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Agrumicoltura : calamità, La Via
modifiche per i comuni siracusano
Palermo
- “L’ispettorato provinciale di Siracusa, dopo un’attenta
ricognizione, ha già provveduto a integrare i fogli di mappa dei
comuni di Lentini, Carlentini e Francofonte,
inserendo tutte quelle particelle che erano state escluse un anno
fa, dopo una prima delimitazione. Entro questa settimana le
modifiche verranno inviate in assessorato in modo tale da consentire
alla giunta regionale di poterle approvare”. Lo afferma l’assessore
regionale all’Agricoltura, Giovanni La Via, in riferimento ai danni
causati al settore agrumicolo dalle gelate che hanno colpito le
province di Catania, Enna e Siracusa dal 16 al 19 febbraio dello
scorso anno. Aiuti
regionali
per calamità in
agricoltura
Palermo
- La giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Agricoltura,
Giovanni La Via, ha
approvato la delibera che dichiara la grave crisi del settore agrumicolo
in Sicilia a seguito di diverse calamità naturali negli anni 2007/2008,
verificatesi in alcuni comuni delle province di Palermo, Catania,
Messina e Siracusa. “La delibera - spiega l’assessore La Via - sarà ora
inoltrata al ministero per le Politiche agricole e forestali in modo
tale da poter far sospendere le sanzioni previste, dai regolamenti
comunitari, a carico dei produttori che, per cause di forza maggiore,
non sono riusciti a rispettare i contratti di fornitura di agrumi con le
imprese di trasformazione”. Secondo la stima degli uffici
dell’assessorato il danno per gli agricoltori, nella campagna 2007/2008
è stato superiore al 40%. In particolare, gli eventi naturali che hanno
causato danni alle produzioni riguardano i venti sciroccali in
provincia di Siracusa (Buccheri, Buscemi, Carlentini, Cassaro, Ferla,
Francofonte, Lentini, Palazzolo Acreide), dal 23 al 26 giugno 2007,
limitatamente alle produzioni agrumicole. Ed ancora le alte
temperature che dal 22 al 27 giugno 2007 hanno coinvolto la
provincia di Catania (Aci Bonaccorsi, Aci Castello, Aci Catena,
Aci Sant’Antonio, Acireale, Adrano, Belpasso, Biancavilla, Bronte,
Calatabiano, Caltagirone, Castel di Judica, Catania, Fiumefreddo di
Sicilia, Giarre, Grammichele, Gravina di Catania, Licodia Eubea, Mascali,
Mascalucia, Mazzarrone, Militello Val di Catania, Mineo, Mirabella
Imbaccari, Misterbianco, Motta Sant’Anastasia, Palagonia, Paternò,
Piedimonte, Ramacca, Randazzo, Riposto, San Giovanni La Punta, San
Gregorio di Catania, San Michele di Ganzaria, San Pietro Clarenza,
Sant’Agata Li Battiati, Santa Maria di Licodia, Santa Venerina, Scordia,
Trecastagni, Tremestieri Etneo, Valverde, Viagrande, Vizzini, Zafferana
Etnea), per le produzioni agrumicole.che hanno colpito: la provincia di
Messina, dal 19 giugno al 30 agosto 2007, limitatamente alla
produzione di limoni; la provincia di Palermo (Altavilla Milicia,
Bagheria, Campofelice di Roccella, Casteldaccia, Collesano, Ficarazzi,
Lascari, Marineo, Misilmeri, Palermo, Santa Flavia, Termini Imerese,
Trabia, Villabate, Villafrati), dal 18 al 27 giugno 2007, solo per la
produzione di mandarini. E poi le piogge alluvionali: del 2 e
3 novembre 2007, in provincia di
Siracusa (Avola e Noto) per le colture agrumicole; del 25 ottobre
2007, in provincia di Messina
(Alì, Alì Terme, Fiumedinisi, Furci Siculo, Itala, Mandanici, Nizza di
Sicilia, Pagliara, Roccalumera, Scaletta Zanclea), per le colture
agrumicole. E ancora le gelate: dal 16 al 19 febbraio 2008 in
provincia di Catania (Adrano, Belpasso, Biancavilla, Bronte,
Caltagirone, Castel di Judica, Catania, Grammichele, Licodia Eubea,
Mazzarrone, Militello Val di Catania, Mineo, Mirabella Imbaccari,
Misterbianco, Motta Sant’Anastasia, Palagonia, Paternò, Ramacca,
Randazzo, San Michele di Ganzaria, Santa Maria di Licodia, Scordia), per
le colture agrumicole, dal 17 al 19 febbraio 2008,
in provincia di Siracusa (Francofone, Lentini e Carlentini),
per le colture agrumicole.
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Palermo
- Tredici comuni appartenenti alle province di
Ragusa, Catania e Caltanissetta sono stati dichiarati “zona infetta da blue tongue”:
sono Acate, Chiaramonte Gulfi, Comiso, Monterosso Almo, Ragusa, Vittoria
e Santa Croce Camerina (Rg); Caltagirone, Grammichele, Licodia Eubea e
Mazzarrone (Ct); Gela e Niscemi (Cl). La blue tongue, o febbre catarrale
degli ovini, è una malattia che non si trasmette all’uomo e che non può
in alcun modo creare allarmi di natura alimentare. La decisione è stata
presa, con apposito decreto, da Antonella Bullara, dirigente generale
del dipartimento. La febbre catarrale degli ovini, piu' comunemente
conosciuta come Bluetongue (BT), è una malattia infettiva dei ruminanti
trasmessa da insetti. L'agente eziologico è un virus appartenente alla
famiglia Reoviridae, genere Orbivirus, del quale si
conoscono 24 sierotipi, 21 dei quali isolati in Africa australe. La loro
patogenicità è variabile e, benchè tutte le specie di ruminanti siano
recettive, la malattia si manifesta in forma grave negli ovini, con
sintomi caratterizzati da infiammazione, congestione, edema a carico
della regione della testa, emorragie ed ulcere delle mucose.
Attività sanitarie dell’assessorato regionale alla Sanità dopo aver
ricevuto un rapporto del Centro nazionale di referenza per le malattie
esotiche di Teramo con il quale veniva segnalata la positività
sierologia nei confronti del virus “blue tongue sierotipo 8” di tre
bovini di un’azienda di Acate e di un bovino di un’azienda di Vittoria.
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Finanziamenti europei fondi strutturali:
Finanza e Regione siglano accordo per scambio dati e verifiche
PALERMO
– E'
stato siglato dal vicepresidente della Regione siciliana,
Nicola Leanza,
e dal comandante della Guardia di finanza della Sicilia, il generale
Marcello Gentili,
un protocollo d'intesa che sancisce la collaborazione
tra Regione e Guardia di Finanza per rendere più efficaci i controlli in
materia di finanziamento dei fondi strutturali comunitari. Il protocollo
prevede lo scambio di informazioni tra la Regione e il Comando delle
Fiamme Gialle in Sicilia per agevolare il recupero di somme
indebitamente incassate nell'ambito di progetti cofinanziati. Alla
Commissione europea andranno comunicate immediatamente eventuali
irregolarità accertate, “L’intesa è un altro tassello a garanzia della
legalità. L’obiettivo – ha detto il vicepresidente Nicola Leanza - è
assicurare massima trasparenza nell’assegnazione e nella gestione delle
risorse comunitarie ed evitare infiltrazioni della criminalità
organizzata nel tessuto imprenditoriale siciliano, favorendo condizioni
più sicure per le imprese”. L'accordo prevede l'impegno della Regione a
fornire annualmente al Comando della Guardia di Finanza siciliana la
banca dati dei beneficiari delle risorse comunitarie relative al periodo
2000-2006 2007-2013. su richiesta Al Comando regionale o provinciale,
saranno trasmessi i dati dei percettori, di soggetti per controlli a
campione, così come prevede la normativa Ce. Saranno segnalati eventuali
violazioni tributarie o irregolarità rilevate nel corso delle proprie
funzioni di vigilanza. Il Comando della Guardia di Finanza, a sua volta,
si impegna a trasmettere tempestivamente l'avvio di ispezioni e
verifiche nei confronti dei beneficiari dei cofinanziamenti gestiti
dalla Regione ed a segnalare, previo nulla osta dell'autorità
giudiziaria, casi penalmente rilevanti o violazioni di natura
amministrativa attinenti all’interesse del protocollo. “Lo
sviluppo economico della Sicilia – ha sottolineato il generale Marcello
Gentili - passa anche attraverso l’azione sinergica delle istituzioni,
che ne garantiscono un processo armonico ed equilibrato, entro la
cornice della legalità”.
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SICILIA ambiente
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Il coniglio più grande:
Giosuè
CASERTA -
Nonno
Giosuè,
coniglio più grande a Guinness world
records pronto ad
abdicare: erede il nipote Sansone.
La
prossima candidatura è Usa 2020 Guinness world records per il
primato mondiale del coniglio più grande.
L’allevamento amatoriale di
Gioni Di Lullo a
Raviscanina comune
del casertano,
è stato già campione a guinness dei primati mondiali col coniglio
più grande del mondo
Giosuè
24,4
kg. per 1,08 m. ha
in allevamento
Sansone
che ha tutta l’aria e la prospettiva
di diventare il prossimo campione.
Gioni Di Lullo, fin
da piccolo, ha amato tanto gli animali fino ad averne cura meglio
dei giocattoli ed allevando i piccoli amici. Gioni,
già a
9 anni di età, aveva deciso con i genitori di allevare tanti
conigli. Il maxi
coniglio da record Giosuè già
campione ha generato figli ed il discendente nipote
Sansone
il quale ha buone possibilità di vincere l’ambìto premio del
guinness mondiale facendo valere i suoi kg ed altezza. Il primo risultato mondiale con Giosuè per
l’allevatore campano già è stato un gran segnale di riscontro per il
lavoro svolto da sempre con dedizione,
Sansone sarà la conferma ad Usa 2020.
Caserta
– Il
coniglio più grande :
Giosuè 24,4 kg. per 1,08 m. è il nuovo vip di
Raviscanina comune
del casertano.
Giosuè
è un
maxi coniglio da record che è stato allevato
in casa di campagna
ed in allevamento amatoriale
da Gioni Di Lullo ed
è
stato candidato al prossimo guinness dei primati mondiali come coniglio
più grande del mondo. Il campione attuale in carica del titolo ed è il
coniglio Darius che vive a Bromsgrove nel Worcestershire in Inghilterra
ed ha conquistato il titolo la passata stagione con 22,2kg. per 1,02 m.
Gioni Di Lullo,
già da bambino, amava tanto gli animali fino a prendersene cura ed
allevarli e li preferiva anche ai giocattoli.
Gioni, già
a 9 anni, aveva deciso con i genitori di
allevare tantissimi teneri e batuffolosi coniglietti. Il
maxi coniglio da record Giosuè
ha
adesso buone possibilità di vincere l’ambito premio del guinness
mondiale facendo valere i suoi
24,4 kg. per 1,08 m di altezza. Il risultato mondiale per l’allevatore
campano sarebbe anche un gran segnale di riscontro per il suo lavoro
svolto da sempre con dedizione.
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Catania
-
GuardiaCoste libera in mare etneo "caretta-caretta". Una tartaruga
marina della specie "caretta-caretta" è stata liberata di mattina, a
largo del litorale etneo, da un battello veloce della Guardia Costiera.
L'esemplare, un maschio di circa 25 anni, avvistato nei giorni scorsi
dall'equipaggio di una Unità Navale della Capitaneria di Porto, era
stato affidato, a causa di evidenti difficoltà dovute alla presenza sul
carapace di numerose alghe e lepadi (crostacei), alle cure degli
specialisti del Centro Recupero Fauna Selvatica di Catania. La
"caretta-caretta", dopo le cure del caso ed accertate le buone
condizioni di salute, ha ripreso liberamente a nuotare. Il personale
della Guardia Costiera per tali tipologie di interventi, opera sulla
base di specifiche direttive emanate dal Ministero dell'Ambiente, della
Tutela del Territorio e del Mare, dove è presente, tra l'altro il
Reparto Ambientale Marino del Corpo delle Capitanerie di Porto. |
Sommatino CL
- Condannato per maltrattamenti e sevizie a giovane cagnetta tenuta
in gabbia per conigli. Il Giudice per le indagini preliminari del
Tribunale di Caltanissetta ha emesso decreto penale di condanna contro
A.S. 27 anni, per maltrattamenti e sevizie nei confronti di una
giovane cagnolina di piccola taglia detenuta in condizioni incompatibili
ed in stato di grave incuria. L’animale vittima è stato subito
sequestrato, ed fu affidato alle cure dei volontari della LIDA
Caltanissetta che ne sono diventati legittimi proprietari grazie alla
confisca disposta dal GIP di Caltanissetta David Salvucci. Flò la
cagnetta, dopo il sequestro, è stata affidata alla sua nuova famiglia.
Salvatore
Colonna che coordina il Nucleo di Vigilanza Zoofila LIDA in Provincia di
Caltanissetta ha commentato: “Sarà impossibile per noi dimenticare gli
occhi affranti di quella minuscola cagnolina che guardava me ed il mio
collega del WWF dall’interno di quella gabbietta, le cui dimensioni
consentivamo a malapena all’animale di stare accucciato, il giorno in
cui la trovammo. Occhi infastiditi persino dalla luce del sole che
rivedevano dopo chissà quanto tempo trascorso dentro un locale angusto
e buio dall’interno di una gabbietta per conigli. Fondo della gabbia in
rete, feci ed urine accumulate sul pavimento sottostante, assenza di
acqua da bere. Inammissibile che nessuno del quartiere conoscesse le
orrende modalità di detenzione di questa dolcissima cagnolina! La nostra
provincia ha bisogno di crescere culturalmente. Troppa omertà ancora
attorno a questo tipo di reati. Troppa indifferenza di fronte alla
sofferenza ed al dolore.
La
piccola Flò, come ribattezzata dai volontari della LIDA, oggi vive il
calore di una vera casa e l’affetto di una bellissima famiglia nissena
che la riempie di cure ed attenzioni. Flò è rinata il giorno in cui la
portammo via da quell’inferno; non sapeva cosa significasse correre
felice all’aria aperta, giocare con una pallina, donare e ricevere
amore. Di questo meraviglioso lieto fine ringraziamo di vero cuore per
la fattiva collaborazione i Carabinieri della Stazione di Sommatino ed
una Procura operosa, severa ed attentissima alla salvaguardia dei
diritti animali in questo come in decine di altri casi segnalati dalle
nostre guardie o dagli organi di polizia istituzionali”.
Le Associazioni
L.I.D.A. e WWF di Caltanissetta - riconosciute dal Ministero
dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare come enti di
protezione ambientale a carattere nazionale – hanno già da tempo
costituito propri nuclei di guardie particolari giurate (ai sensi del
Testo Unico di Pubblica Sicurezza) addette alla vigilanza zoofile e di
tutela ambientale, con riconoscimento del Prefetto. A tali Guardie
Eco-zoofile è attribuito il compito di informazione, vigilanza e
intervento per la tutela degli animali e dell'ambiente. Le Guardie
Particolari Giurate volontarie della L.I.D.A. e del WWF rivestono la
qualifica di Pubblici Ufficiali, Agenti di Polizia Amministrativa e, nei
casi previsti, di Agenti di Polizia Giudiziaria. Per segnalare un reato
contro gli animali o l’ambiente è possibile contattare il servizio di
vigilanza eco-zoofila di LIDA e WWF chiamando i numeri 334/2332583 -
349/5750285 oppure scrivendo agli indirizzi e-mail lidavigilanza.cl@fastwebnet.it
e guardieambientali@sociwwf.it
. Negozi e uffici pubblici aperti in Fvg per animali d'affezione: cani e
gatti. I cartelli che vietano l'ingresso ad animali non hanno più
efficacia. Una legge approvata dal Consiglio regionale, introduce
l'accesso a tutti gli animali, con dovuta cura a guinzaglio e museruola.
Il titolare di un esercizio pubblico o il responsabile di un ufficio
pubblico che volesse sbarrare la porta ai 4 zampe dovrà comunicarlo e
motivarlo al sindaco.
Scicli
– Italo, l’amata
mascotte della città di Montalbano,
è morto. Gli sciclitani hanno perso il “cane barocco”, che
solitamente girovaga alla ricerca di turisti e visitatori da
accompagnare. Italo era il cane mascotte di via Francesco Mormina Penna.
La
malattia di Italo ed il suo
ricovero in uno
studio veterinario era nota, poi l’annuncio di una
possibile morte imminente. Per Italo una signora
benestante di Scicli, Adalgisa Penna, aveva fatto realizzare una statua
che aveva inserito nel suo ottocentesco presepe, esposto lo scorso
Natale.
Sembra che il primo cittadino Giovanni Venticinque abbia fatto
realizzare dal falegname del Comune una bara adatta al cane Italo per
dargli la sepoltura. Sembra anche che Italo possa essere seppellito,
dopo aver ottenuto le necessarie autorizzazioni dell’azienda sanitaria
provinciale di Ragusa, a Villa Penna e che sopra la tomba sia posta la
scultura realizzata dall’artista Carmelo Candiano. Vicino alla sua
cuccia ed alla
sua targhetta che porta il suo nome, davanti al Palazzo della città, c’è
un
lumino. Su facebook, il profilo che lo raffigurava sulle
basole della strada da cui non si spostava mai, si moltiplicano i saluti
di chi lo ha conosciuto. La vicenda da Italo morto il 31 gennaio 2011 a
Scicli è per molti versi simile a quella della
mascotte di
Lentini
Gaetano
morto nello stesso periodo lo scorso anno. In luce in entrambi i casi
è l’affetto che un nucleo cittadino ha mostrato nei confronti di un
“randagio” che per i suoi comportamenti ha conquistato stima ed affetto.
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Condannato per abbandono di 2 dalmata |
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Caltanissetta
- Condannato per abbandono di 2 cani dalmata.
Le Guardie Giurate dei Nuclei di Vigilanza zoofila ed ambientale di LIDA
e WWF, dopo lunghe indagini, hanno trovato il responsabile
dell’abbandono di 2 cani di razza dalmata, un soggetto 43enne, e
raccolto prove schiaccianti che l’hanno incriminano per il reato di
abbandono di animali. Il Giudice per le indagini preliminari del
Tribunale di Caltanissetta ha emesso decreto penale di condanna contro
M.S., 43enne, per aver abbandonato i due suoi cani di razza
dalmata (padre e figlio)
“incurante dei gravi rischi per la salute degli stessi successivamente
rinvenuti in evidente stato di denutrizione e ferite su diverse parti
del corpo”, fatto che costituisce reato di abbandono e maltrattamento di
animali ai sensi dell’art. 727 del Codice penale; l’uomo è stato quindi
condannato al pagamento dell’ammenda di 2mila €. I fatti risalgono al
marzo 2009, quando nelle campagne di San Cataldo (CL) i volontari della
LIDA (Lega Italiana per i Diritti dell’Animale) hanno recuperato i due
dalmata abbandonati presso un casolare diroccato. Gli animali erano
stremati dalla sete e dalla fame, feriti e ridotti in pessime
condizioni. La LIDA dopo le cure del caso, ha presentato alla Procura
della Repubblica nissena una denuncia contro ignoti, che ben presto era
stata archiviata. Le Guardie eco-zoofile, dopo molti mesi, hanno trovato
una “pista” che li conduce al responsabile del grave reato ottenendo la
riapertura del fascicolo. E’ iniziata così una lunga serie di indagini
delle Guardie eco-zoofile che esercitano i poteri di polizia
giudiziaria. Gli uomini in divisa hanno sentito alcune persone informate
sui fatti ed un veterinario del “Centro Don Minzoni” di Caltanissetta,
la cui testimonianza è risultata decisiva. Le guardie hanno attuato
controlli incrociati e ricerche nelle banche dati dei libri genealogici
dei cani di razza. Gli uomini della LIDA e WWF sono riusciti a risalire
all’allevatore che aveva venduto uno dei due cani, fino a giungere ad
individuare con esattezza il proprietario che aveva deciso di
sbarazzarsi dei due poveri animali. Lucky e Mika :
questi i nomi dei due dalmata, oggi vivono felici
ed al sicuro con le loro nuove famiglie che hanno deciso di adottarli a
Catania e Delia (CL).Il Pubblico Ministero ha convalidato tutte le
indagini avviate dalle Guardie eco-zoofile e lo scorso maggio ha
iscritto nel registro degli indagati il soggetto su cui pendevano i
gravissimi indizi di colpa. arriva La richiesta di condanna è stata
formulata a giugno ed oggi il Gip ha accolto, rilevando che le prove di
colpevolezza derivanti dagli accertamenti ed indagini svolte dagli
agenti di polizia giudiziaria di LIDA e WWF sono complete ed
esaustive.“Siamo molto soddisfatti per l’esito processuale di questo
ennesimo reato a danno degli animali scoperto dai nostri Agenti grazie
all’importante collaborazione delle persone interrogate e del medico
veterinario che li ha riconosciuti - dichiarano i responsabili dei
Nuclei provinciali di vigilanza eco-zoofila LIDA e WWF di Caltanissetta
- anche perché in Italia sono pochissime le condanne per abbandono: si
tratta infatti di un reato diffusissimo ma pressoché impunito,
considerata l’estrema difficoltà a risalire agli autori e per l’omertà
che li protegge. Sono già diverse le indagini di polizia giudiziaria che
le Guardie eco-zoofile stanno conducendo in stretta collaborazione con
la Procura di Caltanissetta, presso la quale riscontriamo grande
attenzione verso il contrasto agli illeciti contro gli animali da parte
di tutti i P.M. che ci coordinano e che ringraziamo. Già nelle prossime
settimane - concludono gli esponenti di LIDA e WWF - si dovrebbero
concludere altri procedimenti giudiziari per reati di abbandono,
maltrattamento ed uccisione di animali, oggetto di indagine da parte
delle nostre Guardie, che in poco meno di un anno di attività hanno già
deferito all’Autorità giudiziaria diverse persone responsabili di tali
illeciti penali”. Le Guardie Giurate della LIDA e del WWF rivestono la
qualifica di Pubblici Ufficiali, agenti di Polizia Amministrativa e, nei
casi previsti, di agenti di Polizia Giudiziaria; esse operano in base
alle norme del testo unico di pubblica sicurezza (T.U.L.P.S) e sono
addette alla vigilanza zoofila e di tutela ecologica: a tali Guardie,
infatti, è attribuito il compito di informazione, vigilanza e intervento
per la tutela degli animali e dell'ambiente. Le guardie per gli illeciti
amministrativi, intervengono direttamente redigendo processi verbali,
comminando sanzioni, sequestrando mezzi illeciti. Ciò è previsto dalle
normative vigenti. Le guardie quali Pubblici Ufficiali od agenti di
Polizia Giudiziaria, nel più vasto campo degli illeciti penali
effettuano, segnalazioni di reato e denunce, in seguito alle quali si
mettono in moto gli interventi delle autorità preposte ai sensi del
codice di procedura penale. Per segnalare un reato contro gli animali o
l’ambiente è possibile contattare il servizio di vigilanza eco-zoofila
di LIDA e WWF scrivendo all’indirizzo e-mail lidacaltanissetta@fastwebnet.it
e guardieambientali@sociwwf.it.
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Lago
Biviere Lentini
iniziato trasferimento acqua
dal Simeto
PALERMO
- E’
iniziato ieri il trasferimento di parte dell’acqua dal fiume Simeto, da
ponte Barca a Paternò al lago Biviere di Lentini.
Un’operazione che consentirà di far aumentare il livello dell’acqua
nell’invaso artificiale del siracusano di circa 865 mila metri cubi al
giorno. L’inizio del trasferimento, che rientra nel programma previsto
dal sistema idraulico Simeto - Lentini, è stato possibile grazie
all’utilizzo, da parte dei Consorzi di bonifica di Catania e Siracusa,
di 3 grandi opere a suo tempo già realizzate: la traversa di ponte
Barca che sbarra il fiume Simeto, l’adduttore ponte Barca - serbatoio
di Lentini, 2 tubazioni di 2,40 metri di diametro per 24 chilometri di
lunghezza, da Nord a Sud della piana di Catania verso Siracusa, che
possono trasportare fino a 24 metri cubi di acqua al secondo e il lago
artificiale di Lentini capace di contenere fino a 130 milioni di metri
cubi di acqua. “In questo modo - spiega l’assessore regionale
all’Agricoltura, Giovanni La Via
- i vantaggi per gli agricoltori, nel periodo estivo saranno rilevanti.
Nella sola zona di Catania, servita dal Consorzio di bonifica etneo, gli
ettari che potranno essere irrigati sono circa 7mila. E poi, grazie al
raggiungimento del limite massimo previsto, il serbatoio avrà una
valenza pluriennale, assicurando l’acqua anche in caso di stagioni più
secche”. Tutte e tre le opere sono state costruite, negli anni, con i
fondi dell’ex Cassa per il Mezzogiorno. Attualmente, rispetto al limite
massimo di 110 milioni di metri cubi stabilito dal Servizio nazionale
dighe, l’invaso di Lentini ne contiene 80 milioni, grazie al contributo
fornito dai torrenti Trigona, Barbagjanni, Zena e Cave. L’utilizzo che
avviene durante il periodo estivo è per uso irriguo da parte dei
Consorzi di bonifica di Catania e Siracusa ed industriale Asi di Catania
e Siracusa. “Il trasferimento di parte delle acque - riprende La Via -
sta avvenendo nel pieno rispetto dei limiti imposti dal Genio civile di
Siracusa, a seguito di un’istruttoria, per conto del ministero
dell’Ambiente, e propedeutica al rilascio della concessione di grande
derivazione di ormai imminente emissione”. Le prescrizioni prevedono che
nel fiume Simeto debba continuare a scorrere un minino deflusso vitale,
che per il mese di gennaio è fissato in 12 metri cubi al secondo circa.
Il periodo nel quale le acque possono essere deviate è quello invernale,
da novembre a marzo. Fino a ieri, però, non era stato possibile avviare
il trasferimento perché a novembre non c’era l’affluenza minima, mentre
a dicembre le numerose piene avevano reso le acque molto torbide e
quindi inutilizzabili e dannose per le infrastrutture irrigue.
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Regione: Piano assetto
idrogeologico del Simeto
PALERMO
- La giunta regionale siciliana, presieduta
da Raffaele Lombardo, ha approvato ieri il Piano stralcio per l'assetto
idrogeologico del fiume Simeto. L'obiettivo è quello di aggiornare solo
la parte del Piano che riguarda Pantano d'Arci, territorio in cui è
localizzata l'area di sviluppo industriale di Catania. Il piano
stralcio è una disposizione transitoria, in attesa che, nei prossimi
mesi, gli uffici dell'assessorato regionale al Territorio e Ambiente
procedano alla revisione dell'intero Piano per l'assetto idrogeologico
del bacino del Simeto che, per la cronaca, è stato approvato nel
settembre del 2006. “Con questo provvedimento - sottolinea l'assessore
regionale al Territorio e Ambiente, Pippo Corbello - il governo della
Regione viene incontro alle esigenze manifestate dal mondo
dell'imprenditoria catanese. Si tratta di una scelta delicata che
abbiamo adottato con il supporto dell'università di Catania e dei
tecnici che operano negli uffici dell'assessorato al Territorio”.
All'aggiornamento del Piano di bacino del Simeto si è arrivati grazie
anche alla disponibilità di ulteriori dati idropluviometrici e
all'aggiornamento dei dati morfometrici dei corsi d'acqua presenti nel
territorio. A ciò si sono aggiunte le continue segnalazioni circa la
particolare situazione in cui è venuta a trovarsi l'area di sviluppo
industriale di Catania dopo la pubblicazione del Piano di assetto
idrogeologico del Simeto. Tale classificazione, ritenuta necessaria alla
luce delle valutazioni idrogeologiche e idrauliche effettuate, ha
determinato l'impossibilità di utilizzare i terreni che ricadono
nell'area di Pantano d'Arci. “La consapevolezza delle notevoli
limitazioni nello sviluppo delle attività industriali esistenti nella
zona di Pantano d'Arci, con i conseguenti danni economici indotti - si
legge nella relazione tecnica che accompagna il provvedimento approvato
dalla giunta - ha pertanto suggerito ai tecnici dell'assessorato al
Territorio e Ambiente di procedere ad un parziale aggiornamento del
Piano di assetto idrogeologico del Simeto”. Il provvedimento adottato
ieri dalla giunta si avvale di uno studio effettuato dal dipartimento di
Ingegneria civile e ambientale dell'Università di Catania. Si tratta di
un'analisi sulla pericolosità idraulica, con riferimento a possibili
esondazioni che potrebbero verificarsi nella zona di Pantano d'Arci. Lo
studio, eseguito dall'Università di Catania, è stato commissionato dal
Consorzio per l'area di sviluppo industriale (Asi) della città etnea. Lo
studio giunge alla conclusione che, nella situazione attuale, l'intero
tratto del Simeto tra la confluenza del fiume Dittaino e la foce non è
interessato da gravi esondazioni. Lo stesso studio precisa, inoltre, che
“i volumi di esondazione dei fiumi Dittaino e Gornalunga, espandendosi
in destra idraulica del Simeto, non possono naturalmente interessare il
territorio dell'area industriale”. Il lavoro si sofferma pure sull'esondazione
che potrebbe verificarsi sul Simeto, in contrada Maniace: evento,
questo, si legge sempre nella relazione, che potrebbe “interessare
l'area industriale in modo smorzato, senza generare pericoli”. Nella
relazione si sottolinea che la revisione del Piano stralcio del Simeto
richiederà un notevole impiego di tempo e di personale. Tempi tecnici
“non compatibili con le necessità dell'area di sviluppo industriale,
attualmente penalizzata dal vincolo imposto dal Piano di assetto
idrogeologico del Simeto”. Da qui l'esigenza di una riperimetrazione
transitoria che anticipi la revisione del Piano stralcio di bacino. “In
considerazione delle forti ricadute economiche che il vincolo imposto ha
avuto ed ha tuttora sullo sviluppo delle attività industriali presenti
nell'area di Pantano d'Arci - si legge sempre nella relazione che
accompagna il provvedimento approvato dalla giunta - l'assessorato al
Territorio e Ambiente, in via del tutto transitoria, ritiene opportuno
riperimetrare la pericolosità attualmente prevista nell'area, nelle more
della revisione del Piano stralcio di bacino per l'assetto idrogeologico
del Simeto”. Non mancano le prescrizioni. “Nell'area di Pantano d'Arci -
si legge sempre nella relazione di accompagnamento alla delibera varata
dalla giunta - esistono problemi di alluvionamento dovuti principalmente
all'insufficienza idraulica dell'esistente rete di drenaggio la cui
manutenzione non viene effettuata nei tempi e nei modi necessari”. Da
qui l'invito dell'assessorato al Territorio e Ambiente, rivolto ai
“soggetti preposti” (Genio civile, Comune, Consorzio Asi, ecc), ad
effettuare “la manutenzione ordinaria e straordinaria di tutti i canali
di drenaggio esistenti nell'area di Pantano d'Arci”. Idem per “gli
interventi, strutturali e no” che si renderanno necessari”, compresi
quelli di “messa in sicurezza” per mitigare “i livelli di rischio
atteso” e di “pericolosità esistenti”.
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CALTANISSETTA
– Cani maltrattati: 2 condannati. Si tradda di 2 nisseni,
S.T.T. 57enne e L.D.U. 78enne, sono stati condannati dal
Tribunale di Caltanissetta al pagamento di una pena pecuniaria per
il reato di “detenzione incompatibile di animali” ai sensi dell’art.
727 del Codice penale. I due individui furono denunciati
all’Autorità giudiziaria dalle Guardie eco-zoofile di LIDA e WWF che
avevano avviato le indagini, essendo loro riconosciute i poteri di
polizia giudiziaria, coordinate dalla Procura nissena.
Le
Guardie eco-zoofile, lo scorso giugno, effettuarono un sopralluogo
presso una veranda in un condominio in città, dove risultava
detenuto da anni 1 cane di piccola taglia, privo di microchip ed
iscrizione all’anagrafe canina. I proprietari avevano traslocato
lasciando l’animale abbandonato a se stesso, fra feci ed urine
essiccate, esposto al sole senza cibo ed acqua. Gli agenti zoofili
hanno sequestrato il cane, rifocillandolo e prestando le cure del
caso, e deferito S.T.T. alla Procura consegnando un fascicolo di
indagini e prove.
Il
P.M. convalidò il sequestro e le indagini esperite dalle Guardie
eco-zoofile ed ha richiesto la punizione del responsabile al Giudice
delle indagini preliminari del Tribunale di Caltanissetta, che ha
emesso il decreto penale di condanna. Le indagini delle Guardie LIDA
e WWF, nel secondo caso, presero avvio nell’ottobre dello scorso
anno: in un fondo agricolo di contrada Serra dei Ladroni a
Caltanissetta. 1 pensionato teneva 3 cani adulti ed almeno 2
cuccioli in pessime condizioni igieniche, legati con catene corte e
provvisti di cucce luride. Le guardie, nel corso di diverse
ispezioni, accertarono che gli animali versavano in evidente
sofferenza ed erano malnutriti, tanto che dopo poche settimane
alcuni sparirono perché probabilmente morti di stenti. Le indagini
di polizia giudiziaria degli Agenti giurati di LIDA e WWF, anche in
questa circostanza, sono state accolte dal Pubblico Ministero ed
hanno portato ad un altro decreto penale di condanna del GIP.
“Queste condanne sono le prime a Caltanissetta per fatti simili dopo
l'entrate in vigore della L. 189/04 che ha rivoluzionato il sistema
di tutela penale degli animali, affrontando per la prima volta il
problema della detenzione di cani in condizioni intollerabili –
affermano Salvatore Colonna ed Ennio Bonfanti, responsabili dei
Nuclei provinciali delle Guardie giurate di LIDA e WWF - Una pratica
diffusissima nelle campagne è quella di legare perennemente a catene
corte i cani da guardia, con cucce inadeguate : fusto di metallo od
un serbatoio di eternit poggiati a terra e senza alcuna cura; in
città invece troppi animali vengono rinchiusi nei garage, al buio e
senza contatto umano, o confinati nei balconi condannati a
sopravvivere in spazi angusti. Speriamo che le condanne di oggi
inducano molti proprietari irresponsabili a cambiare immediatamente
le modalità di detenzione degli animali, essendo passibili di
sanzioni penali”. Sono già diverse le indagini di polizia
giudiziaria che le Guardie eco-zoofile stanno conducendo in stretta
collaborazione con la Procura di Caltanissetta, presso la quale vi è
grande attenzione verso il contrasto agli illeciti contro gli
animali.
Le
Guardie Giurate della LIDA e del WWF rivestono la qualifica di
Pubblici Ufficiali, agenti di Polizia Amministrativa e, nei casi
previsti, di agenti di Polizia Giudiziaria; esse operano in base
alle norme del testo unico di pubblica sicurezza (T.U.L.P.S) e sono
addette alla vigilanza zoofila e di tutela ecologica: a tali
Guardie, infatti, è attribuito il compito di informazione, vigilanza
e intervento per la tutela degli animali e dell'ambiente.
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3milioni
€ da Regione
a Consorzio Catania
per reti irrigue
PALERMO – Per reti irrigue 3 milioni € sono stati finanziati dalla
Regione al Conzorzio di Catania: 3 i lavori. Si tratta di somme che
serviranno per la ricostruzione delle centrali di sollevamento a
servizio delle reti irrigue "Cavazzini II Area Due e Tre" a Ramacca
(876mila euro); ricostruzione del nuovo impianto elettrico della
centrale di sollevamento a servizio della rete irrigua Gerbini III
sempre a Ramacca (949mila e 600 euro); costruzione dell'adduttore
irriguo Gerbini - Magazzinazzo e completamento del sistema di
impermeabilizzazione della vasca di compenso da 144.000 metri cubi a
Paternò (1,195 milioni). Tutto si inquadra nel via libera ad un piano di
finanziamenti per le reti irrigue siciliane. L’assessore regionale
all’Agricoltura, Giovanni La Via, ha firmato il provvedimento che destina 9,2 milioni di
euro, di risorse comunitarie e nazionali, a 13 interventi di
manutenzione sparsi in tutta l’Isola, Sei i Consorzi di bonifica
coinvolti (Agrigento, Caltagirone, Catania, Messina, Palermo e Siracusa)
più l’Agenzia regionale per i rifiuti e le acque. “Si tratta di piccoli
interventi - spiega La Via - ma essenziali per il completamento delle
reti irrigue e quindi fondamentali per gli agricoltori siciliani.
Abbiamo deciso di non procedere al finanziamento di nuove opere, ma di
sistemare quelle già esistenti, per evitare perdite di acque e quindi
migliorare il servizio di irrigazione”. “Gli interventi finanziati -
afferma il dirigente generale del Dipartimento Interventi
Infrastrutturali dell’assessorato, Dario Cartabellotta - sono già tutti
dotati di progettazione esecutiva e quindi entro la fine dell’anno si
potrà procedere con le gare d’appalto che verranno esperite direttamente
dai Consorzi e dall’Agenzia per i rifiuti e le acque.” Quattro i
progetti finanziati al Consorzio di Agrigento: adeguamento della
rete di distribuzione del "Distretto G" a Bivona (315mila euro);
adeguamento della rete di distribuzione dei subc-omprensori "Arancio" a
Sambuca di Sicilia e "Basso Belice" a Castelvetrano, in provincia di
Trapani (325 mila euro); adeguamento dei sistemi di misura e controllo
nel comprensorio "Garcia-Arancio-Castello" a Sambuca di Sicilia, Menfi,
Ribera e Castelvetrano (320mila euro); rifacimento di alcuni tronchi
degli adduttori e ammodernamento dei sistemi di misura a servizio della
rete di distribuzione "Piana Magone" a Ribera (310mila euro). Due gli
interventi al Consorzio di Caltagirone, in provincia di Catania:
ammodernamento della centrale di sollevamento - V lotto - a Caltagirone,
Grammichele e Mineo (850mila euro); maanutenzione straordinaria della
centrale di sollevamento - IV lotto – a Palagonia, Grammichele, e Mineo
(650mila euro). Al Consorzio di Messina finanziata la
manutenzione straordinaria e il completamento della rete irrigua
dell'impianto “S. Paolo” a Francavilla di Sicilia (270mila euro). Al
Consorzio di Palermo si procederà al miglioramento dell'efficienza
della rete irrigua del comprensorio irriguo Jato - "I Lotto sollevato" -
nei comuni di Partinico, Balestrate, Borgetto e Trappeto (975mila euro).
A Siracusa l’intervento riguarderà il ripristino degli impianti
di sollevamento della centrale "Mezzabotte"(1,282 milioni). Ultimo
progetto quello dell’Agenzia per i rifiuti e le acque con il quale
avverrà la manutenzione straordinaria, con lavori urgenti di
consolidamento della vasca di Pizzi della Croce a Ribera (900mila euro).
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Sede
distaccata a
Catania
dell'ufficio di gabinetto dell'Industria
L'assessore regionale all'Industria ha disposto
l'apertura a Catania di una sezione distaccata dell'ufficio di gabinetto
dell'assessorato, nella sede distaccata di via Artale Alagona 39."Ho deciso questo decentramento dell'ufficio di gabinetto - spiega
l'assessore - per venire incontro alle esigenze degli
industriali della Sicilia orientale. Un segnale di attenzione verso una
parte consistente del sistema produttivo dell'isola. Gli industriali
potranno rivolgersi allo staff per ogni tipo di esigenza per la quale
hanno necessità di comunicare con l'assessore. Un'iniziativa a costo
zero per l'amministrazione, perché verranno coinvolti i componenti del
mio staff originari di Catania".
Siena
- Il
Consiglio di Amministrazione di “Monte dei Paschi di Siena Leasing &
Factoring, Banca per i Servizi Finanziari alle Imprese S.p.A.”,
presieduto da Massimo Bernazzi, ha nominato oggi direttore generale, con
decorrenza dal 1° gennaio 2010, Luigi Macchiola
,
già vicedirettore generale vicario di Mps L&F. Macchiola sostituirà
Gianfranco Antognoli, cessato dall’incarico per raggiunti limiti di età.
Il Consiglio di Amministrazione di Mps L&F ha ringraziato Antognoli per
le doti umane e le capacità professionali dimostrate durante il mandato,
che hanno assicurato alla Banca sviluppo e crescita significativi
permettendo all’azienda di collocarsi ai vertici dei rispettivi mercati
nazionali di riferimento. Al neo direttore gli auguri di buon lavoro
dalla redazione dell’INFORMATORE di Sicilia.
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