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CATANIA - “Oro e Piombo”, spaghetti western: Renny Zapato tra i protagonisti.   Il  film indipendente “Oro e Piombo”, opera prima del regista Emiliano Ferrara, interpretato dal cantattore catanese Renny Zapato con Claudio Gregori, Greg, come special guest nel ruolo di un prete pistolero con l’attrice italo persiana Yassmin Pucci, dopo la vittoria al Festival del Cinema di Siena ed il successo al Festival del Cinema di Roma è proiettato in prima nazionale martedì 17 dicembre, ore 19.30, presso l’ex Caserma Guido Reni a Roma.  Renny Zapato dichiara : “Il film, prossimamente protagonista nel 2020 al cinema in “D.N.A” il nuovo film di Lillo e Greg, è uno spaghetti western che omaggia il grande Sergio Leone e i suoi miti rivisto nel segno del virtuosismo digitale e finalmente rivalutato dalla critica anche quella più ostile e diffidente. Oro e Piombio è un western all’italiana-  che nell’accezione più bella del termine strizza l’occhio a Tarantino la cui sceneggiatura si basa su una storia vera di dolore e vendetta, di colpa e di espiazione con protagonista una pistolera che si scontrerà con i tanti cowboy che incontrerà nel suo cammino”. Molti sono i nomi noti a supporto di questo film a partire dalla fotografia di Armando Barberi, lo storico d’armi Marco Fanciulli famoso per essere il braccio destro di Giuliano Gemma, mentre come stunt coordinator Tiziano Carnevale, Antonio Di Santo e Angelo Allegretti sono gli horse training famosi a livello internazionale.  Zapato è  apprezzato interprete di cinema e fiction importanti come, fra i tanti, “La mossa del cavallo” per Raiuno e “L’Onore e il Rispetto 5” per Mediaset.Il  rocker Renny Zapato sta attraversando un periodo fortunato è uno dei volti della Compagnia di Teatro Mobile di Catania, fondatore e leader della band rock “Distortion Reverb” e frontman insieme a Francois Turrisi dei “The Bluff”, che continuerà prossimamente a far parlare di sé anche oltre oceano.


CATANIA - VII edizione del Premio Letterario Nazionale Efesto città di Catania. Si riaccendono le luci sulla nuova edizione del Premio Letterario Nazionale Efesto città di Catania, giunto alla VII edizione ed insignito nel 2013 dalla Medaglia della Presidenza della Repubblica e nel 2014 dalla Medaglia della Presidenza della  Camera, che lunedì 16 dicembre alle ore 20.00 sul palco del Teatro Musco vedrà premiati da un’ autorevole giuria  di qualità composta da esponenti della cultura siciliana gli elaborati più meritevoli per le tre sezioni in gara: Edo Gari- poesia in lingua; Ercole Patti- racconto breve; Mariella Lo Giudice – testo teatrale. Santino Mirabella, magistrato presso il Tribunale di Catania, scrittore, presidente dell’associazione culturale Efesto  ed ideatore ed organizzatore della manifestazione da anni impegnato nel campo della cultura con il premio Efesto, diventato una piacevole ed irrinunciabile consuetudine per la città, si pone l’obiettivo di diffondere e promuovere la letteratura in tutte le sue forme esercitando costantemente la funzione di osservatorio delle tendenze e delle proposte culturali contemporanee. Santino Mirabella dichiara : “L’idea del premio letterario  nasce dalla volontà di fare un omaggio al mio amico Edo Gari, una bella persona, un grande magistrato e un ottimo artista che non ha abbandonato il suo amore per il teatro nemmeno dopo essere entrato in magistratura, all’indimenticata e indimenticabile Mariella Lo Giudice e al genio letterario di Ercole Patti dando la possibilità ad autori di poter esprimere la propria arte e il proprio pensiero”.  Punti di forza della longeva iniziativa culturale la genuinità e l’entusiasmo con il quale sin dal primo anno della manifestazione la kermesse letteraria è stata accolta non solo in Italia ma anche all’estero con partecipanti dal Canada e dal Brasile.  Ad affiancare Santino Mirabella le commissioni giudicatrici composte da: Arianna Attinasi- editrice; Carmelo Zaffora- psichiatra, scrittore e pittore; Francesco Spadaro- psichiatra e pittore; Giuseppe Giuffrida- commercialista e promotore culturale; Rita Gari Cinquegrana- docente di Storia dello Spettacolo e critico teatrale (sezione Edo Gari- lingua italiana); Francesco Turrisi- avvocato e musicista; Giuseppe Speciale- professore; Gregorio Scuto- avvocato e musicista; Marinella Fiume- scrittrice (Sezione Ercole Patti- racconto breve); Agostino Zumbo- attore; Gabriella Vergari- professoressa e scrittrice; Miko Magistro- attore; Pippo Pattavina- attore; Renato Papa- già magistrato, autore di pièce teatrale; Tuccio Musumeci - attore, Salvo Trombetta avvocato. “Il Premio Efesto - continua Mirabella- intende promuovere la crescita culturale delle nuove generazioni attraverso la diffusione del teatro e del libro con il confronto tra le più alte testimonianze del nostro tempo”. La serata di gala sarà presentata da Azzurra Viglianisi e Federico Mirabella.


ascolta intervista)

CATANIA Adriana La Terra  nuovo romanzo su Sicilia, fede, religione e buoni sentimenti.  L’opera edita da Ibiskos Ulivieri è stata presentata per la prima volta a Catania, sabato 30 novembre, ore 19.00, nella sala conferenze del Museo Diocesano.  Il nuovo romanzo  della pluripremiata scrittrice catanese Adriana La Terra, la quale il 16 dicembre è premiata  a Firenze a Palazzo Vecchio per la Cultura, è impregnato di Sicilia, fede, religione e buoni sentimenti. Adriana La Terra dichiara ascolta intervista):  “È un romanzo molto particolare che descrive Catania come la bella addormentata all’ombra del vulcano macchiato di neve ma così non è, perché tra le sue strade eleganti, nelle sue piazze antiche, nei suoi vicoli dentro le stanze più remote di appartamenti, palazzi antichi dove risiede la gente che conta esplodono passioni a volte incontrollabili, si enumerano vizi e virtù che riempiono la vita dei siciliani mentre la mafia continua a colpire. Un giorno  il vecchio prete forte della sua annosa esperienza fa agli allievi seminaristi una domanda strana e peculiare “Com’è bello o brutto il volto del diavolo?” e da qui s’intrecceranno una serie di storie e avvenimenti molto particolari”.   Il romanzo storico è frutto di anni di studi e approfondimenti che parla di Sicilia, di fede, religione e buoni sentimenti come quelli del protagonista l’anziano prete “Ianuzzu u’ patruzzu”, vittima ed eroe del suo passato. Il giornalista e scrittore Santo Privitera, il professore, ordinario materie letterarie Ferdinando Emanuele e l’editore Alessandra Ulivieri dialogano con l’autrice La  scrittrice, alla fine della presentazione letteraria, ha firmato copie e subito dopo il cocktail di ringraziamento.


CATANIA -  Panta Rei :  uomo e Dio in rassegna “Io ed Io”. La coppia artistica Gianluca Barbagallo e Nicola Diodati sarà protagonista domenica 24 novembre, alle ore 18.30, sul palco del Teatro Grotta Smeralda di Acicastello per il secondo appuntamento in cartellone dell’applaudita stagione “Panta Rei”, diretta dall’attore e regista Valerio Caponetto con lo spettacolo “Io ed Io”  scritto e diretto dallo stesso Barbagallo. Il direttore artistico Valerio Caponetto dichiara : “Un testo di drammaturgia contemporanea scelto e pensato per far riflettere il pubblico, in modo che sia protagonista e non un semplice spettatore degli eventi con l’obiettivo di riavvicinare i giovani al teatro e alla cultura del palcoscenico dimostrando che si può fare arte in diversi modi. Nell’era dei social sarebbe interessante parlare con Dio come se fosse uno dei tanti utenti del mondo di internet e scoprire quale sia il suo pensiero su di noi e come spesso di sostituiamo al suo volere. Da qui una serie di gag e dialoghi esilaranti con l’obiettivo di far riflettere sorridendo”. L’attrice Mirella Petralia è in scena accanto a Barbagallo e Diodati nello spettacolo che racconta “come il genere umano sia cambiato, in peggio, rispetto al progetto divino”. Gli uomini tendono a complicarsi la vita distruggendo tutto quello che gli sta attorno invece di rispettare le normali regole del quieto vivere. Gianluca Barbagallo, il quale con questo spettacolo ha superato il tetto delle 100 repliche racconta: “È stato il primo testo che ho scritto. Dio è l’essere perfettissimo che ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza ed ognuno di noi attraverso una sopravvalutazione spesso si sente così perfetto da vivere deliri di onnipotenza”.


CATANIA  Paradiso di Dante, spettacolo di Salvatore Guglielmino a San Nicolò L’Arena. Il regista ed attore Salvatore Guglielmino dopo il grande successo della rassegna Mitoff dedicata al teatro classico, torna ad incantare ed incuriosire il pubblico catanese con una straordinaria ed unica, fino ad oggi, rappresentazione di  “Il Paradiso” di Dante. La cornice di questo evento è la monumentale chiesa di San Nicolò L’Arena. Il sito è adatto alla trasposizione teatrale del testo curato dallo stesso Guglielmino autore anche della regia.  Il  debutto in prima nazionale è il 7 e 8 dicembre, con il patrocinio del Comune di Catania, dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo per una produzione Compagnia degli Eventi in collaborazione con l’Associazione Esclarmonde. Salvatore Guglielmino dichiara : “L’adattamento teatrale del Paradiso  è un’analisi attenta dell’opera di Dante rivolta ad un pubblico volutamente eterogeneo, con una particolare attenzione ai giovani e agli amanti del teatro, mettendo in evidenza i vari messaggi subliminali dell’opera, che possono assolutamente essere letti anche in chiave contemporanea, attraverso i versi recitati dagli attori che interpreteranno i personaggi delle anime collocate dal Poeta nei diversi cieli del Paradiso. Non saranno allestite particolari scene che possano turbare le bellissime strutture architettoniche e artistiche  gli spazi davanti all’altare e l’altare stesso saranno la naturale scenografia dell’opera e le luci non saranno invasive ma metteranno in risalto l’assoluta bellezza del sito”. Il regista preferisce non svelare i nomi del cast per stimolare la curiosità fino all’imminente conferenza stampa. Ruolo fondamentale hanno le musiche col compito insieme alle coreografie dei danzatori e delle danzatrici di rappresentare i beati. Le note sono curate dal Maestro di danza Pietro Gorgone responsabile del Balletto di Sicilia, col precipuo scopo di rendere ancor più suggestivo lo spettacolo con il preciso obiettivo di trasmettere ai presenti un messaggio d’amore universale.


CATANIA  Debutto con “Novecento” a Teatro Stabile di Mascalucia. La vita di Denny Boodman T.D. Lemon Novecento,  il più grande pianista esistito che sin dalla nascita non ha mai abbandonato la nave Virginian, interpretato in maniera appassionata e vera da Andrea Luca sul palco del Teatro San Gabriele dei Padri Passionisti di Mascalucia per la 31° applaudita stagione del Teatro Stabile di Mascalucia, raccontata dal trombettista Tim, un magnetico e intenso Andrea Zappalà, conquista e coinvolge il pubblico sempre più numeroso in questo straordinario debutto di stagione che inevitabilmente grazie alle musiche inedite del M° Giuseppe Palmeri realizzate appositamente per la pièce “Novecento”, tratta dal monologo di Alessandro Baricco e adattata per le scene dalla regista Rita Re, viene rapito e trasportato a bordo del piroscafo in una dimensione quasi onirica. Lo spettacolo è semplicemente perfetto in ogni singola scena e battuta nel mostrare il dolore dell’amico Tim nel raccontare la straordinaria vita di Novecento, dove poesia e teatro si sposano e si amano arrivando direttamente al cuore degli spettatori che in uno scorrevole atto unico hanno rivissuto, proprio come accade nella trasposizione cinematografica del 1998 del film “La leggenda del pianista sull’oceano” diretto da Giuseppe Tornatore, la scelta del protagonista di non abbandonare quella nave diventata nido sicuro da cui è impossibile andare via anche a costo della vita stessa. Commovente il dialogo finale tra i due amici dove il trombettista Tim inutilmente cerca di dissuadere Novecento di rimanere sulla nave, sfiorando le corde più intime dell’anima con la capacità di trasmettere nel pubblico il dolore di vedere saltare in aria uno dei propri affetti più cari senza riuscire a fare nulla.  Emozioni e sentimenti, impreziositi dalle coreografie di Alice Sapienza e Chiara Platania della Moonwalk Dance Studio coadiuvati da un nutrito gruppo di dodici attori vestiti dagli eleganti costumi di Cettina Poma e Graziella Villardita, danno vita ad una delle storie più struggenti mai raccontate prima confermando la bravura della Compagnia del Teatro Stabile di Mascalucia, fondata da Mario Re, nel sapere spaziare tra contemporaneo e tradizionale dove è facile ritrovarsi nelle cuccette di terza classe, i primi tre gradini della scala d’accesso alla nave e nei saloni della prima classe fino alla stiva tra il carbone nero della sala macchine e vivere i sentimenti di speranza e desiderio di tutti quegli emigranti che con la valigia di cartone e gli abiti rattoppati sognavano l’America e il riscatto di una vita migliore.


CATANIA –Figli del set” di Lo Piero esordio a Roma. La prima  è nelle sale cinematografiche della capitale del documentario “Figli del set” del regista catanese Alfredo Lo Piero  è   il 16 ottobre, alle 20,30, nel Cinema Aquila di Roma e successivamente all’Università La Sapienza, nella capitale. Il film, grazie a Distribuzione indipendente di Giovanni Costantino, potrà essere visto nelle sale in tutta Italia e, naturalmente, avrà una attenzione particolare in Sicilia. Il  documentario è stato girato in diverse location, tra cui Roma e il Museo del cinema alle Ciminiere di Catania,  è presentato in anteprima al Giffoni Filmfest. La trama è la storia di alcune grandi famiglie di cineasti, tramite le testimonianze dirette di: Carlotta Bolognini, Manolo Bolognini, Richy Tognazzi, Simona Izzo, Danny Quinn, George Hilton, Fabrizio Frizzi.  Di Giancarlo Giannini è la voce narrante. Il regista di “Figli del set”, sarà inoltre protagonista di una delle prossime puntate di “Cinematografo” di Gigi Marzullo su Rai Uno.L’uscita nelle sale di “Figli del set” per Alfredo Lo Piero  è un’altra grande soddisfazione a distanza di pochi giorni dalla prestigiosa partecipazione, da finalista, al NVIFF Awards di Amsterdam, tra le 8 opere ammesse alla sezione Documentari. Un riconoscimento, di pubblico e di critica, importante per “La libertà non deve morire in mare”:  il dramma dei migranti che partono dalle coste del Nord Africa per raggiungere Lampedusa. Alfredo Lo Piero sottolinea : “In Olanda il fenomeno migratorio nel Mediterraneo sembra distante, il dolore per migliaia di morti è appena percepito. Il mio film è stato un pugno nello stomaco, come già lo era stato in tante  altre città in ogni continente dove è stato proiettato o ha partecipato a rassegne cinematografiche. Per me  e per il mio distributore, che ha pienamente sposato il progetto, Giovanni Costantino, è una soddisfazione enorme essere arrivato in finale, insieme ad altre opere di grande impatto sociale e attualità, come il femminicidio, l’emergenza climatica, l’inquinamento degli oceani. Insieme a Gideon Omoragbon, uno dei sopravvissuti al naufragio di una delle tante “carrette del mare” abbiamo raccolto solidarietà e apprezzamento. Questi sono i premi più importanti”.


CATANIA -“Novecento” inaugura  nuova stagione  Teatro Stabile Mascalucia. Il sipario della 31° stagione del Teatro Stabile Mascalucia si alza con “Novecento” di Alessandro Baricco diretto ed adattato per le scene da Rita Re, direttore artistico della Compagnia fondata dal padre Mario. Il  palco del Teatro San Gabriele dei Padri Passionisti di Mascalucia  ospita lo spettacolo sabato 12 ottobre, alle ore 21.00, con replica domenica 13 ottobre, alle ore 18.00, e domenica 20 ottobre, alle 18.00. La  pièce rappresentata  narra una delle storie più commoventi mai raccontate prima.  La  regista Rita Re dichiara : “Novecento è la storia di un viaggio incantevole, a cui daremo vita così come l’autore l’ha scritta, con un linguaggio che la rende vera e allo stesso tempo magica. Un cammino a volte turbolento, a volte tranquillo, tra le cuccette di terza classe e i primi tre gradini della scala d’accesso alla nave, che conducono alla vita e poi indietro, ancora su per il salone di prima classe fino alla stiva tra il carbone nero della sala macchine. Grande importanza avrà il ruolo della musiche composte appositamente per lo spettacolo dal Maestro Giuseppe Palmeri e incise con Rosario Battiato alla tromba ed Alessandro Longo al violoncello, con le coreografie di Alice Sapienza e Chiara Platania della Moonwalk Dance Studio, per impreziosire l’interpretazione di Andrea Luca e Andrea Zappalà, protagonisti della pièce, coadiuvati da un nutrito gruppo di dodici attori.  Da siciliana non posso non pensare che le emozioni di tutti coloro che sognavano l’America,  potevano essere anche quelle dei nostri nonni,  a cui dedico questo spettacolo”.


CATANIA “Buio in Sala” novità stagione teatrale : attesa in nuova sede per accogliere bambini e adulti. Gli attori e registi Massimo Giustolisi e Giuseppe Bisicchia fondatori ed ideatori della “Compagnia Buio in Sala” realtà artistica attiva da oltre dieci anni nel coniugare l’attività di formazione con la produzione teatrale sabato 28 settembre, alle ore 19.00, all’interno del centro polifunzionale Leonardo Da Vinci presentano alla stampa, al pubblico e agli amanti del teatro il nuovo cartellone ricco di spettacoli, laboratori e attività collaterali. Massimo Giustolisi e Giuseppe Bisicchia sono stati coadiuvati per l’aspetto tecnico dalla presidente Silvana D’Anca, dalla responsabile alle pubbliche relazioni Giovanna Sesto e dalla referente degli spettacoli per le scuole Patricia Raponi. Giustolisi e   Bisicchia spiegano: “La presentazione della stagione 2019/20 è l’occasione speciale per inaugurare la nuova sede teatrale di oltre trecento metri quadrati- un vero e proprio centro culturale, fatto d’incontri, mostre, caffè letterari, performance, conferenze e dibattiti. Le proposte di Buio in Sala  non si ridurranno solo agli spettacoli per le scuole. I laboratori, attivi già da oltre dieci anni, saranno divisi per fasce di età: dai piccolissimi “Baby” dai 3 ai 5 anni ai “Junior” dai 6 ai 9, i ragazzini “Kids” dai 10 ai 13, gli adolescenti “Teen” dai 13 ai 17, i giovani “Advanced” dai 18 ai 30 e i “Senior”, per adulti senza limiti di età”. Ed ancora aggiungono: “Da quest’anno inoltre prenderanno il via i corsi di Danza Bollywood, Canto corale, Teatro/danza Terapia, Tai Chi, Giocoleria, Improvvisazione per dare spazio alle emozioni e alle pulsazioni dell’anima”. L’attrice Manuela Ventura, volto noto di cinema, tv e teatro taglia  il nastro inaugurale della nuova sede e di questo nuovo anno all’insegna dell’arte e dello spettacolo.  Le proposte per le scolaresche si dividono in due grandi aree: “spettacoli per le scuole primarie” e “spettacoli per le scuole secondarie”. La  prima fascia per il pubblico dei più piccoli, comprende ben tre fiabe: “Il Principe Ranocchio” con la voce fuori campo di Lorella Cuccarini, “Il brutto Anatroccolo” e “Note di Natale”. Le scuole secondarie,  programmano tre titoli che Buio in Sala ha scelto: “Storia di una Capinera”, “#Monnalisa” e “Romeo e Giulietta…ever after”. Tutte le regie sono affidate alla “premiata ditta” Bisicchia-Giustolisi. 


CATANIA –  Roots  Catania al via nuova stagione: “La Casa di Creta Teatro Argentum Potabile” per adulti e bambini. Il  sipario della nuova stagione teatrale dell’Associazione “La Casa di Creta Teatro Argentum Potabile” diretta in tandem da Antonella Caldarella e Steve Cable, si alza   e giovedì 19 settembre alle ore 18.00, nell’accogliente sala “Roots” in via Giuseppe Borrello 73 a Catania presentano alla stampa ed agli amanti del buon teatro la nuova proposta artistica.  “Underground Rivers” presenta un cartellone di teatro contemporaneo dedicato agli adulti che,  giunto alla sua quinta edizione, mette in primo piano testi nuovi di autori contemporanei. La  rassegna “Il Teatro dei Giganti”, come ogni anno dal 2012,  rappresenta un appuntamento unico nella città etnea per il pubblico delle famiglie. Le esibizioni sono una varietà di compagnie professioniste, storie originali e linguaggi teatrali diversi, affinché il Teatro per l’infanzia non si limiti a versioni musicali di fiabe disneyane ma che sia terreno dinamico di innovazione drammaturgica. Il teatro per gli adulti “Underground rivers”  con inizio  il 12 ottobre, prosegue il 13, 19 e 20 con lo spettacolo “L’uomo invisibile” per una produzione di Teatro Argentum potabile. Il programma prevede il 2 e 3 novembre in scena “Marika” di Santina Porcino; La manifestazione prosegue nei giorni 11, 12, 18 e 19 gennaio con i “Cuori Sporchi” prodotto sempre da Teatro Argentum Potabile. Gli artisti si esibiscono il 15, 16, 22 e 23 febbraio con “Tragi.Com” di Argentum Potabile. Il programma prevede per il 14 e 15 marzo :   “Due passi sono” della pluri-premiata compagnia Carullo/Minasi; Lo spettacolo prosegue il 4 e 5 aprile per la conclusione con “Fidelity Card” di Cosa sono le nuvole. Gli spettacoli del cartellone “Il Teatro dei Giganti” iniziano il 26 e 27 ottobre con “Lentamente” prodotto da O.T.q,A; il 16 e 17 novembre andrà in scena “Gelsomina e il principe Tuttomio” della Nave Argo; il 30 novembre e 1 dicembre si continua con “I Cunti de Ciancianeddi” per una produzione La Casa di Creta; il 14 e 15 dicembre si conclude con “Rosaspina” del Castello di Sancho Panza per riprendere a Marzo con altri appuntamenti da definire. Antonella Caldarella e Steve Cable, autori e registi con una carriera trentennale alle spalle lei, ventennale lui, oltre ai due cartelloni, anche quest’anno, daranno vita a laboratori teatrali sia per i ragazzi che per gli adulti, sia in inglese che italiano, in modo da conoscere se stessi attraverso metodologie didattiche realizzate per sviluppare la comunicazione e migliorare il rapporto anche con chi ci sta attorno. Antonella Caldarella e Steve Cable spiegano  : “Non sarà una semplice presentazione, ma un dialogo con tutti coloro che vorranno conoscere una realtà teatrale diversa ed innovativa capace di unire arte, preparazione, creatività e impegno dove non solo sveleremo i dettagli di questa stagione ma stupiremo chi verrà a trovarci con ghiotte ed importanti novità”.


CATANIA AgGREGazioni di Claudio Greg Gregori a MustMusco. Lo spettacolo in anteprima nazionale è in scena sabato 18 maggio alle ore 21,00 e domenica 19, alle 17,30 andrà al Teatro  con musiche del Maestro Attilio Di Giovanni. Greg debutta come solista in un divertente monologo da lui scritto, tratto dal suo omonimo libro, trasformato in una pièce teatrale ed impreziosito dalle note del  Maestro Attilio Di Giovanni. AgGREGazioni narra, con uno scanzonato stile noir, tipico degli anni ’40, la squallida parabola esistenziale di un ragazzetto che vive nella periferia romana.Un insolito Greg accoglierà il pubblico con il monologo sul “Danno del tabacco” di Cechov, per poi trasformarsi e vestire i panni di un detective filoamericano che conduce le indagini tra viscide sagrestie e sordidi locali notturni. Lo spettecolo è un cocktail esplosivo formato da un grottesco cinismo, con una spruzzata di salacità ed aggiunta del twist di Cechov:  ricetta irresistibile e umoristica. Per Info e prenotazioni allo 0952289426.    Claudio Greg Gregori Claudio Gregori è noto con lo pseudonimo di Greg, noto attore, comico, cantante, musicista, conduttore, radiofonico e fumettista italiano. L’interprete fa parte del duo Lillo&Greg con il quale ha dato vita al gruppo musicale di rock demenziale “Latte & i Suoi derivati”. L’artista dal 2003 conduce insieme a Lillo ed Alex Braga la trasmissione radiofonica di Rai Radio 2 ‘610’.


 

CATANIA “BUONGIORNO CONTESSA” a MUST: amore e musica  con Teresa Rossini e Mariano Rigillo.  Il viaggio è attraverso i sentimenti, la natura, la fantasia, la quotidianità. È questo il tema della produzione firmata dall’attore napoletano Mariano Rigillo insieme ad Anna Teresa Rossini, intitolata "Buongiorno Contessa", programmata al Must Musco Teatro il 13 marzo 2019 alle ore 21,00, che sostituisce il titolo provvisorio precedentemente  anticipato “A tavola da Eduardo”. Il  viaggio non necessita di valigie o mettersi in cammino, ma solo lasciarsi trasportare dalle parole e dalla musica. Le parole, accuratamente scelte dal regista-attore, sono quelle di grandi poeti e letterati diversi fra loro per epoca, genere e stile ma raggruppati da Rigillo in tre grandi temi: l’amore, il mare, i giorni.  La  scena alterna : Aldo Palazzeschi ed il “maestro” De Filippo, Dante Alighieri e Federico Garcia Lorca, Luigi Malerba e Stefano Benni, tutto diventa  una danza che riesce a far rivivere tutte quelle passioni e quegli impulsi che il mondo cerca di sottrarci. L’incontro avviene, in un aristocratico salotto anni trenta, tra la contessa Pizzardini Ba ed il suo amico (amante?) Aldo (Palazzeschi, La visita alla contessa Pizzardini Ba). I  due discutono più o meno animatamente per tentare di sconfiggere la mortale noia da cui la nobildonna è afflitta in maniera ossessiva. L’incontro lascia malinconicamente aperto il tema della vita e dell’amore, che viene scherzosamente proseguito dalle figure di Pulcinella e Colombina e le parole di Eduardo De Filippo (L’ammore che d’è?). Sulla scena viene introdotta la donna sesso/gioiello di Dènis Diderot (da I gioielli indiscreti) che passerà il testimone a Jacques Prèvert in dialogo con Roberto Lerici (Questo amore). Il tema della natura (il mare e il viaggio) è presentato dai versi di Montale (Riviere) e dalla prosa arcaica e affascinante di Stefano D’Arrigo e della sua Ciccina Circè (da Horcynus Orca) e, attraverso la grandiosità dei versi di Dante (Ulisse, Inferno, Canto XXVI), si chiude con le immagini dei mari di Garcia Lorca (Il mare) e Eduardo (’O mare). L’eros racchiuso in una Seicento Multipla con l’ironica descrizione di un amplesso (da Il serpente di Luigi Malerba) e la semiseria, straordinaria avventura di De Pretore Vincenzo, ladruncolo eduardiano, portato da una barella d’ospedale ad un immaginario e personale Paradiso grazie all’ignaro San Giuseppe da lui devotamente scelto come autorevole protettore, introducono il tema dei giorni e della quotidianità. Stefano Benni ci racconta quindi in pochi e scherzosi versi la trasformazione dell’amore di coppia (Le piccole cose). In uno scompartimento di treno, con garbo e distaccato dolore  si congeda il Viaggiatore cerimonioso e consapevole di Giorgio Caproni e, a conclusione dello spettacolo, due brani tratti da Le luci di Algeri di Gianni Guardigli (Premio Flaiano 2000) ci riportano alle nostre riflessioni sull’oggi. Le musiche originali di Paolo Coletta, accompagnano la declamazione creando l’atmosfera adatta ad ogni momento prima con un allegro, poi con un adagio ed infine con un andante. I brani sono interpretati da Rigillo e Anna Teresa Rossini. Proprio quest’ultima è la contessa del titolo che, a partire dal prologo fino all’ultima interpretazione tratta da ‘Le Luci di Algeri’ di Gianni Guardagli, sarà una donna ora annoiata, ora disperata, ora maliziosa ma sempre credibile ed appassionata. Mariano Rigillo, regista e protagonista sul palco insieme alla Rossini, è capace di incantare il pubblico qualsiasi cosa reciti, dal canto ventiseiesimo della Divina Commedia dedicato ad Ulisse alla semiseria avventura di De Pretore Vincenzo composta da Eduardo. Un tale viaggio in soli 75 minuti. Per informazioni sulla campagna abbonamenti: MusT - MUSCO TEATRO Via Umberto 312, Catania - Tel. 0952289426.


CATANIA - Trischitta, “Bellini a Puteaux” : in scena mesi finali del musicista. Lo scrittore Domenico Trischitta

 

col dramma debutta in scena al Piccolo Teatro della Città di Catania  gli ultimi mesi francesi di Vincenzo Bellini.  I mesi finali di vita del  musicista Vincenzo Bellini, sono recitati sabato 13 maggio alle ore 21.00 al Piccolo Teatro della Città di Catania con dovizia da Piermarco Venditti, Carlo Caprioli, Ornella Cerro e la regia di Massimiliano Perrotta. Lo spettacolo racconta gli ultimi mesi francesi di Vincenzo Bellini, coinvolto in un enigmatico triangolo psicologico col suo amico Samuel Levys e con la sua attraente consorte... fino alla prematura scomparsa a meno di trentaquattro anni. Lo  spettacolo è prodotto da La Vetrina dell'Arte, “Bellini a Puteaux” si avvale delle scenografie di Giorgia Casali, dei costumi di Cettina Bucca e della sartoria Il Teatrino di Carmen & Carmen, della collaborazione di Sara Nussberger, Marzia Ingitti, Livia Ribichini. Uno spettacolo è pieno di Musica e  passioni, in teatro che in autunno approderanno anche Roma. Una  replica il 14 domenica alle 17,30 è programmata al Piccolo Teatro della Città etnea.


CATANIA – Concerto musica barocca : La Natività nel secolo dei Lumi, in chiesa Badia Sant’Agata. Ultimo appuntamento con Catania Musica Antiqua Festival: sabato 15 dicembre, alle  ore 20.30, nella Chiesa Badia di Sant'Agata , via Vittorio Emauele II, 182, a  Catania. Il  concerto è della SìBarO' Orchestra, diretta da Angelo Litrico: “La Natività nel secolo dei Lumi”, con le musiche : Heinichen, Bach, Haendel, Porpora, Corelli e Vivaldi, con Annamaria Pennisi soprano e Dario Russo basso. La natività fa da sfondo al concerto proposto e diretto dal maestro Angelo Litrico che si avvale delle straordinarie voci di Annamaria Pennisi) e Dario Russo,  presentando un programma in larga parte ispirato al Natale con arie tratte dal “Laudate pueri Domine” di Vivaldi, dal “Messiah” di Händel e dalla cantata “Süβer Trost, mein Jesus Kömmt” di Johann Sebastian Bach alle quali si aggiungono i lavori strumentali di Heinichen e Corelli appositamente scritti per la notte di Natale.Il concerto offre pagine dai colori tenui con due compositori italiani: Porpora e Scarlatti i quali completeranno l’offerta musicale della serata.  L’Orchestra SìBarÓ raccoglie eccellenti musicisti da diverse parti della Sicilia orientale che, attenti all’estetica e alla prassi in uso tra Seicento e Settecento, utilizzano strumenti originali, o copie fedeli dell’epoca. L’approccio filologico in musica si prefigge, fin dove è possibile, la restituzione al pubblico di una percezione stilistica e timbrica coeve al pensiero dell’autore, un delicato restauro che avviene attraverso un’attenta lettura delle partiture e dei trattati a noi oggi pervenuti appartenenti alla tradizione colta.  L’Orchestra Barocca SìBarÓ è formata da: Carla Marotta, Dario Militano, Clelia Lavenia e Iryna Viktarouskaja, violini - Salvatore Randazzo, viola - Sun ah Choi, violoncello - Lamberto Nigro, contrabbasso - Rosaria Politi, cembalo - Anna Spoto e Enrico Luca, travesieri - Anna Barbagallo, flauto dolce.


CATANIA - Salvatore La Rosa economista di Acireale è il nuovo presidente del Teatro Stabile. Il  giornalista Nino Milazzo qualche mese addietro aveva rassegnato le dimissioni da presidente del Teatro. Salvo La Rosa, dirigente di banca è stato nominato dal Cda, 60 anni è impegnato politicamente nel Partito democratico.


 

 CATANIA -    Musiche vocali e strumentali tra 1600-1750, Vivaldi e Telemann a concerto esordio per stagione SiBarO’. L’esibizione della Sicilian Baroque Orchestra si è tenuta nella chiesa di via Crociferi ed è inserita nell’ambito del Catania Musica Antiqua Festival 2018.  La’Orchestra  acronimo SìBarÓ, è stata creata ad iniziativa del clarinettista Angelo Litrico, il quale la dirige. La struttura musicale si compone di musicisti desiderosi di far conoscere le musiche vocali e strumentali risalenti ai decenni compressi tra il 1600 e il 1750.  Le composizioni del tempo esprimono una “energica gioia di vivere, convertita in pagine musicali opulente e sontuose anche quando ad eseguirle sono piccoli gruppi”. Il primo concerto della stagione  2018 è stato tenuto in via Crociferi, nella chiesa di San Camillo dei Mercedari, edificio barocco che per acustica e per architettura si è rivelato congeniale. Il repertorio proposto era centrato sulle sonorità brillanti di sommi compositori: Antonio Vivaldi (1678-1741) e Georg Philipp Telemann (1681-1767). I due solisti Giorgio Mandolesi al fagotto e Piero Cartosio al flauto dolce,  sono celebrità nel loro settore   ed hanno catturato scena e applausi. Enrico Luca e Anna Spoto, al flauto traversiere, sono stati gli altri due solisti che hanno imbastito con la SìBarÓ (acronimo di Sicilian Baroque Orchestra) il “Concerto per fiati nel primo Settecento”. Gli artisti hanno eseguito di Vivaldi il concerto per archi e cembalo Rv 121; il concerto per fagotto “La Notte” Rv 501 (qui il Prete rosso descrive in musica inquietudini e misteri che accompagnano quel fenomeno naturale); il concerto per fagotto, archi e cembalo Rv 484. L’orchestra dopo la tradizione musicale della Laguna veneta, ha affrontato un altro esempio di estetica settecentesca, proponendo musiche di Telemann, il compositore fortemente influenzato dalle sonorità del veneziano Corelli. Gli artisti hanno eseguito il concerto per due flauti traversi, fagotto, archi e basso TWV 52: e2; il concerto per flauto dolce, flauto traverso archi e basso TWV 52: e11; il concerto per flauto dolce, fagotto, archi e basso TWV 52: f1. L’ultimo movimento di quest’ultimo, il trascinante Allegro, è stato concesso come bis. I  componenti dell’Orchestra sono stati deliziatori sotto l’egida dell’Associazione Collegium Musicum Catania, promuovono la diffusione del repertorio barocco tutti sono meritevoli di menzione : Carla Marotta, Teresa Lombardo, Fiore Weidmann e Francesco Toro, al violino; Salvatore Randazzo, alla viola; Sun ah Choi e Jascha Parisi al violoncello; Christin Vaccaro, contrabbasso; e Rosaria Politi al cembalo. Gli  orchestrali sono pressoché tutti residenti nella Sicilia orientale ed è ammirevole il loro impegno, di cui tangibile prova hanno dato in concerto.  Il  musicista, oltre alle capacità interpretative, deve anche saper comunicare con il suo pubblico creando un feeling che è fatto pure di gestualità.  Il  fagottista Giorgio Mandolesi (che imbracciava il suo strumento come un chitarrista rock)ed il flautista Piero Cartosio si sono rivelati imbattibili nell’arte musicale espressiva e gestuale. I due esecutori in  faccia a faccia hanno rivelato due personalità contrapposte, gagliardamente estroverso e in camicia rosa il primo, efficacemente taciturno e spirituale il secondo: anche questo è spettacolo. Il prossimo appuntamento è programmato per sabato 24 novembre, nella Chiesa Valdese di via Naumachia 18, alle ore 20.30 con il “Barocco d’Oltremanica”.


CATANIA - Teatro Stabile, Assemblea soci unanime su bilancio 2014, rinnova Collegio Revisori. L'organo, presieduto da Nino Milazzo  si è riunito, il 4 agosto alle ore 17, negli uffici dell'Ente presso il complesso fieristico “Le Ciminiere”. L'Assemblea dei Soci del Teatro Stabile di Catania, presieduta dal giornalista Nino Milazzo, ha approvato all'unanimità il bilancio consuntivo 2014.  Alla  riunione  col presidente dello Stabile Nino Milazzo hanno presenziato: per la Regione il dott. Valerio Garraffa, per il Comune il dott. Massimo Rosso, per la Provincia Regionale di Catania la dott.ssa Clara Leonardi, per l'Ente Teatro di Sicilia l'avv. Renato Sgroi Santagati. Erano altresì presenti: il vicepresidente del Consiglio d'amministrazione avv. Jacopo Torrisi, i consiglieri dott.ssa Celestina Costanzo (per la Provincia) ed il dott. Raffaele Marcoccio (per l'Ente Teatro di Sicilia), il revisore dei conti uscente Francesco Piccirillo ed il direttore del TSC Giuseppe Dipasquale. L’Assemblea ha anche approvato, con l'attesa designazione del nuovo membro da parte della Regione, il rinnovo e composizione del Collegio dei Revisori dei Conti, che risulta così formato: dott. Massimo Baraldi, presidente (per il MiBACT, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali del Turismo), dott. Francesco Torre (per il Comune), dott. Gioacchino Orlando (per la Regione).


 


CataniaBellini, lavoratori protestano su tetto. Antonio Santonocito, il segretario regionale Snalv ConfSal – Sindacato Nazionale Autonomo Lavoratori e Vertenze è duro, afferma in un comunicato di Desirée Miranda:” Mesi e mesi di attesa per il rinnovo del contratto lavorativo che ancora non arriva per motivi burocratici e politici. Siamo stanchi di aspettare e ancora aspettare una soluzione che non arriva. Dov'è il sindaco Enzo Bianco quando si tratta di difendere non solo i lavoratori e le loro famiglie, ma anche un patrimonio culturale e artistico di immenso valore qual è il teatro Massimo Bellini?". L'intervento è di Santonocito a proposito della vicenda dei lavoratori che insieme ai musicisti permettono lo svolgimento degli spettacoli del teatro. Antonio Santonocito aggiunge nello scrito:”Una storia vecchia che coinvolge 28 tra autisti, addetti al controllo di sicurezza dei macchinari, falegnami, pittori, caldaisti, archivisti, sarti, uscieri e tante altre figure professionali indispensabili al funzionamento della struttura, che non solo vivono una condizione di precariato da circa 20 anni, al momento non hanno rinnovato il contratto e non sembra esserci una soluzione per il loro futuro. Nonostante avrebbero da tempo maturato i requisiti per una assunzione a tempo indeterminato e la loro opera sia indispensabile, dunque, per loro nessun contratto e nessuna remunerazione. Da mesi ormai protestano perché, data la situazione precaria ventennale, si chieda alla Regione Siciliana una deroga alla legge che impedisce nuove assunzioni a causa delle ristrettezze economiche, ma dopo tante promesse e tanti rinvii ancora un nulla di fatto. Non se ne può davvero più, sembra il gioco delle tre carte per cui una risposta a queste famiglie non arriverà mai”. Le lamentele del segretario generale Snalv-ConfSal sono dirette sia alla sovrintendente Rita Cinquegrani  che al sindaco Bianco. Antonio Santonocito nello scritto aggiunge:” la sovrintendente ha sempre rinviato il tutto senza trovare ad oggi una soluzione tanto che la richiesta di deroga non è ancora stata inviata, ma anche e soprattutto il presidente del teatro Massimo cittadino: il sindaco Bianco, è lui che deve pensare al teatro come una risorsa per il rilancio della città che deve essere soprattutto in senso culturale. Il teatro è chiuso da mesi ed i lavoratori non lavorano, è assurdo. Non si può parlare solo di calcio in questa città, c'è anche molto altro che può e deve essere valorizzato sia in termini di strutture che di professionalità". Si attende la risposta di sindaco e sovrintendente.


Beppe Fiorello regista ed interprete spot antiviolenza per denunciare stalking Il video realizzato da Beppe Fiorello

CATANIA - L’attore Beppe Fiorello  ha diretto e girato nel centro storico della città barocca di Scicli uno spot pubblicitario sulla lotta contro la violenza sulle donne presentato, venerdì sera, nell’aula magna del Rettorato dell’Università di Catania.

    L’incontro è stato aperto con i saluti del direttore del Csve

(ascolta l'intervista). Hanno preso parte alla presentazione dello spot le associazioni di volontariato della Rete Tematica: "Lotta contro la violenza alle donne". Sono state presenti le rappresentanti: del Centro di servizi per il volontariato Etneo , promotore dell'iniziativa, delle  Associazioni: "Penelope", ANDIT e Angeli Lentini, ed Angeli Carlentini,  Olimpia De Gouges, del Centro Antiviolenza "La Nereide  "ascolta l'intervista con la presidente Adriana Prazio   e Nuova Vita onlus - Centro antiviolenza. Lo spot è stato realizzato con professionisti ed a titolo gratuito da   Beppe Fiorello  (ascolta l'intervista)   in 2  versioni : la prima di 30 secondi per le tv e  la seconda di 4 minuti per la proiezione nelle scuole. Nel corso della presentazione dello spot si è sviluppato un colorito dibattito sulle violenze che le donne subiscono, sulla difficoltà delle vittime a denunciarle e sui problemi logistici della associazioni di volontariato che si muovono  in regime di massima discrezione ed economicamente poco sostenute. Ricerche sul fenomeno dello stalking hanno rilevato che il 98% delle vittime della violenza domestica sono donne e che una donna su cinque è stata vittima almeno una volta ad opera del suo coniuge o partner.   

Con l’applicazione della legge  sullo stalking molto sta cambiando, ed i responsabili maschi vengono perseguiti, ma soltanto un caso di violenza su 20 viene denunciato. Beppe Fiorello quale regista ed attore dello spot ha voluto che si percepisse un messaggio pacato e molto soft, non aggressivo su un argomento che socialmente è molto forte e di grande risonanza. Al termine della serata sono stati distribuiti anche calendari del Centro Servizi Volontariato Etneo realizzati con le diapositive estrapolate dallo spot realizzato da Beppe Fiorello. Sulla prima pagina oltre alle foto ed i loghi delle associazioni la frase di Madre Teresa di Calcutta:”Amiamo… non nelle grandi ma nelle piccole cose fatte con grande amore. C’è tanto amore in tutti noi. Non dobbiamo temere di manifestarlo”.



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Prampolini libreria storica etnea rilevata da Angelica e Maria Carmela Sciacca: salvata




CATANIA Cable e Caldarella  in “Cuori Sporchi” rassegna all’Argentum “Underground rivers”.   Il Teatro Argentum Potabile diretto in tandem da Steve Cable e Antonella Caldarella inizia il 2020 con “Cuori Sporchi”. La rappresentazione è scritta e diretta dalla stessa Antonella Caldarella per la rassegna dedicata agli adulti “Underground rivers”. La rappresentazione è in scena sabato 11 gennaio, alle ore 20.30, col debutto in prima nazionale e replica domenica 12, alle ore 18.00, e sabato 18 ore 20.30, e domenica 19 ore 18.00. Il  testo è inedito nei nuovi locali di  “Spazio Fluido”, in via Francesco Laurana 16  a Catania.  Gli   attori Alberto Abbadessa, Giulia Antille, Andrea Cable, Corrado Drago, Valeria La Bua, Simona Nicotra, raccontano con gli elementi scenografici ed i costumi di Noa Prealoni,  tra litigi, scherzi e l’esuberanza di chi si sfida non senza pudore le storie di un gruppo di giovani del quartiere che si ritrovano in una vecchia palestra per confrontarsi sulla loro vita e sulle loro speranze. La regista Antonella Caldarella dichiara : “Cuori Sporchi’ inizia con l’arrivo di un gruppo di visitatori (il pubblico) ad un luogo di aggregazione,  diventando un viaggio sia fisico che emotivo man mano che si entra in contatto con i ragazzi e con il loro vissuto, a volte non semplice che ha bisogno con urgenza di essere condiviso, compreso e accettato.  Un  incontro tra due mondi in cui i protagonisti nel raccontarsi in modo diretto, schietto, esuberante e in alcuni casi grottesco offrono agli ospiti l’unica cosa per loro possibile: le loro storie vere e, attraverso esse, loro stessi in tutta la loro ferita fierezza, ingenua fragilità e profondo, inestinguibile bisogno di Amore”. Lo spettacolo è il terzo appuntamento della rassegna teatrale “Underground Rivers”, che predilige opere originali di autori contemporanei per offrire al proprio pubblico una proposta alternativa e diversa per spettatori sempre più esigenti e affamati di novità.


CATANIA Valeria Contadino al Must con “Casa di bambola”, il dramma di Ibsen. “Casa di bambola” fu rappresentato per la prima volta nel 1879. Il dramma suscitò scandalo e polemica ovunque per la sua lettura come esempio di un femminismo estremo. Ibsen in Germania fu addirittura costretto a trovare un nuovo finale, perché la protagonista si rifiutava di impersonare una madre da lei ritenuta snaturata. Valeria Contadino veste i panni della protagonista Nora Helmer. L’attrice è già reduce dal successo de La creatura del desiderio di Camilleri – Dipasquale,  ed è diretta in questa nuova entusiasmante fatica da Sebastiano Tringali. Il veterano del teatro italiano si è ritagliato un ruolo nel personaggio del Dottor Rank. Davide Sgrogiò, completa la compagnia  nelle vesti di Torvald Helmer, con Barbara Gallo :  Kristen Linde e Riccardo Tarci il bieco Krogstad. Le musiche sono di Germano Mazzocchetti, e le  scene di Susanna Messina, costumi sorelle Rinaldi. Casa di bambola è una produzione Teatro della città Catania.  Il dramma resta a tutt’oggi opera di una grande e complessa modernità, abitata da personaggi capaci di parlare ancora ai nostri contemporanei. Gli artisti, partendo da una nuova ed attenta rilettura di questo grande classico di fine ‘800, attraverso una riscrittura e rielaborazione scenica del testo, cercano di approdare ad uno spettacolo col centro   “il dramma nudo”, spogliato di bellurie ottocentesche e convenzioni borghesi. Valeria Contadino ascolta intervista)  nelle vesti di Nora Helmer,  infonde forza, temperamento e coraggio, è sposa allegra, ingenua e deliziosa per il marito Torvald. Il  regista Sebastiano Tringali scrive :” il peccato che non si può perdonare è quello commesso contro la personalità individuale dell’essere umano”. La protagonista tuttavia,  secondo la concezione etica di Ibsen,  nasconde un segreto che sarà la porta attraverso cui precipiterà l’azione drammatica. Pochi istanti, alcune parole, un gesto inatteso, possono bastare per mandare in frantumi la sofisticata architettura all’interno della quale, per tutta la vita, ci siamo mossi.  L’azione scenica si svolge interamente a casa dell’avvocato Torvald Helmer. Torvald è sposato da otto anni con la giovane Nora, con la quale ha instaurato un rapporto più da padre premuroso che da marito, ritenendola puerile e spensierata. Nora però non è mai stata quella “bambola” irresponsabile che il marito crede. In passato, infatti, per poter curare una grave malattia del marito, la donna ha contratto un debito con Krogstad, uno strozzino, falsificando la firma del padre su alcune cambiali. La situazione sembra migliorare quando Torvald è promosso direttore della filiale di banca in cui lavora. Proprio lì, però, è impiegato anche Krogstad. Per ottenere vantaggi personali Krogstad minaccia Nora di rivelare tutto e comincia a ricattarla.  La mente si apre ed il pensiero si cristallizza sulla nostra immagine, - continua il regista - sulla “persona umana” che siamo! L’eroismo è, quindi, la cosciente presa d’atto di uno ‘status’ di fronte al quale si deve agire. Pirandello ritiene Ibsen non solo il creatore del Teatro Moderno, ma il maggiore autore dopo Shakespeare. Prima rappresentazione: Venerdì 13 dicembre 2019, alle ore 21,00. Sabato 14 dicembre doppio spettacolo ore 17,30 e ore 21,00. Domenica 15 dicembre ore 17,30. Per informazioni: MusT - MUSCO TEATRO Via Umberto 312, Catania - Tel. 0952289426.


CATANIA - VII edizione Premio Letterario Internazionale Efesto, consegnati  riconoscimenti.  “Il Premio Efesto è da ben 7 anni un consueto ed immancabile appuntamento con la cultura non solo per la città di Catania ma per l’intero Paese e da questo palco siamo lieti di rinvigorire la memoria e il ricordo di Edo Gari, Mariella Lo Giudice ed Ercole Patti a cui sono dedicate le sezioni della gara letteraria”. Così Santino Mirabella, magistrato presso il Tribunale di Catania, scrittore, presidente dell’associazione culturale Efesto  ed ideatore ed organizzatore della manifestazione da anni impegnato nel campo della cultura con il premio Efesto, dal palco del teatro Musco, saluta il numeroso pubblico della serata di gala presentata in tandem da Azzurra Viglianisi e Federico Mirabella. Obiettivo del concorso letterario, insignito nel 2013 dalla Medaglia della Presidenza della Repubblica e nel 2014 dalla Medaglia della Presidenza della  Camera, diffondere e promuovere la letteratura in tutte le sue forme esercitando costantemente la funzione di osservatorio delle tendenze e delle proposte culturali contemporanee. Punti di forza della longeva iniziativa culturale la genuinità e l’entusiasmo con il quale sin dal primo anno della manifestazione la kermesse letteraria è stata accolta non solo in Italia ma anche all’estero con partecipanti dal Canada e dal Brasile.  Ad affiancare Santino Mirabella le commissioni giudicatrici composte da: Arianna Attinasi- editrice; Carmelo Zaffora- psichiatra, scrittore e pittore; Francesco Spadaro- psichiatra e pittore; Pucci Giuffrida- commercialista e promotore culturale; Rita Gari Cinquegrana- docente di Storia dello Spettacolo e critico teatrale (sezione Edo Gari- lingua italiana); Francesco Turrisi- avvocato e musicista; Giuseppe Speciale- professore; Gregorio Scuto- avvocato e musicista; Marinella Fiume- scrittrice (Sezione Ercole Patti- racconto breve); Agostino Zumbo- attore; Gabriella Vergari- professoressa e scrittrice; Miko Magistro- attore; Pippo Pattavina- attore; Renato Papa- già magistrato, autore di pièce teatrale; Tuccio Musumeci- attore; Salvo Trombetta- avvocato.  “I numerosi, troppi tagli alla cultura e la chiusura di molti teatri- dichiara Debora Bernardi presente alla manifestazione come madrina della serata- anche se dannosi e frutto di una mala politica non impediranno la diffusione dell’arte, della poesia e del teatro e manifestazioni come queste sono l’esempio tangibile che la cultura non è morta ma vive e resiste nonostante tutto”.  Per la sezione Poesia dedicata ad Edo Gari, presente il figlio Marco, tra i tanti elaborati pervenuti si classificano al terzo posto la poesia “Scarpe Consunte” di Jana Carcara (Enna), al secondo “Tramonto a Sidari” di Giovanni Bottaro (Granaglione- Bologna). Vincitrice dell’edizione  2019 della sezione Edo Gari “Effimere Chimere” di Lucia Cristina  Lania (Messina). Vincitori della sezione Racconto Breve dedicata ad Ercole Patti: al terzo posto “Ultimo canto” di Gabriele Andreani (Pesaro); al secondo posto “Senza Parole” di Maddalena Giuffrida (Duino Aurisina- Trieste); al primo posto “Tutta un’altra storia della principessa Persa” di Maurizio Cairone (Catania). Per la sezione Teatro dedicata a Mariella Lo Giudice si classifica al terzo posto il testo “Nell’acqua della mamma” di Patrizia Finetti (Milano) e Chiara Rossi (Legnano, Milano); secondo posto per “Inevitabili simbiosi” di Santina Giannino (Messina); “Ti farò chiamare zia” di Giampiero della Nina (Porcari- Lucca). L’elegante kermesse letteraria è stata arricchita  dall’esibizione musicale dell’avvocato Gregorio Scuto e dell’editrice Arianna Attinasi. Presente anche alcuni rappresentanti della comunità di Sant’Egidio per sensibilizzare il pubblico per la raccolta fondi del pranzo di Natale per i più bisognosi.


CATANIA –  “Note di Natale”: subito magia, grande festa di Buio in Sala.  Giuseppe Bisicchia e Massimo Giustolisi fondatori e direttori della Compagnia Buio in Sala, giovedì 19 dicembre, alle ore 20.30, sul palco del teatro Ambasciatori festeggiano il Natale. La festa più magica e bella dell’anno, è segnata con lo spettacolo “Note di Natale”. Bisicchia e Giustolisi autori della regia dichiarano : “La storia si svolge durante la notte più lunga dell’anno e mentre Babbo Natale è impegnato con le numerose consegne Mamma Natale, interpretata da Silvana D’Anca, e la Befana, Giovanna Sesto, storiche nemiche- amiche racconteranno ai piccoli aiutanti di Babbo Natale due storie: “Il Canto di Natale” di Charles Dickens e “Il principe Felice” di Oscar Wilde. In un’atmosfera magica e fatata si materializzeranno i personaggi protagonisti con un finale scoppiettante che vedrà arrivare Babbo Natale, interpretato da Pippo Tomaselli, di ritorno dalle consegne”. Uno spettacolo straordinario che in un rutilante susseguirsi di scene dall’atmosfera sognante e fatata come è il Natale si alterneranno tutti i corsisti di Buio in Sala Acting School.  “Sul palco ci saranno oltre 150 allievi- continuano i due registi nomi noti nella prosa e nelle fiabe musicali per aver interpretato e diretto pièce applaudite da pubblico e critica in giro per l’Italia come l’inedito musical “Il principe ranocchio” con la voce di Lorella Cuccarini o, fra i tanti, “Storia di una capinera”, “Il fu Mattia Pascal” e “Gli innamorati”- i più piccoli seguiti da Lara Torrisi e Daniele Bruno, gli adolescenti che si esibiranno anche in un momento canoro curato da Andrea Cascio, i giovani che metteranno a frutto gli studi in tutte le discipline performative con momenti di canto a cura di Salvo Disca, di danza sotto la guida di Giorgia Torrisi e Martina Caruso e di Musical per la direzione di Marina Puglisi con il gruppo di adulti che porteranno in scena delle performance sempre dal sapore natalizio per uno spettacolo adatto a grandi e piccini”.


CATANIA -   Applausi e successo a S.Nicolò per Guglielmino  nel “Paradiso” di Dante. L’inedita pièce diretta dall’ispirato regista è stata apprezzata  in un’atmosfera onirica.  La magnificenza della monumentale Chiesa di San Nicolò L’Arena scelta dal regista Salvatore Guglielmino ha incuriosito ed incantato il pubblico catanese. “Il Paradiso” di Dante, l’unica rappresentazione fino ad oggi, dell’ultima cantica dantesca, è lo spettacolo patrocinato dal Comune di Catania, dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo per una produzione Compagnia degli Eventi in collaborazione con l’Associazione Esclarmonde. L’atto unico in prima nazionale è stata dal grande impatto emotivo. Il regista con grande cura ha rielaborato ed adattato per le scene le terzine dantesche. La  bravura del cast composto da Alessandro Ferrari, (Dante), Martina Minissale (Beatrice), con Elena Ragaglia, Concita Lombardo, Federico Fiorenza e Massimiliano Grassia i quali interpretano Piccarda Donati, l’imperatrice Costanza, Giustiniano, Cacciaguida, San Benedetto e San Pietro  i diversi protagonisti dei diversi cieli del Paradiso descritti da Dante fino al momento della preghiera alla Vergine, introducendo il poeta alla sublime visione della Trinità divina e de “l’amore che move il sole e le altre stelle”.  L’attenta interpretazione del testo, grazie all’utilizzo delle musiche è capace di sottolineare gli attuali e diversi messaggi subliminali che possono essere letti anche in chiave contemporanea, con le coreografie dei danzatori e delle danzatrici che rappresentano i beati curate del Maestro di danza Pietro Gorgone, responsabile del Balletto di Sicilia, di trasmettere un messaggio d’amore universale. L’imponenza dell’altare della Chiesa di San Nicolò L’Arena è diventato palcoscenico naturale di questa coraggiosa e ben riuscita rappresentazione. L’inedita location ha contribuito a rendere lo spettacolo ancora più coinvolgente ed immaginifico. Il  percorso di purificazione che ogni uomo deve compiere nella vita per ottenere la salvezza eterna e scampare alla dannazione viene perfettamente raccontato senza incertezze o indugi vari. Salvatore Guglielmino ha dimostrato con impegno e coraggio che l’operazione culturale promossa e già iniziata con la rassegna Mitoff dedicata al teatro greco è positiva.  Il regista ha unito in modo originale la cultura classica con l’arte contemporanea, ciò merita sicuramente di essere ammirato ed applaudito da platee sempre più ampie e di tutte le età.

CATANIA   Paradiso di Dante, nel lavoro di Guglielmino presentato in Sala Giunta a Palazzo degli Elefanti. La monumentale e maestosa chiesa di San Nicolò L’Arena è il palcoscenico naturale dell’atteso spettacolo “Il Paradiso di Dante”, unica rappresentazione fino ad oggi, scritto e diretto da Salvatore Guglielmino, che debutta in prima nazionale sabato 7 dicembre, ore 21.00, e domenica 8 dicembre, ore 18.00, con il patrocinio del Comune di Catania, dell’Assessorato alla Cultura ed al Turismo per una produzione Compagnia degli Eventi in collaborazione con l’Associazione Esclarmonde.  Lo spettacolo è rivolto ad un pubblico volutamente trasversale, come spiegato dai microfoni della Sala Giunta del Comune di Catania durante la conferenza stampa coordinata dalla giornalista Elisa Guccione ed animata dal sindaco di Catania Salvo Pogliese, l’assessore alla cultura  Barbara Mirabella, il responsabile della Chiesa San Nicolò L’Arena Padre Antonio De Maria ed il regista ed ideatore del progetto artistico Salvatore Guglielmino.  Una  particolare attenzione è posta verso i giovani e gli amanti del teatro, si mettono  in evidenza i vari messaggi subliminali dell’opera, che possono assolutamente essere letti anche in chiave contemporanea, attraverso i versi recitati dagli attori che interpreteranno i personaggi delle anime collocate dal Poeta nei diversi cieli del Paradiso. Il sindaco Salvo Pogliese ha  detto: “Siamo lieti di inaugurare i grandi festeggiamenti in onore del Santo Natale con uno spettacolo così importante dal forte valore culturale e sociale come il Paradiso di Dante in una versione assolutamente inedita, che sono sicuro richiamerà grande interesse da parte della critica e del pubblico”. Barbara Mirabella assessore alla cultura, è dello stesso parere ed   ha spiegato come “la cultura sia da sempre una delle priorità dell’amministrazione: Il Paradiso secondo Guglielmino unisce in modo originale la cultura classica con l’arte contemporanea in una cornice speciale senza allestire particolari scene che possano turbare le bellissime strutture architettoniche ed artistiche di San Nicolò L’Arena”. I  nomi degli attori che danno vita al Paradiso, la terza delle tre cantiche della Divina Commedia, interpretato da : Alessandro Ferrari (Dante), Martina Minissale (Beatrice), Federico Fiorenza, Massimiliano Grassia, Elena Ragaglia e Concita Lombardo.  Salvatore Guglielmino, reduce dall’applaudita rassegna Mitoff dedicata al teatro classico, ha detto:  “Fondamentali le musiche, che avranno il compito insieme alle coreografie curate dal Maestro di danza Pietro Gorgone, responsabile del Balletto di Sicilia, di rendere ancor più suggestivo lo spettacolo con il preciso obiettivo di trasmettere ai presenti un messaggio d’amore universale”.


CATANIA -   Dialogo con Dio  a Teatro Grotta Smeralda con “Io ed Io”.    Si ride di gusto con lo spettacolo “Io ed Io” della coppia artistica Gianluca Barbagallo e Nicola Diodati che insieme all’attrice Mirella Petralia nella partecipe sala del Teatro Grotta Smeralda, per il secondo appuntamento in cartellone della stagione “Panta Rei” diretta da Valerio Caponetto, mettono in scena un esilarante dialogo con il Padreterno, sottolineando come gli uomini siano cambiati, in peggio, durante i secoli e come si credano onnipotenti senza esserlo. Testo e regia sono di Gianluca Barbagallo che interpreta un uomo comune con i suoi difetti e i suoi problemi, scelto da Dio, Nicola Diodati, per guidare il genere umano verso il cambiamento dopo la purificazione del diluvio universale e le incursioni molto pittoresche di un “allegra” signora Morte, una divertente Mirella Petralia, che disturba il povero Rosario che non riesce a capire chi siano questi due matti con cui sta parlando. Gag, equivoci, battute al fulmicotone e ritmo incandescente per uno spettacolo che si pone l’obiettivo, ben riuscito, di far sorridere riflettendo con la facilità di riconoscersi nelle tante situazioni al limite del possibile raccontate da uno strepitoso Gianluca Barbagallo che senza sosta, per ben due ore di spettacolo, analizza vizi e virtù dell’uomo moderno e del complicato rapporto uomo donna. Punto di forza dello spettacolo, che ha già superato le cento repliche dal primo applaudito debutto, la capacità di rappresentare l’uomo con i suoi tanti, troppi, deliri di onnipotenza che sopravvalutandosi vuole mettersi al posto di Dio senza rispettare le normali regole del quieto vivere, diventando così una brutta copia di quello che era il progetto divino. Generosi applausi premiano gli attori che con semplicità hanno raccontato una storia fatta di quella quotidianità in cui il pubblico non è solamente spettatore di un evento ma parte in causa raccontando così la realtà in modo dissacrante e allo stesso tempo divertente come solo il teatro sa fare.


Nunzia Schiano ascolta intervista)

Myriam Lattanzio ascolta intervista)

ANNA MAZZA ascolta intervista)

CATANIA APPLAUSI PER NUNZIA SCHIANO  FÈMMENE AL MUST. Il Teatro MUSCO  è stato gremito da un  soddisfatto pubblico per la rappresentazione di Nunzia Schiano ascolta intervista) e le note di Myriam Lattanzio ascolta intervista). ANNA MAZZA ascolta intervista)è stata la perfetta elaboratrice dello scritto.  I testi di Myriam Lattanzio sono tratti da “Nostra Signora dei friarielli” di Anna Mazza con Myriam Lattanzio Francesco Ponzo: chitarra – Roberto Giangrande: contrabbasso. Lo spettacolo è andato in scena dal 15 novembre alle ore 21,00 al Must Musco Teatro con repliche sabato 16 novembre alle ore 17,30 e 21,00 e domenica 17 alle ore 17,30.  Il secondo appuntamento del programma del Must Musco Teatro, è impaginato da Giuseppe Dipasquale, il quale debutta, con protagonista la grande interprete partenopea, Nunzia Schiano.    I testi di Fèmmene sono di Myriam Lattanzio, tratti da “Nostra Signora dei friarielli” di Anna Mazza con Myriam Lattanzio e Francesco Ponzo: chitarra – Roberto Giangrande: contrabbasso, si entra in una galleria umana, una serie di ritratti femminili, di voci di donne. Ognuna  di queste figure in galleria rappresenta una tessera di quel mosaico complesso ed affascinante che è l’animo umano femminile. Le donne sono rappresentate nella loro forza e nella loro fragilità insieme. Tableau vivant dove troveranno spazio una mater dolorosa che darà vita ad una nuova Pietà, una ragazza che vive, aldilà della sua condizione femminile, la sensazione di guardare il mondo reale attraverso il finestrino di una metropolitana che, nonostante la fermata, non le consentirà mai di “scendere” nel mondo reale che forse, tanto reale non è. Donne violentate nel corpo e nell’anima. E una madre, nume tutelare del focolare domestico che alle prese con i “friarielli”, sorta di totem familiare e allo stesso tempo “tela di Penelope” che non avrà mai fine, affronta i turbamenti dell’equilibrio familiare che le provengono dall’interno e verso i quali sentirà di non avere nessuna difesa, pensando di non essere preparata ad affrontarli, sottovalutandosi. Una pennellata per ricordare e ricordarci che se il cielo è azzurro, è nei suoi momenti più belli che si tinge di rosa. Infine, l’omaggio che la Lattanzio fa alle più grandi interpreti e autrici latino – americane (Chavela Vargas, Mercedes Sosa, Violeta Parra, Consuelo Velasquèz) completa questo spettacolo tutto al femminile.   Fémmene è uno spettacolo coinvolgente, che fa riflettere, allegro, divertente ma a tratti intriso di una realtà amara. La presenza di Nunzia Schiano, artista con la A maiuscola e la voce armoniosa e possente di Myriam Lattanzio hanno creato un connubio che non ha deluso le aspettative ma che al contrario ha ottenuto tanti consensi e applausi da dover di sicuro ripetere la bellissima esperienza. Napoli, arte, musica, spettacolo, bravura, professionalità, passione, un cocktail che fa ridere, sorridere e commuovere. Lo spaccato culturale del femminino di "Nostra signora dei friarielli", di Anna Mazza  riguarda tutte le donne, e non solo, molto molto da vicino. L'ironia del linguaggio ha esorcizzato un mondo di credenze che ci appartengono più di quanto pensiamo di saper gestire e dalle quale crediamo di prendere le distanze necessarie per il nostro benessere. Il connubio con le canzoni interpretate magistralmente da Myriam Lattanzio, ha ridotto le distanze tra culture diverse e che dona un senso di appartenenza ad una realtà ben più ampia di uno spaccato napoletano. Si ride, si riflette, ci si emoziona in due ore intense che volano via come un lampo. GLI APPLAUSI FINALI


1 spettacolo 2 spettacolo

CATANIA Successo nel musical “Il principe ranocchio” spettacolo al teatro Ambasciatori impreziosito da voce  Lorella Cuccarini. Il musical “Il principe ranocchio”al debutto ha riscosso successo di pubblico.  Il palco del teatro Ambasciatori  ha acceso i riflettori per l’atteso spettacolo “Il principe ranocchio”, musical ispirato al racconto dei fratelli Grimm. L’opera, è andata in scena domenica 10 novembre, alle ore 16.15 ed alle 18.15, in anteprima nazionale inaugurando la stagione “Ridi che ti passa” per una produzione “Buio in Sala”,  è riadattata per le scene da Giuseppe Bisicchia, autore della regia insieme a Massimo Giustolisi. Giuseppe Bisicchia (ascolta intervista) e Massimo Giustolisi dichiarano :“Dopo nove anni dalla prima fortunata edizione che ha riscosso consensi di critica e di pubblico in tutta Italia, Il principe ranocchio, ritorna in una veste completamente rinnovata, con effetti speciali che lasceranno tutti a bocca aperta non solo i piccoli spettatori. La trama parte da un antefatto misterioso  in una sera di festa nasce il nuovo erede al trono, l’intera corte gioisce del futuro re, ma all’improvviso quest’atmosfera d’amore viene interrotta dall’arrivo di una misteriosa figura che si rivelerà essere una strega che trasformerà il principino in un disgustoso ranocchio. Nella fiaba il bambino scoprirà il valore della cultura che lo renderà libero di scegliere e di realizzare tutti i suoi desideri, così sarà possibile che il principe, imprigionato nel corpo di un ranocchio, ritorni umano grazie al bacio della sua amata principessa. E il sogno realtà diverrà”. La voce di Lorella Cuccarini una delle performer di musical più famose d'Italia impreziosisce lo spettacolo:  “la più amata dagli italiani”, narra l'inizio, regalando le sue note per il prologo della messa in scena. Le musiche originali sono di Ettore D’Agostino, le coreografie di Giorgia Torrisi per un cast di dodici performer e scenografie di grande impatto visivo realizzate in digitale da Andrea Ardizzone e in tecnica tradizionale da Mario Rocca. L’attore Daniele Virzì (ascolta intervista) veste i panni del Principe ranocchio, mentre la principessa è interpretata da Floriana Renna. Massimo Giustolisi interpreta il ruolo del “villain”: un falso principe presuntuoso, arrogante e viziato. Il  cast è completato da Giorgio Cantone, Ester Salerno, Giovanna Sesto, Davide Rao, Leonardo Monaco e gli allievi di Buio in Sala Valeria Mazzaglia, Federica Fischetti, Pietro Grasso, Giuseppe Miller.


CATANIA Must al via con Valeria Contadino e Mimmo Mignemi “Troppu Trafficu ppi Carrubba”. Dopo il successo di pubblico e di critica nazionale ed europea quasi ventennale che ha avuto il rifacimento del Much Ado about nothing di Camilleri e Dipasquale nel Troppu trafficu ppi nenti, debutta sul palcoscenico del Must Musco Teatro venerdì 25 ottobre 2019 alle ore 21, Troppu trafficu ppi Carrubba, testo e regia di Giuseppe Dipasquale. Lo spettacolo replica sabato 25 ottobre alle ore 17,30 e 21,00 e domenica 27 alle ore 17,30 “Complice il mio amico e grande artista quale è Mimmo Mignemi, - spiega il regista, Giuseppe Dipasquale - che mi è stato vicino per diciasette anni di successi del Troppu trafficu ppi nenti, scritto a quattro mani con Andrea Camilleri, dove egli interpretava il personaggio di Carrubba, mi sono deciso a scrivere un sequel,  uno spin off,  come si dice adesso,  comico su questo personaggio. Carrubba, appunto, è personaggio fra i più comici della storia del teatro di tutti i tempi, e riesce a far faville nella combinata di banda sgangherata che forma insieme a Sorba e Ugo come guarnigione o, come direbbe lui guarnizione,  del Duca Lionatu di Missina.  Il nome significa letteralmente "bacca di cane", in riferimento ad un particolare tipo di frutto selvatico (probabilmente l'uva spina) tipico del bacino del Mediterraneo. La sua estrazione sociale è inferiore a quella di altri personaggi: nel confronto con loro il linguaggio del poliziotto va incontro ad inevitabili papere linguistiche.” A completare il cast una squadra di eccellenti attori che, a partire da Valeria Contadino, nel ruolo di Ofelia moglie di Carrubba, insieme a Cosimo Coltraro (Dottor Fiordipisello), Rita Abela (Jenny), Valerio Santi (Sorba) e Francesco Russo (Ugo lo Stillongo), sviluppano una storia originale, la quale, attraversando la sua fonte originaria, procede decisamente in una direzione del tutto nuova. Qui i personaggi vivono la stessa linea temporale del modello shakespeariano, ma vivono una azione del tutto diversa. Le musiche originali del M° Matteo Musumeci aiuteranno a traslare nell’immaginario crocevia mediterraneo di magheggi anche questa nuova vicenda. “Lo sproloquiare comico di Carrubba, Sorba e Ugo – continua il regista e autore -  “che vivrà in questa commedia situazioni di servizio e domestiche insieme, saranno insaporite da una storia personale che confermerà la grandezza umana e umile insieme di queste figure nata dalla fantasia di un genio teatrale come William Shakespeare e tenute in vita molto più modestamente dalla penna del sottoscritto.”  Proseguendo il lavoro linguistico del precedente testo, anche qui la lingua siciliana illustre viene ricostruita nelle sue scaturigini più nobili e popolari insieme, con qualche spazio per la modernità del proverbiale e scelte fonetiche che appaiono insolite oggi, ma che dovevano essere consuete in corti dove il latino era la lingua diplomatica. Botteghino Must Musco Teatro aperto tutti i giorni dalle ore 10,00 alle 13,00 e dalle 16,00 alle 20,00 in Via Umberto I, 312, Catania - Tel. 0952289426.


CATANIA –  Renny Zapato tra i protagonisti di “D.N.A” il nuovo film di Lillo e Greg. È iniziata una nuova avventura cinematografica per il cantattore catanese Renny Zapato protagonista al fianco di Lillo e Greg ed Anna Foglietta del film “D.N.A (Decisamente non adatti)”, pellicola prodotta da Lucky Red e Vision Distribution scritta da Edoardo Falcone, Claudio Gregori (Greg), e Lillo Petrolo (Lillo). Renny Zapato durante una pausa dal set che vede Lillo e Greg per la prima volta nelle vesti di registi dichiara : “Interpreto Svampaun gangster folle con un nome e un atteggiamento tutto da ridere per un ruolo ad alto grado di comicità, che parafrasando il titolo del film è un lavoro decisamente adatto a far ridere e metterà d’accordo tutti per la grande carica di buonumore e allegria che trasmette”.  Un periodo fortunato per il rocker Renny Zapato uno dei volti della Compagnia di Teatro Mobile di Catania, fondatore e leader della band rock “Distortion Reverb” e frontman insieme a Francois Turrisi dei “The Bluff”, rock band nata sotto il vulcano protagonista da quest’autunno su radio studio centrale con un programma dal titolo radio bluff, che ha conquistato le hit parade con il tormentone estivo “Avevo un beat”, dividendosi tra la passione per le Harley Davidson, l’amore per la sua compagna l’attrice ed ex modella Ketty D’Agosta e la recitazione con il consolidato sodalizio artistico con Lillo e Greg in un affollata Roma tra sobborghi e centro cittadino si diverte a dare vita alla storia di due vecchi compagni di scuola che dopo anni si incontrano da adulti insoddisfatti, decidendo di scambiare i loro codici genetici, creando un caos di portata gigantesca dove Renny Zapato, insieme agli attori Marco Marzocca, Fabrizio Sabatucci, Lallo Circosta e Max Paiella, ne combina di tutti i colori per una storia tutta da ridere. “Non posso dire molto- aggiunge Zapato apprezzato interprete di cinema e fiction importanti come, fra i tanti, “La mossa del cavallo” per Raiuno e “L’Onore e il Rispetto 5” per Mediaset- ma vi assicuro che D.N.A. sarà un film di successo per l’immediatezza dei dialoghi e le esilaranti scene capaci di conquistare anche lo spettatore più serio”. L’impegno con il cinema non si limita all’interpretazione del film di Lillo e Greg ma continua con il film “Oro e Piombo” vincitore del Festival del Cinema di Siena e adesso in gara al Festival di Roma come special guest nel ruolo di un bandito messicano al fianco di un prete pistolero interpretato da Greg. Sugli imminenti progetti preferisce non sbilanciarsi ma con un sorriso sornione racconta: “Per scaramanzia non voglio dire nulla, ma potrei mancare molto dall’Italia per una grossa ed importante produzione americana in un ruolo completamente inedito rispetto a come il pubblico è abituato a vedermi”.


CATANIA –   “Deadbook” inaugura  quarta stagione Teatro Mobile Catania.  I  riflettori sul  quarto anno del Teatro Mobile di Catania, diretto da Francesca Ferro, sul palco del Piccolo Teatro   si accendono mercoledì 23 ottobre, alle ore 21, con replica fino a domenica 27 ottobre. L’innovativo cartellone è inaugurato con “Deadbook”, pièce scritta e diretta da Francesco Maria Attardi per una produzione Teatro Mobile di Catania in collaborazione con Teatro della Città. “Deadbook” è un vero esperimento sociale, oltre che uno spettacolo teatrale estremamente originale. L’esperimento artistico coinvolge non solo tutto il numeroso cast composto da attori e giovani talenti siciliani ma l’intero pubblico, che si ritrova a diventare parte attiva di questo gioco “sadico”. Lo spettatore decide quale dei partecipanti tenere in vita e quale salutare per sempre. Unica arma? Il proprio smartphone. Il regista Francesco Maria Attardi spiegando il particolare plot narrativo dichiara: “Ventitre sconosciuti si svegliano all’interno di una stanza asettica, uomini, donne, persone anziane e bambini non ricordano assolutamente come siano finiti in questo luogo gestito da un meccanismo perverso che governa questa stanza e li costringe fin da subito ad eliminarsi uno alla volta, attraverso un malato gioco di click e like proprio come accade nel più verosimile e spietato social network.  Alcuni tentativi di strategie ed accenni di complicità potranno aiutare i protagonisti di questa storia non troppo lontana dalla realtà a raggirare il sistema malato che governa questo gioco al massacro, per poi ritrovarsi a fare i conti con una drammatica realtà: cercare di rimandare il più possibile il momento della propria fine diventando per forza di cose nemico di tutti gli altri”. Lo spettacolo chiama all’azione ed al dibattito, allo schierarsi contro o dalla parte di qualcuno, a mostrare senza filtri l’arrivismo e l’egoismo più torbido, di contro alla compassione e l’amore verso la vita, un testo scomodo, che costringe il pubblico a fare i conti con la meschinità che contraddistingue l’animo umano. Testo e regia Francesco Maria Attrardi, aiuto regia Marco Arena, scenografia Alessia Zarcone, Produzione Teatro Mobile di Catania in collaborazione con Teatro della Città con Gianmarco Arcadipane, Marco Arena, Giovanni Arezzo, Verdiana Barbagallo, Francesco Bernava, Giovanni Maugeri, Loredana Marino, Viola Lupoi, Mario Opinato, Pasquale Platania, Giovanni Pappalardo, Mariachiara Pappalardo, Damiano Randazzo, Ruggero Rizzuti, Awa Sar, Nicoletta Seminara, Alice Sgroi, Renny Zapato e con Bianca Caliri, Katia Cicardello, Stelvio Onizuka, Alessia Zarcone. Ufficio stampa Elisa Guccione. È  possibile acquistare i carnet a questo link https://www.teatromobilecatania.it/carnet a soli 36 euro per vedere DEADBOOK ed altri 2 Spettacoli a scelta tra quelli della stagione.


CATANIA –   L’uomo invisibile, riflessioni sull’umana miseria.    Il pubblico è accolto nei nuovi locali di Spazio Fluido nel Teatro Argentum Potabile a piccoli gruppi di venti persone per assistere alla pièce dinamica e interattiva. “L’uomo invisibile”, è il primo appuntamento della rassegna “Underground Rivers”, diretta Antonella Caldarella e Steve Cable, in replica fino a domenica 20 ottobre. Lo  spettacolo inedito  è scritto e diretto da Steve Cable il quale  sulle musiche del figlio Andrea ha dato vita ad una forma di “Teatro Itinerante”. L’autore è partito dalle sacre rappresentazioni medievali intese come rito collettivo, dove  undici attori sulla scena protagonisti di diversi quadri e rimandi accompagnano gli spettatori, sono diventati parte integrante della rappresentazione. Lo spettacolo diventa un viaggio onirico a tratti surreale e grottesco dalle molteplici letture e risvolti psicologici. Il pubblico presente anonimamente, attraverso dei bigliettini, a fine spettacolo, ha scritto le proprie emozioni con l’interessante idea avere voce. L’iniziativa crea il dibattito che sarà il 23 ottobre durante l’ultimo incontro finale. L’innovazione è voluta appositamente per dare voce ai protagonisti di questo viaggio avvolti dal fascino dei racconti intimi e talvalta  trasgressivi dedicati a temi importanti come la condizione dell’uomo e l’assetata voglia di costruire diverse realtà distruggendo il vecchio per dare spazio al nuovo. La  messa in scena è sicuramente innovativa e rivoluzionaria per la nostra città. Gli autori rifacendosi al teatro di Grotowski, utilizzano il rapporto tra l’attore ed il pubblico ed in scena è al primo posto.  tutti gli orpelli artificiali sono annullati, come costumi od effetti speciali particolari, tra lucide follie e razionali constatazioni su ciò che siamo stati, siamo e potremo diventare. L’inziativa suscita, inevitabilmente tra i presenti, forti emozioni per l’intensità interpretativa del cast artistico. Gli attori: Clara Baudo, Giulio Belvedere, Andrea Cable, Nicoletta Cancelliere, Marta Chiarello, Alessandra Cosentino, Carlotta La Mela, Carlotta Minissale, Giuditta Nicosia, Simona Nicotra e Maria Riela  spingono alla riflessione sul nostro presente sempre più qualunquista ed anonimo. Il  testo è una rappresentazione, sicuramente da vedere. L’opera artistica stuzzica e sollecita la mente umana sul passaggio dei tempi moderni che annullano la singolarità dell’individuo a favore di una sterile omologazione di massa capace di esprimere il malessere dei nostri tempi pieno di errori e banalità.


CATANIA Antigone di Sofocle a Teatro Stabile. Il  presidente  dello Stabile di Catania Carlo Saggio  e  la direttrice Laura Sicignano  (ascolta intervista), al Teatro Verga, venerdì 11 ottobre 2019, alle ore 11,30, presentano al pubblico ed alla stampa la nuova produzione dell'Antigone di Sofocle, spettacolo inaugurale della stagione di prosa 2019-20. I temi trattati nella rappresentazione sono sempre attuali: ragione di Stato, disobbedienza civile, ribellione femminile, perdita del Sacro. Molti sono i quesiti che  si pongono con la rappresentazione: che cosa significa affrontare il mito di Antigone in un momento storico in cui molti temi trattati nella tragedia sofoclea sembrano tornati di bruciante attualità? Chi ha ragione? Il re Creonte, il cui compito è controllare l’ordine sociale e mantenere la pace dopo la guerra civile? O Antigone, che ha come dovere supremo la sepoltura del consanguineo e viola perciò l’editto reale, in nome di un giustizia umana che precede e supera le leggi? Il dilemma che dilania i personaggi verrà elaborato nell’inedito, asciutto adattamento in scena alla sala Verga dal 15 al 27 ottobre, poi in tournée nazionale fino a fine marzo 2020. Gli artisti impegnati nell'allestimento intervengono alla conferenza stampa. Laura Sicignano, alla guida del Teatro Stabile di Catania da poco meno di due anni, firma la regia. La traduzione e l’adattamento sono a cura della stessa Sicignano e di Alessandra Vannucci. Le musiche sono di Edmondo Romano,  scene e costumi di Guido Fiorato.  Le luci sono di Gaetano La Mela. Il grande attore siciliano di tradizione classica, Sebastiano Lo Monaco è nei panni di Creonte. Barbara Moselli, della Scuola del Teatro Nazionale di Genova interpreta l’eroina della disobbedienza.  Il cast è composto da un gruppo di attori tutti siciliani e con esperienze di rilievo nazionale:  Lucia Cammalleri, Egle Doria, Luca Iacono, Silvio Laviano, Simone Luglio, Franco Mirabella e Pietro Pace. L’ingresso è libero.


CATANIA - Medea: conto alla rovescia per la prima a Musco. Tutto è pronto per l’atteso debutto di “Medea”, tratta dalla tragedia del francese Jean Anouilh del 1946,  pièce diretta dal regista Sebastiano Mancuso ed interpretata da Luana Toscano, Liborio Natali, Antonella Scornavacca, Franco Colaiemma, Sarah Zuccarello e Martina Cassenti, in scena sabato 12 ottobre, ore 20.30 e domenica 13 ottobre, ore 18.30, sul palco del teatro Musco. La  produzione è italo francese della Compagnia Absinthe Teatro e dall’associazione greca Menippos. Il  regista Sebastiano Mancuso è cresciuto sotto la guida di Lamberto Puggelli al Teatro Stabile di Catania ed è reduce dal successo italo francese della tournee di “Che fine ha fatto Baby Jane” e “Piano piano dolce Carlotta” con la compagnia Absinthe Teatro. Mancuso afferma : “Non sarà una Medea classica ma estremamente innovativa che punta all’introspezione psicologica dei personaggi. Le anime dei protagonisti con i loro sentimenti saranno spogliate di ogni orpello per dare spazio ad una visceralità profonda, carnale e soprattutto attuale, per uno spettacolo con una struttura drammaturgica molto forte con caratteristiche specifiche ed originali che rendono questa Medea unica e diversa allo stesso tempo, per una prova attoriale sicuramente non semplice, con il preciso obiettivo di scoprire una complessa umanità di miti antichi vicini alle paure della società di oggi.  Questa è la prima volta per la città di Catania, che vedrà una rappresentazione diversa, inedita e contemporanea dell’opera di Euripide dove le sollecitazioni morali del periodo in cui Jean Anouilh ha scritto la tragedia come l’esilio, l’omicidio e l’avversione indiscriminata nei confronti degli stranieri fino a sfociare nella xenofobia, sentimenti di odio che oggi a distanza di oltre settant’anni sono, purtroppo, estremamente attuali e riusciranno a toccare le corde più profonde dell’anima”.

CATANIA  Musco, presentata attesa pièce “Medea”. La conferenza stampa di presentazione  è stata coordinata dalla giornalista Elisa Guccione, per l’imminente ed atteso debutto di “Medea” in scena sabato 12 ottobre, ore 20.30, e domenica 13 ottobre, ore 18.30 sul palco dello storico teatro Musco. Il regista Sebastiano Mancuso dai microfoni del foyer del teatro Musco ha annunciato, in conferenza stampa: “Per la prima volta a Catania andrà in scena “Medea” di Jean Anouilh, autore francese che nel 1946 scrive una versione inedita e contemporanea dell’opera di Euripide, dal forte impatto psicologico e dalla complessa struttura drammaturgica”. Sebastiano Mancuso è cresciuto sotto la guida di Lamberto Puggelli al Teatro Stabile di Catania è reduce dal successo italo francese della tournee di “Che fine ha fatto Baby Jane” e “Piano piano dolce Carlotta” con la compagnia Absinthe Teatro. Presente all’incontro con la stampa l’attrice Luana Toscano, che vestirà i panni della protagonista Medea, Liborio Natali, l’amato Giasone, Antonella Scornavacca, la fedele nutrice e Sebastiano Mancuso il regista dell’innovativa e sperimentale pièce prodotta dalla compagnia italo francese Absinthe Teatro e dall’associazione greca Menippos. Nel cast saranno presenti anche gli attori Franco Colaiemma, Sarah Zuccarello e Martina Cassenti.  Liborio  Natali dichiara : “Il testo di Jean Anouilh  riflette la contemporaneità dei nostri tempi in quanto racconta in modo crudo e diretto le tante problematiche della nostra società come l’amore malato che costringe a commettere rovinosamente danni irreparabili e ingiustificabili verso la persona oggetto dei nostri desideri più morbosi come nel caso di Medea verso Giasone e punta a sottolineare l’attenzione a temi scottanti come l’avversione indiscriminata nei confronti degli stranieri fino a sfociare nella xenofobia, sentimenti di odio che oggi a distanza di oltre settant’anni dalla pubblicazione del testo di Jean Anouilh sono, purtroppo. estremamente attuali”. Luana Toscano dello stesso parere afferma: “Medea è una barbara, una migrante, una donna diversa dall’enorme forza tragica, nella sua solitudine straziante, nella sua sensualità dolorosa, nel suo essere votata ad un amore che non conosce limiti e nella sua ribellione alle regole per un’interpretazione a cui si deve dare tutto fisicamente e mentalmente”. Una rappresentazione con caratteristiche uniche ed originali, che metterà alla prova l’intero cast portando in scena le paure tipiche della nostra società. Antonella Scornavacca aggiunge : “Le anime dei protagonisti saranno spogliate di ogni orpello per dare spazio ad una visceralità profonda come il legame tra il mio personaggio la nutrice e Medea, per uno spettacolo che riscopre la complessa umanità dei miti così vicini nonostante lo scorrere dei secoli al nostro quotidiano”.

 


CATANIA Agamennone, contemporaneità tragedia greca conclude “Mitoff”: applaudita rassegna teatro classico di Guglielmino. Consensi scroscianti e grande coinvolgimento del numeroso pubblico presente hanno concluso con “Agamennone” di Eschilo la rassegna “Mitoff” dedicata al teatro classico. La manifestazione era inserita nel cartellone del Summer Fest patrocinata dal Comune di Catania, con la collaborazione dell’Associazione Esclarmonde per una produzione MediaManagerEvents. L’ottimo adattamento e la regia, arricchiti dai costumi di Concetta Maccarrone, sono  stati firmati da Salvatore Guglielmino il quale sul palco della corte del Castello Ursino ha disegnato con un’accurata interpretazione Agamennone tornato ad Argo dopo dieci anni passati in guerra a Troia. L’eroe ritrova la consorte interpretata dalla brava Elisa Franco. Clitemnestra  che ancora non ha elaborato il lutto della figlia Efigenia uccisa dal marito diventato oggetto di estremo odio e sofferenza tanto da accogliere, senza alcun scrupolo o remora nel proprio letto l’amante Egisto, interpretato da un sempre più convincente Paolo Toti Guagenti.  Alla vicenda di dolore e sofferenza di Agamennone e Clitemnestra si lega quella della profetessa Cassandra, a cui ha prestato il volto e l’anima Martina Minissale coinvolgente nel raccontare la sua terribile morte  e quella del re Agamennone per mano della sua consorte al consigliere, ovvero al coro, un intenso Alessandro Ferrari. Toccante il momento in cui dalle scale della corte dell’imponente maniero scende Clitemnestra con la spada sporca di sangue, senza mostrare nessun segno di pentimento o dolore ma vantando le proprie gesta in nome di una necessaria giustizia finalmente compiuta, che il consigliere, voce del popolo e della coscienza, critica duramente.   In un intenso atto unico amore, vendetta e sangue si mescolano tra loro raccontando la miseria dell’animo umano che ieri come oggi, nonostante i millenni che dividono la nostra società da quella di Eschilo, rapisce l’attenzione del pubblico sapientemente coinvolto dai personaggi del mito ancora vivi e vibranti e simili per debolezze e paure all’uomo moderno, che non può non emozionarsi per una tragedia classica dal sapore contemporaneo.


CATANIA Scuola teatrale “Buio in Sala” al via con festa e curiosità: nuova stagione dedicata a bambini ed adulti. La casa del teatro dove apprendere, confrontarsi e misurare quotidianamente le proprie capacità cercando di dare forma ai propri sogni unendo preparazione e creatività in nome di quel luogo magico che è il palcoscenico a cui gli attori e registi Giuseppe Bisicchia e Massimo Giustolisi, fondatori e ideatori della “Compagnia Buio in Sala” realtà artistica attiva da oltre dieci anni, hanno dedicato la propria vita decidendo di realizzare una scuola dal respiro europeo. La manifestazione è iniziata col coordinamento della giornalista Elisa Guccione la quale dai microfoni del centro polifunzionale dell’Istituto Leonardo Da Vinci si è espressa davanti ad oltre duecento persone tra giornalisti, allievi, fotografi, colleghi attori ed appassionati di buon teatro. Gli artisti ideatori hanno presentato il programma insieme alla presidente Silvana D’Anca, alla responsabile alle pubbliche relazioni Giovanna Sesto ed alla referente degli spettacoli per le scuole Patricia Raponi. L’amichevole presenza dell’attrice Manuela Ventura, volto noto di cinema, tv e teatro, nelle vesti di madrina della serata, ha fatto da cornice alla presentazione al ricco cartellone della nuova stagione stuzzicando la curiosità del pubblico per l’interessante proposta culturale. La  poliedrica Guia Jelo  ha incoraggiato e sostenuto l’impegno di tutto il gruppo di Buio in Sala.  l’attrice durante il suo intervento accompagnato da fragorosi applausi ha dichiarato: “Ho lavorato per la prima volta con Massimo e Giuseppe in occasione della messa in scena della “Bisbetica Domata, ed ho avuto modo di apprezzare sin da subito la loro serietà e costanza di professionisti innamorati di questo lavoro, capaci di trasmettere a chi li ascolta emozioni che arrivano immediatamente al cuore della gente”.Le proposte per le scolaresche si dividono in due grandi aree: “spettacoli per le scuole primarie” e “spettacoli per le scuole secondarie”. Nella prima fascia, il pubblico dei più piccoli, potrà assistere a ben tre fiabe: “Il Principe Ranocchio” con la voce fuori campo di Lorella Cuccarini, “Il brutto Anatroccolo” e “Note di Natale”. Per le scuole secondarie, tre sono i titoli che Buio in Sala ha scelto: “Storia di una Capinera”, “#Monnalisa” e “Romeo e Giulietta…ever after”. Tutte le regie sono affidate alla “premiata ditta” Bisicchia-Giustolisi.  Giuseppe Bisicchia e Massimo Giustolisi spiegano : “Dopo anni di sacrifici ed impegno, sempre votati in nome dell’arte del palcoscenico con l’obiettivo di coniugare l’attività di formazione con la produzione teatrale e favorire l’inserimento degli allievi nel mondo del lavoro   siamo felici di poter accogliere tutti coloro che desiderano attraverso la recitazione migliorare le proprie abilità creative ed espressive imparando anche a  conoscersi meglio ed affrontare il rapporto con gli altri con maggiore consapevolezza di sé. Da quest’anno  prenderanno il via i corsi di Danza Bollywood, Canto corale, Teatro/danza Terapia, Tai Chi, Giocoleria, Improvvisazione per dare spazio alle emozioni e alle pulsazioni dell’anima”.Manuela Ventura si è mostrata dello stesso parere  dei due autori, lei prima del taglio augurale del nastro ha dichiarato: “Quando un adolescente, un giovane chiede ai propri genitori di seguire un corso di teatro o in generale è interessato a conoscere qualcosa di nuovo significa che la nostra società può ancora sperare in un futuro diverso dal presente che stiamo vivendo e guai a non assecondare la voglia di  quella sana conoscenza che può portare alla costruzione di una società consapevole fondata su dei sani principi”. Le proposte di Buio in Sala non si riducono solo a spettacoli per le scuole. I laboratori, attivi già da oltre dieci anni, sono divisi per fasce di età: dai piccolissimi “Baby” dai 3 ai 5 anni ai “Junior” dai 6 ai 9, i ragazzini “Kids” dai 10 ai 13, gli adolescenti “Teen” dai 13 ai 17, i giovani “Advanced” dai 18 ai 30 e i “Senior”, per adulti senza limiti di età”.


CATANIA Casa di Creta nuova sede : teatro in inglese ed italiano.  L’Associazione “La Casa di Creta- Teatro Argentum Potabile”, diretta in tandem da Antonella Caldarella e Steve Cable, giovedì 26 settembre, alle ore 19.00, inaugura la nuova sede della scuola di formazione teatrale “Extra/Ordinaria” in via Francesco Laurana 16 a Catania.  Uno “Spazio Fluido” per i nuovi corsi di teatro in inglese e in italiano che si aggiungono alle attività didattiche della Sala Roots, punto di riferimento nella realtà teatrale catanese da cinque anni.  Caldarella e Cable all’unisono dichiarano  “Il richiamo del Teatro si è trasformato in un cammino, una vocazione, un percorso di vita non semplicemente un mestiere, non un lavoro a tempo perso ma un lavoro a tempo pieno. La scuola di formazione teatrale  si ispira all’intelligenza e al coraggio, all’inventiva e all’ingegno di quei riformatori di Teatro che davanti ad ogni momento di crisi hanno saputo mantenere viva la tradizione teatrale. I nostri corsi sono un percorso di crescita dove ognuno potrà tirare fuori le proprie abilità creative, espressive, senza paura di essere giudicato, perché il gruppo è il centro e la nostra diversità è una ricchezza”. Ed ancora: “Il teatro ci dà la possibilità, attraverso il gioco di “essere altro”, di imparare ad interpretare nuovi ruoli e comprendere quante maschere interpretiamo nella vita”. Il ‘Teatro-Scuola’ nasce in maniera organica ed è basato sull’apprendimento attivo e non, si tratta di un’istituzione didattica ed una situazione pedagogica dinamica all’interno di una compagnia professionista, dopo vent’anni di attività teatrale all’interno del progetto ‘La Casa di Creta Teatro Argentum Potabile’. I laboratori sono suddivisi per età e scelte tematiche. Tre gli indirizzi: “Extra/Ordinaria”, scuola di formazione teatrale dai 16 ai 25 anni; “Act Now teatro e laboratori in inglese” condotto da Steve Cable dai 13 ai 60 anni; “Viaggi e laboratori teatrali in italiano” condotti da Antonella Caldarella dagli 8 anni in poi.  


CATANIA –  Regista Sebastiano Mancuso, definito cast  Medea. L’autore ha impiegato mesi di studio del testo ed  audizioni per scegliere il cast.  Il  regista Sebastiano Mancuso è cresciuto sotto la guida di Lamberto Puggelli al Teatro Stabile di Catania. L’autore è reduce dal successo italo francese della tournee di “Che fine ha fatto Baby Jane” e “Piano piano dolce Carlotta” con la compagnia Absinthe Teatro ed è pronto per una nuova avventura teatrale: “Medea” tratta dalla tragedia del francese Jean Anouilh, per una produzione Menippos e Absinthe Teatro, in scena il 12 e 13 ottobre sul palco del teatro Musco.  Sebastiano Mancuso dichiara : “La Francia vanta una illustre tradizione teatrale di contaminazione mitologica che, dopo la seconda guerra mondiale, ha avuto un glorioso momento di ritorno all’esistenzialismo non a caso la Medea di Jean Anouilh è un’opera nata nel 1946 che riflette delle sollecitazioni morali del periodo come l’esilio, l’omicidio e l’avversione indiscriminata nei confronti degli stranieri fino a sfociare nella xenofobia, sentimenti di odio che oggi a distanza di oltre settant’anni sono, purtroppo. estremamente attuali. Non sarà una Medea classica ma estremamente innovativa che punta all’introspezione psicologica dei personaggi. per questo la scelta del cast non è stata semplice ed ha richiesto un lungo periodo di selezione. In questa messa in scena le anime dei protagonisti con i loro sentimenti saranno spogliate di ogni orpello per dare spazio ad una visceralità profonda, carnale e soprattutto attuale- aggiunge Mancuso coadiuvato alla regia da Davide Toscano- sono felice del risultato raggiunto e di lavorare con Luana Toscano nel ruolo di Medea, Liborio Natali, sarà Giasone, Tony Palazzo, interpreterà Creonte, mentre la nutrice sarà Antonella Scornavacca, affiancati da Martina Cassenti e Sarah Zuccarello, rispettivamente nel ruolo di Creusa e del ragazzo”. Lo  spettacolo ha una struttura drammaturgica molto forte con caratteristiche specifiche ed originali che rendono questa Medea unica e diversa allo stesso tempo, è una prova attoriale sicuramente non semplice con il preciso obiettivo di scoprire una complessa umanità di miti antichi vicini alle paure della società di oggi.


CATANIA - Prampolini libreria storica etnea rilevata da Angelica e Maria Carmela Sciacca:salvata.  Un sobrio incontro tra amanti di libri, cultura nei locali di via Vittorio Emanuele 333 ha suggellato il passaggio delle consegne dal precedente gestore alle sorelle Angelica e Maria Carmela Sciacca nella gestione della prestigiosa libreria fondata a Catania nel 1894 e che ha compiuto 124 anni.  La nota e storica catanese Prampolini possiede oggi libri introvabili, fuori catalogo, da collezione, antichi, con stampe, prime edizioni.   

Angelica e Maria Carmela Sciacca

(ascolta intervista ad Angelica e Maria Carmela Sciacca)

PRAMPOLINI la storia : la Libreria Prampolini fu fondata  dall’ufficiale di cavalleria Giuseppe Prampolini il 13 dicembre 1894 a Catania, nei locali di via Vittorio Emanuele 333 che tuttora  l’ospitano.   L’azienda fu denominata agli inizi “Tirelli”, poiché al tempo non poteva portare il nome di un ufficiale.  Giuseppe Prampolini   proveniva da un’illustre famiglia emiliana:  Camillo Prampolini(1859-1930), era amico di Filippo Turati e  Giacomo Matteotti, è stato una delle figure più luminose del socialismo italiano; Enrico Prampolini(1894-1956), pittore e scenografo, è considerato come il più autorevole rappresentante del futurismo. Il giovane Romeo Prampolini,  seguì in successione il padre Giuseppe nella gestione della libreria di famiglia, divenendo testimone della vivace vita intellettuale di Catania, alimentata dalla straordinaria fioritura letteraria di fine Ottocento e inizi del Novecento: Verga, Capuana e De Roberto, tra i nomi più celebri.  I personaggi elevatissima statura culturale e morale furono ospitati nei locali della Prampolini, dando vita a una sorta di cenacolo letterario. Romeo Prampolini valutando il momento favorevole volle ampliare l’attività della libreria, trasformandola anche in  società editrice. L’intuito dell’editore Romeo Prampolini permise la pubblicazione in 5 volumi(1933-1939) della monumentale “Storia dei Musulmani di Sicilia” di Michele Amari, opera fondamentale nella storiografia moderna, per la quale si avvalse della revisione del celebre arabista Alfonso Nalino. Molte le opere letterarie edite da Prampolini tra cui le “Cinquanta lettere d’amore alla signorina Dolly Ferretti(1928)” dell’eccentrico poeta futurista Antonio Bruno(Biancavilla 1891-Catania 1932), fondatore della rivista “Pickwick”, il quale aveva tappezzato i muri della città con i versi di un poema dedicato alla stessa Ferretti(Fedora Novelli). Le difficoltà economiche successive alla seconda guerra mondiale costrinsero molti editori a chiudere o modificare la loro attività.  La  Prampolini nonostante fosse colpita dalla crisi e costretta a rallentare la pubblicazione di libri,  non cessò tuttavia di restare al centro della vita culturale catanese, con la presenza di notissimi osservatori della società contemporanea tra cui Vitaliano Brancati e Giuseppe Villaroel. La morte di Romeo Prampolini (1974), senza figli ed eredi naturali, segnò una lunga cesura nell’attività della libreria. L’attività per vent’anni rimase chiusa con delle sporadiche aperture mattutine. L’editore Boemi riaprì nel 1994  la storica libreria di Catania che nel 2005  fu rilevata da una società costituita da amici (professionisti, docenti e imprenditori) ed avente come finalità quella di salvare e rinnovare il prestigio culturale della Prampolini. La  PRAMPOLINI LIBRI s.r.l., è subentrata nel maggio 2014,  a seguito di difficoltà economiche, ed è sostenuta da professionisti di varia estrazione, accomunati tutti dal desiderio di salvaguardare l’illustre tradizione della LIBRERIA PRAMPOLINI, innestandovi nel contempo moderne dinamiche culturali. La Libreria Prampolini nel 2007 libri Iscritta nel Registro delle Eredità Immateriali dalla Soprintendenza ai Beni Culturali offre, attualmente testi antichi e rari, prime edizioni del Novecento italiano, edizioni musicali, piccola e media editoria selezionata.  Esperti  bibliografi capaci di offrire un servizio di stima, valutazione e restauro di singoli volumi o di fondi librari, nonché della ricerca di testi di difficile reperibilità prestano consulenza presso la prestigiosa libreria catanese.  La Libreria Prampolini svolge anche attività di antiquariato  che si estende al settore musicologico, con riferimento a  commercializzazione di apparecchi radio, giradischi e dischi d’epoca. L’organizzazione tra i suoi compiti ospita e predispone  mostre che favoriscano la circolazione di opere (quadri, sculture) di artisti nuovi o già noti tra il pubblico cittadino. Una  suggestiva saletta nella sede della Libreria, è stata destinata ad incontri culturali, presentazioni di libri, eventi musicali o cineforum. Un  circolo di lettura è attivo da anni per discutere nel suo ambito la letteratura più significativa intorno a tematiche di volta in volta prescelte.  Gli  organizzatori sono aperti sempre a nuove proposte, si augurano che la varietà delle iniziative già promosse possa aiutare gli studiosi, i bibliofili e, più in generale, gli “intellettualmente curiosi” attuali a mantenere un saldo filo con la tradizione, guardando anche alle frontiere della cultura moderna.


CATANIA - “Fedra” firmata Guglielmino è appuntamento per rassegna “Mitoff” a Castello Ursino. L’opera di Seneca“Fedra”  è inserita nella rassegna Mitoff dedicata al teatro classico, in cartellone nel Summer Fest, patrocinata dal Comune di Catania. Lo spettacolo, dopo il successo di critica e di pubblico, continua con la collaborazione dell’Associazione Esclarmonde per una produzione MediaManagerEvents. Il  regista Salvatore Guglielmino, autore anche dell’adattamento teatrale, sabato 14 settembre, alle ore 21.30 nella magnificenza della corte del Castello Ursino dirige  gli attori: Alice Ferlito, (Fedra), Ketty Governali, (nutrice), Paolo Toti Guagenti, (Ippolito) ed Alessandro Ferrari, (Teseo). La tragedia di Seneca, seguendo gli schemi del teatro classico esalta il disprezzo per il genere femminile, per il potere, che porta con sé i vizi, e per l’intera umanità. Salvatore Guglielmino ha  dichiarato : “In questo dramma,  Seneca sceglie di eliminare il tradimento della nutrice, personaggio fondamentale, e di far rivelare alla stessa madre la verità dei suoi sentimenti ad Ippolito. Sarà la nutrice, a cui sta a cuore preservare l’onore di Fedra, che avrà l’idea di mostrarla come vittima del suo stesso inganno ma secondo il volere di Seneca la protagonista Fedra confesserà la sua colpa davanti a Teseo poco prima di uccidersi”. Le anime dei protagonisti, impreziosite nel prologo dalle musiche originali di Carmelo Siracusa degli Sugarfree e dalla voce fuori campo di Arianna D’Urso, raccontano sentimenti d’amore e morte amalgamati perfettamente tra loro facendo rivivere in un dramma classico la ferocia dei tempi moderni di cui è intrisa la nostra società.


CATANIA - Carpe Theater a MUST Musco presentazione per cartellone. La conferenza stampa di presentazione degli spettacoli in programma al Teatro Musco di Catania è stata illuminata da ospiti di primo piano primo tra tutti l’attore Tuccio Musumeci (ascolta intervista) il quale ha ripercorso la storia del Teatro. Il sindaco di Catania Salvo Pogliese (ascolta intervento)  ha presoparte al MUST alla conferenza di presentazione della stagione 2019-2020 Carpe Theater. Il regista Giuseppe Dipasquale (ascolta intervista) che ha presentato la stagione del MUST  2019-2020 denominata Carpe Theater l’ha fatto in buona compagnia con  Valeria Contadino(ascolta intervista)  attrice e deus ex machina del  Teatro.

 

Gli attori ed alcuni dei protagonisti della stagione teatrale hanno raccontato sul palco esperienze e programmi.


CATANIA - Teatro Stabile presenta "Estate a Castello Ursino”. La nuova stagione estiva del TEATRO STABILE è stata presentata, venerdì 31 maggio alle ore 11.30, nel maniero federiciano da Lina Scalisi vicepresidente e Laura Sicignano direttore per far conoscere  a pubblico e stampa il cartellone. La manifestazione è stata  presentata dal direttore Laura Sicignano  (ascolta intervista), presenti   l'assessore a cultura e turismo della Regione Sicilia  Sandro Pappalardo(ascolta intervista), l’assessore alla cultura di Catania Barbara Mirabella (ascolta intervista) , il Sindaco di Catania Salvo Pogliese. L'appuntamento ha previsto la presenza di Roberto Grossi sovrintendente Teatro Massimo(ascolta intervista) il quale ha esposto questioni riguardanti la grande attività malgrado le note difficoltà ed una rappresentanza d’artisti in cartellone. La manifestazione è stata trasmessa per intero in diretta streaming su nostri canali facebook. 

 diretta 1 streaming su canale facebook 

  diretta 2 streaming su  canale facebook 


Carmelo R. Cannavò (ascolta intervista)

(Salvatore Giuliano)(ascolta intervista)

 (Gaspare Pisciotta)(ascolta intervista)

CATANIA -  Applausi per i 33 attori a Metropolitan:  “La vera storia del bandito Giuliano”, “re” a Montelepre. Lo spettacolo evento “La vera storia del bandito Giuliano” è andato in scena sul palco del teatro Metropolitan, domenica 7 aprile, alle ore 17.30, ritornando a grande richiesta per raccontare la vita di ’u re di li briganti dopo il successo del debutto dello scorso anno. La  vicenda Giuliano è strettamente legata alla storia del nostro Paese. Lo spettacolo è stato prodotto ed ideato da “Il Centro studi artistici di Acireale”, diretto da Carmelo R. Cannavò (ascolta intervista). I due interpreti e protagonisti:  Diego CANNAVO' (Salvatore Giuliano)(ascolta intervista) e Rosario RIZZO (Gaspare Pisciotta)(ascolta intervista) hanno ricevuto consensi di pubblico per le interpretazioni personali. L’autore con le musiche originali di Michele Romeo, le coreografie di Rossella Madaudo ed il videomapping di Andrea Ardizzone, hanno rappresentato in modo unico la vicenda Giuliano svoltasi a distanza di quasi settant’anni. Il misterioso rinvenimento del corpo del 27enne Salvatore Giuliano. Il bandito fu trovato morto nell’operazione dei carabinieri comandati dal Colonnello Ugo Luca e dal Capitano Antonio Perenze, quest’ultimo dichiaratosi autore materiale dell’eliminazione fisica dell’imprendibile “re di Montelepre”, nel cortile della casa dell’avvocato Gregorio De Maria di Castelvetrano. L’autore cercherà,   anche attraverso le importanti rivelazioni del nipote Giuseppe Sciortino Giuliano, di analizzare la morte del “colonello dell’Evis del Movimento Indipendentista siciliano” avvolta ancora oggi nel mistero. Carmelo R. Cannavò volto noto di film di successo come “Baaria” di Giuseppe Tornatore e numerose fiction come “L’Onore e il Rispetto” e “Il capo dei capi” spiega: “Per molti Salvatore Giuliano è un patriota, per altri un criminale, questo spettacolo si pone l’obiettivo di delineare la figura di Giuliano da sempre oggetto di interesse di film, inchieste e letteratura in modo completo e dettagliato approfondendo il denso periodo storico dal 1936 al 1950, la psicologia giovanile, il contesto antropologico, sociale e culturale analizzando i documenti storici e le notizie di cronaca dell’epoca per stimolare la curiosità e creare dibattiti su un pezzo di storia fondamentale per L’Italia”. La  messa in scena corale  ha impegnato ben 33 attori che ripercorreranno la vita di Salvatore Giuliano, il “re” di Montelepre, dall’adolescenza alla latitanza fino alla morte cercando di approfondire lo stretto rapporto Stato-mafia senza tralasciare il momento fondamentale in cui abbraccia la lotta separatista per l’indipendenza della Sicilia. Un modo avvincente per raccontare attraverso l’arte del palcoscenico l’invasione e la conquista dell’Etiopia con relative sanzioni da parte della Società delle Nazioni, la seconda guerra mondiale, la complicata situazione ed evoluzione politica alla fine della guerra, il Congresso di Yalta, la firma dello Statuto Siciliano da parte di Re Umberto che riconosce alla Sicilia l’Autonomia, il referendum Monarchia o Repubblica, le elezioni politiche italiane del 2 giugno 1946, le prime elezioni regionali in Sicilia del 20 aprile 1947 e le elezioni politiche italiane del 1948 per conoscere la vita dell’ultimo  bandito dell’Italia post unitaria ed il primo dell’Italia contemporanea la cui fine ha sempre un grande alone di mistero.


  

CATANIA - Applausi e successo al Metropolitan per Renzo e Lucia con solidarietà:“I Promessi Sposi Amore e Provvidenza” ritorno a grande richiesta. I botteghini già erano stati presi “d’assalto”, in tre anni di repliche, con fiumi di applausi e standing ovation finale ad ogni messa in scena per la commedia musicale “I Promessi Sposi - Amore e Provvidenza”, premiata nel 2017 dall’Accademia di Belle Arti di Catania come spettacolo dell’anno, che a grande richiesta è ritornato in scena il 9 marzo, ore 21.00, ed il 10 marzo, ore 17.30, sul palco del Teatro Metropolitan, per una produzione Poetica Eventi. Oltre 16000 gli spettatori  si sono emozionati ed hanno applaudito la pièce più amata da critica e pubblico degli ultimi anni.   Regista ed attore insuperabile  Alessandro Incognito(ascolta intervista), affiancato dalla regia associata di Gisella Calì (ascolta intervista), con la direzione musicale di Lilla Costarelli e le coreografie di Erika Spagnolo, i quali hanno saputo raccontare il dramma contemporaneo dei personaggi delineati dal Manzoni con un linguaggio moderno e dal forte impatto emotivo, fino al punto di essere paragonata ad una piccola Broadway sotto il vulcano, per la dirompente vitalità e bravura dei 34 artisti presenti sul palco.  Alessandro Incognito il quale nella scena interpreta Renzo Tramaglino ha dichiarato(ascolta intervista): “Eravamo consapevoli di avere tra le mani un diamante prezioso,  ma il risultato ottenuto fino ad oggi va al di là di ogni nostra aspettativa, siamo stati letteralmente travolti dal caloroso affetto del pubblico che ha premiato il nostro impegno assistendo allo spettacolo anche più volte”. Veterani  del nostro teatro si sono uniti Per raccontare l’eterna storia d’amore tra Renzo e Lucia, croce e delizia degli studenti italiani di ogni generazione: Emanuele Puglia, (Innominato), Nicola Costa, (Griso), Giuseppe Bisicchia, (Cardinale Borromeo), Franco Colaiemma, (Don Abbondio, Alice Ferlito, (Agnese), e Ketty Governali, (Perpetua) e giovani talentuose promesse come Maria Cristina Litrico, (Lucia) (ascolta intervista), Carmelo Gerbaro, (Don Rodrigo), Grace Previti, (Monaca di Monza), Antonella Leotta, (la madre di Cecilia), Bruno Gatto, (Egidio) e lo stesso Alessandro Incognito nel doppio ruolo di regista a protagonista. Tutti loro insieme ad un ensemble di 20 elementi, tra ballerini e cantanti. La scena, con le spettacolari coreografie, i raffinati costumi realizzati da Rosy Bellomia, le imponenti scenografie mobili di Gaetano Tropea e il video mapping di Riccardo Guttà, fa rivivere in chiave ancora più immaginifica ed a volte, volutamente surreale, grottesca e fortemente passionale il romanzo di Alessandro Manzoni. Alessandro Incognito il quale da anni si occupa della gestione artistica e manageriale del Teatro Ambasciatori e Gisella Calì all’unisono commentano : “Ogni singolo dettaglio e movimento dei personaggi sulla scena è volutamente ragionato per suscitare nel pubblico quell’impatto emotivo che difficilmente si può dimenticare. Dietro ogni singola rappresentazione, ogni volta che si alza il sipario cerchiamo sempre di trasmettere con tanto amore e umiltà quell’entusiasmo e quella voglia di fare che ha reso unico il nostro spettacolo”.  Le repliche al teatro Metropolitan sono strettamente collegate all’iniziativa sociale di devolvere parte dell’incasso dello spettacolo a favore di alcune associazioni Onlus che si occupano di assistenza, volontariato e ricerca nel territorio della città. Alessandro Incognito aggiunge : “Sono convinto che il teatro sia uno strumento di aggregazione sociale, per questo l’intera produzione ha deciso di contribuire all’attività di Fondazione Telethon, OIPA Italia Onlus, COPE Cooperazione Paesi Emergenti, Con tutto il cuore Onlus, AIMA Catania, ASA Onlus, APC Azione Parkinson Catania, Respirare Onlus, Anemos Life Onlus, Stella Danzante Onlus, GVI Gruppo Volontari Italia”. L’ambizioso spettacolo “I Promessi Sposi Amore e Provvidenza” è l’esempio che, nonostante la crisi e le difficoltà economiche, in Sicilia il teatro ha ancora molto da offrire, dimostrando che il pubblico ha solamente bisogno di essere stimolato e incuriosito dalla bellezza di quel gioco magico che è il palcoscenico. Scheda Tecnica Attori e Ruoli Giuseppe Bisicchia CRISTOFORO/BORROMEO, Franco Colaiemma DON ABBONDIO, Nicola Costa GRISO, Carmelo Gerbaro DON RODRIGO, Governali Ketty PERPETUA, Alessandro Incognito RENZO, Antonella Leotta MADRE DI CECILIA, Maria Cristina  Litrico LUCIA, Alice  Ferlito AGNESE, Grace Previti GERTRUDE, Emanuele Puglia INNOMINATO, Cosimo Coltraro AZZECCA-GARBUGLI, Bruno  Gatto EGIDIO, Ensemble Licia Bisicchia BALLERINA, Giorgio Cantone CANTANTE, Alessandro Caramma CANTANTE, Noemi Carpinato CANTANTE, Gabriella Caruso BALLERINA, Lorenzo Cristofaro CANTANTE, Alba  Donsì CANTANTE, Ambra Ferrara CANTANTE, Maria  Fiamingo CANTANTE, Andrea Grasso CANTANTE, Francesco La Macchia BALLERINO, Veronica Monforte CANTANTE, Fausto Monteforte BALLERINO, Arianna  Occhipinti BALLERINA, Antonio Pisasale BALLERINO, Vincenzo Privitera BALLERINO, Aurelio Rapisarda CANTANTE, Agata Rosignoli BALLERINA, Marta  Stimoli CANTANTE, Regia­ Alessandro Incognito, Regia  associata Gisella Calì, Direzione Musicale Lilla Costarelli, Coreografie Erika Spagnolo, Assistente alla Regia/Direttore di scena Daniele Virzì, Ufficio Stampa Elisa Guccione, Costumi Rosy Bellomia, Sarta di scena Shirley Campisi, Scenografie Gaetano Tropea, Light Design Gisella Calì – Lorenzo Tropea, Direzione allestimento Massimo Savoia, Video Mapping Riccardo Guttà, Make up Vanità Arte della Bellezza, Parrucco Alfredo Danese, Responsabile di sala Barbara Pavone, Service Audio/Luci Coco Service. Alessandro Incognito ha voluto ricordare, a fine spettacolo, l'attore siciliano Pino Caruso scomparso due giorni addietro a Roma, il pubblico ha applaudito a lungo in segno di rispetto per l'artista morto ad 84anni.


CATANIA “La creatura del desiderio” è al MUST. Il testo di Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale interpretati da David Coco (ascolta intervista) e Valeria Contadino (ascolta intervista)  è in scena il 28 febbraio alle ore 21.00, al Teatro MUST Musco. Il  successo di pubblico e di critica ottenuto già lo scorso novembre, ritorna sul palcoscenico del Must Musco Teatro, in una replica straordinaria con  “La creatura del desiderio”, e regia di Giuseppe Dipasquale. La storia di Oskar Kokoschka e Alma Mahler è travolgente. La  penna di Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale, ormai consolidati nel loro sodalizio drammaturgico per la prima volta in Italia hanno portato in scena lo spettacolo teatrale. David Coco e Valeria Contadino volti noti al pubblico nazionale vestono i panni dei  protagonisti. La regia è firmata dallo stesso Dipasquale, le scene ed  i costumi sono di Erminia Palmieri, le  Musiche sono curate da Matteo Musumeci, i Movimenti scenici sono stati affidati a Donatella Capraro. Leonardo Marino ed Antonella Scornavacca completano il cast. La giovane vedova di Mahler, considerata la più bella ragazza di Vienna ed allora poco più che trentenne, 1912, un anno dopo la morte del marito, incontra il pittore Oskar Kokoschka. I due iniziano una storia d’amore fatta di eros e sensualità, che sfocerà ben presto in una passione tanto sfrenata quanto tumultuosa. Viaggi, fughe, lettere, gelosie e possessività scandiscono i successivi due anni, durante i quali l'artista crea alcune fra le sue opere più importanti, su tutte La sposa del vento. La  giovane ed irrequieta Alma  interrompe brutalmente la relazione. Oskar Kokoschka successivamente parte per la guerra con la morte nel cuore.  L’innamorato al suo rientro in patria, traumatizzato dal conflitto ed ancora ossessionato dall'amore perduto, decide di farsi confezionare una bambola al naturale con le fattezze dell'amata. Questa è la vicenda.   “La creatura del desiderio” è di questa storia una versione in cui Andrea Camilleri nell’omonimo testo pubblicato da Skira, in modo del tutto originale, come sempre, ed umanamente sensibile, racconta di Kokoschka ed Alma Mahler. Lo scrittore evidenzia  sensibilità diverse, eppur concorrenti, che hanno temprato il Novecento europeo. Questo racconto rappresenta un'indagine sull'ossessione d'amore costruita sulla finzione umana, e l'occasione teatrale darà certo lo spunto a conversazioni non casuali sulla civiltà che si sta sviluppando in Europa e la cui prima radice non è stata finora tratteggiata con serenità distaccata. Il regista Giuseppe Dipasquale dice : “Il tema  è molto attuale per la vicenda che io ed Andrea Camilleri abbiamo voluto raccontare in questa pièce: l'ossessione d'amore per una donna oggetto che si reifica in una bambola fino a portare alla pazzia il personaggio di Oskar Kokoschka, realmente vissuto come quello di Alma Mahler. Questa vicenda emblematica costituisce oggi nella misura del paradosso una delle più raffinate e crudeli violenze sulle donne”.  Lo spettacolo replicherà sabato 2 marzo a Siracusa nel riaperto Teatro Comunale. La programmazione lunga sette mesi dedicata alla prosa del Must  proseguirà il 12 marzo con “A tavola da Eduardo”, in scena due grandi nomi del teatro italiano come Mariano Rigillo e Anna Teresa Rossini; il 13 e 14 aprile “Carta Straccia”,  con Pino Strabioli e Sabrina Knaflitz; il 18 e 19 maggio “Aggregazioni” scritto e diretto da Claudio “GregGregori. Mimmo Mignemi e Valeria Contadino concluderanno sul palco con “Amleto in trattoria”.  Per informazioni sulla campagna abbonamenti: MusT - MUSCO TEATRO Via Umberto 312, Catania - Tel. 0952289426.


CATANIA - Must Teatro Musco regala viaggio tra letteratura, cibo, musica e burlesque. Valeria CONTADINO (ascolta intervista) attrice e direttore del Musco ha voluto coniugare magistralmente l’esperimento, ben riuscito, con la  rassegna “Mangiare non solo come appagare la sensazione di fame ma anche convivio - nel senso latino del termine - piacere, consolazione, rifugio”. Edoardo Siravo  e Rose Selavy BURLESQUE (ascolta intervista) ed  Alberto Asero VIBRAFONO, sabato 19 e domenica 20 gennaio animano la serata Food, la sezione della rassegna Must che ha  sposato due elementi del piacere: la vista ed il gusto. Lo  spettacolo è strutturato con una programmazione improntata sulla combinazione di teatro, nelle sue varie forme dalla prosa alla musica con la degustazione di prodotti enogastronomici. Significar Mangiando   in scena sabato 19 gennaio, alle ore 21 e domenica 20, alle ore 17,30 al Must Musco Teatro   svela: “Che gusto hanno le parole? Come le preferiamo? Dolci o amare? Condite o schiette?” Il “viaggio” associa al gioco teatrale quello della cucina della danza sensuale alla musica. Il pubblico durante allo spettacolo associa la degustazione food-concept. L’aggregazione culturalgastronomico sotto il segno della creatività  si colloca come  appuntamento nuovo nel panorama degli eventi culturali nella città di Catania.  Il problema del cibo è sempre stato tra i principali dell'uomo fin dall'antichità, tanto che molti autori hanno cercato una sintesi fra parole e sapori. I grandi classici della letteratura da Omero a Shakespeare hanno scritto opere intrise di momenti conviviali, di ricette, di cibo per vedere il cibo anche con la vita. Edoardo Siravo (ascolta intervista ) racconta attraverso la voce di vari autori della letteratura mondiale il senso del cibo nella vita e nell’arte. La star del burlesque Rose Selavy ed il vibrafonista jazz Alberto Asero accompagnano il mattatore Trimalchione. Gli artisti cavalcano con arguzia e ironia, divertimento ed evocazione le cucine letterarie dei più intriganti autori che si sono occupati di cibo nelle loro opere.Da Achille Campanile che in "Le seppie con i piselli" tra il divertente e lirico ci ragguaglia dell’alchimia del mare e della terra e descrive quest’accoppiamento come, “i loro destini siano legati ”. In “La cura dell’uva” Campanile discute la scoperta e benefici dei fichi col prosciutto o il melone col prosciutto in modo comico. Ad esempio, quando parla di benefici per la salute di mangiare quest’accoppiamento, dice: “Volete paragonare un’iniezione di antidolorifico a un piatto di melone e prosciutto?” La cavalcata letterario culinaria continua con le pagine ben note di Tomasi di Lampedusa ne "Il Gattopardo" e la ricetta timballo di maccheroni  la sera in cui nella grande sala del ballo entrò Angelica con la sua bellezza italiana, con la sua fisicità prorompente poco raffinata ma assai conturbante. Il nipote del principe, Tancredi, si innamora di lei; il principe la osserva rapito dalla sua spontaneità e dalla sua bellezza. La  serata, inizia con le candele che illuminano la tavola sontuosa, entra il timballo di maccheroni che l'autore così magistralmente descrive:  "L'oro brunito dell'involucro, la fraganza di zucchero e di cannella che ne emanava, non era che il preludio della sensazione di delizia che si sprigionava dall'interno quando il coltello squarciava la crosta: ne erompeva dapprima un fumo carico di aromi e si scorgevano poi i fegatini di pollo, le ovette dure, le sfilettature di prosciutto, di pollo e di tartufi nella massa untuosa, caldissima dei maccheroni corti, cui l'estratto di carne conferiva un prezioso color camoscio."  Non manca la lirica di Gozzano che nella poesia “Le golose”, ha le idee chiare quando descrive le donne. È il nostro vero poeta-amante, quello da cui imparare con che sguardo guardare le donne e avvicinarsi. Con le sue amanti è sempre di enorme complicità, non le usa, le ammira, le rimpiange, è un modello di seduzione e di contemplazione legato anche al cibo e alla “gola”. Questa, che è forse la sua poesia più paradossale sulle donne, dà al giovane in cerca di modelli un buon modo di intendere la bellezza.    le incursioni in Poesia con il  Trilussa de " La statistica" , e quelle nella musica con le  ricette di Gioacchino Rossini dilettano sempre l’uditorio attento. Per informazioni: MusT - MUSCO TEATRO Via Umberto 312, Catania - Tel. 0952289426.


CATANIA Teatro Musco: Cari E… stinti, spettacolo di fine anno. Il cavallo di battaglia di Mimmo Mignemi,  Angelo Tosto e Riccardo M. Tarci in scena dal 29 dicembre  per la stagione del Must Musco Teatro “Cari e stinti”, è un evergreen di successo e festeggia il 21° anno dalla prima rappresentazione, al Gatto Blu nel 1997. L’anniversario approda con lo spettacolo al MusT Musco Teatro, dove è in scena dal  29 dicembre in abbonamento, e fuori abbonamento per la serata speciale di Capodanno del 31, con annesso cenone in piena regola. Lo spettacolo è diretto, interpretato, “stenografato” e “vestito” dalla collaudata coppia Angelo Tosto & Mimmo Mignemi, che insieme a Riccardo Trovato hanno altresì scritto il testo. Cari e stinti era stato  pensato in origine come semplice divertimento e come festeggiamento dei primi vent'anni di attività professionale nel campo del teatro dei due protagonisti amici e compagni di scuola di recitazione. Lo spettacolo   si è rivelato fin dal debutto un sonoro successo anche nei palcoscenici nazionali (Duse Genova e Bologna; Ciak di Milano, Lugano). Il  successo ininterrottamente, da quattro lustri, premia quello che è stato definito lo spettacolo più divertente dei due attori comici catanesi   in scena MusT Musco Teatro insieme a Riccardo Maria Tarci (nome d’arte dello stesso Trovato). La  trama dello spettacolo non si può svelare del tutto o farne cenno senza rischiare di evidenziare i colpi di scena. Tutta la vicenda si svolge nell'aldilà dove i due malcapitati protagonisti si trovano proiettati per errore e dove dovranno rimanere, fino a quando non verrà posto rimedio. I protagonisti, durante la loro permanenza nel “mondo dei più”, avranno a che fare con apparizioni, sparizioni, voci, lettere, pacchi, fughe e tante altre cose ancora, tutte ad uso e consumo dell'ilarità del pubblico. La commedia è leggera, quasi eterea, come un gioco di teatro antico, sia pur nella sua modernità ed originalità, che ha messo d'accordo tra loro sia il pubblico più genuino con gli spettatori più esigenti che  la critica più preparata. Lo spettacolo raccoglie quasi due ore di divertimento, interrotte solamente da rari pezzi di bravura teatrale, con tre eccellenti professionisti, reduci da esperienze di teatro a livello nazionale, ma sempre pronti a scatenare la fanciullezza del loro animo, per giocare al gioco più antico del mondo.  Magda Poli sul “Corriere della sera” scritto: “In Cari e stinti trama e ordito sono da ‘vieni avanti cretino’, da spassoso qui pro quo, da gioco di parole e da tormentoni iterati come da tradizione fino all'esasperazione, che, con il dialetto siciliano utilizzato con perizia come un grimaldello comico, fanno di questa commedia un intrattenimento gustoso, un esempio di teatro schiettamente popolare”. La programmazione del MusT dunque continua a guardare al valore della proposta culturale, cercando anche di intercettare tendenze, esigenze e novità, proponendo talenti di un territorio sempre più propositivo e attivo culturalmente.



CATANIA - Applausi per James Gray e Shu-May Weng a Musica Antiqua Festival: SìBarÓ Orchestra barocca siciliana. L’appuntamento di novembre del Catania Musica Antiqua Festival è stato sabato 24 alle ore 20.30 nella Chiesa Valdese di via Naumacia 18, nei pressi del Castello Ursino.  Alla riuscita della serata ha certamente contribuito anche il contesto architettonico: ottima l’acustica ed eccellente l’Aula, un ambiente raccolto con 200 posti a sedere, in buona parte occupati da chi ama l’universo pressoché sconfinato della musica barocca inglese, meglio se eseguito con strumenti musicali d’epoca o con copie che riproducono perfettamente la prassi esecutiva. Il  programma  prevedeva  autori prevalentemente inglesi con la Suite Abdelazer di Henry Purcell, la Sinfonia  n. 1 di

 William Boyce (nella foto), Dry those Eyes di John Weldon, l’ouverture dall’opera Rodrigo di Georg Friedrich Händel e l’Aria tratta dalla Suite n. 3 in Re maggiore di Johann Sebastian Bach. L’Orchestra da camera SìBarÓ ospita come maestro concertatore il clavicembalista James Gray musicista formato alla Royal Academy of Music di Londra e all'Accademia delle Belle Arti a Praga. Gray ha inoltre studiato ed effettuato ricerche al Centro Studi Rinascimento Musicale di Firenze, città dove ha ricoperto il ruolo di organista e maestro di cappella presso la Basilica di Santo Spirito, la Chiesa di Santa Felicita e alla Congregazione dell’Oratorio dei Filippini nella Chiesa di San Firenze. La  mezzosoprano Shu-May Weng è protagonista in parte del programma. L’ascolto ha permesso un viaggio sonoro alla ricerca dell’English Musical Heritage, cioè di quella cultura musicale che è patrimonio impareggiabile e caratteristico di Londra e dell’Inghilterra. Bravi la cantante e il maestro concertatore. SìBarÓ Orchestra è  ricerca timbrica ed interrogativi sull’estetica e la prassi in uso tra Seicento e Settecento, che ha  spinto gli interpreti di questo ensemble ad una più attenta lettura del repertorio musicale appartenente alla tradizione colta. SìBarÓ è nato dall’incontro di musicisti formati nei più accreditati centri di musica antica d’Europa, propone su strumenti originali, o copie fedeli dell’epoca, un repertorio cha va dal tardo barocco allo stile galante. Lo spirito del barocco era un insieme di dinamismo ed avventura, opulenza e monumentalità, ed abbraccia un periodo che attraversa più di un secolo e mezzo di storia. SìBarÓ è più attento al periodo tardo e si sviluppa intorno a partiture che vedono spesso i fiati protagonisti ed in alcuni casi l’uso di strumenti, quali lo chalumeau, che in tempi recenti ha riconquistato l’attenzione degli esecutori dopo quasi due secoli di oblio.


Lampedusa – Orrore migrazione da coste Africa a Sicilia: docufilm  di Lo Piero, “La libertà non può morire in mare”. Catanese, fondatore della Scuola di cinema a Catania, Alfredo Lo Piero, dopo diverse esperienze cinematografiche si è cimentato nel lungometraggio che è un vero e proprio film di denuncia. Il  docufilm non è finzione, ma solo realtà esaltata dal direttore della fotografia Giuseppe Bennica, e dal promettente assistente operatore, Giovanni Romolo Flaccomio. Le  immagini  sono poi affidate al montatore Claudio Cutrì, premio David di Donatello, il quale ha già lavorato al pluripremiato “La mia Africa”. I costumi sono stati curati dallo stilista Alfonso Zappulla, mentre per le location e gli allestimenti, l’equipe si è avvalsa dello scenografo Mirko Miceli. Alfredo Lo Piero è tornato da due settimane di ripresa a Lampedusa ed è molto provato. L’autore, regista e produttore di “La libertà non può morire in mare”, il docufilm a tinte forti sull’orrore della migrazione dalle coste africane a quelle siciliane

 Lo Piero afferma : “Ho capito che ogni centimetro che riescono a occupare sul barcone è un centimetro di libertà, pagato non solo con denaro, tanto denaro, ma soprattutto con sacrifici, umiliazioni, sofferenza, violenze, paura. Sanno che rischiano la vita, molti non hanno mai visto il mare, pochissimi sanno nuotare, ma preferiscono avere una speranza piuttosto che convivere col terrore di saltare in area su una mina o straziati da un machete. Quello che vediamo in televisione non è nulla rispetto alla realtà atroce con la quale ci si confronta a Lampedusa in ogni istante: è un’isola circondata da un mare di morte. Conosco chi non riesce più a fare il bagno perché emotivamente ferito, altri che finito il loro turno tolgono la divisa e tornano al largo da volontari per cercare di salvare altre vite umane e vivono anche la scelta spesso inevitabile di dover decidere tra tante braccia protese chi salvare subito col rischio di condannare a morte qualcun’altro.Ho sentito storie che mi hanno profondamente segnato: le sofferenze dei migranti sono indescrivibili, spesso il loro viaggio dura mesi perché prima di attraversare il deserto d’acqua devono superare quello di sabbia in condizioni di invivibilità. E poi arrivati nei centri da dove partono barche e gommoni alcuni, quelli delle etnie più povere, vengono torturati e uccisi per dare un segnale a coloro che, invece, possono spendere di più per avere un posto all’aperto, non nella stiva dove possono morire schiacciati o soffocati, come spesso è avvenuto”.  Lo Piero spiega ancora : “Siamo stati adottati anche noi della troupe sia in mare, dal comandante della Guardia costiera, Paolo Monaco, e dal tenente Fabio Bia della Guardia di Finanza e a terra dal volontariato che ha in Sabina Di Malta una risorsa inarrestabile. E grazie ai Carabinieri, al medico Pietro Bartolo, a tutti coloro che quotidianamente dimostrano che Lampedusa è terra di accoglienza e di generosità infinita. Un grazie di cuore alla giornalista Gabriella Virgillito, segretaria di produzione, e all’avvocata Antonietta Petrosino, responsabile Amnesty International di Catania. Dopo la fase di riprese a Lampedusa, la troupe riaccenderà le cineprese tra Palermo e Catania e in centro di accoglienza dove saranno realizzate delle interviste inedite, nel massimo rispetto della privacy e della dignità personale dei migranti, molti dei quali sopravissuti alle stragi in mare. Oltre 650.000 migranti sono approdati a Lampedusa, circa 20.000 sono morti in vent’anni, tra questi 600 bambini da gennaio a ottobre di quest’anno. Gli interessi milionari di lobby internazionali alimentano questo moderno mercato degli schiavi che lascia una scia di sangue sempre più visibile. Gli scafisti, spesso individuati e arrestati, pagano per tutti, ma sono solo i terminali e la bassa manovalanza di organizzazioni efficientissime e con proventi ultra milionari. Presto inizieremo la post produzione; la colonna sonora sarà affidata agli affermatissimi autori e compositori Paolo Vivaldi e Matteo Musumeci La voce narrante sarà quella splendida di Leo Gullotta. Il docufilm sarà pronto nei primi mesi del 2017, in tempo per poter partecipare ad alcuni concorsi internazionali e nazionali con un obiettivo: non vincere, ma scuotere le coscienze e far vedere, senza romanzare e filtrare nulla, cos’è realmente il dramma della migrazione”.


CATANIA - Chiara Taigi prima Norma a Teatro Greco Siracusa. L’artista: “La Sicilia è una grande isola non permettiamo che diventi una zattera”. Chiara Taigi è una star, anzi un’antistar. Bella, bionda, celebrata in tutto mondo, il soprano romano potrebbe darsi le “arie”, invece è una pasionaria dell’arte, vissuta come missione, come patrimonio da condividere con tutti, affinché diventi veicolo di crescita spirituale e culturale. È lei la protagonista di “Norma” che il 4 luglio inaugura al Teatro Greco di Siracusa la seconda edizione del Festival Euro Mediterraneo. Per la prima volta il capolavoro belliniano approda nella millenaria cavea aretusea, in un nuovo allestimento firmato da Enrico Castiglione, regista e scenografo di fama internazionale, che ha scelto Chiara Taigi, stella della lirica dal carnet fitto di date, che non per questo diserta la Sicilia, come tanti artisti famosi hanno fatto in questi tempi di crisi, ma si sente anzi isolana d’adozione, e torna ogni volta più attratta dal richiamo di una terra magica. La incontriamo in aeroporto dove sta per imbarcarsi per atterrare a Catania e poi approdare nella città di Archimede.   Cosa la lega tanto a quella che Goethe chiamava “la terra dei limoni in fiore”? “La zagara, il cielo, il mare, l’Etna, le vestigia classiche e barocche, tutto. E sul piano personale mi sento molto ricambiata. Dalla Medea di Cherubini alla Nedda dei Pagliacci, da Mimì in “Bohème” ad Abigaille in “Nabucco”, ruoli da me interpretati al Teatro Antico di Taormina sotto la direzione artistica e registica di un grande artista come Enrico Castiglione, ho stretto con il pubblico siciliano un legame fortissimo. Lo amo e sento che mi ama, visceralmente. Per questo se questa meravigliosa terra chiama, io corro: non solo per grandi eventi musicali, ma ogni volta che sento di doverci essere per solidarietà o per una buona causa. Come per il recente “Stabat Mater” di Pergolesi a Messina. Certo è tutto più semplice quando canto a Bregenz o Savonlinna. Ma vincere la battaglia dell’arte e della cultura ha in Sicilia tutto un altro significato. Se mancassi mi sentirei di venire meno ad un imperativo interiore, morale: la Sicilia ha una grande storia di cultura e d’arte, non si merita di stare sotto i riflettori solo per la mafia e i profughi che sbarcano a Lampedusa. Davanti a tali calamità bisogna sotterrare il nostro ego e darsi da fare affinché la Sicilia rifulga in tutto il suo splendore artistico e culturale. Altrimenti l’isola rischia di trasformarsi in una zattera alla deriva”. Dunque lei non è scettica e crede che le vie dell’arte siano infinte e provvidenziali “Certamente. Ed è proprio con questo spirito di rilancio dell’immagine della Sicilia che mi appresto ad affrontare “Norma” nella soggiogante cornice del Temenite, un ruolo musicalmente abbagliante e al contempo latore di un messaggio universale, più che mai attuale: una donna, una madre, sia pure per amore, ha tradito patria e religione, e sta per macchiarsi di figlicidio. Ma si ferma appena in tempo e si autopunisce, facendo giustizia immolando se stessa. E’ ciò di cui abbiamo bisogno oggi: la capacità di guardarci dentro, fermarci in tempo e, se necessario, espiare in prima persona”. - Norma salva la dignità personale e quella del suo popolo. Crede che la cultura salverà la dignità della Sicilia? “Potrebbe e dovrebbe farlo. Bisogna assolutamente puntare sulla cultura, l’arte, lo spettacolo. Ma le condizioni in cui versa l’isola, la gestione sconsiderata delle risorse, dicono che così non è stato fatto. La regione dovrebbe essere meglio collegata, attendiamo il ponte da mezzo secolo. In tutti i campi s’impone un lavoro immenso di impegno e dedizione. Per crescere collettivamente, c’è bisogno di attirare agli eventi importanti, ed in primis a quelli culturali, tutti i ceti sociali. Ed io sono ben felice di mettere al servizio della causa la mia popolarità, acquisita anche grazie alle mie apparizioni televisive, in particolare nella trasmissione di Paolo Limiti. Mi piace essere vicino alla gente e mi piace che mi chiamino la “Raffaella Carrà della lirica”. So di essere garanzia di richiamo per il pubblico e ciò mi consente di diffondere il mio credo artistico e spirituale nella musica e nei valori che incarna. Al fianco di Enrico Castiglione, in Sicilia, ho potuto mettere in atto questo progetto: il nostro è un patto d’onore per la cultura di cui sono fiera”. Un patto che prosegue con “Norma”. Il pubblico di Siracusa avrà anche un Pollione possente come la vocalità del tenore Piero Giuliacci, un’affascinante Agalgisa in Alessandra Damato e un nobile basso come José Antonio Garcianel ruolo di Oroveso; sul podio un direttore d’orchestra ventenne ma già pluripremiato, Jacopo Sipari di Pascasseroli; i costumi sono di Sonia Cammarata, straordinario talento che da anni forma con Enrico Castiglione una coppia teatrale acclamata in tutto il mondo. Ma torniamo alla nostra bellissima antidiva - Non solo lei debutta nel ruolo, ma sarà la prima Norma ad affrontare il palco del Teatro Greco. Come sarà la sua sacerdotessa? “Sul piano musicale e vocale, Bellini alterna fiorettature melismatiche che fanno svettare la voce a melodie lente, giocate sull’esasperazione dei fiati. Di ciò era ben consapevole la Callas, il cui approccio al personaggio rimane, lo sappiamo, di una profondità assoluta. E su questo primato rifletto ora che affronto per la prima volta Norma: io allieva della Tebaldi, sempre carissima e presente nei miei pensieri. E alla mia maestra dedico il mio debutto nel ruolo che fu della sua rivale: lei sa da lassù che nessuna è seconda nel cuore di chi la ama”. Chiara Taigi è visibilmente commossa, e perfino più bella. È facile immaginare la classe con cui saprà indossare gli stupendi costumi di Norma creati da Sonia Cammarata. - Lei è molto sexy ma anche profondamente religiosa e, appunto, spirituale “Le pare che le due cose siano in contraddizione? Non mi vedo particolarmente glamour, ma in ogni caso le nostre qualità, se ne abbiamo, sono un dono del Creatore ed abbiamo il dovere di farle fruttare come i talenti della parabola. Lo penso sempre, non soltanto quando canto davanti al Papa in Vaticano o mi invitano ad esibirmi per sostenere nobili cause. Sulla scena mi piace trasformarmi di ruolo in ruolo, ora appassionata e fragile come Mimì, ora altera e ieratica come Norma, così solenne, inflessibile, ma umana, commovente, grandissima. La canterò per il meraviglioso pubblico siciliano e per i tantissimi turisti che stanno prenotando da tutto il mondo. Ho un solo messaggio per tutti loro: Vi aspetto!” Chiara Taigi deve raggiungere il gate. Ancora un minuto. - Ci parli ancora del suo legame con la Trinacria “Ne sono sedotta e abbagliata. Ho fatto qui le mie prime audizioni a diciannove anni con un grandissimo direttore d’orchestra come Spiros Argiris. E da allora ci son tornata sempre, catturata dal profumo della zagara e da profonde amicizie: tra i miei ricordi più forti, l’aver cantato ai funerali del mio caro amico e maestro Lamberto Puggelli. Mi sento parte della Sicilia, ne condivido i problemi e ho stima per l’altissima qualità della sua gente che merita onestà e dedizione. Lo ribadisco non permettiamo che l’isola diventi una zattera.”


CATANIA - Teatro Bellini, lavoratore tenta di darsi fuoco. Si  cosparge di benzina, salvato da colleghi. La situazione attuale al teatro Massimo Bellini della città di Catania è al limite,  incandescente e non proprio in senso figurato.  Le  maestranze hanno oggi deciso di spostare dal tetto al palco del teatro la loro occupazione, per protestare contro il mancato rinnovo dei contratti.L'amministrazione comunale questo pomeriggio, ha fatto sapere  che alcuni lavoratori già da domani avrebbero potuto tornare in servizio,  seppure per un breve periodo, sommandosi a quelli che sono tornati pochi giorni fa  in attività. La situazione sembrerebbe risolta dunque, ma non per tutti. quattro lavoratore continuerebbero a restare fermi. Una realtà difficile da accettare. Gli sfortunati, non selezionati per riprendere l’attività, sono andati su tutte le furie ed uno è uscito dal teatro, si è procurato della benzina e se l'è gettata addosso. Il peggio non è accaduto per fortuna perché tutti i colleghi vicini al dipendete esasperato sono subito intervenuti per fermarlo. Il  lavoratore è stato soccorso con l’intervento dell'ambulanza intervenuta subito, anche i carabinieri si sono portati sul posto. Antonio Santonocito, responsabile regionale Snalv, Sindacato Autonomo Lavoratori e Vertenze aderente alla Confsal  ha affermato : “Incredibile, solo così si può definire questa vicenda. Non si può arrivare a tanto per un diritto acquisito, perché lo dobbiamo sempre ricordare, si tratta di un diritto acquisito”. Le  maestranze del teatro Massimo Bellini di Catania stanche e deluse avevano da oggi, deciso di lasciare il tetto dell'immobile per occupare il palco del teatro, cercando di mettere in forse anche lo svolgimento della prima di questa sera. I lavoratori, dopo 38 giorni di assedio sul tetto dell'immobile infatti, e nonostante le ripetute promesse di impegno da diversi esponenti della politica locale e regionale,  hanno rilevato che nulla ancora è stato fatto per risolvere la loro problematica.



CATANIA -Attori e detenuti al Musco. E’ tempo ….. è tempo di vento, di ricordi. Del vento di tramontana, del vento che spezza,  del vento che ti taglia veloce il viso, del vento del rinnovamento. E’ difficile per i reclusi del “ U Casteddu di Santa Caterina” fermare il tempo . La scenografia come un labirinto emotivo traccia i sentieri attraverso cui si muovono i detenuti e ciò che succede dentro le celle o fuori da esse  viene celato  con discrezione da grandi pannelli  attraverso cui lo spettatore immagina… sembrano quadri di  Pollock, sospesi. Ne è un esempio la scena del detenuto ucciso e fatto trovare impiccato nella cella . Dal pubblico ne vediamo penzolare solo i piedi, l’altro, il resto è taciuto dal grande pannello, solo una parte la meno cruenta , la meno efferata c’e’ dato da vedere.  E dietro esso inizia la processione dei compagni che come in una trenodia dopo avergli tolto il domestico capestro, lo portano a spalla come un pescespada dopo la  mattanza, tanto da riportare alla mente l’inizio della bellissima canzone di D. Modugno “Lu pisci spada”. Tra i lamenti dei compagni, la voce e l’interpretazione eccezionale di  Mario Incudine inizia una ballata,“ Pigghialu,  piggghialu, comu u piscispada, mossi n’autru amicu …di iochi e spassi. Chianciti tutti, li liuna e li ursi”. La storia tratta dal libro di Carmerlo Sardo “Vento di tramontana”  e portata sulla scena da Federico Magnano San Lio , grazie all’adattamento di Gaetano Savatteri, racconta di un  il giovane agente di polizia carceraria, il quale ha scelto come luogo per il servizio di leva il penitenziario dell’isola di Favonio ,strana e logica assonanza con Favignana, una volta Castel San Giacomo, che con Decreto Interministeriale del 4 maggio 1977, entrava a far parte, insieme a Cuneo, Fossombrone, Asinara e Trani, di “Carceri Speciali” . Lo stato di carcere speciale gli venne conferito grazie all’incarico assegnato  al Generale  Carlo Alberto Della Chiesa per il coordinamento e la sicurezza interna ed esterna degli istituti penitenziari. I nove mesi da trascorrere a Favonio, quasi il tempo di un parto, presso il carcere di massima sicurezza , non saranno facili per il giovane poliziotto e le fughe repentine per raggiungere la sua ragazza con l’aliscafo saranno sostituite man mano che si avvicina la fine del servizio di leva, a soste più lunghe in quella scuola speciale di vita la quale lo porterà  a riflettere quei  valori morali e civili  a cui ogni uomo è chiamato. Ed ha proprio ragione il boss-filosofo ,come lo chiamano lì dentro ,a dire che al Castello lui ha imparato tante cose , perchè “il Castello è come un’università…”. Il pubblico ascolta , ma  non è un monologo ,è  un dialogo…Qui nel carcere le regole non sono fragili e  inconsistenti  interpretazioni , e no! Le regole il rispetto hanno un loro inequivocabile , preciso , chiaro valore. Mille erano le domande che in modo naturale , istintivo volevamo fare agli attori , soprattutto ai reclusi dell'Istituto Penitenziario di Giarre che, grazie al dr. Calogero Piscitello, Direttore Generale Detenuti,al dott. Aldo Tiralongo, direttore della Casa Circondariale di Giarre, al dott.  Gianluca Creazzo, Magistrato di Sorveglianza di Catania, alla dott.ssa  Maria Rita Leotta e allo staff dell'Area educativa della Polizia Penitenziaria di Giarre e dell’UEPE di Catania, hanno avuto l’occasione di partecipare a questa esperienza teatrale, la quale  investe con un atto perentorio quella parte della società che  vuole dare  fiducia e la possibilità di un riscatto morale anche a coloro che coscientemente sanno di aver sbagliato. Ma cosa sogna un detenuto? Semplice , la sua terra, la casa, la famiglia, il passato , indumenti femminili… C’è una bellissima canzone di Lucio Dalla , “ La casa in riva al mare “, la quale parla di un carcerato che dalla sua cella sogna  la propria vita libero con la  donna che vede attraverso le sbarre della piccola finestra, e che un giorno  immagina anche di sposare. “Dalla sua cella lui vedeva solo il mare, ed una casa bianca in mezzo al blu ,una donna si affacciava.... Maria. E' il nome che le dava lui .Alla mattina lei apriva la finestra E lui pensava quella e' casa mia. Tu sarai la mia compagna Maria .Una speranza e una follia “ E  le  donne degli  ergastolani , dei condannati a  “fine pena mai”,  perché riescono ad  amare e ad essere fedeli  ai propri uomini? E’ semplice la risposta e allo stesso tempo ci stordisce , ci disorienta . Ce la da Angela , la  moglie  del vecchio boss Carmelo Sferlazza,” Significa amore ,amore soltanto“.  Disarmante perché fuori quanti sarebbero disposti ad amare così,quanti sarebbero disposti a resistere  a quegli  ” abbracci vuoti, senza calore… “  sognati nel letto vuoto. Allora “meglio la morte , un sarcofago , un fosso”  chiude forte Angela. E l’amore nei bagni? Nelle celle? Il boss Sferlazza risponde “ queste sono cose da dimenticare , sono cose per uomini da niente “. Però un’altra riflessione il boss Sferlazza ci suggerisce “ ma in quale legge c’è scritto che non posso avere un figlio, cosa devo fare dell’amore?” Si deve scordare , resta solo il carcere che come una medicina , cattiva o buona ti cura e ti ammazza allo steso tempo…Si il tempo, il valore del tempo. Lo conoscono bene i reclusi e lo segnano con la  cadenza delle lunghe catene di sentenze , di promesse, dal rumore che queste producono trascinate per i lunghi e bui corridoi dei ricordi , dei desideri e delle nostalgie. Si è difficile decidere per chi è seduto in poltrona. Nessuno si sente come Salomone . E poi ti accorgi come è difficile definire il limite tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Il superiore del giovane militare, ormai da tanti anni in servizio a Favonio, diverrà il suo mentore e  lo inizierà ai misteri , alle  regole,alle leggi che disciplinano quel piccolo stato. Suggerisce nei momenti di incertezza  l’eroina del libro che sta leggendo sull’isola del Castello : Antigone. Trasgredire ma non tradire  le leggi dello stato, per seguire “altra” legge quella  morale,quella  individuale. L’occasione per  questo strano modo di trasgredire diciamo secondo “altra”  legge gli verrà dato quando Il vecchio  boss Sferlazza , condannato all’ergastolo, come tutti del resto i detenuti del Castello,gli chiederà di essere suo complice di un piano,ma non delittuoso. Infatti  Sferlazza , durante la detenzione ha studiato il giovane poliziotto e ha capito che di lui può fidarsi. Gli chiede di essere suo complice,  ovvero di poter avere durante l’ora di colloquio , la possibilità di unirsi alla moglie , Angela.  Angela dopo nove mesi partorirà il suo bambino ,grazie alla complicità del giovane poliziotto, mentre il vecchio boss tra faide e nuove  alleanze verrà ucciso all’interno del penitenziario. La cinematografia più volte si è occupata della dura situazione carceraria . Ricordiamo Brubaker di Stuart Rosenberg del 1980 con Robert  Redford , In nome del padre del 1974, Non voglio morire (I Want to Live!) di Robert Wise del 1958 con Susan Hayward premio Oscar come migliore attrice protagonista nel 1959 , Il Castello (The Castle) di Rod Lurie del 2001 o per finire , ma ce ne stanno tantissimi , Tutta Colpa di Giuda,commedia con musica di Davide Ferrario  del 2009. Mimmo Mignemi, David Coco, Mario Incudine Luca Iacono, Marina La Placa Gianluca Belfiore, Erminio Caruso Davide Intravaia, Giuseppe Manuli Guglielmo Quattrocchi, Salvatore Rapisarda sono stati i protagonisti che hanno visto ancora una volta il Teatro Stabile di Catania sottolineare la sua funzione sociale, quale tòpos di rappresentazione della comunità la quale agisce attraverso il dialogo. Il teatro come contemporanea  Agorà , luogo di  raduno e di raccolta di opinioni,il teatro luogo  dove  decidere e prendere una e una sola posizione . Oriana Oliveri



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SANT'AGATA

VITA E TRADIZIONE


CATANIA In scena Rosaspina e  potere pedagogico fiabe per riflettere sul  problematiche   vita. Sul palco di Roots nell’ambito della rassegna “Il Teatro dei Giganti”, diretta da Antonella Caldarella e Steve Cable, la magia delle fiabe senza tempo e l’eterno gioco delle bambole che fantasticamente diventano i protagonisti di “Rosaspina”, la storia scritta e pensata dai Fratelli Grimm interpretata con grande bravura dalla Compagnia Castello di Sancho Panza. Gli attori Monia Alfieri, autrice anche della regia, Manuela Boncaldo e il piccolo Mattia Boncaldo in un teatro fatto di bambole e oggetti di uso quotidiano come candele o ombrelli prendendo spunto dai racconti e leggende tratti dalla tradizione popolare, dalle fiabe di Andersen, Wilde e Afanasjev e dai romanzi di cavalleria hanno realizzato una messa in scena dinamica e coinvolgente che ha conquistato l’attenzione di grandi e piccini, che attraverso il gioco di bambole realizzate a mano con fiocchi di lana cardata, tipiche dell’artigianato legato alla pedagogia steineriana, hanno rievocato momenti rituali, atavici e preziosi che ha visto alternarsi sul palco una piccola perla teatrale a misura di bambino, lontana dal rumore e dal chiasso della televisione e dei giochi di massa a cui spesso i più piccoli sono sottoposti.  In un carosello di luci, musica ed eleganza  lo spettatore anche quello più scettico è trasportato con giocosa meraviglia verso mondi lontani e fantastici  che aiutano, attraverso un’azione pedagogica intelligente e mirata, ad insegnare valori eterni ed immutabili come la vittoria del bene sul male riflettendo sul senso della vita e sull’importanza di comprendere che spesso dietro la novità e la facilità delle cose si nasconde il marcio.


CATANIA - “Rosaspina” viaggio tra racconti, leggende e mondi fatati con  bambole ed attori. Appuntamento con la rassegna “Teatro dei Giganti” diretta da Antonella Caldarella e Steve Cable, che sabato 14 dicembre e domenica 15 dicembre, alle ore 18.00, sul palco di Roots, in via Borrello 73, vedrà in scena “Rosaspina”, spettacolo ospite prodotto da Castello Sancho Panza. Una messa in scena dinamica che prende spunto da racconti e leggende tratti dalla tradizione popolare, dalle fiabe dei fratelli Grimm, Andersen, Wilde e Afanasjev e dai romanzi di cavalleria diretto da Monia Alfieri e interpretato dagli attori Manuela Boncaldo e Monia Alfieri. “Un teatro fatto di bambole e attori- dichiara la regista Monia Alfieri- dove da un grande libro salteranno fuori storie di personaggi leggendari ricreati attraverso il gioco di bambole realizzate a mano con fiocchi di lana cardata, tipiche dell’artigianato legato alla pedagogia steineriana, diventate protagoniste vive, fantasiose e rassicuranti, sempre pronte a vestire i panni di eroi, fate e principesse”.  Il teatro di fiocchi di lana, ideato dalla compagnia il Castello di Sancho Panza, è un’ affascinante modalità per avvicinare i bambini alla poesia di un Teatro che rievoca momenti rituali, atavici e preziosi dove l’azione teatrale, che vede alternarsi in scena bambole e attori, vive attraverso due momenti di ritualità fondamentali per l’infanzia: l’ascolto della fiaba narrata dall’adulto al bambino e il rito del più antico gioco tra i giochi, ovvero quello di bambole.  “Come in un carosello- aggiunge la regista- lo spettatore sarà trasportato, in modo sempre vivo e sorprendente, verso mondi lontani: i mondi della meraviglia e della fantasia”.


MASCALUCIA - Riso amaro del Cappello di Carta memoria di un passato da non dimenticare. Grande umanità, riflessione, battute divertenti e ritmo frenetico per “Il cappello di carta” di Gianni Clementi testo riadattato in siciliano da Rodolfo Torrisi per la regia di Rita Re applaudito spettacolo in cartellone della 31° stagione del Teatro Stabile di Mascalucia, in scena questo fine settimana e in replica domenica 15 dicembre. Sul palco del Teatro San Gabriele dei Padri Passionisti tra l’estate e l’inizio dell’inverno1943 una famiglia siciliana di muratori, da qui il titolo il cappello di carta, emigrati a Roma in una casa umile ma dignitosa, ricostruita dalle scenografie di Alfio Nicolosi,  narra di Carlo patriarca della famiglia, simpatico e ruspante muratore in pensione, interpretato da un istrionico Maurizio Panasiti, il figlio Leone, un convincente Santo Palmeri, muratore per discendenza e marito di Camilla, interpretata da Rita Re che dirige sapientemente questa commedia dal sapore neorealista, la figlia Anna, vedova in cerca di buon partito, una convincente Anna De Luca, il nipote Candido, un giovane promettente Flavio Palmeri, che non ha molta voglia di lavorare in cantiere con il padre, la nipote Bianca, una delicata Adriana Cesarotti, innamorata del romanissimo Remo, interpretato con la consueta bravura da Andrea Zappalà, i quali vivono le loro vicissitudini familiari in contrapposizione alla guerra che incessantemente li richiama alla realtà con sirene e allarmi di imminenti bombardamenti.  Lo spettacolo viene introdotto da una presentazione del contesto storico con una breve ma ben costruita perfomance degli allievi del laboratorio del Teatro Stabile di Mascalucia, mentre i cambi di scena e i momenti salienti sono scanditi da registrazioni autentiche dell’epoca di bollettini di guerra e radio giornali accompagnati da brani di Ivano Fossati e Francesco De Gregori.  Insieme alle realistiche dinamiche familiari gli echi della guerra e del bombardamento del quartiere San Lorenzo, la borsa nera, la paura dell’occupazione tedesca, il rastrellamento del ghetto ebraico fino alla vita che non si arrende con un’interpretazione sincera e non ostentata regalando alla gremita e partecipe platea giustamente generosa negli applausi momenti di sano divertimento e toccante commozione con le sue piccole storie tra complicità e tensioni, tra desideri e necessità, tra speranze e illusioni, tra gelosie e recriminazioni per uno spettacolo che vale la pena vedere e rivedere.


 

CATANIA “Il cappello di carta” in scena a Teatro Stabile di Mascalucia.  La Compagnia Teatro Stabile di Mascalucia diretta da Rita Re e fondata dal padre Mario, sul palco del Teatro San Gabriele dei Padri Passionisti sabato 7 dicembre, alle ore 21.00, con replica domenica 8 dicembre, alle ore 18.00, e domenica 15 dicembre, alle 18.00, ritorna in scena con lo spettacolo “Il cappello di carta” di Gianni Clementi. L’adattamento è in un’atmosfera neorealista di Rodolfo Torrisi e la regia di Rita Re, protagonista sulla scena insieme agli attori Maurizio Panasiti, Santo Palmeri, Anna De Luca, Adriana Cesarotti, Flavio Palmeri e Andrea Zappalà, i quali guideranno il pubblico nel popoloso quartiere romano di San Lorenzo, divenuto tristemente famoso per i bombardamenti del 19 luglio 1943. La  regista Rita Re afferma : “Durante la seconda guerra mondiale le maggiori città sono scena di cruenti conflitti a fuoco, gli italiani cominciano a sentire il peso delle perdite strategiche e umane, ma tra tutte le città, annerite dal fumo, si scorge un puntino bianco, libero da sangue, senza il rumore sordo delle bombe: Roma, che ancora a quattro anni dall'inizio del conflitto non è mai stata bombardata ed assistiamo come la famiglia protagonista continui a vivere la sua quotidianità fino al compiersi degli eventi”. La  storia  tra diversi momenti ironici regala numerosi spunti di riflessione e commozione: la guerra non risparmia alcuno.  L'Europa è una grande macchia di sangue, dove l'Italia è protagonista  di una lotta che sembra non avere fine.  Lo spettacolo, con la ricostruzione scenografica di Alfio Nicolosi  con ambienti e  costumi di Cettina Poma e Graziella Villardita, è un’attenta analisi di rapporti familiari e sociali che  conduce nell’intimità di quella casa a San Lorenzo, il giorno prima in cui il quartiere divenne tragicamente famoso. L’abitazione di una famiglia che nonostante la guerra continuava a vivere le sue piccole storie tra complicità e tensioni, tra desideri e necessità, tra speranze e illusioni, tra gelosie e recriminazioni.


CATANIA - Teatro dei Giganti, I cunti de ciancianeddispettacolo per marionette da tavolo  “I cunti de ciancianeddi”, che va in scena, è scritto diretto da Antonella Caldarella. La  rassegna “Teatro dei Giganti” promossa dall’Associazione “La Casa di Creta” diretta da Antonella Caldarella e Steve Cable, continua con successo sabato 30 novembre e domenica 1 dicembre, alle ore 18.00, sul palco di Roots.   L’autrice Antonella Caldarella spiega : “I cunti de ciancianeddi  è uno spettacolo di narrazione con marionette da tavolo in dialetto siciliano, che mette in scena due fiabe di tradizione per abituare i bambini alla nostra lingua madre e conoscere quelle storie che con il tempo si stanno perdendo. Il fascino delle marionette da tavolo  il buio quasi magico dove si muovono i personaggi, la musicalità innata della nostra lingua e la curiosità di conoscere e vivere uno spettacolo diverso rispetto a quello che di solito è abituato il pubblico”.Le musiche originali dal vivo sono di Steve Cable, i magici cambi di luce sono gli incantevoli strumenti per riscoprire la figura della Contafiabe femminile siciliana e di personaggi popolari sconosciuti ai ragazzi e forse anche agli adulti come la “mamma-draga”. Un atto unico dedicato a tutte le generazioni ideato per risvegliare ricordi assopiti di un tempo, forse, non troppo lontano riscoprendo un modo diverso e alternativo di fare teatro.


CATANIA –   Gelsomina e il Principe Tuttomio” in scena : complicato legame tra genitori e figli.  Lo  spettacolo ironico, allegro ed allo stesso tempo insegnamento importante, adatto a bambini ed adulti, per riflettere sorridendo sull’importanza di ciò che nella vita conta veramente.  La storia di “Gelsomina ed il Principe Tuttomio”, è interpretata sul palcoscenico di “Roots” da 2 strepitosi e convincenti Iridiana Petrone e Giuseppe Brancato. Il  testo è scritto e diretto da Antonella Caldarella.   Le  musiche originali sono di Steve Cable. La  produzione è di “Nave Argo” con il contributo della Regione Siciliana e dell’Assessorato al Turismo ed allo Spettacolo. “Gelsomina e il Principe Tuttomio” mette in luce la triste quotidianità del legame tra figli e genitori. Padri e madri talvolta per compensare i vuoti lasciati dalla loro assenza riempiono i propri piccoli di giochi costosi ed esaudiscono qualunque tipo di desiderio per sopperire alla loro mancanza. I  bambini cercano di superare la carenza genitoriale con fantastici viaggi in luoghi incantati al fianco di amici di spugna, di peluche o amici immaginari. Gelsomina con Nic il compagno di giochi nato dalla fantasia dibimba,  nella sua cameretta costruisce storie ogni volta diverse, in attesa di ricevere un abbraccio ed un bacio fin da troppo tempo voluto e mai arrivato. La regia di Antonella Caldarella crea una scena dinamica capace di ricreare la stanza di Gelsomina o il castello incantato sognato dalla bimba curata da Susanna Messina. I  costumi e le illustrazioni sono di Ivana Parisi e l’organizzazione è di Fabio Navarra.La struttura dello spettacolo è veloce e dinamica con il preciso obiettivo di far comprendere che solamente la condivisione, il saper stare in compagnia ed il supporto dei veri amici può rendere uomini e donne migliori.  L’idea è porre gli adulti  davanti ad un piccolo esame di coscienza su qualità e quantità di tempo da dedicare ai figli  quando i genitori sono in realtà, sopraffatti dagli impegni giornalieri, non  lo attuano. L’intera messa in scena per colori, costumi, interpretazione, scenografia ed atmosfera ricorda i programmi intelligenti : l’insegnamento pedagogico importante come la Melevisione per un teatro fatto a misura di bambini che ha molto da insegnare anche agli adulti.

CATANIA La Casa di Creta: “Gelsomina e il Principe Tuttomio”, appuntamento  in “Teatro dei Giganti”.   La  rassegna Il teatro dei giganti” dell’Associazione “La Casa di Cretadedicata ai più piccoli, diretta da Antonella Caldarella e Steve Cable, sabato 16 novembre e domenica 17 novembre, alle ore 18.00, nell’accogliente “Sala Roots” di via Borrello 73 a Catania continua con successo. “Gelsomina e il Principe Tuttomio”, testo scritto e diretto da Antonella Caldarella, per una produzione “Nave Argo”  è in scena con il contributo della Regione Siciliana e dell’Assessorato al Turismo e allo Spettacolo. Gli attori Iridiana Petrone e Giuseppe Brancato sulle musiche di Steve Cable raccontano la storia di Gelsomina, una bambina la quale  ha tutto ciò che vuole e tutto e che chiede circondata da tanti, tantissimi amici di …peluche, spugna e plastica ma pochissimi in carne ed ossa ad eccezione di Nic, che però esiste solo nella fervida fantasia della piccola che non le impedirà di vivere un’avventura straordinaria. L’autrice Antonella Caldarella dichiara: “Gelsomina e il Principe Tuttomio è uno spettacolo che con ironica leggerezza aiuta bambini e genitori a compensare, per quieto vivere, le  assenze  accontentando indiscriminatamente i desideri dei propri piccoli e riflettere sull’importanza della condivisione del proprio tempo e sull’esigenza di saper stare in compagnia”.  La frizzante recitazione, le magiche scene di Susanna Messina con i costumi e le illustrazioni di Ivana Parisi e l’organizzazione di Fabio Navarra, contribuiscono a far divertire i bambini spingendo i genitori a riflettere sulla qualità e sulla quantità di tempo da dedicare ai propri figli.


CATANIAIn scena Marika: solitudine ed amori diversi. L’anima ed i sogni di una donna rinchiusa in un corpo da uomo per tutti “Marika”, il travestito, con le sue tante debolezze ed i suoi tormenti vengono raccontati con delicatezza ed ironia dal regista Michelangelo Zanghì e dall’attore Francesco Natoli sul palco di Roots per il secondo applaudito spettacolo della rassegna “Underground rivers”, dedicata agli adulti, diretta da Steve Cable ed Antonella Caldarella. “Marika”, atto unico dal forte impatto emotivo messo in scena per la prima volta a Catania dalla Compagnia “Santina Porcino” di Messina, è il dramma grottesco di uno strampalato travestito che passa le sue giornate in compagnia di radio e telefono, l’unico mezzo che gli permette di avere una comunicazione con il mondo esterno, nella speranza di ricevere la telefonata di Franco, l’amore idealizzato che le consentirà di dimostrare agli altri ma soprattutto a se stessa la possibilità di vivere una vita normale con un uomo perbene. La storia dal finale assolutamente inaspettato, arricchita ed alleggerita da canzoni cult degli anni ottanta come “Stella Stai” di Umberto Tozzi, “Liù” degli Alunnni del Sole, “Cicale Cicale” di Heather Parisi ed anche “È quasi magia Johnny” di “Cristina D’Avena, si svolge in una modesta casa di un quartiere periferico della provincia siciliana mettendo a nudo i dolori e i sogni della protagonista che s’infrangono contro la realtà, nel desiderio spasmodico di ricevere quella telefonata  carica di emozioni per un futuro diverso che, probabilmente, non arriverà mai.  Una pagina teatrale che senza troppi orpelli racconta la triste solitudine di Marika e di molte come lei legate saldamente alla speranza di una tranquillità alla luce del sole accettata dalla gente e non relegata ai margini di una società, che nonostante i piccoli passi avanti trova difficile comprendere il diverso e il suo complicato modo di amare.


CATANIA – Panta Rei: nuova stagione “U’ sapiti com’è”. Il sipario della seconda stagione della Compagnia Panta Rei diretta dall’attore Valerio Caponetto si alza domenica 27 ottobre, alle ore 18.30, sul palco del Teatro Grotta Smeralda con “U’ sapiti com’è” diretto da Franco Colaiemma. “Ho scelto come spettacolo apripista di questa nuova stagione il testo della drammaturga palermitana Francesca Sabato Agnetta- dichiara il direttore artistico e fondatore della compagnia- testo portato al successo da Angelo Musco e cavallo di battaglia delle più svariate compagnie teatrali fino all’indimenticata interpretazione di Gilberto Idonea, perché per migliorare e rinvigorire la complicata situazione teatrale che stiamo vivendo si deve creare il giusto equilibrio tra classici e contemporaneo per educare il pubblico ad una nuova drammaturgia senza dimenticare da dove proveniamo”. “U’ sapiti com’è” è un testo che diverte ma spinge il pubblico alla riflessione parlando di disabilità ed insegna attraverso la “semplicità” di Cola “u’ babbo”, interpretato dallo stesso Caponetto, una grande lezione di umanità sottolineando come i pregiudizi e, soprattutto, l’ignoranza possano far male a chi ha una sensibilità maggiore e un cuore buono. “La regia e l’intera messa in scena- aggiunge Franco Colaiemma- saranno fedeli al testo, che come sappiamo riesce ad alternare momenti comici e drammatici, analizzando in modo dettagliato l’animo umano fino al punto di commuovere nel pieno rispetto della tradizione”. Dodici gli attori sulla scena: Ida Cuomo, Giuseppe Pulvirenti, Viviana Toscano, Serena Leonardi, Arianna Castorina, Lidia Scuderi, Francesca Tropea, Giuseppe Cultraro, Raimondo Catania, Carmelo di Benedetto, Attilio Mauro e Paolo Siani per un classico dal sapore eterno. Teatro Grotta Smeralda 27 ottobre 2019 h 18.30 “U’ sapiti com’è” Regia  Franco Colaiemma Aiuto Regia  Carmelita Murabito  Ufficio Stampa Elisa Guccione Cast Valerio Caponetto, Ida Cuomo, Giuseppe Pulvirenti, Viviana Toscano, Serena Leonardi, Arianna Castorina, Lidia Scuderi, Francesca Tropea, Giuseppe Cultraro, Raimondo Catania, Carmelo di Benedetto, Attilio Mauro, Paolo Siani. Bambini: Mario Caponetto, Martina Pulvirenti, Antonio Mauro, Francesca Caponetto, Gregory Fisichella, Alessia Santamaria, Rosita Coco, Rebecca Arcidiacono Fotografo di scena Dino Stornello.


CATANIA - “L’uomo invisibile”  primo appuntamento rassegna “Underground rivers” di “La Casa di Creta. La Compagnia “Teatro Argentum Potabile”, diretta da Antonella Caldarella e Steve Cable, inaugura la rassegna teatrale dedicata agli adulti “Underground rivers” con la pièce “L’uomo invisibile- Una festa sacra”, testo inedito  è scritto e diretto da Steve Cable nato in Inghilterra ma cittadino catanese dal 1994. Il debutto in prima nazionale è nella nostra città a Catania nei nuovi locali di “Spazio Fluido”, in via Francesco Laurana 16. Il programma prevede spettacoli sabato 12 ottobre, ore 18.00 con replica alle ore 21.00, domenica 13 ottobre ore 18.00 e 21.00, sabato 19 ottobre, ore 18.00 e 21.00, domenica 20 ottobre ore 18.00 e 21.00, e mercoledì 23 ottobre ore 20.15, (incontro finale). Il cast è composto da 11 attori : Clara Baudo, Giulio Belvedere, Andrea Cable, Nicoletta Cancelliere, Marta Chiarello, Alessandra Cosentino, Carlotta La Mela, Carlotta Minissale, Giuditta Nicosia, Simona Nicotra, Maria Riela. Le musiche originali di Andrea Cable, danno vita ad un “Teatro Itinerante” prendendo spunto dalle rappresentazioni medievali intese come rito collettivo nella forma delle Sacre Rappresentazioni diventando un’espressione di bisogno nella collettività. Steve Cable dichiara: “L’uomo invisibile  è un viaggio sia fisico che emotivo per un gruppo di massimo 25 partecipanti e non spettatori, i quali tra i diversi ambienti che forniscono un cambio di prospettiva differente come se fossero pellegrini  o partecipanti ad una “Festa” con una serie di quadri e rimandi dove, in questo caso specifico, ci si rifà al dramma sacro in una versione moderna e laica in cui ci si muoverà in un grande spazio scenico condiviso. Sarà un viaggio onirico dove due gruppi di persone s’incontrano e nell’incontrarsi qualcosa di magico possibilmente accadrà, perché “L’uomo Invisibile” permette una pluralità di possibili letture e interpretazioni dove alla fine di ogni replica i partecipanti saranno invitati a scrivere in maniera anonima le loro riflessioni su un foglio di carta, in modo che dopo le otto repliche previste con l’incontro finale del 23 ottobre attori e spettatori saranno invitati un’ultima volta per discutere, leggere, scoprire i vari fogli di carta disseminati come testimonianza di una visione personale del viaggio a cui hanno partecipato e allo stesso tempo rappresentato in quel luogo di incontro-confronto ed anche festa che è il teatro”.


CATANIA -   “Giardino delle fate” compie 10 anni : posto felice a misura di bimbo. La scuola dell’infanzia è nata dall’omonimo libro di Mariagrazia Scirè la quale ha un progetto definito : “L’infanzia, le prime scoperte ad occhi aperti ed i primi desideri che prendono forma cercando di sviluppare le proprie capacità e migliorare la propria autostima attraverso il dialogo ed il confronto con gli altri compagnetti, per instaurare un mondo a misura di bambino”. La  fata “capa”, come la chiamano i suoi bambini, direttore didattico e mamma di questo posto felice in occasione dei dieci anni di attività ha regalato ai giovani allievi ed alle loro famiglie una festa speciale con i Pupi dei Fratelli Napoli, le toccanti letture di “Il giardino delle fate”, Minde edizioni, recitate da Lucia Sardo  e l’inaugurazione della libreria dell’asilo per avvicinare i piccoli al mondo dei libri con letture con immagini accattivanti. Il tutto è capace di suscitare interesse e stimolare la naturale curiosità dei bimbi, ed oltre un centinaio di persone hanno sorriso emozionandosi con giochi ed attività drammaturgiche di grande pregio in un luogo dove è concesso esplorare e la didattica è fondata sull’esperienza  per accrescere il pensiero creativo. Mariagrazia Scirè è affiancata da Ermelinda Gulisano coaching motivatore con la quale ha realizzato il progetto sul tema “L’importanza delle parole”. Scirè afferma: “Sono convinta che la vita la guidiamo noi e credo che solo con passione ed amore il lavoro dell’educatrice d’infanzia può essere inteso come la base per costruire il cammino futuro dell’uomo che verrà nel bambino di oggi. Gli educatori diventano guide per far emergere capacità ed accompagnare i bambini al riconoscimento della propria autostima attraverso il dialogo”. Maria Grazia Scirè ha fatto propria la massima di Maria Montessori : “Nulla è nella mente, che prima non sia stato nelle mani”, decidendo all’età di 36 anni, di dedicare le sue energie ed il suo tempo al mondo dei più piccoli. Scirè ha realizzato un libro autobiografico, ha raccontato come uno sfogo le difficoltà affrontate tra lutti importanti e malattie da superare e superate con il solo obiettivo di diffondere sentimenti di uguaglianza, rispetto e condivisione per poter accudire, crescere e coccolare tutti i bambini senza distinzioni.  


MASCALUCIA CT – Rita Re firma nuova stagione allo Teatro Stabile di Mascalucia. Tutto è pronto per la 31° stagione teatrale del Teatro Stabile di Mascalucia fondata dal compianto Mario Re e diretta dalla figlia Rita, una vera festa del teatro presentata alla stampa ed agli amanti del teatro venerdì 20 settembre, alle ore 19.00, all’ auditorium San Nicolò di Mascalucia. Rita Re direttore artistico della compagnia premiata per ben 2 anni consecutivi al premio nazionale Maschera d’oro e Faber Teatro di Vicenza dichiara : “Un ricco e variegato cartellone che tra testi contemporanei, classici e riadattati- si pone l’obiettivo di soddisfare le esigenze di un pubblico diverso ed eterogeno che non vuole rinunciare alla tradizione ma guarda agli autori contemporanei con intelligenza e lungimiranza. La stagione 2019/20prosegue il cammino tracciato durante questi lunghi e proficui trent’anni con la capacità di rinnovarsi senza tradire la nostra storia e il nostro passato”.  Gli  spettacoli in programma sono 8: 4 prodotti dal Teatro Stabile di Mascalucia: “Novecento” di Alessandro Baricco che inaugura la stagione; “Il cappello di carta” di Gianni Clementi; “L’arte di Giufà” di Nino Martoglio; “Sogno di una notte di mezz’estate” di William Shakespeare”. Spettacoli ospiti: “Natale in Famiglia” di Rosario Madaudo per una produzione Teatro Stabile di Acireale; “Il malato immaginario” di Molière messo in scena da la Compagnia Le tre fontane di Presa; “Storia di una Capinera” di Giovanni Verga della Compagnia Buio in Sala; “La signora mezza lira” di Carlo Mangiù per la Compagnia Amici del teatro di Nicolosi. 3 spettacoli sono fuori abbonamento: “Come Orlando acquistò le armi” della Marionettistica dei Fratelli Napoli; “Cyrano de Bergerac” di Edmond Rostand del Teatro Stabile di Mascalucia riproposto a grande richiesta dopo il successo del precedente debutto; “Il coro di Babele” di Claudio Zappalà. I dettagli dell’intera stagione sono spiegati durante la conferenza stampa, coordinata dalla giornalista Elisa Guccione, ed animata da Rita ReFiorenzo Napoli portavoce della Marionettistica dei Fratelli Napoli ospiti con uno spettacolo fuori abbonamento, e Alfio Patti, giornalista e scrittore. L’esibizione del M° Giuseppe Palmeri arricchisce l’incontro culturale il quale  impreziosirà la serata con l’esposizione di alcuni costumi di scena e con le note di alcuni brani inedti creati appositamente per lo spettacolo di “Novecento”.


(ascolta intervista)

CATANIA Napoli è 'na parola al MUST con Marco SIMEOLI. Lo spettacolo è in scena al Must Musco Teatro, in appuntamento doppio il 13 aprile alle ore 21,00 e domenica 14 alle ore 17.30, con Marco Simeoli (ascolta intervista)  e testi realizzati in collaborazione assieme a Claudio Pallottini e produzione Agricantus di Palermo. Marco Simeoli compie in scena un percorso fatto di parole per divertire, commuovere e fare riflettere: il lungo cammino è fatto di parole e stati d’animo e dall’800 ad oggi hanno raccontato in versi, prosa e canzoni, le mille facce di una delle città più contraddittorie:  Napoli. La città partenopea è considerata più assurda ed allo stesso tempo, la più umana e più “italiana” al mondo. Miguel De Cervantes disse che Napoli fosse “la città più diabolica d’Europa, la più viziosa”. Lo spettacolo trascina lo spettatore in diverse atmosfere facendolo passare da aree di nostalgia e di romanticismo ad altre più divertenti, buffe ed addirittura tremende. Il  tutto è condito con un gioco di verità-finzione di cui solo il teatro è capace. Napoli…è ‘na parola è il tentativo di affrontare un viaggio che, senza soste, possa restituire alla Napoli migliore la sua creatività, quel suo sano e puro divertimento, dettato dalla genialità dei suoi scrittori e poeti. L’area partenopea è sempre stata culla di alcuni tra i più grandi drammaturghi del Novecento: Eduardo De Filippo, Raffaele Viviani ed  insigni poeti:  Salvatore Di Giacomo e Ferdinando Russo, di Pisano-Cioffi e le loro esilaranti macchiette, di Totò per arrivare ad Annibale Ruccello, Manlio Santanelli, Erri De Luca e Ruggero Cappuccio. Giuseppe Patroni Griffi, in un suo mirabile lavoro, parlando della forza e della pericolosità propria delle parole, chiede perdono per tutte quelle che sono state usate in maniera non appropriata. La pericolosità dell’uso della parola, fuori dal divertimento o dal romanticismo, soprattutto, oggi che molti di quei poeti, autori e scrittori non ci sono più, può essere motivo di reale preoccupazione. Il prossimo appuntamento al Must Musco Teatro è col doppio spettacolo il 18 e 19 maggio con “Aggregazioni” scritto e diretto da Claudio “Greg” Gregori. Mimmo Mignemi e Valeria Contadino sul palco con “Amleto in trattoria”  concluderanno gli spettacoli. Per informazioni sulla campagna abbonamenti: MusT - MUSCO TEATRO Via Umberto 312, Catania - Tel. 0952289426.

MARCO SIMEOLI Attore, regista e autore si è diplomato al Laboratorio di Esercitazioni Sceniche di Roma diretto da Gigi Proietti dopo aver seguito vari seminari di recitazione tra cui quello su L’uomo e l’attore tenuto da Orazio Costa, lo Stage internazionale di Commedia dell’Arte” tenuto da Antonio Fava, su L’attore che canta il musical tenuto da Penny Fuller ed ancora con Ennio Coltorti, Alvaro Piccardi, Elisabetta Pozzi, Yves Lebreton e i fratelli Colombaioni.  L’artista ha seguito corsi di doppiaggio presso la Fonoroma, di musica con Germano Mazzocchetti e canto con Donatella Pandimiglio. Simeoli è cofondatore del gruppo “I Picari” col quale ha realizzato una ventina di spettacoli, un sit-com e ha ricevuto nel 2006 il Premio Petrolini, ha lavorato in teatro, in cinema ed in televisione con Gigi Proietti, Ennio Coltorti, Bruno Corbucci, Vittorio Marsiglia, Luigi Squarzina, Marina Malfatti, Regina Bianchi, Carlo Lizzani, Valter Lupo, Sergio Japino, Gianfranco D’Angelo, Francesco Tavassi, Rosario Galli, Compagnia  “Attori e Tecnici”, Johnny Dorelli, Giancarlo Sammartano, Riccardo Cavallo, Renato Greco, Tommaso Paolucci, Gino Landi, Armando Trovajoli, Giorgio Albertazzi, Daniele Salvo, Pier Francesco Pingitore, Alessandro Capone, Vittorio Sindoni, Luca e Paolo, Luca Manfredi, Giorgio Capitani, Stefano Reali, Pino Quartullo, Ammendola&Pistoia, Ettore Scola, Raffaele Verzillo, Fausto Brizzi, Carlo Vanzina. Tra le sue ultime regie Sweeney Todd il musical, Uomini sull’orlo di una crisi di nervi 2, Il caso Majorana show, Roma I gemelli leggendari, Canterville il musical e Gli uomini preferiscono le tonte. Le sue ultime apparizioni televisive sono state nelle fiction Don Matteo 8 (Rai Uno), Camera cafè (Italia 1), Butta la luna (Rai Uno) e Distretto di polizia 8 (Can.5). Al cinema nel film EX regia di Fausto Brizzi e Un’estate al mare di Carlo Vanzina, Notte prima degli Esami di Fausto Brizzi, Loop di Valentina Tomada. Simeoli nel 2006 è uscito per la Dino Audino editore un suo libro dal titolo Mettere in scena uno spettacolo, dal 2008 è autore regista e interprete dello spettacolo Napoli è ‘na parola che propone in vari teatri e città e nel 2009 è stato “Toto” nell’ultima edizione di Aggiungi un posto a tavola targata G&G.


 

CATANIA - Teatro Zo, “Concetto al buio”: dramma di turpi pedofili che sfruttano spettacolo e chiesa. Il Teatro Mobile di Catania firma un nuovo imperdibile appuntamento, in scena sul palco nel Centro Zo venerdì 15 marzo, ore 21.00, sabato 16 marzo, ore 21.00 e domenica 17 marzo, ore 18.00. “Concetto al buio” è tratto dal romanzo di Rosario Palazzolo e ridotto per il teatro da Micaela Miano per la regia di Guglielmo Ferro. Gli attori Agostino Zumbo, Giovanni Arezzo e Francesco Maria Attardi raccontano la vita di un adolescente chiuso in una stanza buia, da sempre e forse per sempre. Guglielmo Ferro firma la sua seconda regia in stagione per il Teatro Mobile di Catania dopo “La Sicilia spiegata agli Eschimesi” e prima de “L’Arte della gioia”  il racconto già  è stato portato in scena nel 2012, il regista spiega  : “La storia si svolge in Sicilia e con “Concetto al buio” l’unico ponte tra la stanza dove è rinchiuso il ragazzo e il mondo esterno è un piccolo quaderno rosso,  un diario segreto che lui trova e che col tempo impara a memoria in ogni sua parte. Ad averlo scritto è Concetto Acquaviva, un ragazzino di tredici anni, che in questo diario come in una grande lettera a Gesù, racconta “le due grandi tragedie” della sua vita. Come mostri, i protagonisti del racconto si animano e riempiono di voci e pensieri le giornate altrimenti sempre identiche, dell’adolescente recluso. Quella che ne viene fuori è una storia di ipocrisie, di abusi e di verità nascoste, filtrate dallo sguardo curioso ingenuo e puro del suo protagonista: un nitido scarabocchio di un mondo in cui c’è sempre “un’altra verità più ragionevole di quella vera”. Le musiche dello spettacolo  sono firmate dal maestro Massimiliano Pace, la scenografia è stata realizzata da Alessia Zarcone. L’ambientazione, la location creano  la giusta atmosfera che permette, senza buonismi e carezze consolatorie, di rappresentare una storia scomoda, che nessuno risparmia, affrontando a viso aperto il dramma degli abusi su minori perpetrati da alcuni soggetti turpi che sfruttano la frequentazione di chiesa e spettacolo, la narrazione non ha paura di tirare, alla fine, anche qualche forte “pugno sullo stomaco”.


  

CATANIA - Nino Strano : ”Non rimpiango nulla”.  Il libro “Je ne regrette rien – La libertà è un hula hoop” è presentato lunedì 18 Dicembre 2017 alle ore 19.00 nel Teatro Sangiorgi in Via Antonino di Sangiuliano  233 a Catania alla presenza di Nello Musumeci Presidente della Regione Siciliana Ignazio La Russa,  Vittorio Sgarbi,  Pietrangelo Buttafuoco,  Fabio Granata,  Gaetano Galvagno e  Gaspare Edgardo Liggeri Presidente della Cartago Edizioni.  Una  lunga trama fatta di politica, impegno sociale, quartieri e palazzi è  raccontata nel pezzo di vita nel viaggio Je ne regrette rien – La libertà è un hula hoop”.  Nino Strano  autore ha già detto: “Tra cultura, arte, cinema, oli e non stampe, lirica, ironia, umorismo, inseguimento del bello e del sorriso in un mondo colmo di invidia, di foruncolose brutture e fottutissimi onanismi materiali e intellettuali!”. Nino Strano noto esponente politico, nato in Sicilia ha studiato  al classico ed alla facoltà giurisprudenza,  nel contempo ha operato  nell’ azienda di famiglia,  ed in  teatri lirici  e nel cinema come aiuto regista. Nino Strano in politica come ha svolto prima il mandato di consigliere comunale, dopo è stato eletto deputato ed anche designato assessore regionale al  Turismo e senatore.   L'incontro è anche l’occasione per gli Auguri del Santo Natale e di un Felice Nuovo Anno”.


Catania Ambasciatori: Teatro assurdo Becket tenta comunicazione. Dio, dov’è Dio? Lo stiamo  aspettando da circa duemila anni… Lo cercava l’uomo della pietra e della fionda quando tracciava segni apotropaici sulla roccia sperando  che qualcuno , qualcosa lo aiutasse nel rito della caccia. Lo hanno cercato durante le guerre, nelle carestie, sul fuoco dei roghi, nel dolore forse anche nella (poca)gioia. Ma qualcuno si presentava e puntualmente ci annunciava che Godot si scusava ,però  domani sarebbe senz’altro venuto. Eppure ancora aspettiamo Godot. Ricordo una bellissima canzone di  Claudio Lolli intitolata “Aspettando  Godot” diceva “Vivo tutti i miei giorni aspettando Godot, dormo tutte le notti aspettando Godot. Ho passato la vita ad aspettare Godot… Sono invecchiato aspettando Godot, ho sepolto mio padre aspettando Godot…Questa sera sono un vecchio di settant'anni, solo e malato in mezzo a una strada, dopo tanta vita più pazienza non ho, non posso più aspettare Godot… La morte mi ha preso le mani e la vita, l'oblio mi ha coperto di luce infinita, e ho capito che non si può, coprirsi le spalle aspettando Godot. Non ho mai agito aspettando Godot, per tutti i miei giorni aspettando Godot, e ho incominciato a vivere forte, proprio andando incontro alla morte, ho incominciato a vivere forte, proprio andando incontro alla morte.” Come prevedibile , Godot  non si è presentato nemmeno ieri sul palcoscenico del Teatro Ambasciatori. Godot (ammesso che egli esista…) non appare mai sulla scena, e nulla si sa sul suo conto. Egli si limita a mandare un ragazzo, un messaggero , concesso che questi realmente, come asserisce,  lo conosca , il quale porterà il suo messaggio ai due protagonisti, "oggi non verrà, ma  verrà domani". Eppure anche se  Estragone (Ugo Pagliai ) e Vladimiro (Eros Pagni) continuano ad aspettarlo , ogni spettatore , alla fine dello spettacolo ha dato il proprio  significato  al suo  Godot, un valore diverso da spettatore a spettatore. Aspettando Godot è una tragicommedia dominata dalla sensazione di incomunicabilità e sulla  crisi di identità degli esseri umani. Ancora nel 1955, data della prima rappresentazione dell’opera, a cinquant’anni  da “l’Urlo “  infinito terrificante di Munch ( il quale si propaga  sull’umanità indifferente al dolore )e al grido acuto della madre che  rivolge  al cielo  il figlio morto  tra le braccia in “ Guernica” di Picasso ,  l’uomo cerca ancora Godot. Ma chi è Godot? Numerose sono le interpretazioni: il destino, la morte, la fortuna e persino Dio. Lo stesso Beckett non ha mai chiarito questo enigma , anzi si è così espresso: “Se avessi saputo chi è Godot lo avrei scritto nel copione.”. La prima trovata scandalosa e geniale del capolavoro beckettiano è che il protagonista è assente. La recensione più celebre di quest'opera resta quella scritta da Vivian Mercier all'indomani della prima londinese del 1955: "Aspettando Godot è una commedia in cui non accade nulla, per due volte". E tuttavia la vera domanda ritorna: cosa c'è di così assurdo in Aspettando Godot? Tutto è estremamente e stucchevolmente plausibile: due uomini attendono un terzo uomo(?) che non verrà mai il quale sadico continua a farsi gioco dell’ingenuità dei due protagonisti  .E diviene assurdo aspettare , è assurda l’attesa… E’ il teatro dell’ assurdo,  il teatro di Beckett , di Ionesco, di Adamov, di Genet, di Pinter,   degli altri esponenti di questo genere. La rivoluzione teatrale attuata alla metà del  secolo scorso (anche con Pirandello) ha prodotto vicende rappresentate che per quanto assurde , strane ed insolite erano concatenate da una loro logica, logica discutibile , da sviluppi imprevedibili, ma pur sempre fedeli alle proprie regole, ovvero l’incomunicabilità più assoluta. Ciò era avvenuto in altri campi , in letteratura , nelle arti visive. Dopo la seconda Guerra Mondiale la risposta del pubblico  , si dimostra ampia e calorosa , perché in quel teatro riviveva gli aspetti assurdi e caotici della vita contemporanea. L’ ordine che si nasconde sotto questo disordine è quello di porre interrogativi e non dare risposte. “La Cantatrice Calva “ di Ionesco rafforza la consapevolezza che la maggior parte delle conversazioni tra l’uomo e i sui simili, verte sui temi banali e ovvi ,e che la banalità è una forma della non-comunicazione, per parlare per  non dir nulla, pur parler. L’uomo parla ma non dice nulla , conversa ma non comunica. Si è voluto vedere in questo lavoro il dramma dell’uomo che ha perduto la speranza in Dio : Godot  infatti ha come radice “God”, in inglese “Dio” ,o in  irlandese più familiare  "God". Vladimir ed Estragon  sarebbero appunto l’umanità che aspetta passivamente Dio senza provare a cercarlo. Ancora più interessante è l'ipotesi Godot = God + Charlot, tenendo anche conto dell'amore di Beckett per le comiche di Charlie Chaplin e per i fratelli Marx, dai quali ha tratto ispirazione per tratteggiare i suoi Didi e Gogo. Infatti Vladimiro si presenta sul  palcoscenico con una lunga giacca nera ed una bombetta che parafrasano il divo del cinema muto. Sembra un omino non sempre dalle raffinate maniere, ma ha la dignità di un gentiluomo, vestito con  una stretta giacchetta, pantaloni e scarpe più grandi della sua misura ma senza il   bastoncino di bambù .  Diversamente  Rue Godot è una via di Parigi, una traversa del famoso  Boulevard des Capucines , dove vi era lo studio  fotografico  di Nadar che accolse nel 1874 la prima mostra dei pittori impressionisti, pare che fosse frequentata da prostitute. Ma l’espressionismo, il tragico dell’opera , ha le sue radici nel romanticismo tedesco , ovvero nel quadro di Caspar David Friedrich, "Uomo e donna che osservano la luna" del 1824. Un giorno Beckett confessò alla sua amica Ruby Cohn che: "sai, è stata questa la fonte di ispirazione di “Aspettando Godot” , proprio mentre osservava il   quadro, anche se secondo il biografo J. Knowlson ,il vero quadro che aveva ispirato Beckett sarebbe stato “Due uomini che osservano la luna" del 1819, sempre dello stesso autore. Riccardo Perricone  ripropone il dipinto nel costrutto scenografico, con un solitario albero piantato al centro della scena . L’albero diviene  l’unico elemento che cadenza il tempo e segna il suo  divenire cronologico,  a differenza dell’immobilismo psicologico dei personaggi,  cambiando  tra primo e secondo atto il suo costume di scena,  con l’aggiunta di tre foglie. Un albero che  per certi versi nel suo  minimalismo  ricorda un albero del primo periodo del pittore Piet Mondrian. Vladimiro ed Estragone all’aprirsi del sipario  ricordano con la confusione del loro non  intendersi parlato, con  il Caos Pirandelliano,  “ Io son figlio del Caos; e non allegoricamente, ma in giusta realtà, perché son nato in una nostra  campagna, che trovasi presso ad un intricato bosco denominato, in forma dialettale, Càvusu dagli abitanti di Girgenti, corruzione dialettale del genuino e antico vocabolo greco Kaos". Nella cosmogonia degli antichi greci, il caos è la personificazione dello stato primordiale di vuoto del buio anteriore alla creazione del cosmo da cui emersero gli dei e gli uomini . Dal Caos attraverso l’unione di  Notte (l'oscurità della notte) ed Erebo (le tenebre degli Inferi)  nasceranno Emera (il giorno) ed Etere (la luce), una sorta di allegoria tra sonno della ragione e rinascimento della coscienza umana. Solo una volta Beckett lasciò intravedere una spiegazione al regista Roger Blin (probabilmente più per depistarlo che per chiarirgli le idee...) dicendogli “che Godot derivava dal francese gergale "godillot" ("stivale") perché i piedi hanno una grande importanza in quest'opera”. I ricordi di quella prima mitica messa in scena sono raccontati sia da Bair sia dallo stesso Blin. Il Theatre de Babylone di Parigi, dove avvenne la rappresentazione, era in realtà un vecchio bazar ristrutturato come sala pubblica in cui erano stati montati, per l’occasione ,  un palco e una platea di circa duecento sedie. Tutto fu realizzato con materiale di risulta: "L'albero era un lungo appendiabiti coperto con carta crespata [...] La base dell'albero era nascosta da un pezzo di gommapiuma trovato per strada. Travolgente la scena in cui i  due sono  incuriositi dall’ingresso in scena di  due  strani personaggi. Uno, un istrionico padrone, Pozzo, l’altro un misero servo, Lucky. Sembrano l’immagine dell’intelligenza e della ratio umana (Lucky, Roberto Serpi) tenute al guinzaglio dell’ignoranza e dalla tracotanza(Pozzo, Gianluca Gobbi). E’ la sorpresa si rivela quando , il servo bastonato umiliato e relegato al ruolo di bestia da soma ,inizia un delirante monologo erudito ricco di forbite citazioni che rivelano e scagionano il suo ruolo di servo  frustrato  dimentico della sua dignità di uomo.  Solo con una zuffa ,Lucky sarà messo a tacere. Ed ancora una volta  l’ignoranza, la sopraffazione  toglieranno al matto servo, quando la sua corda pazza non suonerà più , la sua dignità di uomo. Il monologo inizia come un quadro surrealista, ha la velocità di un quadro futurista , il non senso di un’opera dadaista“…Data l'esistenza come gittò nelle opere pubbliche e di Puncher Wattmann quaquaquaqua di un Dio personale, con la barba bianca quaquaquaqua di fuori del tempo senza estensione che dalle alture di afasia divino divino divino apathia athambia ci ama teneramente con alcune eccezioni per ragioni sconosciute, ma il tempo dirà e soffre…” E’ come se per  far passare il tempo  si riempia  il vuoto con le parole ; è la negazione del silenzio che si sarebbe verificato se la parola non fosse presente. Per un attimo sorridiamo e pensiamo che forse uno dei sei personaggi di Pirandello si è perso tra le pagine di Beckett… Ma il pensiero del drammaturgo irlandese  è  quello dei suoi personaggi, quelli del Teatro dell'assurdo, nato  come reazione alla seconda guerra mondiale. Ha  le sue  basi  nella filosofia esistenziale  combinata ad elementi drammatici  di un  mondo che non può essere spiegato logicamente, esso in una parola  è ASSURDO! Le trame sembrano muoversi in un cerchio, che termina allo stesso modo in cui è iniziato. Pare che Beckett alla domanda di quale fosse il destino degli uomini abbia risposto “"Che ne so io sul destino dell'uomo? Potrei dirvi di più ravanelli". Oriana Oliveri


CATANIA -Francesca Reggiani : “Tutto quello che le donne (non) dicono” "Comics". E’ l’appuntamento finale giovedì 31 marzo 2011, al Teatro Ambasciatori, alle ore 21.00 con la diciassettesima edizione della rassegna organizzata dall'associazione "Ecco Godot" con la collaborazione del Teatro Stabile di Catania . Grande successo di pubblico e di critica si è registrato per la rassegna Comics, organizzata dall'Associazione Ecco Godot, con la collaborazione del Teatro Stabile di Catania. Entusiasmante e positivo il bilancio del cartellone 2010-2011 che propone in chiusura l'attesa esibizione di  Francesca Reggiani    nel satirico, esilarante, umanissimo monologo “Tutto quello che le donne (non) dicono”. Data unica: giovedì 31 marzo, alle 21, al Teatro Ambasciatori, sala prescelta per le sue maggiori dimensioni rispetto al quella del Musco che ha ospitato i precedenti appuntamenti di Comics, distruibuiti invece in due serate.  A conclusione della carrellata che ha visto a Catania Gene Gnocchi, Nando Varriale, Max Pisu, Maurizio Lastrico, l’ultima a dominare la scena e intrattenere il pubblico sarà dunque "una donna che racconta le donne", con l’ironia e il sarcasmo tagliente e implacabile che la contraddistingue. Inconfondibile è infatti lo stile di  Francesca Reggiani, unica attrice presente in kermesse con uno show che non lascia scampo, con le sue battute fulminee e brucianti, i suoi ritratti feroci e veritieri, le riflessioni acute e scomode, con quello sguardo ironico e divertente sulla nostra disastrata attualità che solo la sensibilità di una donna sa cogliere. Il testo, scritto dalla stessa Reggiani insieme a Valter Lupo e Gianluca Giugliarelli, per la regia di Valter Lupo, chiama in raccolta una serie di riflessioni che spaziano dall’attualità più immediata - portando sul palco personaggi come il Ministro Gelmini, lo psichiatra Vittorino Andreoli o Sofia Loren - fino alle manie sentimentali delle donne costantemente ossessionate dall’amore e dalla vita di coppia, con quella capacità tutta femminile di saltare con incredibile rapidità dalle problematiche più pratiche ai classici voli pindarici amorosi. Ed è proprio la visione femminile, che rende questo spettacolo diverso, nel suo genere comico. “Di solito la formula del one man show è un genere prettamente maschile – spiega l’attrice – ho voluto confrontarmi con il pubblico direttamente, senza intermediazioni per dimostrare che una donna può sostenere brillantemente il palco”.Del resto l’artista, formatasi alla scuola comica del famoso “Laboratorio” di Gigi Proietti, e poi venuta alla ribalta del grande pubblico con programmi divenuti cult, come “La tv delle ragazze”, “Avanzi”, “Tunnel”, è un vero animale da palcoscenico che domina la scena con la disinvoltura e il garbo sottile che può appartenere solo a un’attrice comica


 

 


Catania “La Tempesta” di Umberto Orsini al Teatro Stabile di Catania.     Un infernale rumore  di moti marini,   luci che squarciano le quinte, lo  scroscio  assordante della  pioggia, un suono acuto ed ecco che il sipario si apre sulla scenografia. Sembra un gigantesco quadro di Mark Rothko. Il blu baltico polveroso delle  scene è tagliato in tutta la sua altezza, nello spazio centrale, da una caduta di velluto rosso, che lacera come una ferita la scena. Lì lo spazio temporale del prima e del dopo, vengono calibrati nella parafrasi del ricordo e della realtà. Al centro vi è un letto dove ricordare il passato e fuori , ai lati del drappo rosso, c’è la spiaggia appena accennata da scultoree zolle,  dove narrare l’immediato. E’ così che è apparsa “la Tempesta” al Teatro Stabile di Catania. Al  centro, Prospero, mago e duca di Milano,  interpretato magistralmente  da Umberto Orsini,  in  abiti  moderni. Un cappello ed un cappotto nero, un camiciotto  bianco, un bastone da passeggio(la bacchetta del mago) e la sua voce pastosa, tonante. Altrettanto  moderne  sono le vesti della figlia Miranda , di Ariel  lo spirito dell’aria(Rino Cassano)   e di Calibano  schiavo selvaggio e deforme( Rolando Rovello), che evidenziano  così la scelta del costumista Alessandro Ciammarughi di adottare le vesti moderne  per coloro che  aiuteranno Prospero ad attuare la sua vendetta. Ai lati distesi a terra, annichiliti dalla tempesta,  con  i costumi dell’epoca invece le vittime del duca-mago : Antonio fratello di Prospero e usurpatore del titolo, Alonso  re di Napoli, Ferdinando suo figlio, Sebastiano  fratello del re, Gonzalo onesto consigliere, Trinculo e Stefano uno il buffone, l’altro cantiniere ubriaco. Gli attori si muovono nello spazio scenico, intrecciando le grida del loro cercarsi con il racconto che  Prospero fa alla figlia sul letto (informando così il pubblico delle loro traversie), mentre Ariel scende giù dall’alto come un enorme crocifisso senza aureola, a braccia spalancate, in giacca e pantaloni neri, come il suo padrone. Ma il vero protagonista del “ La Tempesta” è Prospero. Per alcuni è  un colonizzatore un po’ despota, il quale  con la sua arte tiene sotto giogo  Ariel e Calibano ( I  critici letterari post-colonialisti del XX  furono molto interessati a questo aspetto della commedia, vedendo in Calibano un rappresentante dei nativi  sottomessi ed oppressi dall'imperialismo). La tempesta è una delle poche opere di Shakespeare  che non fa riferimento alle fonti, se non quelle storiche dell’Italia. Alcune immagini della commedia sembrano rifarsi ad  un rapporto di William Strachey  su un naufragio  di marinai diretti in Virginia  avvenuto nel 1609 presso le isole Bermuda. Shakespeare doveva essere a conoscenza  dell’episodio ,in quanto anche se pubblicato nel 1625 ,circolava già da prima in forma manoscritta . Questa commedia è l’unica opera di  Shakespeare in cui sono rispettate, pressappoco,  le unità di tempo. Questa si svolge come ci dice lo stesso autore, di pomeriggio dalle 2 alle 6 di sera. Questo non è che un modo per Shakespeare di costruirsi il teatro nel teatro, il metateatro, per coinvolgere lo spettatore nei giochi multilinguistici e polisemici degli attori. Il regista Andrea De Rosa, che adattando  l’opera,  ha scelto di far parlare Stefano, Trinculo e  il giovane Ferdinando in dialetto napoletano, coinvolge  lo spettatore  nell’azione scenica  e attualizzandola lo proietta nella realtà. Shakespeare enfatizza  il tema del metateatro  facendo  iniziare la trama  della commedia alle due del pomeriggio, ora in cui si tenevano a quel tempo   le rappresentazioni teatrali. È come se si volesse far assistere il pubblico alla vicenda in tempo reale. Ciò vale anche per la scelta  scenografica  e per i costumi.   Alessandro Ciammarughi  attua una sorta di  rottura della quarta parete. La teoria prende origine da  Bertolt Brecht, dove il teatro epico aveva il preciso compito di sottolineare la finzione teatrale. Furono le Avanguardie  Storiche come l’Espressionismo ad aprire la strada alla critica del teatro convenzionale con una più globale partecipazione dello spettatore, che diviene destinatario attivo, e non passivo, della rappresentazione. Questo produce l'effetto di ricordare agli spettatori che quello che stanno vedendo è finzione , e ciò ha  un effetto stridente, il cosiddetto effetto di alienazione (Verfremdungseffekt). Il  metateatro  si può riscontrare nel monologo finale quando per molti critici vi è   nell’allusione di Prospero  l’addio alle scene di Shakespeare, la rinuncia dell’attore di recitare nel teatro. L’opera contiene il compendio dei personaggi più rappresentati da Shakespeare nelle sue opere : gli innamorati,i nobili,  gli spiritelli , le ninfe, le dee, lo stesso  Prospero  diviene  la reincarnazione del principe Amleto che mette in scena la sua vendetta. Il  tema dell’usurpazione del  regno viene affrontato frequentemente nell’opera. Antonio ha usurpato il fratello, Calibano accusa Prospero di avergli usurpato l’isola, Sebastiano progetta di uccidere il fratello , il re di Napoli Alonso e di  prendere il suo posto, Stefano medita di rovesciare il regno di Prospero e divenire re dell’isola. Il poeta  e il regista, ben riuscendoci nell’adattamento, vogliono sottolineare  cosa contraddistingue Il Buon Governo o una monarchia virtuosa, presentando al pubblico le  varie possibilità. Interessante e coinvolgente è la  figura di Calibano . Essa  simboleggia il sentimento non ancora educato, la poesia prima del linguaggio… Prospero che inizia Calibano alla parola è lo stesso Shakespeare che trasforma in opera letteraria, ancor prima del linguaggio, l’ispirazione di questo mostro, il mostro che come  l’artista  con parole poetiche e suadenti incanta, persuade. Intervistato  Umberto Orsini, risponde che  Calibano, “ è  il diverso”.  Ma è anche il diverso alienato, il matto, l’indifeso che il regista fa muovere in scena toccandosi ripetutamente  le parti del  corpo . Dal punto di vista morale, il pensiero di Prospero è volto al perdono. La tempesta è una commedia a lieto fine. Egli stesso dice ad Ariel  “E perdonare fu sempre più nobile, se pur più raro, che trarre vendetta. Essi sono pentiti,  ed io non voglio spingere il castigo più in là d’un semplice aggrottar di ciglia.” (V, 1, 27-30). Ma  il perdono può arrivare  dopo il pentimento del colpevole,un pentimento al quale egli  giunge attraverso la sofferenza. Prospero impone al  fratello Antonio una pena fisica e morale, facendogli credere che il figlio di Alonso, Ferdinando, è morto e che la figlia Clarabella, per suo volere ha sposato un selvaggio; ed è  solamente quando è certo che il dolore ha innestato in lui il pentimento che  lo ha redento, donandogli  il suo perdono. E’ una saggezza non cristiana, ma umanista. La saggezza di Prospero non è più cristiana di quella di Socrate dove il bene non trionfa per volontà dell’Alto, ma per la volontà di un uomo giusto e saggio. Lo stesso codice morale al quale si rifà Prospero è umanista, il perfetto equilibrio tra razionale ed irrazionale, tra umanità e bestialità. Ed è proprio pensando al senso del perdono  attraverso la complicità del metateatro che  Andrea De Rosa si rivolge al pubblico, facendo appello,  alla nostra  coscienza. Egli ci domanda se oggi noi siamo disposti,  a  rispondere con le stesse parole di Prospero. Se come Prospero siamo disposti a ricompensare i buoni e a perdonare i cattivi. Per il regista De Rosa “La Tempesta  somiglia a un labirinto. Come in una casa di specchi , ogni volta che intravedi una via d’uscita , questa si rivela essere opposta a quella che avevi immaginato. Finché capisci che ciò che conta  è ascoltare le domande che il testo ti pone e restarci dentro(dentro il labirinto) . E’ l’unica via”. Ma gli incantesimi sono finiti annuncia al pubblico Prospero nell’Epilogo,  proponendoci  così una fondamentale fiducia nell’uomo, nelle forze elementari (naturali)  e ragionevoli che governano la sapienza umana.  Oriana Oliveri


CATANIA - Teatro Stabile: cordoglio per scomparsa del presidente onorario Ignazio Marcoccio. Il Teatro Stabile è in lutto ed esprime vivissimo cordoglio per la scomparsa di Ignazio Marcoccio, per lunghi decenni legato in modo continuativo ed indissolubile al percorso istituzionale dell’ente, da lui seguito con vigile passione e tenacia d’azione. Affermano Pietrangelo Buttafuoco Presidente Teatro Stabile Catania e Giuseppe Di pasquale Direttore Teatro Stabile Catania:”Tante le battaglie, combattute e vinte, che lo hanno visto profondere per lo Stabile un impegno a 360 gradi, sul piano artistico, culturale, gestionale. Una dedizione costante e incondizionata: dapprima da sindaco, poi da vicepresidente e presidente, infine - e fino a ieri - da presidente onorario, il primo nella gerenza dello Stabile etneo, che gli aveva così conferito una carica affatto onorifica, continuandone a tenere nella massima considerazione pensiero e consiglio.  A quanti hanno a cuore la sorte di tutto il teatro, non solo dello Stabile etneo, la sua figura rimane e rimarrà quale lare protettore di una concezione etica dell’arte, per molti versi affine agli ideali di correttezza, lealtà, autonomia da condizionamenti, cui dovrebbe conformarsi l’attività sportiva che gli era altrettanto cara. Ignazio Marcoccio è stato davvero in questo un nume tutelare e combattivo, e non solo in senso metaforico, se si pensa alla virtuosa caparbietà con cui si è battuto per la battaglia delle battaglie: tenere lontana la politica dal teatro”.  Il commento a caldo del presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo alla notizia del decesso di Ignazio Marcoccio, già sindaco di Catania, dirigente del Coni, vice presidente del Teatro Stabile e presidente del Calcio Catania: "Con la morte di Ignazio Marcoccio se ne va un pezzo di storia della città di Catania. Ho conosciuto Marcoccio negli anni settanta e di lui custodirò per sempre il ricordo di un uomo d'altri tempi. Una persona amabile, cordiale, che ha speso la sua vita al servizio della città di Catania, da semplice cittadino, da amministratore lungimirante e da straordinario dirigente sportivo che insieme a Carmelo Di Bella ha scritto alcune delle pagine più belle della storia del Calcio Catania, promuovendo allo stesso tempo la realizzazione di importanti impianti sportivi. Un gran signore che lascia un vuoto difficilmente colmabile".


Premio Internazionale “Giovanni Verga” assegnato a Tahar Ben Jelloun

Catania - La I edizione del Premio Internazionale

“Giovanni Verga”     

è stata assegnata a

Tahar Ben Jelloun  

con lo scritto “Partire”. La manifestazione culturale è promossa dalla Provincia Regionale di Catania. La giuria era composta dal presidente Giuseppe Castiglione, Vicente Gonzalez Martin, Pasquale Guaragnella, Enrico Iachello, Sarah Zappulla Muscarà e dal segretario Enzo Zappulla . Temi del romanzo “Partire”  edito da  Bompiani sono l’immigrazione clandestina, l’integrazione, l’umana condizione di miseria e l’anelito al riscatto sociale. Oggetto del romanzo, come di Tutta la produzione dello scrittore marocchino Tahar Ben Jelloun, è caratterizzata dal forte impegno civile. Gabriele Pedullà con “Lo spagnolo senza sforzo” edito da Einaudi è stato premiato per la Sezione Opera. La cerimonia di consegna si è svolta   giovedì 17 dicembre, nell’Aula Magna della Facoltà di Lettere e Filosofia di Catania a conclusione di un convegno internazionale itinerante, intitolato “Verga Europeo”.


CATANIA - Cordoglio per Mariella Lo Giudice.  Il mondo artistico ed Il Teatro Stabile di Catania esprimono il più vivo cordoglio per la dolorosa e incolmabile perdita di Mariella Lo Giudice. E’ stata una primadonna di fama internazionale e colonna portante del teatro che l'ha vista nascere e crescere artisticamente. Mariella Lo Giudice  nasce a Catania nel 1952. Nipote di artisti circensi, viene educata all’arte della danza, della musica e del canto sin da bambina. All’età di 10 anni, grazie all’amicizia della madre Carolina con Fioretta Mari, viene scritturata dal Teatro Stabile di Catania per Mariana Pineda di Garcia Lorca con la regia di Giuseppe Di Martino: nasce da allora in lei quella passione del teatro che continuerà a conservare pur frequentando spesso anche programmi televisivi, radiofonici e set cinematografici. Tra gli innumerevoli spettacoli teatrali che l’hanno vista protagonista sui palcoscenici di tutta Italia e all’estero ricordiamo: I Vicerè (regia di Franco Enriquez), La scuola delle mogli (Turi Ferro), Medea (Maurizio Scaparro), L’uomo la bestia la virtù (Andrea Camilleri), Zaira (Giancarlo Sbragia), Il segno verde (Armando Pugliese), Il maestro e Marta (Walter Pagliaro), La lunga vita di Marianna Ucrìa (Lamberto Puggelli), Così è se vi pare (Guglielmo Ferro). Recenti le tournée con Tutto è bene quel che finisce bene (regia di Daniela Ardini) e Il birraio di Preston di Camilleri (regia di Giuseppe Dipasquale).Nel 2011 ha recitato un testo originale scritto da Nino Romeo con Graziana Maniscalco, La casa della nonna, poi in L’avventura di Ernesto al Teatro Stabile di Catania per la regia di Giovanni Anfuso e in Il matrimonio per la regia di Nino Mangano. In ambito televisivo, tra le altre partecipazioni, ricordiamo quelle a Le stelle dell’Orsa Maggiore (regia di Anton Giulio Majano), La professione della signora Warren (Giorgio Albertazzi), Tre anni (Salvatore Nocita), La scalata (Vittorio Sindoni), L’avvocato delle donne (Andrea e Antonio Frazzi), infine La vita di Sophia Loren che uscirà nei prossimi mesi per la regia di Vittorio Sindoni. L’unica esperienza di doppiaggio è stata quella in cui ha dato la voce a Judy Dench in Diario di uno scandalo; unica rimane anche la partecipazione ad un video musicale, quello di Carmen Consoli, Non lontano da qui.


 GLI AUGURI A ...


©METER Don  Di Noto

onorario a Firenze



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