Mentre scrivo la Chiesa di Sant’Alfio si
sta riempiendo di gente che assisterà ai funerali del dottor
Giuseppe La Pira
.
Ci sarà gran parte della città, alla messa ed al corteo. E molti
dei presenti rivolgeranno a lui l’ultimo saluto chiamandolo
Pippo e non Giuseppe. Mi dispiace non esserci. Dal punto di
vista personale non avrei nessun obbligo, ma come cittadino
lentinese mi sento molto in debito con lui. Ha dato molto alla
Città. È stato protagonista di molti momenti importanti per
Lentini ed al centro di situazioni cruciali: il Centro Studi, il
Premio Lentini, la FUCI, l’Archeo Club. Ma personalmente gli
sono molto grato per quello che di questa Città ha osservato, ha
raccontato, ha divulgato. Per avere raccontato e fatto
conoscere, anche alle generazioni che sono venute dopo ed a
coloro che non avevano avuto l’opportunità di frequentarli,
personaggi come Monsignor La Rosa, Alfio Sgalambro, Carlo Lo
Presti. Fu in contatto, spesso anche amico e talvolta collaborò,
con tutti i personaggi che dal dopoguerra all’altro ieri hanno
avuto ruoli importanti nella città. Ma scrisse di pochi (almeno
rispetto a quelli che conobbe): è evidentissimo che sceglieva di
chi parlare. E la sua selezione era piuttosto chiara: parlava
solo di chi amava Lentini e per essa si era impegnato tutta la
vita. Perché era a questo che credeva più di ogni altra cosa:
che erano apprezzabili e degni di stima e di rispetto i
cittadini che vedevano la loro Città come l’anziana madre da
accudire, da rispettare, da amare, da abbellire, da valorizzare.
Perché lui, Pippo La Pira, era così. Un grande Maestro di amore
filiale per Lentini. Spero ci sia qualcuno in grado di
raccontarcelo, di farcelo conoscere, di parlarci della sua
struggente lentinesità come lui ha fatto egregiamente per tanti
anni per gli altri.
Lentini - I renitenti
siciliani. Sono felice di essere siciliano e italiano.Festeggerò
nel modo più sentito il 150° dell’Unità d’Italia. Mi sembra
giusto, però, e niente affatto dannoso per i festeggiamenti,
ricordare che una intera generazione di giovani siciliani,
nei primi anni dell’Italia unita, fu condannata, dispersa,
massacrata in forza (tremenda, barbarica, disumana forza)
della famigerata Legge Pica. Mi sto riferendo ai giovani
renitenti alla leva obbligatoria. Tutti ventenni che non
avevano idea di cosa potesse essere e a cosa potesse servire
il servizio militare obbligatorio da poco introdotto dal
Governo del nuovo Stato Unitario. Capivano solo che il
servizio militare sarebbe durato cinque anni. Cinque anni
lontano da casa e dagli affetti per una causa che nessuno
aveva loro spiegato. A migliaia si diedero alla macchia. Lo
Stato Unitario, con la Legge Pica, li equiparò ai Briganti
dell’Italia peninsulare e come tali li perseguitò. Ma erano
solo ragazzini spaventati e disarmati. Per quei miei
antenati innocenti non chiedo né risarcimenti, né mea culpa,
né monumenti. Chiedo solo che siano ricordati.
Guglielmo Tocco guglielmotocco@ymail.com
Caro Ignazio, grazie a te e a L’Informatore di Sicilia, un
mio vecchio amico con cui ci eravamo persi di vista, è
riuscito a rintracciarmi e a ridarmi la gioia della sua
amicizia. Si tratta del grande pittore Oscar Carnicelli e in
poche battute, tuo tramite, mi ha riportato alla memoria
ricordi e sensazioni dolcissime All’amico Ignazio mando un
grande ringraziamento e un abbraccio ancora più grande, al
direttore La Pera manifesto il mio apprezzamento per una
testata che si proietta ben oltre Lentini, e che è punto di
riferimento naturale per chi cerca informazioni o persone
della nostra città. Ciao, Ignazio, ad maiora.
Guglielmo
Tocco
Sono lieto che tramite L’INFORMATORE di Sicilia
Guglielmo abbia trovato un Suo caro e vecchio amico dei
tempi giovanili, sono io a ringraziarLo per avermi dato
questa gioia. i.l.p.
Saracinesca abbassata…..
Un grazie e tanti auguri a Luigi Lo Re
di Guglielmo Tocco
Lentini- Da qualche giorno in via Garibaldi c’è un
negozio in meno. Lo studio fotografico di Luigi Lo Re
.
Per molti è successo “solo” questo. Un negozio (io continuo a
chiamarlo così, ma sbaglio: da noi il negozio di un fotografo è
uno “studio”) che ha cessato l’attività. Fisiologico. Ma per
tanti, tantissimi altri, quello che non c’è più era un luogo
importante: luogo di incontro, di appuntamenti, di ricordi. Per
tanti dire “vediamoci da Lo Re” era come dire “vediamoci alla
villa” o “vediamoci a tale bar”. E non da qualche anno, ma da
quarantacinque anni a questa parte. Un’istituzione, come si
dice. Agli inizi fu “Lorelan”, dove la Lan stava per Lanteri, il
noto Franco, anche lui apprezzato ed amato da tutti i lentinesi.
In quegli anni le macchine fotografiche non erano molto diffuse,
così i due giovani fotografi (entrambi cresciuti alla scuola del
mitico Orazio Cimino) venivano chiamati ad immortalare tutti i
momenti pubblici e privati di una certa importanza. Anche molti
giornalisti si rivolgevano a loro. Mi viene in mente una loro
splendida fotografia degli scontri tra polizia e braccianti nel
famoso sciopero del dicembre 1966, pubblicata sulla prima pagina
del Corriere di Sicilia a corredo di un magistrale articolo di
Carlo Lo Presti. Già da allora lo studio era punto di incontro
dei giovani più in vista di Lentini. Da osservatore, più che da
frequentatore, mi ricordo di alcuni personaggi che colpivano la
fantasia di noi più giovani: Pippo ed Elio Cardillo, il cantante
Nuccio Vilona, in arte Tony Vilon, l’irresistibile Pippo Saccà
(chissà dove si trova). Quando i due amici si separarono e lo
studio di fronte alla villa Gorgia rimase al solo Lo Re,
l’aspetto - diciamo così – sociale del negozio si accentuò. Il
carattere dolce, il perenne sorriso, l’inimitabile e bonaria
ironia di Luigi per oltre tre decenni ha attratto molti
appassionati di fotografia (dal prof. Emilio Mirisola all’ing.
Franco Vacanti, al prof. Mario Cormaci) ma anche molti politici
di sinistra (Luigi Boggio, Armando Anzaldo, Pippo Moncada, Santo
Ragazzi, Ferdinando Leonzio, …) e personaggi un po’ strani.
Credo che non ci sia lentinese che non abbia notato, almeno una
volta, davanti al negozio, ora un gruppo ora un altro di persone
intente a discutere animatamente di problemi, idee, soluzioni,
speranze e delusioni riguardanti la città. Tra le tante, una
presenza quasi fissa, quella di Enzo Ferraro, e con lui sempre
qualcuno della sua compagnia (Cavalieri, Polopoli ecc.). Luigi
Lo Re ha “chiuso bottega” mentre è ancora in splendida forma. E
gli auguriamo ottima vita anche da pensionato. Ma mentre lui
conserva il suo sorriso sornione, quella saracinesca abbassata
genera un po’ di tristezza e molta nostalgia. Ma c’è ancora
qualcosa da dire: situazioni di questo tipo non nascono per
caso. Nascono quando da parte del padrone di casa c’è
disponibilità, socialità, vocazione ai rapporti umani. Ma,
soprattutto, quando questi ha la consapevolezza che mettere un
“posto” a disposizione, direi, della città è un modo molto
efficace di aggiungere qualcosa alla propria comunità. Credo sia
sempre così. Che sia stato così per Luigi Lo Re ne sono più che
certo. C’è un modo per dirgli grazie. Nel giro di un paio di
settimane organizzeremo un incontro pubblico in un locale da
definire (quanto ci manchi, Antico Lavatoio!) durante il quale
consegneremo a Luigi una pergamena con le firme di tutti i
presenti. Sarà anche una bellissima occasione per raccontare
coralmente quarant’anni di storia lentinese così com’è stata
vista da quel particolare punto d’osservazione. Chi vuole
aderire, può farlo attraverso il giornale o il sito in cui legge
queste righe. Guglielmo Tocco
Fondazione
Pisano diventa "onlus..."
rispetto "volere
testamentario"
di Guglielmo Tocco
Il Consiglio Comunale di Lentini si è
per deliberare, tra l’altro, anche lo statuto e poi il nuovo
Consiglio di Amministrazione della Fondazione Pisano. Non so chi
sarà chiamato a farne parte. Speriamo vada tutto bene e che
presto la Fondazione riprenda la sua attività. Da cittadino lentinese, però, spererei che i nuovi amministratori facessero
“qualcosina” di più per fare conoscere, ricordare e onorare la
persona che lasciò tutti i suoi beni al Comune di Lentini perché
le rendite di tali beni fossero destinate a borse di studio per
gli studenti bisognosi e meritevoli della Città. Penso ad un
librettino, ad un documentario, all’intestazione di una via
cittadina o di una scuola, all’erezione di una statua o ad una
targa in marmo nell’androne del Comune. I confronti sono sempre
incongrui, irrispettosi, crudeli, ma, credete che l’ing.
Vincenzo Pisano abbia fatto per questa Città molto meno di un
rispettabilissimo preside a cui è intestata una scuola cittadina
o di un giovane caduto in Iraq, o di uno studioso di statistica
a cui è intestata una via? Non ho nulla da opinare sulle scelte
che ho citato e su tante altre che non cito, ma mi chiedo perché
non considerare l’ing. Vincenzo Pisano degno della stessa
attenzione. Tra l’altro, onorando lui come merita,
automaticamente si onorerebbe il gesto: quello di donare
qualcosa alla propria Città. E questo, teoricamente, potrebbe
rappresentare motivo di emulazione da parte di altri. Non posso
pensare e non penso affatto che il problema sia proprio questo:
che la cultura del “dare” alla propria città strida troppo e,
quindi, evidenzi oltre il desiderato la cultura del “prendere”
dalla città molto in voga di questi tempi. L’ing. Vincenzo
Pisano nacque a Lentini nel 1876. Emigrò a 16 anni, dopo
un’infanzia durissima. Per mantenersi agli studi fece
innumerevoli disparati mestieri. Si laureò in ingegneria
ferroviaria ed iniziò la sua carriera come funzionario del
Ministero dei Trasporti. Gradino dopo gradino diventò capo del
dipartimento dei trasporti e Direttore Generale dei Trasporti.
Nel 1968, a 92 anni e pochi mesi prima di morire, redasse a
Nervi il testamento che tra l’altro diceva: “… lascio il
patrimonio e la rendita del mio patrimonio, costituito dagli
immobili di via Capoluogo, n. 32, 34, 36 con relativi terreni,
per erogazione di borse di studio a studenti meritevoli e
bisognosi delle classi superiori.”
Il comitato Antico
Lavatoio,
avendo preso atto, con soddisfazione, che l'Amministrazione
Comunale sta facendo tutti i passi necessari per la
ricostruzione dell'Antico Lavatoio di via Focea e
dell'Auditorium annesso, non ritiene opportuno dare vita ad
iniziative atte ad esercitare pressione sul Comune e sulla
cittadinanza. Ma non vuole correre il rischio che, parlandone
poco, si produca l'effetto opposto, cioè quello di lasciare
credere che il problema non sia urgente e importante per la
Città. Ha pensato, pertanto, di dare vita ad una serie di
iniziative culturali ed artistiche da svolgersi da novembre a
giugno proprio per evidenziare quanto sia necessario per la
città un luogo di incontro. La serie di iniziative si chiama
"Oggi qui, domani là: eventi itineranti in attesa del lavatoio".
Il primo appuntamento è per il 9 novembre presso il Liceo
Classico, gli altri in luoghi sempre diversi della città. Guglielmo
Tocco
Lentini
– 160 poeti alla 2a edizione del San Valentino in poesia, sabato
pomeriggio, all’Odeon – Lo Presti. La festa di San Valentino di
Lentini, per la dodicesima volta si rinnoverà con la poesia, di
incontro. I 160 rimatori d’amore si sono dati appuntamento,
alle 17 in punto, all’Odeon Lo Presti per leggere le proprie
poesie ad un pubblico che, come al solito, si prevede folto. E
sarà, come e più che in passato, la festa dell’intera città. Per
la 12° edizione, oltre all’amministrazione comunale, partecipano
all’iniziativa: la Fondazione Pisano, il Liceo Classico
“Gorgia”, il Liceo Scientifico “Elio Vittorini”, l’Unitrè, la
Federcasalinghe, l’Assessorato provinciale alla Pubblica
Istruzione ed alcune aziende private. Immancabile l’ideatore :
il conduttore la serata Guglielmo Tocco, che ha promosso la
manifestazione. Guglielmo Tocco propone le poesie ed i poeti con
l’ausilio di due giovani presentatori: Martina Martines e Nicolò
Lasciato. Tra gli ospiti è prevista la presenza dell’attore e
regista Gianni Anzalone, del musicista e pittore tunisino Ramzi
Harrabi, del dicitore Pippo Galatà, del tenore Tino Incontro,
della violinista Erika Ragazzi, del gruppo di musica etnica I
Sikania. Sono previsti vari collegamenti in video conferenza con
poeti d’Italia, e da diverse parti del mondo. “Ma i veri, grandi
protagonisti – dice Guglielmo Tocco -saranno, come sempre, loro,
i poeti giovani e anziani, studenti e lavoratori, colti ed
analfabeti, in lingua e dialettali provenienti da cento città
siciliane e decine di città d’Italia e dell’estero”. Molto
attesi un foltissimo gruppo di studenti dei due licei e la
nutritissima rappresentanza di poeti dialettali. A fine serata,
come da tradizione, il sindaco di Lentini, Alfio Mangiameli, e
l’assessore alla cultura, Angelo Maenza, doneranno a tutti i
presenti una copia dell’antologia che raccoglie le poesie
presentate nell’anno 2008, un prezioso libro di 176 pagine dal
titolo “Le tue parole le ho regalate al vento”.