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CATANIA -  Fiamme Gialle etnee sequestrano tonno non commestibile a porticciolo Ognina e mercato. I finanzieri del comparto aeronavale hanno sequestrato 250 Kg. di tonno nel mercatino domenicale del porticciolo di Ognina e 130 Kg. al MAAS. Lo scorso 14 giugno i militari della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Catania, nell’ambito di un’attività mirata al controllo sulla filiera della pesca con particolare attenzione al commercio illegale, hanno effettuato un sequestro di tonno rosso (Thunnus Thinnus) per un totale di 250 chilogrammi privo di tracciabilità. Le Fiamme Gialle, tra i banchi del tradizionale mercatino domenicale presso il porticciolo di Ognina hanno rinvenuto parte del prodotto ittico, privo di etichettatura e documentazione che ne attestasse la tracciabilità.  I Baschi Verdi hanno anche  trovato un tonno di 130 chilogrammi avvolto in una coperta tenuto senza il rispetto delle più elementari norme igieniche ed in cattivo stato di conservazione, abilmente occultato sotto un vecchio fugone stazionante nel vicino parcheggio. I Finanzieri hanno dunque sottoposto a sequestro quanto complessivamente recuperato e conseguentemente sanzionato i due trasgressori possessori del pescato.  I  militari della Sezione Operativa Navale, all’alba di ieri a seguito di un accertamento presso i Mercati Agro Alimentari Sicilia (M.A.A.S.), hanno proceduto ad un ulteriore sequestro di circa 130 Kg di tonno rosso. I tutori dell’ordine, transitando per il parcheggio adiacente l’area del mercato ittico, si sono imbattuti su un carrello apparentemente abbandonato contenente n. 3 tranci di tonno rosso. Le informazioni assunte dai presenti non hanno permesso di individuare i trasgressori. Il pescato ormai riposto in tranci nelle cassette veniva sottoposto a sequestro. L’operazione delle Fiamme Gialle etnee si inquadra nell’ambito di costanti attività svolte nell’ultimo periodo che hanno consentito di sequestrare fino ad oggi circa 2 tonnellate complessive di tonno sottratto al commercio illegale. Gli esemplari sequestrati dopo essere stati visionati dai veterinari dell’Asp di Catania sono stati dichiarati non destinabili al consumo umano e consegnati in discarica per la distruzione.

BIANCAVILLA  CTGdF sequestra 2 ambulanze private irregolari e denuncia gestore. I Finanzieri del Comando Provinciale di Catania, nell’ambito del dispositivo di contrasto ai traffici illeciti realizzati lungo le rotabili in provincia, hanno sequestrato 2 ambulanze irregolari e denunciato all’Autorità Giudiziaria il titolare di una ditta individuale di Biancavilla proprietaria dei mezzi. I militari della Compagnia Guardia di Finanza di Paternò, a seguito di mirata attività di intelligence economico-finanziaria, nel corso di un apposito posto di blocco hanno sottoposto a controllo 1 delle 2 ambulanze mentre rientrava in sede dopo che aveva eseguito il trasporto di un malato. Le attività esperite dai Finanzieri hanno   subito fatto rilevare l’assenza delle autorizzazioni di settore prescritte dalla normativa regionale che regolamenta tale tipologia di trasporto professionale. Gli approfondimenti proseguiti presso la sede dell’impresa hanno permesso di accertare che nella disponibilità del titolare vi era un altro mezzo di trasporto che presentava le medesime irregolarità di quello fermato su strada. I Baschi Verdi hanno rilevato che  entrambe le ambulanze operavano sprovviste delle necessarie dotazioni di attrezzature sanitarie di bordo (quale il defibrillatore semi automatico), impiegavano durante i trasporti personale sprovvisto delle necessarie abilitazioni professionali ed infine circolavano senza essere state sottoposte alla revisione annuale. Il titolare della ditta individuale è risultato noto alle Forze di Polizia poiché rinviato a giudizio nell’ambito della nota inchiesta condotta dalla Procura etnea sulle cosiddette “ambulanze della morte” che operavano in territorio di competenza dell’ospedale di Biancavilla. Le  Fiamme Gialle, al termine delle attività, hanno sottoposto a sequestro le due ambulanze e denunciato all’Autorità Giudiziaria il titolare dell’impresa che svolgeva la propria attività in assenza delle necessarie autorizzazioni sanitarie. I finanzieri  stanno svolgendo un controllo fiscale nei confronti della ditta individuale impiegando  i militari della Compagnia di Paternò, per l’accertamento di regolare tenuta della contabilità.


CATANIA Guardia Finanza sequestra oltre 10 tonnellate hashish su motonave estera, arrestati equipaggio e capitano. I finanzieri del Gruppo Aeronavale di Messina e del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Palermo, con la collaborazione del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, hanno portato a conclusione, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica – DDA della città etnea e con il costante supporto delle Fiamme Gialle del Comando Provinciale e della Sezione Operativa Navale di Catania, un’operazione volta a contrasto del traffico internazionale di stupefacenti. Le Fiamme Gialle hanno sequestrato oltre 10 tonnellate di hashish ed un ex peschereccio oceanico battente bandiera dei Paesi Bassi, denominato “QUEST” ed arrestato nove persone di equipaggio. Le misure adottate nella flagranza del reato sono state convalidate dal GIP del Tribunale di Catania il 6 giugno. L’attività si inquadra in una più ampia azione investigativa di respiro internazionale denominata “Libeccio International”, nel cui ambito la Direzione Centrale dei Servizi Antidroga del Ministero dell’Interno svolge la funzione di raccordo informativo e di attivazione della cooperazione internazionale. La nave, monitorata dai mezzi aeronavali della Guardia di Finanza per oltre 40 ore, è stata abbordata a circa 130 miglia dalla Sicilia sud – orientale una volta ottenuta l’autorizzazione del Paese di bandiera. I dettagli dell’importante operazione illustrati dagli investigatori nel corso di una conferenza stampa, alle ore 10.30 del 7 giugno 2018, a bordo di una unità navale della Guardia di Finanza ormeggiata presso la banchina n. 25 del porto di Catania. L’attività è il risultato di una attenta analisi delle rotte seguite dall’imbarcazione che, dopo essere partita da Malta ed essersi diretta verso lo stretto di Gibilterra, tra il Marocco e l’Algeria ha eseguito, con l’ausilio di potenti gommoni oceanici, il trasbordo del carico proveniente dalla terraferma. L’esame dei tracciati e l’acquisizione di ulteriori elementi sul conto del natante hanno consentito di ipotizzare il coinvolgimento della “QUEST” nel traffico internazionale di stupefacenti e pertanto sono stati inviati sul posto due unità navali d’altura ed un elicottero della Guardia di Finanza per controllarne i movimenti. L’osservazione diretta e alcune incoerenze nelle risposte ricevute a precise richieste formulate via radio dai finanzieri, avvalorate come tali dall’attività di analisi svolta dal Comando Operativo Aeronavale, hanno consolidato i sospetti. E’ stata quindi coinvolta la Direzione Centrale dei Servizi Antidroga del Ministero dell’Interno che ha assicurato la cooperazione internazionale per la richiesta di abbordaggio alle Autorità olandesi (in virtù dell’articolo 17 della Convenzione di Vienna), alimentando i riscontri informativi su nave ed equipaggio. Questi ultimi hanno permesso di inquadrare il contesto operativo in una più ampia attività investigativa di respiro internazionale denominata “Libeccio International”.


RIPOSTO CT  -  GdF Catania,  sequestra 43kg marijuana galleggiante in mare. I militari del Comando Provinciale di Catania, con l’apporto dei Reparti Aeronavali etnei della Guardia di Finanza, hanno sequestrato 43 Kg di marijuana trasportati dal mare sul litorale ionico di Riposto (CT). Il sequestro della sostanza stupefacente è scaturito con l’intensificazione del controllo economico del territorio eseguita dalle Fiamme Gialle etnee nelle aree particolarmente sensibili ai traffici illeciti, lungo il tratto costiero ed in specifici punti di accesso alle zone portuali.   Una  pattuglia della Compagnia di Riposto, nel corso di una perlustrazione del litorale che da Torre Archirafi conduce al Porto di Riposto, ha avvistato dalla strada costiera un voluminoso involucro che galleggiava in mare in vicinanza degli scogli. I militari insospettiti, nonostante le condizioni meteo avverse, sono riusciti a recuperare il pacco che, una volta aperto, è risultato contenere 4 buste trasparenti sottovuoto con all’interno una sostanza vegetale, del peso di circa 21 kg, che da successiva analisi qualitativa è risultata essere marijuana. I Finanzieri hanno informato la Procura della Repubblica di Catania delle particolari circostanze del rinvenimento.  Le Fiamme Gialle  contestualmente hanno  chiesto il tempestivo intervento di una vedetta della Sezione Operativa Navale di Catania e di un elicottero della Sezione Aerea di Manovra di Catania – Fontanarossa. I finanzieri hanno attivato una ricognizione ampia del litorale che da Riposto conduce a Fiumefreddo di Sicilia. I miliatari, dopo alcune ore, con l’ausilio della speciale strumentazione di bordo, l’elicottero delle Fiamme Gialle ha individuato, nella zona di scogli compresa tra Praiola e Torre Archirafi,  località del Comune di Riposto(CT),  un altro pacco sospetto che, recuperato dalle pattuglie a terra, è risultato contenere, confezionati nello stesso modo del primo, ulteriori 22 kg di marijuana. L’intera sostanza stupefacente sequestrata avrebbe fruttato, nella vendita al dettaglio, oltre 260 mila euro.


CataniaGdF coi cinofili sequestra 1,8kg marijuana, corriere in manette a casello autostrada. I Finanzieri del Comando Provinciale di Catania hanno tratto in arresto, negli spazi antistanti il casello autostradale di Giarre (CT), un soggetto catanese che stava trasportando 1,8 kg di marijuana. Il sequestro della sostanza stupefacente e l’arresto del corriere sono scaturiti dall’intensificazione del controllo economico nel territorio eseguita dalle Fiamme Gialle etnee. I militari hanno ispezionato aree particolarmente sensibili ai traffici illeciti  e specifici punti di accesso alla città.  I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria di Catania, ieri, assistiti da una unità cinofila, hanno sottoposto a controllo una Fiat Punto all’uscita del casello autostradale di Giarre. Il guidatore, G.B. 61enne già noto (possesso ingiustificato di valori, porto abusivo di armi, estorsione e furto), sin dalle prime domande di rito poste dai Finanzieri, ha palesato chiari segni di nervosismo. L’attività ispettiva, anche grazie al fiuto del pastore tedesco “Zaro”, ha consentito di rinvenire, nei vani delle portiere posteriori dell’auto, 4 buste trasparenti sottovuoto contenenti una sostanza vegetale. La merce da analisi qualitativa successivamente eseguita è risultata essere marijuana. Lo stupefacente sequestrato, destinato al mercato etneo, avrebbe fruttato, nella vendita al dettaglio, oltre 18.000€. La  Procura Distrettuale della Repubblica, è stata informata ed il corriere, nato a Catania e con dimora a Mascalucia (CT), è stato tratto in arresto ed accompagnato presso la Casa Circondariale di Catania Piazza Lanza.



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CATANIA

GdF scopre contrabbando sigarette da lentinesi a catanesi in mercati Sicilia orientale: operazione “dirty smoke” 14 misure cautelari


Generale di Brigata Antonino Raimondo Comandante Provinciale Guardia di Finanza Catania


nella foto da sin. Mag. Emilia ALTOMONTE, Gen. B. Antonino RAIMONDO e Ten.Col.Massimiliano PACETTO  

CATANIA Maggiore Emilia ALTOMONTE a comando Gruppo Guardia Finanza Catania. L’ufficiale subentra al Tenente Colonnello Massimiliano PACETTO  il quale ha assunto  l’incarico di responsabile della Sezione di Polizia Giudiziaria presso la locale Procura della Repubblica, dopo la quinquennale esperienza al comando del Reparto operativo. Il Tenente Colonnello Massimiliano Pacetto ha diretto importanti operazioni di servizio, intercettando rilevanti frodi fiscali ed illeciti comportamenti in danno alla Pubblica amministrazione, locale e nazionale. Il Maggiore Emilia Altomonte, originaria di Caserta, laureata in Giurisprudenza e in Scienze della Sicurezza Economico-Finanziaria, è la prima donna alla guida dell’importante Reparto etneo. L’Ufficiale Emilia Altomonte, dopo aver frequentato il 104° corso dell’Accademia (2004-2009), ha comandato la Tenenza - poi Compagnia - di Borgomanero (NO) e, successivamente, dall’estate del 2012, ha retto un’articolazione dell’allora Nucleo di Polizia Tributaria di Roma, dedicata alle verifiche fiscali. Il maggiore Emilia ALTOMONTE, nel periodo dal 2015 al 2019, ha ricoperto l’incarico di comandante della Compagnia - poi Gruppo - di Civitavecchia, in provincia di Roma, conseguendo brillanti risultati di servizio. L’ufficiale dal settembre 2019 ad oggi, è stata impiegata presso l’Ufficio Coordinamento Informativo del II Reparto del Comando Generale del Corpo, maturando una qualificata esperienza in tema di ricerca, raccolta e gestione delle informazioni sensibili nonché in materia di cooperazione internazionale. Il Comandante Provinciale di Catania, Gen. B. Antonino Raimondo, ha ringraziato il Tenente Colonnello Massimiliano Pacetto per l’efficace opera svolta e ha formulato l’augurio di buon lavoro al Maggiore Emilia Altomonte, sottolineando l’importanza e la grande responsabilità dell’incarico assunto.. Gli auguri di buon lavoro all’ufficiale Mag. Emilia ALTOMONTE personali e del giornale per un proficuo lavoro denso di successi.


CATANIA – Guardia Finanza esegue ordinanza GIP per 9 persone invischiate in bancarotta fraudolenta di società costruzioni: 1,8 milioni€. I Finanzieri del Comando Provinciale di Catania appartenenti al Nucleo Economico Finanziario PEF Etneo al comando del T.Col. DIEGO SERRA (VIDEO INTERVISTA) hanno eseguito un’ordinanza con cui il Giudice per le indagini preliminari presso il locale Tribunale ha disposto misure cautelari personali e reali nei confronti, in particolare, di Salvatore FERLITO, sottoposto a indagine, assieme ad altri 8 soggetti a vario titolo coinvolti, per i reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale e preferenziale. Il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Catania, all’esito delle investigazioni svolte dal Nucleo PEF Etneo,  su richiesta della Procura, ha disposto:  gli arresti domiciliari nei confronti dell’amministratore di fatto nonché dominus di tutto il gruppo di società facenti capo a Salvatore FERLITO, indagato per i reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale e preferenziale, unitamente a Marco Giuseppe FERLITO, Sebastiana CONIGLIO, Gregorio D’AGATA, Rosaria FERLITO, Cataldo PIRRELLO, Salvatore LEOTTA e Salvatore DI BELLA, soggetti che hanno a vario titolo ricoperto la carica di amministratore o di componente del CdA della SICULA COSTRUZIONI ovvero della CFC Srl; - il sequestro preventivo dei compendi aziendali della “COMER  COSTRUZIONI Srl”, della “F.C.G. Srl” e della “SCAVIFER Srl” nonché del 60% delle quote della “COMER COSTRUZIONI Srl”, della quota totalitaria della “F.C.G. Srl”. e del ramo d’azienda della “C.F.C. Srl”, per un valore stimato di circa 2 milioni€. Le Fiamme Gialle hanno agito nell’ambito di complesse attività di indagine coordinate dalla Procura della Repubblica di Catania. Le investigazioni sono state svolte dalle unità specializzate del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Catania sotto la direzione della Procura. Le Fiamme Gialle, hanno osservato le società “SICULA COSTRUZIONI SOCIETA’ COOPERATIVA Arl” in concordato preventivo dal 2021 e “C.F.C. Srl”, in fallimento dal 14 ottobre 2022, entrambe operanti nel settore degli appalti pubblici di lavori edili. Le Fiamme Gialle, dagli approfondimenti eseguiti, hanno evidenziato che Salvatore FERLITO sarebbe come il dominus di fatto dell’intero gruppo di società riconducibili alla sua famiglia tra cui vi rientrerebbero, oltre alle due società, anche la COMER COSTRUZIONI Srl, la F.C.G. Srl e la SCAVIFER Srl. I militari in particolare, nell’attuale stato del procedimento in cui non è ancora pienamente instaurato il contraddittorio con le parti, hanno evidenziato che l’indagato avrebbe utilizzato la sua posizione di amministratore di fatto e, in alcuni casi anche di diritto, di tali aziende per procedere al loro svuotamento in favore delle altre società del gruppo nel momento in cui, per effetto dei rilevanti debiti maturati, risultava più conveniente continuare l’attività economica con una nuova o diversa realtà aziendale. Le Fiamme Gialle hanno sottolineato che tali condotte sono state rilevate nel corso delle indagini svolte sul dissesto della “SICULA COSTRUZIONI SOC. COOP.”, dalla quale sarebbero stati distratti valori attivi per circa 1,8 milioni di euro mediante una serie di operazioni fraudolente come la mancata riscossione ovvero l’ingiustificata svalutazione di diversi crediti che tale società vantava nei confronti di altre imprese riferibili al nucleo familiare di Salvatore FERLITO in relazione a finanziamenti o prestiti in precedenza erogati o per effetto della cessione della partecipazione posseduta dalla suddetta Cooperativa nella “COMER COSTRUZIONI Srl”, del valore stimabile di 720.000€, a favore di Sebastiana CONIGLIO, coniuge di Salvatore, per il prezzo irrisorio e mai corrisposto di 75.000€. I finanzieri  avrebbero inoltre riscontrato altre indebite operazioni come il rimborso “preferenziale” a favore della COMER COSTRUZIONI Srl, poco prima della cessione delle quote, della somma di  270.000€ nonché altri pagamenti “preferenziali”, pari a circa 250.000€, nei confronti di uno dei fornitori, a danno degli altri creditori. Le Fiamme Gialle hanno evidenziato che parallelamente, anche con riferimento al fallimento della “C.F.C. Srl”, sarebbero state individuate condotte distrattive degli asset aziendali mediante la cessione in locazione del ramo d’azienda, peraltro l’unico concretamente operativo, a favore della società controllata “F.C.G. Srl” per un canone di 200 mila, che in realtà non sarebbe mai stato corrisposto.L’inchiesta dei militari ha sottolineato che “Incamerato” l’asset produttivo della fallita, la “F.C.G. Srl” sarebbe stata successivamente ceduta, per il valore irrisorio di  2.550€, alla “SCAVIFER Srl”, società formalmente amministrata dai figli di Salvatore FERLITO. I militari hanno notato e rilevato la dissipazione di valori attivi con modalità similari a quelle osservate per la SICULA COSTRUZIONI ovverosia mediante compensazione di crediti/debiti infragruppo, mancata svalutazione di crediti inesigibili o stralcio di crediti verso clienti e varie società collegate per oltre 3 milioni di euro. L’attività d’indagine si inserisce nel più ampio quadro di azioni svolte dalla Procura e dalla Guardia di Finanza di Catania, finalizzate al contrasto della criminalità economico-finanziaria, a tutela della trasparenza e della legalità del sistema economico e imprenditoriale nonché dei creditori.


CATANIA - GdF Generale Brigata RAIMONDO, catanese a direzione Comando Provinciale. Il Generale di Brigata Antonino Raimondo è il nuovo Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Catania. L’Ufficiale proviene dal Comando Generale dove ha ricoperto incarichi alle dipendenze del Capo di Stato Maggiore.  Il Gen. B. Antonino Raimondo, 50 anni, è nato a Catania ed è coniugato , è padre di una figlia. L’alto ufficiale ha frequentato l’Accademia della Guardia di Finanza in Bergamo dal 1990 al 1995. Al termine del corso di formazione, ha ricoperto numerosi incarichi operativi in Liguria, Calabria, Sicilia, Toscana e Marche. Il Generale di Brigata Antonino Raimondo, nel corso della carriera,  ha comandato la Tenenza di Albenga (1995-1998), la Compagnia di Palmi (1998-2001) e la Compagnia di Siracusa (2001-2004). Dal 2004 al 2007 è stato Capo Sezione al Comando Generale di Roma, II Reparto “Ricerca e relazioni internazionali”. Dopo la frequenza del Corso Superiore di Polizia Tributaria (dal 2007 al 2009) ed il conseguimento del relativo titolo, nel 2009 è stato assegnato al Nucleo di Polizia Tributaria di Firenze dove è stato Comandante del I Gruppo Tutela Entrate, Capo Ufficio Operazioni e, dal 2011, Comandante del Gruppo di Investigazione sulla Criminalità Organizzata. L’ufficiale  Antonino Raimondo con il grado di Colonnello nel 2014,, ha diretto il Comando Provinciale di Pesaro. Dal 2017, trasferito al Comando Generale ha ricoperto gli incarichi di Capo Ufficio del Sottocapo di Stato Maggiore ed infine, dal 2018, ha ricoperto l’incarico di Capo Ufficio del Capo di Stato Maggiore e, congiuntamente, dal 2019 al 2020, di Direttore della Direzione Pianificazione Strategica e Controllo. Laureato in “giurisprudenza” presso l’Università degli studi di Milano, in “scienze della sicurezza economico-finanziaria” presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” ed in “scienze politiche” presso l’Università degli studi di Trieste, nel 2009 ha conseguito il Master universitario di II livello in “diritto tributario dell’impresa” presso l’Università commerciale “Luigi Bocconi” di Milano. È abilitato all’esercizio dell’attività forense. Ha svolto numerose docenze presso l’Accademia della Guardia di Finanza, la Scuola di Polizia Economico-Finanziaria di Ostia, nonché presso l’Università di Urbino. È stato Vice Presidente del “Consiglio di base della rappresentanza militare” presso il Comando Regionale Toscana e, dal 2018, ricopre la carica di Presidente del Consiglio di Amministrazione della Cassa Ufficiali della Guardia di Finanza. Autore di pubblicazioni di diritto penale dell’economia, è stato coordinatore presso la Scuola Superiore della Magistratura nel corso “indagini e dibattimento nei reati di criminalità organizzata”, docente per il progetto “lezioni di mafia” prodotto da Rai scuola ed i Ministeri della giustizia e dell’istruzione, dell’università e della ricerca, nonché componente dell’unità di ricerca dell’Università di Pisa del “programma di ricerca scientifica di rilevante interesse nazionale” sulla tematica del ravvicinamento della legislazione a contrasto del riciclaggio nella prospettiva del diritto comunitario e dei suoi effetti sul diritto interno. Al comandante gen. Antonino Raimondo i nostri migliori i auguri di buon lavoro nello svolgimento del prestigioso mandato di Comando a Catania.


1 VIDEO INTERCETTAZIONI

2 VIDEO INTERCETTAZIONI

CATANIA -  Discarica 200 Comuni a Lentini: GdF e SCICO scoprono traffico illecito rifiuti, corruzione e concorso esterno associazione mafiosa: eseguite 9 misure, sequestrati beni per 116 milioni di Euro.I personaggi interessati alle misure sono : Antonino LEONARDI 57enne noto come “Antonello”, Salvatore LEONARDI 47enne, Pietro Francesco NICOTRA 36enne, Francesco 39enne ZAPPALA’ 52enne, i  fratelli Francesco e Nicola GUERCIO 59enne, Vincenzo LIUZZO 57enne, Salvatore PECORA 63enne e Filadelfo AMARINDO detto “Delfo” 68enne. I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania, in collaborazione con il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.), per delega della Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione aa  1 ordinanza di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catania nei confronti di 9 persone (2 in carcere, 3 agli arresti domiciliari e 4 sottoposti alle misure cumulative dell’obbligo di presentazione alla P.G. e di dimora) indagate, a vario titolo, per associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione continuata e rivelazione di segreto d’ufficio nonché per concorso esterno in associazione di tipo mafioso. I fatti secondo l’inchiesta sarebbero stati perpetrati negli anni 2018 e 2019, sarebbero essenzialmente connessi all’illecita conduzione della discarica di Lentini (SR), la più estesa della Sicilia, gestita dalla “SICULA TRASPORTI” nonché  “pressioni” esercitate da esponenti del clan mafioso dei Nardo finalizzate ad ottenere l’affidamento di un chiosco presente nello stadio usato dalla squadra di calcio “SICULA LEONZIO” attualmente militante nel campionato professionistico di prima divisione.Il  medesimo provvedimento, eseguito dai Finanzieri del Nucleo P.E.F. di Catania (G.I.C.O.), ha disposto, per le persone giuridiche ritenute responsabili, a vario titolo, di traffico illecito di rifiuti e di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, tutti delitti  imputati ad amministratori nell’interesse delle stesse – il sequestro preventivo (ai sensi dell’art.321 c.p.p., comma 1) di tutti i beni aziendali, quote e azioni sociali e la contestuale nomina di amministratori e custodi. La misura reale preventiva, afferente ad un patrimonio societario complessivamente stimabile in circa 110 milioni di euro, precede la fase di contradditorio prevista dal D.Lgs.n.231/2001 (responsabilità amministrativa delle persone giuridiche) all’esito della quale il G.I.P. etneo determinerà l’eventuale nomina di un commissario giudiziale. Le imprese destinatarie del sequestro preventivo sono le seguenti: SICULA TRASPORTI S.R.L.” ora “SICULA TRASPORTI S.P.A.”, avente sede a Catania, in via Antonino Longo (Contrada San Giorgio), esercente l’attività di “trattamenti e smaltimenti di altri rifiuti non pericolosi” ovvero della gestione dei rifiuti solidi urbani (R.S.U.) ossia non riciclabili; l’impianto di trattamento meccanico biologico (T.M.B.) è situato nel territorio di Catania (Contrada San Giorgio) mentre le vasche di abbancamento sono situate nel confinante comune di Lentini (SR); la società ha un fatturato annuo di circa 100 milioni di euro e oltre 120 dipendenti;  “SICULA COMPOST S.R.L.”, avente sede a Catania, in via Antonino Longo (Contrada San Giorgio), svolgente l’attività di “produzione di compost” ovvero produzione di fertilizzanti agricoli derivanti dall’utilizzazione e trasformazione di scarti vegetali e agroalimentari; la società, con circa 20 dipendenti, ha un fatturato di 3,6 milioni di euro; “GESAC S.R.L.”, con sede a Catania in Contrada Coda Volpe, avente quale oggetto sociale l’estrazione di pomice e di altri minerali; la società, inserita nella filiera della lavorazione del R.S.U., forniva il materiale pietroso da cospargere (obbligatoriamente per legge) sulla “parte secca” del rifiuto, abbancato nelle vasche della discarica gestita dalla “SICULA TRASPORTI”; essa ha un fatturato annuo medio di circa 2 milioni di euro e ha oltre 20 dipendenti. Non destinataria della misura del sequestro preventivo ma persona giuridica indagata ai sensi del citato D.Lgs.n.231/2001 per la quale pende la richiesta di nomina di un commissario giudiziale è la: “EDILE SUD S.R.L.”, avente sede a Scordia (CT) ed esercente l’attività di gestione di un impianto di recupero, trasporto e produzione di rifiuti non pericolosi (rifiuti inerti) nel territorio di Lentini (SR); la società, con 18 dipendenti, ha un volume d’affari di circa un milione di euro. Ulteriori misure cautelari reali eseguite dai Finanzieri etnei sono il sequestro preventivo di oltre 6 milioni di euro finalizzato alla confisca del profitto illecito originante: dal traffico illecito di rifiuti; sequestro effettuato nei confronti dell’amministratore e del socio, tra le altre, della “SICULA TRASPORTI”, soggetti di seguito generalizzati (Antonino e Salvatore LEONARDI); da un rodato circuito corruttivo caratterizzato dalla dazione costante di tangenti in contanti per decine di migliaia di euro; sequestro effettuato a carico di un pubblico ufficiale corrotto sotto nominato (Vincenzo LIUZZO).  Per quanto concerne i soggetti destinatari delle misure personali, il principale indagato è Antonino LEONARDI noto come “Antonello”, quale amministratore di fatto della “SICULA TRASPORTI S.R.L.” e della “GESAC S.R.L.” nonché amministratore di diritto  della “SICULA COMPOST S.R.L.” il quale è stato condotto in carcere. Ristretto agli arresti domiciliari Salvatore LEONARDI, fratello di Antonino, in qualità di socio della “SICULA TRASPORTI S.R.L.” e della “GESAC S.R.L.”.Sottoposti alle misure cumulative cautelari dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e di dimora Pietro Francesco NICOTRA, quale responsabile dell’impianto di compostaggio di Grotte San Giorgio a Catania dal quale provenivano anche parte dei rifiuti poi conferiti illecitamente in discarica e Francesco ZAPPALA’, nella sua qualità di responsabile dell’impianto di trattamento meccanico biologico dal quale originavano i rifiuti illecitamente conferiti “tal quale” in discarica. Gli investigatori ritengono che NICOTRA e ZAPPALA’, con i fratelli Salvatore ed Antonino LEONARDI, quest’ultimo quale capo e promotore, avrebbero costituito un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione reiterata di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti e di frode in pubbliche forniture nonché alla pervasiva pratica corruttiva quale strumento utile a eludere i controlli e a ottenere dalle pubbliche amministrazioni competenti provvedimenti amministrativi favorevoli. Destinatari delle misure cautelari dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e di dimora anche i fratelli Francesco e Nicola GUERCIO nella loro qualità di amministratori di diritto e di fatto della succitata “EDILE SUD S.R.L.”.Appartenenti ad organi amministrativi pubblici di controllo, destinatari della misura degli arresti domiciliari, sono: Vincenzo LIUZZO, pubblico ufficiale accusato di  corruzione, quale dirigente di unità operativa semplice dell’ARPA Sicilia (sede territoriale Siracusa), addetto ai controlli e monitoraggi ambientali; Salvatore PECORA quale incaricato di pubblico servizio, istruttore tecnico impiegato presso il Libero Consorzio Comunale di Siracusa addetto al controllo sulla gestione dei rifiuti. Custodia cautelare in carcere, invece, per Filadelfo AMARINDO, detto “Delfo”, quale dipendente della “SICULA TRASPORTI S.R.L.” ed in quanto ritenuto concorrente nell’associazione mafiosa denominata “NARDO”, affiliata a “Cosa Nostra” etnea, storicamente facente capo a NARDO Sebastiano e operativa su Lentini (SR).Le rapide ed approfondite investigazioni condotte dai Finanzieri del Nucleo P.E.F. di Catania (G.I.C.O.) e dallo S.C.I.C.O. sotto la direzione della Procura distrettuale sono state sviluppate attraverso l’esecuzione di intercettazioni telefoniche ed ambientali, accertamenti bancari, disamina della documentazione amministrativa afferente le autorizzazioni necessarie per la gestione degli impianti della famiglia LEONARDI nonché attraverso la messa a sistema degli elementi indiziari desunti dall’esecuzione di una consulenza tecnica disposta da quest’Ufficio in ragione di un accesso presso gli impianti “incriminati” operato dai Finanzieri nel febbraio del 2019. La consistente mole indiziaria così emergente avrebbe permesso agli investigatori di portare alla luce un perdurante e sistematico illecito smaltimento dei rifiuti solidi urbani provenienti da oltre 200 Comuni siciliani convenzionati con la “SICULA TRASPORTI”; un enorme quantitativo di rifiuti strutturalmente non più gestibile secondo le prescrizioni di legge che sarebbe finito in discarica senza subire trattamento preliminare, essenziale per favorire l’individuazione dei materiali non ammissibili in discarica o dei rifiuti da destinare a operazioni di recupero. Gli investigatori ritengono la gestione della discarica, dell’impianto T.M.B. e di compostaggio, da parte della famiglia LEONARDI, orientata all’esclusivo perseguimento di utili attraverso il mantenimento delle convenzioni con i Comuni pur non essendo gli impianti nelle condizioni di poter più adempiere alle prescrizioni fissate dalle stesse autorizzazioni amministrative. I finanzieri hanno evidenziato che il sistema illecito sarebbe stato orchestrato da Antonino LEONARDI   su due pilastri: la puntuale dazione di tangenti a soggetti ritenuti dal corruttore, al di là del ruolo assegnato dall’amministrazione di appartenenza, in grado di influenzare la concessione di autorizzazioni amministrative e di “pilotare”, preventivandoli, i prescritti controlli ambientali; la fasulla rappresentazione della movimentazione dei rifiuti al fine di garantire un’apparente osservanza delle norme; una contabilità assolutamente non corrispondente alla reale entità e tipologia dei rifiuti conferiti in discarica e trattati nell’impianto di compostaggio. Gli accertamenti tecnici operati direttamente presso le imprese gestite da “Antonello” LEONARDI dagli investigatori avrebbero rilevare che sia ingenti quantitativi di R.S.U. (non sottoposti ai preventivi trattamenti di frantumazione, triturazione, successiva vagliatura e biostabilizzazione e, tra questi, anche la frazione “umida” che avrebbe dovuto essere destinata al recupero mediante compostaggio) quanto una consistente mole di materiale originata da un incompleto processo di compostaggio, venivano conferiti direttamente nella discarica lentinese, previa attribuzione fittizia di un codice che identifica i rifiuti derivanti da tritatura e vagliatura e, in alcuni casi, anche senza che i rifiuti fossero tracciati da alcun formulario.  Le Fiamme Gialle rilevano che il sodalizio criminale avrebbe gestito la “SICULA TRASPORTI” e le altre realtà aziendali collegate in filiera ed avrebbero ammesso in discarica per lo smaltimento finale, categorie di rifiuti che, per la loro stessa natura, non avevano i requisiti di ammissibilità necessari; rifiuti mai sottoposti anche ad un semplice esame visivo: in tal modo, i responsabili potevano accumulare, nel tempo, guadagni illeciti non spettanti anche in frode agli impegni assunti con i Comuni conferenti. I Baschi Verdi rilevano che si trattava, dunque, di rifiuti altamente putrescibili e quindi in grado di formare percolati e di produrre biogas creando così concreti presupposti per l’emissione diffuse di maleodoranze oltreché di gas serra. I finanzieri hanno evidenziato in alcune circostanze, appurate come i percolati, liquidi che dovevano confluire sul fondo delle vasche e da qui stoccati in silos, erano sversati nel suolo e nelle acque circostanti. Tra i rifiuti conferiti “tal quali” in discarica venivano rinvenuti frigoriferi interi (contenenti al loro interno ancora il poliuretano), pneumatici non ammissibili nella discarica lentinese, materassi non previamente lacerati, oggetti di plastica, metallo e carta recuperabili, pasti provenienti da mense ancora integri nonché rifiuti speciali sanitari. Queste  illecite modalità di conferimento di rifiuti in discarica determinavano anche un’evasione del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi (art.3, Legge 549/1995) pari, per il 2018, a oltre 6,2 milioni di euro (a cui vanno aggiunti sanzioni e interessi). Il tributo, da versare trimestralmente alla Regione Siciliana dal gestore dell’impianto presso cui si effettua lo stoccaggio definitivo (nella sua qualità di sostituto d’imposta) è finalizzato a favorire la minore produzione di rifiuti e il recupero dagli stessi di materia prima e di energia. La tendenziale assenza di un trattamento preliminare al conferimento in discarica determina l’applicazione di un’aliquota per il tributo dovuto superiore a quella calcolata dai gestori della “SICULA TRASPORTI”.  L’impianto di compostaggio della “SICULA COMPOST”, a far data dal maggio 2018, iniziava a ricevere, presso la propria struttura, la “Frazione Umida” proveniente dalla “Raccolta Differenziata” svolta da diversi comuni siciliani, con i quali l’azienda aveva stipulato preventivi contratti di conferimento, in ragione dell’autorizzazione rilasciata dall’Assessorato Regionale dell’Energia e dei Servizi di pubblica Utilità che avrebbe consentito alla “SICULA COMPOST” di ricevere presso la sua struttura un quantitativo massimo di 70 mila tonnellate annue. Ma l’impianto di compostaggio, a fronte di una potenzialità di lavorazione della “Frazione Umida” calcolata intorno alle 160/170 tonnellate giornaliere, ne riceva 250/270. Tale realtà nota ad Antonino LEONARDI e a Pietro NICOTRA determinava gli stessi a stabilire che delle 1.400 tonnellate di “rifiuto umido” che arrivavano settimanalmente in impianto, 400 dovevano essere “smaltite illecitamente” ovvero senza sottoporle ad alcun processo di recupero e veicolandole “tal quali” nella discarica di Lentini. Oltre 30.000 tonnellate di rifiuti solidi inerti derivanti da lavori di scavo effettuati per la realizzazione di una nuova vasca nella discarica della “SICULA TRASPORTI” venivano smaltiti illecitamente nei terreni di proprietà delle società di LEONARDI. Tale ulteriore fraudolenta gestione dei rifiuti era realizzabile con la compiacenza dei fratelli GUERCIO e della loro “EDILE SUD S.R.L.” la cui piattaforma risultava solo “cartolarmente”, attraverso la redazione di oltre 1.300 falsi formulari, luogo di destinazione dei succitati inerti. Tale diffuso quadro di illegalità poteva perpetuarsi nel tempo in ragione del determinante contributo fornito da funzionari pubblici corrotti. Nello specifico, Vincenzo LIUZZO, dirigente ARPA di Siracusa (sezione controlli e monitoraggi ambientali), si recava mensilmente presso la discarica di LEONARDI per ricevere una mazzetta in contanti di 5.000 euro. La puntuale riscossione del profitto corruttivo, “il giorno 20 di ogni mese”, veniva documentato dai Finanzieri del G.I.C.O. dall’agosto 2018 al marzo 2019 e in una circostanza, dopo la ricezione dei contanti, anche riscontrata materialmente per effetto di un controllo su strada operato da una pattuglia della Compagnia Pronto Impiego di Catania. LIUZZO risultava aver totalmente asservito la sua pubblica funzione alle finalità utilitaristiche e personali perseguite da Antonino LEONARDI con il quale intratteneva un rapporto confidenziale in dispregio dell’imparzialità cui deve conformarsi ogni pubblico dipendente. LIUZZO, oltre a fornire suggerimenti a LEONARDI per una “redditizia” gestione ambientale dei suoi impianti, comunicava allo stesso in anticipo i controlli che l’ARPA Siracusa avrebbe effettuato presso gli stessi impianti così da consentire la predisposizione di tutti gli accorgimenti utili per non incorrere nell’accertamento di violazioni e abdicando così, il pubblico ufficiale, di fatto, ogni funzione di controllo. LIUZZO, inoltre, su richiesta di LEONARDI interveniva su un controllo in atto presso la cava dei fratelli GUERCIO operato da funzionari ARPA e del Libero Consorzio di Siracusa affinché i controllori pubblici non rilevassero irregolarità. Nello specifico, quest’ultimi venivano costretti a “non vedere” un macroscopico disallineamento tra la realtà documentata dai falsi formulari e quella emergente dal visivo riscontro: i rifiuti inerti, presenti in cava, erano nettamente inferiori rispetto a quelli contabilmente registrati perché smaltiti, come su evidenziato, nei terreni delle aziende di LEONARDI. Da ultimo, LIUZZO, nel partecipare a conferenze di servizi aventi quali oggetto autorizzazioni amministrative richieste dall’imprenditore corruttore, assumeva posizioni e formulava interventi sempre in linea con i desiderata dei LEONARDI. Altro funzionario pubblico a “libro paga” dei LEONARDI era Salvatore PECORA, il quale similmente a LIUZZO, era solito notiziare l’amministratore della “SICULA TRASPORTI” di tutti i controlli che sarebbero stati effettuati e curati dal Libero Consorzio Comunale di Siracusa; PECORA, inoltre, partecipava preliminarmente ai LEONARDI atti riservati del proprio ufficio prima che gli stessi fossero oggetto di deliberazione interna assumendo, a priori, posizioni congeniali alle illecite finalità imprenditoriali di LEONARDI. Da ultimo, la meticolosa attività d’indagine portava alla luce anche una stabile e compiacente relazione finanziaria tra il gruppo imprenditoriale dei LEONARDI ed alcuni esponenti del clan NARDO (tra i quali Angelo RANDAZZO e Alfio SAMBASILE entrambi già condannati per 416 bis) ai quali Antonino LEONARDI faceva pervenire, durante le festività, somme in contanti di 5.000 euro tramite il suo collaboratore “Delfo” AMARINDO. Quest’ultimo forniva un rilevante supporto per la realizzazione dei progetti criminosi del clan NARDO, una collaborazione significativa manifestatasi attraverso plurime condotte, tra le quali anche quella di riportare agli affiliati della compagine mafiosa le indicazioni e le volontà del boss recluso Alfio SAMBASILE. “Delfo” AMARINDO rappresentava l’anello di congiunzione dei LEONARDI con il sodalizio lentinese e questo ruolo viene in luce quando è necessario decidere a chi assegnare la gestione di un punto di somministrazione di cibi e bevande nello Stadio di calcio della “SICULA LEONZIO”; è AMARINDO che viene incaricato da Antonello LEONARDI di veicolare il messaggio che il chiosco non sarebbe stato affidato a nessuno dei gruppi criminali pretendenti e che gli stessi sarebbero stati “ripagati” per il mancato introito con le dovute regalie. Antonino LEONARDI e suo figlio erano ben consapevoli, in quel frangente, quali rischi corressero nel concedere quell’attività a figure orbitanti negli ambienti di criminalità organizzata. L’investigazione della Guardia di Finanza di Catania ha, dunque, fatto luce su un groviglio illecito d’interessi permeante la gestione della maggiore discarica siciliana così confermando come il delicato settore ambientale possa essere facile preda di rovinose pratiche corruttive oltreché di appetiti mafiosi.


CATANIA – Guardia Finanza: sindaco Pogliese saluta comandanti gen.Quintavalle Cecere e subentrante col. D’Angelo. Il primo cittadino di Catania Salvo Pogliese ha ricevuto a Palazzo degli Elefanti per  i convenevoli di benvenuto il nuovo Comandante il Colonnello Raffaele D’Angelo il quale era accompagnato dal cedente Generale di Brigata Antonio Nicola Quintavalle Cecere. Il sindaco durante il cordiale incontro ha ringraziato il comandante Antonio Nicola Quintavalle per l’attento ed importante lavoro svolto nella città di Catania. Il generale accompagnato dal Colonnello Raffaele D’Angelo che ufficialmente gli subentrerà nell’incarico nei prossimi giorni ha espresso personali e positivi apprezzamenti per la sua esperienza al comando delle Fiamme Gialle etnee. Il sindaco Salvo Pogliese con l’occasione ha augurato al colonnello D’Angelo, proveniente dal Comando Generale di Roma, un proficuo lavoro, sottolineando l’importanza della collaborazione tra le due Istituzioni. I due alti ufficiali della Guardia di Finanza, poi, hanno  concluso con la visita del Palazzo degli Elefanti poichè il Colonnello Raffaele D’Angelo nuovo comandante Provinciale delle Fiamme Gialle ancora non aveva avuto modo di conoscerlo.




Acireale Ten. Laura Boerner assume Comando Tenenza GdF, succede a Ten. Eugenio Marmorale. L’avvicendamento tra i due ufficiali è stato concretizzato il 25 luglio 2016. Il  Tenente Boerner è di origine campana ed è giunta in Sicilia al termine di una importante esperienza operativa maturata nel Settentrione, al comando della Sezione Operativa Volante della Compagnia della Guardia di Finanza di Treviglio (BG).  Il Comandante Provinciale, Col. Roberto Manna, nel salutare i due ufficiali, ha formulato i migliori auguri di buon lavoro al Ten. Boerner, sottolineando come sotto la guida del Tenente Eugenio Marmorale, ora destinato a ricoprire un prestigioso incarico presso il Nucleo di Polizia Tributaria di Caserta, il reparto acese delle Fiamme Gialle abbia raggiunto importantissimi risultati operativi. I migliori auguri di buon lavoro al comandante Laura Boerner .






 

 

Paternò CT - GdF cap. Francesca Conte a comando nuova Compagnia. La Guardia di Finanza di Catania, nell’ambito di un riassetto organizzativo dei propri reparti territoriali, ha potenziato il dispositivo di controllo nella provincia etnea attraverso la costituzione, dal primo agosto, della Compagnia di Paternò in sostituzione della Tenenza già presente dal 2005. Il  Capitano Francesca Conte, proveniente da Roma dove ha maturato un’esperienza operativa presso il Nucleo Speciale di Polizia Valutaria  è giunto a comandare il nuovo Reparto. Il Comandante Provinciale di Catania, Col. Roberto Manna, ha formulato i migliori auguri di buon lavoro al Capitano Conte che darà continuità al proficuo servizio svolto dal Lgt. Francesco Leotta, predecessore dell’Ufficiale nel comando della allora Tenenza di Paternò.


Catania – GdF operazione antimafia armi e munizioni in casa Ercolano: scoperti contatti mafia-massoneria, 6 arresti. La Guardia di Finanza, Catania in  ub’operazione antimafia ha eseguito arresti nei confronti di soggetti ritenuti appartenenti alla cosca “Ercolano”, tra cui il presunto reggente Aldo Ercolano. I militari nel corso dell’attività hanno  sequestrato anche un arsenale. la Guardia di Finanza di Catania alle prime luci del giorno all’alba, ha eseguito misure le cautelari personali nei confronti dei 6 personaggi per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione e turbata libertà degli incanti. I baschi Verdi nell’abitazione  di Ercolano hanno rinvenuto e sequestrato pistole e munizioni. I particolari dell’operazione, nel corso della quale sono emersi anche contatti tra esponenti di una loggia massonica e Cosa Nostra catanese, illustrati alla presenza del Procuratore reggente, Dott. Michelangelo Patané, nel corso di una conferenza stampa, presso la Procura della Repubblica di Catania.

 

Roma – GdF celebra Patrono S.Matteo. La Guardia di Finanza ha festeggiato oggi 21 settembre San Matteo Apostolo ed Evangelista, Santo Patrono delle Fiamme Gialle. Le celebrazioni sono iniziate di mattina con la deposizione da parte del Comandante Generale, Gen. C.A. Giorgio Toschi, di una corona di alloro in onore delle Vittime del Dovere e dei Caduti presso il Sacrario della caserma “Gen. B. Sante Laria”, in Piazza Armellini a Roma. L’Arcivescovo Ordinario Militare per l'Italia, S.E. Reverendissima Monsignor Santo Marcianò, a  seguire, nel Salone d’Onore della stessa caserma, ha officiato la cerimonia religiosa, alla presenza del Viceministro dell’Economia e delle Finanze, On. Enrico Zanetti, del Comandante Generale e di altre Autorità civili, militari e religiose. Successivamente ha avuto luogo la presentazione del dipinto “San Matteo e l’Angelo”. L’opera, raffigurante il Santo mentre manoscrive i primi passi del proprio Vangelo guidato da una figura celeste, è stata realizzata dal pittore Girolamo Muziano nella seconda metà del XVI secolo ed è nota per aver ispirato Michelangelo Merisi, detto “il Caravaggio”, durante la realizzazione dei capolavori della Cappella Contarelli nel XVII secolo nella chiesa di San Luigi dei Francesi in Roma. Il dipinto torna ora al suo posto presso la prestigiosa Sala "San Matteo" della caserma “Piave”, sede del Comando Generale del Corpo in Viale XXI Aprile, dopo aver subito un delicato intervento di restauro, durato più di un anno, da parte del personale del Laboratorio di Restauro della Soprintendenza per i Beni Storici e Artistici del Polo Museale Romano, guidato dal direttore scientifico, dott. Andrea De Marchi. San Matteo è stato dichiarato Santo Patrono della Guardia di Finanza nel 1934 dal Cardinale Eugenio Pacelli, il futuro Papa Pio XII, con l’auspicio che tutti i Finanzieri potessero, a partire dal suo esempio, unire l’esercizio puntuale del dovere nei confronti dello Stato alla fedele sequela di Cristo.


Catania - GdF recupera  ricercatori funghi dispersi  su Etna.  I militari del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza di Nicolosi, nella giornata di ieri, hanno effettuato un intervento di ricerca nei confronti di tre ricercatori di funghi, smarritisi nel versante sud est dell'Etna, nella zona del vallone del Turco, a circa 1400 mt di quota. Le  tre persone, a causa delle avverse condizioni meteo e della nebbia sopraggiunta, dopo essersi rese conto di aver perso l'orientamento nella fitta vegetazione, hanno chiesto telefonicamente i soccorsi. La sala operativa del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania ha immediatamente attivato i militari specializzati del Soccorso Alpino di Nicolosi che, insieme alle squadre di soccorso del Corpo Forestale ed ai volontari del Club Alpino Italiano, hanno avviato le ricerche dei dispersi. I  3 soggetti, dopo circa 2 ore, in preda allo spavento per l’avventura vissuta, sono stati ritrovati incolumi e riaccompagnati presso la loro auto.  Molte persone in questo periodo, particolarmente florido per la raccolta dei funghi, si avventurano per tale motivo sull'Etna. I  soccorsi spesso coinvolgono specialmente nelle meno calde ore pomeridiane che, tuttavia, sul Mongibelllo, sono anche quelle caratterizzate da repentine variazioni metereologiche che possono risultare pericolose per chi non conosce né adotta le specifiche precauzioni da osservare in montagna.


Catania - GdF scopre 4 per smercio EURO falsi in Sicilia, Calabria e Puglia: 1 in manette. I soggetti hanno distribuito banconote a Catania, Siracusa, Messina, Caltanissetta, Agrigento, Cosenza, Vibo Valentia, Catanzaro, Reggio Calabria, Bari, Taranto, Lecce e Brindisi.  L’adranese Antonino LIOTTA 42enne, è stato tradotto presso il carcere di Catania a Piazza “Lanza”. I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare personale emessa dal GIP del Tribunale di Caltagirone (CT), su richiesta della Procura calatina, nei confronti di 4 persone accusate di associazione a delinquere finalizzata alla spendita di banconote false. Il provvedimento magistratuale ha colpito, quale capo dell’organizzazione, l’adranese Antonino LIOTTA ed altri 3 soggetti per i quali è stata disposta la misura degli  arresti domiciliari. L’attività investigativa svolta dai Finanzieri del Gruppo di Caltagirone ha messo in luce l’esistenza del sodalizio criminale dedito alla spendita di false banconote da 100 €  nel circuito nazionale, garantendosi illeciti e reiterati guadagni in danno di ignari commercianti. Grazie alle intercettazioni telefoniche sono state ricostruire le varie fasi attraverso le quali gli indagati spacciavano le banconote false nei territori di numerose province (Catania, Messina, Caltanissetta, Agrigento, Siracusa, Cosenza, Vibo Valentia, Catanzaro, Reggio Calabria, Bari, Taranto, Lecce e Brindisi) presso diversi piccoli esercizi commerciali (quali negozi di ceramiche artistiche, ferramenta, lavasecco, enoteche, ottici, rivendite di generi alimentari e frutta, panifici, paninoteche, profumerie), prediligendo quelli privi di dispositivi di controllo delle banconote e/o di impianti di video-sorveglianza. I Baschi Verdi hanno rilevato che talvolta, tuttavia, neppure la presenza di dispositivi per il riconoscimento delle banconote false e l'attenzione prestata dagli esercenti hanno impedito la consumazione del reato. Gli indagati, infatti, in alcuni casi, sono riusciti a persuadere i commercianti più cauti e sospettosi dicendo loro di essere degli appartenenti alle Forze di Polizia, così ingenerando nelle vittime la fiducia che il denaro fosse legale.  L’indagine, infatti, trae origine proprio dalla denuncia di uno di questi commercianti che aveva ricevuto banconote false per il pagamento della merce acquistata da uno degli arrestati spacciatosi come appartenente alla Guardia di Finanza.


Acireale -  Finanza antimafia: operato su richiesta Procura etnea sequestro beni per sproporzione redditi dichiarati. I Finanzieri del Comando Provinciale di Catania hanno eseguito, nei giorni scorsi, un provvedimento di prevenzione patrimoniale emesso dal Tribunale etneo, Sezione misure di prevenzione, su proposta della Procura etnea, per il sequestro dei beni e delle disponibilità finanziarie riconducibili a Salvatore Alfio GRILLO 46enne, persona più volte condannata per reati contro il patrimonio, ricettazione di auto rubate, truffa, spendita di monete falsificate e insolvenza fraudolenta. La Guardia di Finanza, a  meglio definire il profilo del soggetto, rimarca che hanno concorso le condanne, a suo carico, per triplice tentato omicidio e  porto abusivo di armi da fuoco nonché la vicenda giudiziaria che ha visto  GRILLO indiziato di appartenere al clan “Cappello” in ragione della vicinanza e dell’assistenza prestata a Angelo CACISI - detto “Ramazza”,  ritenuto elemento di spicco del  clan tra il 2003 e il 2004 - nel momento in cui quest’ultimo si teneva nascosto per sfuggire alle vendette trasversali di fazioni opposte alla sua. I Baschi Verdi hanno rilevato inoltre, quale elemento di maggiore attualità che  GRILLO è stato tratto in arresto per reati di usura e estorsione aggravata dal metodo mafioso, nell’ambito dell’operazione “Piramidi”, conclusa da questa Procura nel marzo 2017.  I  militari della Tenenza della Guardia di Finanza di Acireale, a fronte di questo curriculum criminale, che ha reso evidente la persistente pericolosità sociale del soggetto e la tendenza abituale a commettere delitti, sotto la direzione della Procura etnea, hanno avviato, nei confronti di Grillo e del suo nucleo familiare, indagini patrimoniali mirate volte a verificare la coerenza del loro patrimonio e del tenore di vita con i redditi dichiarati. Gli accertamenti di polizia economico-finanziaria hanno fatto emergere che a fronte di redditi complessivi del nucleo familiare ammontanti, dal 1990 al 2015, a meno di 2.000€ annui, nel 2011, è stato acquistato un appartamento, mediante assegni, formalmente intestato al figlio venticinquenne, privo di redditi, del GRILLO. La  Procura etnea pertanto, in attuazione delle previsioni di cui al Codice Antimafia, ha proposto al Tribunale di Catania, Sezione misure di prevenzione, il sequestro anticipato dei beni, nella disponibilità di Salvatore Alfio GRILLO, ancorchè intestati a terzi, risultati ingiustificati e sproporzionati al reddito, poiché potenzialmente riconducibili alle diverse attività illecite da lui commesse nel periodo dal 1985 al 2013. Il provvedimento di sequestro ha colpito l’immobile, del valore commerciale di 260.000€, ubicato nel borgo marinaro di Aci Castello (CT) ed in cui il personaggio risulta residente, nonché 4 conti correnti intestati ai componenti del suo nucleo familiare.



Catania GdF scopre truffa 298 falsi braccianti. I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania, nell’ambito dei servizi a tutela della spesa pubblica, hanno scoperto una truffa realizzata da 2 imprese agricole della provincia etnea. I maldestri attraverso il meccanismo della falsa assunzione di braccianti, arebbero indebitamente ottenuto dall’INPS somme per circa 1,5 milioni di euro a titolo di indennità di disoccupazione nonché, in alcuni casi, di emolumenti a sostegno della famiglia (c.d. assegni familiari). Il sistema di frode corrisponde a quello già noto ai finanzieri in quanto accertato nel corso di altre indagini sviluppate nel medesimo settore. Le ditte, costituite al solo fine di realizzare la truffa ed apparentemente operanti nella raccolta di prodotti agricoli, hanno assunto soggetti compiacenti relativamente ai quali hanno dapprima falsamente attestato all’INPS l’impiego quali braccianti nei campi. I soggetti, in un secondo momento, hanno comunicato all’ente assistenziale il non utilizzo del lavoratore affinché venisse corrisposta a ciascuno l’indennità prevista per i giorni di disoccupazione. Gli accertamenti effettuati sui terreni oggetto delle diverse raccolte hanno consentito di appurare che gli stessi non erano neppure nella disponibilità delle imprese controllate, atteso che sono anche risultati falsi i relativi contratti di comodato d’uso gratuito a favore delle medesime. Per gli organizzatori della truffa e per i 292 falsi braccianti che hanno percepito gli illeciti proventi è scattata la denuncia per truffa e falso all’Autorità Giudiziaria e la segnalazione all’INPS per il recupero delle somme erogate.


Cavagrande SR SAGF salvato escursionista caduto da pendio laghetti e feritosi. I militari del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza di Nicolosi, nel tardo pomeriggio di sabato 29 luglio hanno recuperato e tratto in salvo un escursionista italiano 30enne, caduto e feritosi nella zona dei laghetti siti all’interno della Riserva Naturale Orientata Cavagrande del Cassibile, in provincia di Siracusa. Il malcapitato trovandosi su un pendio impervio è scivolato battendo la testa su una roccia, perdendo i sensi. I  finanzieri del Soccorso Alpino, allertati da un ristoratore locale, si sono subito recati sul posto con la propria unità cinofila e, supportati dalle sale operative dei Comandi Provinciali della Guardia di Finanza di Catania e Siracusa, hanno operato in stretto coordinamento, ed avviato le operazioni di soccorso. I militari, dopo aver percorso uno scosceso ed insidioso sentiero, hanno raggiunto l’infortunato il quale appariva con una ferita al volto. I soccorritori, dopo essersi accertati delle discrete condizioni del soggetto, l’hanno posto in sicurezza su una barella spinale e trasportato presso una piazzola di atterraggio dove nel mentre era giunto un elicottero del 118. Lo sventurato è stato condotto grazie al velivolo ad una vicina ambulanza, ed infine trasportato presso l’ospedale di Avola (SR). I militari del SAGF del Comando Provinciale di Catania, grazie alla loro alta professionalità e specializzazione, operano quotidianamente con una competenza regionale, a tutela dell’incolumità delle persone in ambiente montano ed alpestre, in tutte quelle circostanze in cui per effettuare dei salvataggi sono richieste e necessarie le loro particolari abilità tecniche.


Catania GdF, 11  misure per traffico internazionale stupefacenti ed  armi, italo-albanese. I soggetti condotti in carcere dai Finanzieri di Catania sono: i catanesi Antonino RIELA 45enne, già noto e ritenuto punto di riferimento di più clan mafiosi etnei per l’approvvigionamento di sostanze stupefacenti, Vincenzo SPAMPINATO  43enne, già detenuto per analoghi reati, e Gianluca PASSAVANTI 36enne; Angelo BUSACCA 36enne ragusano; la componente di origine albanese operativa sulle coste italiane, formata da Moisi HABILAJ 38enne, primo organizzatore del lucroso traffico, e i suoi collaboratori  Maridian SULAJ 28enne    e Fatmir MINAJ 54enne. Gli arrestati, localizzati tra Vittoria e Modica nel ragusano nonché a Palagonia e nel quartiere San Giorgio a Catania, all’alba di sabato 14 ottobre sono stati ristretti presso il carcere catanese di Bicocca ed il carcere di Piazza Lanza. Gli investigatori, nei confronti degli altri 4 cittadini albanesi, non rintracciati nel territorio nazionale, avanzeranno richiesta d’estradizione. Finanzieri del Comando Provinciale di Catania su delega della  Procura Distrettuale etnea hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Catania nei confronti di 11 soggetti appartenenti ad un’organizzazione criminale italo-albanese dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti e di armi. L’organizzazione negli ultimi anni era riuscita a trasportare in Italia dalla costa albanese oltre 3.500 kg di marijuana che veniva sequestrata, in più occasioni, nel corso di lunghe e complesse indagini. I Baschi Verdi hanno appurato che il sodalizio criminale, avrebbe avuto  disponibilità di armi e munizioni,     accertata col  sequestro di fucili del tipo Kalashnikov e centinaia di munizioni, ed  avrebbe acquisito il controllo dell’importazione dall’Albania di ingenti quantitativi di stupefacente del tipo marijuana che poi venivano utilizzati per approvvigionare le piazze di spaccio sia di Catania che delle provincie di Ragusa e Siracusa, realizzando un giro d’affari stimabile in oltre 20 milioni di euro. L’operazione, convenzionalmente denominata “Rosa dei Venti”, è stata condotta dai Finanzieri del GICO del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Catania, eseguendo complesse attività tecniche di intercettazione telefonica e ambientale per i cui riscontri è stato necessario avvalersi, sia a terra che in mare, del dispiegamento simultaneo di articolati dispositivi di contrasto all’illecito traffico. I militari nel corso delle indagini, sono giunti alla conclusione di attività   di agguerriti componenti dell’associazione a delinquere a carattere internazionale, hanno effettuato ripetuti sequestri di sostanze stupefacenti, arrestando oltre 20 corrieri, anche con l’ausilio di unità “antiterrorismo e pronto impiego” e cinofile del Gruppo della Guardia di Finanza di Catania. L’azione di contrasto è stata condotta anche in mare con l’impiego dei mezzi navali del Corpo della Stazione Navale di Messina e del Comando Operativo Aeronavale grazie ai quali, nel maggio 2015, è stato intercettato, a largo di Riposto, un peschereccio proveniente dalle coste albanesi che trasportava circa 900 chili di marijuana, 2 fucili d’assalto Kalashnikov con relativi caricatori e centinaia di munizioni. La capillare ricerca dei destinatari delle misure cautelari ha portato all’arresto di 7 persone (4 italiani e 3 albanesi) nonché al sequestro in flagranza di reato di circa 20.000 euro rinvenuti in contanti.

 

 

  VIDEO INTERVISTA

TEN. COL. MASSIMILIANO SERINO

FIRENZE - ITALIA INONDATA DI BANCONOTE FALSE, GUARDIA FINANZA SCOPRE TRAFFICO INTERNAZIONALE DI DENARO SPESO ANCHE  ALL’ESTERO, OSCURATI 20 CANALI TELEMATICI. I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Firenze a comando del Tenente colonnello Massimiliano Serino ,  hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo, adottato dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Firenze dottor Federico Zampaoli, mediante inibizione e oscuramento di 20 canali telematici. Internet era utilizzato per commercializzare grosse quantità di banconote false, rivendute su larga scala sia in Italia che  all’estero. L’attività illegale è stata scoperta dalle Fiamme Gialle fiorentine grazie al costante monitoraggio dei canali telematici e internet. I Baschi Verdi sono riusciti ad individuare pratiche illecite lesive del mercato. Le indagini, sono state condotte in pieno periodo emergenziale dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Firenze sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Firenze, diretta dal Procuratore dottor Giuseppe Creazzo. Gli investigatori hanno individuato numerosi market-place telematici con i quali i cyber-criminali avevano organizzato la commercializzazione delle banconote e documenti falsi in tutto il territorio ed all’estero.  I falsari attraverso procedure complesse, di banconote false di vario taglio e particolarmente contraffatte nei segni distintivi hanno inondato, tramite internet, piazze in Italia ed all’estero .  Gli  accertamenti effettuati, dalle Fiamme Gialle hanno fatto emergere  inoltre che gli stessi canali telematici erano utilizzati anche per la vendita di diversi documenti d’identità falsi. Le banconote false potevano essere acquistate partendo da un stock minimo di 300 euro, a un prezzo di circa il 10% del valore nominale, e l’attività di indagine ha messo in luce un ammontare che si stima, su base annua, di circa 2 milioni di euro di banconote contraffatte commercializzate attraverso i canali telematici ora oscurati. I reati contestati sono quelli di falsificazione di monete (art. 453 c.p.), spendita e introduzione nello Stato di monete falsificate (art. 455 c.p.), possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi (art. 497 bis c.p.).


CATANIA Finanza scopre traffico  droga da Colombia e Repubblica Dominicana in Sicilia orientale, eseguite 27 misure.  Si tratta dei fratelli catanesi di Librino: MAGGIORE Alfio Giuseppe 30enne, Giuseppe 53enne, Orazio Valentino 31enne, di Vincenzo ONETO 58enne(di origini palermitane) e dal catanese Daniele STIVALA  31enne, Giuseppe VASTA  30enne, Gianluca GIARRUSSO 36enne, Omar SACCO 34enne e Marco GALLO CASSARINO 33enne, Salvatore STIVALA 38enne, Angelo MESSINA 70enne siracusano;  Gino GUZZARDI 52enne siracusano; Emanuele BUSSOLETTI 42enne  e Simonetta MAZZOLAI 62enne; Leandro De Jesus “Leon” HERASME MATOS 45enne e Bizchmar CAPELLAN GOMERIS 45enne, entrambi della Repubblica Dominicana. I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania,  delegati dalla Procura della Repubblica  etnea hanno dato esecuzione a 1 ordinanza di misure cautelari in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale catanese nei confronti di 16 persone indagate, a vario titolo, per associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e, nello specifico, al commercio di hashish, marijuana, cocaina ed eroina.  L’investigazione è stata condotta dal Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria di Catania e coordinata dalla Procura Distrettuale etnea, convenzionalmente nota come operazione “Stop and Go”.  L’inchiesta aveva già consentito ai tutori dell’ordine di conseguire, tra gennaio 2016 e maggio 2017,   arresti in flagranza di reato per  27 soggetti accusati di traffico di stupefacenti (artt. 73 e 80, D.P.R. 309/90) ed al contestuale sequestro complessivo di circa 100 kg. di hashish, 70 kg. di marijuana, 10 kg. di cocaina e 4 kg. di eroina. Gli stupefacenti sequestrati, erano destinati al mercato della Sicilia orientale, ed avrebbero fruttato alle strutturate compagini criminali oltre 5 milioni di euro. L’indagine condotta dai finanzieri del G.I.C.O. di Catania ha permesso di disarticolare due distinte compagini associative, aventi la loro base operativa a Catania con ramificazioni attive in Italia (Torino, Siena e Reggio Calabria) ed all’estero (Spagna e Sud America).  Le Fiamme Gialle hanno evidenziato che un primo sodalizio era composto da: i fratelli MAGGIORE Alfio Giuseppe 30enne, Giuseppe 53enne, Orazio Valentino 31enne, quali promotori, catanesi originari e attivi nel quartiere Librino, nonché da Vincenzo ONETO 58enne ( di origini palermitane) e dal catanese Daniele STIVALA  31enne, i quali si sarebbero occupati di procurarsi rilevanti quantitativi di hashish ed eroina a Torino per poi trasportarla a Catania rivendendola all’ingrosso ai fornitori di piazze di spaccio nei quartieri di Librino, San Cristoforo e Villaggio Sant’Agata. Le Fiamme Gialle hanno evidenziato che alla stessa compagine appartiene Giuseppe VASTA  30enne, già noto per essere stato tratto in arresto, nel quartiere Zia Lisa, con 1,3 kg di cocaina celata tra salumi e per la detenzione illegale di un’arma clandestina e munizioni. Gli inquirenti ritengono che  VASTA fosse il principale collettore degli illeciti traffici orchestrati dal gruppo capeggiato dai fratelli MAGGIORE. Ulteriori acquirenti dell’associazione criminale dei MAGGIORE, nonché destinatari del provvedimento restrittivo eseguito, sono:  Gianluca GIARRUSSO 36enne, tratto in arresto nel marzo 2017, destinatario di un carico di 27 kg di hashish; lo stupefacente era occultato in una cassa di legno per vini all’interno della quale vi erano 53 pacchetti, protetti ciascuno da un palloncino colorato e doppiamente avvolti con plastiche sottovuoto; Omar SACCO  34enne e Marco GALLO CASSARINO 33enne, sono ritenuti dagli inquirenti delle Fiamme Gialle  gli organizzatori di due compravendite di stupefacenti, 1 di cocaina proveniente dalla Calabria e destinata alle  piazze di spaccio catanesi e 1 di hashish da Torino al mercato della Sicilia orientale; Salvatore STIVALA 38enne, tra i promotori di 1 compravendita di hashish sulla rotta Torino-Catania. Gli investigatori hanno evidenziato che differente sarebbe stata la compagine associativa delinquenziale, con proiezioni internazionali, che alimentava le piazze di spaccio di Siracusa, costituita da:Angelo MESSINA 70enne siracusano, quale committente ed acquirente finale;Gino GUZZARDI 52enne siracusano, organizzatore dell’importazione di cocaina dal Sud America (principalmente da Santo Domingo e dalla Colombia); Emanuele BUSSOLETTI 42enne  e Simonetta MAZZOLAI 62ene corrieri dello stupefacente; Leandro De Jesus “Leon” HERASME MATOS 45enne e Bizchmar CAPELLAN GOMERIS 45enne, entrambi della Repubblica Dominicana, quali fornitori della cocaina. I  Finanzieri catanesi specializzati nelle operazioni antidroga, nel corso delle indagini, hanno intercettato, seguendo i fornitori sudamericani che rifornivano il gruppo siracusano capeggiato da MESSINA e GUZZARDI,  2 consegne di prova: 1  dalla Spagna alla Sicilia, nel marzo 2016 a Genova, pari a kg. 1,6 di cocaina occultata all’interno della batteria dell’autovettura in uso al corriere;  la seconda, sempre sulla rotta Liguria/Sicilia, nel settembre dello stesso anno, di kg. 2,6 di cocaina confezionata con cellophane e nastro da imballaggio abilmente occultati all’interno di un “tower” (diffusore acustico) trasportato come valigia da uno dei corrieri giunto, tramite treno, nella stazione ferroviaria di Catania.


CATANIA - GdF in aeroporto sequestra a donna nigeriana 15.000€, 21 cellulari e 3 pc. I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania  e funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, nell’ambito degli interventi finalizzati a contrastare l’irregolare importazione   ed esportazione di valuta trasportata al seguito da passeggeri in transito, arrivo o partenza nell’aeroporto di Catania Fontanarossa, hanno sottoposto a controllo una donna nigeriana  residente a Catania. La passeggera era in procinto di imbarcarsi su un volo diretto ad Istanbul,  e  stava portando nel bagaglio a mano denaro contante per 15.000€, suddiviso in mazzette da 50 euro, 100 euro e 500 euro. I finanzieri della Tenenza di Catania Fontanarossa, a seguito dell’ispezione dei bagagli da stiva che erano stati già imbarcati sull’aeromobile, hanno rinvenuto all’interno 24 prodotti elettronici (tra cui smartphone del tipo iPhone e Samsung nonché 3 personal computer) per i quali la passeggera non ha fornito giustificazioni circa la loro lecita detenzione e legittima provenienza. Gli approfondimenti eseguiti immediatamente grazie alle banche dati di polizia, hanno permesso ai militari di accertare che per alcuni dei cellulari rinvenuti erano state sporte denunce di furto e/o di smarrimento. I Finanzieri hanno proceduto, pertanto, a denunciare la donna alla Procura della Repubblica di Catania per i reati di ricettazione (art. 648 c.p.) e riciclaggio (art. 648-bis c.p.) e sottoporre a sequestro oltre ai 21 smartphone e ai 3 notebook anche i 15 mila euro in contanti che lei stava trasportando con sé, poiché sproporzionati rispetto agli esigui redditi dichiarati annualmente al fisco e potenzialmente riconducibili alle predette condotte delittuose accertate.


CATANIA –  Stidda e Cosa Nostra: GdF sequestra beni 45milioni€ a “Titta U Ballerinu”, imballaggi nel ragusano. I  Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania su proposta della Procura della Repubblica etnea hanno eseguito un provvedimento di applicazione di misura patrimoniale, emesso dal Tribunale etneo, Sezione Misure di Prevenzione, finalizzato al sequestro di attività commerciali, immobili, autovetture e disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di circa 45 milioni di euro, riconducibili a Giombattista PUCCIO 56enne(cl. 1960, detto “Titta U Ballerinu” per via della sua accertata appartenenza sia alla “Stidda” che al clan di “Cosa Nostra”). Gli approfondimenti disposti dall’Ufficio Procura della Repubblica etnea sono consistiti nella messa a sistema del vasto compendio indiziario a carico del personaggio tratto da intercettazioni telefoniche ed ambientali, dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, dall’esame di documentazione bancaria e contabile e dalle evidenze di atti pubblici e scritture private. L’attività, svolta dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico - Finanziaria di Catania ha permesso di tracciare analiticamente il profilo soggettivo del PUCCIO, di ricostruire il complesso quadro di imprese da lui di fatto gestito e tracciare gli asset patrimoniali dallo stesso illecitamente accumulati.  La  Procura della Repubblica etnea ha evidenziato “qualificata” pericolosità sociale del PUCCIO emergente essenzialmente dagli esiti dell’indagine convenzionalmente nota come Operazione “Ghost Trash” che, nel dicembre del 2017, portò all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Tribunale etneo su proposta della Procura della Repubblica etnea, nei confronti di otto persone indagate per associazione a delinquere di stampo mafioso - finalizzata all’acquisizione di posizioni dominanti nel settore economico della realizzazione di imballaggi destinati alle produzioni ortofrutticole di Vittoria (RG) -, intestazione fittizia di imprese e traffico illecito di rifiuti.  Giombattista PUCCIO, attualmente detenuto presso il carcere di Siracusa, in tale contesto, è stato destinatario del provvedimento di custodia cautelare personale poiché ritenuto responsabile della creazione di un vero e proprio “cartello mafioso di imprese” che avrebbe assunto il dominio del settore degli imballaggi nel territorio di Vittoria (RG).  Le  investigazioni condotte dal G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico - Finanziaria di Catania hanno accertato il coinvolgimento di alcune aziende riferibili a PUCCIO in un articolato sistema d’illecito stoccaggio di rifiuti e sono giunte a ricostruire un nuovo modus operandi dei consessi mafiosi che agiscono in territori, quale quello di Vittoria, caratterizzati da importanti realtà produttive, ossia l’acquisizione esclusiva del controllo di settori economici di rilievo come quello, nel caso specifico, della produzione degli imballaggi. Le investigazioni condotte dal G.I.C.O hanno evidenziato che il  controllo del settore sarebbe originariamente avvenuto con il ricorso alle tipiche modalità dell’agire mafioso, caratterizzate dal sopruso e dall‘intimidazione: le aziende di PUCCIO, poi,  sarebbero divenute leader nel settore della produzione degli imballaggi per prodotti ortofrutticoli grazie alla riconosciuta appartenenza dei loro titolari all’organizzazione mafiosa, ed avrebbero estromesso le aziende concorrenti che non si piegavano alle condizioni imposte, assumendo in tal modo il controllo dell’intera filiera commerciale. Il modo di agire sarebbe stato confermato anche dalle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia secondo i quali: “da decenni il mercato degli imballaggi di Vittoria è in mano a imprese mafiose che, attraverso l’opera diretta degli affiliati al clan Dominante-Carbonaro, impongono agli operatori del settore - con la forza dell’intimidazione e senza ricorrere, quasi mai, all’uso della violenza - l’acquisto di cassette di plastica per l’ortofrutta da aziende conniventi a loro riconducibili; le aziende che non accettano tali condizioni vengono tagliate fuori dal mercato”. Le investigazioni condotte dal G.I.C.O avrebbero appurato che Giombattista PUCCIO, proprio in tale sistema affaristico, che ha asfissiato ogni libera iniziativa economica, stabiliva i prezzi di vendita ripartendosi gli utili con gli altri sodali. Le  investigazioni condotte dal G.I.C.O avrebbero quindi stigmatizzato la caratura di “Titta” che sarebbe altresì evidenziata dalle sue precedenti condanne con sentenze definitive, nel 1999, “per aver offerto assistenza a diversi latitanti appartenenti alla Stidda” e, nel 2003, “per aver fatto parte del clan di Cosa Nostra Mammasantissima negli anni 1997 e 1998”. Le  investigazioni condotte dal G.I.C.O avrebbero evidenziato che nelle imprese mafiose, operanti da anni nella produzione di imballaggi per i prodotti ortofrutticoli e nella gestione dei rifiuti, formalmente amministrate da prestanome (tra i quali, i due figli Giovanni e Luigi, la figlia Giuseppina, le nuore Zaira SCRIBANO e Floriana GUARNERA nonché persone di fiducia quali Salvatore ASTA e Gianluca SANZONE) il PUCCIO non appariva quale titolare di cariche sociali, pur gestendone in prima persona i lucrosi affari. “Titta”,  sarebbe emerso quale dominus indiscusso nei rapporti con i diversi clienti e fornitori, al fine di escludere l’applicazione di misure di aggressione patrimoniale nei suoi confronti, assegnava quote sociali e incarichi amministrativi ad altre persone che, tuttavia, rispondevano solo al suo volere. Le indagini patrimoniali delegate ai Finanzieri, a supporto di tale compendio indiziario, hanno fatto rilevare la sproporzione, per oltre due milioni di euro, delle attività economiche possedute da PUCCIO e dalla sua cerchia familiare rispetto ai redditi da loro dichiarati al fisco. I  militari del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria, grazie anche ai riscontri ottenuti dall’esecuzione di attività ispettive di carattere fiscale, hanno acclarato la stabile riconducibilità al personaggio delle seguenti attività d’impresa, tutte colpite dalla misura patrimoniale di prevenzione:  - societa’ commerciali: M.P. TRADE S.R.L.; SOCIETÀ COOPERATIVA GIZA A R.L. (già M.P. TRADE); INTERNATIONAL PACKING S.R.L.; G.Z.G. S.R.L. in liquidazione; GR TRADE S.R.L.; SOCIETÀ COOPERATIVA AGRO BIO SERVICE A R.L.; ALBA SOCIETA’ COOPERATIVA AGRICOLA a r.l.– tutte con sede in Vittoria (RG) - aventi quale oggetto sociale la “commercializzazione all’ingrosso e al dettaglio di prodotti per l’agricoltura” nonché la “fabbricazione di imballaggi per prodotti ortofrutticoli”;  - ditte individuali: PUCCIO Giombattista; PUCCIO Luigi; l’impresa agricola di ASTA Salvatore;  - Soc. Coop. DECAPLAST a r.l. e ECOLINE S.R.L. in liquidazione volontaria, entrambe aventi sede a Vittoria (RG) e con attività prevalente nel settore della “raccolta di rifiuti non pericolosi in plastica e imballaggi usati”.  Le complesse indagini patrimoniali, eseguite anche con l’ausilio del sofisticato software “Molecola” sviluppato dalla Guardia di Finanza per l’acquisizione massiva e l’analisi di tutte le informazioni rilevabili dalle numerose banche dati in uso al Corpo, hanno  altresì, consentito di sottoporre a sequestro finalizzato alla confisca di prevenzione i seguenti beni mobili e immobili risultati acquisiti in un arco temporale nel quale il proposto e i suoi prestanome non disponevano di mezzi finanziari sufficienti alla loro acquisizione:    beni mobili registrati: 2 autovetture e 1 motoveicolo;  - titoli e rapporti finanziari: 15 conti corrente e 2 conti deposito; - immobili: 11 fabbricati e 50 terreni situati nel territorio di Vittoria.  Il complessivo patrimonio sottoposto a sequestro per la successiva confisca, è stato stimato in circa 45 milioni di euro.


CATANIA GdF sequestra 170.000 oggetti: giocattoli, gadget e cartoleria falsi. I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania, nell’ambito dei servizi a tutela del mercato e del consumatore, hanno eseguito un intervento nei confronti di un’azienda che opera nel settore della distribuzione al dettaglio, sottoponendo a sequestro oltre 170.000 articoli risultati contraffatti. Il controllo, eseguito dai Finanzieri del Gruppo di Catania nella zona centrale della città, ha permesso l’individuazione di numerosi giocattoli, gadget e prodotti di cartoleria, riproducenti indebitamente marchi e personaggi senza autorizzazione del licenziatario. Numerosi giocattoli contraffatti sono stati sottoposti a sequestro, riconducibili a personaggi di cartoni animati attualmente in voga tra i più piccoli quali Peppa Pig, Minions, Ben10, Doraemon, Topolino, Tartarughe Ninja, Super Mario, Barbie, Winnie the Pooh e molti altri. Il  titolare dell’attività commerciale di nazionalità cinese, al termine delle attività, è stato deferito alla Procura della Repubblica di Catania per il reato di introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi e ricettazione.