sul mercato etneo avrebbe fruttato
circa 1 milione di euro.
CATANIA
–
Tribunale emesso
decreto sequestro e confisca beni 150mln€ gruppo
Ciancio: ROS
sequestrati giornali e tv. Ciancio Sanfilippo
ed il figlio Domenico, dopo la notifica del decreto, si
sono dimessi dall'incarico rispettivamente di direttore
responsabile e condirettore. Il caporedattore de “La
Sicilia” Piraneo designato direttore.Il
Tribunale ha nominato commissari giudiziari per
garantire la continuazione dell'attività del gruppo.L'intero gruppo editoriale che fa capo all'editore
tra cui il quotidiano “La Sicilia”, la maggioranza delle
quote della “Gazzetta del Mezzogiorno” di Bari e le 2
emittenti televisive regionali, “Antenna Sicilia” e
“Telecolor” fanno parte dei beni dell'imprenditore Mario
Ciancio, di cui il Tribunale di Catania ha decretato di
sequestro e confisca, su richiesta della Dda. Il decreto
riguarda conti correnti, polizze assicurative, 31
società, quote di partecipazione in altre sette società
e beni immobili. Mario Ciancio Sanfilippo è attualmente
sotto processo per concorso esterno all'associazione
mafiosa.La notizia è stata data nel corso di
un'assemblea di redazione. L'assemblea dei soci della
Domenico Sanfilippo editori ha nominato nuovo direttore
Antonello Piraneo, attuale caporedattore del quotidiano.
Il provvedimento : La Sezione Misure di Prevenzione del
Tribunale di Catania, su richiesta della Procura
Distrettuale di Catania, in data 20 settembre 2018, ha
depositato un decreto di confisca previo sequestro del
compendio patrimoniale di Mario CIANCIO SANFILIPPO. Il
Giudice - il primo ad avere valutato nel merito gli
elementi acquisiti nel corso delle indagini - ha
ritenuto la pericolosità sociale qualificata del
proposto per la sussistenza a suo carico di gravi indizi
del rilevante contributo fornito da Mario CIANCIO
SANFILIPPO al raggiungimento delle finalità perseguite
dalla famigliacatanese di cosa
nostra dagli anni Settanta dello scorso secolo sino
al 2013 e ha disposto la confisca di tutto il patrimonio
da questi acquisito nel periodo in cui è stata accertata
tale pericolosità sociale (in allegato l’elenco dei beni
colpiti dal provvedimento). Si tratta di
depositi di conti correnti, anche presso banche site in
Svizzera, di polizze assicurative, di trentuno società
interamente posseduto dal proposto, di quote di
partecipazione detenute in sette società e di beni
immobili, il cui valore, secondo un prudente
apprezzamento, è non inferiore a 150 milioni di euro.
Tra le società sequestrate e confiscate vi è anche il
gruppo editoriale del quotidiano La Sicilia e di alcune
emittenti locali.Il procedimento di prevenzione
era stato avviato il 19 gennaio 2015 con richiesta della
Procura Distrettuale e si è celebrato fino al gennaio
2018, a porte chiuse, per una precisa scelta di Mario
CIANCIO SANFILIPPO.L’Autorità giudiziaria, in
tale non breve periodo, ha sottoposto all’attenzione
del Collegio gli elementi che dimostravano la
summenzionata pericolosità sociale qualificata del
Ciancio e l’anomalo sviluppo del suo patrimonio;
elementi acquisiti nel corso delle indagini, eseguite
con la consueta professionalità, dal ROS - Sezione
Anticrimine di Catania, nonché gli esiti della
consulenza patrimoniale accuratamente elaborata dalla
nota società PWC (Price Waterhouse Coopers)
e il patrimonio conoscitivo dei collaboratori di
giustizia. La Difesa, a sua volta, ha depositato
documentazione ed ha interloquito nel corso della
redazione della consulenza tecnica della PWC avvalendosi
del proprio consulente di parte. I profili di
pericolosità sociale evidenziati dal Pubblico Ministero
a carico di CIANCIO SANFILIPPO attengono in particolare:
Ai rapporti sinallagmatici intrattenuti dal Ciancio con
gli esponenti di vertice della famiglia catanese
di Cosa Nostra sin da quando la stessa era diretta da
Giuseppe Calderone, rapporti poi proseguiti ed anzi
ulteriormente intensificati con l’avvento al potere di
Benedetto Santapaola alla fine degli Anni Settanta del
secolo scorso ed al ruolo di canale di comunicazione
svolto dallo stesso Ciancio per consentire ai vertici
della predetta famiglia mafiosa di venire a contatto con
esponenti anche autorevoli delle Istituzioni; Alla
linea editoriale imposta dal Ciancio alla testata
giornalistica che vanta il maggior numero di lettori
nella Sicilia Orientale, linea editoriale improntata
alla finalità di mantenere nell’ombra i rapporti tra la
famiglia mafiosa e le imprese direttamente o per
interposta persona controllate dalla medesima; di non
porre all’attenzione dell’opinione pubblica gli
esponenti mafiosi non ancora pubblicamente coinvolti
dalle indagini giudiziarie e soprattutto l’ampia rete di
connivenze e collusioni sulle quali questo sodalizio
mafioso poteva contare per mantenere la propria
influenza nella provincia catanese; All’impiego di
grandi quantità di capitali di provenienza mafiosa
investiti nelle iniziative economiche, anche di natura
speculativa immobiliare, poste in essere nell’arco di
numerosi decenni dal proposto. I rapporti tra CIANCIO
SANFILIPPO e cosa nostra sono emersi nelle
seguenti specifiche vicende imprenditoriali in epoca
recente: Parco Commerciale Porte di Catania
(realizzato): in tale vicenda CIANCIO è coinvolto poiché
socio, unitamente a Giovanni VIZZINI (la cui figlia è
coniugata con Vincenzo RAPPA, che appartiene ad una
famiglia, alcuni dei cui membri sono stati condannati
per fatti di cui all’art. 416 bis c.p.) e Tommaso
MERCADANTE (nipote di Tommaso CANNELLA e figlio di
Giovanni MERCADANTE, entrambi condannati per fatti di
cui all’art. 416 bis c.p.). La realizzazione
dell’opera venne affidata all’imprenditore BASILOTTA,
sebbene vi fosse l’intendimento di coinvolgere
l’imprenditore INCARBONE (Mariano INCARBONE è
imprenditore condannato con provvedimento definitivo
quale partecipe alla famiglia SANTAPAOLA mentre
l’imprenditore Vincenzo BASILOTTA è deceduto durante il
processo d’appello a suo carico, che lo vedeva imputato
per fatti di cui all’art. 416 bis c.p.).
Peraltro, le intercettazioni eseguite nel contesto
investigativo Iblis, confermano che l’affare era
infiltrato da cosa nostra attraverso BASILOTTA il
quale vi aveva lucrato 600.000€,consegnati a
Raffaele LOMBARDO (già Presidente della Regione
Siciliana ed imputato per fatti di cui agli artt. 110 -
416 bis c.p.) che si era interessato al progetto
cui partecipava CIANCIO SANFILIPPO; Parco
Commerciale Sicily Outlet (realizzato): in tale
vicenda CIANCIO SANFILIPPO emerge sia quale proprietario
dei terreni su cui è sorta l’opera sia quale socio nella
Dittaino Development. Parte dei lavori, inoltre,
sono stati eseguiti da BASILOTTA e INCARBONE.
Progetto stella polare (non realizzato): si
trattava di un progetto della Stella polare S.r.l.
relativo all’area sud di Catania dove si intendeva
creare un centro congressi, strutture per esposizione,
acquari, parchi divertimenti, cinema, gallerie
commerciali ed altro. CIANCIO SANFILIPPO, proprietario
dei terreni, risulta aver avuto un ruolo attivo nella
gestione della complessa vicenda imprenditoriale, avendo
finanche seguito personalmente l’iter relativo al
rilascio delle previste concessioni e fungendo, in tale
ambito, da anello di congiunzione con la pubblica
amministrazione in luogo dell’Amministratore Unico. Le
intercettazioni in atti, inoltre, consentono di ritenere
certo che il general contractor scelto era
INCARBONE Mariano, di cui si è detto; Costruzione di
un insediamento chiuso ad uso collettivo a favore della
base di Sigonella (non realizzato): a differenza
della vicenda sopra descritta, nella presente, CIANCIO
SANFILIPPO, oltre ad essere proprietario dei terreni
sui quali doveva sorgere l’opera era anche socio della
Xirumi S.r.l.,società che avrebbe dovuto
realizzarla. Le intercettazioni in atti consentono,
inoltre, di ritenere che la realizzazione delle opere
doveva essere affidata a Vincenzo BASILOTTA;
Costruzione del polo commerciale denominato Mito
(non realizzato): l’insediamento commerciale doveva
sorgere nel comune di Misterbianco su terreni di
proprietà di CIANCIO SANFILIPPO. L’iniziativa vedeva
coinvolti tanto CIANCIO SANFILIPPO quanto altre persone
risultate essere in rapporti con cosa nostra
palermitana e messinese.Il Tribunale, letti
i documenti e ascoltate le argomentazioni del Pubblico
Ministero e della Difesa, ha ritenuto che Mario CIANCIO SANFILIPPO
sin dall’avvio della sua attività, primi anni ’70, e
fino al 2013 abbia agito, imprenditorialmente,
nell’interesse proprio e nell’interesse di cosa nostra e
che in ragione di ciò il suo patrimonio si sia
implementato illecitamente, giovandosi anche di
finanziamenti occulti e che anche il predetto sodalizio
mafioso si sia rafforzato grazie ai fortunati
investimenti realizzati per il tramite del Ciancio.
L’età avanzata ed il tempo risalente degli ultimi
accertamenti (2013) hanno indotto il Tribunale a
escludere l’attualità della pericolosità sociale, ma
tale conclusione, per disposto di legge, non consente al
soggetto ritenuto pericoloso di continuare a detenere il
patrimonio acquisito in ragione delle illecite
cointeressenze, sicché il Tribunale ne ha disposto la
confisca. Il provvedimento è stato eseguito il 24
settembre a cura dei Carabinieri del ROS e del Comando
Provinciale di Catania.
CATANIA
–
Comandante Legione Carabinieri Sicilia Gen. Galletta,
trasferito ad alto incarico, saluta militari comando
provinciale etneo.
Il Generale di Brigata Riccardo GALLETTA, Comandante
della Legione Carabinieri “Sicilia”, in vista del
trasferimento ad altro incarico, in giornata si è recato
al Comando Provinciale Carabinieri di Catania per
rivolgere un saluto di commiato.Il Comandante
Provinciale, Col. Raffaele Covetti, tutti gli Ufficiali
ed i Comandanti di Stazione della Provincia, una
rappresentanza di militari effettivi al Comando
Provinciale, il personale del CO.BA.R. (Comitato Base di
Rappresentanza) ed i rappresentanti dell’Associazione
Nazionale Carabinieri in congedo hanno ricevutol’alto
Ufficiale.Il
Generale GALLETTA, ha salutato tutti i carabinieri in
servizio ed in congedo, ringraziandoli per il loro
quotidiano impegno. Il Generale ha apprezzato
particolarmente i risultati operativi conseguiti dai
carabinieri del Comando Provinciale di Catania e gli
ottimi rapporti tra l’Arma ed i cittadini, dimostrazione
di reciproco affetto, stima e vicinanza.Il
Comandante Provinciale, Col. Raffaele Covetti ha
ringraziato il Generale GALLETTA per l’attenzione e la
vicinanza dimostrata nei confronti dei Carabinieri della
Provincia di Catania.
CATANIA
–
Colpi di
pistola a distributore carburanti per pagare prima: CC
padre e figlio bloccati. Si tratta
di Filippo BARBAGALLO 71enne e del figlio
Francesco 35enne. Uno ha estratto la pistola ed
ha esploso tre colpi d’arma da fuoco al rifornimento. I
carabinieri hanno ammanettato anche il figlio, poiché
detenevano nelle loro abitazioni armi clandestine. I
militari della Stazione di Catania Librino hanno
arrestato nella flagranza Filippo BARBAGALLO, ritenuto
responsabile di tentato omicidio, porto e detenzione
illegale di armi clandestine, ed il figlio Francesco,
già detenuto ai domiciliari per armi, ritenuto
responsabile di detenzione illegale di armi clandestine.
La vicenda ha avuto inizio di sera, intorno alle 19:00,
nel rifornimento di carburanti dell’Agip, ubicato in
Stradale Gelso Bianco. Il 71 enne, al termine di una
lite nata con un catanese di 34 anni, per chi per primo
doveva inserire i soldi nella colonnina del self
service, ha estratto 1 pistola esplodendo 3 colpi
all’indirizzo del contendente, miracolosamente andati a
vuoto. Lo sparatore poi è fuggito via a bordo della sua
autovettura. La vittima, terrorizzata, ha chiamato il
112 consentendo l’intervento sul posto dei militari di
Librino. I carabinieri dopo aver repertato i tre
bossoli, analizzando le immagini registrate dalle
telecamere di sicurezza attive nel distributore, hanno
riconosciuto l’aggressore, noto catanese, rintracciato
poco dopo in casa del figlio. I carabinieri nrl corso
della perquisizione domiciliare, hanno recuperato,
nascosta nella camera da letto, proprio quella pistola
Beretta cal. 22, con la matricola abrasa, utilizzata dal
soggetto all’interno del distributore. I militari,
estendendo la perquisizione anche in casa del 71enne,
hanno inoltre rinvenuto: 1 fucile marca Herstal cal.
12, risultato rubato il 22 aprile 1979 a Narcao (CA), 1
revolver a tamburo, senza marca e matricola; 26
cartucce cal. 22, 5 cartucce cal. 16 e 2 cartucce cal.
12. Le armi e le munizioni sono state poste sotto
sequestro mentre gli arrestati, assolte le formalità di
rito e su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, sono
stati associati nel carcere di Catania a Piazza Lanza.
Le armi sequestrate, nei prossimi giorni, saranno
inviate agli esperti del R.I.S. di Messina per gli
esami tecno-balistici e stabilirne l’eventuale
utilizzo in pregressi episodi criminosi.
( video
arresto)
CATANIA
– Poliziotti disarmano ed ammanettano rapinatore in
azione. Si tratta di Pasqualino RANNO
23enne, responsabile del reato di tentata rapina
aggravata in concorso con altro soggetto, ai danni di un
bar ubicato nel rione San Giorgio. Agenti della Squadra
Mobile, Sezione “Contrasto al Crimine Diffuso”, a
seguito delle numerose rapine registrate nelle ultime
settimane nel rione San Giorgio da due soggetti che
agivano seguendo il medesimo modus operandi
(totalmente travisati ed armati di pistola), avevano
predisposto un mirato servizio nei pressi di un bar
rionale ritenuto possibile obiettivo, in quanto già
oggetto di rapina alcuni giorni addietro. I poliziotti,
dopo alcune ore di osservazione, hanno notato giungere
dallo Stradale San Giorgio uno scooter Honda SH 300 di
colore bianco, con la targa coperta, ad elevata
velocità, con due soggetti a bordo. Le fattezze fisiche
risultavano corrispondenti a quelle dei rapinatori che
nelle settimane scorse nel medesimo quartiere, avevano
colpito entrambi travisati da passamontagna ed armati di
pistola. Il passeggero, robusto e corpulento, in pochi
attimi, è sceso dal mezzo e, puntando l’arma contro il
titolare del bar e del personale dipendente, ha intimato
loro di consegnare tutto l’incasso. Il complice, di
corporatura più esile, invece, è rimasto all’esterno ed
anch’egli con la pistola in pugno, ha impedito agli
avventori di entrare nel bar, tenendosi pronto per
darsi alla fuga. Gli agenti della Squadra Mobile,
osservato quanto stava accadendo, sono intervenuti
tempestivamente e mentre due operatori facevano ingresso
nell’esercizio commerciale e affrontavano il rapinatore
armato, disarmandolo e bloccandolo con difficoltà
considerata la stazza e la sua violenta reazione; altri
poliziotti hanno affrontato il soggetto rimasto
all’esterno il quale, arma in pugno rivolta anche verso
gli operatori, è riuscito a guadagnarsi la fuga a piedi.
Pasqualino RANNO è stato dichiarato in arresto per
tentata rapina aggravata in concorso e associato presso
il carcere di Catania a piazza Lanza, sono in corso
attive ricerche del complice.
CATANIA-
Polizia
esegue 12 arresti per droga, rapine, minacce ed evasione.
Si tratta del rintraccio di soggetti destinatari di
provvedimenti restrittivi. La Polizia di Stato ha
eseguito gli ordini di esecuzione per la carcerazione
disposti dall’Autorità Giudiziaria. Gli uomini della
Squadra Mobile – Squadra “Catturandi” hanno tratto in
arresto: Antonino PARISI 24enne già noto,
destinatario di ordine di esecuzione per espiazione di
pena detentiva in regime di detenzione domiciliare,
emesso il 14 giugno 2018 dalla Procura della Repubblica
presso il Tribunale Ordinario di Catania – Ufficio
Esecuzioni penali, dovendo espiare la pena detentiva di
1 anno e 18 giorni per reati in materia di
stupefacenti. Ferdinando FARO 21enne già noto,
destinatario di ordine di esecuzione per la
carcerazione, emesso il 15 giugno 2018 dalla Procura
della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di
Catania – Ufficio Esecuzioni penali, dovendo espiare la
pena detentiva di 1 anno e 6 mesi per reati in materia
di stupefacenti. Sebastiano Giovanni DESI 45enne
già noto, destinatario di ordine di esecuzione per la
carcerazione, emesso il 15 giugno 2018 dalla Procura
della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di
Catania – Ufficio Esecuzioni penali, dovendo espiare la
pena detentiva di 2 anni e 4 mesi per il reato di
rapina aggravata in concorso. Paola GIORDANO 53enne
già nota, destinataria di ordine di esecuzione per
espiazione di pena detentiva in regime di detenzione
domiciliare, emesso in data 15 giugno 2018 dalla Procura
della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di
Catania – Ufficio Esecuzioni penali, dovendo espiare la
pena detentiva di 6 mesi per il reato di evasione.
Luciano CARANI 45enne già noto, destinatario di
ordine di esecuzione per espiazione di pena detentiva in
regime di detenzione domiciliare, emesso il 15 giugno
2018 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale
Ordinario di Agrigento – Ufficio Esecuzioni penali,
dovendo espiare la pena detentiva di 1 anno, 3 mesi, 28
giorni e multa di 450€. Giuseppe PULVIRENTI 39enne
già noto, destinatario di ordine di esecuzione per
espiazione di pena detentiva in regime di detenzione
domiciliare, emesso il 15 giugno 2018 dalla Procura
della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di
Catania – Ufficio Esecuzioni penali, dovendo espiare la
pena detentiva di 3 anni, 9 mesi di reclusione e multa
di 10.000 € per reati in materia di stupefacenti.
Federico RACITI 36enne già noto, destinatario di
ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso il 14
giugno 2018 dalla Procura della Repubblica presso il
Tribunale Ordinario di Catania – Ufficio Esecuzioni
penali, dovendo espiare la pena detentiva di 3 anni 11
mesi e 16 giorni per reati in materia di stupefacenti.
Francesco TASCO 46enne già noto, destinatario di
ordine di esecuzione per la espiazione di pena
detentiva, emesso il 23 giugno 2018 dalla Procura
della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di
Catania – Ufficio Esecuzioni penali, dovendo espiare la
pena della reclusione di 9 mesi e 22 giorni per
rapina. Luigi SICURELLA 21enne già noto, in atto
agli arresti domiciliari, destinatario di ordine di
esecuzione per la carcerazione, emesso il 25 giugno 2018
dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale
Ordinario di Catania – Ufficio Esecuzioni penali,
dovendo espiare la pena di 2 anni di reclusione per il
reato di rapina aggravata in concorso. Agostino
NICOLELLA 54enne già noto, destinatario di ordine
di esecuzione per la carcerazione, emesso il 23 giugno
2018 dalla Procura Generale della Repubblica presso la
Corte di Appello di Catania – Ufficio Esecuzioni penali,
dovendo espiare la pena di 2 anni e 2 mesi di
reclusione per il reato di ricettazione. Giuseppe
LITRICO 24enne già noto, in atto agli arresti
domiciliari, destinatario di ordine di esecuzione per la
carcerazione, emesso il 22 giugno 2018 dalla Procura
della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di
Catania – Ufficio Esecuzioni penali, dovendo espiare la
pena di 2 anni di reclusione (con decorrenza dal 6
settembre 2017 e termine il 5 settembre 2019) per il
reato di rapina aggravata in concorso. Marius Gabriel
BUCULEI 18enne, destinatario di mandato di arresto
europeo, emesso il 6 giugno 2018 dall’Autorità
Giudiziaria di Beclean (Romania) dovendo espiare la pena
di 1 anno e 6 mesi di reclusione per i reati di rapina
e minacce.
CATANIA
- DIA sequestra beni a Bonaccorsi-Cappello per 300mila€.
La Direzione Investigativa Antimafia di
Catania diretta dal 1° Dir. P.S. dr. Renato Panvino,
dalle prime ore della mattinata, su delega della
Procura della Repubblica guidata dal dott. Carmelo
Zuccaro, ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro,
emesso dal Tribunale di Catania - Sezione Misure di
Prevenzione, nei confronti di esponenti del clan
catanese “Cappello-Bonaccorso”. Il valore dei beni
sottoposti a sequestro è stimato in complessivi 300 mila
€. La misura è stata adottata nei confronti di Mario
Carmelo CAMBRIA 32enne, ritenuto dagli
investigatori esponente di spicco nell’area etnea, in
particolare del noto clan “Cappello-Bonaccorsi”. Il
provvedimento, finalizzato alla successiva confisca dei
beni, riguarda beni mobili, immobili e somme di denaro,
individuati a conclusione dei complessi accertamenti
patrimoniali delegati alla D.I.A., riconducibili
direttamente od indirettamente al Mario Carmelo CAMBRIA.
Il personaggio è figlio del più noto Andrea CAMBRIA,
soggetto ritenuto organico al Clan “Cappello”, nei
confronti del quale già nell’ottobre 2017 la D.I.A. di
Catania aveva eseguito il sequestro di autoveicoli e
somme di denaro per un valore di circa 200mila €. Mario
Carmelo CAMBRIA è noto per una serie di precedenti di
polizia per reati in materia di sostanze stupefacenti,
con l’aggravante del metodo mafioso, e furto. Il
personaggio, più volte è stato tratto in arresto per
detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente,
il 17 marzo 2016 nell’ambito dell’Operazione di Polizia
denominata “Family”, condotta dalla Polizia di Stato,
era stato colpito da ordinanza applicativa di misura
cautelare, assieme al padre Andrea ed altri 7 soggetti,
tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, di
associazione per delinquere finalizzata al traffico e
spaccio di sostanze stupefacenti nonché di traffico
illecito di sostanze stupefacenti, con l’aggravante di
cui all’art. 7 Legge 203/91, per aver agevolato il clan
mafioso etneo Cappello – Bonaccorsi, e di essere
l’associazione armata. La DIA dalle investigazioni
condotte su Andrea CAMBRIA avrebbe evidenziato come
fosse promotore dell’associazione criminale che
trafficava in stupefacenti, dei quali si approvvigionava
in Campania e Calabria. Il Tribunale di Catania
-Sezione Misure di Prevenzione- nell’anno 2016,
sulla scorta di pregresse vicende penali aveva decretato
l’applicazione della Misura di Prevenzione della
Sorveglianza Speciale di P.S., nella misura di 2 anni ,
con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza e
cauzione di3.000 €. I
minuziosi e complessi accertamenti patrimoniali svolti
dalla D.I.A. nei confronti di Mario Carmelo CAMBRIA,
estesi anche al suo nucleo familiare, hanno consentito
non solo di pervenire ad una puntuale ricostruzione del
suo profilo criminale, ma anche di accertare la
rilevante sproporzione tra i redditi dichiarati, in base
all’attività svolta, e gli arricchimenti patrimoniali.
L’esito della complesso ed articolato lavoro svolto
dalla DIA, è stato condiviso dal Tribunale – Sezione
Misure di Prevenzione, che ha emesso il provvedimento
ablativo che interessa anche beni fittiziamente
intestati alla moglie RANNO Antonella, in particolare,
un’abitazione, un garage, un’autovettura e somme di
denaro cointestate, per un valore complessivamente
stimato in circa 300 mila di euro.
CATANIA- 150 studenti visitano
Reparto Polizia a Cavallo. I bambini di elementari e
medie hanno assistito alle dimostrazioni della Squadra
Cinofili relative all'addestramento dei cani antidroga
ed antisabotaggio. L'incontro si è svolto di mattina
presso le strutture della Squadra a cavallo e Cinofili
della Polizia di Stato, ubicate nel boschetto Playa. Le
scolaresche della Giuseppe Fava di Mascalucia e della
Mascagni di Catania hanno preso parte con grande
entusiasmo. Le esibizioni delle due specialità cinofile
e la vicinanza con i cani della Polizia di Stato hanno
suscitato consensi. Gli scolari hanno voluto con le
carezze agli esemplari esternare approvazione e plauso.
I poliziotti della Squadra a Cavallo hanno descritto ai
bambini tutte le operazioni che i Cavalieri della
Polizia effettuano quotidianamente nell'espletamento del
loro servizio. I ragazzi hanno visto come vengono
eseguite le operazioni di pulizia dei quadrupedi, la
bardatura, ed appreso alcune nozioni di mascalcia: la
ferratura degli equidi, fino alla simulazione vera e
propria di una pattuglia ordinaria. I bambini, infine,
hanno potuto apprezzare i cavalli al passo, al trotto ed
al galoppo in maneggio montati da due Cavalieri della
Polizia. Il grande entusiasmo finale è stato suggellato
da foto con i cavalli, non sono mancate carezze ed
applausi finali.
CATANIA
– CC ammanettano sudanese
armato di coltello : tenta rapina smartphone a passante
84enne. I
Carabinieri del Nucleo Radiomobile hanno
arrestato nella flagranza Abdelghawj AZEN 49enne
originario del Sudan, senza fissa dimora, per tentata
rapina aggravata. Il
sudanese, ieri pomeriggio, in viale Artale Alagona ha
aggredito con 1 coltello un passante tentando di
rapinargli lo smartphone, del valore di 1000 euro circa.
La vittima, 84enne catanese, ha reagito immediatamente
urlando aiuto ed attirando così l’attenzione di una
gazzella, che era nelle vicinanze. I militari
intervenuti hanno bloccato e disarmato il rapinatore,
che ha tentato di inutilmente di fuggire. L’arrestato,
espletate le formalità di rito, è stato associato nel
carcere di Piazza Lanza Catania , a disposizione
dell’Autorità Giudiziaria.
CATANIA
- Direzione Investigativa Antimafia intercetta
imprenditori e funzionari pubblici settore rifiuti:
reati contro
P.A., affidamento appalto per 350 milioni€ in 3 anni.
Uomini della DIA di Catania, diretta dal 1° Dirigente
della P.S. dr. Renato Panvino, con il supporto dei
Centri Operativi di Roma, Milano, Reggio Calabria e
Caltanissetta, nonché della Sezione Operativa di Messina
e del II Reparto di Roma, di mattinata, a conclusione di
una complessa e articolata attività di indagine,
coordinata dalla Procura della Repubblica di Catania e
dipanatasi mediante l’utilizzo di servizi tecnici e
riscontri sul territorio circa le condotte poste in
essere dagli indagati, hanno dato esecuzione ad
un’ordinanza applicativa di misure cautelari, emessa dal
G.I.P. di Catania nei confronti di imprenditori e
funzionari anche con ruoli apicali in seno alla Pubblica
Amministrazione, in servizio presso il Comune di Catania
– Settore Ecologia e Ambiente e Ragioneria Generale
Provveditorato ed Economato. In particolare, il
provvedimento ha disposto le seguenti misure: Custodia
in carcere nei confronti di: Antonio DEODATI 55enne,
imprenditore romano, comproprietario della I.P.I. s.r.l.
affidataria in RTI con OIKOS dal 19 febbraio 2011 al 15
maggio 2017 del servizio di igiene pubblica del Comune
di Catania; già socio fino al 2 marzo 2017 della ECO.CAR.
s.r.l. affidataria in R.T.I. con SENESI S.p.A. del
servizio di raccolta, spazzamento, trasporto e
smaltimento dei rifiuti del Comune di Catania, a far
data dal 16 maggio 2017. Vicepresidente del Consorzio
SENECO, cui vengono contestati i reati di turbata
libertà degli incanti e corruzione per atti contrari ai
doveri d’ufficio; Orazio Stefano FAZIO, 63enne,
responsabile dei procedimenti incardinati nella P.O.
“Servizi Esternalizzati” della Direzione Ecologia ed
Ambiente del Comune di Catania; Direttore Esecuzione del
Contratto per i servizi di spazzamento, raccolta e
trasporto allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e
altri servizi di igiene pubblica del Comune di Catania,
cui vengono contestati i reati di turbata libertà degli
incanti e corruzione per atti contrari ai doveri
d’ufficio. Arresti domiciliari per: Antonio NATOLI
45enne, già dipendente della I.P.I. s.r.l., società
affidataria dal 19 febbraio 2011 al 15 maggio 2017 in
R.T.I. con OIKOS S.p.A. del servizio di igiene pubblica
del Comune di Catania; dal 16 maggio 2017 dipendente del
Consorzio SENECO, costituito tra le società SENESI
S.p.A. ed ECO.CAR. s.r.l., attuali affidatarie in R.T.I.
del servizio di raccolta, spazzamento, trasporto e
smaltimento dei rifiuti del Comune di Catania, cui
vengono contestati i reati di corruzione per atti
contrari ai doveri d’ufficio. Interdizione, per 12 mesi,
dall’esercizio di uffici direttivi delle persone
giuridiche e delle imprese, nello specifico, l’ufficio
di amministratore, sindaco, liquidatore, direttore
generale e dirigente preposto alla redazione dei
documenti contabili societari, nonché ogni altro ufficio
con potere di rappresentanza della persona giuridica o
dell’imprenditore per: Francesco DEODATI 50enne ,
amministratore unico della ECO.CAR. s.r.l., cugino di
Antonio DEODATI, cui viene contestato il reato di
turbata libertà degli incanti; Massimo ROSSO 53enne,
Direttore della Direzione “Ragioneria Generale –
Provveditorato ed Economato” del Comune di Catania dal
20 luglio 2016; Presidente del Consiglio di
Amministrazione della S.R.R. (Società per la
Regolamentazione del servizio di gestione Rifiuti) di
Catania area metropolitana, cui viene contestato il
reato di corruzione per atti contrari ai doveri
d’ufficio. Sospensione, per un anno, dal pubblico
ufficio, rispettivamente esercitato e con totale
interdizione di tutte le attività ad esso inerenti, a:
Massimo ROSSO, sopra citato; Leonardo MUSUMECI, 33enne,
Direttore della Direzione Ecologia ed Ambiente del
Comune di Catania; Responsabile Unico del Procedimento (RUP)
per l’affidamento del Servizio di spazzamento, raccolta
e trasporto allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani
differenziati e indifferenziati, compresi quelli
assimilati, e altri servizi di igiene pubblica
all’interno dell’ARO Città di Catania, cui viene
contestato il reato di turbata libertà degli incanti. Il
G.I.P. di Catania, con il provvedimento in esecuzione,
in accoglimento delle ipotesi di reato formulate dalla
Procura della Repubblica, che ha delegato per le
indagini la DIA, ha ritenuto fondati gli elementi
probatori raccolti in merito allo svolgimento irregolare
della procedura ad evidenza pubblica indetta dal Comune
di Catania ed avente ad oggetto, nello specifico:
“l’affidamento - per l’anno 2017 - del servizio di
spazzamento, raccolta e trasporto allo smaltimento dei
rifiuti solidi urbani differenziati e indifferenziati e
altri servizi di igiene pubblica”. La DIA dalle
investigazioni svolte, infatti, ha fatto emergere come,
a scadenza del precedente servizio, più volte prorogato
per un totale di 5 anni e svolto dal R.T.I. I.P.I. s.r.l
– OIKOS S.p.a. (che presentavano ricorso al TAR per
l’annullamento degli atti deliberativi, giudicandoli
economicamente non convenienti) il Comune aveva indetto
una gara ad evidenza pubblica riguardante il medesimo
servizio esteso, per un periodo di 84 mesi, all’intero
territorio comunale con un impegno di spesa di
351.171.561,26 € (pari ad 50.167.365,89 € annui), che -
pubblicata sulla G.U.C.E. il 18 novembre 2016 con
termine fissato all’l’11 gennaio 2017 per la
presentazione delle offerte era andata, tuttavia,
deserta. Gli investigatori hanno evidenziato che, in
seguito al pronunciamento del TAR sul ricorso, era stato
avviato l’iter procedurale per lo svolgimento di una
gara cd. ponte, avente ad oggetto, cioè, l’affidamento
temporaneo (106 giorni) del servizio di raccolta,
spazzamento, trasporto e smaltimento dei rifiuti esteso
a circa il 75% del territorio comunale, con termine di
scadenza per la presentazione delle offerte fissato
inizialmente per il 29.12.2016 e, poi, prorogato al
9.1.2017. La gara si concluse con l’aggiudicazione
all’unico offerente, il R.T.I. SENESI S.p.A. – ECO.CAR.
S.r.l. Gli inquirenti proprio con l’analisi della
documentazione inerente tale gara e le connesse
investigazioni hanno evidenziato come l’aggiudicazione
con mezzi fraudolenti che turbavano la regolarità della
gara, sintetizzabili: 1) nella mancata esclusione del
predetto R.T.I. nonostante la mancanza del requisito,
previsto dall’art. 12.5 del bando, dell’avere eseguito,
almeno una delle ditte del raggruppamento per intero,
nel triennio precedente (2013/2015) servizi analoghi per
un importo complessivo pari ad almeno euro 23.353.246,65
o comunque per un numero complessivo di utenza servita
pari alla popolazione residente nel Comune di Catania
(315.576 secondo la rilevazione ISTAT del 2015) e 2)
nella mancata esclusione del RTI nonostante la
riconducibilità della ECO.CAR ad un soggetto già
destinatario, in qualità di legale rappresentante della
Ipi srl dell’interdittiva antimafia emessa dal Prefetto
di Roma il 16.6.2014. Le indagini DIA sulle
circostanze, hanno dimostrato, in particolare con le
attività tecniche di intercettazione nonché le ulteriori
attività istruttorie a riscontro, e come argomentato dal
G.I.P. in ordinanza, che non solo erano senz’altro a
conoscenza degli indagati, ma questi avevano operato
consapevolmente con l’intento di indirizzare la
procedura di gara verso l’aggiudicazione al R.T.I.
SENESI S.p.A. – ECO.CAR. s.r.l., quest’ultima in
sostanziale continuità con la I.P.I. s.r.l. (che aveva
gestito il medesimo servizio, unitamente alla OIKOS
S.p.A. nel periodo dal febbraio 2011 al maggio 2017),
essendo entrambe sostanzialmente riferibili alla persona
dell’indagato Antonio DEODATI (cugino di Francesco
DEODATI, formalmente amministratore unico della società,
ma di fatto prestanome di Antonio DEODATI, che ha
interloquito ed ha assunto tutte le decisioni per conto
e nell’interesse della società nelle fasi antecedenti,
concomitanti e successive allo svolgimento
dell’appalto). La DIA evidenzia che particolarmente
rilevante sia il ruolo svolto nella vicenda dai due
funzionari comunali indagati, l’ing. Leonardo MUSUMECI,
RUP del procedimento ed a capo della Direzione Ecologia
e Ambiente del Comune di Catania, ed Orazio Stefano
FAZIO, assunto per chiamata diretta in quanto invalido
civile come impiegato inquadrato nella categoria B2 e
ben presto giunto in posizioni apicali all’interno del
comune di Catania, responsabile dei Servizi
Esternalizzati della medesima Direzione Ecologia ed
Ambiente e Direttore Esecuzione del Contratto per il
servizio di spazzamento, raccolta e trasporto allo
smaltimento dei rifiuti solidi urbani e di altri servizi
di igiene del comune di Catania. Gli uomini della DIA
dalle conversazioni captate tra i due hanno elaborato
che risulta evidente la loro consapevolezza sia della
sostanziale continuità tra una delle società (la I.P.I.
s.r.l.) aggiudicataria del servizio per il periodo
precedente e la nuova aggiudicataria ECO.CAR. s.r.l.,
sia della mancata precedente esperienza, per entrambe le
società, in servizi analoghi nel triennio 2013-2015 in
territori con densità abitativa pari a quella del
comune di Catania. Gli inquirenti ritengono quindi che
nonostante l’evidenza di una serie di circostanze che
avrebbero dovuto indurre i due funzionari a non dare
corso, ciascuno per la propria parte di competenza, al
completamento delle procedure di aggiudicazione del
servizio di raccolta dei rifiuti, escludendo il R.T.I.
SENESI S.p.A. – ECO.CAR. sr.l., la gara è stata,
invece, aggiudicata. La DIA rileva ancora come deve,
inoltre, considerarsi che FAZIO abbia addirittura
assunto una condotta attiva nel cercare di condizionare
i vari attori intervenuti nella procedura antecedente e
successiva all’aggiudicazione del servizio, dapprima per
impedire che venissero rilevate, ad esempio, le
inadempienze ed i disservizi delle ditte I.P.I. s.r.l. –
OIKOS S.p.A. in vigenza di contratto, con conseguente
applicazione di penali, facendo valere il suo peso
all’interno della struttura comunale, quindi assumendo
in prima persona la gestione ed il controllo degli
stessi sorveglianti che avevano il compito di segnalare
eventuali disservizi. Gli inquirenti ritengono che a
fronte di questo suo impegno, FAZIO veniva remunerato
con utilità di vario genere, come emerso dalle
intercettazioni (dall’acquisto di smartphone e computer
al pagamento di vacanze da parte di Antonio DEODATI e di
Antonio NATOLI), giungendo a chiedere perfino
l’assunzione di dipendenti presso il Consorzio SENECO.La
DIA ha valutato anche il ruolo svolto da Massimo ROSSO,
Direttore della Direzione Ragioneria Generale
Provveditorato ed Economato del Comune di Catania,
definito dal G.I.P. rientrante “nel novero dei soggetti
stabilmente a disposizione del DEODATI”. Gli inquirenti,
in particolare nel corso delle indagini, hanno accertato
che Massimo Rosso si sarebbe attivato per consentire
pagamenti a favore del Consorzio Seneco con tempistiche
e modalità del tutto vantaggiose per la parte privata,
accentrando su di se ogni responsabilità in merito ai
pagamenti da effettuare in relazione alle prestazioni
oggetto del contratto e fornendo inoltre la propria
opera di consulenza in materia contabile e commerciale,
non solo in relazione al contratto citato, ma anche in
relazione agli affari complessivi del gruppo Deodati,
ciò anche in evidente conflitto di interessi con la
propria posizione di funzionario apicale del Comune di
Catania. La DIA ha valutato che tali condotte hanno
trovato una illecita remunerazione nel pagamento da
parte del Deodati del canone di affitto delle abitazioni
occupate dalle figlie del Rosso a Roma, dove frequentano
i rispettivi corsi di studi universitari, nonché
nell’assunzione dei fidanzati delle figlie a tempo
indeterminato presso società riconducibili al DEODATI.
Il G.I.P. infine, in merito alla figura di Antonio
NATOLI, dirigente della I.P.I. s.r.l. e del Consorzio
SENECO, ne riconosce il ruolo di fidato collaboratore e
longa manus di Antonio DEODATI a Catania, sia nelle
attività lecite che illecite, tanto da provvedere a
finanziare gli acquisti di beni, viaggi e altre utilità
da offrire a Orazio Stefano FAZIO e a Massimo ROSSO, in
cambio del loro interessamento in favore delle società
del DEODATI.
CATANIA
–
Carabinieri bloccano 4 pusher in via Consolazione,
vedetta con tromba da stadio segnala arrivo CC.
I militari della Compagnia di Catania Piazza Dante hanno
ammanettato ai domiciliari nella flagranza Vittorio
MELARANCIO 41enne, Mario Salvatore MIRAGLIA 23enne
e i fratelli Lorenzo 31enne e Salvatore 28enne
PRESTIPINO, tutti catanesi, ritenuti responsabili
del concorso in spaccio e detenzione illecita di
sostanze stupefacenti. Gli uomini del Nucleo Operativo,
ieri sera, dopo una breve ma proficua attività
info-investigativa e da un determinante servizio di
osservazione, hanno potuto comprendere le modalità di
spaccio del quartetto che aveva scelto come teatro dello
spaccio la zona compresa tra la Via Consolazione e Vico
Guglielmo. Il 41enne, con mansioni di vedetta e dotato
di tromba da stadio a gas, si era posizionato sulla
terrazza di un immobile ubicato proprio tra le due
strade, così da avere sotto controllo tutta l’area
sottostante ed avvertire acusticamente i complici
sull’eventuale arrivo di forze dell’ordine. Una seconda
vedetta, il 28enne, si posizionava proprio all’angolo
tra le due vie e gli altri due si alternavano nel
ricevere i clienti, prendere le ordinazioni ed il denaro
corrispondente, per poi recarsi in un giardino
abbandonato di Vico Guglielmo dove, da uno zaino,
prelevavano le dosi di stupefacente consegnate
successivamente agli assuntori, tramite spostamento in
scooter, nella parte alta di Via Consolazione.
L’intervento dei Carabinieri ha consentito di bloccare
ed ammanettare i quattro pusher, di rinvenire e
sequestrare: 50 dosi di marijuana, per un peso
complessivo di 130 grammi, 2 buste di cellophane
contenenti complessivamente 280 grammi della medesima
sostanza nonché un bilancino elettronico di precisione.
Gli arrestati, espletate le formalità di rito, sono
stati posti ai domiciliari in attesa di essere giudicati
per direttissima.
CATANIA
- Polizia ed Autorità Aeroporto: intesa per azione
comune contro crimini informatici e matrice terroristica.
I protocolli d’intesa tra Polizia di Stato e le società
ASEC S.p.A., Sidra S.p.A. e SAC Aeroporto di Catania,
sono stati siglati di mattina in Questura, per la
prevenzione ed il contrasto dei crimini informatici, a
tutela dei sistemi di gestione dei servizi critici per
la fornitura e distribuzione di gas, acqua e di supporto
del traffico aeroportuale. Le convenzioni sono state
firmate, ciascuno per il rispettivo Ente, dal dirigente
del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni
per la Sicilia Orientale V.Q.A. dott. Marcello La Bella
e dai Presidenti di SAC Aeroporto di Catania Daniela
Baglieri, Sidra S.p.A Alessandro Corradi, ASEC S.p.A.
Francesca Garigliano, alla presenza del Questore di
Catania dott. Alberto Francini. Le parti con questi
accordi, si sono impegnate ad adottare procedure di
intervento e di scambio di informazioni utili a
contrastare più efficacemente i crimini informatici,
anche di matrice terroristica, con finalità di
interruzione dei servizi di pubblica utilità, di
indebita sottrazione di informazioni o di qualsiasi
ulteriore attività illecita. I sistemi informativi per
la gestione del servizio idrico, del gas e dei servizi
di trasporto in ambito aeroportuale, sono identificati
quali “servizi critici” dalla c.d. “Direttiva NIS”,
recante misure per un livello comune elevato di
sicurezza delle reti e dei sistemi informativi
nell’Unione. Le convenzioni firmate si ispirano al
principio di sicurezza partecipata, al fine di
assicurare in via sinergica ed efficiente le risorse del
Sistema Paese a vantaggio dell’intera collettività. La
Polizia di Stato svolge, già da tempo, in via esclusiva,
tramite il C.N.A.I.P.I.C., Centro Nazionale Anticrimine
Informatico per la Protezione delle Infrastrutture
Critiche del Servizio Polizia Postale e delle
Comunicazioni di Roma, una rilevante attività di
prevenzione e repressione dei crimini informatici, che
si tratti sia di reati comuni, che di criminalità
organizzata, di natura terroristica, i quali hanno per
obiettivo le infrastrutture informatizzate di natura
critica e di rilevanza nazionale. I protocolli sono in
linea con la normativa europea introdotta dalla Network
and Information Security Directive (NIS), che richiede
di incrementare le capacità di scambio di informazioni e
di risposta agli attacchi cyber, e con la normativa
nazionale in materia di prevenzione di attacchi
cibernetici che indica la Polizia Postale quale
importante punto di riferimento.
Catania -
Blitz polizia in centro massaggi, scoperta
prostituzione con musica orientale. Agenti del
Commissariato Borgo-Ognina ieri, hanno effettuato
controlli mirati alla prevenzione e repressione del
fenomeno dello sfruttamento della prostituzione.
I poliziotti nel corso di un blitz effettuato in una
zona centralissima di Catania, presso un centro estetico
cinese hanno proceduto ad indagare in stato di libertà
la titolare X. H. per i reati di sfruttamento della
prostituzione, false attestazioni a Pubblico Ufficiale e
impiego di lavoratori stranieri senza permesso di
soggiorno.
Il locale è stato sottoposto a sequestro penale
preventivo, al fine di interrompere l’attività di
sfruttamento. I poliziotti, nella circostanza, hanno
anche proceduto al sequestro penale dei proventi
derivanti dall’attività di prostituzione, 4 telefoni
cellulari, le cui utenze telefoniche rimandano a siti
escort-trans, ed altra documentazione attestante il
collegamento del centro all’attività illegale di
prostituzione.
I fatti hanno tratto origine da una precedente attività
di polizia giudiziaria ed osservazione a seguito della
quale era emerso che il centro massaggi, privo di
autorizzazione comunale, di fatto era gestito quale
luogo di prostituzione in cui, tra l’altro, era stata
identificata una dipendente cinese senza permesso di
soggiorno e senza titolo attestante la sua professione
di massaggiatrice. Gli
investigatori hanno identificato diversi clienti
stranieri ed italiani i quali, anche se con imbarazzo,
hanno confermato di aver corrisposto una somma di denaro
in cambio di massaggio con prestazione sessuale finale
(50 euro 60 minuti, 30 euro 30 minuti). La titolare a
richiesta, avrebbe anche garantito, durante il
“massaggio”, un intrattenimento musicale con uno
strumento tipico cinese. I tutori dell’ordine hanno
evidenziato che mancasse l’autorizzazione comunale per
l’attività pubblicizzata, sul posto è intervenuto anche
il Reparto Annona della Polizia Locale che ha contestato
la mancanza dell’iscrizione albo artigiani e
dell’autorizzazione nonché l’esposizione di
cartellonistica pubblicitaria sulla strada pubblica,
senza la prescritta autorizzazione ( per un importo
massimo circa 7000,00 euro).
Gli agenti hanno riscontrato anche diversi reati in
materia di salubrità e sicurezza sui luoghi di lavoro,
la mancanza di attestati di formazione (per la formale
attività di centro massaggi): per tali motivi, verranno
informate le Autorità competenti, al fine di irrogare le
ulteriori sanzioni.
Catania - Polizia scopre centro
benessere-prostituzione: filmati clienti inconsapevoli.
La Polizia di Stato ieri sera, ha proceduto al
sequestro penale preventivo di un centro massaggi, in
zona Centrale gestito dal cinese C.Z., per il reato di
favoreggiamento della prostituzione.I fatti traggono origine
da una precedente attività di polizia giudiziaria del
Commissariato Borgo-Ognina ed osservazione a seguito
della quale è emerso che il centro, a fronte di
un’autorizzazione SCIA per esercizi di centri per
benessere fisico (massaggi Olistici) presentata al
Comune di Catania, è divenuto luogo di abituale di
prostituzione. I clienti, previo pagamento di euro :
30 per 30 minuti a € 70 per 60 minuti con massaggio
Thailandese più bagno in vasca, al richiedente veniva
garantito un massaggio con prestazione sessuale finale.
Diversi clienti, tra cui professionisti e dipendenti
pubblici, dopo essere stati fermati all’uscita
dell’esercizio commerciale in questione, hanno ammesso
di aver fruito di questo tipo di massaggi previo
appuntamento preso tramite internet su siti di settore.
La Polizia, durante la ricognizione dei luoghi, ha
identificato la massaggiatrice, tale W.J., la quale ha
opposto resistenza attiva provando sin anche a scappare
e, per tale motivo, è stata indagata in libertà per il
reato di resistenza a pubblico ufficiale. La donna, già
in passato segnalata per avere prestato analoghe
prestazioni sessuali in altro centro massaggio, si trova
nel territorio italiano nonostante non abbia diritto al
permesso di soggiorno e ciò in quanto lei stessa, su
disposizione del Tribunale per i minori di Palermo, è
autorizzata alla permanenza per 2 anni in Italia per
esigenze connesse alla salute psico-fisica della figlia
minore. La Polizia ha trovato, in modo occultato ed
all’insaputa dei clienti, diverse telecamere posizionate
all’interno di detto centro e collegate ad un DVR che è
stato sequestrato penalmente per i successivi
approfondimenti. L’omessa informativa al pubblico di
area video sorvegliata, comporterà nei confronti del
titolare dell’esercizio una sanzione amministrativa
pecuniaria che va da un minimo di 600 mila ad un massimo
36 mila euro. Gli investigatori hanno rilevato, inoltre,
che la dipendente cinese, priva di un contratto di
lavoro, abbia prestato lavoro in un luogo carente sotto
il profilo della salubrità e sicurezza sui luoghi di
lavoro: sporcizia, mancanza di idonei spogliatoi e
armadietti, mancanza di idonei estintori e priva di
attestato di formazione. I poliziotti infine hanno
appurato che la donna cinese, 37enne, dormisse
all’interno del negozio, in un ammezzato di circa 1
metro e mezzo che versa in pessime condizioni.Il titolare del centro
massaggi, tale C.Z., è stato deferito all’autorità
giudiziaria per il reato di favoreggiamento della
prostituzione e per altri reati in materia di violazione
dei diritti del lavoratore e sicurezza sui luoghi di
lavoro.
Palagonia
CT
– Carabinieri sequestrano
droga per oltre mezzo milione€ presi padre e figlio.
I militari della Compagnia di Palagonia hanno
ammanettato nella flagranza Filippo 50enne ed il
figlio Salvatore BRANCATO 28enne, poiché ritenuti
responsabili di detenzione finalizzata allo spaccio di
sostanze stupefacenti nonché detenzione di arma
clandestina e relativo munizionamento.
L’attività info-investigativa dei militari del Nucleo
Operativo, supportati dalle componenti del Nucleo
Radiomobile e della Stazione, ieri pomeriggio si è
conclusa positivamente, quando hanno fatto irruzione
nella proprietà di Contrada Vanghella, agro di
Palagonia. I Militari hanno rinvenuto il ”market”
della droga e sequestrato nel luogo in cui, erano
occultate in parte nel terreno, dentro dei contenitori a
tenuta stagna, ed in parte in botole appositamente
ricavate nel piazzale antistante i numerosi fabbricati
(abitazione principale, capannoni utilizzati per il
parcheggio di mezzi nonché stalle per il ricovero di
animali),: 26 confezioni in plastica contenenti
“marijuana”, per un peso complessivo di oltre 17 kg; 9
confezioni in plastica contenenti “cocaina”, per un peso
complessivo di circa 2 Kg; 2 confezioni in plastica
contenenti “hashish”, per un peso complessivo di oltre 1
kg; 4 contenitori in plastica contenenti sostanza da
taglio (mannite); 1 bilancia elettronica e numerosi
sacchetti in plastica utilizzati per la pesatura,
dosatura e confezionamento delle sostanze stupefacenti;
1 pistola marca Browning cal. 7,65, priva della
punzonatura del registro nazionale delle armi, completa
di caricatore e 6 cartucce dello stesso calibro; 1
pistola giocattolo, replica della beretta modello 92,
priva del tappo rosso.La pistola nei prossimi
giorni sarà inviata agli esperti del R.I.S. di Messina
per gli opportuni esami tecnico-balistici che potrebbero
stabilirne l’eventuale utilizzo in pregressi episodi
criminosi. Gli arrestati, assolte le formalità di rito,
sono stati associati al carcere di Caltagirone.
Catania
- Polizia ricorda ispettore Filippo Raciti.
I familiari di Filippo Raciti i poliziotti, e le
Autorità civili e militari, di mattina, in una gremita
sala del X Reparto Mobile, hanno commemorato
l’undicesimo anniversario della scomparsa dell’ispettore
caduto il 2 febbraio del 2007, nel corso dell’incontro
Catania-Palermo. Il luogo dove Filippo ha trascorso
gran parte della sua carriera lavorativa, è stato punto
d’incontro del Questore Alberto Francini, del Prefetto
Silvana Riccio, delle Autorità Giudiziarie, dei
Comandanti delle Forze di polizia e dei Corpi Armati
dello Stato, con Autorità civili e tanti poliziotti,
anche a riposo, che hanno voluto rendere omaggio alla
memoria di chi è caduto nell’adempimento del proprio
dovere. Il Questore Francini massima Autorità della
Polizia di Stato a Catania ha voluto, anzitutto,
rivolgere un pensiero ai genitori di Filippo: “essi
hanno patito il dolore di perdere un figlio, un dolore
di cui non si può immaginare niente di più grande. Il
pensiero è rivolto anche ai figli, per i quali Filippo
è un “angelo custode”, presente quotidianamente a
vegliare su di loro. Vicinanza per Marisa Grasso,
vedova di Filippo. Come la morte di Raciti non sia
stata inutile, ma abbia rappresentato, invece, una
sveglia per l’Italia tutta che, secondo caso dopo
l’ultimo conflitto mondiale, ha interrotto il Campionato
di Calcio per riflettere su ciò che lo sport avrebbe
dovuto essere e, invece, su ciò che, in quel momento
storico, era diventato. La morte di Raciti è stata
foriera di un diverso modo di intendere l’ordine
pubblico negli stadi italiani ed ha dato inizio a una
rivoluzione strutturale che, sebbene voluta dalla legge,
per vari
motivi era stata, fino a quel tragico momento, lettera
morta. Grazie a lui, grazie a Filippo, oggi il calcio è
più degno dello Sport che esso stesso rappresenta”.
Catania
– Carabinieri fermano 3 a S.Cristoforo per spaccio
cocaina. I
Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di
Catania Piazza Dante hanno arrestato ai domiciliari
nella flagranza
Francesco ATTARDO 52enne, Daniele TORRE
33enne, ed una donna di 51 anni, tutti catanesi,
per detenzione ai fini di spaccio di sostanze
stupefacenti.I militari, nel corso di
un servizio finalizzato a contrastare il fenomeno dello
spaccio di droga nel popolare quartiere San Cristoforo,
hanno notato i tre in via Ignazio Castone angolo Via
Playa, ognuno con compiti prestabiliti, cedere dosi in
cambio di denaro ai vari acquirenti.I Carabinieri
intervenuti hanno bloccato i 3 e proceduto a
perquisizione personale e dei luoghi dove avevano
operato. I militari hanno rinvenuto e sequestrato 12
dosi di cocaina, per un peso complessivo di 3 grammi, 1
bilancino elettronico di precisione e la somma in
contanti di 120 euro, ritenuta il provento
dell’attività di spaccio.Gli arrestati, espletate
le formalità di rito, sono stati posti ai domiciliari in
attesa di essere giudicati con il rito per direttissima.
Misterbianco
CT – Carabinieri bloccano 2 donne con borsa
antitaccheggio colma di vestiari rubati.
I Carabinieri
della Tenenza di Misterbianco hanno arrestato ai
domiciliari nella flagranza Anna COMISI
33enne e denunciato una 21enne, entrambe di Catania,
poiché ritenute responsabile di furto aggravato in
concorso. Le
maldestre erano
dotate di borse atte ad eludere l’antitaccheggio. Le 2
avevano già “ripulito” gli stand del negozio “GLOBO” di
Via Mattei, sottraendo capi d’abbigliamento per un
valore di oltre 600 euro. la pattuglia dell’Arma
avvisata dal personale addetto alla sorveglianza che ne
aveva seguito gli spostamenti ha fermato le 2 donne e
recuperato l’intera refurtiva.La donna, in
attesa della direttissima, è stata relegata agi arresti
domiciliari.
MascaliCT
-Cinofili
con “Ivan” trovano droga in camera letto e baule moto,
CC ammanettano 2 fratelli.
I Carabinieri della Stazione di Mascali hanno arrestato
nella flagranza due fratelli di 19 e 22 anni del posto,
poiché ritenuti responsabili di detenzione finalizzata
allo spaccio di sostanze stupefacenti.Una breve ma
proficua attività info investigativa ha condotto ieri
pomeriggio i militari, coadiuvati dal Nucleo Cinofili
di Nicolosi, nella proprietà dei giovani mascalesi. Il
prezioso fiuto del cane “IVAN”, ha permesso agli
operanti di rinvenire e sequestrare: 25 grammi di
marijuana, occultati nella camera da letto, mentre nel
garage, celati in un bauletto da moto, ulteriori 80
grammi della medesima sostanza, già suddivisa in dosi
pronte allo smercio, nonché del materiale comunemente
utilizzato dai pusher per confezionare la droga. Gli
arrestati, in attesa della direttissima, sono stati
relegati agli arresti domiciliari.
Catania–Polizia
blocca 2 pusher gambiani a S. Berillo Vecchio.
Gli Agenti,
ieri, hanno bloccato i cittadini di nazionalità
gambiana Famana CEESAY 19enne ed il noto Imam
FATTY 23enne, in quanto responsabili del reato di
detenzione a fini di spaccio di stupefacenti.L’operazione è stata
condotta dagli operatori di una pattuglia del
Commissariato Librino. I tutori dell’ordine trovandosi a
transitare per le vie del quartiere “San Berillo
Vecchio” hanno notato l’attività di spaccio portata
avanti dai 2 soggetti, che sono stati sorpresi proprio
nell’atto di cedere ad 1 giovane quella che poi si
sarebbe rivelata una dose di marijuana.1 dei 2 spacciatori, alla
vista degli agenti, ha avvisato il complice della
presenza dei poliziotti, urlando e gesticolando il
“fuggi fuggi” generale.I due sono stati
inseguiti, raggiunti e bloccati: addosso a loro sono
stati rinvenuti 15 grammi circa di marjuana.Gli arrestati, essendo
privi di documenti di identificazione personale e senza
fissa dimora, sono stati sottoposti ad accertamenti
presso il Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica, a
seguito dei quali sono risultati anche irregolarmente
soggiornanti sul Territorio Nazionale.I 2 su disposizione
dell’Autorità Giudiziaria, sono stati rinchiusi nelle
camere di sicurezza della Questura, in attesa del rito
direttissimo.
Catania
– Polizia blocca 1 mentre ruba
su furgone. Gli agenti ieri pomeriggio, hanno tratto
in arresto ai domiciliari
Rosario FALLO 27enne, in quanto responsabile del
reato di furto aggravato e possesso ingiustificato di
arnesi atti allo scasso. La segnalazione di un furto che
si stava consumando su un furgone posteggiato
all’interno di un condominio nella frazione San Giovanni
Galermo, alle ore 15.00, è giunta nella Sala operativa
della Questura. Una Volante è stata inviata
immediatamente ed appena ha raggiunto il luogo indicato,
ha notato uno corrispondente alle descrizioni fornite
nel corso della segnalazione, che stava scavalcando la
recinzione del cortile condominiale per darsi alla fuga.
Gli agenti hanno bloccato il maldestro ed una volta
entrati nell’area condominiale, si sono accorti del
furgone bianco con il finestrino anteriore destro
infranto. I poliziotti hanno contattato il
proprietario del furgone insieme al quale è stata
effettuata una breve ricognizione del mezzo, a seguito
della quale sono risultati mancanti un pacchetto di
sigarette, un accendino ed un paio di occhiali da sole,
successivamente rinvenuti addosso al FALLO, insieme ad
una serie di arnesi atti allo scasso. Si presume che il
Fallo non abbia portato a termine l’azione criminale
progettata in quanto interrotto da eventi sopraggiunti.
Il P.M. di turno, ha disposto che l’arrestato venisse
sottoposto alla misura degli arresti domiciliari in
attesa del giudizio direttissimo.
Catania
– 2 rapinano 1 passante,
inseguiti e presi dai poliziotti. Agenti delle
Volanti ieri sera, hanno arrestato
Carmelo CRISAFULLI 26enne e Mario NACETO 25enne
ritenuti responsabili dei reati di rapina, lesioni e
resistenza a P.U.. Una Volante, alle 21.00, nel
transitare per via Castello Ursino, ha assistito ad una
rapina ai danni di un ragazzo, che si trovava a bordo di
un’auto, ad opera di 2 giovani a bordo di uno scooter
Honda SH 125. 1 dei 2, infatti, dopo aver stretto con le
mani il collo della vittima, si è impossessato del suo
portafoglio, ma l’intervento della Volante l’ha
costretto alla fuga, col complice, a bordo dello
scooter. Un rocambolesco inseguimento è iniziato,
quindi per le vie del centro storico, conclusosi in via
Dusmet, dove lo scooter ha sbandato, facendo cadere i
due occupanti. 1 dei 2 è stato immediatamente bloccato,
mentre l’altro ha tentato di scappare a piedi, ma è
stato inseguito e raggiunto in piazza Borsellino, dove
ha ingaggiato una colluttazione col poliziotto, nel
tentativo di sfuggire all’arresto. Entrambi sono stati
condotti in Questura dove, dopo le formalità di rito, su
disposizione del P.M. di turno, sono stati rinchiusi
nella Casa Circondariale di Piazza Lanza, in attesa
dell’udienza di convalida dinanzi al GIP.
Catania–
Cinofili col cane “Vite” hanno trovato in via
Capopassero 480 gr marijuana. Agenti delle Volanti e
della Squadra Cinofili di sera , hanno effettuato un
servizio di controllo del territorio in via Capopassero,
finalizzato al contrasto del fenomeno dello spaccio di
stupefacenti. Il contributo del cane “Vite”, nella zona
limitrofa al civico 121, ha permesso il rinvenimento,
occultato tra calcinacci e pannelli in legno, di un
ingente quantitativo di marijuana, per un peso
complessivo di circa 480 gr., suddiviso in involucri. Lo
stupefacente è stato sequestrato a carico di ignoti e
posto a disposizione dell’A.G., in attesa di
accertamenti di polizia scientifica volti ad individuare
il possessore.
Catania
–
Carabinieri in via capo Passero bloccano 2 pusher dotati
di trasmittenti. I militari ritengono che utilizzassero le radio
per eludere l’intervento delle forze dell’ordine. Presi
due spacciatori in Via Capo Passero.
I Carabinieri della Stazione di Catania Nesima hanno
arrestato ai domiciliari nella flagranza Vincenzo LA
PIANA 56enne e Gaetano ORATORE 52enne,
entrambi catanesi, poiché ritenuti responsabili del
concorso in spaccio e detenzione illecita di sostanze
stupefacenti. La rete di vedette posta a protezione dei
tanti pusher che smerciano stupefacenti ieri sera è
stata superata dai militari dell’Arma i quali hanno
eluso le sentinelle giungendo a sorpresa sui due
personaggi intenti a spacciare. I soggetti sono stati
perquisiti sul posto e trovati in possesso di : 40
grammi di marijuana, 6 grammi di cocaina, sostanze già
dosate e pronte allo smercio, 125€ in contanti,
incassati dalla pregressa vendita degli stupefacenti e
2 ricetrasmittenti utilizzate per il collegamento radio
con le vedette. La droga, il denaro e le
ricetrasmittenti sono stati sequestrati mentre gli
arrestati, in attesa della direttissima, sono stati
relegati agli arresti domiciliari.
Catania
–
Trova borsa con soldi, oro e vestiti dimenticata in
metro, non consegna, tiene tutto per vendere preziosi:
Polizia denuncia per furto. Una persona, ieri
pomeriggio, è stata fermata nei pressi di un compro oro,
poiché, in relazione alle circostanze di tempo e luogo
ed all’atteggiamento tenuto, ha destato sospetti ai
poliziotti. Il
soggetto alla vista dei poliziotti ha provato a
dileguarsi ma, è stato subito bloccato e trovato in
possesso di uno sproporzionato quantitativo di oro
(orecchini, collana, ciondoli e simili), una somma in
contanti di euro 500,00 e vestiti nuovi poco prima
acquistati presso un centro commerciale. L’individuo,
si trovava in zona al fine di vendere l’oro, ed
inizialmente ha tergiversato tentando di fuorviare gli
investigatori. Il soggetto per tale ragione è stato
indagato in libertà per il reato di possesso
ingiustificato di valori ai sensi dell’art. 708 c.p. e,
contestualmente, il tutto è stato sequestrato
penalmente.
D.M.
indagato e tra l’altro incensurato, in un momento di
sconforto e preoccupato per quanto accadutogli, ha
deciso di collaborare affermando che nel medesimo
pomeriggio aveva rinvenuto 1 borsone con all’interno
vestiti di bambini, 1 biberon, 1 libretto postale
intestato ad una donna (la proprietaria del borsone), la
somma di 500€ ed il quantitativo d’oro. L’individuo,
dopo essersi disfatto del borsone, gettandolo integro
nei cassonetti della spazzatura, ha trattenuto i soldi,
provato a scambiare l’oro presso alcuni negozi di
“compro oro” ed in ultimo, per “favorire” la vittima
avrebbe riposto in una cassetta postale il libretto
nominativo.
La polizia a seguito di attività investigativa e grazie
anche alle indicazioni fornite dall’indagato, è stata in
grado di recuperare il borsone. Gli agenti hanno anche
contattato personale reperibile addetto all’apertura
della cassetta postale dove effettivamente è stato
trovato il libretto che ha consentito d’identificare la
vittima. La donna, convocata nella mattinata presso gli
Uffici del commissariato Borgo-Ognina e previo riscontro
circa la proprietà di quanto rinvenuto e sequestrato, ha
ricevuto in consegna il tutto. La signora ha affermato
di avere dimenticato il borsone all’uscita della
Metropolitana Nesima, di essere tornata subito dopo, ma
si è accorta che ignoti l’avevano rubato. L’indagato,
alla luce dei fatti, è stato successivamente denunciato
per il reato di furto.
Catania
- Pistola, cartucce e passamontagna, trovate in casa
a S. Cristoforo: Polizia 1 ammanettato. Agenti
delle Volanti sabato sera, hanno arrestato Marco
Sebastiano VIOLA 26enne
catanese, per il reato di detenzione di arma
clandestina e di relativo munizionamento. Gli uomini di
Volante, durante il servizio di controllo del
territorio, percorrendo la via Alogna, nel quartiere di
San Cristoforo, hanno notato un individuo che, alla loro
vista, ha tentato frettolosamente di allontanarsi. Gli
agenti, insospettiti, hanno prontamente bloccato il
personaggio e, considerato che mostrava una notevole
insofferenza al controllo di polizia, hanno deciso anche
di perquisire la sua abitazione. L’attività ha dato
esito positivo in quanto, i poliziotti in una credenza,
hanno trovato 1 pistola con matricola abrasa, 5 cartucce
sfuse e 1 passamontagna di colore nero.Gli agenti hanno
quindi, chiesto l’intervento di personale del Gabinetto
Regionale di Polizia Scientifica che ha provveduto a
“repertare” l’arma che è stata sequestrata penalmente
dagli operanti. VIOLA in stato di arresto è stato
condotto in Questura da dove, su disposizione del P.M.
di turno, è stato tradotti presso la Casa Circondariale
di Piazza Lanza, per rimanervi rinchiuso in attesa
della celebrazione del giudizio di convalida.
Raddusa CT – Carabinieri arrestano convivente violento e dispotico, fuggito
a CC si era nascosto dietro stenditoio biancheria,
preso. 1 caso di violenza domestica a Raddusa si è concluso col convivente
dispotico in manette. I Carabinieri della locale
Stazione hanno arrestato nella flagranza un soggetto
35enne del posto, poiché ritenuto responsabile di
maltrattamenti in famiglia. Una donna di 41 anni ed i suoi 2 figli
minorenni, nati da una precedente relazione, hanno
vissuto una notte da incubo per mano del compagno che
ubriaco adducendo motivazioni di scarso rilievo l’ha
prima picchiata e poi minacciata dinanzi ai figli. Il
soggetto è stato invitato dalla vittima e dai ragazzi a
lasciare la casa, pena denuncia ai Carabinieri. Lui ha
prima adempiuto alla richiesta poi è tornato alla
carica, dopo circa un’ora, quando pur di poter accedere
nell’abitazione ha iniziato a prendere a calci la porta
d’ingresso non riuscendo però a sfondarla. La donna,
barricandosi in casa, a quel punto ha chiesto aiuto ai
carabinieri che giunti immediatamente sul posto hanno
scovato l’energumeno il quale, per paura di essere
arrestato, approfittando del buio si era nascosto dietro
uno stenditoio pieno di indumenti posto sul balcone
dell’immobile. L’arrestato, assolte le formalità di
rito, è stato associato al carcere di Caltagirone.
Catania
-
Polizia a
Librino blocca 1 con 47 dosi di marijuana.
Gli agenti ieri sera, hanno posto ai domiciliari per il
reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza
stupefacente Alessandro CALTABIANO 23enne già
noto. Agenti della Squadra Volante, in transito per il
viale Grimaldi, dove è nota una fiorente piazza di
spaccio, hanno notato un gruppo di soggetti intenti a
chiacchierare tra di loro. I poliziotti, per evitare di
essere scoperti, si sono accodati dietro un veicolo che
stava entrando nel complesso popolare e giunti a poca
distanza dal gruppetto, sono scesi dalla macchina per
bloccare le vie di fuga ai giovani. I personaggi, colti
alla sprovvista, hanno tentato di fuggire in direzioni
opposte. Gli agenti hanno deciso di seguire CALTABIANO,
che è fuggito a piedi, cercando di far perdere le sue
tracce, saltando alcuni muretti ed attraversando i
giardini. Il giovane, dopo un breve inseguimento è stato
definitivamente bloccato in via del Maggiolino.CALTABIANO è stato
posto a perquisizione personale e trovato in possesso
di 47 dosi di marijuana, del peso complessivo di 114
grammi e della somma di 65 euro, ritenuta provento
dell’attività illecita. CALATABIANO, su disposizione del
P.M. di turno, è stato collocato agli arresti
domiciliari, in attesa della celebrazione del giudizio
direttissimo.
Catania
– Librino, Blitz 200 Carabinieri, 100 perquisizioni in
fortino droga, 36 presi.
Imponente operazione del Comando Provinciale di
Catania, dalle prime ore del mattino, impegnati oltre
200 Carabinieri. I militari hanno passato al setaccio
l’intero agglomerato della periferia sud della città,
nel quartiere di Librino, considerato il più redditizio
“supermarket” della droga. L’esito dell’imponente e
complessa attività investigativa ha portato
all’emissione di un provvedimento di custodia cautelare
in carcere nei confronti di 36 indagati, emesso
dall’Ufficio Gip del Tribunale etneo su richiesta della
locale Direzione Distrettuale Antimafia, ritenuti
responsabili, a vario titolo, di associazione per
delinquere finalizzata al traffico di cocaina e
marijuana per conto di Cosa Nostra catanese. I
particolari dell’operazione illustrati dal Procuratore
Distrettuale della Repubblica nel corso di una
conferenza stampa presso la sala stampa della Procura
della Repubblica di Catania.
Catania
–
Squadra Mobile trova 31kg marijuana e 850gr. cocaina,
presi corriere albanese e destinatario etneo. La
Polizia di Stato ha tratto in arresto:Agatino PIANA 38enne,
già noto; Vladimir KAPAJ 40enne, responsabili, a
vario titolo, di trasporto, detenzione e cessione di
sostanza stupefacente del tipo cocaina, marijuana
e hashish.Agenti della Squadra
Mobile - Sezione Antidroga, nell’ambito di attività
info-investigativa, avevano appreso che, la sera del 27
novembre, Agatino PIANA, domiciliato nella zona di
Misterbianco - frazione Poggio del Lupo, avrebbe
ricevuto un importante quantitativo di sostanza
stupefacente che gli sarebbe stato consegnato da un
cittadino di nazionalità albanese che lo trasportava a
bordo di un’autovettura Opel di colore scuro. Gli uomini
della Squadra Mobile, alla luce di quanto appreso, dopo
avere effettuato mirati accertamenti hanno verificato
che PIANA era domiciliato proprio a Poggio del Lupo, ed
hanno predisposto un discreto servizio di osservazione
nei pressi della sua abitazione e lungo le strade della
frazione di Misterbianco prossime alla casa.Gli investigatori, nel
corso della serata, hanno notato giungere un’auto Opel
Vectra, condotta da un individuo, che si è fermato nei
pressi dell’abitazione di PIANA già in strada ad
attenderlo. Gli uomini dell’Antidroga hanno deciso di
entrare in azione procedendo al controllo dei due,
identificati per Vladimir KAPAJ cittadino albanese
domiciliato in un comune della fascia jonica della
provincia di Catania ed Agatino PIANA, ed alla
perquisizione dell’autovettura. I poliziotti a seguito
di un accurato controllo eseguito nell’Opel Vectra,
esattamente dentro il cofano posteriore hanno rinvenuto
e sequestrato 3 sacchi di marijuana per un peso
complessivo lordo di kg. 31. Gli uomini dell’Antidroga
nel prosieguo dell’attività, hanno eseguito una
perquisizione domiciliare presso l’abitazione di Agatino
PIANA, destinatario dello stupefacente trasportato dal
cittadino albanese, ed all’interno hanno rinvenuto e
sequestrato n.2 involucri contenenti sostanza
stupefacente del tipo cocaina per un peso
complessivo di gr.850 circa e 1 involucro contenente
sostanza stupefacente del tipo hashish per un
peso complessivo di gr.25 circa. I 2, espletate le
formalità di rito, sono stati associati presso il
carcere di Catania - piazza Lanza a disposizione
dell’Autorità Giudiziaria. La droga del valore di circa
75.000€, avrebbe fruttato, se immessa sul mercato etneo
circa 160.000€.
Catania
– CC preso ricercato, per evitare cattura, ogni notte,
si nascondeva in terrazza.
Cristian Calogero SPADICCHIA 21enne è stato
bloccato a Gravina di Catania. I Carabinieri del Nucleo
Radiomobile del Comando Provinciale di Catania hanno
arrestato il 21enne catanese, in esecuzione di una
ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla
3^ sezione penale del Tribunale di Catania. Il 3 luglio
scorso era stato arrestato in flagranza per evasione dai
domiciliari. Il personaggio era stato ricollocato lo
stesso giorno agli arresti nella su abitazione
l’indomani, al momento della traduzione presso il
Tribunale etneo per la direttissima, non si era fatto
trovare in casa rendendosi irreperibile. SPADICCHIA
destinatario del provvedimento restrittivo, la scorsa
notte, è stato scovato dai militari del Nucleo
Radiomobile in Via Oberdan a Gravina di Catania mentre
dormiva in un locale tecnico, adibito a camera da letto
di fortuna, attiguo alla terrazza del palazzo di
residenza. L’arrestato, assolte le formalità di rito, è
stato associato al carcere di Catania Piazza Lanza.
Catania
-Operazione antimafia, Carabinieri e ROS eseguono 30
misure clan Santapaola e Nardo.
I soggetti colpiti dal provvedimento sono: famigliaSANTAPAOLA - ERCOLANO: posizione apicale: Antonio
TOMASELLI41enne nato a Catania; Gruppo
di San Giovanni Galermo: Salvatore FIORE 39enne
nato a Catania(in atto detenuto), Giovanni LA
MATTINA47enne nato a Catania; Antonio
MANGANO40enne nato a Catania(in atto
detenuto); Luca MARINO35enne nato a
Catania; Roberto MARINO62enne nato a
Catania; Arturo MIRENDA46enne nato a
Bronte (CT) (in atto detenuto); Francesco Lucio MOTTA
30enne nato a Catania (in atto detenuto); Christian
PATERNÒ 36enne nato a Catania; Gruppo della
Stazione: Angelo ARENA 41enne nato a
Catania; Alfio Davide COCO 40enne nato a
Catania; Gruppo di Lineri: Carmelo DISTEFANO33enne nato a Catania; Carmelo RANNESI
53enne nato a Catania; Corrado MONACO39enne
nato a Catania; Gruppo di Giarre: Orazio DI
GRAZIA35enne nato a Giarre (CT);
Salvatore LEONARDI39enne nato a
Castiglione di Sicilia (CT); Gruppo di Paternò:
Carmelo Cristian FALLICA32enne nato in
Germania; Gruppo di Palagonia: Gaetano
FIAMMETTA25enne nato a Caltagirone (CT);
Sebastiano VESPA 38enne nato a Palagonia (CT).Benché non affiliati, ma ritenuti responsabili
di ipotesi delittuose aggravate ex art. 7 l.n. 203/91,
poiché commesse con metodo mafioso ovvero per agevolare
la famiglia SANTAPAOLA - ERCOLANO, sono stati altresì
raggiunti dal provvedimento: Alfio ROMEO34enne
nato a Catania, per detenzione di stupefacente; Giuseppe
MODICA29enne nato a
Caltagirone(destinatario della misura cautelare degli
arresti domiciliari), perché coinvolto in una vicenda
estorsiva. famiglia MAZZEI: Alfio MAUGERI58enne nato a Catania e Mario MAUGERI, 53enne
nato a Catania, che secondo gli investigatori rivestono
ruoli apicali, Orazio COPPOLA53enne nato
a Catania; Santo DI BENEDETTO60enne nato
a Catania; Carmelo PANTALENA 44enne nato a
Catania(in atto detenuto) e Mario PAPPALARDO
45enne nato a Catania; clan NARDO: Francesco
CALTABIANO59enne nato Lentini e
Salvatore CATANIA 44enne nato a Siracusa, i
quali secondo fonti investigative rivestono ruoli
apicali, Fabrizio IACHININOTO 47enne nato a
Lentini (in atto detenuto) e Cirino RIZZO 46enne
nato a Lentini. L’Ufficio GIP del Tribunale di Catania
il 9 novembre 2017, su richiesta della Direzione
Distrettuale Antimafia etnea, ha emesso ordinanza di
custodia cautelare in carcere nei confronti di 30
soggetti, 6 dei quali già detenuti per altra causa e
altra misura cautelare di arresti domiciliari nei
confronti di altro soggetto. L’esecuzione è stata
effettuata nella notte tra il 10 e l’11 novembre da
parte di personale del R.O.S. e dell’Arma territoriale
di Catania e Siracusa ed ha interessato l’attuale
reggente della famiglia SANTAPAOLA/ERCOLANO nonché i
soggetti responsabili delle diverse articolazioni
territoriali dello stesso gruppo criminale e di quelli
alleati. Gli investigatori, nel corso
dell’indagine hanno documentato condotte estorsive, sia
consumate che tentate, in quest’ultimo caso anche
attraverso il compimento di atti intimidatori, ai danni
di soggetti esercenti attività imprenditoriali, una
ipotesi di sequestro di persona ed ipotesi delittuose in
materia di armi.
Catania
– Mafia, eccidio 3
Carabinieri a San Gregorio, Commemorato 38°
anniversario. La
criminalità organizzata, il 10 novembre del 1979, al
casello autostradale di San Gregorio di Catania, uccise
barbaramente tre servitori dello stato: il Vice
Brigadiere Giovanni BELLISSIMA 24 anni, gli Appuntati
Salvatore BOLOGNA 41 anni e Domenico MARRARA 50 anni, in
servizio al Comando Provinciale di Catania.Il
commando entrò in azione per liberare e uccidere, dopo
qualche giorno, il boss Angelo PAVONE, alias “faccia
d’angelo”, che doveva essere trasferito dal carcere di
Catania a quello di Bologna.Il
Sindaco Carmelo Antonio CORSARO ed il Comandante
Provinciale dei Carabinieri di Catania, Colonnello
Raffaele COVETTI, di mattina al casello autostradale di
San Gregorio, alla presenza di autorità civili e
militari, hanno deposto una corona d’alloro nei pressi
del monumento voluto dal comune in ricordo dei tre
eroici militari.La cerimonia si è conclusa nella locale
chiesa madre con la celebrazione di una santa messa, al
termine della quale, il Colonnello COVETTI nel
ringraziare gli intervenuti, ha ricordato i tre
Carabinieri, decorati di M.O.V.C., i quali non esitarono
a servire la Patria fino all’estremo sacrificio. Il
primo cittadino ha ringraziato l’Arma dei Carabinieri
per la quotidiana attività svolta al servizio della
cittadinanza e dei più bisognosi. I rappresentanti
delle associazioni di carabinieri in congedo, liberi
cittadini, rappresentanti del consiglio comunale e
diversi studenti erano presenti alla commemorazione.
Catania Il
comandante provinciale Arma Carabinieri col. Raffaele
Covetti, ha presentato il Calendario storico 2018 .
Catania
– Carabinieri trovano armi e droga in casa, 1 in manette.
I militari del Nucleo Operativo della Compagnia di
Catania Piazza Dante hanno arrestato nella flagranza
Pietro COCO 44enne di Aci Bonaccorsi, per
detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente,
detenzione abusiva di armi e detenzione abusiva di armi
alterate.I militari, la notte
scorsa a conclusione di un breve attività info
investigativa finalizzata a contrastare il fenomeno
dello spaccio sono giunti al 44enne. I Carabinieri hanno
proceduto ad una perquisizione nell’abitazione del
sospettato ad Aci Bonaccorsi rinvenendo e sequestrando 9
involucri contenenti della marijuana, per un peso
complessivo di 310 grammi, 1 pistola Beretta Cougar
8000, con matricola abrasa, 2 serbatoi cal. 9 x 21, 15
cartucce cal. 7x65, 24 cartucce cal. 9x21 e la somma in
contante di 160 euro, ritenuta provento dell’attività di
spaccio. La pistola sequestrata è in un ottimo stato
d’uso, ed è stata inviata al Reparto Investigazioni
Scientifiche di Messina per gli accertamenti tecnico
balistici del caso, per stabilire se sia stata
utilizzata in eventuali azioni criminose.L’arrestato, espletate le
formalità di rito, è stato associato nel carcere di
Piazza Lanza, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.
Catania
– Scippa e fa cadere donna in strada, riconosciuto da
video, Polizia l’ammanetta.
Si tratta di: Giovanni
Sebastiano RUSSO 40enne già noto, in esecuzione di
ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa il
giorno 11 ottobre 2017 dal G.I.P. del Tribunale di
Catania, in quanto responsabile del reato di rapina
aggravata in concorso con altra persona da identificare.
Una donna catanese, la mattinata del 30 agosto scorso,
stava percorrendo il Viale Mario Rapisardi, a piedi, per
recarsi a lavoro. la vittima, improvvisamente, è stata
sorpresa alle spalle da un individuo il quale, con mossa
violenta e repentina, ha strappato la borsa tenuta a
spalla. La donna, d’istinto, ha provato ad opporsi alla
forza esercitata dal malvivente il quale, continuando
nella sua azione violenta, cagionò la caduta per terra,
con conseguenti lesioni. Il soggetto, impossessatosi del
bene, raggiunse il complice che l’attendeva a bordo di
un’auto di colore grigio. Personale della Squadra
Mobile – Sezione “Contrasto al Crimine Diffuso”,
intervenne sul posto, acquisendo le immagini delle
telecamere di sicurezza di diverse attività commerciali,
situate nei pressi del luogo dove era avvenuta la
rapina-scippo e le sottopose ad una scrupolosa analisi.
Il mosaico dei filmati recuperati dagli operatori ha
permesso d’individuare, non solo l’autore materiale
della rapina, ma anche la composizione alfanumerica
della targa del veicolo utilizzato dai malviventi per
garantirsi la fuga. Gli uomini della Squadra Mobile,
nel prosieguo delle indagini, intercettarono la vettura
con a bordo uno, identificato in Giovanni Sebastiano
Russo, che veniva riconosciuto dagli operatori come
l’autore del reato. Il malvivente, infatti, oltre ad
avere delle caratteristiche antropometriche del tutto
compatibili con quelle del rapinatore inquadrato dai
sistemi di videosorveglianza, indossava, al momento del
controllo, la medesima maglietta usata per compiere la
rapina. La Procura della Repubblica, sulla scorta
degli elementi acquisiti dagli investigatori, ha
chiesto la misura cautelare nei confronti di Russo che
veniva emessa dal G.I.P. di Catania. Il soggetto dopo
le formalità di rito, è stato associato presso la Casa
Circondariale di Catania a “Piazza Lanza”.
Catania– Fratelli in manette
per condanna operazione “Fort Apache”: spaccio a Librino.
Uomini della Polizia Squadra Mobile di Catania hanno
tratto in arresto: Mario e Salvatore CANTONE 28enni
già noti, destinatari di ordine di esecuzione per la
carcerazione, emesso il 10 ottobre 2017 dalla Procura
Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di
Catania – Ufficio Esecuzioni Penali, dovendo espiare la
pena di 9 anni e 4 mesi di reclusione per il reato di
associazione per delinquere finalizzata al traffico e
spaccio di sostanze stupefacenti, con l’aggravante di
cui all’art.7. I fratelli erano stati tratti in arresto
nell’ambito dell’operazione “Fort Apache”, condotta
dalla Squadra Mobile il 3 luglio 2014, in esecuzione di
ordinanza applicativa di misure cautelari, emessa il 18
giugno 2014 dal G.I.P. del Tribunale di Catania, nei
confronti di 41 persone ritenute responsabili, a vario
titolo, dei reati di associazione per delinquere
finalizzata al traffico e spaccio di sostanze
stupefacenti e intestazione fittizia di beni, con
l’aggravante di cui all’art.7 L.203/91. La misura
cautelare accoglieva gli esiti di indagini di tipo
tecnico, coordinate dalla D.D.A. di Catania, nell’arco
temporale marzo 2012 – giugno 2013, che avevano
evidenziato un ingente traffico di sostanze stupefacenti
del tipo marijuana, cocaina ed eroina, nel popolare
rione di Librino, con epicentro in un palazzo di
edilizia popolare ubicato in viale Moncada n. 16, ove
era stata allestita una fiorente “piazza di spaccio”.
Le indagini tecniche avevano fatto emergere come
nella “piazza di spaccio” operassero tre distinte
organizzazioni criminali Cappello – Bonaccorsi,
Santapaola – Ercolano e Cursoti Milanesi, in seno alla
quale operavano i fratelli CANTONE.
Catania –
25 misure per narcotraffico
Cappello collegato: ndrine calabresi,
palermitani e siracusani. La Polizia di Stato, su
delega della Procura Distrettuale della Repubblica di
Catania, ha in corso di esecuzione in Sicilia e Calabria
di un’ordinanza applicativa di misure cautelari nei
confronti di 25 personaggi ritenuti responsabili,
a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere
finalizzata al traffico e spaccio di sostanze
stupefacentie detenzione ai fini di spaccio
delle medesime, con l’aggravante di avere commesso il
fatto agendo con il metodo mafioso ed al fine di
agevolare le attività dell’associazione mafiosa
riferibile al clan Cappello - Bonaccorsi.Le indagini condotte dalla
Squadra Mobile di Catania hanno permesso di individuare
l'esistenza di distinte organizzazioni criminali,
operanti in diversi quartieri della città etnea e
provincia, dedite all’attività di narcotraffico, con
collegamenti con le ‘ndrine calabresi e gruppi
palermitani e siracusani. I particolari dell’operazione
illustrati nel corso di un incontro con i giornalisti
presso la Sala Riunioni della Questura di Catania -
piazza Santa Nicolella.
Catania
– 1 in manette per rapina in strada a prostitute
rumene. Agenti della Squadra di polizia giudiziaria
del Commissariato Centrale, di mattina hanno proceduto
alla cattura di Vincenzo DICUZZO LIOTTO 25enne
nato a Catania, in esecuzione dell’ordinanza di custodia
cautelare in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale
di Catania su richiesta del Pubblico Ministero. Il
giovane è accusato di essere responsabile del reato di
rapina commessa a Catania nella notte dell’ 11 luglio
scorso. L’attività investigativa è stata condotta dal
Commissariato Centrale, con una corposa informativa di
reato. Le risultanze conseguite dai poliziotti sono
state pienamente accolte dalla competente Autorità
Giudiziaria, che ha consentito di acquisire gravi
elementi di reità a carico dell’arrestato, ritenuto
responsabile della rapina perpetrata ai danni di due
giovani prostitute romene. Le vittime furono “abbordate”
in piazza Giovanni XXIII ed il rapinatore con il
pretesto di avere delle prestazioni sessuali, si sarebbe
appartato con le donne. Il malfattore sotto la minaccia
di una pistola si è poi impossessato del denaro in
possesso delle ragazze provento dell’attività di
prostituzione. DICUZZO LIOTTO, al termine delle
formalità di rito, è stato associato nella Casa
Circondariale Piazza Lanza, a disposizione dell’Autorità
Giudiziaria mandante.
Catania– CC 1 in
manette per rapina, ricettazione e furto. I Carabinieri della Stazione
di Catania Nesima hanno arrestato Alessandro DIACCIOLI
39enne, catanese, su ordine di carcerazione emesso dalla Procura della
Repubblica di Catania.Il personaggio
dovrà espiare la pena di 3 anni e 7 mesi di reclusione poiché riconosciuto
colpevole di rapina, ricettazione e furto, reati commessi a Catania tra il
2010 ed il 2017. L’arrestato,
espletate le formalità di rito, è stato associato nel carcere di Piazza
Lanza, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.
ù
Catania
– Esperto in antimafia a Palermo, Colonnello Covetti
insediato a Comando Provinciale Arma Carabinieri.
L’ufficiale è subentrato al colonnello
Francesco GARGARO
destinato ad altri prestigiosi impegni. Il Colonnello
Raffaele COVETTI 48 anni è nato a Frattamaggiore (NA) il
27 febbraio 1969. Il neo comandante provinciale
dell’Arma ha intrapreso la carriera militare nel 1985,
frequentando i corsi della Scuola Militare “Nunziatella”
in Napoli, dell’Accademia Militare di Modena e della
Scuola di Applicazione Carabinieri di Roma. Il
colonnello Covetti
si è laureato in Giurisprudenza presso l’Università la
Sapienza ed in Scienze della Sicurezza Interna ed
Esterna presso l’Università di Tor Vergata, ha
conseguito i Masters di secondo livello in Studi
Internazionali Strategico-Militari e Scienze
dell’Organizzazione e di primo livello in Scienze delle
Migrazioni. L’ufficiale ha frequentato sia l’11° Corso
1SSM1 presso il Centro Alti Studi della Difesa, che il
10° Corso per Consigliere Giuridico nelle Forze Armate
presso il Centro Alti Studi della Difesa, Istituto
Superiore di Stato Maggiore Interforze. È conoscitore
della lingua inglese. Il colonnello Covetti quale
Ufficiale inferiore, dopo le prime esperienze da
Comandante di Plotone del 12° Battaglione Carabinieri
SICILIA e di Sezione del Nucleo Radiomobile del Comando
Provinciale di Palermo ha ricoperto gli incarichi di
Comandante del Nucleo Radiomobile di Palermo e delle
Compagnie di Carini (PA), Roma-Montesacro e Roma-Centro.
Il comandante provinciale da Ufficiale Superiore ha
ricoperto gli incarichi di Addetto all’Ufficio
Criminalità Organizzata dello Stato Maggiore dell’Arma
dei Carabinieri, Comandante del Battaglione Carabinieri
presso l’Accademia Militare di Modena e Comandante del
Comando Carabinieri Camera dei Deputati. Il colonnello
Covetti dal 28 settembre 2017 è Comandante Provinciale
Carabinieri di Catania. L’alto ufficiale nel corso della
carriera ha ricevuto encomi ed elogi ed è stato
insignito delle seguenti onorificenze: Cavaliere
dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana,
Medaglia Mauriziana al merito di dieci lustri di
carriera militare, Croce d’Oro per anzianità di
servizio, Medaglia Militare di Argento al merito di
lungo comando, Croce di Grand’Ufficiale con spade al
merito Melitense del Sovrano Militare Ordine Ospedaliero
di San Giovanni, di Rodi e di Malta, Medaglia al merito
della Gendarmeria Nazionale Argentina e Medaglia di
Bronzo al merito della “Croce Rossa Italiana”.Il
colonnello Covetti è sposato ed è padre di due figli.
Auguri di buon lavoro al comandante appena insediato.
i.l.p.
Catania– Medici aggrediti in
pronto soccorso per rifiuti false attestazioni, Polizia
scopre incidenti finti per inganno assicurazioni ed
indennizzi: “Operazione Road accident”, 64 indagati.
La Procura Distrettuale della Repubblica di Catania ha
delegato alla Squadra Mobile di Catania l’esecuzione di
un’ordinanza di cautelare, emessa il 21 settembre 2017
dal G.I.P. del Tribunale di Catania, nei confronti di:
Giovanni PANTELLARO 52enne già noto; Gaetano PANTELLARO
27enne, Angelo RAGUSA 34enne; Giuseppe ALI’ 61enne,
inteso “Zio Pippo”, per il quale sono stati
disposti gli arresti domiciliari; Alessandro FICHERA
42enne, per il quale è stato disposto il divieto di
dimora nel comune di Catania; Carmelo MONCADA 60enne,
inteso “Melo”, per il quale è stato disposto il
divieto di dimora nel comune di Catania; Orazio SAPUPPO
42enne, inteso “Squalo”, già noto, per il quale è
stato disposto il divieto di dimora nel comune di
Catania. i personaggi sono ritenuti responsabili, a
vario titolo, dei reati di associazione per delinquere
finalizzata alla truffa in danno di compagnie
assicurative e corruzione in atti giudiziari. La misura
cautelare accoglie gli esiti di indagini tecniche
avviate, su delega della Procura Distrettuale delle
Repubblica di Catania, dalla Squadra Mobile nel mese di
gennaio 2016 e concluse nel gennaio 2017, che hanno
consentito di individuare un’associazione per
delinquere, presumibilmente capeggiata da Giovanni
PANTELLARO, dedita alla consumazione di una serie
indeterminata di delitti previsti dall’art. 642 c.2 c.p.
ai danni di molteplici società assicuratrici sotto forma
di denuncia di falsi sinistri stradali e precostituzione
dei relativi elementi di prova, nonché di più reati
contro l’Amministrazione della Giustizia - nella specie
false testimonianze e corruzioni in atti giudiziari -
finalizzati a realizzare i profitti conseguenti alle
simulate denunce di incidenti stradali. Le indagini
sono state coordinate dalla Procura Distrettuale della
Repubblica e delegate alla Squadra Mobile - Sezione
Reati contro il Patrimonio e la P.A. - “Unità
Anticorruzione”. L’inchiesta ha preso le mosse da alcune
aggressioni ai sanitari in servizio presso il Pronto
Soccorso dell’Ospedale Vittorio Emanuele e dalla
conseguente constatazione della presenza, nei locali
dello stesso Pronto soccorso, di soggetti impegnati nel
reclutamento di pazienti in attesa. Le risultanze dei
servizi di intercettazione audio e video, nello
specifico, i contenuti delle conversazioni telefoniche,
accostati alla visione delle immagini acquisite da un
sistema di video-registrazione, hanno evidenziato la
presenza di un gruppo di soggetti che, utilizzando uno
studio di infortunistica stradale in via Plebiscito,
avrebbero organizzato sinistri stradali al fine di
trarre in inganno le compagnie assicurative e ricevere
da queste gli indennizzi. Le investigazioni avrebbero
fatto emergere l’esistenza di un’associazione criminale
che sarebbe stata promossa da Giovanni PANTELLARO
collaborato da Angelo RAGUSA, Gaetano PANTELLARO e
Giuseppe ALI’ i quali avrebbero coordinato l’attività
degli altri associati, impartendo le necessarie
indicazioni operative. Lo studio di “Infortunistica
Stradale”, strategicamente collocato di fronte
all’ingresso del Pronto Soccorso dell’Ospedale Vittorio
Emanuele II sarebbe stato base operativa
dell’associazione criminale.L’accorgimento
avrebbe consentito agli indagati di individuare i
pazienti con lesioni astrattamente compatibili con un
sinistro stradale che venivano quindi accompagnati
direttamente durante la loro visita in Pronto Soccorso
ed “invitati” ad indicare un generico incidente stradale
come causa delle lesioni stesse. I poliziotti hanno
invero fatto emergere che molti pazienti, al momento
della registrazione presso il triage, sostenevano
la natura accidentale del trauma, ma, successivamente,
in sede di referto medico, pretendevano che il sanitario
di turno apponesse, nello spazio del medesimo referto
dedito alla causale, la dicitura “incidente stradale”
(i rigorosi rifiuti dei medici di turno sono stati
spesso alla base delle aggressioni agli stessi
sanitari). La vicinanza fisica all’ospedale, inoltre,
garantiva agli associati i necessari contatti con gli
intranei alla struttura ospedaliera senza necessità di
pericolosi contatti telefonici. Angelo RAGUSA, formale
titolare dell’agenzia, si sarebbe occupato quindi di
istruire pratiche relative ai finti incidenti, creare
l’apparenza delle conseguenze materiali dei simulati
sinistri e curare i rapporti con gli altri associati e
con i clienti coinvolti nei falsi sinistri, concorrendo
in tali attività Gaetano PANTELLARO, figlio di Giovanni,
e Giuseppe ALI’, titolari di fatto del medesimo studio.
ALI’ nell’ambito avrebbe ricoperto un ruolo particolare:
lo “zio Pippo”, infatti, si sarebbe adoperato nel
rintracciare la clientela ed istruirla sia sui
comportamenti da tenere che in merito alle vicende
inerenti il sinistro. Il personaggio sarebbe stato
attivo anche nel reperire soggetti disposti a
testimoniare falsamente in sede stragiudiziale e
giudiziale, ed avrebbe curato, infine, la delicata fase
della liquidazione e suddivisione dei profitti.I servizi
di intercettazione, inoltre, facevano emergere le figure
di FICHERA, MONCADA e SAPUPPO i quali svolgevano
l’attività di procacciatori, in quanto si recavano
costantemente presso il Pronto Soccorso degli Ospedali
Vittorio Emanuele e Garibaldi, allo scopo di contattare
pazienti che riportavano traumi compatibili con
incidenti stradali ai quali proponevano di far
dichiarare falsamente di essere stati coinvolti in
sinistri collegati alla circolazione di vetture su
strada. Il modus operandi del gruppo criminale,
reiterato per 18 diversi incidenti (per uno dei quali i
reati risultano già prescritti), appariva sempre lo
stesso, seguendo uno schema preciso. La Polizia ha
ricostruito il programma operativo: individuazione dei
traumatizzati al momento del loro accesso presso i
locali del Pronto soccorso; artata ricostruzione di un
sinistro stradale e successiva richiesta di risarcimento
alla compagnia assicurativa di volta in volta
competente; proposizione – nell’ipotesi di mancato
immediato risarcimento da parte della società di
assicurazione – del ricorso innanzi al Giudice di Pace
con correlata indicazione di falsi testimoni (in gran
parte) retribuiti per le deposizioni infedeli.La maggior
parte delle pratiche di sinistro risultavano avviate a
seguito della compilazione del c.d. modello “C.A.I.” -
costituzione amichevole d’incidente - spesso compilata
dagli stessi organizzatori. In detti modulari le
responsabilità del sinistro erano sempre poste a carico
di una sola parte con l’esclusione di ipotesi di
responsabilità concorsuale. Tutti i sinistri si
caratterizzavano per l’assenza di qualsiasi intervento o
coinvolgimento delle Forze dell’Ordine, nonostante la
presenza di lesioni traumatiche riportate spesso
significative, mancando in conseguenza rilievi
descrittivi, fotografici o planimetrici. I tutori
dell’ordine hanno rilevato che in nessuno dei sinistri,
si indicava, all’atto della compilazione del modello
“C.A.I.”, la presenza di testimoni, i quali sarebbero
emersi molto tempo dopo e solo se la compagnia
assicurativa avanzava rilievi, fornendo dichiarazioni
particolarmente dettagliate. Le persone indicate quali
vittime dell’incidente riportavano effettivamente delle
lesioni, ma determinate da eventi che nulla avevano a
che fare con l’incidente simulato. La misura cautelare
oltre alla fattispecie associativa ha contestato 17
episodi di truffa (altri sono in fase di ricostruzione),
per un danno stimato in un milione di euro circa. Gli
indagati sono complessivamente 64.Il G.I.P. nel
medesimo provvedimento cautelare, ha disposto il
sequestro preventivo dello studio di infortunistica
stradale.
San Gregorio
CT
– Picchia convivente, Carabinieri arrestano 29enne
per maltrattamenti in famiglia. I militari della Stazione
di San Gregorio di Catania hanno arrestato nella
flagranza un 29enne, del luogo, per
maltrattamenti in famiglia.Una pattuglia,
ieri pomeriggio, a seguito di una telefonata alla locale
Stazione che segnalava una lite in famiglia, è
intervenuta in un’abitazione nel centro di San Gregorio.
I militari giunti sul posto hanno bloccato lui
all’interno dell’appartamento in un evidente stato di
agitazione accertando che lo stesso poco prima, a
seguito di una discussione scaturita per futili motivi,
aveva picchiato la convivente una 30enne catanese. I
carabinieri hanno inoltre appurato che non si trattava
di un singolo episodio e che la condotta violenta del
soggetto perdurava da alcuni anni. L’arrestato,
espletate le formalità di rito, è stato associato nel
carcere di Piazza Lanza, come disposto dall’Autorità
Giudiziaria.
Catania– Blitz antidroga a S.
G. Galermo, polizia trova 5kg marijuana in armadio, 1 in
manette. Si tratta di Giuseppe Samuele NIZZARI
40enne. I poliziotti,ieri pomeriggio, su disposizione
del Questore di Catania, hanno effettuato un servizio di
controllo straordinario del territorio finalizzato a
frenare il fenomeno dello spaccio di sostanze
stupefacenti. Gli agenti si sono diretti nel popolare
rione San Giovanni Galermo. L’attività è stata
coordinata dalla Squadra Mobile – Sezione “Antidroga” e
dal Commissariato di P.S. “Nesima”, con l’ausilio di 5
equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine della Sicilia
Orientale e 2 equipaggi dell’Unità Cinofili del locale
U.P.G.S.P.. Gli investigatori hanno effettuato numerose
perquisizioni domiciliari, finalizzate al rinvenimento
di sostanze stupefacenti. Gli agenti nel contesto hanno
bloccato Giuseppe Samuele NIZZARI poichè resosi
responsabile del reato di detenzione ai fini di spaccio
di sostanza stupefacente del tipo marijuana. I tutori
dell’ordine, a seguito della perquisizione domiciliare,
eseguita presso l’abitazione di NIZZARI a Gravina di
Catania, hanno rinvenuto e sequestrata la marijuana per
un peso complessivo di kg. 5 circa, e materiale per il
confezionamento dello stupefacente. I personaggio,
espletate le formalità di rito, è stato è stato
associato presso la Casa Circondariale di Catania a
piazza Lanza. I poliziotti, nell’ambito del medesimo
servizio, in via Capo Passero, hanno rinvenuto e
sequestrato, su strada, a carico di ignoti, 56
involucri contenenti sostanza stupefacente del tipo
cocaina, per un peso complessivo di 20gr. circa, e
sostanza stupefacente del tipo marijuana per un peso
complessivo di 352gr. circa.
Catania– Polizia trova a
Nesima 5 cavalli, farmaci e macello clandestino,
denunciato proprietario. Agenti del Commissariato
P.S. Nesima e della Squadra a Cavallo e Cinofili dell’U.P.G.S.P.
coadiuvati dal Nucleo Operativo Italiano per la Tutela
degli Animali di Trapani ieri, hanno individuato e posto
sotto sequestro un fabbricato rurale adibito a stalla
abusiva, sito in via Palermo, dove è stata accertata
la presenza di 3 cavalli utilizzati, verosimilmente, per
le corse clandestine, privi di certificazione di
proprietà e sanitaria. I
poliziotti inoltre, hanno rinvenuto e sequestrato
farmaci utilizzati presumibilmente per migliorare le
prestazione degli equini. Gli animali sono stati
sequestrati e saranno affidati al Nucleo Operativo
Italiano per la Tutela degli Animali. Il proprietario
dei cavalli è stato deferito all’Autorità competente per
il delitto di maltrattamento su animali. I poliziotti
successivamente, dopo aver allargato il raggio dei
controlli ad altri ambienti poco distanti, hanno
constatato la presenza di altri 2 locali adibiti a
stalla abusiva, entrambi successivamente posti sotto
sequestro. Gli agenti, nel primo hanno rinvenuto 2
cavalli privi di microchip ed in evidente stato di
abbandono stante la completa mancanza delle previste
norme igienico-sanitarie, mentre nel secondo locale
hanno rinvenuto 3 cavalli dotati di microchip, ma privi
di qualsiasi documentazione sanitaria e di proprietà, in
evidente stato di abbandono e pronti per essere
macellati, considerando che nel suddetto locale c’era
l’attrezzatura atta alla macellazione degli animali ed 1
banco frigorifero pieno di carne equina appena macellata
e diretta alla probabile vendita, che veniva sequestrata
e distrutta. I poliziotti hanno anche questi animali
affidato in custodia a centri autorizzati mentre il
proprietario di quest’ultima stalla, una volta
rintracciato, è stato deferito all’Autorità competente
per i reati di maltrattamento su animali e macellazione
clandestina.
Catania
– Carabinieri fermano
licatese Luigi CASSARO 49enne indiziato per omicidio
CALCAGNO. I militari, dal DNA e dal video, indicano
il fermato quale implicato nel delitto Calcagno. I particolari
dell’operazione sono stati illustrati nel corso di una
conferenza stampa presso la Sala Stampa del Comando
Provinciale di Catania alla presenza del Procuratore
della Repubblica di Caltagirone Giuseppe VERZERA. Le
indagini dei militari dell’arma erano state avviate
subito dopo il 23 agosto 2017, quando alle ore 08,30
circa, in Contrada Nunziata di Palagonia, in un fondo
agricolo di sua proprietà, tra i filari di agrumi,
veniva rinvenuto il cadavere di Francesco CALCAGNO
58enne. La vittima era stata attinta da alcuni colpi
d’arma da fuoco. Francesco CALCAGNO era stato coinvolto
nell’ottobre dello scorso anno in una sparatoria
all’interno del “Caffè Europa” di Palagonia. Il
consigliere comunale Marco LEONARDO 55enne rimase
ucciso nel corso del conflitto a fuoco. Francesco
CALCAGNO, dopo aver scontato un periodo di detenzione in
carcere ed un altro di detenzione domiciliare in una
località del nord Italia, dall’aprile di quest’anno era
tornato in libertà, rientrando a Palagonia, in attesa
del giudizio, che si sarebbe dovuto svolgere a breve. Le
indagini, immediatamente avviate dall’Arma per
l’omicidio di Francesco CALCAGNO, sono state svolte
senza trascurare ipotesi, ed erano partite dai
fotogrammi recuperati dalle videocamere di sorveglianza
installate nella proprietà della vittima. Il filmato
aveva immortalato alcune parti salienti dell’omicidio. Gli investigatori da subito, quindi, avevano contezza
dell’autore del delitto, ma con il difficile compito di
dare nome ed una identità certa. Gli inquirenti hanno
esaminato tutte le posizioni dei soggetti d’interesse a
livello locale ed avviato riscontri di carattere
scientifico per l’individuazione di elementi
significativi di prova su quanto repertato in sede di
sopralluogo. Le attività di ricerca sono state
sviluppate con l’estensione del soggetto in un campo
sempre più allargato. I carabinieri hanno dapprima
diramato le foto ai vari Comandi dell’Arma sia a
livello regionale che nazionale e quindi, con il pieno
assenso della Procura della Repubblica di Caltagirone,
che nel frattempo aveva assunto la direzione delle
indagini, veniva valutata e poi decisa la scelta di
coinvolgere i media e quindi una larga parte della
popolazione, divulgando una sequenza del video
registrato dalle telecamere di sorveglianza. La scelta
si è rivelata subito efficace, poiché iniziavano a
pervenire sui numeri messi a disposizione dall’Arma
alcune segnalazioni, puntualmente oggetto di verifica ed
approfondimento. Una di queste segnalazioni, in effetti,
ha dato la svolta nelle indagini per dare un nome
all’assassino. L’indicazione di un soggetto residente
nella provincia di Agrigento, dopo le prime immediate
verifiche, corrispondeva in maniera significativa alle
caratteristiche fisiche del ricercato. I militari hanno
avviato servizi di osservazione ed approfondimenti
sulla personalità del soggetto. Gli investigatori hanno
avvalorato sempre più la convinzione di essere sulla
pista giusta. L’attività nella giornata di ieri si è
conclusa con il fermo di indiziato di delitto operato
nei confronti del noto Luigi CASSARO 49enne, dopo
la conferma oggettiva pervenuta dalle analisi
tecnico-scientifiche del RIS di Messina, con la
comparazione del DNA prelevato al soggetto e quello
rinvenuto sulla scena del crimine. CASSARO, rintracciato
presso la sua abitazione di Licata (AG), al momento
dell’irruzione non ha opposto resistenza, chiudendosi in
un ostinato mutismo, tradito soltanto da qualche segno
di nervosismo all’atto di conoscere che i Carabinieri
che stavano operando erano quelli di Catania e
Palagonia. Il personaggio è stato associato al carcere
di Catania Piazza Lanza a disposizione della Procura
della Repubblica di Caltagirone.
Catania
- Branco aggredisce vigile:
coma farmacologico, aveva bloccato scuterista per
transito vietato in via del Rotolo. L'aggressione
si è verificata di sera in via Del Rotolo, zona Ognina a
Catania ed è stata subita da
Luigi Licari
ispettore della polizia municipale. Il vigile urbano
aveva impedito l'accesso ad un motorino in una strada
chiusa al traffico. Sembra che il giovane scuterista
sia tornato sul posto con amici ed abbiano colpito in
testa il vigile con un casco lasciandolo per terra in
una pozza di sangue. L’ispettore è stato ricoverato in
prognosi riservata per trauma cranico nel reparto di
Rianimazione dell'ospedale Cannizzaro. Il segretario
generale della Cgil di Catania Giacomo Rota e il
segretario generale della Funzione Pubblica Cgil Sicilia
Gaetano Agliozzo, esprimono solidarietà all'ispettore e
condannano il gesto con un documento hanno detto: “In
merito all'aggressione subita ieri sera a Catania in via
Del Rotolo da un ispettore della polizia municipale,
colpito in testa con un casco perché aveva impedito
l'accesso a un motorino in una strada chiusa al traffico
e ricoverato in prognosi riservata per trauma cranico
nel reparto di Rianimazione dell'ospedale Cannizzaro,
condanniamo con forza il vile gesto ed esprimiamo la
nostra solidarietà al lavoratore, in questo caso un
ispettore della polizia municipale, impegnato
nell'adempimento del proprio dovere mirato al rispetto
della legalità e delle regole molto spesso disattese".
Giovanni Musumeci,
segretario generale territoriale della Ugl catanese, ed
il segretario provinciale della Ugl federazione
nazionale autonomie Giuseppe Viglianesi, dichiarano :
"Speriamo che presto il vigile possa superare questa
fase complicata e riprendersi. Ci chiediamo quale piega
sta prendendo la nostra città, considerato l'incremento
degli episodi di violenza nei confronti delle
istituzioni, dei pubblici servizi e, in primo luogo, dei
lavoratori che li rappresentano. Tutto ciò non è
accettabile e siamo certi che la parte buona di questa
comunità cittadina non abbia timore ad isolare i
violenti ed i facinorosi. Chiediamo però, ancora una
volta purtroppo, che l'apparato istituzionale locale si
coalizzi affinché si possa individuare, in tempi rapidi,
un percorso per la sensibilizzazione al rispetto sia
delle persone, che delle cose, ma anche per individuare
azioni forti di dura repressione nei confronti di chi
non vuol seguire le regole. Prima che la deriva sociale
diventi irrecuperabile."
Catania
-Carabinieri,
diffuso video ed immagini riguardanti delitto Calcagno,
per identificare omicida. Un individuo, il 23
agosto 2017, a Palagonia, armato di pistola, ha esploso
alcuni colpi d’arma da fuoco all’indirizzo di Francesco
CALCAGNO 58enne, attingendolo mortalmente. Gli
investigatori dell’Arma nell’ambito dell’attività
relativa al delitto hanno acquisito alcune immagini
video che ritraggono l’autore dell’efferato delitto
durante la fase omicidiaria. La Procura della
Repubblica di Caltagirone, al fine di poter concorrere
all’identificazione dell’autore del delitto ha stabilito
di diffondere alcuni fotogrammi e video che ritraggono
il killer in azione. Eventuali informazioni sull’autore
potranno essere comunicate, anche in forma anonima, ai
seguenti numeri di telefono
(video
delitto) : 095-2509227
---- 331-3767225, attestati presso il Comando
Provinciale Carabinieri di Catania.
Catania- Polizia in azione
ammanetta ladro in fuga su auto rubata. Agenti della
Squadra Volante dell’U.P.G.S.P. hanno bloccato, per
furto aggravato di autovettura, Francesco MANNUCCIA
40ennegià noto per reati specifici contro il patrimonio.
Gli agenti di polizia sono stati inviati nel quartiere
“San Cristoforo” in via Giannitto, a seguito della
segnalazione da parte di un istituto di vigilanza
privata del furto di una Fiat “Panda”, di cui venivano
forniti targa e colore, di proprietà della ditta di
noleggio “Hertz” con sede a Bolzano. Gli agenti, giunti
all’incrocio tra via Acquicella e via della Concordia,
sono riusciti ad intercettare la macchina, che stava
procedendo a velocità sostenuta. Il conducente della
vettura, successivamente identificato per MANNUCCIA,
alla vista dell’equipaggio della polizia, ha accelerato
per fuggire. I poliziotti, senza mai perdere di
vista il fuggitivo si mettevano al suo inseguimento,
comunicando in tempo reale alla Sala Operativa le strade
percorse. Gli operatori di polizia, giunti in via della
Regione sono riusciti a bloccare la macchina ed il suo
conducente, che veniva portato presso gli Uffici della
Questura per ulteriori accertamenti, a seguito dei quali
risultava avere precedenti per furto e possesso
ingiustificato di chiavi alterate idonee alla
commissione di furti di autovetture. I poliziotti nella
Fiat “Panda” rubata, che riportava vari danni ed era
priva del sistema di allarme satellitare, hanno
rinvenuto arnesi atti allo scasso ed una centralina
codificata, con la quale era stata messa in moto
l’autovettura. Il P.M. di turno, informato ha disposto
di trattenere l’arrestato presso le locali camere di
sicurezza in attesa della celebrazione del giudizio
direttissimo fissato per la mattinata.
Catania
- Polizia trova 10
cavalli maltrattati, denutriti: sequestrati, affidati
in custodia. 2 denunciati: G.R. 45enne e B.M.
22enne. Agenti dell’UPGSP - Squadra a Cavallo e
Cinofili, ieri, sono intervenuti in contrada
Vampolieri – Acicatena (CT) la “Collina di Aci Trezza”,
presso una struttura fatiscente adibita abusivamente a
stalla, già in passato posta sotto sequestro per
maltrattamento di animali ed il rinvenimento di mezzi di
provenienza furtiva e falso documentale. I poliziotti, a
seguito del controllo, hanno rinvenuto 10 cavalli lì
stabulati in condizioni estremamente precarie ed
igienico-sanitarie pessime, privi di acqua e di profenda
(mangime animale). Gli uomini della Squadra a Cavallo
si sono attivati al fine di reperire mangime o fieno per
alimentare gli equidi. I tutori dell’ordine hanno
rilevato che nella stessa struttura fatiscente c’era
soltanto mezza balla di fieno e del mangime, quindi gli
animali venivano alimentati ed abbeverati dalla Polizia
intervenuta sul posto. Gli agenti, alla luce di quanto
trovato , hanno proceduto a denunciare in stato di
libertà per violazione dei doveri inerenti a cose
sottoposte a sequestro giudiziale e maltrattamenti di
animali, G.R. 45enne, gestore ed affittuario del
terreno e proprietario di 5 dei cavalli, nonché B.M.
22enne proprietario degli altri 5 cavalli, entrambi
noti anche per reati specifici. Uomini della Polizia
Scientifica del Commissariato P.S. di Acireale sono
intervenuti sul posto per i rilievi del caso con
personale veterinario dell’ASP di Catania, che ha
confermato il precario stato di salute dei cavalli in
evidente denutrizione. I tutori dell’ordine hanno
proceduto al prelievo di sangue per le analisi di
eventuali malattie infettive e per verificare la
presenza di altre patologie. Il P.M. di turno ha
disposto di sottoporre a sequestro giudiziale i 10
cavalli rinvenuti, della cui custodia si è fatta carico
una nota associazione nazionale di volontariato in
favore degli animali.
Santa Venerina
CT - “Indic” fiuta droga
in casa, pusher la lancia da terrazzo:CC, sorvegliato ai
domiciliari.
manette.
I Carabinieri
della Stazione di
Santa Venerina,
coadiuvati dal Nucleo Cinofili di Nicolosi, hanno
arrestato nella flagranza il Elia RACITI25enne
del posto, già sottopostoalla sorveglianza
speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno,
poiché ritenuto responsabile di detenzione finalizzata
allo spaccio di sostanze stupefacenti.I militari,
concludendo di mattina una breve ma proficua attività
info-investigativa, hanno fatto irruzione
nell’abitazione del giovane spacciatore. Il pastore
tedesco “INDIC”, appena entrato nell’abitazione, ha
iniziato ad abbaiare indicando al suo conduttore la
presenza in casa di sostanze stupefacenti. Il pusher
vedendosi scoperto ha tentato una mossa disperata
prendendo 1 busta nascosta in un mobile e lanciandola
dal terrazzino. Uno dei carabinieri rimasti a cinturare
l’immobile ha raccolto la busta in strada.I militari,
oltre alle 54 dosi di marijuana rinvenute nella busta
hanno sequestrato 1 bilancino elettronico di precisione,
del materiale comunemente utilizzato per confezionare la
sostanza stupefacente. L’arrestato, in attesa della
direttissima è stato relegato agli arresti domiciliari.
Roma– Estradato in Italia
da Antille
Re Slot catanese Corallo.FRANCESCO
CORALLO 56enne catanese è definito dagli
investigatori Il Re delle Slot, ed era ricercato per
associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio
internazionale di denaro ed altro. Francesco
CORALLO è rientrato ieri in Italia presso l’aeroporto di
Roma Fiumicino, scortato da agenti dello SCIP - Servizio
per la Cooperazione Internazionale di Polizia del
Dipartimento della Pubblica Sicurezza. Il personaggio
era stato arrestato a Saint Martin (Antille Olandesi)
il 13 dicembre 2016, nell’ambito dell’operazione “Rouge
et Noir”, col suo braccio destro Rudolf Theodoor Anna
BAETSEN. CORALLO, a seguito delle indagini eseguite
dallo S.C.I.C.O. della Guardia di Finanza di Roma con il
coordinamento dello S.C.I.P., è stato ritenuto il
promotore di un’associazione a delinquere a carattere
transnazionale specializzata nel riciclaggio di grosse
somme di denaro ricavate dal mancato versamento delle
imposte sugli introiti delle c.d. slot machine.L’operazione “Rouge
et noir”, guidata dalla D.D.A. di Roma, ha
consentito agli investigatori di far luce sul
sistematico riciclaggio dei proventi illeciti realizzato
mediante numerosi trasferimenti di denaro all’estero al
fine di eludere il pagamento dei tributi erariali. Le
operazioni fraudolente del sodalizio criminale hanno
coinvolto personaggi noti del mondo politico ed
economico italiano ed hanno fruttato all’organizzazione
guadagni per oltre 200 milioni di euro.Il catanese
Corallo, dopo le formalità espletate presso gli Uffici
della Polizia di Frontiera Aerea di Fiumicino, per il
quale sono nel frattempo decorsi i termini di custodia
cautelare secondo la normativa italiana, sarà sottoposto
alle misure alternative alla detenzione dell’obbligo di
dimora, dell’obbligo di presentazione alla polizia
giudiziaria e del divieto di espatrio. I militari dello
S.C.I.C.O. della Guardia di Finanza di Roma, devono
contestualmente notificare allo stesso Corallo numerosi
decreti di sequestro di denaro, conti correnti, quote
societarie, beni mobili ed immobili, anche siti
all’estero, per un importo pressoché equivalente agli
illeciti guadagni dallo stesso ottenuti.
Catania– Questore: vietati
funerali per Sebastiano Laudani. Il provvedimento di
divieto dei funerali pubblici per Sebastiano Laudani
80enne è stato adottato dal Questore di Catania. Il
personaggio era ritenuto dalla Questura il capo
dell’omonimo sodalizio inteso “Mussi di Ficurinia”
attivo in provincia di Catania, il quale, il 10 agosto
scorso, è deceduto per cause naturali. L’Autorità di P.S. con lo
stesso provvedimento ha disposto che le esequie si
svolgessero alle prime luci mattutine, in forma privata,
presso la Cappella Cimiteriale, senza corteo o
manifestazioni esterne di alcun tipo. Laudani è stato
diverse volte colpito da provvedimenti giudiziari e
condannato per gravi reati, segnatamente associazione a
delinquere di stampo mafioso, omicidio ed estorsione.
Catania– Scippatore seriale
donne anziane, CC 1 preso. I militari del Nucleo
Operativo della Compagnia Carabinieri di Paternò, nel
pomeriggio del 9 Agosto hanno eseguito un’ordinanza di
misura cautelare in carcere nei confronti di
Salvatore Giuliano CUNSOLO
21enne, originario di Catania. L'ordinanza del GIP del
Tribunale di Catania è stata emessa su richiesta della
Procura della Repubblica. Le indagini condotte dai
Carabinieri hanno preso avvio da 4 denunce presentate
nel marzo 2017 per furti con strappo ai danni di donne
anziane, presentate presso la Stazione Carabinieri di
Paternò. Le borse delle signore contenevano oltre ai
documenti, bancomat ed oggetti personali, anche somme in
contanti fino a 200€. In due circostanze le vittime
oltre al furto, hanno subito importanti lesioni. Una
signora di 82 anni a causa dello scippo, ha patito
“trauma contusivo alla spalla sinistra in assenza di
lesioni ossee traumatiche ed un trauma alla spalla
destra sede di pregresso intervento chirurgico per una
prognosi di gg. 15 salvo complicazioni”. Un’altra
signora di 68 anni ha riportato una diagnosi di
“frattura collo-omero sinistro per una prognosi di gg 30
salvo complicazioni”. Entrambe le donne, a causa delle
lesioni subite, sono state ricoverate presso l’ospedale
SS. Salvatore di Paternò. Le immagini acquisite
nell’immediatezza degli eventi hanno permesso di
risalire alla vettura usata dal CONSOLO per darsi alla
fuga, una Fiat Punto, auto che veniva prontamente
rintracciata dai militari. I tutori dell’ordine, a bordo
del veicolo hanno rinvenuto parte della refurtiva,
successivamente restituita alle aventi titolo. I
militari hanno notato nella Fiat Punto anche un’
immagine e preghiera di “S Rita”, con relativa custodia
di colore marrone, che una delle vittime aveva indicato
presente nella sua borsa al momento dello scippo.
L’attività dei militari proseguiva anche presso
l’abitazione dell’indagato, dove veniva rinvenuto anche
l’abbigliamento utilizzato durante le azioni delittuose.
I reati contestati, furto con strappo e lesioni, sono
aggravati dall’aver approfittato di circostanze di
persona (riferiti all’età delle vittime), tali da
ostacolare la difesa privata, oltre alla recidiva
specifica infraquinquennale. SALVATORE GIULIANO CUNSOLO
si trova ristretto presso la Casa Circondariale di
Catania Lanza.
Catania
– Preso
rapinatore ad autotrasportatore e refurtiva, 1 filmato:
in manette. La Polizia di Stato ha tratto in
arresto:Massimo FARO 43enne
,
quale responsabile del reato di rapina aggravata in
concorso.La locale Sala Operativa,
ieri mattina 9 agosto, alle ore 10:12 circa, ha
diramato la nota radio di rapina consumata in via
Gabriele D’Annunzio, altezza via Largo Giovanni Pascoli,
ai danni di un autotrasportatore di tabacchi. La
vittima, era intenta a scaricare la merce, sarebbe stata
aggredita da 2 individui i quali, dopo averla
minacciata, hanno sottratto 7 colli contenenti tabacchi
di vario tipo. I rapinatori, subito dopo il colpo,
hanno provveduto a caricare la refurtiva a bordo di una
vettura modello Nissan Micra. Gli agenti della Squadra
Mobile, Sezione “Contrasto al Crimine Diffuso” e della
Sezione “Antirapine”, e dell’U.P.G.S.P, in modo
coordinato, sono giunti sul posto dando inizio alle
ricerche dei rapinatori, seguendo le descrizioni fornite
immediatamente dalla vittima. L’auto utilizzata per
commettere la rapina, in breve tempo, è stata rinvenuta
con il motore ancora caldo e con lo schienale del sedile
posteriore ribaltato. Gli agenti, con l’ausilio delle
immagini registrare dai sistemi di video sorveglianza,
scrupolosamente visionate, hanno accertato che il
malvivente alla guida della Nissan Micra fosse proprio
Massimo FARO. Individuato il personaggio come uno dei
rapinatori, gli uomini della Squadra Mobile sono
riusciti a fermarlo nelle vicinanze del luogo in cui era
stata abbandonata l’auto. I poliziotti, dopo aver
eseguito una perquisizione in uno stabilite nella
disponibilità del sospettato, hanno rinvenuto i 7 colli
di tabacchi, il carrellino utilizzato per il trasporto
ed una tuta ginnica di colore nero, verosimilmente
utilizzata da uno dei complici. La refurtiva, il cui
valore ammonta a circa 10.700€, è stata recuperata e
restituita al legittimo proprietario. Il malvivente,
invece, è stato arrestato e, su disposizione
dell’Autorità Giudiziaria, è stato associato presso la
Casa Circondariale di Catania “Piazza Lanza”.
Catania
– Si definiva reincarnazione
d’Arcangelo ed abusava di minori in congregazione:
operazione 12 apostoli. Su delega della Procura
distrettuale di Catania, il Compartimento della Polizia
Postale e delle Comunicazioni “Sicilia Orientale” di
Catania ha eseguito questa mattina, una ordinanza di
custodia cautelare in carcere per Pietro Alfio
CAPUANA 72enne ed agli arresti domiciliari emessa
dal GIP del Tribunale di Catania nei confronti di:
Fabiola RACITI 54enne, Rosaria GIUFFRIDA 56enne
e Katia Concetta SCARPIGNATO 47enne. I
personaggi sono ritenuti responsabili di associazione a
delinquere finalizzata alla violenza sessuale aggravata
ai danni di minori. L’indagine è stata avviata lo scorso
anno, allorché la madre di una minore (di anni 15) ha
denunciato alla Polizia Postale di Catania i reiterati
abusi sessuali subiti dalla figlia in una congregazione
religiosa, denominata “Associazione Cattolica Cultura ed
ambiente”, ad Aci Bonaccorsi (CT), fondata da un
sacerdote, Padre Cavalli, oggi deceduto e gestita, ormai
da molti anni, da Pietro Capuana. La comunità, composta
da circa 5000 persone, è un gruppo chiuso, con selezione
d’ingresso ed organizzazione di tipo fortemente
gerarchico, al cui vertice è posto Capuana, affiancato
da soggetti aventi vari incarichi direttivi, denominati
“12 apostoli”. La polizia ha ricostruito che
all’interno della Comunità, formalmente dedita alla
vendita di prodotti agricoli coltivati dagli stessi
adepti (con proventi di migliaia di euro mensili),
venivano perpetrati, da moltissimi anni, atti di
violenza sessuale ai danni di minorenni, qualificati
come azioni mistiche e spirituali, aventi valenza
religiosa. La mamma della minore, in occasione della
denuncia, ha consegnato agli investigatori uno
smartphone in cui erano contenute conversazioni in chat,
utili alle indagini, estratte in maniera forense dalla
Polizia. Gli inquirenti, successivamente, hanno
identificato altre persone offese che, assunte a
sommarie informazioni, hanno confermato gli abusi
(talvolta risalenti negli anni), descrivendo lo stato di
totale plagio esistente all’interno del gruppo, fondato
su argomenti di carattere religioso (persuasione tanto
forte da indurre anche alcune donne, madri di minori, a
condurre consapevolmente le figlie all’interno del
gruppo, nonostante le pratiche, esercitate). Le
capillari investigazioni, sia di carattere tecnico
(intercettazioni telefoniche), sia di natura
tradizionale (appostamenti con rilievi fotografici)
hanno consentito ai poliziotti di accertare la
sussistenza di una vera e propria associazione a
delinquere, finalizzata alla violenza sessuale
aggravata, composta oltre che dal Capuana (che fruiva
delle prestazioni sessuali), anche da almeno 3 donne:
Fabiola Raciti, Katia Scarpignato e Rosaria Giuffrida.
Le 3 signore si sarebbero occupate stabilmente di
reclutare le minori da sottoporre alle pratiche
sessuali, vincendone le resistenze (le stesse
convincevano le giovani che i rapporti con il Capuana
non erano atti sessuali, bensì atti di “amore pulito” ,
“amore dall’alto”) ed organizzando dei veri e propri
“turni” delle bambine presso l’abitazione del soggetto,
durante i quali le minori, oltre ad attendere alle
svariate necessità dell’indagato (lavarlo, vestirlo,
pulire la sua abitazione, ecc.), dovevano soddisfare
anche le sue richieste sessuali, talvolta anche in
gruppo. Le vittime, inoltre, erano costrette a
sottoscrivere delle lettere in cui dichiaravano il loro
amore per il Capuana, dichiarandosi espressamente
consenzienti alle sue richieste sessuali. Le minori
allorquando esternavano dubbi o non aderivano alle
richieste dell’uomo e delle sue collaboratrici venivano
tacciate di essere prive di fede in Dio e, talvolta,
anche multate, con obbligo di pagamento di somme di
denaro. Gli abusi venivano consumati oltre che
nell’abitazione del Capuana, anche nel cosiddetto
“cenacolo”, luogo dove la Comunità si riuniva con
cadenza settimanale per riunioni su argomenti religiosi,
in occasione delle quali lui faceva delle “locuzioni”
religiose, proclamandosi la reincarnazione di un
Arcangelo. Gli investigatori nel corso delle
perquisizioni locali ed informatiche hanno rinvenuto
numeroso materiale cartaceo ed informatico, tra cui
moltissime delle lettere redatte dalle giovani, nonché
il “registro” con gli elenchi nominativi di migliaia di
adepti.
Belpasso
CT-
Statua Madonna in piazza S. Antonio "Mater Divinae
Gratiae".
La statua "Mater Divinae Gratiae" realizzata dallo
scultore Pier Manuel Cartalemi, dedicata alla Madonna
delle Grazie, venerata nella Parrocchia di Sant'Antonio
Abate è stata inaugurata ieri sera, in piazza S.
Antonio, è stata ufficialmente consegnata e scoperta nel
quartiere ed in città, gode di una particolare ed
intensa devozione. La realizzazione dell'opera è stata
fortemente voluta dal Comitato Festeggiamenti Maria SS.
delle Grazie e sostenuta dall'Amministrazione comunale.
La cerimonia si è svolta al termine di una celebrazione
eucaristica in piazza S. Antonio ed, hanno preso parte
il parroco padre Orazio Scuderi, il presidente del
Comitato, Angelo Pellegrino, il rettore del Santuario
Madonna della Sciara di Mompileri, padre Alfio Privitera
ed i sindaci : Carlo Caputo e di Mascalucia Giovanni
Leonardi. La serata ha infatti segnato un momento di
incontro spirituale tra le comunità di Belpasso e di
Mompileri, nelle cui vicinanze si trovano i ruderi
dell'antica chiesetta della Misericordia (oggi
territorio di Mascalucia) che secoli addietro si trovava
nel paese di Malpasso, distrutto dall'eruzione del 1669
e ricostruito prima a Fenicia Moncada e poi nell'attuale
Belpasso. La fede verso la Madonna delle Grazie era già
ardente ai tempi di Malpasso e la posa della statua ha
voluto rimarcare la storia e il legame tra le comunità,
oltre che testimoniare le radici di una devozione lunga
ben 480 anni (dal 1537, anno in cui il popolo di
Malpasso attribuì alla Madonna delle Grazie la
protezione durante una rovinosa eruzione). Il sindaco
Carlo Caputo ha evidenziato l'importanza della statua
legato al progetto delle 100 Sculture: il fascino
della pietra capace di resistere nei secoli.
Riposto
CT-CC trovano
6 piante cannabis in balcone e droga in cucina,1 ai
domiciliari.
I
Carabinieri della Stazione di Riposto hanno arrestato
nella flagranza un 54enne del luogo, per
coltivazione e detenzione di sostanze stupefacenti.I militari,
stamani a conclusione di una veloce attività
investigativa finalizzata a contrastare il fenomeno
dello spaccio nella zona jonica, hanno proceduto ad una
perquisizione nell’abitazione del personaggio rinvenendo
e sequestrando 20 grammi di marijuana abilmente
occultati in 1 barattolo di vetro in un’anta della
cucina e, in un balcone interno, hanno recuperato anche
6 piante di cannabis indica, dell’altezza superiore ad 1
metro, nonché vario materiale utilizzato per
confezionare lo stupefacente. L’arrestato, espletate le
formalità di rito, è stato ristretto ai domiciliari in
attesa di essere giudicato con rito direttissimo.
Aci Castello
CT - Estorsione
col “cavallo di ritorno”, moto rubata: CC 2 presi in
flagranza.
I Carabinieri della Stazione di Aci Castello hanno
arrestato nella flagranza il castellese Antonino
BARBAGALLO 27enne ed il catanese Carmelo DI RE
22enne, poiché ritenuti responsabili di tentata
estorsione.Ignoti, la
sera del 27 luglio scorso, avevano rubato una moto
Suzuki GSR 600 in Via Nizzeti a Valverde. Il 27enne, il
giorno seguente si era presentato sotto casa del
proprietario proponendogli la restituzione del veicolo
dietro elargizione di una somma in denaro equivalente a
250 euro. La vittima ha finto di accettare la proposta
e, dopo aver preso appuntamento con lo stesso per
l’indomani, si è rivolto ai Carabinieri di Aci Castello.
I militari, sentiti i fatti, hanno invitato la vittima a
presentarsi puntualmente nel luogo concordato, sempre la
Via Nizzeti a Valverde, per la consegna dei soldi. I
carabinieri si nascosti in vicinanza dello scambio
riuscendo ad ammanettare i malviventi nel preciso
istante in cui stavano per intascare i soldi. Gli
arrestati, in attesa della direttissima, sono stati
relegati agli arresti domiciliari.
Catania– Esercizio coi
contatori “frenati da magnete”: titolari, minacciano
dipendenti Enel, gemelli ai domiciliari. Agenti
del Commissariato Borgo-Ognina ieri, hanno proceduto
all’arresto ai domiciliari di Antonio Davide e Giuseppe
Dario Tramontana fratelli gemelli 34enni. I
due, titolari di un minimarket ubicato nel quartiere di
San Cristoforo, sono indagati per i reati di furto,
favoreggiamento personale, resistenza e minaccia nei
confronti di incaricati di pubblico servizio. La vicenda
trae origine da un controllo, effettuato in passato da
operatori Enel presso il negozio dei gemelli, per
verificare un sospetto furto di energia elettrica che
con ogni probabilità, atteso il bassissimo consumo di
elettricità registrato, si stava verificando
nell’esercizio commerciale. I tecnici Enel, giunti
presso il negozio, verificarono la presenza di un
magnete posto sul contatore e mentre stavano svolgendo
l’accertamento furono rinchiusi in uno stanzino del
locale, dal padre dei 2 gemelli spalleggiato da altre
persone. I tecnici di fatto si sentirono sequestrati, e
poi fu loro ingiunto di andarsene con minacce allo
scopo di farli desistere dal procedere con la verifica.
Gli operatori, intimoriti, lasciarono il luogo
dell’accertamento per recarsi presso il Commissariato
Borgo-Ognina dove sporsero denuncia per sequestro di
persona, minaccia e resistenza a incaricato di pubblico
servizio. L’esercizio commerciale, nel frattempo
continuava a far registrare consumi di energia elettrica
eccessivamente bassi, soprattutto a fronte delle
attrezzature elettriche ivi installate, facendo
presagire che l’illecito prelievo fosse ancora in atto.
Gli operatori Enel, ieri, di concerto con gli uomini
del Commissariato, si sono nuovamente recati presso il
minimarket, al fine di effettuare le dovute verifiche e,
quindi, acquisire il magnete posto sopra il contatore e
rivolgere ai titolari dell’attività le dovute
contestazioni. Davide Tramontana stavolta era presente e
spalleggiato sia dall’altro fratello che da un secondo
dipendente, ha afferrato il personale Enel e con
violenza e minacce l’ha allontanato dal contatore,
impedendo la verifica. Una quarta persona, nel
frattempo, ha afferrato il magnete per poi dileguarsi.
Il padre dei gemelli Tramontana, giunto frattanto nel
locale, ha minacciato i tecnici Enel ai quali si è pure
“presentato” come “uomo d’onore”, intimando loro di
allontanarsi e di non procedere ai controlli. I
poliziotti, visti i precedenti accadimenti ed il
pericolo per l’incolumità degli operatori Enel, avevano
predisposto un servizio di appostamento a pochi metri
dall’esercizio commerciale, allo scopo di intervenire
tempestivamente qualora necessario: e così è stato. Gli
agenti hanno fatto immediatamente irruzione, mettendo
anzitutto in sicurezza il personale Enel,
“cristallizzando” le prove dei reati commessi e, dopo
aver ricostruito fatti e responsabilità a carico dei due
fratelli, li hanno dichiarati in arresto. I Tramontana,
in Questura, dove sono stati condotti, si sono rifiutati
di indicare il nome del complice che aveva rimosso la
calamita dal contatore per poi fuggire e di consegnare
le immagini del sistema di video sorveglianza posto
all’interno del locale: per tale motivo è scattato anche
il sequestro penale dell’impianto di telecamere
installato nel negozio. Il P.M. di turno per i due
arrestati ha stabilito gli arresti domiciliari. Il padre
dei Tramontana è stato anch’egli denunciato, ma libertà
non v’era più lo stato di flagranza, sia per le minacce
agli operatori dell’Enel che per il reato di sequestro
di persona commesso nei loro confronti. Indagini sono
in corso per l’identificazione del quarto complice, già
segnalato all’Autorità Giudiziaria. La Polizia
puntualizza: “con l’avvento dei contatori elettronici, i
consumi e, quindi, anche quelli “sospetti” per eccessiva
esiguità, vengono registrati centralmente dai sistemi
informatici Enel”. Il caso di S. Cristoforo ha
evidenziato come possibile accertare che l’illecito
prelievo di energia elettrica perdurava da più di un
anno.
Catania
–3 ai domiciliari per
spedizione punitiva, 8 a Villaggio S. Agata.
Su
delega della Procura Distrettuale della Repubblica di
Catania, la Polizia di Stato ha dato esecuzione ad
ordinanza degli arresti domiciliari, emessa in data
25.7.2017 dal G.I.P. del Tribunale di Catania, nei
confronti dei noti:
Angelo PASQUALINO 34enne; Gioacchino Orazio
PALAZZOLO 24enne; Carmelo BUDA 40enne; in
quanto ritenuti responsabili, in concorso tra loro e con
Angelo PASQUALINO, Gioacchino PALAZZOLO Orazio e Carmelo
BUDA, dei reati di rissa aggravata, lesioni personali,
porto d’armi e danneggiamento. Il provvedimento
restrittivo accoglie gli esiti di un’attività
investigativa, coordinata dalla Procura Distrettuale
della Repubblica di Catania e condotta dalla Squadra
Mobile, che ha consentito di identificare gli altri
soggetti coinvolti nel violentissimo raid punitivo
avvenuto il pomeriggio dello scorso 22 marzo in un
parcheggio per auto, ubicato nel quartiere Villaggio S.
Agata, nel corso del quale furono picchiati alcuni
soggetti e danneggiata la struttura. Agenti della
Squadra Mobile e dell’U.P.G.S.P. alle ore 18:00 circa
del 22 marzo scorso, a seguito di segnalazione pervenuta
su linea 113, si erano recati presso un parcheggio
ubicato nel rione Villaggio S. Agata. I poliziotti sul
posto, avevano appreso che uno dei titolari
dell’attività commerciale era stato selvaggiamente
aggredito da 2 soggetti, giunti a bordo di una Smart
fortwo di colore bianco. I malfattori, dopo essere
risaliti in macchina avevano investito il malcapitato
provocandogli traumi e ferite. L’uomo veniva condotto
presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Vittorio
Emanuele dove i sanitari riscontravano una
policontusione con trauma cranico. Un gruppo di 8
individui, a bordo di 2 scooter e di 1 Lancia Y,
sopraggiunse pochi minuti, nel parcheggio, i soggetti,
armati di bastone e spranghe, dopo avere malmenato i
presenti uno dei quali era costretto a ricorrere alle
cure ospedaliere per i colpi subiti, danneggiarono
alcune autovetture ed i locali adibiti ad ufficio. Gli
investigatori della Squadra Mobile - Sezione “Reati
contro al Persona” avviando immediatamente le indagini
volte ad identificare gli autori del raid e dare una
chiave di lettura dell’accaduto, acquisirono le
dichiarazioni dei presenti e le immagini del sistema di
video-sorveglianza del parcheggio e di quelle
cittadine. Gli esiti delle prime indagini portarono
all’arresto di Antonino PRIVITERA, Carmelo RAGONESE e
Giuseppe MUNZONE, il 19 giugno scorso in esecuzione di
ordinanza della misura cautelare degli arresti
domiciliari, emessa il 15 giugno 2017 dal Tribunale di
Catania – Sezione del G.I.P. I poliziotti, nel prosieguo
delle indagini hanno identificato gli altri soggetti
coinvolti nei fatti-reato, per Angelo PASQUALINO,
Gioacchino Orazio PALAZZOLO e Carmelo BUDA, tratti in
arresto da agenti della Squadra Mobile il 26 luglio, in
esecuzione di ordinanza degli arresti domiciliari,
emessa il 25 luglio 2017 dal G.I.P. del Tribunale di
Catania. I personaggi, espletate le formalità di rito,
sono stati posti agli arresti domiciliari a disposizione
dell’Autorità Giudiziaria.
Mascalucia
– Carabinieri scoprono identità Piromane condominio
per vendetta, ai domiciliari. I Carabinieri della
Tenenza di Mascalucia, collaborati dai militari del
Nucleo Radiomobile della Compagnia di Gravina di
Catania, hanno arrestato nella flagranza il noto
catanese Giuseppe CONTI 62enne, già affidato in
prova ai servizi sociali, poiché ritenuto responsabile
di incendio doloso. Il fuoco si è sviluppato ieri
pomeriggio in un condominio di Via Pulei a Mascalucia.
Il folle gesto sembra che sia nato da una sorta di
rivalsa nei confronti delle istituzioni che alcuni anni
fa, a causa dei mancati pagamenti degli oneri previsti
per legge, gli revocarono l’assegnazione della casa
popolare esistente proprio in quel condominio di Via
Pulei. Il piromane avrebbe preparato dei cumuli di
legno e plastica e, piazzandoli in diversi punti attorno
all’area condominiale, utilizzando della benzina, ha
appiccato il fuoco provocando un incendio che si è
esteso anche alle campagne vicine per oltre 1.000 metri
quadri.La gente, terrorizzata, ha chiamato i Carabinieri
che giunti immediatamente sul posto sono riusciti, nel
giro di qualche minuto, a raccogliere notizie utili per
l’identificazione del piromane che è stato bloccato poco
dopo in paese con le mani ancora annerite e
maleodoranti. L’intervento dei Vigili del Fuoco di
Catania è stato necessario per domare in serata le
fiamme. L’arrestato, in attesa di giudizio, è stato
relegato agli arresti domiciliari.
Catania
– CC
preso pusher a S.Cristoforo. I Carabinieri
della Compagnia di Catania Piazza Dante la scorsa notte
hanno arrestato nella flagranza il catanese Prospero
Salvatore RACCUIA 21enne, poiché ritenuto
responsabile di spaccio e detenzione illecita di
sostanze stupefacenti. Il giovane stava prelevando la
droga da un nascondiglio di Via Merlo per poi incontrare
i suoi clienti in Via Alogna dove consegnava loro le
dosi in cambio di denaro. Gli uomini del Nucleo
Operativo, in servizio antidroga a San Cristoforo, dopo
averne osservato le modalità di spaccio e fermato a
debita distanza uno degli acquirenti con la droga
acquistata addosso, hanno bloccato il sospetto
procedendo ad una perquisizione personale estesa
ovviamente anche al nascondiglio di Via Merlo. I
carabinieri nel complesso hanno rinvenuto e sequestrati
50 grammi di marijuana, suddivisa in dosi, nonché 200
euro in banconote di vario taglio incassate dalla
vendita dello stupefacente. L’arrestato, assolte le
formalità di rito, è stato associato nel carcere di
Catania Piazza Lanza.
Catania– DIA, sequestro beni
mafia
4.000.000€. Il
provvedimento di sequestro, eseguito dalla D.I.A. di
Catania, ha colpito i seguenti beni intestati ai
fratelli NIZZA ed ai propri familiari conviventi: 14
appartamenti costituenti diverse palazzine ristrutturate
elegantemente ubicate nel quartiere San Cristoforo di
Catania, una villa
a due elevazioni con piscina, una impresa individuale
esercente l’attività di commercio di automezzi, numerosi
beni mobili registrati oltre a diversi rapporti bancari.
Il valore dei beni sequestrati ai fratelli NIZZA è stato
complessivamente stimato in euro 4.000.000,00. Uomini
della Direzione Investigativa Antimafia di Catania,
diretta dal 1° Dir. P.S. dr. Renato Panvino hanno
eseguito il decreto di sequestro di beni mobili,
immobili e aziende, a vario titolo, riconducibili ai
noti fratelli Andrea Luca, Salvatore e Daniele NIZZA a
seguito di proposta avanzata dalla Direzione
Distrettuale Antimafia ed accolta dal Tribunale di
Catania – Sezione Misure di Prevenzione. I fratelli
NIZZA, annoverano, a vario titolo, numerose condanne in
primo e secondo grado per estorsione, associazione per
delinquere di stampo mafioso, traffico di sostanze
stupefacenti, violazioni alla normativa in materia di
armi e omicidio. I soggetti sono secondo le forze
dell’ordine appartenenti all’omonimo gruppo criminale -
articolazione della famiglia di cosa nostra
catanese “SANTAPAOLA – ERCOLANO” attivo nel
quartiere Librino della Città. Gli investigatori hanno
dimostrato dalle numerose operazioni di polizia le
cointeressenze di uomini e di mezzi tra il gruppo
“NIZZA” e la “famiglia SANTAPAOLA - ERCOLANO”. Il gruppo
dei NIZZA, dopo una collocazione inizialmente autonoma,
sarebbe stato saldamente inserito nella più ampia
famiglia di “Cosa Nostra” catanese, operando anche
nell’interesse e per raggiungere i fini propri della
organizzazione mafiosa. Il gruppo NIZZA, secondo gli
investigatori sarebbe capeggiato da Daniele, il quale
avrebbe avuto il monopolio delle piazze di spaccio di
sostanze stupefacenti a Catania nel quartiere Zia Lisa
ed a San Cristoforo, nonché in altre aree della
cittadina etnea, così come risulta dalle Operazioni di
polizia: CARTHAGO – FIORI BIANCHI – SPARTIVENTO. La DIA
evidenzia, altresì, che Andrea Luca NIZZA, all’inizio
del 2017, era stato tratto in arresto dopo una latitanza
che durava dal dicembre del 2014 ed a seguito della
quale era stato inserito nell’elenco dei 100 latitanti
più pericolosi del Ministero dell’Interno. ANDREA
Luca, Salvatore e Daniele NIZZA risultano già
destinatari di Misure di Prevenzione della Sorveglianza
Speciale di P.S. L’Ufficio DIA, al fine di dare
riscontro alle dichiarazioni di diversi collaboratori di
giustizia tra i quali anche il fratello Fabrizio Nizza,
che indicavano la riconducibilità agli stessi di beni
immobili e imprese, ha predisposto approfonditi
accertamenti reddituali e patrimoniali nei confronti dei
soggetti facenti parte del nucleo della famiglia
“NIZZA”. Gli approfonditi e complessi accertamenti
patrimoniali e bancari svolti dagli investigatori,
compendiati nella proposta di applicazione della misura
di prevenzione patrimoniale avanzata dalla locale
Direzione Distrettuale Antimafia, hanno consentito di
far emergere come i fratelli NIZZA, e propri nuclei
familiari, abbiano accumulato un patrimonio, costituito
da numerose unità immobiliari, beni mobili registrati e
aziende. Le indagini patrimoniali eseguite dalla DIA di
Catania hanno permesso di ricostruire l’evoluzione del
patrimonio, anche illecito, dei Nizza per oltre dieci
anni ed hanno consentito di accertare una notevole
sproporzione tra le fonti dichiarate e i beni
direttamente o indirettamente posseduti, beni che
evidentemente sono stati acquistati con somme
dell’associazione mafiosa e del provento della gestione
delle piazze di spaccio.
Scordia
CT– Marito e moglie presi con 50
dosi cocaina in auto, CC in manette.
I Carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di
Palagonia hanno arrestato nella flagranza il Rocco
CARUSO35enne e la moglie29enne,
entrambi di Scordia, poiché ritenuti responsabili di
detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze
stupefacenti. La coppia è stata fermati ieri sera ad un
posto di controllo, mentre percorreva a bordo della
loro BMW 320 la Via Giuseppe Garibaldi a Scordia.
L’atteggiamento nervoso dei coniugi ha indotto i
militari a sottoporli a perquisizione personale e
veicolare. I carabinieri, nella borsa della donna hanno
rinvenuto 50 dosi di “cocaina” 1 confezione di
mannitolo, mentre nel cruscotto dell’auto erano nascosti
circa 250 euro in contanti, considerati dagli
investigatori quale somma ricavata dalla vendita dello
stupefacente, 4 cutter nonché del materiale comunemente
utilizzato per confezionare lo stupefacente.I militari al marito hanno
inoltre contestato la guida senza patente. La droga, il
denaro e l’auto sono stati sequestrati mentre gli
arrestati, assolte le formalità di rito, sono stati
associati: Il marito al carcere di Caltagirone e la
moglie al carcere di Catania Piazza Lanza.
S.G. La Punta
CT – Blitz
CC in villino con giardino trovata coltivazione
“cannabis”: 1 ai domiciliari.
I Carabinieri della Stazione di San Giovanni La Punta
hanno arrestato nella flagranza un 49enne del posto,
poiché ritenuto responsabile di coltivazione o
produzione illecita di sostanze stupefacenti. Gli
uomini dell’Arma ieri sera, concludendo una breve ma
proficua attività info-investigativa, hanno fatto
irruzione nella proprietà di un soggetto, ubicata in Via
delle Sciare, dove nel giardino annesso all’unita
abitativa aveva creato una vera e propria piantagione di
canapa indiana mimetizzata tra il verde di altre colture
e protetta da una rete metallica. I militari, oltre
al sequestro di un centinaio di piante, nella camera da
letto hanno rinvenuto e sequestrato un recipiente in
plastica con all’interno della marijuana essiccata,
pronta per essere dosata e posta in commercio, nonché
una bilancia elettronica di precisione. L’arrestato, in
attesa della direttissima, è stato relegato agli arresti
domiciliari.
Catania
- Pistola rubata a
Siracusa e droga in casa boss a S.Giorgio: manette CC a
moglie e nipote. I Carabinieri del Nucleo
Radiomobile del Comando Provinciale di Catania hanno
arrestato nella flagranza la moglie 54enne di Mario
BUDA, ritenuto elemento di spicco del clan “Cappello-Carateddi”.
Il personaggio è in atto detenuto nel carcere di Milano
Opera dove sta scontando l’ergastolo per omicidio,
associazione di tipo mafioso. Le manette sono scattate
anche per un 19enne, nipote della donna, poiché ritenuti
responsabili di detenzione illegale di armi, detenzione
finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti e
ricettazione. Il
blitz dei carabinieri è scattato nella notte tra sabato
e domenica quando gli sviluppi di una attività
info-investigativa hanno condotto gli uomini dell’Arma
nell’abitazione del quartiere San Giorgio. Gli
investigatori nel luogo hanno avviato un’accurata
perquisizione che ha consentito loro di rinvenire e
sequestrare: 1 pistola marca browning, cal. 7,65,
completa di caricatore contenente 6 cartucce, risultata
rubata a Siracusa il 27 dicembre 2015; 10 confezioni
termosaldate contenenti complessivamente oltre 100
grammi di cocaina, ancora da tagliare e dosare, 2
bilancini elettronici di precisione nonché del
materiale comunemente utilizzato per il confezionamento
delle sostanze stupefacenti. Nel corso delle operazioni
sono stati altresì rinvenuti e sequestrati diversi
monili in oro, di probabile provenienza furtiva, che nei
prossimi giorni saranno catalogati per l’eventuale
restituzione ai legittimi proprietari. L’arma sarà
sottoposta agli esami tecnico-balistici da parte degli
specialisti del RIS di Messina che potrebbero stabilirne
l’eventuale utilizzo in pregressi episodi criminosi.
Gli arrestati, assolte le formalità di rito, sono stati
associati al carcere di Catania a Piazza Lanza.
Catania
- Spaccio a S.G. Galermo,
polizia ammanetta 1 pusher. Agenti dell’UPGSP hanno
arrestato il catanese Antonio LONGO 43enne per
detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.
I poliziotti, durante l’attività di pattuglia svolta
nel popoloso quartiere di San Giovanni Galermo, hanno
notato 2 individui confabulare tra loro. I tutori
dell’ordine immediatamente, hanno riconosciuto le
fattezze di 2 noti personaggi, tra cui LONGO ed I.F.,
entrambi attivi nell’ambiente catanese. LONGO, dopo un
giro ispettivo finalizzato all’osservazione a distanza,
si è avvicinato ad un centauro passato da lì, al quale
ha consegnato 1 involucro recuperato dal parabrezza di
una vettura parcheggiata nelle vicinanze, ed in evidente
stato di abbandono. Gli operatori di polizia hanno
evidenziato acume investigativo che ha determinato la
necessità di un controllo più approfondito, al termine
di quella che era sembrata inequivocabilmente una
cessione di sostanza stupefacente. L’intuizione si è
concretizzata positivamente, attraverso il ritrovamento
di numerose stecche di sostanza, del tipo marijuana,
celate in una bottiglia di plastica e riposte tra il
cofano ed il parabrezza dell’auto in stato d’abbandono.
I.F., il secondo soggetto in compagnia del LONGO, è
stato deferito all’Autorità Giudiziaria in ordine al
reato di inosservanza delle prescrizioni imposte dalla
Sorveglianza Speciale. Il quantitativo rinvenuto e
sequestrato, del peso lordo complessivo di 60 grammi, ha
determinato l’arresto di LONGO. Il soggetto su
disposizione del P.M. di turno è stato sottoposto alla
misura della custodia cautelare in carcere, in attesa
del giudizio di convalida dinanzi al G.I.P.
Misterbianco
CT – Blitz carabinieri in casa spaccio: famiglia ai
domiciliari. I Carabinieri della Tenenza di
Misterbianco, coadiuvati dai colleghi del Nucleo
Cinofili di Nicolosi, hanno arrestato nella flagranza
un muratore di 54 anni, la moglie, casalinga di 55 anni
e la figlia, disoccupata di 32 anni, poiché ritenuti
responsabili di spaccio e detenzione illecita di
sostanze stupefacenti.I militari hanno valutato
l’eccessivo viavai di giovani in quell’abitazione di Via
Salso a Misterbianco, tanto da spingerli a monitorarla
giorno e notte. I carabinieri, ieri sera, approfittando
del momento propizio – l’accesso in casa di un cliente,
hanno fatto irruzione e grazie al prezioso fiuto del
pastore tedesco “INDIC” hanno scovato, nascosta in un
portavivande collocato all’interno del frigorifero, 150
grammi di marijuana, in gran parte suddivisa in dosi, 1
bilancino elettronico di precisione nonché del materiale
comunemente utilizzato per confezionare la sostanza
stupefacente. Gli investigatori hanno potuto avvalorare
la tesi investigativa sull’attività di spaccio col
controllo degli assuntori fermati dai Carabinieri
all’uscita dalla casa con la droga acquistata. I giovani
fermati saranno segnalati all’Autorità prefettizia per
uso personale di sostanze stupefacenti.La droga ed il
materiale sono stati posti sotto sequestro mentre
l’intero nucleo familiare attenderà il giudizio per
direttissima relegato agli arresti domiciliari.
Catania– Polizia Librino
blocca 1 grossista e 2 operai coltivatori droga. Si
tratta di :
Giovanni RUSSO 63enne nato a Paternò e
residente a Ragalna (CT), già noto; Antonio CONTARINO
29enne, nato Catania e residente a Paternò, già
noto; Salvatore MAGRI’ 44enne nato a Catania e
residente a Pedara incensurato. I Poliziotti del
Commissariato Librino, il 14 luglio scorso, a seguito
di articolata ed intensa attività info-investigativa,
hanno eseguito i 3 arresti in flagranza per produzione,
detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti del tipo
marijuana. Gli uomini del Commissariato Librino erano
da tempo sulle tracce di RUSSO, poiché, a seguito di una
pregressa attività investigativa l’avevano individuato
come uno dei principali “grossisti” rifornitori di
sostanze stupefacenti del florido mercato illecito nel
popoloso quartiere catanese di Librino. Gli agenti
sono giunti ad individuare un appezzamento di terreno,
posizionato su un percorso impervio, difficilmente
visibile dall’esterno. Gli investigatori hanno desunto
che nella zona sorvegliata vi potesse essere una
coltivazione di cannabis indica. Gli investigatori,
fatte le dovute valutazioni, hanno ritenuto
d’intervenire nel terreno individuato. Diverse
pattuglie del Commissariato Librino, dopo avere
percorso la S.P. 192 che da Catania conduce ad Enna,
hanno imboccato la S.P. 50 fino a giungere in territorio
di Centuripe (EN), collocato fra le frazioni Muglia e
Pietralunga. I poliziotti operanti, durante il
tragitto che conduce al terreno individuato, giunti
quasi in prossimità dell’area, hanno sorpreso CONTARINO
e MAGRI a bordo di un camion con sopra collocato un
serbatoio in plastica appena riempito di acqua sorgiva
da utilizzare per irrigare le colture lì presenti. I
tutori dell’ordine hanno fatto accesso nel podere ed
avviato la perquisizione in un casolare e nel terreno
circostante verificando immediatamente che, nascosti da
altri alberi, vi erano lunghe file di piante del tipo
Cannabis e Skunk. L’attività di ricerca ha permesso di
rivenire tutto ciò che occorre per coltivare, essiccare
e confezionare la sostanza stupefacente prodotta:
concime, diserbante, fertilizzante, antiparassitari,
setacci, macchina termosaldatrice, una bilancia e anche
una confezione termosaldata di marijuana dal peso di
grammi 300 circa. La lunga e defatigante verifica ha
permesso di quantificare il rinvenimento in complessive
2.697 piante, delle quali 1.617 del tipo Cannabis,
ancora in fase di crescita avente altezza di circa un
metro, per complessivi kg 242, e 1.080 piante del tipo
Skunk, per un peso lordo complessivo di kg 216 per un
totale di kg 458. RUSSO, ignaro della presenza della
Polizia di Stato sul posto, frattanto si è presentato
sul luogo delle operazioni. Il personaggio non
poteva che ammettere come il terreno e la coltivazione
fossero riconducibili a lui. Agenti della Squadra Mobile
e del Gabinetto Provinciale della Polizia Scientifica
della Questura di Enna, notiziati del rinvenimento
effettuato in quella giurisdizione dai poliziotti del
Commissariato Librino, sono giunti in loro ausilio per
operare in collaborazione. La Polizia Scientifica
ennese ha proceduto ad un meticoloso sopralluogo, con
filmati e fotografie, che, per la vastità della
piantagione, richiedeva diverse ore di applicazione.Gli investigatori, di
quanto acclarato, hanno dato comunicazione alla Procura
della Repubblica di Enna, competente per territorio,
comunicando gli arresti e chiedendo l’autorizzazione a
procedere alla distruzione delle coltivazioni illecite,
fatti salvi i campioni per le analisi di rito. Le
piante su autorizzazione dalla suddetta Autorità
Giudiziaria di Enna sono state distrutte mediante
fresatura, con un decespugliatore fatto giungere
appositamente sul posto. I 3, dopo gli adempimenti di
rito, sono stati condotti presso la Casa Circondariale
di Enna, come disposto dalla Procura, per rimanere
ristretti in attesa della convalida degli arresti.
Catania
-Polizia blocca 1 topo
d’auto filmato in centro commerciale.
Agenti del Commissariato “Librino” hanno bloccato, nella
flagranza di reato, il catanese Antonino CARAMBIA 42enne
residente nel rione “San Cristoforo”, per tentato furto
aggravato già noto per reati contro il patrimonio e
destinatario della misura di prevenzione dell’avviso
orale, emessa dal Questore di Catania. Il soggetto è
stato sorpreso dalla pattuglia del Commissariato, in
servizio di specifica vigilanza proprio nella zona dei
centri commerciali, mentre armeggiava nelle vicinanze di
1 furgone in sosta presso il parcheggio del noto centro
commerciale “Ikea”. La locale centrale operativa già
aveva diramato nota di furto in atto seguita da
segnalazione telefonica fatta su linea 113 dal personale
di vigilanza del negozio, per comportamento sospetto.
CARAMBIA all’arrivo della polizia sul posto, avvenuto
poco dopo la segnalazione telefonica, ha cercato di
disfarsi di 1 chiave adulterina con la quale aveva poco
prima forzato la portiera del furgone e darsi alla
fuga. il personaggio è stato prontamente bloccato ed a
seguito della perquisizione del mezzo in uso al
sospettato, è stato rinvenuto nella sua disponibilità
armamentario da scasso. La visione delle videoriprese
del sistema di sorveglianza dello stesso parcheggio
nell’immediatezza dei fatti, ha evidenziato che lo
stesso soggetto, pochi giorni prima, si era
verosimilmente reso responsabile di analogo episodio di
furto di autoveicolo. L’arrestato, su disposizione del
magistrato di turno è stato tradotto presso la sua
abitazione dove permarrà in regime di arresti
domiciliari in attesa del rito direttissimo.
Catania –
Operazione
“CARTHAGO 2” 1 in manette.
I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando
Provinciale di Catania hanno eseguito una ordinanza di
custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del
Tribunale di Catania, nei confronti del catanese
Giuseppe BELLIA 22enne. Il giovane era sfuggito
all’arresto nell’ambito dell’operazione del 6 luglio
scorso, che ha disarticolato un gruppo criminale, radice
della famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano, che come
associazione a delinquere di tipo mafioso si dedicava al
traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti nonché
alle estorsioni. Il 22enne era stato ricercato
attivamente e messo sotto pressione dagli uomini del
Nucleo Investigativo si sarebbe convinto ieri sera a
costituirsi. L’arrestato, assolte le formalità di rito,
è stato associato al carcere di Catania Piazza Lanza.
Catania
– Rapina a Taormina, 1 condannato a 4 anni. I
Carabinieri della Stazione di Calatabiano hanno
arrestato
Massimo MONASTRA 34enne del posto, in esecuzione
di un ordine per la carcerazione emesso dall’ufficio
esecuzioni del Tribunale di Catania.
Il giovane è stato condannato
dai giudici per rapina aggravata, commessa a Taormina
(ME) nel marzo del 2005. il personaggio dovrà scontare
la pena 4 anni e 1 mese di reclusione nel carcere di
Catania Piazza Lanza la pena.
Catania
– Polizia scopre oltre 7000 piante marijuana, coltivatore
in manette. si tratta di : Fabio PASTORE38enne
già noto, ritenuto responsabile del reato di
coltivazione e produzione di marijuana, nonché
detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Poliziotti della Squadra Mobile di Catania - “Sezione
Contrasto al Crimine Diffuso”, nell’ambito delle
attività finalizzate a frenare il fenomeno del
traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, da attività
info-investigativa avevano appreso che Fabio PASTORE
aveva realizzato, in un appezzamento di terra ricadente
in agro di Palagonia (CT), una vasta piantagione di
marijuana. Gli uomini della Sezione “Contrasto al
Crimine Diffuso”, alla luce di quanto appreso, dopo
avere esperito preliminari accertamenti, hanno avviato
una certosina attività di p.g. espletando numerosi
servizi di osservazione e pedinamento che consentivano
di individuare il terreno ove insisteva la piantagione
in contrada Campanito di Palagonia. Gli investigatori,
ieri mattina, ad esito di mirata attività, hanno
effettuato una perquisizione nell’appezzamento di
terreno dove sono state rinvenute e sequestrate n. 7700
piante di marijuana, 400 delle quali di oltre 2 metri di
altezza. I poliziotti, sul posto hanno, altresì,
rinvenuto sacchi di juta necessari alla raccolta dello
stupefacente e materiale necessario alla coltivazione.
La piantagione era stata abilmente realizzata tra gli
alberi di un vasto agrumeto e per tale ragione era
difficilmente individuabile dall’esterno. Gli
investigatori hanno deciso di procedere alla
perquisizione dell’abitazione di PASTORE, ubicata nel
comune di Palagonia, dove sono stati rinvenuti e
sequestrati 2 panetti di hashish, per un peso
complessivo di gr.174, gr.50 circa di marijuana e
materiale per il confezionamento dello stupefacente.
Fabio PASTORE espletate le formalità di rito, è stato
associato presso la Casa Circondariale di Caltagirone
(CT) a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Catania
– Polizia trova armi da guerra nascoste, eseguiti 4 provvedimenti. Giuseppe
TIRENNI 41enne è stato tratto in arresto
per detenzione di armi da guerra essendo stato
ritenuto responsabile di detenzione illegale di arma da
guerra e relativo munizionamento. Gli Agenti della
Squadra Mobile Sezione “Antidroga”, nell’ambito di
attività info-investigativa, hanno appreso che Giuseppe
TIRENNI teneva armi da guerra, in un appezzamento di
terreno in contrada Quartararo, in territorio di
Misterbianco. I poliziotti hanno effettuato gli
opportuni accertamenti, nel pomeriggio di ieri ed è
stata eseguita la perquisizione domiciliare ad esito
della quale, abilmente occultata in un incavo ricavato
nel telaio di una porta di un fabbricato ivi insistente,
è stata rinvenuta 1 pistola mitragliatrice a raffica
Skorpion cal.7,65 con relativo caricatore rifornito con
cartucce del medesimo calibro, dotata di silenziatore.
Gli agenti nel prosieguo della perquisizione hanno
rinvenuto e sequestrato 1 fucile ad aria compressa marca
WEIHRAUCH, modificato. Giuseppe TIRENNI, espletate le
formalità di rito, è stato associato presso la casa
circondariale di Catania - piazza Lanza.
La Polizia di Stato,
nell’ambito dell’attività volta al rintraccio di
soggetti destinatari di provvedimenti restrittivi, ha
tratto in arresto: Florinel DINU33enne
già noto in atto agli arresti domiciliari, destinatario
di decreto magistrato di sorveglianza sospensione
provvisoria dell’espiazione presso il domicilio della
pena detentiva con conseguente carcerazione emesso il
10 luglio 2017 dalla Procura della Repubblica presso il
Tribunale di Catania – Ufficio Esecuzioni Penali,
eseguito dalla Squadra Mobile - Sezione “Criminalità
Organizzata” – Squadra “Catturandi”, per il reato di
furto. Fabio Marco RAPISARDA 52enne già noto in
atto agli arresti domiciliari, destinatario di
esecuzione decreto magistrato di sorveglianza
sospensione provvisoria detenzione domiciliare con
conseguente carcerazione, emesso in data 11.7.2017 dalla
Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario
di Catania – Ufficio Esecuzioni Penali, eseguito da
personale della Squadra Mobile - Sezione “Criminalità
Organizzata” – Squadra “Catturandi”, per il reato di
furto. Alfio MOSCUZZA 40enne già noto in
atto agli arresti domiciliari, destinatario di revoca di
decreto di sospensione di esecuzione per la
carcerazione, emesso in data 11 luglio 2017 dalla
Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario
di Catania – Ufficio Esecuzioni Penali, eseguito da
personale della Squadra Mobile - Sezione “Criminalità
Organizzata” – Squadra “Catturandi”, dovendo espiare la
pena di 1 anno e 8 mesi di reclusione per reati in
materia di stupefacenti.
Catania –
Commissiona omicidio compagno, collaboratore svela: CC,
4 accusati. Donna ai domiciliari. Operazione Circe.
La Procura Distrettuale della Repubblica nella
mattinata ha delegato ai Carabinieri della Sezione di
Polizia Giudiziaria della Procura Distrettuale della
Repubblica di Catania e del Nucleo Investigativo del
Comando Provinciale Carabinieri di Catania, l’esecuzione
di un’Ordinanza di Custodia Cautelare emessa l’8 luglio
2017 dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il
Tribunale di Catania nei confronti di:
Barbara BREGAMO 42enne, domiciliata a
Misterbianco; Francesco Giuseppe INDORATO 48enne,
domiciliato a Catania; Antonio ZUCCARELLO 50enne,
domiciliato a Santa Maria di Licodia (CT); Alfio
MAUGERI 43enne, domiciliato a Misterbianco;
rispettivamente indagati: BREGAMO(quale
mandante) e INDORATO(quale esecutore) per il
tentato omicidio aggravato, e nello specifico
dell’accoltellamento, commesso a Misterbianco il 21
gennaio 2001 nei confronti dell’imprenditore Catanese
Santo GIUFFRIDA nato nel 1957, compagno della
BREGAMO; BREGAMO (quale mandante), ZUCCARELLO e MAUGERI
(quali esecutori) per l’omicidio premeditato, per mezzo
di iniezione di sostanza venefica e soffocamento,
dell’imprenditore Santo GIUFFRIDA nato nel 1957,
avvenuto a Catania il 10 dicembre 2002. Gli
investigatori hanno ricostruito la vicenda: la morte di
GIUFFRIDA era stata finora attribuita ad un infarto
fulminante, ma, le dichiarazioni rese nel corso del 2016
dal neo-collaboratore di giustizia Luciano CAVALLARO,
hanno consentito di far luce su un efferato omicidio
fino ad ora dissimulato come morte naturale. CAVALLARO
ha, nella sostanza, riferito di aver avuto l’incarico
dalla BREGAMO di uccidere il proprio compagno Santo
GIUFFRIDA e di aver per questo effettuato un primo
tentativo nel 2001 incaricando dell’esecuzione materiale
un suo conoscente (Francesco Giuseppe INDORATO) che
aggredì con un coltello la vittima nel suo garage
condominiale. GIUFFRIDA in tale occasione riuscì a
scampare all’attentato restando gravemente ferito.
Nessun elemento raccolto all’epoca consentì poi di
ritenere la BREGAMO coinvolta nell’accaduto e seppure
l’INDORATO veniva indagato, non venivano acquisiti
sufficienti elementi per un rinvio a giudizio. BREGAMO,
a distanza di quasi un anno da tali fatti, avrebbe
richiesto nuovamente al CAVALLARO l’uccisione del
compagno pagando questa volta 20.000€ ed acquistando,
per lo stesso CAVALLARO, una BMW. Il gruppo in questa
seconda occasione avrebbe pianificato l’omicidio con
maggior cura e, nello specifico, CAVALLARO avrebbe
coinvolto Alfio MAUGERI ed Antonio ZUCCARELLO. I tre
soggetti si sarebbero introdotti nella notte tra il 9 ed
il 10 dicembre 2002 nell’abitazione del GIUFFRIDA (con
la collaborazione della convivente BREGAMO) e dopo aver
iniettato a GIUFFRIDA una sostanza velenosa, lo
avrebbero soffocato. La BREGAMO avrebbe inscenato
successivamente la morte naturale dello stesso GIUFFRIDA
senza che si ingenerassero sospetti su quanto realmente
accaduto. Le indagini, avviate sotto la direzione della
Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, per
ottenere i necessari riscontri alle dichiarazioni del
CAVALLARO sono state condotte dalla Sezione di Polizia
Giudiziaria Carabinieri presso l’Autorità Giudiziaria e
dal Nucleo Investigativo Carabinieri di Catania ed,
attraverso un’articolata serie di intercettazioni
telefoniche, telematiche, ambientali e di
videoregistrazione e, corroborate da molteplici
attività istruttorie (sommarie informazioni di persone
informate sui fatti, consulenze medico-legalied altro) hanno consentito di acquisire fonti di
prova dall’elevata carica probatoria. Gli investigatori
invero, hanno ottenuto riscontri precisi ed
individualizzanti in ordine alla chiamata di correità
compiuta dal collaboratore di giustizia. Gli inquirenti,
al fine di indurre gli indagati a commentare il fatto di
reato risalente, avrebbero, inoltre, lasciato sulla loro
autovettura un foglio di carta riportante la seguente
frase: “sacciu comu tu e i to cumpari affucasturu u
masculu di l’amica di Luciano 15 anni fa”. Uno degli
indagati dopo aver ricevuto il biglietto avrebbe
confessato ad un amico il delitto riferendo testualmente
“Sedici anni fa abbiamo fatto un omicidio, io ed
altri due”. Il G.I.P. del Tribunale di
Catania, per tali motivi concordando sulla piattaforma
probatoria ricostruita dalla Procura Distrettuale della
Repubblica di Catania ha emesso l’ordinanza di custodia
cautelare in carcere a carico per Francesco
Giuseppe INDORATO (quest’ultimo indagato per
il solo tentato omicidio),
Alfio MAUGERI ed Antonio ZUCCARELLO, mentre per Barbara
BREGAMO (madre di prole di età inferiore ai sei anni),
ha disposto la misura cautelare degli arresti
domiciliari.
Catania
- Caporalato: DIA sequestra beni ad imprenditore
Paternò 10 milioni€. Si tratta di Rosario DI
PERNA 61enne, nativo di Raccuja(ME) e domiciliato
in Paternò (CT). La Direzione Investigativa Antimafia di
Catania, diretta dal 1° Dirigente della Polizia di Stato
dr. Renato PANVINO, ha eseguito nella mattinata un
decreto di sequestro beni, emesso dal Tribunale di
Catania – Sezione Misure di Prevenzione, su proposta di
applicazione di misura di prevenzione personale e
patrimoniale formulata dal Direttore della D.I.A.,
Nunzio Antonio FERLA, in sinergia con la Procura
Distrettuale della Repubblica di Catania guidata dal dr.
Carmelo ZUCCARO. Rosario DI PERNA era stato già colpito,
unitamente al figlio Calogero e ad altri indagati di
nazionalità rumena, da un’Ordinanza di Custodia
Cautelare in Carcere emessa nel 2015 dal Tribunale di
Catania (operazione di polizia denominata “SLAVE”),
poiché gravemente indiziato di aver costituito
un’associazione, operante a Paternò ed in Romania,
preordinata al reclutamento di manodopera rumena per
l’impiego nelle campagne paternesi, in assenza delle
garanzie minime di tutela spettanti ai lavoratori. Gli
accusati avrebbero costretto le numerose vittime a
subire condizioni lavorative vessatorie con violenze e
minacce, implicite ed esplicite, e commettendo nei loro
confronti più delitti di estorsione (cd. caporalato). Le
vittime venivano, inoltre, collocate in alloggi di
fortuna, privi delle condizioni minime di abitabilità
(acqua corrente, energia elettrica, servizi igienici,
riscaldamento). Le forze dell’ordine, nell’ambito
dell’operazione “Slave”, condotta dalla Procura
Distrettuale della Repubblica di Catania, oggi diretta
dal dr. Carmelo ZUCCARO, arrestarono 9 (nove) persone,
quasi tutte provenienti dalla Romania, accusate di
appartenere ad
associazione a delinquere dedita al “capolarato”.Gli investigatori ritengono che DI PERNA, sia
elemento a capo dell’organizzazione delinquenziale. Il
personaggio annovera, tra l’altro, condanne per truffa
all’INPS, furto continuato ed usura, per le quali era
già stato tratto in arresto in esecuzione di ordinanze
di custodia cautelare emesse dal Tribunale di Catania.
La D.I.A. di Catania ha svolto approfonditi e complessi
accertamenti patrimoniali non solo sul conto di DI PERNA,
ma anche sulle attività riconducibili ai familiari, in
primis al figlio Calogero, titolare di un’impresa e
cointeressato in una società inserita nel settore del
commercio all’ingrosso di prodotti ortofrutticoli. Gli
inquirenti hanno operato in attuazione della vigente
normativa antimafia, che ha introdotto un più ampio
ventaglio di soggetti sui quali è possibile avviare
indagini finalizzate all’aggressione dei patrimoni
illecitamente accumulati, tra i quali figura anche il
reato di caporalato, contestato al DI PERNA dalla D.D.A.
di Catania. Gli accertamenti patrimoniali svolti sul suo
conto, ai fini dell’applicazione della misura di
prevenzione, hanno evidenziato l’assenza, nei confronti
di Rosario DI PERNA, di risorse lecite idonee a
giustificare gli investimenti effettuati e, nel
contempo, una cospicua e generalizzata sproporzione tra
i redditi dichiarati ed il patrimonio posseduto. Il
Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione,
accogliendo la proposta presentata dal Direttore della
D.I.A., con il provvedimento, ha disposto il sequestro
del patrimonio riconducibile a DI PERNA, stimato in
circa 10.000.000€. La DIA ha sequestrato diversi
rapporti bancari in corso di quantificazione, 8
automezzi, 2 aziende - la DIFRUIT Srl di Paternò,
operante nel settore del commercio all’ingrosso di
prodotti ortofrutticoli e la ditta individuale CALOGERO
DI PERNA, operante nel settore delle colture agrumicole
-, nonchè svariati immobili costituiti da n. 20
fabbricati e da n. 48 appezzamenti di terreno ubicati
nei comuni di Paternò, Belpasso, Biancavilla, Ramacca,
Floresta (ME), Patti (ME) per una estensione totale di
oltre 50 ettari.
Catania
–CC, 26 arresti mafia: collaboratori giustizia
ricostruiscono attività Librino, S.G.Galermo e
S.Cristoforo. Si tratta di: Massimo
AMANTEA 39enne; Francesco BELVISO 46enne;
Salvatore BONANNO 29enne; Giuseppe BONCALDO
44enne già detenuto; Carlo BURRELLO 23enne già
detenuto; Domenico CONTARINI 45enne; Antonio
CRISTALDI 41enne già detenuto; Sebastiano GRASSO
59enne; Rosario LOMBARDO 48enne; Angelo
Marcello MAGRI’ 46enne già detenuto; Natale NIZZA
20enne; Natale Dario NIZZA 23enne già detenuto;
Salvatore NIZZA 44enne già detenuto; Giuseppe
PASTURA 26enne; Francesco PETRALIA 44enne
già detenuto; Francesco PINTO 41enne già
detenuto; Vito ROMEO 40enne già detenuto;
Arnaldo SANTORO 39enne già detenuto; Biagio
SAPUPPO 33enne; Francesco SANTAPAOLA 37enne
già detenuto; Francesco SCUDERI 29enne già
detenuto; Giuseppe VINCIGUERRA 28enne già
detenuto; Giuseppe SCALETTA 50enne già detenuto.
200 militari del Comando Provinciale di Catania, alle
prime ore del mattino, su delega di questa Direzione
Distrettuale Antimafia, hanno dato esecuzione ad
un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal
Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di
Catania, nei confronti di 26 persone, per associazione
di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico e
allo spaccio di sostanze stupefacenti, ed estorsione con l’aggravante del metodo mafioso, ritenute
appartenenti al clan Santapaola capeggiato negli anni
2015 e 2016 da Francesco Santapaola e da Marcello Magrì.
I carabinieri in particolare hanno accertato che prima
Francesco Santapaola e dopo il suo arresto, Marcello
Magrì siano stati i “reggenti” del clan Santapaola con
il compito di relazionarsi con gli altri responsabili
del clan e con le altre organizzazioni territoriali,
mentre il mercato della droga sarebbe rimasto saldamente
nelle mani di Rosario Lombardo che nonostante 1 condanna
definitiva ad anni 20 di reclusione ed un’altra in
secondo grado a 20 anni di reclusione, entrambi per
associazione mafiosa ed associazione finalizzata al
traffico di stupefacenti, a causa dell’incompatibilità
carceraria per motivi di salute, abbia continuato a
gestire il traffico di stupefacenti delle piazze di
spaccio di Librino, San Giovanni Galermo e San
Cristoforo, avrebbe ospitato veri e propri summit
mafiosi presso la sua abitazione dove era autorizzato a
scontare la detenzione domiciliare e dove avrebbe svolto
anche l’incarico di provvedere agli stipendi dei
detenuti e degli affiliati. L’esecuzione dell’
ordinanza, naturale prosieguo dell’indagine “Carthago”,
eseguita lo scorso anno, che aveva interessato il
quartiere Librino, ha comportato un intervento massiccio
di militari nell’intero quartiere di San Cristoforo
posto nella periferia sud della città. Gli investigatori
la ritengono enclave del clan Nizza quale centro di
distribuzione di sostanze stupefacenti di tipo hascisc,
marijuana e cocaina. Le dichiarazioni di recenti
collaboratori di giustizia, riscontrate da attività di
indagine tecnica e tradizionale, hanno permesso di
ricostruire le attività criminali e l’organigramma del
gruppo dirigente del clan Santapaola nonchè del gruppo
dei Nizza insediato nel quartiere San Cristoforo. I
collaboratori avrebbero svelato che il gruppo facente
capo ai fratelli Nizza, negli ultimi anni, era riuscito
a creare un vero e proprio “cartello” della droga con il
monopolio delle “piazze di spaccio” nei quartieri di
Librino, San Giovanni Galermo e San Cristoforo e, grazie
ai cospicui profitti derivanti da tale attività, aveva
acquisito un peso notevole all’interno del clan
Santapaola, essendo in grado di reclutare e retribuire
centinaia di affiliati e di acquistare ingenti
quantitativi di stupefacente da immettere sul mercato
catanese garantendosi rilevanti flussi di denaro in
contanti, prontamente riutilizzabili per investimenti
economici e finanziari. Le rivelazioni e le indagini
dei carabinieri hanno permesso di accertare come
l’attività di traffico e vendita di cocaina e marijuana
fosse funzionale al sostentamento degli affiliati già
detenuti e al mantenimento degli associati al pari di
una vera e propria retribuzione. Le indagini di natura
tecnica dei militari, inoltre, attraverso il
monitoraggio dei circuiti relazionali dei soggetti
apicali posti alla direzione dei gruppi mafiosi della
famiglia Santapaola, hanno permesso di far luce su una
serie di estorsioni e tentate estorsioni poste in essere
ai danni di cantieri edili e di altre attività
commerciali. L’operazione dei militari si inquadra in
un’ampia strategia di contrasto della Procura
Distrettuale della Repubblica di Catania e dei
Carabinieri del Comando Provinciale che ha consentito,
dal gennaio 2015 fino ad oggi, di eseguire numerose
ordinanze cautelari e di disarticolare completamente il
gruppo dei fratelli NIZZA. Gli arrestati sono stati
associati al carcere di Catania Bicocca in attesa
dell’interrogatorio di garanzia che si terrà nei
prossimi giorni.
Catania– Mafia
Santapaola-Ercolano
operazione
DOKS:
CC 54 indagati, 40 in carcere, 14 ai domiciliari.
Si tratta di :
Ordinanza di custodia cautelare : Giosuè Michele
AIELLO 23enne;
Domenico BUTTAFUOCO 38enne;
Mario Maurizio CALABRETTA 28enne; Andrea Nicolò CORALLO
34enne;
Mario DIOLOSA’ 41enne;
Salvatore FIORE 49enne;
Andrea FLORIO
21enne;
Giorgio FRENI 51enne;
Francesco
FURNO’ 28enne;
Vincenzo
GIGANTINI 49enne;
Armando GIUFFRIDA 36enne; Francesco IUCULANO
30enne; Silvana LEOTTA
40enne; Salvatore
LO RE 29enne; Salvatore MANTARRO 51enne;
Angelo MIRENDA
52enne;
Arturo MIRENDA 55enne;
Francesco Lucio MOTTA 30enne; Corin MUSUMECI
21enne; Desiree
MUSUMECI 27enne; Domenico MUSUMECI
47enne; Carmelo PALERMO
59enne; Salvatore
Fabio Valentino PALERMO 37enne; Salvatore PONZO
30enne; Saverio
RAMPULLA 30enne; Mario RUSSO 43enne; Antonino SAVOCA
26enne; Corrado
SPATARO 33enne; Damiano Salvatore SQUILLACI
23enne; Nicola
STRANO 52enne.
Arresti domiciliari:
Diego AIELLO 21enne; Alfredo BULLA
32enne; Alessio LA MANNA 28enne; Antonino
GIUFFRIDA 53enne; Antonino COSENTINO
37enne; Vincenzo FLORIO 39enne; Vincenzo
MIRENDA 43enne; Alessandro PALERMO 41enne;
Salvatore CALTABIANO 40enne; Antonino RUSSO
27enne. Già detenuti : Claudio Pietro Antonio
AIELLO 30enne; Daniele BUTTAFUOCO 28enne;
Claudio CALABRETTA 52enne; Nunzio CALTABIANO
47enne; Vittorio Benito FIORENZA 35enne;
Vincenzo DI MAURO 37enne; Massimo VIZZINI
43enne; Mario GUGLIELMINO 49enne; Salvatore
GURRIERI 4enne; Francesco PRIVITERA
23enne; Angelo VARONCELLI 46enne; Affidamento
in prova ai servizi sociali ed obbligo di dimora: Andrea
MAZZARINO 29enne; Antonio MANGANO
39enne. I
Carabinieri hanno dato esecuzione ad una ordinanza di
custodia cautelare emessa, su richiesta della Direzione
Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica,
dal G.I.P. presso il Tribunale di Catania nei confronti
di 54 soggetti indagati, di cui 40 in carcere e 14 posti
agli arresti domiciliari. Il provvedimento è stato
eseguito da oltre 200 Carabinieri del Comando
Provinciale di Catania, supportati dai reparti
specializzati (Compagnia di Intervento Operativo del XII
Battaglione “Sicilia”, Nuclei Cinofili ed Elicotteri),
su tutto il territorio nazionale, ed ha riguardato
figure apicali e semplici affiliati del clan
“Santapaola-Ercolano” attivo nel capoluogo e con
ramificazioni in tutta la provincia etnea, responsabili,
a vario titolo, di associazione di tipo mafioso,
estorsione, traffico di stupefacenti, rapina. L’indagine
è stata condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile
della Compagnia di Gravina di Catania dal 2014 al 2016
mediante attività tecniche e dinamiche, ulteriormente
riscontrate da dichiarazioni di collaboratori di
giustizia, ed era stata avviata sulla base di
intercettazioni emerse da un procedimento in corso per
associazione per delinquere finalizzata alle estorsioni.
I militari dell’arma, il 15 maggio 2013, in seno a
procedimento, hanno rilevato che per cause legate a
conflittualità interne conseguenti all’acquisizione
della leadership in seno al “gruppo” mafioso di San
Giovanni Galermo, gli indagati Vincenzo MIRENDA, suo
fratello Arturo ed un altro correo, si erano posti alla
ricerca di Vittorio Benito FIORENZA per attentare alla
sua vita, tanto che, non trovandolo, si erano recati
presso la sua abitazione dove avrebbero minacciato con
una pistola i suoi familiari e le persone a lui vicine.
Il grave episodio avviò una complessa attività tecnica
sui fratelli Arturo e Vincenzo MIRENDA, che consentiva
ai carabinieri di far piena luce anche sulle condotte
criminali di un articolato gruppo di spacciatori che,
sarebbero stati capeggiati da Alessandro PALERMO, per
occuparsi dell’acquisto di cospicue quantità di
stupefacente da destinare sulle piazze dei comuni
dell’hinterland nord della provincia per il tramite di
pusher locali. Le intercettazioni ambientali
consentivano ai militari dell’arma di appurare come
l’alternanza delle figure apicali, inevitabile a seguito
degli arresti che si susseguivano, di arrivare a
presunti affiliati che si sarebbero posti immediatamente
alle dipendenze del nuovo responsabile. Gli
investigatori hanno valutato il caso di Francesco
Lucio MOTTA, il quale, dopo l’arresto di Vincenzo
GUZZETTA “Enzo il biondo”, si sarebbe posto prima
agli ordini di Salvatore FIORE “Turi ciuri” e,
dopo l’arresto di questi, alle dipendenze di Salvatore
GURRERI “il puffo” ed infine dell’ultimo
responsabile del gruppo di S. Giovanni Galermo
individuato nel corso delle indagini, ovvero Vincenzo
MIRENDA “Enzo patata”. I militari dell’arma hanno
evidenziato che Salvatore
FIORE sarebbe risultato agli inquirenti figura di
spicco in seno al clan di riferimento, anche dopo il suo
arresto avvenuto nel mese di Aprile 2013 (operazione
Fiori Bianchi 2) come emerso dal fatto che, a seguito
degli attriti tra i due fratelli Arturo e Vincenzo
MIRENDA su chi dovesse assumere la leadership del
gruppo, il primo per tentare di scalzare il fratello
Vincenzo ed avere una posizione di rilievo nel gruppo
avrebbe cercato proprio l’appoggio di Salvatore FIORE,
per il tramite della moglie, che fungeva da messaggera
durante i colloqui in carcere. I militari su tali basi,
a partire dal febbraio 2014, svolgendo indagini
avrebbero accertato la responsabilità degli indagati in
relazione all’appartenenza al “gruppo” della famiglia di
Cosa Nostra catanese operante nel quartiere popolare di
San Giovanni Galermo, inizialmente capeggiata da
Salvatore GURRIERI, il quale pur essendo sottoposto alla
misura degli arresti domiciliari avrebbe diretto le
attività illecite grazie ai fratelli Vincenzo, Arturo ed
Angelo MIRENDA Gli investigatori dalle articolate
indagini hanno evidenziato la struttura del gruppo, le
posizioni di vertice ed i ruoli degli affiliati
nell’ambito del sodalizio malavitoso, ed anche
ricostruito l’ingente volume di affari illegali del clan
nei settori delle estorsioni e rapine ai danni di
imprenditori e commercianti, e del traffico di sostanze
stupefacenti. L’attività investigativa ha consentito di
trarre in arresto in flagranza di reato 17 persone per
detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Adrano CT
- 101 dosi in camera e materiale per confezionare:
Polizia, 1 ai domiciliari.
Agenti del Commissariato di P.S. di Adrano ieri, hanno
proceduto all’arresto ai domiciliari di Gaetano
MAZZAGLIA26enne, per il reato di detenzione
ai fini di spaccio di sostanza stupefacente del tipo
marijuana. I poliziotti, nel corso dell’intensa attività
di prevenzione e correlato controllo del territorio,
mentre stavano percorrendo via Carnazza, hanno notato
la presenza di Gaetano MAZZAGLIA. Il giovane
repentinamente, visti gli Operatori di Polizia, ha
tentato di fare rientro nella sua abitazione.
L’atteggiamento sospetto ha indotto gli Operatori a
procedere alla perquisizione personale e domiciliare con
esito positivo. I poliziotti addosso al sospetto negli
slip, hanno rinvenuto 2 involucri di sostanza
stupefacente del tipo marijuana, 6 banconote da 5€ 1 da
dieci, ritenute provento di spaccio. Gli agenti
nell’abitazione, all’interno di un armadio, hanno
trovato 1 sacchetto di plastica con 101 involucri (dosi)
di carta stagnola contenenti marijuana per un peso
complessivo lordo di circa 130 grammi, ed altri 2
involucri, uno di carta del peso di 16,5 grammi e 1 di
plastica da 10,7 grammi contenenti la medesima sostanza
stupefacente; infine, in 1 comodino della stanza da
letto dell’interessato, veniva rinvenuta 1 busta in
plastica contente 48,5 grammi di marijuana sfusa. I tutori dell’ordine
hanno altresì rinvenuto 1 bilancino elettronico, 2
macinini e circa 230 ritagli di carta stagnola,
ovverosia materiale atto al suddivisione e al
confezionamento delle dosi di stupefacente. Gaetano
MAZZAGLIA è stato tratto in arresto per il reato di
detenzione ai fini di spaccio, dandone notizia al P.M.
di Turno della Procura della Repubblica di Catania che
ha disposto fosse posto agli arresti domiciliari a
disposizione della procedente Autorità Giudiziaria.
Catania- Agenti lo bloccano con anfetamina, cocaina e
marijuana: ai domiciliari. La Polizia di
Stato ha tratto in arresto ai domiciliari:
Sergio LA ROSA 30enne, accusato di essere
responsabile di detenzione ai fini di spaccio di
sostanze stupefacenti del tipo anfetamina,
cocaina e marijuana. Uomini della Squadra
Mobile, Sezione “Contrasto al Crimine Diffuso”, ieri
sera hanno bloccato Sergio LA ROSA poiché trovato in
possesso di diverse tipologie di sostanze stupefacenti,
pronte per essere cedute sul mercato. Il personaggio era
stato fermato a bordo del suo ciclomotore in via Dottor
Consoli, e già durante il controllo di Polizia ha
mostrato un atteggiamento insofferente. Gli agenti hanno
sottoposto a perquisizione personale, il sospetto ed
hanno rinvenuto e sequestrato 6 involucri contenenti
sostanza stupefacente del tipo anfetamina, per un
peso complessivo di gr. 3,15; n. 1 involucro in
alluminio contenente sostanza stupefacente del tipo
cocaina, per un peso complessivo di gr. 0,21; n. 4
confezioni di sostanza stupefacente del tipo
marijuana, per un peso complessivo di gr. 7; n. 2
bustine trasparenti contenenti sostanza stupefacente del
tipo marijuana, per un peso complessivo di gr.
45; n. 1 bilancino elettronico di precisione e la somma
di euro 100, suddivisa in banconote di piccolo taglio,
provento dell’attività illecita. Gli investigatori della
Sezione “Contrasto al Crimine Diffuso”, nel prosieguo
dell’attività di Polizia Giudiziaria hanno eseguito una
perquisizione presso l’abitazione del soggetto, nel
quartiere di San Berillo Nuovo, ed hanno rinvenuto e
sequestrato altra sostanza stupefacente del tipo
marijuana, per un peso complessivo di gr. 765 circa.
Sergio LA ROSA espletate le formalità di rito, è stato
sottoposto alla misura degli arresti domiciliari in
attesa del giudizio per direttissima disposto
dall’Autorità Giudiziaria.
Catania
– Droga tra CT e SR, condanna: 6 anni e 11 mesi ai
domiciliari. I Carabinieri della Stazione di Catania
Nesima hanno arrestato il catanese PIERO D’AGATA
35enne in esecuzione di un ordine per l’espiazione di
pena detentiva emesso dal Tribunale di Catania.Il
personaggio è ritenuto colpevole dai giudici di
detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze
stupefacenti, reato commesso tra Catania e Siracusa nel
2014, per cui è stato condannato ad una pena
equivalente ad 6 anni, 11 mesi e 21 giorni di
reclusione che dovrà scontare in regime di detenzione
domiciliare.
Mascali
CT
– Cane Cinofili CC scopre marijuana e piantagione,
1 ai domiciliari. I Carabinieri della locale
Compagnia, con in campo gli uomini delle Stazioni
territoriali nei giorni scorsi, coadiuvati dai militari
del battaglione “Sicilia” e del Nucleo Cinofili di
Nicolosi, hanno battuto palmo a palmo le zone ad alto
indice di criminalità del territorio di competenza. I
carabinieri hanno ammanettato nella flagranza un 36enne
di Mascali, poiché ritenuto responsabile di detenzione
finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. I
militari, perquisendo l’abitazione e grazie al fiuto del
pastore tedesco “Zero”, hanno rinvenuto e sequestrato:
20 grammi di “marijuana”, già dosata e pronta allo
spaccio, una mini piantagione di canapa indiana: una
decina di piante e materiale comunemente utilizzato
per confezionare le dosi di stupefacente.
Aci S.Antonio
CT
– Droga in camera da letto: CC, 1 ai domiciliari.
I Carabinieri della Stazione di Aci Sant’Antonio hanno
arrestato ai domiciliari nella flagranza Raffaele
MIRABELLA 28enne, del posto, poiché ritenuto
responsabile di detenzione finalizzata allo spaccio di
sostanze stupefacenti. I militari hanno rilevato che
tanti giovani si succedevano nei pressi
dell’abitazione in pieno centro cittadino, tanto da
spingerli a porla discretamente sotto osservazione fino
a quando l’altra notte vi hanno fatto irruzione. I
carabinieri hanno rinvenuto, perquisendo la stanza da
letto, nascosti dentro uno zaino: 110 grammi circa di
“marijuana”, ancora da dosare, altri 15 grammi circa
della medesima sostanza già suddivisa in dosi, 150 euro
in contanti, un bilancino elettronico di precisione e
del materiale comunemente utilizzato per confezionare le
dosi di stupefacente. La droga e il denaro sono stati
sequestrati mentre l’arrestato, in attesa di giudizio, è
stato relegato ai domiciliari.
Catania
– Animali maltrattati a Picanello: Polizia denuncia
gestore attività. Agenti del Commissariato
Borgo-Ognina, hanno effettuato controlli straordinari
mirati alla tutela degli animali ed in generale,
all’illegalità diffusa nel quartiere di Picanello.
L’ispezione eseguita presso un’attività commerciale
operante nel settore degli animali, ubicata nel
quartiere di Picanello ha assunto particolare rilievo
per i risvolti rilevati. Il titolare ha occupato un
significativo spazio di suolo pubblico davanti
l’attività ponendovi, tra l’altro, piante, sacchi di
mangime e cassette per animali e per tale motivo è stato
sanzionato per occupazione del suolo pubblico ai sensi
dell’art. 20 CdS con obbligo di ripristino immediato
dello stato dei luoghi. I tutori dell’ordine hanno
esteso il controllo nell’attività dove, attirati anche
dal guaito, o meglio la sofferenza di un cane, hanno
riscontrato la presenza di un pitbull di grossa taglia
chiuso in una piccolissima rientranza scavata in una
parete di una stanza di circa mezzo metro quadrato.
L’animale, privo di acqua e cibo, boccheggiante per il
caldo, è stato immediatamente rifocillato ed il titolare
d’esercizio commerciale indagato in libertà per il
reato di maltrattamenti di animali ai sensi dell’art.
544 ter c.p. che prevede la pena della reclusione da tre
a diciotto mesi o la multa da euro 5.000 a euro 30.000.
L’indagato ha giustificato l’insano gesto riferendo
che”l’aveva chiuso poiché nel corso della mattinata
altri cani avrebbero dovuto entrare in detto esercizio
commerciale per dei trattamenti”. I poliziotti inoltre,
in un terrazzino posto nel retrobottega dell’attività,
in un piccolo spazio recintato all’interno di una aiuola
di circa un metro quadrato, hanno riscontro la presenza
di 4 tartarughe tenute in condizioni incompatibili con
la loro natura, e produttivi di gravi sofferenza.Le
tartarughe, infatti, erano tenute anche in questo caso
senza acqua e senza cibo, sotto il sole cocente e in un
piccolo spazio. Il Servizio CITES del Distaccamento
Regionale di Carabinieri e Forestale di Catania, ha
certificato che appartengono alla specie protetta
“Testudo Hermanni” inclusa nell’allegato A Reg. Ce n.
338/97 in applicazione della Convenzione di Washington.
Il titolare è stato indagato in libertà per il reato
previsto dall’art. 1 c.1 lett. f della L. 150/1992 che
punisce la detenzione di specie protette a ai sensi
dell’art. 727 c.p. per avere tenuto animali nelle
condizioni sopradescritte. Le tartarughe sono state
sequestrate e saranno custodite in un luogo idoneo dove
verranno accudite.
Acireale
- Stalking, violenza sessuale, circonvenzione incapace,
1 ammanettato da poliziotti.Agenti del Commissariato
di P.S. di Acireale hanno tratto in arresto Giuseppe
Marcello DI MASE45enne,
acese, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare
in carcere emessa in data 21 giugno dal G.I.P. del
Tribunale di Catania.DI MASE è indagato per
svariati gravi reati nei confronti di più vittime ed, in
particolare, per il reato di atti persecutori (Stalking),
violenza sessuale, circonvenzione di incapace,
sostituzione di persona ed estorsione. L’indagine
consiste, sostanzialmente, in due diversi filoni. Il
primo è iniziato nel mese di settembre 2016, allorquando
è stata avviata un’attività investigativa che ha
consentito ai poliziotti di acquisire gravi indizi di
colpevolezza a carico del DI MASE che, abusando dello
stato di infermità psichica di una donna, si sarebbe
fatto consegnare, in più occasioni, ingenti cifre di
denaro per oltre 5.000€. Il soggetto inoltre,
utilizzando falsi account Facebook, si è attribuito
l’identità di un altro uomo, sempre al fine di ingannare
la donna per estorcerle denaro. Il personaggio in una
circostanza avrebbe estorto, colpendola con un pugno,
la somma di 350 euro ad un’altra donna che era stata
incaricata dalla vittima di consegnargli del denaro.
Un’indagine parallela ha consentito agli inquirenti di
accertare che DI MASE fosse responsabile anche del
reato di atti persecutori nei confronti di una donna di
41 anni, con la quale aveva avuto una relazione amorosa,
interrotta per volontà della vittima nel mese di giugno
dello scorso anno, proprio a causa dei comportamenti
violenti e minacciosi del soggetto. Il personaggio
secondo la denuncia fatta dalla vittima agli
investigatori del Commissariato, in una circostanza
l’aveva costretta con la forza a un rapporto sessuale.I
risultati dell’attività investigativa, condotta in
costante e perfetta sinergia con la Procura della
Repubblica, sono stati compendiati in una dettagliata
informativa di reato inviata all’Autorità Giudiziaria.
DI MASE, pur essendo stato indagato, negli ultimi
giorni, avrebbe aumentato la sua pressione psicologica
nei confronti della vittima di stalking con
messaggi dalle chiare frasi minacciose, imponendole
perfino di non allacciare altre relazioni, altrimenti
avrebbe provveduto a eliminarla. La gravità delle
minacce, il comportamento violento e persecutorio del
soggetto, la frequenza sempre più intensa con la quale i
messaggi sono stati inviati, ha fatto scattare
un’immediata attività di protezione della vittima,
concordata con la competente Autorità Giudiziaria, che è
stata costantemente seguita dal personale della Polizia
di Stato, al fine di tutelarne l’incolumità. DI MASE,
cercando di rimanere non identificabile, nei giorni
scorsi ha inviato, da cabine telefoniche ubicate ad
Acireale ed a Catania, messaggi con minacce di morte
alla donna, cagionandole naturalmente un grave stato di
ansia e di paura. Gli investigatori hanno appurato che
ad ogni messaggio inviato è corrisposta con l’immediata
attività di riscontro da parte della Polizia di Stato, è
stato verificato chi fosse l’autore delle minacce:
l’individuazione dei telefoni pubblici e la visione
di alcune riprese di impianti di video registrazione,
hanno permesso di individuare proprio DI MASE quale
responsabile. Queste attività di riscontro sono state
immediatamente riferite, con apposite informative, alla
Autorità Giudiziaria, che, con tempestività, ha chiesto
un provvedimento di custodia cautelare nei confronti
dell’arrestato, per la sua elevatissima pericolosità. Il
GIP, con altrettanta attenzione e celerità, ha emesso la
relativa ordinanza applicativa di misura cautelare che
ieri pomeriggio è stata eseguita.
Catania
– Estorsioni e frodi informatiche,
Polposta: operazione “Criptolocker”.
La Polizia Postale e delle Comunicazioni Compartimento
di Catania diretta dal v.questore
Marcello
La Bella,
(ascolta l'intervista) ha svolto l’operazione “Criptolocker”,
condotta e coordinata dalla Procura Distrettuale etnea,
contro un’associazione per delinquere finalizzata alla
commissione di estorsioni, frodi informatiche, accessi
abusivi e danneggiamenti a sistemi informatici,
sostituzioni di persone e truffe. 7 le persone coinvolte
di cui 4 destinatari di un’ordinanza di misura cautelare
in carcere.
Si tratta di Gennaro BOZZAOTRO 23enne
detto Genny; Raffaele BOZZAOTRO 31enne detto
Lello; Giuseppe DE SIMONE 27enne detto Peppe;
Carmine AMATO 24enne detto Carminiello. Altre 3
le persone sottoposte alle indagini per i medesimi
titoli di reato, per le quali Ufficio di Polizia non
aveva avanzato richiesta applicativa di misura
cautelare, ricoprendo essi il ruolo di meri partecipi
del sodalizio criminale. L’indagine della Polizia
postale era stata avviata a seguito della denuncia per
accesso abusivo e per tentata estorsione sporta, nel
febbraio 2016, da un imprenditore catanese. I sistemi
informatici della vittima erano stati colpiti dal virus
denominato Criptolocker. Gli investigatori hanno
avviato la laboriosa attività di indagine che ha
consentito di individuare l’esistenza di
un’organizzazione criminale che operava nel territorio
napoletano, ma che colpiva le sue vittime sull’intero
territorio nazionale. Il virus denominato
Criptolocker è un malware che viene iniettato
dai malviventi nei sistemi informatici delle vittime
(per lo più imprenditori) ed è in grado di bloccare
tutti i dati presenti, criptandoli. Gli autori della
condotta illecita chiedono, poi, un riscatto in denaro
per la successiva decriptazione. La Polizia Postale
attraverso complesse analisi di dati informatici e di
tabulati telefonici e, poi, intercettazioni telefoniche,
è riuscita a risalire all’identità dei componenti il
sodalizio criminoso, dedito ad un’ampia attività
illecita non solo legata all’uso del malware, ma
anche alla realizzazione di frodi informatiche, di
accessi abusivi a sistemi informatici, di truffe e di
sostituzioni di persona. I tutori dell’ordine hanno
accertato attacchi informatici ad aziende alle quali
sono state sottratte le credenziali di accesso ad
indirizzi di posta elettronica, a conti correnti
on-line ed a piattaforme di vendita digitali. I
maldestri eseguivano truffe secondo lo schema c.d.
man-in-the-middle, ovvero si sostituivano per lo più
a professionisti, trattavano con i relativi clienti,
concludevano affari ed indicando coordinate bancarie
relative a conti correnti a sé riferibili, si
impossessavano dei relativi guadagni. Una delle vittime
di tali condotte illecite è stato un imprenditore
catanese. Il programma criminale comprendeva inoltre
l’intenzione di creare un sito web falso (cd.
fake) di un istituto bancario, al fine così di poter
carpire i dati di home banking dei relativi
clienti. L’organizzazione, con sede a Napoli, colpiva le
sue vittime sull’intero territorio nazionale. Numerose
le aziende interessate dai raggiri informatici e
diverse decine i privati truffati come decine di
migliaia di euro i proventi illeciti. La Polizia, nel
corso dell’esecuzione dell’ordinanza cautelare ha,
inoltre, eseguito perquisizioni locali volte a
sequestrare gli strumenti informatici mediante i quali
venivano commessi i reati. Sono in corso accertamenti
tecnici sul notevole materiale informatico sequestrato.
Catania -Coltellate e mattarellate a madre: lui in manette,
donna in prognosi. Agenti della Polizia di Stato
ieri notte hanno arrestato Dario
ORLANDO, 30enne nato a Catania, responsabile del
delitto di tentato omicidio e di resistenza a P.U.
L’operazione ha avuto origine da una segnalazione,
giunta sul 113, secondo la quale in un appartamento nei
pressi di via Milo era in corso una violenta lite.
I poliziotti sono accorsi immediatamente sul luogo
indicato, ed hanno fatto ingresso nell’abitazione,
trovando innanzi una donna che giaceva a terra, in una
pozza di sangue. Il marito della vittima era sul posto,
ed ha raccontato agli agenti che poco prima, forse in
preda ad un raptus omicida, il figlio aveva
ripetutamente colpito la madre in varie parti del corpo
sia con un coltello da cucina che con un mattarello. Il
marito della vittima avrebbe detto ai poliziotti come
poco prima dell’aggressione il figlio, che a quanto gli
risultava, non aveva mai manifestato segni di disturbo
psichico, avrebbe al momento manifestato alla madre uno
stato di ansia e di nervosismo, motivo per cui la donna
gli aveva preparato una camomilla.
Il giovane , dopo avere assunto la bevanda, sarebbe
parso colto da un’improvvisa furia: si è recato in
cucina e ha accoltellato alle spalle la donna,
utilizzando 1 coltello della lunghezza di circa 45 cm.
Il marito richiamato dalle urla della signora, sarebbe
accorso e riuscito a disarmare il figlio, ma è stato da
quest’ultimo allontanato con forza dall’abitazione per
poi ricominciare a inveire sulla madre con un mattarello
da cucina, causandole la frattura di numerose costole.
Il marito della vittima è riuscito con l’aiuto di un
vicino, a rientrare nell’appartamento per soccorrere la
donna, mentre il figlio, forse spaventato dal suono
delle sirene delle volanti che stavano sopraggiungendo,
ha scavalcato la finestra della stanza da letto
dell’appartamento per raggiungere, attraversando vari
cornicioni, il terrazzo di un palazzo adiacente. Le
Volanti sono giunte sul posto. Gli agenti hanno
cercato di raggiungere immediatamente il giovane, ed
hanno sfondato la porta d’accesso al lastrico solare
dove si era rifugiato ed hanno ingaggiato con lui
un’accesa colluttazione, terminata col suo l’ammanettamento.
La donna, frattanto soccorsa dall’ambulanza fatta
accorrere sul posto, è stata trasportata d’urgenza
all’Ospedale Garibaldi, dove è stata ricoverata in
prognosi riservata.
ORLANDO è stato condotto in Questura dove è stato
formalizzato l’arresto; il P.M di turno, ha disposto la
traduzione dell’arrestato nel il carcere Piazza Lanza,
in attesa della celebrazione dell’udienza di convalida.
Acireale CT – Colombiano rapina
anziano a Firenze, viola domiciliari: CC manette a Catania.
I Carabinieri
della Compagnia di Acireale hanno arrestato il colombiano Jemenz Yerson StiwardLondono 29enne
acese d’adozione, in esecuzione di un provvedimento per l’aggravamento della
misura cautelare emesso dalla Corte di Appello di Firenze.Il personaggio
era ai domiciliari per rapina aggravata, reato commesso a Firenze il 21
maggio del 2016 ai danni di un pensionato, ed ha più volte trasgredito gli
obblighi imposti dalla misura restrittiva, così come puntualmente accertato
dai militari del Nucleo Operativo. L’informativa recapitata all’Autorità
Giudiziaria toscana ha prodotto l’emissione del provvedimento che, ieri
sera, ne ha consentito la cattura e la traduzione nel carcere di Catania
Piazza Lanza.
Catania
– Matricidio al cimitero
per rancori, polizia arresta figlio 43enne.
Gli agenti su delega della Procura Distrettuale della
Repubblica di Catania, hanno tratto in arresto:
Angelo Fabio MATA’
43enne, in esecuzione di ordinanza di custodia
cautelare in carcere, emessa il 20 maggio 2017 dal
G.I.P. del Tribunale di Catania, in quanto ritenuto
responsabile di omicidio commesso ai danni della madre
Maria Concetta VELARDI (cl.1955), con l’aggravante di
aver commesso il fatto contro l’ascendente. Uomini
dell’U.P.G.S.P. della Questura di Catania, alle ore
16.20 circa del 7 gennaio 2014, erano intervenuti
presso il cimitero, a seguito della richiesta di
intervento formulata da Angelo Fabio MATA’ il quale
aveva riferito di avere rinvenuto il cadavere
insanguinato della madre. I poliziotti dell’U.P.G.S.P. e
della Squadra Mobile, giunti sul posto, constatarono la
presenza del cadavere di Maria Concetta Velardi. Il
corpo della donna giaceva a terra su alcune macchie di
sangue, in un corridoio tra due cappelle, a pochi metri
di distanza da quella della famiglia MATÀ. Gli
investigatori nel corso del sopralluogo, eseguito in
presenza del P.M. di turno presso la Procura
Distrettuale della Repubblica di Catania che si era
recato sul posto per coordinare le indagini, personale
del locale Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica
rinvennero, tra la cappella della famiglia MATA’ ed il
cadavere della donna, un sasso intriso di sangue. Il
reperto era compatibile per forma e dimensioni con una
prima aggressione che la vittima avrebbe subito,
mediante uno o più colpi alla nuca e che ne avrebbe
provocato la caduta a terra. Gli agenti, accanto al
cadavere avevano rinvenuto, come se fossero stati
deposti e abbandonati dopo la selvaggia aggressione, 2
pesanti sassi di grandi dimensioni, intrisi su un lato
di sostanza ematica. Gli investigatori rilevarono
sulle pareti del corridoio la presenza di tracce
ematiche compatibili per forma ed ubicazione con
l’ipotesi che nel punto in cui era ubicato il cadavere
vi fosse stata una seconda violentissima aggressione
consistita in una serie di colpi inferti al capo ed
altre parti del corpo della vittima, che si trovava già
stesa per terra, mediante i due pesanti sassi rinvenuti
accanto.Gli inquirenti hanno appurato che sul viale
antistante ove era ubicata la cappella MATA’, era
posteggiata l’autovettura appartenente a Angelo Fabio
MATA’ con la parte anteriore rivolta in direzione di via
Acquicella. Una goccia di piccole dimensioni di
sostanza ematica veniva rinvenuta in auto precisamente
vicino alla maniglia di apertura dalla portiera
posteriore destra. La polizia, da una prima
ricostruzione effettuata, ha rilevato che la vittima
appariva essere stata trascinata nel corridoio, essendo
stata constatata dal medico legale la presenza di
abrasioni nella parte inferiore della schiena; la maglia
indossata dalla donna, era strappata in corrispondenza
del punto in cui vi erano le abrasioni, e ciò lasciava
ipotizzare che la malcapitata fosse stata trascinata
dall’aggressore per ripararsi da sguardi indiscreti,
mentre infliggeva i colpi di grazia. Gli investigatori
hanno notato che emergeva in maniera incontrovertibile
come l’autore del turpe delitto dovesse essere dotato di
notevole forza fisica. Gli inquirenti, sulla base di
tali iniziali risultanze, avviarono una complessa ed
articolata indagine, anche di tipo tecnico, coordinata
dalla Procura della Repubblica di Catania, che si
avvaleva del contributo di personale dei Gabinetti
Regionali di Polizia Scientifica di Catania e di Palermo
(specie per ciò che concerne la ricerca e la
catalogazione di tracce di sostanza biologica) che
consentivano di acquisire univoci e concordanti indizi
di colpevolezza nei confronti di Angelo Fabio MATA’
evidenziando, quale movente del delitto, il rapporto
conflittuale esistente tra quest’ultimo e la madre. Le
circostanziate dichiarazioni rese da Angelo Fabio MATA’
in ripetute occasioni, a partire dal 7 gennaio 2014,
giorno del ritrovamento del cadavere della signora
Velardi, erano oggetto di un’accurata verifica da parte
degli investigatori della Sezione “Reati contro la
Persona” della Squadra Mobile che riuscivano ad
individuare progressivamente numerose persone presenti
al cimitero di Catania il giorno dell’omicidio. 3
diverse persone che si trovavano in altrettanti distinti
luoghi del cimitero, non lontani dalla cappella MATA’,
avrebbero riferito che avevano avuto modo di udire le
urla della donna nel corso dell’accesa discussione con
il figlio. Il combinato delle dichiarazioni con i dati
offerti dal medico legale hanno consentito di affermare
che l’aggressione alla Velardi, a seguito della quale è
deceduta (dopo circa trenta-quaranta minuti di agonia)
andava collocata tra le ore 15.30 e le ore 15.45 circa
del 7 gennaio 2017. La polizia ha ricostruito che
perpetrata l’aggressione, MATA’ si sarebbe precostituito
un alibi, cercando di simulare che l’aggressione alla
madre fosse avvenuta durante la sua assenza dal cimitero
ed effettuando con la propria autovettura un giro che
creasse un lasso di tempo sufficiente a tale scopo.I
tutori dell’ordine invero, dall’analisi dei tabulati non
disgiunte dalle dichiarazioni rese dalle persone
presenti al cimitero, affermano che la Velardi era stata
aggredita in un lasso di tempo nel quale il figlio si
trovava all’interno del cimitero. Gli investigatori
hanno concluso che MATA’, al ritorno al cimitero
(documentato dai ponti di aggancio del telefono
cellulare), avrebbe messo in piedi la messinscena del
disperato rinvenimento con le mani piene di sangue, in
modo da giustificare ogni eventuale traccia ematica
della madre si di sé come frutto di contaminazione
derivante dal rinvenimento e dalla manovre effettuate.
Gli esiti degli accurati esami svolti dalla Polizia
Scientifica hanno consentito di affermare che, mentre
subiva l’aggressione, la Velardi graffiava con la mano
destra il figlio, fatto dimostrato sia dalla presenza di
materiale genetico riconducibile al MATA’ sotto 2 unghie
della mano destra della vittima, sia dalla presenza di
sostanza ematica dell’indagato (anche mista a sangue
della madre) sugli abiti e sullo sportello
dell’autovettura del MATA’.Gli investigatori, in ordine
al movente del delitto, hanno accertato che MATA’, a
seguito di un’accesa lite con la madre, aveva avuto una
violentissima reazione, frutto del rancore a lungo
covato nei suoi confronti quale genitore, ritenuta
ostacolo alla realizzazione di progetti di vita
personale. Espletate le formalità di rito, MATA è stato
associato presso la Casa Circondariale di piazza Lanza a
disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Catania
- 203° Annuale Fondazione Arma dei Carabinieri.
La manifestazione èlunedì 5 giugno, alle ore
18:30, nella caserma “Vincenzo Giustino” di Piazza
Giovanni Verga, storica sede del Comando Provinciale
Carabinieri di Catania. La cerimonia per il 203°
anniversario della fondazione dell’Arma dei Carabinieri
prevede lo schieramento di un Reparto di formazione con
rappresentanze delle singole specialità dell’Arma, degli
organismi di rappresentanza e dell’Associazione
Nazionale Carabinieri. Il
Comandante
Provinciale, Colonnello Francesco Gargaro, alla presenza
delle Autorità cittadine, riassume i risultati
conseguiti dall’Arma etnea e procede alla consegna
delle ricompense ai militari maggiormente distintisi in
attività di servizio. I momenti solenni della cerimonia
sono la lettura del messaggio del
Presidente della Repubblica Sergio Mattarella,
dell’Ordine del Giorno del Comandante Generale dell’Arma
dei Carabinieri, Gen. C.A. Tullio Del Sette.
Milano
–
Mafia, Laudani invischiati in attività milanesi con LIDL,
DDA indagini a Volpiano (TO), Biandrate (NO), Somaglia
(LO) e Misterbianco (CT), 218 filiali.
Militari del
Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza
di Varese
e personale della Squadra Mobile della
Questura
di Milano, alle prime ore del 15 maggio 2017,
hanno dato esecuzione all’ordinanza applicativa di
misure cautelari personali emessa dal G.I.P. del
Tribunale di Milano, su richiesta della locale Direzione
Distrettuale Antimafia (Procuratore Aggiunto dr.ssa
Boccassini e Sostituto Procuratore dr. Storari), nei
confronti di 15 soggetti (di cui 11 in carcere, 3
agli arresti domiciliari e 1 divieto di dimora), a
vario titolo accusati di far parte di un’associazione
per delinquere che ha favorito gli interessi, in
particolare a Milano e provincia, della famiglia mafiosa
catanese dei “LAUDANI” o “Mussi i ficurinia”. La
Polizia di Stato e la Guardia di Finanza, nella stessa
mattinata, hanno dato esecuzione, in provincia di
Catania, al decreto di fermo di indiziato di delitto,
emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia alla sede
etne, in collegamento investigativo con la D.D.A. di
Milano, nei confronti di 2 indagati accusati di far
parte dell’associazione di tipo mafioso riconducibile
alla predetta famiglia “LAUDANI”. Contestualmente, è
stata data esecuzione ai seguenti provvedimenti
cautelari di natura reale: misura di prevenzione
dell’amministrazione giudiziaria dei beni connessi
ad attività economiche, disposta dal Tribunale di Milano
– Sezione Autonoma Misure di Prevenzione, ai sensi
dell’art. 34 del d.lvo 159/2011 (codice antimafia) nei
confronti della Lidl Italia Srl, (società operante nel
settore della grande distribuzione), con riferimento
alle Direzioni Regionali di Volpiano (TO),
Biandrate (NO), Somaglia (LO) e
Misterbianco (CT), che amministrano complessivamente
218 filiali; sequestro preventivo disposto dal
G.I.P. del Tribunale di Milano, ai sensi degli articoli
240 c.p. e 321 c.p.p., delle quote di 10 società e
cooperative riconducibili al cd. “gruppo Sigilog” di
Cinisello Balsamo (operanti nel settore della logistica,
del facchinaggio e dei servizi alle imprese, alle cui
dipendenze risultano circa 190 dipendenti) nonché 3
beni immobili, oggetto di intestazione fittizia ai sensi
dell’art. 12 quinquies d.l. 306/1992; decreto di
fissazione di udienza, emesso dal G.I.P. del
Tribunale di Milano ai sensi dell’art.47 d.l.vo 231/2001
(responsabilità amministrativa degli enti), al fine di
decidere sulla nomina di un commissario giudiziale
per la durata di 1 anno, nei confronti di 5 società
riconducibili alla “Securpolice Group scarl” di
Cinisello Balsamo (operanti nel settore della
sicurezza e della vigilanza, alle cui dipendenze
risultano circa 600 dipendenti); sequestro preventivo
d’urgenza disposto dalla Direzione Distrettuale
Antimafia di Milano, relativo a disponibilità
finanziarie per un importo per equivalente di oltre 2,5
milioni di euro, derivante da reati di natura fiscale.
Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale
Antimafia e condotte dal Nucleo di Polizia Tributaria
della Guardia di Finanza di Varese e dalla Squadra
Mobile della Questura di Milano, hanno consentito di
individuare l’operatività di un’associazione,
prevalentemente composta da imprenditori attivi, anche
attraverso prestanome, nei servizi di vigilanza,
sicurezza, cortesia e logistica. L’indagine, avviata a
giugno 2015, ha consentito di accertare che la famiglia
mafiosa dei LAUDANI sarebbe riuscita, attraverso una
serie di società e cooperative riconducibili al cd.
“gruppo Sigilog” di Cinisello Balsamo e facenti capo a
diversi imprenditori – tra i quali Luigi ALECCI, Giacomo
POLITI, Emanuele MICELOTTA ed i fratelli Alessandro
FAZIO e Nicola FAZIO, tutti collegati a Orazio Salvatore
DI MAURO, organico dei “LAUDANI” – ad infiltrarsi nel
tessuto economico lombardo. Luigi ALECCI sarebbe la
figura di riferimento del sodalizio, in grado di gestire
e mediare i rapporti tra gli imprenditori con i quali è
in affari, mentre i fratelli FAZIO, su sollecitazione
di Giacomo POLITI e di Emanuele MICELOTTA, avrebbero
concorso ad inviare, per il tramite dell’affiliato
Enrico BORZI’, somme di denaro contante in Sicilia
destinate al sostentamento economico delle famiglie dei
detenuti appartenenti alla famiglia mafiosa “LAUDANI”.
I fratelli FAZIO sono imprenditori che operano nel campo
della vigilanza e della sicurezza, attraverso diverse
società della “Securpolice Group scarl” di Cinisello
Balsamo e forniscono numerosi servizi a favore di
strutture pubbliche e private, in particolare presso
catene di supermercati su tutto il territorio
nazionale. Le dazioni di denaro a esponenti della
famiglia laudani, in particolare quelle riconducibili ai
fratelli FAZIO, sono funzionali ad ottenere commesse ed
appalti in Sicilia dalla Lidl Italia srl, garantendo
così il monopolio e la cogestione del settore nonché
veicolando il reclutamento del personale da assumere.
Il denaro, grazie alla connivenza di un professionista,
Attilio Alfonso PARLAGRECO, viene monetizzato attraverso
società riconducibili anche a prestanome - tra i
principali, Alberto MONTEVERDE, Vincenzo STRAZZULLA,
Vincenzo GRECO, Antonino FERRARO e Rosario SPOTO e
proviene da diverse attività illecite (emissione di
fatture per operazioni inesistenti ad oggi quantificate
in oltre 2,5 milioni di euro, omessa dichiarazione ed
omesso versamento IVA). Tali provviste sarebbero
secondo l’inchiesta destinate anche a finanziare
attività di corruttela di amministratori di enti
pubblici e di dirigenti della Lidl Italia srl, quale
Simone SURIANO, al fine di assicurarsi l’assegnazione
dei lavori di restyling e rifacimento delle filiali di
quest’ultima società, mediamente per un importo di circa
3 milioni di euro annuali. L’attività di penetrazione
nei pubblici appalti, in particolare quelli assegnati
con affidamento diretto, gestiti dalla dr.ssa Giovanna
Rosaria Maria AFRONE (Responsabile del Servizio
Gestione Contratti Trasversali con Convenzioni Centrali
di Committenza del Comune di Milano), è avvenuta grazie
alle illecite influenze di due ex dipendenti pubblici,
Orazio ELIA (settore ospedaliero) e Domenico PALMIERI,
(Provincia di Milano), quest’ultimo tuttora sindacalista
con delega al rapporto con le istituzioni e
“stipendiato” mensilmente dal sodalizio criminale.
Catania -Tratta per prostituzione e “Conference voodoo”
1 madame presa. La Polizia di Stato su delega della
Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, ha
dato esecuzione ad una ordinanza applicativa di misura
cautelare personale emessa il 5 maggio 2017 dal G.I.P.
del Tribunale di Catania, nei confronti di: Belinda
JOHN 36enne,
in quanto “ritenuta responsabile del delitto di
associazione per delinquere finalizzata al
favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed alla
tratta di persone (collaborando con altre persone allo
stato non identificate ed operanti sia in Nigeria ed in
Libia che Italia), nonché dei delitti di tratta di
persone aggravata e favoreggiamento dell’immigrazione
clandestina, con le aggravanti di avere esposto a
pericolo la vita o l’incolumità delle persone
trasportate - facendole imbarcare su natanti occupati da
numerosi migranti privi di ogni necessaria dotazione di
sicurezza - e di avere agito al fine di reclutare
persone da destinare alla prostituzione o, comunque,
allo sfruttamento sessuale ed al fine di trarne
profitto”. Il provvedimento restrittivo ha accolto gli
esiti di un’articolata attività investigativa di tipo
tecnico, inizialmente effettuata dalla Squadra Mobile di
Palermo e successivamente proseguita da personale della
Squadra Mobile di Catania - Sezione Criminalità
Straniera e Prostituzione - coordinata dalla D.D.A. di
Catania, a seguito delle dichiarazioni rese il 24
luglio 2015 da una giovane nigeriana, all’epoca
minorenne, “Nicoletta” (nome di fantasia) giunta
nella medesima giornata presso il Porto di Palermo a
bordo della nave norvegese “Siem Pilot”. La
ragazza riferì dettagli plurimi in ordine al viaggio
compiuto per raggiungere l’Italia, a seguito di promesse
fatte da una vicina di casa che le aveva prospettato la
possibilità di partire per l’Europa dove avrebbe potuto
trovare un lavoro, così da potere saldare il debito
iniziale, pari alla somma di 35.000€, contratto con la
sua “madame”. La minore veniva sottoposta, con
altre connazionali, ad un rituale “voodoo”, che
l’ha obbligato ad obbedire alla sua madame ed a
ripagarle l’intero debito, e ciò per non incorrere in un
minacciato destino funesto. La minore ha dichiarato che
il voodooista le aveva fatto prendere con le
mani la testa di animale morto, facendole giurare che,
una volta partita, e poi raggiunta la destinazione,
avrebbe lavorato per ripagare il debito, altrimenti
sarebbe stata perseguitata dagli incubi e dalla morte.
la vittima ha intrapreso il viaggio per l’Europa,
partendo da Benin City e giungendo a Lagos in Nigeria.
La minore ha continuato per la Libia, dove, durante la
sosta in un campo, la stessa “Nicoletta” aveva
appreso dagli altri migranti che in Europa sarebbe stata
avviata alla prostituzione. L’attività tecnica degli
investigatori, iniziata a seguito della denuncia resa
dalla vittima, la quale ha fornito le utenze
telefoniche che avrebbe dovuto contattare una volta
giunta in Italia, ha permesso di risalire all’indagata.
La madame, in concorso con altri soggetti non
identificati, organizzava abitualmente viaggi di fortuna
sui barconi dei trafficanti libici per fare entrare in
Italia clandestinamente ragazze nigeriane, anche
minorenni, che venivano avviate alla prostituzione nella
zona di Catania. Le sventurate venivano private della
libertà, picchiate e considerate quasi come oggetti di
sua proprietà. gli inquirenti della Sezione Criminalità
Straniera e Prostituzione, nel corso delle
intercettazioni, hanno ascoltato in diretta, in modalità
“conference call” una conversazione tra la
voodooista, l’indagata Belinda, i genitori di
un’altra “sua” ragazza, “Antonia”(nome di
fantasia), la quale, secondo quanto emerso dall’attività
tecnica, era scappata dal controllo di Belinda, non
versandole le somme di denaro e fingendo di non
lavorare. Belinda aveva reagito duramente, contattando
la famiglia di “Antonia” per farla tornare e
pagare il “dovuto”, ovvero la somma di 30.000€, e
chiedendo di versare mensilmente 4.000€, fino
all’estinzione del debito, così come concordato. Belinda,
inoltre, aveva deciso di sottoporre “Antonia” ad
altri riti voodoo, uno dei quali veniva
registrato in diretta, ed in tale circostanza il
soggetto che faceva il rito voodoo aveva invitato
i familiari di “Antonia” a chiamarla ed attivare
il vivavoce. I genitori, in diretta telefonica, alla
presenza di Belinda, hanno invitato “Antonia” a
ritornare dalla madame per rispettare il
giuramento, ma “Antonia” affermava di non avere
intenzione alcuna di tornare da Belinda perché la
trattava male e pretendeva per il posto di lavoro,
tratto di strada dove prostituirsi c.d. “joint”,
una somma maggiore di quanto pagato dalle altre ragazze.
Il voodooista, sempre in diretta telefonica,
rivolgendosi ad “Antonia” esclamava: “sono io
ti ricordi di me? (…) Come mai dopo che ti ho chiamato
l’altra volta, tu dopo due giorni sei scappata? (…)
Guarda che la madame ha appena parlato con i tuoi
genitori dicendo tutto quello che hai fatto … i tuoi
genitori sono qua da me! Da questo momento in poi tu
devi parlare con la verità ! Se tu dirai delle bugie,
morirai!” Espletate le formalità di rito, Belinda
JOHN, su disposizione del G.I.P. è stata sottoposta
agli arresti domiciliari.
Catania
- Guardia Costiera sequestra 20.000 kg pesce non
commestibile tra ME e SR: 100 uomini in Operazione
Surprise. La Guardia Costiera della Direzione
Marittima di Catania ha svolto, nelle giornate tra il 26
e il 28 aprile scorsi, un’attività di controllo
sull’intera filiera ittica in tutta la Sicilia
Orientale. Gli oltre 100 militari, fra uomini e le donne
del Corpo, hanno condotto un’attività di controllo
combinato mare/terra, impiegando 20 mezzi terrestri e 25
unità navali, al fine di vigilare su tutte le fasi della
filiera della pesca, dalla cattura al trasporto, dalla
vendita ed alla somministrazione del pescato, portando a
termine oltre 50 controlli, sanzionando con circa
25.000€ di pene pecuniarie i trasgressori e sequestrando
circa 20.000 kg di prodotto ittico. Moltepilici attività
sono state condotte nell’ambito dell’operazione: ad
Acireale è stata elevata una sanzione amministrativa a
carico di un grande distributore di prodotti ittici, che
deteneva all’interno delle celle frigo della propria
azienda del prodotto ittico allo stato congelato senza
tracciabilità, per un peso complessivo di circa 13.600
kg, in violazione dell’articolo 10 comma 1 lettera z)
del D.lvo 9 gennaio 2012 n. 4, punita con sanzione
pecuniaria e sequestro amministrativo. Il prodotto
ittico senza tracciabilità è stato sottoposto al
controllo sanitario dal servizio veterinario dell’ASP
distretto di Acireale, che ne hanno dichiarato la non
commestibilità al consumo, pertanto è stato lasciato in
custodia gratuita al trasgressore in attesa della
distruzione. I Guardiacoste nel territorio di Riposto
hanno deferito all’Autorità giudiziaria il proprietario
di una società di distribuzione di prodotti ittici a
causa del cattivo stato di conservazione dei prodotti
per un peso complessivo di circa 7000 kg,
successivamente dichiarato non commestibile e sottoposto
a sequestro. Uomini della Capitaneria a Catania hanno
proceduto al sequestro di oltre 300 kg di spigole
provenienti dalla Grecia, totalmente sprovviste di
tracciabilità, trasportate su un furgone isotermico. I
controlli hanno interessato anche le attività di
ristorazione, nello specifico, i militari di S. Agata di
Militello, hanno deferito, alla competente
Autorità Giudiziaria, il titolare di un ristorante nel
comune di Tusa (Me), per l’accertato “cattivo stato di
conservazione” di circa 30 kg di prodotto ittico,
sottoposto a sequestro penale per il successivo
smaltimento presso struttura autorizzata.
I militari ad Augusta, durante dei controlli al
mercato rionale, hanno proceduto al sequestro di 35 kg
di pesce in quanto privo di documentazione e irrogato la
relativa sanzione amministrativa. I controlli posti in
essere, si collocano nell’ambito dell’attività di
contrasto alla pesca illegale e per verificare il
rispetto della politica comune della pesca anche in
merito all'osservanza delle norme inerenti le taglie
minime del pescato, la tracciabilità/rintracciabilità e
l'etichettatura del prodotto ittico in tutte le fasi
della commercializzazione, a tutela delle risorse
ittiche, dell'ambiente marino ed a garanzia della
sicurezza alimentare del consumatore che il Ministero
delle Politiche Agricole e Forestali ha assegnato al
Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera.
CATANIA- SCANDALO
SANITA’ PROCURA REPUBBLICA OTTIENE DA GIP 8 MISURE CAUTELARI INTERDITTIVE E
SOSPENSIONE ESERCIZIO PUBBLICI UFFICI. Il Giudice
per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Catania ha emesso otto
misure cautelari interdittive della “sospensione dall’esercizio
di pubblici uffici e servizi, ” per la durata di 1 anno su
richiesta della Procura distrettuale della Repubblica. I Carabinieri del
Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Catania hanno notificato il
provvedimento nei Comuni di Catania, Palermo, Monreale (PA) e Zola Predosa (Bo),
nei confronti di: Filippo DI PIAZZA, nato a Palermo, il 20 aprile 1973;
Giuseppe DI ROSA, nato a Palermo, il 4 ottobre 1978; Ignazio
LA MANTIA, nato a Catania, il 19 giugno 1958; Rosalia Maria LEONARDI,
nata a Catania, il 10 luglio 1961; Ruggero Benedetto Italo RAZZA,
nato a Milano, il 23 settembre 1980; Antonio SCAVONE, nato a Catania,
il 16 novembre 1956, e per la durata di 8 mesi, nei confronti di:Alberto BIANCHI, nato a Bologna, il 7 ottobre 1962; Calogero
GRILLO, nato a Canicattì (AG), l’8 settembre 1952. Le 8 misure emessepoiché i destinatari sono gravemente indiziati, in concorso tra loro e
con altri soggetti indagati, allo stato degli atti ed in relazione alla fase
processuale che non consente l’intervento delle difese, dei reati di “turbata
libertà degli incanti” e “turbata libertà del
procedimento di scelta del contraente”. Il
provvedimento fa sempre parte dell’Operazione “PSN” , che nei
giorni scorsi ha portato all’emissione dell’“ordinanza di custodia cautelare
agli arresti domiciliari” da parte del G.I.P etneo ed eseguita dall’Arma dei
Carabinieri di Catania, nei confronti di Giuseppe ARCIDIACONO, Nunzio
Ezio CAMPAGNA, Sebastiano FERLITO e Gesualdo Antonino
MISSALE, che nel corso degli “interrogatori di garanzia” del 3
maggio u.s., si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Il
Giudice, all’esito degli interrogatori svolti gli scorsi 4 e 5 maggio, in
tale contesto, ha concordato con la richiesta della Procura della Repubblica
di Catania di applicazione della misura interdittiva ai restanti 8 indagati,
ravvisando come stringenti e attuali le esigenze cautelari, potendo gli
stessi tornare a rivestire o continuare a ricoprire funzioni e ruoli nella
P.A., nelle procedure concorsuali universitarie, nell'ambito della sanità
pubblica, nella direzione di ordini professionali e nella compagine di
governo di enti partecipati dalle pubbliche amministrazioni. Le persone
coinvolte nel caso, secondo l’accusa, “ciascuna per la propria parte,
avrebbero condiviso ed apportato un contributo penalmente rilevante ad un
articolato sistemadi
turbativa di selezioni pubbliche a base clientelare e familistica, in
spregio ai principi del buon andamento e imparzialità della Pubblica
Amministrazione, traendone, come sarebbe stato nel caso di LEONARDI, SCAVONE
e RAZZA, anche un vantaggio per persone a loro molto vicine. Condotte
illecite quelle contestate che sarebbero caratterizzate dalla gravità,
sistematicità e ampiezza delle manipolazioni che avrebbero accompagnato i “Progetti
PSN” e il concorso per direttore amministrativo dell'OMCeO Catania”.
Alberto BIANCHI e Calogero GRILLO non avrebbero attivato i loro poteri di
controllo della legalità formale e sostanziale delle procedure cui
partecipavano in ruoli di rilievo, allo stesso modo, parimenti grave è il
concorso alle turbative nell’attribuzione degli incarichi nei Progetti CARIE
OSAS e CARDIO da parte di Rosalia Maria LEONARDI. Analogo ragionamento
varrebbe poi per Giuseppe DI ROSA, Filippo DI PIAZZA e Ignazio LA MANTIA,
poiché gli stessi avrebbero concorso nell’alterazione della procedura
concorsuale per l’incarico di Dirigente Amministrativo dell’Ordine dei
Medici di Catania in favore di Aldo MISSALE. Gli inquirenti rilevano che
sotto tale profilo, particolarmente grave appare la condotta contestata a DI
ROSA e DI PIAZZA, i quali si sarebbero prestati perfino a consegnare le
tracce delle prove scritte e le domande di quelle orali al candidato
predestinato. Gli investigatori hanno evidenziato per quanto riguarda invece
le condotte che sarebbero state poste in essere dagli indagati RAZZA e
SCAVONE, volte a favorire nel primo caso la designazione di Filippo FIORENZA
quale “esperto in elaborazione report e studi” per conto dell’Ordine
dei Medici e Odontoiatri di Palermo nel Progetto denominato “OSAS Catania
– Sentinelle della prevenzione”, mentre nel secondo l’assegnazione a
GULLOTTO Loredana (vicina a Scavone) di un incarico a tempo determinato
quale “Amministrativo” nell’ambito del Progetto “Centro Cardio Hub
e Spoke – modello di prevenzione e riabilitazione” presentato
dall’Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale e di Alta Specializzazione
“Garibaldi”, le stesse assumerebbero particolare gravità in ragione del
ruolo di primo piano allora rivestito dai medesimi nell’ambito della Giunta
Regionale quali Assessori rispettivamente alla Salute il primo e alla
Famiglia il secondo. Il GIP etneo ha disposto una misura interdittiva di
maggiore durata per gli indagati RAZZA, SCAVONE, LA MANTIA, LEONARDI, DI
ROSA e DI PIAZZA, attesa la ritenuta maggiore gravità delle condotte a loro
contestate e comunque per il ruolo di elevata responsabilità che
ricoprivano, nello svolgimento del quale o comunque in concomitanza con il
quale hanno agito, e per il più elevato grado di adesione anche psicologica
alle condotte contestate a CAMPAGNA ed a MISSALE. Inferiore in termini di
gravita invece quella contestata a BIANCHI ed a GRILLO, per il ruolo meno
centrale che essi avrebbero svolto nei fatti e in ragione di un minore
disvalore espresso dalle condotte loro addebitate.
PALAGONIA
– CC trovano droga nascosta in box auto: 1 presso.
Si tratta di Salvatore
LIZIO 50enne del posto.I Carabinieri del
Nucleo Radiomobile della Compagnia di Palagonia hanno bloccato nella
flagranza il soggetto ritenuto responsabile di detenzione finalizzata allo
spaccio di sostanze stupefacenti.L’equipaggio della
gazzella, nell’usuale controllo del territorio, dimostrando anche una
particolare conoscenza delle dinamiche delinquenziali della zona, ha notato
degli strani movimenti nei pressi dell’abitazione del sospetto. La
circostanza ha suggerito ai militari di cogliere il momento opportuno per
accedere nell’abitazione e nelle sue pertinenze per effettuare una
perquisizione d’iniziativa alla presenza del sospettato.La
decisione si è rivelata quantomai azzeccata, difatti, in un box auto
adiacente l’immobile, i carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato: 29 dosi
di eroina e 23 dosi di cocaina.Salvatore LIZIO,
assolte le formalità di rito, è stato associato nel carcere di Caltagirone.
MASCALI
CT -
Cane CC antidroga Ivan trova stupefacente in casa del pusher.I Carabinieri della
Stazione di Mascali, coadiuvati da uomini del Nucleo Cinofilo di Nicolosi,
hanno bloccato Stefano Mario SCIACCA 21enne, del posto, nella
flagranza di reato di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di
spaccio.L’attività info investigativa ha consentito all’Arma
mascalese di centrare l’obiettivo bloccando SCIACCA, ancora una volta e per
le stesse motivazioni legate allo spaccio di droga.I militari, acquisite le
opportune informazioni, si sono recati nell’abitazione del sospetto
circondandone il perimetro. SCIACCA si attardava all’apertura della porta
che, poi, apriva soltanto quando i militari avevano minacciavano di
abbatterla. I carabinieri hanno iniziato la perquisizione ed hanno
immediatamente rinvenuto 1 bilancino di precisione sul tavolo della cucina.
Il fiuto infallibile del cane “Ivan” ha segnalato la presenza di droga nel
comodino della stanza da letto, la quale, non veniva trovata dai militari.
La ricerca del cane, in seguito, ha sortito l’esito sperato consentendo di
rinvenire, occultata in una cavità del ripostiglio, 1 busta contenente 95
dosi di marijuana già pronte per lo smercio per un totale di circa 60
grammi. Il ritrovamento ha per i tutori dell’ordine avvalorato l’ipotesi che
il giovane avesse temporeggiato l’apertura della porta per nascondere la
droga dall’accessibile comodino al nascondiglio dove, suo malgrado, è stata
invece rinvenuta. Il personaggio è stato tradotto nel carcere catanese di
Piazza Lanza.
CALTAGIRONE
CT
-42enne continua a
perseguitare ex compagnia, Polizia esegue arresto:
aggravamento pena. I poliziotti ieri, su
disposizione del GIP presso il Tribunale di Caltagirone,
hanno eseguito 1 ordinanza di sostituzione della misura
degli arresti domiciliari in atto applicata con quella
della custodia cautelare in carcere, nei confronti di un
42enne di Caltagirone il quale ha continuato ad avere
condotte vessatorie nei confronti della sua ex moglie.
Il
soggetto, il 26 settembre, era stato sottoposto alla
misura cautelare degli arresti domiciliari con permesso
di recarsi sul luogo di lavoro dalle ore 5.15 alle ore
16.00. il personaggio invece di fare rientro a casa
senza soste intermedie, si recava presso il bar ubicato
nelle vicinanze dell’abitazione della ex moglie e dei
suoi genitori, dove l’incontrava all’uscita del locale,
profferendo nei suoi confronti minacce di morte. La
donna, dopo aver chiamato il NUE 112 per richiedere
l’intervento di una pattuglia, aveva deciso di recarsi
immediatamente presso il locale Commissariato dove,
visibilmente spaventata, ha formalizzato in denuncia
quanto le era accaduto. La contestuale attività
investigativa svolta nell’immediatezza, anche reperendo
supporti video che hanno evidenziato la violazione delle
prescrizioni imposte al soggetto. Il personaggio, quindi
con la sua presenza ingiustificata nell’esercizio
pubblico, ha consentito ai tutori dell’ordine di
chiedere ed ottenere la sostituzione della misura
cautelare degli arresti domiciliari in corso con la
misura cautelare della custodia in carcere, oggi
eseguita.
Il malfattore, dopo le formalità di rito, è stato
associato presso la Casa Circondariale di Caltagirone
a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
CATANIA
– 70enne minaccia ex
moglie e figlia con revolver clandestino: arrestato e rinchiuso in carcere.
I Carabinieri
del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale hanno arrestato nella
flagranza il catanese Salvatore D’ANGELO 70enne,
noto per reati associativi e contro la persona, poiché ritenuto responsabile
di detenzione e porto di arma clandestina, nonché di atti persecutori
commessi ai danni dell’ex moglie e della figlia.Una
segnalazione è pervenuta al 112, indicante un soggetto il quale era armato
e posto sul balcone al secondo piano di una abitazione di via Del Principe,
quartiere San Cristoforo. L’equipaggio della gazzella è intervenuto
celermente in zona ed individuata l’unità abitativa, vi ha fatto irruzione.
I
militari, procedendo a perquisizione domiciliare, hanno rivenuto e
sequestrato 1 revolver S&W calibro 38 con 6 cartucce nel tamburo e la
matricola abrasa, occultato sotto l’armadio nella camera da letto.I
carabinieri, nel medesimo conteston hanno altresì appurato come lui, da
oltre un anno minacciava di morte (senza una plausibile ragione) l’ex
moglie, di 64anni, e la figlia, 46 anni, entrambe residenti
nell’abitazione confinante a quella del 70enne. L’arma
sequestrata, nei prossimi giorni, sarà inviata agli specialisti del R.I.S.
di Messina i quali, mediante esami tecnico balistici, potrebbero stabilirne
l’eventuale utilizzo in pregressi episodi criminosi.L’arrestato, in attesa
della convalida del G.I.P., è stato associato al carcere di Catania Piazza
Lanza.
CATANIA –Rapina e colpisce cliente durante rapporto sessuale, nigeriana bloccata
da agenti. La
Polizia di Stato ha arrestato la nigeriana Nirka CHIKA 19enne, perché
responsabile di rapina aggravata. La donna durante la sua attività, era
stata “abbordata” da un cliente che l’aveva fatta accomodare sulla sua auto
per poi, trovato un luogo appartato, consumare un rapporto sessuale.La
donna, non disdegnava l’attività di rapinatrice e quindi, come riferito
dalla vittima stessa, durante l’amplesso si è appropriata del cellulare
dell’uomo il quale, nel tentativo di rientrare in possesso del maltolto, s’è
pure preso un colpo sul naso, sferrato dalla CHIKA per garantirsi il
bottino.L’attività di prostituzione,
però, è stata, ed è tuttora, oggetto delle misure deterrenti disposte dal
Questore di Catania Mario Della Cioppa, che la Polizia realizza attraverso
una capillare e continua attività di controllo del territorio. Lo
sfortunato, ma anche poco avveduto, rapinato ha potuto immediatamente
incontrare una Volante al cui equipaggio ha raccontato l’accaduto.La Polizia proprio
grazie all’attività presidiaria, con una precisa conoscenza dei luoghi e
delle persone ha rintracciato immediatamente la nigeriana, cogliendola con
“le mani nel sacco”, atteso che aveva ancora nella borsetta il cellulare
rapinato all’uomo.La donna è stata subito
condotta in Questura e da li, su disposizione del P.M. di turno, rinchiusa
nel carcere di Piazza Lanza in attesa della convalida del GIP.
CATANIA
– Carabinieri a Librino bloccano pusher con droga, mentre spaccia.
I militari del
Nucleo Operativo della Compagnia di Catania Fontanarossa hanno ammanettato
nel quartiere di Librino il catanese Angelo PASQUALINO 36enne. Il
personaggio è stato preso nella flagranza di reato di detenzione di
sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. I
tutori dell’ordine, già da tempo, monitoravano il personaggio per poterlo
pizzicare nel momento giusto e l’hanno sorpreso mentre stava cedendo dosi di
sostanza stupefacente ad alcuni clienti occasionali. I militari,
immediatamente hanno bloccato il pusher sottoponendolo ad una perquisizione
a seguito della quale hanno rinvenuto, già suddivisi in singole dosi pronte
per lo spaccio, 110 grammi di marijuana, 2 di crack e 3 di cocaina nonché,
in particolare, una ricetrasmittente che il pusher utilizzava per i contatti
diretti con la vedetta che, stavolta, è stata elusa dagli operanti.L’arrestato
è stato associato nel carcere catanese di Piazza Lanza.
CATANIA
-
Cane antidroga trova 3 kg cocaina su bus, Polizia
arresta corriere napoletano.Si tratta
di Salvatore SANGES 30enne, trovato in possesso di
un’ingente quantità di cocaina.Il nuovo
successo per gli uomini della Polizia di Stato sul
fronte della lotta al traffico di droga è stato nella
mattinata con le manette per Salvatore SANGES.
L’operazione si è svolta in sinergia tra gli agenti
della Squadra Mobile ed i conduttori della Squadra
Cinofili dell’UPGSP. I poliziotti hanno messo in campo
uno tra i loro campioni della ricerca di stupefacenti:
il cane Sky, pastore tedesco di 2 anni, dal fiuto
infallibile. Il fiuto di Sky di mattina, è stato utile
nell’ambito di servizi predisposti per il contrasto del
fenomeno dello spaccio e traffico di sostanze
stupefacenti. Il cane poliziotto nel corso di controlli
programmati a campione, su pullman di linea viaggianti
durante la ore notturne, ha portato all’arresto del
Sanges.Il
soggetto stava viaggiando a bordo di un pullman di linea
a lunga percorrenza proveniente dalla Campania quando è
stato fermato e controllato insieme ag un altro autobus.
I poliziotti sono saliti a bordo ed hanno messo
all’opera Sky il quale, in men che non si dica, ha
scovato 1 busta di plastica – nascosta sotto il sedile
del Sanges, contenente 3 panetti di cocaina, dal peso
complessivo di 3kg. circa.Il personaggio è stato
immediatamente prelevato e condotto in Questura da dove
è ripartito alla volta del carcere di Piazza Lanza, per
ivi rimanere a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
CATANIA
–
Blitz Polizia
municipale in piazza C.Alberto, daspo e sanzioni per venditori e 12
parcheggiatori abusivi.
Il sindaco Salvo Pogliese e l’assessore alla Polizia urbana Alessandro Porto
hanno dato disposizione di attivare il servizio di controllo svolto col
coordinamento del comandante Stefano Sorbino, dal responsabile del reparto
Annona Francesco Caccamo. Il daspo urbano nel Comune di Cataniaè stato emesso nei
confronti diparcheggiatori abusivi.
I controlli della Polizia municipale contro l’abusivismo sono stati
attuati in varie zone della città. In questi giorni, in particolare 12
parcheggiatori abusivi sono stati verbalizzati e per 2 è stato emesso il
daspo urbano. I controlli a tappeto degli agenti di sei pattuglie del
reparto Annona sono stati svolti con l’appoggio un furgone che ha attuato 3
interventi sul territorio in contrasto alla contraffazione delle merci nella
zona di piazza Carlo Alberto e nell’area attigua. Il fenomeno criminale
costituisce un grave problema che spesso alimenta le fila della malavita
organizzata. La Polizia municipale, nel corso dei blitz in via Cosentino ed
in via Giordano Bruno, ha sequestrato 139 paia di scarpe e 46 borse, tutti
accessori con marchi contraffatti.
CATANIA
- Guardia Costiera trova, senza vita, sub dispersoda ieri in
molo levante porto di Catania. Mauro Finocchiaro 60enne catanese da
ieri era disperso nel mare di Catania. I militari della Guardia Costiera,con le prime luci del giorno all’alba, hanno intensificato le ricerche
ed hanno avuto esito.La famiglia in serata, aveva dato l’allarme
poichè, conoscendo le abitudini del congiunto non l’aveva visto tornare a
casa, sapendo che alle 17.00 era andato a fare una immersione.Le
ricerche, sono state condotte via aria, terra, mare ed anche sott’acqua, in
sinergia fra Guardia Costiera, Carabinieri, Polizia di Stato e Vigili del
Fuoco, fino a questa mattina e non avevano dato esito.L’aiuto di un
nucleo di subacquei volontari, vicini al disperso è stato determinante e con
l’ausilio della motovedetta della Guardia Costiera CP888, hanno rinvenuto il
corpo esanime presso il lato est del molo di levante nel porto di Catania
dove Mauro Finocchiaro era andato a fare una battuta di pesca in apnea.
RANDAZZO
-
Carabinieri,
Cacciatori e Cinofili Nicolosi in Operazione antidroga arrestano 2
per piantagioni canapa indiana. I militari della Compagnia di Randazzo,
coadiuvati dallo Squadrone Eliportato Cacciatori Sicilia e Nucleo Cinofili
Nicolosi, allo scopo di fronteggiare efficacemente il traffico illecito di
sostanze stupefacenti, nei giorni scorsi, hanno battuto palmo a palmo le
zone agresti del territorio di competenza, ed oltre, ottenendo i seguenti
risultati: arrestato nella flagranza un 29enne del posto, poiché ritenuto
responsabile di coltivazione e detenzione illecita di sostanze stupefacenti.I
carabinieri a seguito di una perquisizione eseguita in un fondo agricolo di
proprietà del giovane randazzese, ubicato in contrada Fortino a Mojo
Alcantara (ME), hanno scoperto una maxi piantagione, organizzata in serre,
composta da 3.500 piante di canapa indiana di varia metratura.Le
operazioni, estese anche alla residenza ed altri immobili di pertinenza del
soggetto, ubicate a Randazzo in contrada Calderara e via Cellini, hanno
consentito ai tutori dell’ordine di rinvenire e sequestrare oltre 1 Kg di
marijuana, diverse bilancini elettronici di precisione, nonché del
materiale comunemente utilizzato dagli spacciatori per confezionare le dosi
di stupefacente da porre in vendita.Un
30enne del posto è stato arrestato nella flagranza, poiché ritenuto
responsabile di coltivazione e detenzione illecita di sostanze stupefacenti.
I militari accedendo nell’abitazione del pusher, previa perquisizione,
hanno rinvenuto e sequestrato oltre 700 grammi di marijuana, diverse piante
di canapa indiana, nonché lampade e specchi utilizzati per la coltivazione
indoor. Gli
arrestati, assolte le formalità di rito, sono stati relegati agli arresti
domiciliari. I
militari hanno scoperto un’altra piantagione di canapa indiana in contrada
Dagala Longa a Randazzo. I carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato,
accuratamente occultati tra la vegetazione, 250 bicchierini in plastica con
del terriccio e dei germogli di canapa indiana, conservati all’interno di un
piano rialzato in legno di circa 6mt x 1mt, coperti da una rete metallica
per proteggerli verosimilmente dai volatili o da altri piccoli animali. A
completare il materiale utile alla coltivazione c’erano anche delle taniche
d’acqua, un serbatoio da 1000 litri e sacchi di terriccio accuratamente
accatastati, tutto accuratamente mimetizzato tra la vegetazione. Il fiuto
del Labrador “Ivan”, nei pressi della vecchia Stazione San Teodoro (della
linea Randazzo – Mojo Alcantara), ha rilevato ben nascosti all’interno dei
muretti a secco, 3 recipienti in vetro contenenti complessivamente circa 400
grammi di Marjuana. L’operazione antidroga è avvenuta a pochi giorni di
distanza dall’arresto di un soggetto che, per evitare di essere trovato in
possesso della droga, alla vista dei carabinieri, ha ingoiato diversi grammi
di cocaina contenuta all’interno di un condom.
PALAGONIACT
-
Carabinieri bloccano spaccio in centro storico, sorpresi
1 marocchino vedetta e 2 pusher in azione antidroga. I
maldestri credevano che con l’ausilio del sorvegliante avrebbero spacciato al sicuro. I
Carabinieri della Stazione di Palagonia, supportati
dagli uomini del Nucleo Operativo della locale
Compagnia, hanno ammanettato Massimo GULIZIA 36enne
e Giuseppe MAROTTA33enne, entrambi del
posto, e Rachid
OUKHUYA
25enne
cittadino extracomunitario di origine marocchina.
I soggetti sono ritenuti responsabili di detenzione di
sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. L’attività info-investigativa è stata svolta dai militari della
Stazione indirizzati verso una fiorente attività di
spaccio di droga, attuata dal terzetto. Gli
investigatori hanno appurato che tutto era attivato
posto in essere in un’abitazione in via Ottavia,
stradina del centro storico palagonese. I militari
hanno attuato un servizio di controllo a distanza per la
particolare conformazione urbanistica con l’utilizzo di
uno speciale binocolo, grazie al quale hanno potuto
studiare le mosse del terzetto. I carabinieri hanno
ricostruite che i due palagonesi, avrebbero fatto
posizionare l’extracomunitario a debita distanza per
utilizzarlo nella duplice veste di vedetta, per
tutelarsi da “sgradite visite”, nonché per indirizzare i
clienti verso l’abitazione dove con essi realizzavano lo
scambio soldi-droga. Gli investigatori hanno accertato
il modus operandi ed hanno bloccato a distanza un
assuntore che aveva appena acquistato una dose di
cocaina. I carabinieri hanno quindi proceduto a
neutralizzare la vedetta ed a far ingresso
nell’abitazione dove, seduti attorno ad un tavolo sul
quale era presente il materiale per il confezionamento
delle singole dosi di droga, vi erano GULIZIA e MAROTTA.
I militari, a seguito della perquisizione, hanno altresì
rinvenuto 3 dosi di eroina ed 1 dose di marijuana, oltre
a 6 flaconi di metadone, 1 bilancino di precisione, 1
bottiglia modificata per consentire di fumare la cocaina
e 25 euro, provento dello spaccio. I due palagonesi sono
stati posti agli arresti domiciliari presso le loro
abitazioni, mentre il cittadino extracomunitario è stato
associato nel carcere di Caltagirone.
CATANIA- Squadra Mobile, cambio a vertice dott. Basile
subentrato a dott.
Salvago. Il
dottor Marco Basile
si è insediato quale
Capo della Squadra Mobile Catania, nel suo piano operativo in Città c’è
azione contro ogni tipo di criminalità.
Il Primo
Dirigente dottor Antonio Salvago è stato designato a dirigere una
delle Squadre Mobili che può, attualmente, essere annoverata tra le più
impegnative d’Italia: Napoli.Il
Primo
Dirigente dott. Marco Basile video
intervista
è di nuova assegnazione, ed arriva a
Catania quale capo della Squadra Mobile etnea.
CATANIA
– Polizia, criticità ufficio denunce: comunicato sindacati COISP e
UIL SICUREZZA.
I due sindacati di Polizia stigmatizzando la situazione riguardante
l’operatività all’ufficio denunce hanno stilato il seguente documento
congiunto: “Il Questore apporta taluni correttivi in ordine all'Ufficio
denunce della Questura ma permangono assurde criticità.....disagi ai
cittadini. In ordine alle serie criticità riscontrate di recente in seno
all'Ufficio denunce della Questura di Catania e segnalate agli organi di
stampa, a firma "d'ordine del Questore", sono giunte le prime note di
risposta al Sindacato (NE ASPETTIAMO ANCORA) dove si evidenziano i
correttivi presi dalla Questura: ad avviso di chi scrive e verrà spiegato il
motivo, si tratta di soluzioni parziali e inefficaci in quanto permangono
fattori assurdi. In detto Ufficio Denunce, come noto e non per colpa dei
poliziotti che seguono ordini impartiti dai superiori, più
denunce/querele/esposti vengono ricevuti nella stessa stanza con diverse
postazioni di lavoro e con probabile danno alla riservatezza dei dati
personali (un denunciante può ascoltare i fatti dell'altro e ciò nonostante
i tentativi dei poliziotti di evitare ciò); non solo, i diversamente abili
non possono entrare agevolmente in detto Ufficio senza l'aiuto dei
poliziotti in turno e, fatto assurdo, che vi sono attese di ore e ore per
fare una denuncia. In relazione alle lunghe attese, nessuna risposta e nulla
è cambiato, ciò dispiace per il disservizio creato ai cittadini spesso
vittime di reati e per i poliziotti che, a fronte del tanto lavoro e senza
colpa, provano a giustificare le lunghe attese. In ordine alla violazione
della riservatezza e alla problematica dei diversamente abili, la Questura,
grazie alla segnalazione pubblica fatta dal Sindacato, ha disposto che nel
caso di denunce o querele aventi profili di particolare delicatezza, gli
utenti verranno ricevuti in un locale appositamente dedicato, così da
tutelare la riservatezza. Lo stesso locale, nelle more della realizzazione
di un piccolo scivolo e della sistemazione del gradino dell'ufficio denunce,
verrà destinato altresì alla ricezione delle denunce presentate da soggetti
diversamente abili. Si evidenzia che solo quando viene presa una denuncia
con "..profili di particolare riservatezza..", così dice la nota fatta
pervenire dal Vertice della Questura, vengono adottate determinate procedure
volte a tutelare la riservatezza. Quando vengono due denuncianti che devono
presentare una semplice denuncia di smarrimento e/o segnalare altre
criticità quali furti e simili che succede?...TUTTI NELLA STESSA STANZA: ciò
è rischiosissimo perché, come noto, in sede di denuncia i poliziotti devono
chiedere agli esponenti/denuncianti anche dati personalissimi quali la
residenza, i dati anagrafici e sin anche numeri di telefono ed altro
ancora...se qualcuno memorizza questi dati con scopi illegali?Non solo,
fuori la stanza dell'Ufficio denunce della Questura manca opportuna
segnaletica con l'indicazione rivolta alle vittime che devono denunciare
fatti con "..profili di particolare riservatezza..": ciò con il rischio che,
vedendo tanta gente e per l'imbarazzo, persone che vogliono denunciare
determinate situazioni delicate vanno via con il magone: L'UNICA SOLUZIONE È
DI ALLESTIRE E RISERVARE PIÙ STANZE ALL'UFFICIO DENUNCE E IN OGNI STANZA VI
DEVE STARE UNA SOLA POSTAZIONE DI LAVORO, QUINDI UN POLIZIOTTO E UN/UNA
DENUNCIANTE.....COSÌ E' POSSIBILE RISPETTARE LA PRIVACY!!!I Sindacati di
Polizia Coisp e Uil Sicurezza, nel prendere comunque atto di quanto sin ora
fatto e quindi del tentativo di trovare una soluzione ai problemi,
continuano a contestare la gestione dell'Ufficio denunce della Questura di
Catania e, per questo motivo, ancora una volta chiedono pubblicamente
l'intervento al Questore di Catania Alberto Francini, persona altamente
qualificata, affinché vengano eliminate una volta per tutte determinate
assurde criticità in seno alla Questura da lui diretta”.
SCORDIACT – Ruba in
appartamento, lentineseincastrato dal sangue perso in casa svaligiata. I
Carabinieri della Stazione di Scordiahanno bloccato Gaetano
PALERMO 37enne di Lentini (SR), in esecuzione di una ordinanza di
custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Caltagirone in ordine
al reato di furto in abitazione. Il personaggio il 24 novembre 2017, per
entrare nell’abitazione di via Sandro Pertini a Scordia aveva infranto un
vetro ferendosi una mano. Il maldestro ignaro di aver lasciato delle tracce
di sangue sul pavimento dell’immobile, aveva razziato preziosi e materiale
informatico per poi fuggire via. Gli investigatori dell’Arma, in sede di
sopralluogo, repertarono il sangue perso dal ladro ferito che è stato
analizzato dagli specialisti del RIS di Messina, ed hanno consentito
l’identificazione del reo. L’arrestato, dopo le formalità di rito, è stato
relegato agli arresti domiciliari.
CALTAGIRONE –
Cocaina, hashish
e marijuana: 80
Carabinieri eseguono misure per 14 personaggi. I soggetti destinatari di
misura cautelare in Carcere: Giovanni CASCIANA 25enne
nato a Caltagirone; Vincenzo CASCIANA28ennenato a
Piazza Armerina EN; Giacomo Alessandro RIBELLE 29enne nato a
Ravenna; Francesco SPATARO 34enne nato a Caltagirone; Ai domiciliari: Giovanni Luca LA ROCCA23enne nato a Caltagirone;Giuseppe Stefano
MARCHESE26enne nato a Caltagirone; Flavio RISO26enne
nato a Caltagirone; Fabio CANNIZZARO40enne nato a Caltagirone
(CT); Ivan DI BENEDETTO28enne nato a Caltagirone. Dell’Obbligo di Dimora: Giuseppe NICOLACI24enne nato a Caltagirone; Liborio SIRACUSA37ennenato a Catania; Giuseppe GAMBINO20enne nato a
Caltagirone; Luca CRISCIONE24ennenato a Caltagirone.
Dell’Obbligo di
Presentazione alla P.G. : Giacomo LO BIANCO25ennenato a Caltagirone. 80 Carabinieri del Comando Provinciale di Catania,
supportati dalla Compagnia di Intervento Operativo del XII° Reggimento
“Sicilia” e dal Nucleo Cinofili di Nicolosi ,su disposizione della Procura
della Repubblica di Caltagirone, nelle prime ore del mattino nei comuni di
San Michele di Ganzaria, Caltagirone, Palagonia e Ramacca, hanno dato
esecuzione ad una misura cautelare emessa nei confronti di 14 soggetti
ritenuti responsabili, a vario titolo, di concorso in detenzione ai fini di
spaccio di sostanze stupefacenti del tipo
cocaina, hashish
e marijuana. Il
provvedimento è scaturito dagli
esiti di un’articolata attività investigativa condotta dalla Stazione di San
Michele di Ganzaria e dalla Compagnia Carabinieri di Caltagirone tra il mese
di novembre 2017 ed il mese di luglio 2018. Le indagini di natura tecnica,
dinamica e di osservazione, hanno reso possibile accertare la responsabilità
degli indagati in merito ad una fiorente attività di spaccio di stupefacenti
avvenuta nei comuni di San Michele di Ganzaria e di Caltagirone. Destinatari
della misura anche i pronipoti di Ciccio La Rocca, ritenuto Boss di cosa
nostra, reggente la famiglia di San Michele di Ganzaria. Il peculiare ed
inusuale il modus operandi utilizzato dagli indagati, consisteva
nell’affittare, per brevi periodi, alcuni bed & breakfast del Calatino,
all’interno dei quali, all’insaputa dei titolari, veniva smerciata la droga,
nella convinzione di sfuggire ai controlli dei Carabinieri. I militari
dell’Arma, nel corso delle indagini, sono riusciti a delineare le modalità
di approvvigionamento dello stupefacente, che avveniva nel comune di
Palagonia, arrestando nella flagranza 7 soggetti per detenzione ai fini di
spaccio di sostanze.
MASCALUCIA CT-47enne in attesa di separazione: testata, morsi e
tenta strangolare moglie, poi si barrica in casa col
figlio: blitz carabinieri liberato bimbo. I militari della locale Tenenza hanno arrestato nella flagranza
un 47enne del posto, poiché ritenuto responsabile di
maltrattamenti in famiglia e lesioni personali.La
vittima ha chiesto aiuto ai carabinieri riferendo di
aver patito poco prima l’aggressione da parte del
marito, avvenuta sotto casa della madre di lei. Il
violento avrebbe tentato di strangolare la donna
colpendola con una testata e morderla sul viso, al solo
fine di strapparle il figlio di appena 2 anni dalle
braccia e portarlo via con l’intento di non farglielo
più rivedere. L’intervento immediato di una pattuglia
presso l’abitazione del reo che, si è rifiutato di
aprire barricandosi in casa, ha consentito ai militari
di scavalcare il muro di cinta della proprietà irrompere
nell’appartamento, porre in sicurezza il bambino ed
arrestare lui.La
donna, è stata trasportata al Policlinico del capoluogo
etneo, i medici del pronto soccorso hanno riscontrato
alla malcapitata: “fratture alle ossa nasali e
cervicalgia post trauma” con una prognosi di gg.30 s.c.
La vittima, nel denunciare il marito, ha raccontato ai
militari di aver subito nei dieci anni di matrimonio
ogni sorta di vessazione legata alla gelosia morbosa del
soggetto, mai placata neanche dopo la nascita del
figlio. Le percosse l’avevano costretto la vittima,
qualche mese fa, a lasciare la casa coniugale per andare
a vivere con la madre in attesa della separazione.
L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato
associato al carcere di Catania Piazza Lanza così come
disposto dall’Autorità Giudiziaria.
SANTA MARIA di LICODIA CT
–Donna
picchiata ed abusata da ex compagno: Carabinieri stalker ai domiciliari.
La Procura Distrettuale della Repubblica, nell’ambito di indagini a carico
di T.S. 26enne, indagato per i reati di maltrattamenti contro
familiari, lesioni personali aggravate ed atti sessuali con minorenne
commessi in danno della convivente, ha richiesto ed ottenuto la misura
cautelare della custodia degli arresti domiciliari eseguita dai Carabinieri
della Stazione di Santa Maria di Licodia (CT). Le
indagini, coordinate dal pool di magistrati qualificati sui reati che
riguardano la violenza di genere, hanno evidenziato una serie di eventi che
hanno visto la donna patire dal 2012 ad oggi una vera e propria via crucis.
Lui nel corso della convivenza familiare, oltre ad avere abusato
sessualmente della compagna quando questa ancora non aveva compiuto i 14
anni, ha posto in essere una serie di condotte violente e vessatorie nei
confronti della stessa aggredendola, in più occasioni, con calci e pugni e
cagionandole delle lesioni (in un episodio le causava la perforazione del
timpano), costringendola a ricorrere innumerevoli volte alle cure di diversi
presidi ospedalieri, il tutto allo scopo precipuo di volerla soggiogare al
proprio volere, isolandola di fatto dal contesto di amici e soprattutto
dalla famiglia di origine. Il violento avrebbe tenuto poi condotte senza
soluzione di continuità, anche dopo la decisione della ragazza di lasciare
il compagno, costellate anche da insulti ledenti la dignità della persona
offesa, nonché minacce, tra le quali: “ti infilo un coltello nel collo” e
“non ti fare vedere in giro con qualcuno perché ti metto sotto con la
macchina”.
La vittima, ormai esasperata, ha comunque trovato la forza di reagire
denunciando l’ex ai carabinieri fornendo agli inquirenti tutti gli elementi
necessari a configurare un quadro probatorio a carico dell’indagato che non
ha lasciato alcun dubbio al giudice il quale, accogliendo la richiesta della
Procura, ha emesso la misura restrittiva.
BIANCAVILLA CT-
Carabinieri, in fondo agricolo trovano armi clandestine. Giuseppe SAPIA 37enne
è stato rinchiuso in carcere, produceva in proprio le munizioni. I
Carabinieri della locale Stazione hanno bloccato nella flagranza il
personaggio già gravato da precedenti specifici, poiché ritenuto
responsabile di detenzione di armi clandestine, detenzione illegale di armi
comuni da sparo, munizioni comuni e da guerra nonché ricettazione.I militari, al termine di una breve ma
proficua attività info-investigativa, hanno avuto accesso al terreno di
proprietà del soggetto, ubicato in località Guardia Maio del comune di
Biancavilla, dove una approfondita ispezione dei luoghi ha consentito di
rinvenire, sotto un cumulo di pietre creato ad arte dal reo, armi e
munizioni: 1 fucile automatico calibro 12 marca “Franchi”, risultato
oggetto di furto in una abitazione di Canosa di Puglia (BA) nel lontano
giugno del 1991; 1 pistola a salve modificata in arma comune da sparo; 800
cartucce di diverso calibro; 3 kit completi per la produzione e ricarica di
cartucce.Le armi sequestrate nei prossimi giorni
saranno inviate agli esperti del R.I.S. di Messina per essere sottoposte a
specifici esami tecnico-balistici che potrebbero stabilirne l’eventuale
utilizzo in pregressi episodi criminosi. L’arrestato, assolte le formalità
di rito, è stato associato al carcere di Catania Piazza Lanza.
GIARRE
–Uccide ex
moglie a pistolettate, lui muore in ospedale con 1 colpo arma. La
vittima Sara Parisi 58enne è stata uccisa con colpi di pistola a Giarre in
corso delle Province, vicino alla sua abitazione esplosi dall’ex marito
Francesco Privitera 58enne. L'uxoridicio della ex sarebbe avvenuto in
strada, a Giarre in corso delle Province, vicino all'abitazione della donna.
L'ex marito muratore avrebbe sparato per pregresse situazioni passionali mai
sopite, poi secondo una prima ricostruzione degli investigatori, si sarebbe
sparato con la stessa arma. L’ex marito era separato da anni. Francesco
Privitera è morto nell'ospedale Cannizzaro di Catania dove era stato
trasferito in codice rosso. Lui era stato sottoposto ad un delicato
intervento chirurgico. I carabinieri stanno svolgendo indagini anche per
accertare se si sia suicidato o se il colpo che l’ha attinto a morte sia
partito accidentalmente durante una colluttazione con familiare della
vittima.
SCORDIA CT - Blitz CC “Cacciatori” trovate
armi clandestine e munizioni: 37enne insospettabile in manette.
I militari della Stazione di Scordia e dello Squadrone Eliportato
“Cacciatori di Sicilia” hanno arrestato nella flagranza un 37enne del posto,
poiché ritenuto responsabile di detenzione di arma clandestina nonché
detenzione illegale di armi comuni da sparo e munizioni.I tutori
dell’ordine al termine di una breve ma proficua attività info-investigativa,
hanno predisposto due dispositivi di intervento simultaneo, ieri pomeriggio
facendo irruzione sia nell’abitazione del sospettato, ubicata nel centro
cittadino, che nella residenza estiva di contrada Montagnola. I
c”Cacciatori” nel luogo, previa perquisizione, hanno rinvenuto e
sequestrato: 1 fucile cal.12 marca “Breda” con la matricola abrasa, canna e
impugnatura mozzate, 2 carabine ad aria compressa, 50 proiettili cal. 9 x
21, 45 cartucce cal.12, delle quali 34 a pallettoni e 3 a palla unica.L’arma
clandestina, inviata agli esperti del R.I.S. Carabinieri di Messina è
sottoposta agli esami tecnico-balistici che potrebbero stabilirne, oltre
alla provenienza, l’eventuale utilizzo in pregressi episodi criminosi.
L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato associato al carcere di
Caltagirone.
CATANIA -
Carabinieri Nas Catania a Picanello
bloccano 2 falsi dentisti. I militari hanno
sequestrato studio odontoiatrico abusivo nel centro
urbano. L’attività
dei Carabinieri del Nas di Catania è continua contro
l’abusivismo sanitario nel settore odontoiatrico. 2
odontotecnici, fratelli gemelli sono finiti sotto la
lente d’ingrandimento, i quali hanno pensato bene di
dedicarsi, oltre alla costruzione delle protesi
dentarie, anche alla cura dei denti vera e propria.I
militari, nel corso di servizi di controllo nel popolare
quartiere di Picanello, avevano notato un flusso
ingiustificato di persone all’interno di quello che
doveva risultare un normale laboratorio odontotecnico,
ma che poi si è rivelato essere un vero e proprio studio
dentistico dotato di apparecchiature costose e di nuova
generazione. I carabinieri, al momento dell’intervento hanno notato che la
sala d’attesa era colma di pazienti i quali attendevano
di essere visitati, senza la minima percezione di
trovarsi al cospetto di falsi dentisti e in un luogo
che, pur avendone le sembianze, certo non era affatto
uno studio odontoiatrico autorizzato.Le
forze dell’ordine precisano che “la professione
dell’odontoiatra è esercitabile solo ed esclusivamente
dai medici iscritti all’Albo degli Odontoiatri ed in
possesso del relativo titolo di laurea. E’ essenziale,
infatti, che le figure professionali a cui il cittadino
affida la cura dei propri denti siano veri e propri
medici, perché debbono essere capaci di comprendere
eventuali malattie del cavo orale, delle mascelle e dei
relativi tessuti, ovvero di effettuare le appropriate
diagnosi e terapie anche preventive, per la corretta
riabilitazione odontoiatrica”. Gli ignari clienti
presenti in sala d’aspetto stavano per affidarsi,
invece, a soggetti che non erano abilitati a svolgere la
professione di dentista e quindi senza il possesso di
laurea in odontoiatria o medicina e senza aver mai
intrapreso percorsi formativi nel settore sanitario. I
militari precisano come sia bene ricordare che i falsi
dentisti non solo provocano enormi danni alla salute dei
cittadini, ma generano anche costi alle casse dello
Stato in termini di “cure riparatrici” e di evasione
fiscale. L’esercizio abusivo, infatti, non garantisce il
rispetto delle necessarie regole d’igiene ed è
potenziale fonte di pericolose malattie come epatite,
tubercolosi, hiv. I Carabinieri del Nucleo
Antisofisticazioni e Sanità, nel falso studio dentistico
hanno apposto i sigilli, dopo aver posto sotto sequestro
tutti i locali. I falsi medici sono stati denunciati
alla Procura della Repubblica di Catania, che ha
convalidato il sequestro del locale odontoiatrico per il
reato di “esercizio abusivo della professione di
odontoiatra”.I cittadini hanno oggi a disposizione importanti strumenti
per verificare se i professionisti a cui si affidano per
le cure siano muniti o meno di laurea e di abilitazione:
è sufficiente consultare l’Albo online dell’Ordine dei
Medici Chirurghi ed Odontoiatri della propria provincia,
o il portale della Federazione Nazionale raggiungibile
all’indirizzo www.fnomceo.it . Aspetto, non meno importante, è la verifica del preventivo di
spesa e della successiva ricevuta fiscale, dove il nome
di colui il quale emette dovrà coincidere con il
sanitario che ha praticato le cure.I
controlli dei Carabinieri del NAS di Catania
proseguiranno assiduamente su tutta l’area urbana, per
tutelare cittadini che, inconsapevoli o talvolta
imprudenti non solo per esigenze di salute, ma anche
economiche, si rivolgono a chi non sempre garantisce
adeguati servizi sanitari.
BRONTE CT – ½ kg di canapa sativa in
cena : 6 finiscono in ospedale. I Carabinieri hanno sequestrato il cibo
preparato e la sostanza che ne ha causato gli effetti. 6
persone, 3 uomini e 3 donne, sono state ricoverate d’urgenza nell’Ospedale
“Prestianni” di Bronte perché hanno accusato sintomi da grave
intossicazione: dolori addominali, torpore agli arti superiori ed inferiori
e difficoltà nel deambulare.I medici dalla
prima anamnesi, hanno accertato che i sei avevano cenato insieme con
alimenti preparati in casa utilizzando, tra gli ingredienti, infiorescenze e
foglie di canapa sativa.
I Carabinieri della locale Stazione,
intervenuti per approfondire la causa della grave intossicazione che aveva
colpito le 6 persone ed in accordo con l’Autorità Giudiziaria, hanno posto
sotto sequestro sia il cibo preparato che gli oltre 500 grammi di canapa
sativa (tra infiorescenze e sostanza tritata), che, come disposto dal
magistrato titolare dell’indagine, nei prossimi giorni sarà esaminata dai
Carabinieri del L.A.S.S. del Comando Provinciale di Catania al fine di
stabilire l’esatta qualità e il grado di tossicità.
MASCALICT –Carabinieri sequestrano 138 capi bestiame potenzialmente
infetti: denunciato titolare azienda zootecnica. I Carabinieri del
N.A.S. di Catania, durante i controlli svolti nei giorni scorsi ad attività
e strutture dedicate all’allevamento di bestiame, le cui carni ed i prodotti
derivati sono destinati alle tavole dei cittadini, hanno riscontrato delle
irregolarità igienico-sanitarie in una azienda zootecnica di Contrada San
Nicola a Mascali.I militari, coadiuvati dal
servizio veterinario dell’A.S.P., al termine dell’ispezione, hanno
evidenziato come il titolare dell’allevamento ovi-caprino non avesse:
identificato i capi di bestiame, sottoposti alla prevista profilassi – di
conseguenza tutti sprovvisti di documentazione sanitaria – allevandoli in
completa promiscuità. I veterinari hanno pertanto giudicato gli animali
potenzialmente infetti e pericolosi per la salute pubblica. L’allevamento è
stato posto sotto sequestro. I tutori dell’ordine stimano che gli animali
sequestrati abbiano un valore di circa 50.000€.
NICOLOSI
CT - Rapinò dottoressa
guardia medica Nicolosi, condannato a 7 anni arrestato a
Pedara. I Carabinieri della Stazione di Pedara hanno
arrestato Giuseppe SIGNORELLI
38enne del posto, già agli arresti domiciliari, in
esecuzione di un ordine per la carcerazione emesso dalla
Corte di Appello di Catania, in ordine al reato di
rapina aggravata in concorso. 2 soggetti, alle ore 4 del mattino il
23 febbraio 2016, travisati si erano recati nella
guardia medica del Comune di Nicolosi e fingendo di
necessitare di cure mediche si erano fatti aprire la
porta dal medico di turno. I due malviventi, appena
all’interno sotto la minaccia di un’ascia, si erano
fatti consegnare dalla dottoressa e da una sua amica che
le faceva compagnia, i pochi soldi in loro possesso ed i
telefoni cellulari. I due rapinatori, visibilmente
contrariati ed in preda ai fumi dell’alcool, non
contenti del magro bottino racimolato, dapprima
distrussero parte degli arredi dei locali poi
costrinsero le vittime a salire a bordo dell’auto di
proprietà di una delle due donne per recarsi in uno
sportello bancomat ed obbligarono la dottoressa, sotto
minaccia e dopo aver malmenato l’amica, ad effettuare
diversi prelievi per un totale di circa 500€ in
contanti. I malfattori, poi abbandonarono le due
donne in una zona isolata del comune pedemontano da
dove, grazie al cellulare di un cittadino, riuscirono a
chiamare i carabinieri. I due criminali furono
quella stessa notte catturati dalle pattuglie dell’Arma
attivate tramite il 112 del Comando Provinciale di
Catania. Giudicato colpevole dai giudici di appello il
reo dovrà scontare una pena equivalente a 7 anni di
reclusione L’arrestato, assolte le formalità di rito, è
stato rinchiuso nel carcere di Catania Piazza Lanza.
CATANIA
- Polizia: 3
indiani fermati per abusi sessuali su 2 ragazzine minorenni alla Plaia.
Gli agenti giorno di ferragosto hanno sottoposto a fermo di
indiziato di delitto tre extracomunitari dell’India il Kumar RAVINDER 26enne,
Mand GURBAJ 41enne e Singh GUREET 28enne
accusati del reato di violenza sessuale su minori.
Tre volanti dell’UPGSP, impegnati in attività di prevenzione e
repressione dei reati, nel pomeriggio intorno alle 16.45, sono intervenute
sulla spiaggia libera nr.1, ubicata all’inizio di Viale Kennedy, a seguito
di una segnalazione telefonica al 112 NUE nel corso della quale una donna
riferiva di una aggressione a fini sessuali, ad opera di tre
extracomunitari, ai danni della figlia e di una sua amica, entrambe
minorenni. Gli Agenti operanti sul posto hanno accertato che poco prima i
soggetti extracomunitari tutti e tre di nazionalità Indiana, sprovvisti di
permesso di soggiorno e senza occupazione, avevano dapprima molestato
verbalmente le due ragazzine e successivamente le avevano palpeggiate. Il
poliziotti operanti, grazie alle indicazioni delle ragazze, che si trovano
in crisi di pianto ed evidente stato di shock, hanno individuato i tre
extracomunitari, che si erano nascosti in uno spogliatoio del Lido, e
provveduto a porli in stato di Fermo di P.G. per poi tradurli per
disposizione dell’Autorità Giudiziaria, presso la Casa Circondariale Piazza
Lanza di Catania.
CATANIA– Marito
violento picchia e maltratta moglie, manette dei Carabinieri. I militari della
Stazione di Catania Piazza Verga, su richiesta della Procura della
Repubblica di Catania, ieri pomeriggio,hanno eseguito una ordinanza di
custodia cautelare in carcere - emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catania -
nei confronti di un mauriziano di 51enne residente a Catania, in ordine al
reato di atti persecutori. La
vittima, anche lei di origini mauriziane, dopo vent’anni di matrimonio, ha
trovato il coraggio di denunciare il marito ai carabinieri di Piazza Verga,
dove da alcuni anni è attiva una stanza dedicata all’ascolto delle fasce
deboli, all’interno della quale ha raccontato il calvario patito negli
ultimi cinque anni. Il
coniuge, quasi sempre in stato di ebbrezza alcolica, aveva sottoposto la
donna ad ogni sorta di vessazione psicofisica, condotte per il quale era
stato già raggiunto da un provvedimento cautelare personale, che lo
obbligava ad allontanarsi dalla casa coniugale. Il soggetto non avendo
ottemperato, era ritornato a vivere con la moglie costringendola a
soggiacere alle sue azioni dispotiche, tanto da indurre l’Autorità
Giudiziaria, informata dai carabinieri, a trasferire la donna in una
struttura protetta. Le indagini, coordinate dal pool di magistrati
che si occupa dei reati in danno delle fasce deboli e della violenza di
genere, diretto dalla dott.ssa Marisa Scavo, ha consentito la ricostruzione
della triste vicenda ed al contempo di fornire al giudice un approfondito
quadro probatorio che ha consentito l’arresto del soggetto e la reclusione
nel carcere di Catania Piazza Lanza.
CATANIA
– Scippatore seriale
filmato mentre su auto scaraventa vittima a terra, preso da agenti.
La Polizia di Stato ha bloccato Filippo Salvatore PAVONE 40enne, già
noto ritenuto responsabile dei reati di tentata rapina, furto con strappo e
rapina. La Sala Operativa della Questura, alle 22.45 circa del 25 luglio,
ha diramato la nota radio di un tentato scippo ai danni di 2 giovanissime
turiste, da poco arrivate in città, precisamente lungo la via Naumachia.
Uomini della Squadra Mobile Sezione “Contrasto al Crimine Diffuso” nel breve
volgere di pochi minuti, sono giunti sul luogo del fatto per acquisire
dalle vittime informazioni utili all’identificazione dell’autore del reato.
I poliziotti, dal racconto delle due donne, hanno appreso che ad
avvicinarle era stato un individuo, del quale hanno fornito precise
descrizioni. Il malfattore era entrato in azione metre si trovava a bordo di
una piccola utilitaria di colore azzurro. Gli investigatori hanno appreso,
inoltre, che durante le fasi dell’aggressione, il malvivente aveva
minacciato di morte le sue vittime ma, a seguito delle loro urla, era
fuggito facendo perdere le sue tracce. Gli equipaggi della Squadra Mobile
si sono messi alla ricerca della vettura segnalata ed una successiva nota
radio ha allertato le stesse pattuglie, di uno scippo appena consumato, ai
danni di una coppia di turisti che si trovavano nella zona di via Androne.
La donna, in particolare, ha riferito ai poliziotti intervenuti che, mentre
era intenta a scaricare i bagagli dall’auto, aveva notato sopraggiungere una
vettura, utilitaria di colore azzurro, a bordo della quale un individuo le
strappava con forza la borsa che teneva in spalla, facendola rovinare per
terra. Le descrizioni fornite dalla donna rapinata e dall’accompagnatore in
ordine all’autore dello scippo corrispondevano a quelle acquisite qualche
minuto prima in via Naumachia. Gli agenti della Squadra Mobile, dopo un
accurato sopralluogo ed un attento screening della zona, hanno individuato
un impianto di video-sorveglianza dalle cui immagini è emerso che l’autore
del reato aveva agito a bordo di una KIA Picanto, di colore azzurro, priva
della targa anteriore. La Sala Operativa,
alle ore 23.30 circa, ha comunicato alle pattuglie in zona che pochi minuti
prima, presso gli uffici della locale Questura, una donna stava sporgendo
denuncia di rapina, dichiarando che, mentre faceva rientro nella propria
abitazione ubicata nella zona del centro storico cittadino, era stata
avvicinata da un individuo il quale, dopo averla strattonata e scaraventata
per terra, impossessatosi della borsa, si era dato alla fuga a bordo di una
KIA Picanto di colore azzurro. La Polizia ha attuato un piano preordinato di
controllo del territorio in occasione di scippi -rapine, attuato dagli
uomini della Sezione Contrasto al Crimine Diffuso in servizio
moto-montato. La fitta rete di equipaggi dislocati sul territorio ha
consentito di intercettare lungo via Plebiscito la vettura con alla guida
lui soggetto rispondente alle descrizioni segnalate. Gli investigatori, da
un attento controllo, all’interno del veicolo hanno rinvenuto 1 telefono
cellulare, appartenente ad 1 delle vittime, e la targa anteriore dell’auto
che Filippo Salvatore PAVONE aveva opportunamente smontato al fine di
rendere difficoltosa l’individuazione. Altri equipaggi, nel corso
dell’attività, hanno recuperato anche il resto della refurtiva che veniva
restituita alle vittime che si complimentavano con gli agenti. Filippo
Salvatore PAVONE espletate le formalità di rito, veniva associato presso la
Casa Circondariale di Catania - piazza Lanza.
CATANIA
-
Minacce di morte su Facebook, Polizia Postale denuncia 1 catanese. Gli
uomini del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioniper Sicilia Orientaledi Catania, hanno denunciato in stato
di libertà alla locale Procura della Repubblica un 63enne, privo di
pregiudizi penali, ritenuto responsabile di minacce nei confronti di un
signore di 74 anni. la
vittima ha dichiarato alla Polizia di avere subito minacce di morte su
Facebook da parte di un utente, che gli aveva mostrato la foto di una
pistola, scrivendo frasi con minacce di morte. La Polizia, riuscendo
ad identificare l’autore delle minacce, si è recata immediatamente presso
l’abitazione del personaggio, anche al fine di chiarire l’eventuale
detenzione di armi. Il
soggetto ha ammesso di avere compiuto le minacce perché colto da un momento
di forte gelosia. La fidanzata del denunciato sarebbe stata continuamente
importunata dal denunciante il quale, l’aveva conosciuta precedentemente
dutante una gita.Lui, infine, ha mostrato ai poliziotti la
pistola con la quale aveva minacciato la vittima, che è risultata essere
un’arma con tappo rosso per cariche a salve priva di potenzialità offensiva.
CATANIA
– In auto con 34mila € e mezzo kg cocaina, Polstrada blocca bulgaro alle
Porte di Catania. La Polizia di
Stato ieri, ha arrestato il cittadino bulgaro Lyuboslav GAREV 24enne per
detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.Uomini del Distaccamento della Polizia
Stradale di Caltagirone a seguito di attività info investigativa hanno
individuato un soggetto che si trovava nella sua auto con targa tedesca,
posteggiata nel parcheggio del Centro Commerciale “Porte di Catania”.Gli agenti della pattuglia della
Polstrada hanno prima monitorato il comportamento del sospetto, intuendo che
fosse in attesa di qualcuno. Uno scooter con due giovani a bordo, poco dopo,
si è avvicinato all’auto per ripartire subito dopo.L’individuo in auto ha
lasciato velocemente il parcheggio, ma è stato fermato dalla pattuglia che
l’attendeva all’uscita. I poliziotti hanno controllato il sospettato,
perquisendo anche la vettura sulla quale lui viaggiava. La perquisizione ha
dato esito positivo: infatti, all’interno di uno zaino posto sotto il sedile
anteriore destro del veicolo, è stata rinvenuta 1 busta in cellophane,
contenente un grosso pezzo di sostanza di colore bianco, ritenuta cocaina,
che è stata sequestrata e successivamente quantificata in Kg. 0,536 lordi.
La perquisizione è stata ultimata presso gli uffici del Compartimento
Polizia Stradale dove, un ulteriore accurato controllo del veicolo ha
permesso di rinvenire, all’interno di un vano creato ad hoc, la somma di
34.350€. I poliziotti addosso al soggetto hanno rinvenuto altri 475€. Tutto
il denaro rinvenuto è stato sequestrato, in quanto ritenuto provento
dell’attività di spaccio. Gli agenti, sul sedile anteriore lato passeggero
del veicolo, hanno rinvenuto e sequestrati 3 telefoni cellulari. La
sostanza, a seguito di verifica presso la Polizia Scientifica, è risultata
essere cocaina purissima. GAREV
dichiarato in arresto è stato ristretto presso la Casa Circondariale Piazza
Lanza.
CATANIA
- CC, Blitz antidroga a Misterbianco, ammanettato corriere con 1 kg cocaina.
I Carabinieri
della Compagnia di Catania Fontanarossa hanno arrestato nella flagranza il
noto catanese Salvatore GRAVINO 39enne, poiché ritenuto responsabile
di detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Gli uomini
del Nucleo Operativo, al termine di una breve ma efficace attività info
investigativa, hanno intercettato e bloccato il personaggio mentre a bordo
di una moto stava transitando Via dei Girasoli a Misterbianco.
Il sospetto è stato perquisito sul posto è stato trovato in
possesso di 1 panetto di cocaina pura del peso di oltre 1 Kg.La droga
sequestrata, ancora da tagliare e dosare, immessa sul mercato al dettaglio
avrebbe potuto fruttare alla criminalità organizzata un introito superiore
ai 200.000€.L’arrestato,
assolte le formalità di rito, è stato associato nel carcere di Catania a
Piazza Lanza.
CATANIA- Detenuto catanese ad Orvieto per
rapina, non rientra da
licenza premio,
latitante arrestato a Librino. La Polizia di Stato
ha tratto in arresto
Sebastiano TRIPOLONE 36enne, latitante,
destinatario di ordine di esecuzione, emesso il 13
dicembre 2013 dalla Procura della Repubblica presso il
Tribunale Ordinario di Catania. Ol personaggio deve
espiare la pena complessiva di 15 anni, 2 mesi e 16
giorni di reclusione per i reati di associazione per
delinquere finalizzata alla consumazione di rapine,
rapina, estorsione, ricettazione e reati in materia di
armi. Gli agenti nella tarda mattinata del decorso 28
aprile, a seguito di indagini coordinate dalla Procura
della Repubblica di Catania hanno bloccato il latitante.
TRIPOLONE, il 19 dicembre 2017, era detenuto presso la
Casa di reclusione di Orvieto (TR), dove stava scontando
la pena, ma a seguito di un permesso premio di 10
giorni concessogli dal Tribunale di Sorveglianza di
Spoleto (PG) non ha fatto rientro, rendendosi
irreperibile. Sebastiano TRIPOLONE, al termine di
indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di
Catania e condotte dal personale
della Squadra Mobile - Sezione Reati contro il
Patrimonio - Squadra Antirapine, è stato sorpreso in viale San
Teodoro, nel rione di Librino. Il ricercato è stato
tratto in arresto e, quindi, associato presso la Casa
Circondariale di Catania a Piazza Lanza.
CATANIA - Polizia indaga per
donna bulgara uccisa alla Plaia col cranio fracassato e seminuda.
La vittima Nikolina Marinova 30enne
proveniente dalla Bulgaria è stata identificata dalle impronte digitali con
procedura ASIS. Gli investigatori
erano intervenuti sul posto a seguito della segnalazione di una turista in
transito al lungomare alla Playa di Catania. Il volto di Nikolina Marinova si presentava macchiato con sangue e terra. Il cadavere della vittima
era stato ritrovato appoggiato accanto un muro del lungomare Playa di
Catania seduto vicino un cumulo di spazzatura. La donna aveva addosso
solo un giubbotto, era seminuda e sul posto non c’erano vestiti. L’esito
dell’autopsia sul corpo trasferito in obitorio al Garibaldi Nesima dovrebbe
svelare elementi sulla morte col cranio fracassato e potrebbe fare emergere
particolari importanti al fine di arrivare al giro delle conoscenze e
l’autore del delitto. Le indagini della Procura sono dirette dal sostituto
Antonio Fanara.
CATANIA
-3 minorenni vandali mettono in rete bullismo a “Borghetto Europa”.
Agenti del Commissariato Borgo Ognina hanno denunciato all’Autorità
Giudiziaria 3 minorenni che si sono resi responsabili di gravi atti di
vandalismo alle strutture di piazza Europa e del “Borghetto Europa”, il
centro di ritrovo posto al piano sottostante la piazza medesima. I fatti
risalgono allo scorso 14 aprile, quando i vandali hanno preso di mira
l’ascensore che mette in comunicazione il “Borghetto” con il sottostante
parcheggio sotterraneo , lanciarono dall’alto della piazza il newjersey in
plastica che limitava l’accesso all’elevatore che, evidentemente, si trovava
già fuori servizio. I giovanivandali (tutti tra i 14 e i 17 anni)
non paghi della loro bravata, che avrebbe potuto senz’altro mettere in
serio pericolo l’incolumità di chi si fosse trovato sulla traiettoria del
manufatto lanciato giù, hanno anche pubblicato la grave azione su
Instagram, probabilmente a mo’ di vanto. I poliziotti hanno proceduto ad
accurate indagini presso gli esercenti del “Borghetto” i quali hanno
denunciato ed evidenziato lo stato di quei luoghi, dove è facile vedere veri
e propri “tappeti” di bottiglie e di cocci di vetro, risultato del poco
intelligente uso, sempre da parte di giovani vandali di lanciare oggetti
dall’alto, in direzione del centro commerciale. I minori sono stati
identificati e denunciati per i reati di danneggiamento e getto pericoloso
di cose. L’ammissione di 1 dei 3 ragazzi di fare uso di stupefacenti e di
alcolici ha dato luogo alla segnalazione ai Servizi Sociali.
CATANIA–
Ministero, designa dott. Fazzino Vicario Questore Catania.
Il Ministero dell’Interno ha indicato,
il dottore Salvatore Fazzino, quale funzionario che assume le funzioni
vicarie dell’Autorità di Pubblica Sicurezza a Catania. Il dott. Fazzino è stato già Capo di Gabinetto della Questura di
Catania dal dicembre 2015, ed affianca adesso il Questore Alberto Francini
nelle molteplici attività che interessano il capoluogo etneo.Il personale della Questura di Catania
si congratula con il dottore Salvatore Fazzino per il nuovo incarico di
Vicario del Questore.
Le più fervide congratulazioni con sincera stima sono espresse anche dal
nostro giornale.
CATANIA
- Questura, dott. Sefarina Fascina
promossa Dirigente Superiore.Tutto personale della
Questura etnea saluta con vive felicitazioni la promozione della dottoressa
Sefarina Fascina, già vicario del Questore di Catania, alla qualifica di
Dirigente Superiore della Polizia di Stato.La dottoressa
Fascina, per il nuovo prestigioso incarico, sarà presto destinata ad una
nuova maggiore responsabilità che, tuttavia, il Ministero dell’Interno deve
ancora indicare, così come non determinato rimane, ad oggi, il nome del
funzionario che assumerà le funzioni vicarie dell’Autorità di Pubblica
Sicurezza a Catania. La dottoressa Fascina ha ricoperto il suo incarico
nella città etnea da circa due anni, provenendo dalla Questura di Palermo ed
ha seguito costantemente le molte attività che hanno interessato il
territorio catanese, anche sotto il profilo dell’ordine
pubblico.
Le più fervide congratulazioni con sincera stima sono espresse anche dal
nostro giornale.
CATANIA
–
Estorsione
in concorso, Carabinieri ammanettano 1 di Belpasso. I militari
della Stazione di Catania Piazza Verga hanno eseguito un
ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale
della Repubblica del Tribunale di Catania nei confronti
di Alfio LICCIARDELLO56nne di Belpasso.
Il personaggio è stato rintracciato a Belpasso, poiché
riconosciuto colpevole di estorsione in concorso, reato
commesso dal novembre 2013 ad aprile 2014, dovrà
espiare la pena complessiva di 1 anno, 1 mese e 26
giorni di reclusione. L’arrestato, espletate le
formalità di rito è stato associato nel carcere di
Catania Piazza Lanza, a disposizione dell’Autorità
Giudiziaria.
CATANIA
– Coltellata in testa a fratello,
CCLibrino: 1 arresto.I militari
della Stazione di Catania Librino ieri sera hanno arrestato nella flagranza
un catanese di 49 anni, poiché ritenuto responsabile di lesioni personali
aggravate. Lui,
nei pressi dell’abitazione della madre, ubicata in Viale Bummacaro, al
termine di una lite scaturita da dispute sull’eredità della casa di
famiglia, ha accoltellato al volto il fratello 46enne il quale, trasportato
all’Ospedale Vittorio Emanuele di Catania è stato ricoverato per la “ferita
da taglio alla regione periauricolare sx” e dichiarato guaribile in 30
giorni. Il coltello a serramanico utilizzato per l’aggressione è stato
sequestrato mentre l’arrestato, in attesa della direttissima, è stato
trattenuto in camera di sicurezza.
CATANIA
– 16 DASPO, a 7 e 8 anni, emessi da Questore Palermo per ultras Catania.
II provvedimento è stato adottato nei confronti di un gruppo di
supporters catanesi che, il 1 dicembre dello scorso anno, in occasione
dell’incontro di calcio “Trapani – Catania”, si erano resi autori di
intemperanze, creando disordini a Palermo, con lancio di petardi e fumogeni.
Il Questore di Palermo ha quindi emesso i 16 “Divieti di accesso ai
luoghi dove si svolgono manifestazioni sportive”, cd. DASPO. Tutti i
provvedimenti emessi prevedono, per lo stesso arco temporale, anche il
divieto di accesso a stazioni ferroviarie, caselli autostradali, scali
aerei, autogrill ed ogni altro luogo interessato alla sosta, al transito o
al trasporto di coloro che partecipino o assistano alle competizioni
sportive. I supporters rossazzurri giunti a bordo di pullman ed auto
scortati dalla Polizia di Stato, diedero vita a disordini in tre diversi
episodi. Il primo all’altezza della rotonda di via Oreto, i supporter scesi
dai mezzi, intralciarono per alcuni minuti la circolazione veicolare, ma
furono prontamente fatti risalire a bordo dagli agenti in servizio d’ordine.
I supporter successivamente, all’altezza del sottopassaggio di via Pitrè,
arrivarono al primo scontro con le Forze dell’Ordine, essendo scesi
nuovamente dai mezzi bloccarono la circolazione stradale ingaggiando una
sorta di “guerriglia urbana” contro i poliziotti che li “scortavano”. I
facinorosi usarono bastoni, cinture, petardi e fiaccole. La Polizia anche in
questo caso riuscì a contenere i disordini, salvaguardando principalmente
l’incolumità di quanti si trovavano a transitare lungo quell’asse viario.
I supporters si frapposero alla tifoseria palermitana, nel frattempo
intercettata dalla DIGOS e fermata prima che potessero crearsi eventuali
attriti tra le due compagini. Gli ultimi disordini da parte dei tifosi
etnei si verificarono nei pressi dello svincolo di via Belgio, con analoghe
modalità di via Pitrè ed anche in questo caso gli agenti della Polizia di
Stato presenti riuscirono ad arginare le intemperanze dei supporters
facendoli risalire sui mezzi e ripartire. La DIGOS palermitana, a seguito
di attività info-investigativa anche tramite il contributo del materiale
video-fotografico realizzato dai Gabinetti di Polizia Scientifica di Palermo
e di Trapani, è riuscita ad individuare ed identificare i sedici supporters
catanesi protagonisti degli eventi e destinatari dei DASPO. 8 sono stati
posti a DASPO collettivo, per la durata di cinque anni, ad eccezione di 2
soggetti, recidivi, per i quali la durata del provvedimento è stata elevata,
rispettivamente, a 7 ed 8 anni. Gli altri otto supporters, le cui singole
condotte violente sono state specificatamente circoscritte e documentate,
sono stati colpiti da DASPO individuali. I tifosi catanesi destinatari dei
provvedimenti sono stati, inoltre, deferiti all’Autorità Giudiziaria per i
reati di resistenza a P.U. (travisati con l'utilizzo di passamontagna,
fasciacolli, cappucci e sciarpe ed armati di cinture e bastoni, si erano
scagliati contro le Forze dell’Ordine), violenza privata (avevano occupato
l'intera sede stradale con auto e mezzi del convoglio in transito verso lo
stadio di Trapani impedendo la libertà di movimento e di circolazione di
privati cittadini), porto di oggetti atti ad offendere (mazze da baseball,
aste, tubi in pvc -alcuni dei quali ripieni di materiale solido- spranghe di
metallo, ecc), lancio di materiale pericoloso in luoghi interessati dalla
sosta e dal transito di mezzi e persone in occasione di manifestazioni
sportive (petardi, fiaccole, bottiglie di vetro, oggetti contundenti); tutti
reati aggravati in quanto commessi da più di 10 persone travisate, alcune
delle quali armate.
CATANIA
- Tunisino
picchia e rapina passante in Viale Africa, preso dai Carabinieri.
Mohamed KORBI 28enne è stato stanato e catturato nell’ex palazzo
delle Poste. I Carabinieri del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale di
Catania hanno ammanettato nella flagranza il tunisino senza fissa dimora,
poiché ritenuto responsabile di rapina aggravata e resistenza a pubblico
ufficiale. Il soggetto ieri mattina intorno alle 07:00, approfittando della
giornata festiva, quindi della poca gente presente in strada a quell’ora,
ha preso di mira in Viale Africa un impiegato catanese di 66anni il quale,
appena sceso da un autobus di linea della AMT. Il rapinatore ha scaraventato
in terra il malcapitato, l’ha preso a calci e pugni e costretto a consegnare
lo zaino contenente 1 smartphone, del valore di circa 300 euro e il
portafogli con 50 euro in contanti.
un Brigadiere dell’Arma, libero dal servizio, in quegli attimi stava
passando in auto ed ha notato la scena ed è intervenuto mettendo in fuga il
criminale, prestando soccorso al malcapitato che è stato trasportato in
ambulanza all’Ospedale Vittorio Emanuele. Il carabiniere ha allertato la
centrale operativa del Comando Provinciale di Piazza Verga e gli operatori,
nel giro di pochi minuti, hanno inviato sul posto due “gazzelle”
consentendo ai colleghi intervenuti, dopo una violenta colluttazione, la
cattura del criminale, avvenuta all’interno dell’ex palazzo delle poste,
sempre al Viale Africa. Il rapinatore si era nascosto nell’edificio per
sfuggire all’arresto. La vittima, medicata dai sanitari del pronto soccorso
del nosocomio catanese, ha subito lesioni giudicate guaribili in una
quindicina di giorni. La refurtiva è stata interamente recuperata e
riconsegnata all’avente diritto mentre l’arrestato, in attesa della
direttissima, è stato trattenuto in camera di sicurezza.
GIARRE
– CC squestrano 91
kg. marijuana, 200 g. cocaina e soldi. I Carabinieri
dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Giarre, in due diverse
circostanze operative, hanno arrestato nella flagranza Cateno MANCUSO
37enne di Riposto, ed una donna 66enne di Riposto per detenzione e
spaccio di sostanze stupefacenti.I militari, di
pomeriggio, a conclusione di una veloce attività info investigativa
finalizzata alla prevenzione e repressione del traffico illecito di sostanze
stupefacenti, hanno proceduto ad una perquisizione domiciliare
nell’abitazione e nel garage di pertinenza del soggetto rinvenendo e
sequestrando svariati involucri contenenti complessivamente 91kg. di
“marijuana”, delle buste di cellophane contenenti complessivamente
200gr. di “cocaina”, la somma in contante di 4.365 euro,
ritenuta provento di attività illecita, 3 bilance elettroniche ed un ingente
materiale utilizzato per il confezionamento della droga.I Carabinieri
successivamente hanno operato, anche, una perquisizione domiciliare
nell’abitazione della donna rinvenendo 46kg. di “marijuana”,
che è stata sequestrata.Gli arrestati,
espletate le formalità di rito, sono stati associati nel Carcere di Piazza
Lanza a Catania, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.
CATANIA– Picchia
madre e figlio minore venuto in difesa : Polizia ammanetta marito violento.
Agenti dell’U.P.G.S.P.- Squadra Volante
ieri sera hanno tratto in arresto per i reati di maltrattamenti in famiglia
e lesioni personali M.G. 38enne già noto. La chiamata di una donna
è giunta in Sala Operativa e segnalava di essere stata aggredita dal marito
nel loro appartamento. I poliziotti, giunti sul posto hanno constatato che
la donna, molto agitata, presentava escoriazioni evidenti sul volto e sulle
spalle, riferendo di essere stata aggredita dal marito innanzi al figlio
minore. Il ragazzo nel tentativo di separare i genitori si era fatto male al
braccio. Il racconto della vittima è stato esaustivo : nel tardo pomeriggio
lui aveva fatto rientro a casa ed aveva iniziato ad inveire contro la
moglie, che stava riposando in camera da letto, accusandola di non essere
una brava casalinga. Il marito, offendendo la malcapitata con frasi scurrili
le avrebbe imposto di lasciare subito la casa coniugale. La donna avrebbe
tentato di alzarsi dal letto, ma sarebbe stata colpita dal marito più volte
al volto ed alle spalle. La poveretta spaventava ha cercato di rifugiarsi in
bagno insieme al figlio minore, ma lui sarebbe riuscito a raggiungerla,
aggredendola nuovamente e distruggendo nella sua furia un mobile. Il
figlio, durante queste fasi concitate ha cercato di proteggere la mamma, ma
ha ricevuto dal padre un pungo sul braccio. La donna, solo a questo punto,
era riuscita a chiamare la polizia, alla quale peraltro ha riferito che dal
2009, anno di inizio della loro relazione, lui aveva avuto costantemente
atteggiamenti violenti, arrivando ad aggredirla anche fisicamente per futili
motivi, e per questo aveva più volte sporto denuncia e fatto ricorso a cure
mediche. Gli agenti hanno predisposto sia per la donna che per il bambino
il trasporto presso il P.S. dell’O.V.E dove venivano riscontrati ad
entrambi lesioni reputate guaribili in 25 giorni. La signora, al termine
delle cure mediche ha sporto denuncia. Lui è stato arrestato e su
disposizione del P.M. di turno condotto presso la Casa Circondariale di
Piazza Lanza in attesa dell’udienza di convalida innanzi al G.I.P.
CATANIA
– Nigeriano senza biglietto in treno oltraggia controllore ed aggredisce
poliziotti: ammanettato. La
Polizia di Stato, lo scorso 8 marzo, ha arrestato il nigeriano Michael
KENNETH 26enne, per i reati di resistenza e lesioni a Pubblico
Ufficiale e denunciato in libertà per oltraggio e rifiuto di indicazioni
sulla sua identità.Tutto è iniziato
nel convoglio in partenza da Catania per Messina, dove lui nonostante fosse
stato trovato sprovvisto di titolo di viaggio, si è anche rifiutato di
fornire le generalità al controllore. Gli agenti della Polfer, a questo
punto, sono intervenuti ed hanno trovato il soggetto dentro un convoglio
dove si era rifugiato per sfuggire ai controlli.Il nigeriano
alla vista dei poliziotti, ha iniziato ad inveire contro di loro, con frasi
offensive, sferrando calci e pugni.Gli agenti hanno
subito bloccato e condotto il soggetto negli uffici Polfer dove, ha
continuato a tenere lo stesso atteggiamento ostile e violento. I poliziotti
dagli accertamenti hanno acclarato che il malfattore aveva già numerosi
pregiudizi penali anche della stessa tipologia, e che era stato scarcerato
a metà gennaio di quest’anno, con un obbligo di presentazione alla P.G. del
Commissariato di Acireale, a cui non aveva mai ottemperato. Per
l’extracomunitario, giudicato l’indomani con il rito direttissimo, si sono
spalancate le porte del carcere. Il
Giudice, nell’ordinanza con cui ha disposto la misura cautelare della
custodia in carcere, ha evidenziato la pericolosità sociale del soggetto che
si è sostanzialmente rifiutato di rispondere alla domande a lui rivolte,
prospettando falsamente di non comprendere la lingua italiana. Due degli
agenti della Polizia Ferroviaria intervenuti, sono stati accompagnati in
ospedale per le cure, i sanitari hanno riscontrato loro contusioni guaribili
in 5 giorni.
CATANIA
–
Rapinò coppietta in piazza: 1 condannato, arrestato da CC. I Carabinieri
del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale di Catania hanno arrestato il
catanese Giovanni GRIMALDI
27enne, in esecuzione di un ordine per la carcerazione emesso dal Tribunale
di Catania. Il giovane, giorno 8 gennaio 2015 in piazza Bellini, aiutato da
1 complice ed a bordo di uno scooter con targa oscurata, prese di mira una
coppietta seduta su di una panchina e strappò la borsa di mano alla ragazza
catanese di 20anni. il colpevole fu preso durante il tentativo di fuga
dall’equipaggio di una gazzella, che riuscì a recuperare la refurtiva
restituendola alla vittima. Il giovane dai giudici etnei è stato
riconosciuto colpevole di rapina aggravata in concorso e condannato ad una
pena equivalente ad 1 anno e 5 mesi di
reclusione. L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato associato al
carcere di Catania Piazza Lanza.
Catania
- DIA sequestra beni per 1.000.000€ a Fichera. Uomini della DIA, Direzione Investigativa Antimafia, di Catania
diretta dal 1° Dir. P.S. dr. Renato Panvino, nella mattinata, su delega
della Procura distrettuale della Repubblica di Catania, hanno dato
esecuzione al decreto di confisca emesso dal Tribunale di Catania, il primo
marzo 2018, di un patrimonio del valore stimato di circa 1.000.000€,
costituito da beni immobili
riconducibili
ad Antonino FICHERA 72enne, personaggio noto, ritenuto contiguo ai
“Cappello”.Il decreto di
confisca ha confermato il quadro probatorio già condiviso dal Tribunale di
Catania nel 2016, in sede di emissione del provvedimento di sequestro
patrimoniale su proposta di applicazione della misura di prevenzione
patrimoniale avanzata da questa Procura distrettuale.Gli approfonditi
e complessi accertamenti patrimoniali, delegati agli investigatori della
D.I.A., hanno consentito di far emergere come Antonino FICHERA(del
quale è stata riconosciuta la pericolosità sociale, al quale viene ascritta
fin dalla fine degli anni ’60, come conclamato dai decreti applicativi della
sorveglianza speciale di P.S. emesse nel 1976 e nel 1991, permanendo anche
oltre con la consumazione di numerosi reati patrimoniali e in materia di
armi) unitamente al proprio nucleo familiare, abbia accumulato un ingente
patrimonio, per il quale sarebbe emersa una notevole sproporzione tra le
fonti dichiarate e i beni direttamente o indirettamente posseduti. Gli
investigatoriritengono che Antonino FICHERA sia soggetto
contiguo ai “Cappello”, annoverando numerosi precedenti penali in
particolare per i reati di furto, ricettazione, porto abusivo di armi,
associazione per delinquere, estorsione ed omicidio. Il personaggio per
l’ultimo reato, aggravato dalle circostanze di cui all’art. 7 legge 203/91,
è stato tratto in arresto il 21 maggio 2013 in esecuzione di ordinanza di
custodia cautelare in carcere e si trova attualmente agli arresti
domiciliari. FICHERA, infatti, è stato ritenuto gravemente indiziato quale
esecutore materiale, in concorso con Roberto CAMPISI (già detenuto e
ritenuto affiliato alla famiglia dei Cursoti milanesi), dell’omicidio
perpetrato il 26 agosto 2008 ai danni di Mario MAUCERI, inteso Mario U’
Lintinisi, cl.1965, affiliato alla cosca rivale “Sciuto – Tigna”,
che egli riteneva coinvolto, per averlo attirato in un agguato,
dell’uccisione del figlio Sebastiano FICHERA, ritenuto affiliato proprio
alla cosca Sciuto-Tigna. Il provvedimento ha colpito un patrimonio
costituito da uno stacco di terreno
unitamente all’edificio esistente, composto da diverse unità immobiliari
destinate a residenza e garage che si sviluppa su 4 elevazioni fuori terra.
Mascalucia CT-
Carabinieri Mascalucia e Comando Tutela Patrimonio Culturale recuperano
dipinto del ‘700, rubato nel 2007. I ladri, 11 anni fa dalla locale chiesa
“Santa Maria della Consolazione”, a Mascalucia avevano arraffato la pregiata
tela.I Carabinieri agli
ordini del
Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale Palermo
Maggiore Luigi Mancusoe della
Sezione Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Siracusa, a conclusione
d’indagini svolte con la Tenenza Carabinieri di Mascalucia guidati dal Comandante Rocco Schirripa,
hanno recuperato un dipinto del XVIII sec., olio su tela, raffigurante la “Madonna”.
Il quadro, di cui da tempo si erano perse le tracce, era stato rubato nel
2007.Il recupero del
pregevolissimo dipinto è avvenuto grazie al costante monitoraggio del
mercato antiquariale. La comparazione delle immagini di alcune opere
poste in vendita da un esercente catanese, con quelle contenute nella
Banca Dati dei Beni Culturali illecitamente sottratti, gestita dal
Comando Tutela Patrimonio Culturale, rafforzate dagli approfondimenti
investigativi dei Carabinieri di Mascalucia, ha reso possibile accertare che
il dipinto in esame era proprio quello sottratto alla chiesa etnea, circa 11
anni fa. Le indagini, inoltre, non hanno fatto emergere responsabilità a
carico dell’antiquario, il quale aveva regolarmente acquistato il dipinto da
una donna catanese, denunciata per ricettazione. Questa vicenda, conclusosi
positivamente con la restituzione del dipinto alla parrocchia di “Santa
Maria della Consolazione”, mostra l’importanza della sensibilizzazione
che il Comando TPC compie con gli
Uffici Diocesani per divulgare, ai vari livelli. La pubblicazione “Linee
Guida Per La Tutela Dei Beni Culturali Ecclesiastici”, del 2014, oltre a
contenere consigli pratici per la
difesa dei beni chiesastici da eventi predatori, diffonde e valorizza le
iniziative di inventariazione e censimento che le Diocesi, con grande
impegno, è condotta in ordine al proprio patrimonio culturale.
Catania
– CC bloccano 1 pusher
in azione a Librino, ai domiciliari. I Carabinieri
della Stazione di Catania Librino hanno bloccato nella
flagranza il catanese Giuseppe Agatino Mario RIELA
20enne, per detenzione ai fini di
spaccio di sostanze stupefacenti.I militari, di notte,
durante un servizio antidroga nel popoloso quartiere del
capoluogo etneo, hanno osservato il giovane mentre stava
cedendo dosi di stupefacente a clienti, in cambio di un
corrispettivo in denaro. il giovane è stato bloccato e
perquisito. Il pusher è stato trovato in possesso di
100 grammi di marijuana, già suddivisa in dosi, 220€ in
contanti, incassarti dalla precedente vendita dello
stupefacente. L’arrestato, espletate le formalità di
rito, è stato posto ai domiciliari in attesa di essere
giudicato con il rito per direttissima.
RandazzoCT – Sperona auto CC per
sfuggire a controllo: Carabinieri ammanettano pirata
strada. Un
25enne di Maniace, ieri sera, intorno alle 18:30, alla
guida di una Fiat Punto sulla Strada Circonvallazione
di Maniace non ha ottemperato all’alt imposto da una
pattuglia di Carabinieri del Nucleo Radiomobile della
Compagnia di Randazzo. Il guidatore ha speronato
addirittura l’auto di servizio. Il conducente fuggito a
folle velocità dopo circa 2 Km, in Contrada Erranteria,
dopo aver generato un altro incidente, andando a
sbattere con una Fiat Uno e causando delle lesioni al
conducente dell’auto (Trauma cranico e cervicalgia
post-traumatica e contusione gamba sinistra con prognosi
di 7 giorni), ha abbandonato la vettura scappando
per le campagne circostanti. Le ricerche del fuggitivo
sono scattate, ed è stato identificato grazie ad uno dei
militari di pattuglia che lo l’aveva riconosciuto in
volto. Il maldestro è stato scovato ed ammanettato in un
casolare di campagna ubicato in Contrada Gullia nel
comune di Bronte. L’arrestato 25enne di Maniace, già
noto, dovrà rispondere alla Autorità Giudiziaria di
resistenza a pubblico, lesione personali e omissione di
soccorso. Il guidatore in attesa della direttissima è
stato trattenuto in camera di sicurezza.
Biancavilla
CT - CC
Cacciatori Sicilia s in campagne Biancavilla trovano 1 fucile con matricola
abrasa, presi padre e figlio. I
Carabinieri dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Sicilia” e della
Stazione di Biancavilla hanno bloccato nella flagranza Salvatore SANTANGELO
67enne ed Alfio SANTANGELO 45enne, poiché ritenuti responsabili di concorso
in detenzione di arma clandestina, detenzione illegale di munizionamento e
ricettazione. I
militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Sicilia” durante uno dei
tanti servizi svolti nelle aree rurali alla ricerca di latitanti ed armi, in
Contrada Erbe Bianche, agro di Biancavilla, si sono imbattuti in una serie
di casolari, adibiti all’allevamento di ovini, bovini e pollicoltura, dove
all’interno di uno di questi hanno scovato e sequestrato, occultati sotto
dei tavelloni di legno all’interno di un sacco di Iuta, 1 fucile
semiautomatico “FRANCHI” cal.12, con la matricola abrasa e 25
cartucce a piombo cal.12.L’arma nei
prossimi giorni sarà inviata agli esperti del R.I.S. di Messina per gli
esami tecnico-balistici che potrebbero svelarne la provenienza e l’eventuale
utilizzo in pregressi episodi criminosi. I due, in attesa dell’udienza di
convalida, sono stati relegati ai domiciliari.
Catania–
Carabinieri dai video identificano ed ammanettano 3 topi d’appartamento.
I
militari della Compagnia di Acireale hanno arrestato i noti catanesi Gaetano
PLATANIA 41enne, Giuseppe SCARPACI 44enne e Giacomo CALIÒ
CAPPELLERI 46enne, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare
in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale etneo.Il
terzetto, il 29 agosto 2017, era partito da Catania per raggiungere la
località marina di Marzamemi – frazione del comune di Pachino (SR), per
rubare in un’abitazione affittata per le vacanze da una coppia di
castellesi. I ladri, Non trovando valori asportarono le chiavi di casa dei
coniugi ed i loro documenti dirigendosi nella stessa mattinata
nell’abitazione di via Re Martino ad Aci Castello. I maldestri aprirono
la porta con le chiavi, con tutta calma ripulirono l’appartamento di tutti
i preziosi e del denaro custodito, equivalente a circa 200 dollari. I
Carabinieri della locale Stazione, a seguito delle denuncia delle vittime,
avviarono immediatamente le indagini. Gli investigatori analizzando le
immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza attive in zona
riuscirono ad estrapolare i fotogrammi che ritraevano distintamente i tre
ladri mentre salivano a bordo di una Citroen C3 utilizzata per allontanarsi
dal luogo del furto. La targa dell’auto, tramite l’operazione di noleggio
eseguita il giorno precedente a Misterbianco, svelò l’identità del primo
maldestro. I riscontri effettuati successivamente tramite la banca dati
evidenziarono le frequentazioni del soggetto nei giorni precedenti al fatto
reato, convergendo su due personaggi che, dalla comparazione delle loro foto
ed i fotogrammi estrapolati dalle immagini video, non lasciarono dubbi sulla
loro identità.Tutte
prove condivise appieno dall’Autorità Giudiziaria che ha inteso ordinarne
l’arresto e la traduzione nel carcere di Catania Piazza Lanza.
Acireale
- Carabinieri ammanettano 1 pusher, sequestrata 1 kg droga. Si
tratta di Emanuele PALERMO 35enne di Aci Catena. I militari della
Stazione di Acireale, coadiuvati dai colleghi della Compagnia d’Intervento
Operativo del 12° Reggimento “Sicilia”, hanno arrestato nella
flagranza Emanuele PALERMO, poiché ritenuto responsabile di detenzione
finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Una breve ma proficua
attività info-investigativa ha condotto ieri sera i militari in un casolare
ubicato in via Federico de Roberto ad Aci Sant’Antonio. I carabinieri nel
luogo hanno, pazientemente atteso fino alla presenza del soggetto, poi sono
entrati eseguendo una perquisizione. I tutori dell’ordine al termine
dell’azione hanno rinvenuto e sequestrato: 1 kg circa di “marijuana”, del
valore al dettaglio di oltre 10.000 €, 4 bilancini elettronici di precisione
nonché vario materiale comunemente utilizzato dagli spacciatori per
preparare le dosi di stupefacente da porre in commercio. L’arrestato,
assolte le formalità di rito, è stato associato al carcere di Catania Piazza
Lanza.
Catania
– Poliziotti bloccano 2 con droga a San Cristoforo. Si tratta di
Giuseppe LICCIARDELLO 18enne e L.F. 19enne. La Brillante e fulminea Operazione ha portato
al deferimento ed arresto di due per spaccio di sostanze stupefacenti. Gli
Agenti del Commissariato “San
Cristoforo” impiegati ieri nel controllo del territorio con turno
14,00/20,00, hanno portato a termine una brillante operazione di Polizia
Giudiziaria, conclusasi con l’arresto ed il deferimento all’Autorità
Giudiziaria di due persone per concorso nel reato di detenzione ai fini di
spaccio di sostanze stupefacenti. Gli operatori, hanno mostrato spiccato
acume professionale, allorquando, verso le ore 17,00 hanno intercettato nei
pressi di via V. Emanuele uno scooter Piaggio Liberty. Il mezzo era condotto
dal noto L.F. 19enne che, avendo visto il personale del Commissariato
San Cristoforo, ha tentato di dileguarsi approfittando del traffico locale.
Gli operatori, avvezzi a tali situazioni ed anche per l’esperienza
acquisita operando nel popoloso quartiere San Cristoforo, hanno notato il
nervosismo che trapelava dall’atteggiamento dei due giovani ed hanno deciso
di procedere al loro controllo.I poliziotti, nonostante l’intenso traffico
che a quell’ora caratterizza il rione, sono riusciti a raggiungere e fermare
lo scooter. Il passeggero del mezzo, è stato identificato per Giuseppe
LICCIARDELLO 18enne il quale, sceso dal mezzo, ha provato ad allontanarsi.
Il maldestro è stato prontamente fermato, perquisito e trovato in possesso
di circa 150 gr di marijuana che nascondeva sotto il giubbotto, insieme al
denaro provento dell’attività di spaccio. La meticolosità degli operatori
durante la perquisizione, ha permesso di rinvenire ulteriori dosi di
stupefacente, pronte per lo smercio, che Giuseppe LICCIARDELLO aveva celato
tra gli slip. I
poliziotti dopo gli accertamenti, hanno proceduto ad ammanettere ì Giuseppe
LICCIARDELLO per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente , e
deferire in stato di libertà L.F. per il concorso nello stesso reato.
L’arrestato, su specifiche disposizioni del PM di turno, il Sost. Proc.
D.ssa Alessandra TASCIOTTI, è stato posto agli arresti domiciliari in attesa
dell’ udienza di convalida per direttissima.
Catania
– Polizia
arresta 1 ricercato ed al bar 1 evaso dai domiciliari.
Si
tratta di : Aslam TALUKDAR
31enne cittadino del Bangladesh e del catanese Carmelo STOMPO 44enne.
Agenti del Commissariato “Centrale”, ieri mattina, in servizio di Volante,
hanno individuato e tratto in arresto il noto Aslam TALUKDAR, resosi
irreperibile dallo scorso mese di novembre, in esecuzione del provvedimento
di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di
Catania, dovendo scontare la pena di 1 anno di reclusione per il reato di
evasione, commesso nel mese di giugno 2015. Aslam TALUKDAR, espletate le
formalità di rito, è stato associato presso la Casa Circondariale di Piazza
Lanza. Gli agenti del Commissariato “Centrale” nella serata della stessa
giornata, a Catania, in servizio sul territorio e nell’ambito dei controlli
a persone sottoposte ad obblighi, hanno tratto in arresto per il reato di
evasione, il già noto Carmelo STOMPO, in quanto sorpreso presso un bar del
centro a bere alcolici, nonostante fosse sottoposto al regime degli arresti
domiciliari.
Catania
– Agenti bloccano 2 con refurtiva dopo scippo ad anziana. La Polizia
di Stato ha fermato i già noti: Mario PARISI 49enne e Carmelo
INDORATO 50enne, ritenuti responsabili, in concorso, dei reati di scippo
e resistenza a Pubblico Ufficiale. Agenti della Squadra Mobile, Sezione
“Contrasto al Crimine Diffuso”, impegnati nell’ambito dei servizi
finalizzati a contrastare i reati di natura predatoria, la mattina del
scorso alle ore 11:00 circa, mentre transitavano per piazza Cavour, hanno
intercettato una moto Piaggio Beverly 250, con a bordo due noti soggetti.
La locale Sala Operativa, pochi minuti prima, alle 10.40 circa, aveva
diramato la nota radio di scippo consumato ai danni di un’ anziana donna,
nella zona di Pozzillo. Il colpo era stato compiuto da individui, le cui
descrizioni corrispondevano con quelle dei due soggetti notati. I
poliziotti, pertanto, hanno deciso di fermare la moto e di procedere ad un
normale controllo. I due, nonostante l’alt intimato dagli agenti della
Squadra Mobile, si davano alla fuga per le vie cittadine, ma, al termine
dell’inseguimento, sono stati bloccati. Uno dei 2 maldestri, approfittando
della concitazione del momento, invano, cercava di disfarsi di 1 collanina
d’oro, che veniva prontamente recuperata dal personale operante. Gli
investigatori, acquisite le immagini da alcune telecamere presenti sul luogo
del fatto, hanno ricostruito, nel dettaglio, tutte le fasi dello scippo ed
appurato, così, la piena responsabilità dei due soggetti. La refurtiva
acquisita veniva restituita all’anziana donna la quale immediatamente la
riconosceva come propria.
Catania - Librino,
23enne del Mali propone droga a poliziotti su auto civetta, 1 in manette.
Uomini del Commissariato Librino in servizio a bordo di vettura senza
contrassegni, ieri mattina a transitando in via Pistone, giunti in
prossimità dell’intersezione con via delle Finanze, venivano avvicinati da
Ba DIARA 23enne cittadino maliano, il quale ha proposto la vendita
di 1 dose di marijuana. I poliziotti, nell’immediatezza hanno pensato si
trattasse di un atteggiamento volutamente ironico del soggetto che, avendo
compreso l’identità dei tutori della legge, voleva interagire, per così
dire, goliardicamente con loro. I poliziotti inaspettatamente hanno visto
che l’atteggiamento del DIARA, era disarmante, nel momento in cui questi,
dopo essersi diretto ed abbassato verso la cavità di un muro nei pressi, ha
allungato la mano, prelevato 1 involucro e l’ha passato al Funzionario
seduto nel posto anteriore lato passeggero, al quale ha chiesto la somma di
10,00€. I due poliziotti, sorpresi dagli sviluppi della vicenda ed avendo
compreso di non essere stati riconosciuti, ma di essere stati scambiati per
alcuni dei tanti avventori, si sono qualificati ed hanno bloccato lo
sprovveduto spacciatore. Gli agenti, hanno acquisito lo stupefacente
offerto, per il successivo sequestro, e, dopo avere chiesto ausilio alla
Sala Operativa della Questura per fare giungere altro personale ed un’unità
cinofili, si sono avviati per gli accertamenti necessari. I poliziotti
hanno ispezionato l’anfratto dal quale il soggetto aveva prelevato
l’involucro, recuperandone 1 altro analogo al primo contenente la medesima
sostanza stupefacente. L’unità cinofila richiesta, giunta sul posto ha
ispezionato più meticolosamente la cavità nella quale era stato rinvenuto
poco prima lo stupefacente ed altri nascondigli in quella prossimità.
L’attività di ricerca ha dato esito positivo e veniva complessivamente
rinvenuto e sottoposto a sequestro un quantitativo pari a circa 28 grammi
lordi di stupefacente fra marijuana ed hashish. Gli agenti hanno rinvenuto
12 dosi di marijuana, confezionate in bustine di cellophane chiuse con
apposita linguetta, e 5 grammi della tipologia hashish suddivisi in 5
stecchette confezionate e pronte allo smercio. DIARA, regolarmente
soggiornante su territorio italiano, in quanto in attesa di permesso di
soggiorno per protezione sussidiaria, e con a carico svariati precedenti
specifici per detenzione a fini di spaccio di stupefacenti, è stato tratto
in arresto in flagranza di reato per detenzione ai fini di spaccio di
sostanza stupefacente. Il soggetto dopo gli adempimenti di rito è stato
condotto presso le camere di sicurezza della Questura in attesa di essere
tradotto in Tribunale per il rito direttissimo del 18 novembre, così come
disposto dal PM di turno presso la locale Procura della Repubblica.
Catania– Carabinieribloccano a Zafferana Etnea 39enne topo d’appartamento in azione. I
militari della Stazione Carabinieri di Zafferana Etnea, coadiuvati dal
personale del locale Nucleo Cinofili ieri mattina hanno bloccato in
flagranza di reato un39enne di Mascalucia (CT). I Carabinieri,
transitando nella frazione Fleri, hanno sorpreso il soggetto che, munito di
arnesi atti allo scasso, dopo aver scavalcato un muro di recinzione e
divelto la serratura della porta d’ingresso, tentava di introdursi in
un’abitazione. Il maldestro è stato tempestivamente bloccato mentre tentava
di fuggire a bordo della sua autovettura. Lui, dopo le formalità, è stato
tradotto presso la sua abitazione in attesa rito direttissimo, su
disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Riposto
CT – Rapina in
gioielleria, Carabinieri ammanettano 1 e cercano complice.I militari della Stazione Carabinieri di Riposto (CT) a seguito di una
ininterrotta attività info-investigativa, hanno sottoposto a fermo indiziato
di delitto un 44enne di Aci Catena (CT) poiché ritenuto uno degli
autori del tentativo di rapina avvenuto il 9 novembre scorso in una
gioielleria di Corso Italia a Riposto. le indagini relative al rintraccio
dell’arma utilizzata dai malviventi e del complice sono ancora in corso. il
soggetto, dopo le formalità di rito è stato tradotto presso il carcere di
Piazza Lanza a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Catania– Detenzione
armi ed omessa segnalazione, 4 denunciati. Poliziotti del
commissariato Borgo-Ognina, nei giorni scorsi, nell’ambito dell’attività
di polizia mirata a prevenire e reprimere il dilagante fenomeno dei reati
connessi all’irregolare detenzione delle armi, hanno eseguito controlli
mirati. I tutori dell’ordine nella circostanza, hanno indagato in stato di
libertà R.A. per aver trasportato dalla provincia di Enna e senza
autorizzazione da parte dell’Autorità di P.S. 3 fucili con 30 munizioni
calibro 12 e 24. Le armi, per tale motivo, sono state sequestrate. 2
fratelli, F.G. e F.L., hanno omesso di denunciare un notevole
quantitativo di armi e munizioni di cui 3 corte e 10 fucili oltre a
munizionamento appartenenti al defunto padre. I 2 fratelli, per tale motivo,
sono stati indagati in libertà ai sensi dell’art. 38 del T.U.L.P.S. e art.58
del relativo regolamento con relativo sequestro delle armi. L.L., è
stato indagato, per il reato di omessa denuncia in quanto non ha comunicato
all’Autorità di P.S. la detenzione di 1 fucile appartenente al defunto
padre.
Catania
–Strage Nassiriya:Cerimonia e ricordo vittime.
Il tragico giorno, di 14 anni addietro, è divenuto “giornata della
memoria per i caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la
pace”.Le vittime italiane, “ambasciatori di pace”, sono state
ricordate dal Comandante Provinciale dei Carabinieri di Catania, Colonnello
Raffaele COVETTI alla presenza di familiari dei caduti. L’alto ufficiale ha
voluto far visita nei cimiteri di Catania e Biancavilla e reso onore a due
delle eroiche vittime, l’Appuntato Horacio MAJORANA ed il Maresciallo
Aiutante Massimiliano BRUNO, deponendo sulle loro lapidi 2 cuscini di fiori
a nome di tutta l’Arma dei Carabinieri. Le cerimonie sono state seguite da
autorità civili e militari ed hanno avuto momenti di commozione durante
la benedizione delle tombe dei 2 caduti e la recita della “Preghiera del
Carabiniere”.
Aci
Sant’AntonioCT –
Labrador Ivan e CC trovano in casa 850g.marijuana e 3g. cocaina. I
Carabinieri della Stazione di Aci Sant’Antonio, coadiuvati dai colleghi del
Nucleo Cinofili di Nicolosi, hanno bloccato nella flagranza Antonio
Alfio DI DIO 37enne, del posto, poiché ritenuto responsabile di
detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. L’attività
info-investigativa svolta dai militari negli ultimi giorni, li ha condotti
sabato mattina nell’abitazione di Via Onofrio. I Carabinieri appena entrati
in casa hanno trovato su di un tavolo 1 bilancino elettronico di precisione
con sopra del residui di marijuana. Il Labrador “Ivan” nel giardino di
pertinenza della casa, grazie al suo fiuto, ha permesso ai Carabinieri di
notare un filo elettrico di colore blu che portava nel sottostante terreno
dell’ignaro confinante, luogo in cui erano depositati alcuni sacchi di
plastica tra i quali proprio quello collegato al filo, contenente 850
grammi di marijuana e 3 grammi di cocaina. La droga è stata sequestrata
mentre l’arrestato, in attesa della direttissima, è stato relegato agli
arresti domiciliari.
L’arrestato stamattina è stato sottoposto al rito per direttissima al
termine del quale il Giudice ne ha disposto la traduzione nel carcere di
Catania Piazza Lanza.
Belpasso CT
– CC 1 ai domiciliari, viola sorveglianza. I Carabinieri della
Stazione di Belpasso hanno arrestato Maurizio COSTANZO
32enne, del luogo, già sottoposto agli arresti domiciliari per altra causa,
su ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica del
Tribunale di Catania.Il personaggio
dovrà espiare la pena residua di 9 mesi e 28 giorni di reclusione, poiché
riconosciuto colpevole di aver violato i vincoli della Sorveglianza
Speciale, reato commesso il 3 settembre 2016 a Belpasso. L’arrestato,
espletate le formalità di rito, è stato ristretto nuovamente ai domiciliari,
come disposto dall’Autorità Giudiziaria.
Catania– Carabinieri
e Cacciatori Sicilia scoprono coltivazione cannabis, sorpresi coltivatore e
3 amici. I Carabinieri della Stazione di Adrano coadiuvati dalla squadra
“Falco 23” dello squadrone Eliportato Cacciatori “Sicilia” hanno
bloccato ai domiciliari nella flagranza Antonio VITANZA30enne
del luogo, per coltivazione e detenzione di sostanze stupefacenti e
detenzione illecita di munizioni. I militari, a conclusione di
un’articolata attività investigativa finalizzata a contrastare il fenomeno
della coltivazione e produzione di sostanze stupefacenti nella zona etnea,
in contrada Cugno ad Adrano hanno proceduto ad una perquisizione nel fondo
agricolo di pertinenza del personaggio rinvenendo una piantagione di canapa
indiana, composta da 11 piante dell’altezza media di m. 2,50. I
Carabinieri, successivamente nel domicilio del fermato hanno recuperato
ulteriori 5 grammi di marijuana e 2 proiettili cal. 38 s.w. Le piante
di cannabis indica, la marijuana ed i 2 proiettili sono stati sequestrati. I
Carabinieri, nel medesimo contesto operativo, hanno identificato e
denunciare alla Procura della Repubblica di Catania per concorso nella
coltivazione di stupefacenti altri 3 individui di Adrano, gravati da
precedenti penali. Il soggetto, espletate le formalità di rito, è stato
ristretto ai domiciliari in attesa di essere giudicato con rito
direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.
Catania
- Picchia ed estorce denaro a
madre invalida, CC 29enne in manette.
I Carabinieri della Stazione di Calatabiano hanno arrestato nella flagranza
un 29enne, del luogo, per rapina, tentata estorsione, maltrattamenti
in famiglia e lesioni personali. I militari, la notte scorsa, a seguito di
una telefonata anonima al 112 con la quale era stata segnalata una lite in
famiglia, sono intervenuti in un’abitazione nel centro cittadino di
Calatabiano. I Carabinieri giunti sul posto hanno trovato nell’appartamento
lui in un evidente stato di agitazione. I tutori dell’ordine, nella
circostanza hanno accertato che lo stesso soggetto, poco prima, aveva
aggredito la madre 64enne, invalida, sottraendole con violenza 1 collana ed
1 bracciale d’oro e la somma contante 50€, danneggiando alcuni mobili,
l’auto della sorella. Il soggetto aveva anche minacciato di incendiare
tutto. La donna è stata soccorsa e medicata da personale del 118 riportando
un trauma contusivo al polso sinistro.
Gli operanti, inoltre, hanno
accertato che non si trattava di un singolo episodio e che il 29enne da
diversi giorni maltrattava la madre con incessanti vessazioni, minacce ed
ulteriori aggressioni fisiche, provocandole un perdurante stato d’ansia e
paura. L’arrestato, espletate le formalità di rito, è stato associato nel
carcere di Catania a Piazza Lanza.
Catania
- CC, preso
pusher a Picanello. I Carabinieri
della Compagnia di Catania Piazza Dante hanno arrestato ai domiciliari
Cristian SACCONE 25enne catanese, per detenzione ai fini di spaccio di
sostanze stupefacenti. I Carabinieri, ieri sera durante un servizio
antidroga nel popolare quartiere Picanello, hanno notato il giovane
stazionare con fare sospetto in via Timoleone angolo con via Grasso
Finocchiaro. I militari, dopo qualche istante hanno osservato il 25enne
cedere delle bustine prelevate di volta in volta in un cortile poco
distante, ad occasionali avventori ricevendo in cambio un corrispettivo. Gli
operanti, prontamente intervenuti hanno bloccato e perquisito il pusher
trovandolo in possesso di 2 dosi di marijuana, per un peso complessivo di 2
grammi, e la somma in contanti di 115 euro in banconote di piccolo taglio,
ritenuti provento dell’attività di spaccio. I Carabinieri successivamente
nel cortile, sotto una mattonella, hanno recuperato una busta contenente
altri 60 grammi dello stesso stupefacente. La droga ed il denaro sono stati
sequestrati.
L’arrestato, espletate le formalità di rito, è stato ristretto ai
domiciliari in attesa di essere giudicato con rito direttissimo, come
disposto dall’Autorità Giudiziaria.
Mascalucia
CT
– CC, donna ai domiciliari per truffa.
I Carabinieri della Tenenza di Mascalucia hanno
arrestato ai domiciliari Annalisa SGROI,
del luogo, su ordine di carcerazione emesso dal
Tribunale di Catania.La donna dovrà espiare la pena di 6
mesi di reclusione poiché riconosciuta colpevole dei
reati di truffa aggravata in concorso, commessi a
Catania nell’anno 2013. L’arrestata, espletate le
formalità di rito, è stata ristretta ai domiciliari,
come disposto dall’Autorità Giudiziaria.
Catania – Pusher bloccato da
carabinieri in azione a S. Cristoforo.
I
militari del Nucleo Operativo hanno arrestato ai domiciliari nella flagranza
Giovanni PALAZZOLO, 22enne, catanese, per detenzione ai fini di
spaccio di sostanze stupefacenti. I militari di sera durante un servizio
finalizzato a contrastare il fenomeno dello spaccio nel popolare quartiere
San Cristoforo, hanno notato il giovane stazionare all’angolo di via Del
Principe con via Moncada e prendere contatti con occasionali “clienti” per
poi consegnargli delle bustine, prelevate di volta in volta sotto il
paraurti di un’auto parcheggiata in via Del Principe. I
Carabinieri sono immediatamente intervenuti bloccando e perquisendo il
giovane che è stato trovato in possesso di 20 dosi di marijuana, per un peso
complessivo di 47 grammi, recuperando poi sotto l’auto parcheggiata altre 24
dosi dello stesso stupefacente, per un speso complessivo di 60 grammi. La
marijuana per un peso totale di 107 grammi è stata sequestrata.
L’arrestato, espletate le formalità di rito, è stato posto ai domiciliari in
attesa di essere giudicato per direttissima, come disposto dall’Autorità
Giudiziaria.
Catania– 2 in furto Smart restano in
panne, si fanno spingere da passante, ma invano.
Agenti
del Commissariato Borgo Ognina, nei giorni scorsi, hanno denunciato in stato
di libertà S.C. 55enne già noto, responsabile insieme a un altro
complice del furto di una Smart City Coupé avvenuto nei pressi di piazza
Abramo Lincoln. Le indagini sono scattate dopo la denuncia della vittima e
si sono avvalse anche di alcune immagini grazie alle quali è stato
identificato il mezzo utilizzato dai malfattori per giungere sul luogo del
furto. Le immagini hanno evidenziato che i due, dopo aver asportato l’auto,
sono stati costretti a chiedere aiuto ad un passante perché la Smart si era
improvvisamente spenta. L’uomo, ignaro di quanto stesse accadendo, si è
cortesemente offerto di spingere la macchina, facendo così un inconsapevole
“favore” ai due malfattori. Il colpo comunque, non è andato a buon fine.
L’auto è stata recuperata e riconsegnata al proprietario dopo i rilievi
del personale del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica, che hanno
notato impronte digitali le quali hanno inequivocabilmente fatto risalire
al noto S.C.
Catania–
Carabinieri trovano armi illegali nascoste in rudere a Librino. I militari
del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Catania nei giorni scorsi
hanno effettuato un servizio straordinario nel popolare quartiere Librino. I
miliari hanno setacciato ed ispezionato aree e strutture abbandonate, garage
e giardini dove, in un rudere abbandonato nello Stradale Cardinale, hanno
rinvenuto 1 busta di plastica contenente 1 fucile semiautomatico Hatsan cal.
20, con calciolo mozzato, 1 pistola semiautomatica Bruni a salve cal. 8
modificata in arma comune da sparo calibro 7,65, 1 pistola semiautomatica
Taurus cal. 9x19, con matricola abrasa e 14 cartucce di vario calibro. Le
indagini sono ancora in corso al fine di accertare chi avesse la
disponibilità del mini arsenale. Le armi, tenute in ottimo stato d’uso e
perfettamente funzionanti, sono state sequestrate ed inviate al Reparto
Investigazioni Scientifiche di Messina per gli accertamenti tecnici del caso
e per stabilire se le stesse siano state utilizzate in eventuali azioni
criminose.
Catania–
Polizia blocca pusher in azione nel centro storico in via Crociferi.
Agenti
dell’U.P.G.S.P.- Squadra Volanti nel tardo pomeriggio di ieri, hanno
arrestato ai domiciliari il catanese Salvatore MACCARRONE 22enne, per
spaccio di sostanze stupefacenti. Gli operatori, nel corso di servizi
mirati alla prevenzione e al contrasto del fenomeno dello spaccio di
stupefacenti nella zona del centro storico cittadino in via Crociferi,
hanno notato un gruppetto sospetto di giovani. MACCARRONE è stato
avvicinato da due giovani e dopo aver ricevuto una banconota ha ceduto ad
uno di essi 2 dosi di sostanza stupefacente di tipo marijuana. Il pusher
e l’acquirente sono stati, quindi, immediatamente bloccati dagli agenti.
L’acquirente ha consegnato spontaneamente la sostanza acquistata, che veniva
sequestrata, e per tale motivo veniva accompagnato presso gli Uffici della
Questura per gli ulteriori accertamenti e sanzionato in via amministrativa.
Il P.M. di turno, è stato informato dell’accaduto, ed ha disposto di
sottoporre MACCARRONE alla misura degli arresti domiciliari presso la sua
abitazione in attesa di convalida innanzi al G.I.P.
Catania– Fucile,
passamontagna e cartucce trovate nascoste a S. Cristoforo. I poliziotti
dell’U.P.G.S.P.- Squadra Volanti ieri sera hanno anche rinvenuto e
sequestrato a carico di ignoti 1 fucile, cartucce e 1 passamontagna. Gli
agenti, procedendo ad un accurato controllo, hanno rinvenuto in un casolare
abbandonato nel quartiere San Cristoforo, ben occultati tra le pietre ed i
calcinacci di tale edificio, 1 fucile automatico marca Franchi, 23 cartucce
calibro 12 e 1 passamontagna di colore nero. L’arma con relativo
munizionamento sarebbe servita per compiere attività delittuose. L’arma
effettuati i rilievi da parte del personale del locale Gabinetto Regionale
di Polizia Scientifica e messa in sicurezza ed è stata sequestrata.
Catania
–
S.Venerina
vietato parco a cani : 3 picchiano proprietario entrato in villa col
cucciolo. Agenti del
Commissariato Borgo Ognina hanno indagato in stato di libertà tre persone,
responsabili del reato di rissa, minacce e lesioni. Le indagini hanno preso
spunto da una querela sporta da una persona che ha riferito di essere stata
aggredita da tre individui, mentre si trovava in una villetta comunale nella
cittadina di Santa Venerina.L’uomo ha raccontato che, mentre si trovava
in quel luogo per far passeggiare il proprio cane, è stato affrontato da una
persona che l’ha invitato ripetutamente a uscire dal parco. La persona,
all’opposizione del denunciante, che frattanto era stata raggiunta da un
amico e da un parente, l’ha dapprima bloccato e poi aggredito a calci e
pugni, costringendolo a riparare al Pronto Soccorso di Acireale, dove gli è
stata diagnosticata l’infrazione di una costola ed un trauma cranico minore.
L’indagine degli agenti del Commissariato, basata anche sulle testimonianze
dei presenti all’accaduto, ha permesso di identificare i responsabili
dell’aggressione i quali sarebbero intervenuti contro il denunciante perché,
nonostante i divieti esposti dal Comune, ha comunque introdotto il cane
all’interno dell’area a verde.
Catania
–
20enne:“una manata al vigile urbano” ancora in coma
farmacologico. Sarebbe questa la confessione fatta
da un ventenne ai magistrati che indagano per
l’aggressione subita da Luigi Licari
ispettore della polizia municipale sabato sera
in via Del Rotolo, zona Ognina a Catania.
L’inchiesta per tentato omicidio, era stata aperta dal
Procuratore della Repubblica a Catania Carmelo Zuccaro
ed affidata all'aggiunto Ignazio Fonzo ed al sostituto
Santo Distefano. La squadra mobile della Questura e la
Polizia Municipale di Catania indagano
sull’aggressione. Il 20enne, alla presenza dei suoi
legali, avrebbe ammesso ai magistrati di avere colpito
Luigi Licari,
con una manata l'ispettore, ma avrebbe detto di averlo
fatto al termine di una discussione accesa. Secondo
indiscrezioni il giovane avrebbe detto ai giudici che
dopo un primo confronto con il vigile sarebbe tornato
indietro e che la discussione sarebbe, sempre secondo la
sua ricostruzione, degenerata in litigio. Il 20enne
avrebbe detto di essere pentito e di non essersi
accorto che il vigile era finito a terra vista
la presenza di numerose persone. Il fermo dovrà adesso
convalidato d il Gip dopo l'interrogatorio di garanzia
dovrà decidere sulla convalida del fermo.
Randazzo
CT -
Intrappolato tra le fiamme appiccate, salvato da 2
Carabinieri. L’episodio è accaduto ieri mattina in
località IMBISCHI agro di Randazzo. Un pensionato del
posto 64enne, aveva deciso di dar fuoco alle numerose
sterpaglie esistenti nel suo fondo agricolo generando
un incendio incontrollato che propagandosi
repentinamente l’ha investito in pieno.Il malcapitato, raggiunto
agli arti inferiori dalle fiamme, ha perduto
conoscenza. Una parente confinante di terreno, si è
accorta della vasta estensione dell’incendio ed ha
chiesto aiuto telefonico ai Carabinieri di Randazzo.
L’operatore della centrale operativa ha immediatamente
fatto convergere sul posto l’equipaggio di una
“gazzella” del pronto intervento che giunto in loco non
ha esitato ad addentrarsi per circa 400 metri tra le
fiamme portando in salvo il poveretto. Un’ambulanza del
118 proveniente dall’Ospedale di Bronte è giunta sul
posto, i sanitari hanno riscontrato all’uomo un
infarto in corso, si sono attivati per farlo trasportare
a mezzo elisoccorso all’Ospedale Cannizzaro di Catania
dove d’urgenza è stato sottoposto ad un intervento
chirurgico di angioplastica. Il pensionato al momento
si trova ricoverato in prognosi riservata nel nosocomio
catanese ma non sembra versare in pericolo di vita.
L’incendio è stato domato dopo alcune ore dai Vigili del
Fuoco del distaccamento di Randazzo.
Catania
– Viola sorveglianza e
fugge sui tetti, inseguito e preso da poliziotti.
La Polizia di Stato ha
bloccato:Francesco Giuseppe PAPPALARDO 35enne già
noto, resosi responsabile del reato di inosservanza agli
obblighi ed alle prescrizioni inerenti la sottoposizione
della Sorveglianza Speciale di P.S. con obbligo di
soggiorno. Agenti della Squadra Mobile, sabato mattina
durante l’espletamento di un servizio di p.g.
all’interno del quartiere “San Berillo Nuovo”, hanno
notato un folto gruppo di giovani intenti a discutere,
ragione per cui gli operatori si sono decisi ad
effettuare un controllo. Uno dei personaggi,
successivamente identificato per Francesco Giuseppe
PAPPALARDO, alla vista della pattuglia, si è staccato
dal gruppo fuggendo a piedi. Gli operatori di Polizia
scendendo dal mezzo di servizio hanno iniziato un
inseguimento a piedi per le vie del quartiere.
PAPPALARDO, nonostante i ripetuti avvisi atti a
fermarsi, non desisteva ed, accelerando la sua corsa, si
è lanciato da uno scosceso terrapieno, scomparendo per
alcuni istanti alla vista degli agenti. Gli inseguitori,
tuttavia non demordendo hanno bloccato il fuggitivo
nel momento in cui tentava di arrampicarsi sul tetto di
un garage. Francesco Giuseppe PAPPALARDO è stato,
dichiarato in arresto per il reato di inosservanza agli
obblighi ed alle prescrizioni inerenti la sottoposizione
della Sorveglianza Speciale di P.S. con obbligo di
soggiorno nel comune di Paternò (CT) e posto a
disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Catania
– Ai domiciliari per stalking evade e minaccia donna:
preso ed ammanettato.Agenti delle Volanti
dell’U.P.G.S.P. ieri sera hanno tratto in arresto per i
reati di stalking ed evasione dagli arresti domiciliari
S.G. 28enne, già noto. La chiamata di una
signora nel tardo pomeriggio era giunta su linea 112.
L’interlocutore donna ha segnalato che il suo ex
convivente si trovava sotto la sua abitazione,
proferendo parole ingiuriose e minacce che le causavano
uno stato d’ansia e di paura per la sua incolumità. Gli
operatori, prontamente, ricevuta la nota radio da parte
della Sala Operativa della Questura, si sono recati sul
posto e riuscivano ad individuare e bloccare il
soggetto. I poliziotti, a seguito di controlli in banca
dati, hanno appurato che il malfattore era sottoposto
alla misura cautelare degli arresti domiciliari a
seguito di arresto per il reato di atti persecutori
perpetrato nei confronti della stessa richiedente. Gli
agenti, alla luce di questo nuovo episodio di
minaccia-molestia, hanno veniva nuovamente arrestato in
flagranza per i reati di stalking ed evasione il
personaggio e, su disposizione del P.M. di turno,
l’hanno tradotto presso il carcere di Piazza Lanza, in
attesa della celebrazione del giudizio di convalida .
Catania
– Polizia
trova droga in casa di vigilantes, 1 ai domiciliari.
La Polizia di Stato ha tratto in arresto domiciliare:
Fabio VOLPE
37enne, resosi responsabile del reato di detenzione ai
fini di spaccio di sostanza stupefacente del tipo
marijuana. Agenti della Squadra Mobile - Sezione
Contrasto al Crimine Diffuso, seguito di attività
info-investigativa, avevano appreso che Fabio VOLPE, di
professione guardia particolare giurata, dimorante nel
centro del quartiere Librino, deteneva, nella sua
abitazione, sostanza stupefacente del tipo marijuana.
Gli agenti della Sezione, nel pomeriggio di ieri, dopo
avere effettuato preliminari accertamenti, hanno
eseguito, una perquisizione domiciliare
nell’abitazione di Fabio VOLPE. I poliziotti ad esito
dell’attività hanno rinvenuto e sequestrato: n. 1
involucro in plastica contenente sostanza stupefacente
del tipo marijuana, per un peso complessivo di
gr. 365 circa; n. 1 involucro in plastica contenente
sostanza stupefacente del tipo marijuana, per un
peso complessivo di gr. 500 circa; n. 1 sacchetto in
plastica contenente sostanza stupefacente del tipo
marijuana, per un peso complessivo di gr. 35 circa;
n. 1 bilancia da cucina marca Howell; n. 1 bilancino
elettronico di precisione. Espletate le formalità di
rito, il personaggio è stato posto agli arresti
domiciliari a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Zafferana Etnea
CT –CC, 1 in
carcere: 5 anni e 8 mesi, violenze e maltrattamenti in
famiglia.
I Carabinieri
della Stazione di Sant’Alfio hanno arrestato un
37enne, di Zafferana Etnea su ordine di carcerazione
emesso dalla Procura della Repubblica del Tribunale di
Catania.Il soggetto dovrà espiare la pena di 5 anni e 8
mesi di reclusione per violenza sessuale aggravata,
maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate,
e violenza privata in concorso, reati commessi dal 2006
al 2007 a Milo. L’arrestato, espletate le formalità di
rito, è stato associato nel carcere di Piazza Lanza.
Paternò
CT – CC, 1 ai
domiciliari per maltrattamenti in famiglia ed atti
persecutori.
I Carabinieri della Stazione di Paternò hanno arrestato
un 26enne, paternese, su ordinanza di custodia
cautelare emessa dalla Corte d’Appello di Catania. Il
giovane è stato ritenuto colpevole di maltrattamenti in
famiglia e atti persecutori nei confronti dell’ex
convivente, 20ennne del luogo. Violenze e minacce
hanno causato alla vittima un grave e perdurante stato
d’ansia e paura, temendo per la propria vita.
L’arrestato, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria,
è stato ristretto ai domiciliari.
Misterbianco
CT –Rissa in
condominio via Dei Garofani per parcheggio: CC, 9
arresti.
I
Carabinieri della Tenenza di Misterbianco hanno
arrestato nella flagranza 9 persone, tra cui 4 donne,
appartenenti a due nuclei familiari per rissa aggravata
e lesioni personali.I militari, la
notte scorsa, a seguito di una telefonata al 112, sono
interventi in un condominio in via Dei Garofani per
sedare una rissa. I Carabinieri giunti sul posto hanno
bloccato i litiganti in evidente stato di agitazione
accertando che la causa della lite era stata
l’occupazione di un’area del parcheggio condominiale. i
due capi famiglia successivamente, rispettivamente di 58
e 63 anni, sono stati trasportati e medicati
all’ospedale Vittorio Emanuele dove i sanitari hanno
riscontrato vari traumi contusivi alle spalle e braccia
guaribili in 10 giorni.
Catania
– Marito stalker vessa
moglie e figli, 1 in manette. Si tratta del catanese
V.D. già noto. La triste vicenda umana ha avuto da una
parte le vittime una donna ed i figli e dall’altra il
carnefice catanese V.D. che, ieri, è stato rinchiuso in
esecuzione di un Ordine di Custodia Cautelare in Carcere
emesso dal G.I.P. di Catania. Le indagini ed
accertamenti sono stati condotti dagli uomini della
Divisione di Polizia Anticrimine della Questura, il
quali hanno ristretto le manette ai polsi del violento.
La storia famigliare è stata seguita sin dall’inizio dai
poliziotti dell’Ufficio Minori e Stalking della
Divisione che hanno raccolto la denuncia della moglie,
vittima, insieme ai figli minorenni, delle vessazioni
fisiche e psicologiche, delle violenze e degli abusi. Il
soggetto aveva costretto i congiunti a vivere in un
clima di terrore, con costanti angherie e vessazioni.
La Polizia di Stato, in considerazione della gravità
del quadro venutosi a delineare, per garantire la
sicurezza del nucleo familiare aveva già provveduto a
collocare la donna ed i suoi figli in una struttura
protetta. L’esilio è durato 15 giorni, un tempo
ristretto nel quale, però, l’Autorità Giudiziaria,
grazie alle evidenze chiaramente risultanti
dall’attività dell’Ufficio di Polizia, ha emesso il
provvedimento restrittivo che ha condotto V.D. in
carcere.
Catania
– Pedofilo abusa di 16enne ai
bagni pubblici, 67enne in manette. la Polizia di
Stato su delega della Procura Distrettuale della
Repubblica di Catania, ha tratto in arresto S.S.
67enne, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare
in carcere, emessa il giorno 8 luglio 2017 dal G.I.P.
del Tribunale di Catania, in quanto ritenuto
responsabile del reato di violenza sessuale aggravata.
Un impiegato, alla fine del mese di maggio,
aveva presentato presso gli Uffici della Squadra Mobile
una denuncia-querela segnalando che nel tardo pomeriggio
dello stesso giorno il figlio, 16enne, aveva subito
violenza sessuale all’interno dei bagni della villa
comunale Bellini. Gli investigatori, dopo avere
acquisito la denuncia, con il coordinamento della
Procura della Repubblica di Catania, hanno effettuato
una mirata attività di p.g. nel corso della quale
venivano escusse numerose persone presenti nella villa
Bellini e visionate le immagini registrate da sistemi di
video-sorveglianza. L’attività di p.g., non disgiunta da
mirati servizi effettuati dagli agenti all’interno della
villa comunale ha consentito di individuare l’autore del
reato in S.S, catanese 67enne, incensurato, nei cui
confronti venivano acquisiti univoci e concordanti
elementi di reità. Il G.I.P. del Tribunale di Catania,
su richiesta della Procura della Repubblica, il giorno
8 luglio 2017, ha emesso l’ordinanza di custodia
cautelare in carcere nei confronti di S.S. in quanto
ritenuto responsabile del reato di violenza sessuale
aggravata. Espletate le formalità di rito, S.S. veniva
associato presso la Casa Circondariale di Catania a
“Piazza Lanza”.
Catania
– Droga a S.Cristoforo: CC, presi 2 in azione. Si
tratta di ORAZIO VICINO 19enne
e Giuseppe
SCIUTO 37enne.
I Carabinieri della Compagnia di Catania Piazza Dante
hanno bloccato nella flagranza il catanese ORAZIO
VICINO, poiché ritenuto responsabile di spaccio e
detenzione illecita di sostanze stupefacenti.
Gli
uomini del Nucleo Operativo hanno il osservato sospetto mentre in Via Stella
Polare stava vendendo droga ad alcuni assuntori. Lo spacciatore, al momento
dell’intervento dei militari, è fuggito in Via Murifabbro dove è stato
raggiunto ed ammanettato. Il giovane è stato perquisito sul posto ed aveva
addosso circa 40 grammi di marijuana, suddivisa in dosi, e 170 euro in
contanti, incassati dalla precedente vendita dello stupefacente. Il denaro
e la droga sono stati sequestrati mentre l’arrestato, in attesa della
direttissima, è stato relegato agli arresti domiciliari. I Carabinieri del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale di Catania hanno
fermato nella flagranza il catanese Giuseppe SCIUTO,poiché ritenuto responsabile di detenzione finalizzata allo spaccio di
sostanze stupefacenti.
Una
breve ma proficua attività info-investigativa ha condotto i militari in
nell’abitazione di via Pietro Fullone luogo in cui, previa perquisizione,
sono stati rinvenuti e sequestrati una ventina di grammi di “marijuana in
fase di dosaggio per il successivo smercio al minuto.
Catania
–PolFer arresta
pusher minorenne messinese.La polizia, in
occasione del periodo estivo con incremento di viaggiatori sia a bordo dei
treni che nelle stazioni, al fine di garantire la sicurezza dei viaggiatori
e del trasporto ferroviario in generale, considerata anche la delicata
situazione internazionale, ha intensificato i servizi di vigilanza e
pattuglia in tutti gli impianti ferroviari di giurisdizione finalizzati a
prevenire e/o reprimere tutti quei reati o illeciti commessi in ambito
ferroviario. Agenti
della Polizia Ferroviaria della Sezione di Catania, lo scorso 27 luglio, nel
corso dei servizi, hanno controllato 1 minorenne seduto nei pressi del
sottopasso il quale alla loro vista ha cercato di guadagnare l’uscita
simulando indifferenza. Gli agenti operanti, durante l’attività di
controllo, hanno notato che i pantaloncini in jeans indossati, presentavano
uno strano rigonfiamento all’altezza dell’inguine. I tutori dell’ordine, in
considerazione di tanto e della possibilità che il sospetto potesse
occultare qualcosa l’hanno accompagnato presso gli uffici della polizia
ferroviaria per il proseguo degli accertamenti. Il giovane a seguito di
perquisizione personale, è stato trovato in possesso di 1 involucro in
plastica trasparente termosaldata contenente sostanza stupefacente del tipo
marijuana occultata all’altezza dell’inguine, pari a circa 70 grammi. Il
17enne nativo della provincia di Messina è stato arrestato per detenzione
ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Il ragazzo, cosi come disposto
dal Pubblico Ministero di turno della locale Procura della Repubblica presso
il Tribunale per i minorenni, è stato accompagnato al Centro di Prima
Accoglienza in via Raimondo Franchetti.
Catania
– Armi, Polizia
sequestra carabine e pistole tenute in luoghi diversi da
indicazioni. Gli agenti del Commissariato
Borgo-Ognina, hanno effettuato un controllo
straordinario mirato a verificare la regolare detenzione
delle armi. Il controllo eseguito presso un’abitazione
ubicata nel quartiere Borgo ha un particolare rilievo
poichè un detentore di armi avrebbe dovuto detenere 17
fucili e carabine, 2 pistole e svariate munizioni. I
poliziotti, fatto di rilievo, hanno rinvenuto 4 fucili,
3 carabine e 663 munizioni vario calibro all’interno di
un armadio custodito nel garage, non in appartamento. Le
restanti armi e munizioni sono state regolarmente
trovate presso l’abitazione e custodite in un armadio.
Ulteriori accertamenti hanno consentito di rinvenire 1
pistola, non denunciata in abitazione, modello PPK-L
marca Walter calibro 7,65 e 14 munizioni stesso calibro.
I poliziotti, nell’occorso hanno accertato anche
l’illegale detenzione di numero 113 cartucce calibro 9 X
21 e numero 26 cartucce calibro 7,62 X 29. Gli agenti
hanno pertanto proceduto ad indagare in libertà il
responsabile F.F., per i reati di cui agli artt.
38 T.U.L.P.S., 58 Reg. T.U.L.P.S. e 697 C.P. (detenzione
abusiva/illegale di armi e munizioni). I tutori
dell’ordine, attesa la gravità della condotta hanno
proceduto infine a sequestrare penalmente la pistola e
le munizioni illegalmente detenute ed in via cautelare
ai sensi dell’art. 39. T.U.L.P.S., l’intero arsenale è
stato ritirato per motivi di ordine e sicurezza pubblica
e custodito presso gli Uffici di Polizia.
Catania
– Polizia libera stabile occupato illegalmente a
Borgo Ognina.
Agenti del Commissariato Borgo-Ognina ieri su
disposizione del Questore hanno effettuato un controllo
presso uno stabile in via Calatabiano che risultava
occupato abusivamente.Gli operatori
durante i controlli hanno constatato diversi allacci
abusivi alla rete Enel e per tali ragioni hanno
provveduto ad indagare in stato di libertà ben 6 persone
per i reati di furto di energia elettrica ed invasione
di edifici. I tutori dell’ordine hanno constatato che lo
stabile in questione versava in precarie condizioni di
sicurezza, si è provveduto ad informare le autorità
competenti.
Misterbianco
CT - 5 catanesi rubano
motoscafo a Messina, CC 1 preso, 4 ricercati. I Carabinieri della
Tenenza di Misterbianco hanno arrestato nella flagranza un 30enne del luogo,
poiché ritenuto responsabile di concorso in furto aggravato.Il soggetto, ieri
notte, insieme ad altri 4 complici, in corso di identificazione, a bordo di
2 auto: 1 Fiat Panda e 1 Volkswagen Golf, è partito da Misterbianco per
raggiungere la località Torre Faro a Messina con il preciso intento di
rubare un motoscafo modello “Acquamar Phenicusa” dotato di motore
fuoribordo. I maldestri, nel momento in cui stavano armeggiando vicino
all’imbarcazione sono stati scoperti da uno dei custodi del porticciolo che
li ha costretti ad una fuga repentina sul motoscafo rubato abbandonando sul
posto la Fiat Panda. I Carabinieri di Messina sono stati allertati, gli
investigatori sono risaliti alla proprietaria della macchina abbandonata
dai ladri, risultata essere di proprietà di una donna di Misterbianco. I
militari del Nucleo Radiomobile di Messina e le pattuglie della Tenenza di
Misterbianco, in perfetta sinergia, sfruttando il GPS montato a bordo della
barca, ne hanno seguito il percorso rinvenendola senza “marinai” sulla
battigia di Via Cristoforo Colombo a Riposto. Il reo, nel tragitto tra
Messina e Riposto, aveva chiamato la moglie, intestataria della Fiat Panda,
riferendole di andare immediatamente dai Carabinieri a denunciare il furto
dell’auto. L’evento che ha chiuso il cerchio sul soggetto, riconosciuto
peraltro in foto dal custode del porticciolo. Il motoscafo, del valore di
circa 30.000 euro, è stato restituito al legittimo proprietario mentre
l’arrestato, in attesa della direttissima, è stato relegato agli arresti
domiciliari.
Catania- Blitz CC,
ammanettato pusher in azione. i Carabinieri della Compagnia di Catania
Piazza Dante, la scorsa notte, hanno arrestato nella flagranza il catanese
Vito VINCIGUERRA 25enne, poiché ritenuto responsabile di spaccio e
detenzione illecita di sostanze stupefacenti. Gli uomini del Nucleo
Operativo, in servizio anticrimine a San Cristoforo, hanno osservato il
personaggio con discrezione fare la spola tra le vie Trovatelli ed Alogna
dove, all’angolo tra le due strade, piazzava la droga in cambio di denaro. I
militari sono intervenuti al momento propizio, hanno perquisito il
sospetto. I tutori dell’ordine hanno esteso le operazioni di controllo
all’anfratto murario di Via Trovatelli, rinvenendo e sequestrando nel
complesso: 14 dosi di marijuana e 130 euro in contanti, incassati dalla
precedente vendita della droga. L’arrestato, assolte le formalità di rito, è
stato associato nel carcere di Catania a Piazza Lanza.
Catania
- Agenti pedinando ragazzini trovano droga nascosta
in condominio a Librino. Una pattuglia dell’UPGSP
ieri mattina durante un servizio di controllo del
territorio all’interno del quartiere di Librino, ha
notato un folto gruppo di ragazzini entrare con fare
sospetto all’interno di uno stabile condominiale in
via Grimaldi. I poliziotti, dopo un controllo effettuato
sui giovani soggetti, che ha dato esito negativo, hanno
rinvenuto 1 busta di plastica nel sottotetto del
condominio in zona ispezionata, che conteneva sostanza
del tipo marijuana per un peso complessivo di circa 100
grammi, che veniva successivamente sequestrata a carico
di ignoti.
Linguaglossa
CT- Abusi sessuali su ragazza minore psicolabile: CC 1
ai domiciliari.I Carabinieri della
Stazione di Linguaglossa hanno arrestato un 47enne del
luogo, in esecuzione di una ordinanza di custodia
cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Catania in
ordine al reato di violenza sessuale con abuso della
condizione di infermità mentale della minorenne. Approfittando
della condizione di minorità anagrafica e mentale della
ragazza di 15 anni, l’ha fatta infatuare costringendola
a dei rapporti sessuali, avvenuti dallo scorso gennaio e
fino alla fine del mese di maggio in una casa di
campagna nella disponibilità del soggetto. Un’amica per
fortuna ha accolto le confidenze della vittima e
rivolgendosi ai carabinieri ha denunciato quanto di
squallido stava accadendo. I militari, affiancando il
magistrato titolare del fascicolo, hanno svolto gli
opportuni riscontri investigativi raffigurando al
termine un quadro probatorio tale da convincere il
giudice ad ordinarne l’arresto e la conseguente
sottoposizione agli arresti domiciliari.
RamaccaCT –Prostituzione in
carrozza itinerante anche minorile, 1 donna in carcere.
I Carabinieri della Stazione di Ramacca hanno arrestato
Laura BONSIGNORE 44enne
del posto, in esecuzione d un ordine per la carcerazione emesso dal
Tribunale di Caltanissetta. La donna avrebbe
gestito in prima persona una sorta di “carrozzone”
itinerante che sfruttando delle ragazze, anche
minorenni, indotte a fare sesso dietro corrispettivo in
denaro, si spostava in diversi comuni siciliani tra i
quali: Enna, Calascibetta (EN), Villarosa (EN),
Campobello di Licata (AG), Misterbianco (CT) e Catania.
I giudici, considerandola colpevole del reato di
sfruttamento della prostituzione con l’aggravante di
avere sfruttato anche delle minorenni, l’hanno
condannata alla pena di 3 anni, 9 mesi e 20 d giorni i
reclusione da scontare nel carcere di Catania Piazza
Lanza dov’è stata associata al termine delle formalità
di rito.
Catania
- Rissa e
coltellate tra guidatori a casello autostrada: 4
denunciati.
Una pattuglia della
sezione di Polizia Stradale di Catania, in servizio di
vigilanza sula Tangenziale, presso lo svincolo “Paesi
Etnei”, alle ore 19.00, ha notato un’auto ferma sul
lato della carreggiata con alcune persone fuori
dall’abitacolo. I poliziotti si sono fermati subito,
rendendosi conto che 2 di loro, I.E. 40enne,
proveniente da Vittoria (RG), ed il cognato, T. A.,
33enne di Gela, ambedue già noti, presentavano delle
ferite rispettivamente all’addome e ad un braccio. I
tutori dell’ordine hanno sollecitato il 118, ed i feriti
sono stati accompagnati al pronto Soccorso
dell’ospedale “Cannizzaro”. Gli agenti, da presenti,
perlopiù amici e parenti dei feriti, hanno appreso che
poco prima era avvenuto un acceso diverbio tra loro ed 1
altro automobilista, il quale nel corso della
discussione li aveva colpiti con un taglierino,
dileguandosi subito dopo a bordo della sua vettura
insieme alla moglie ed un giovane che pure aveva preso
parte all’alterco. I sanitari di turno in ospedale
hanno riscontrato rispettivamente, ad I.E.,
ferite da taglio all’addome ed al torace con una
prognosi di 30 gg., ed a T.A. una ferita ad un
braccio ed una contusione ad una mano con una prognosi
di 10 gg. Il presunto autore del gesto, tale P. S.
64enne catanese incensurato, nel frattempo si
presentava spontaneamente presso gli uffici di Polizia,
insieme a moglie e figlio, P. S. 26enne,
incensurato, affermando subito di essere stato lui a
colpire con un taglierino le due persone in questione.
Agenti della Squadra di
Polizia Giudiziaria del Compartimento di Catania sono
intervenuti, dopo aver sentito tutti i testimoni del
fatto e dopo aver effettuato tutte le verifiche del
caso, ed accertato che il 64enne quella sera, mentre
stava transitando la Tangenziale, aveva avuto da ridire
sul comportamento di guida di una delle autovetture
condotte dai due soggetti poi rimasti feriti. La
discussione sarebbe proseguita in corsia di emergenza,
dove sarebbe degenerata coinvolgendo l’anziano e suo
figlio da una parte, il vittoriese e suo cognato
dall’altra. Il più anziano, nel corso della breve
colluttazione, temendo di essere sopraffatto, avrebbe
tirato fuori un piccolo taglierino e colpito i 2
cognati, poi sarebbe fuggito immediatamente dal posto,
per dirigersi in città verso gli uffici di Polizia.
I 4, al termine degli
accertamenti, sono stati deferiti all’Autorità
Giudiziaria in stato di libertà per il reato di rissa
aggravata.
Catania
- Rumeno evaso dai
domiciliari è preso da polizia. Agenti dell’U.P.G.S.P.
hanno arrestato il
rumeno I.C. CRACIUN 27enne per evasione dagli arresti domiciliari.Un equipaggio di
volante, alle ore 20:15 circa, era stato inviato dalla Sala Operativa in via
Di Benedetto per effettuare un controllo su un soggetto sottoposto agli
arresti domiciliari. Gli operatori giunti sul posto, hanno notato, innanzi
allo stabile in questione, un giovane che, alla loro vista, si allontanava
rapidamente e vi si introduceva. I tutori dell’ordine sono entrati anche
loro nel palazzo seguendo il soggetto, il quale si ritirava nel suo
appartamento chiudendo il portone. I poliziotti hanno bussato ed ha aperto
il giovane da loro seguito, il quale veniva identificato per CRACIUN I.C.,
sottoposto al regime degli arresti domiciliari e, dunque, tratto in arresto
per il reato di evasione. Il soggetto in questione non risultava
corrispondere a quello per il quale la Sala Operativa aveva disposto il
controllo il quale successivamente veniva controllato e risultava
adempiente alle disposizioni. Il P.M. di turno, informato dei fatti ha
disposto il ripristino degli arresti domiciliari in attesa del giudizio
direttissimo al Tribunale via Crispi, aula I, dinanzi al giudice dott.
Passalacqua.
Catania
– Agenti bloccano rapinatore in fuga, era ai
domiciliari.
Uomini delle Volanti dell’UPGSP ieri pomeriggio, hanno
tratto in arresto per rapina aggravata ed evasione
dagli arresti domiciliari il
noto
Domenico D’ANNA 40enne catanese.Un interlocutore , alle ore 13:25, ha
segnalato su linea 113 una rapina a mano armata da poco consumata ai danni
di un tabacchino situato in Viale Vittorio Veneto da parte di un soggetto
travisato da passamontagna, con evidenti tatuaggi sul corpo ed interamente
vestito di scuro.La volante di zona, dopo pochi istanti, si è
recata nel luogo oggetto di segnalazione ed ha notato un individuo, con
caratteristiche fisiche compatibili a quelle poco prima diramate dalla Sala
Operativa della Questura. Il sospetto è stato inseguito anche perchè, con
evidenti gesti, attirava l’attenzione dei poliziotti.I poliziotti hanno intuito che potesse
trattarsi del soggetto autore della rapina, e sono scesi repentinamente
dalla volante iniziavano un inseguimento a piedi del fuggitivo che, dopo
alcune centinaia di metri, veniva raggiunto e bloccato.Il fermato, è stato sottoposto a
perquisizione personale, ed è stata esito positivo in quanto nelle tasche
dei pantaloni c’era il provento della rapina poco prima perpetrata: 735
€. I poliziotti hanno inoltre, a seguito di perlustrazione della via di
fuga percorsa dal malfattore, altresì recuperata la pistola, che risulterà
essere giocattolo, utilizzata per compiere l’atto.D’ANNA, che a seguito degli
accertamenti compiuti risultava essere sottoposto al regime degli arresti
domiciliari, è stato tratto in arresto per i reati di rapina aggravata ed
evasione e, su disposizione del P.M. di turno, tradotto presso il carcere di
Piazza Lanza.
San Gregorio
CT- Topo d’auto ammanettato da CC e Polizia locale. Si
tratta di
Antonino STRANO 46enne. Il soggetto già noto è
stato bloccato mentre stava per rubare un’auto in Via
Catira. 2 agenti della Polizia locale, durante
l’attività d’istituto finalizzata anche a visionare le
aree colpite dall’incendio di questi giorni, hanno
individuato il soggetto mentre stava forzando la
serratura di una Volkswagen parcheggiata in Via Catira.
Il personaggio, alla vista degli uomini in divisa ha
tentato di fuggire ma è stato bloccato e messo in
sicurezza. Una pattuglia dei carabinieri della locale
stazione ed un’altra di Polizia locale sono giunte
subito dopo sul posto in supporto. Il maldestro è stato
condotto in caserma dove è stata avviata per lui la
procedura di arresto. Il sindaco, Carmelo Corsaro ha
commentato : “Ciò dimostra che San Gregorio è presidio
di legalità”.La vettura è stata restituita al
proprietario abitante a Palermo.
Catania
– Mafia per gruppo Scalisi, Polizia esegue 39 misure.
La Polizia di Stato, su delega della Procura
Distrettuale Antimafia di Catania, ha in corso di
esecuzione ordinanza applicativa di misure cautelari,
nei confronti di 39 persone ritenute responsabili, a
vario titolo, dei reati di associazione per delinquere
di stampo mafioso (clan Scalisi), con l’aggravante di
essere l’associazione armata, associazione per
delinquere finalizzata al traffico di sostanze
stupefacenti, detenzione e spaccio delle medesime,
tentato omicidio, estorsione, rapina, furto,
ricettazione, reati in materia di armi, danneggiamento
seguito da incendio, con l’aggravante di aver commesso
il fatto in nome e per conto dell’associazione di tipo
mafioso denominata clan Scalisi ed al fine di agevolarne
le attività illecite. La misura cautelare, eseguita
dalla Squadra Mobile di Catania e dal Commissariato di
P.S. di Adrano, consente di disarticolare la cosca
Scalisi operante in territorio di Adrano, costituente
locale articolazione della famiglia mafiosa Laudani di
Catania, decapitandone i vertici. Le indagini hanno
consentito di verificare come
la “famiglia” sottoponeva sistematicamente ad estorsione
la gran parte delle attività commerciali ubicate in
territorio adranita, in primo luogo il mercato
ortofrutticolo.
I particolari dell’operazione illustrati nel corso di
una conferenza stampa presso gli uffici della Procura
della Repubblica di Catania, alla presenza del
Procuratore della Repubblica e del Questore di Catania.
Catania
– Armi e droga in condominio a Librino Villaggio S.Agata trovati da
Polizia con cinofili. Agenti del Commissariato Librino a seguito di
attività info-investigativa, hanno eseguito alcune perquisizioni, con
l’ausilio di Unità Cinofile Antidroga, anche nei confronti di soggetti
sottoposti ad obblighi giudiziari. I poliziotti, nel corso dell’attività, in
località Villaggio Sant’Agata zona C, dopo avere eseguito perquisizione in
un appartamento dove padre e figlio si trovavano in regime di arresti
domiciliari, ed aver rinvenuto un piccolo involucro contenente marijuana
hanno esteso la perquisizione alle parti condominiali. I tutori
dell’ordine, anche in considerazione dell’atteggiamento del cane Sky che
puntava con decisione verso l’esterno dell’abitazione sono saliti di un
piano, i poliziotti hanno individuato 1 botola sul tetto, ed è stata aperta.
Gli agenti hanno scorto 1 vano nel quale erano riposti diversi oggetti.
L’attenzione degli operatori si è incentrata su un bauletto per scooter di
colore rosso e su una vicina borsa in tela, all’interno, sono stati
rinvenuti droga e armi. Il bauletto conteneva 1 panetto di hashish per
complessivi grammi 100 ed 1 busta colma di marijuana per un peso complessivo
di circa 670 grammi, oltre ad 1 bilancino elettronico di precisione. La
borsa in tela, conteneva 2 pistole semiautomatiche, i cui accertamenti
successivi hanno chiarito essere armi giocattolo prive del prescritto tappo
rosso, ma in tutto simili a reali modelli cal. 9 e certamente utilizzate per
scopi illeciti, visto che sono state rinvenute insieme alla droga. Il tutto
è stato sottoposto a sequestro a carico d’ignoti, essendo stato rinvenuto in
area condominiale e quindi non direttamente imputabile ad alcuno. i
rinvenimenti di droga e armi in zone condominiali non direttamente
riconducibili ai criminali cui fanno capo sono sempre più frequenti, ed è
uno stratagemma che garantisce l’impunità, sopportato dagli altri condomini
verosimilmente per il timore delle rappresaglie che ne deriverebbero qualora
informassero le Forze di Polizia. gli investigatori stanno svolgendo
ulteriori indagini, anche di natura tecnico-scientifica, al fine
d’individuare i responsabili dei reati connessi al sopra descritto
rinvenimento.
Catania – Scarico rifiuti
liquidi in mare Ognina: Polizia sequestra 2 esercizi.
Agenti del Commissariato Borgo-Ognina,
e della Polizia Provinciale, hanno effettuato controlli contro i reati
ambientali. Le operazioni hanno interessato principalmente la zona del
lungomare di Ognina, dove sono stati controllati gli scarichi delle acque
reflue di alcune attività commerciali. Gli accertamenti esperiti presso due
chioschi-bar ubicati proprio a ridosso del porticciolo di Ognina, a circa 3
metri dal mare, hanno dato esito positivo. I tutori dell’ordine, nei pressi
del primo esercizio controllato, hanno notato un rivolo d’acqua sporca e
maleodorante che, dopo aver percorso un breve alveo, si riversava
direttamente a mare. Gli agenti risalendo il percorso dell’acqua hanno avuto
modo di constatare che lo scarico proveniva proprio dal chiosco che è
risultato privo di un’idonea vasca per la raccolta delle acque sporche,
cosicché saponi, detersivi e i residui dell’attività di mescita finivano
direttamente a mare. Il titolare è stato indagato in libertà per il
reato ambientale di scarico illecito di acque reflue punito dagli artt. 124
e 137 del D. Lgs 152/2006. I tutori dell’ordine, al fine di interrompere la
prosecuzione del reato, hanno deciso per l’attività di chiosco-bar il
sequestro preventivo con apposizione di sigilli e l’affido al titolare il
quale, peraltro, aveva occupato illegalmente 6 mq. di suolo pubblico con
sedie e tavolini senza avere concessione, illecito per cui è stato
sanzionato dal Reparto Annona della Polizia Municipale, ai sensi dell’art.
20 del Cds che prevede pure la sanzione accessoria del ripristino dello
stato dei luoghi e il pagamento dei tributi fiscali evasi. Gli agenti a
pochi passi dal primo chiosco, hanno controllato un secondo bar ed anche in
questo caso, è stata notata la presenza di uno sbocco d’acqua proveniente
dall’attività e che finiva, a distanza di pochi metri, direttamente in mare.
Il titolare, opportunamente interpellato, ha riferito di non avere una vasca
di raccolta delle acque e che quindi “era obbligato” a scaricare le acque
reflue direttamente in mare.Il responsabile, anche in questo caso, è
stato indagato in libertà per il reato di scarico illecito di acque reflue
previsto dagli artt. 124 e 137 del D. Lgs 152/2006, l’attività di
chiosco-bar è stata sequestrata preventivamente con apposizione di sigilli
ed affidata allo stesso titolare. Gli agenti anche in questo secondo
accertamento hanno rilevato l’occupazione abusiva di suolo pubblico, ben 21
mq., con un bancone più varie sedie e tavolini, il tutto, ovviamente, senza
avere concessione. Il responsabile per tali motivi è stato sanzionato ai
sensi dell’art. 20 del C.d.S., con gli obblighi del ripristino dello stato
dei luoghi e del pagamento dei tributi e delle tasse non pagate. La Polizia
ricorda “È opportuno rimarcare che i titolari delle attività sottoposte a
controllo operavano senza le autorizzazioni comunali per lo scarico, non
presentavano alcun formulario riguardante lo smaltimento rifiuti e, come
detto, non disponevano di alcun sistema di raccolta delle acque sporche, con
ciò contribuendo a determinare lo stato di inquinamento del mare”.Gli agenti hanno anche controllato una
terza attività che è risultata in regola con le norme per lo smaltimento
delle acque sporche.
Catania–Polstrada: La Piana subentra a
Maruccia al comando sezione Etnea.
Il saluto
ufficiale al Questore Giuseppe Gualtieri, è stato
stamane, per il nuovo dirigente del Compartimento di
Polizia Stradale della Sicilia Orientale, il neo
Dirigente Superiore dott. Francesco La Piana, il
quale ha assunto la direzione dell’Ufficio, subentrando
al dott. Cosimo Maruccia, andato recentemente in
quiescenza. Il dott. Francesco La
Piana ritorna a Catania, da dove nel 2013 era stato
trasferito alla Questura di Prato quale Vicario del
Questore fino alla promozione e l’odierno nuovo
incarico. Buon lavoro da L’INFORMATORE di Sicilia.
Catania–
DIA riceve visita delegazione allievi ufficiali BKA tedesco.La D.I.A. di Catania, di mattina, ha ricevuto
una delegazione di allievi commissari della scuola di polizia del BKA (Bundeskriminalamt),
la Polizia Federale tedesca, in Sicilia nell’ambito di un viaggio di
istruzione che favorisce i rapporti di collaborazione internazionale, venuti
in visita negli uffici del Centro Operativo per conoscere struttura e
compiti della Direzione Investigativa Antimafia. Il Capo Centro dr.
Renato PANVINO, ha ricevuto gli investigatori germanici ai quali sono stati
dati brevi cenni sulla storia dell’Istituzione ed illustrate le
articolazioni e modalità operative della struttura. Funzionari ed
ufficiali appartenenti alle varie Forze di Polizia che compongono
l’organico, hanno suscitato particolare interesse e curiosità e dato vita ad
un vivace dibattito, ricco di numerose domande poste dagli ospiti. Gli
allievi commissari hanno mostrato particolare interesse per la struttura e
le dinamiche criminali di cosa nostra e le tecniche investigative
utilizzate dalla D.I.A. per la disarticolazione dei clan e l’aggressione ai
patrimoni mafiosi.