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CATANIA -
Fiamme
Gialle etnee sequestrano tonno non commestibile a porticciolo Ognina
e mercato.
I finanzieri del
comparto aeronavale hanno sequestrato 250 Kg. di tonno nel mercatino
domenicale del porticciolo di Ognina e 130 Kg. al MAAS. Lo scorso 14
giugno i militari della Sezione Operativa Navale della Guardia di
Finanza di Catania, nell’ambito di un’attività mirata al controllo
sulla filiera della pesca con particolare attenzione al commercio
illegale, hanno effettuato un sequestro di tonno rosso (Thunnus
Thinnus) per un totale di 250 chilogrammi privo di tracciabilità.
Le Fiamme Gialle, tra i banchi del
tradizionale mercatino domenicale presso il porticciolo di Ognina
hanno rinvenuto parte del prodotto ittico, privo di etichettatura e
documentazione che ne attestasse la tracciabilità. I
Baschi Verdi hanno anche trovato un tonno di 130 chilogrammi
avvolto in una coperta tenuto senza il rispetto delle più elementari
norme igieniche ed in cattivo stato di conservazione, abilmente
occultato sotto un vecchio fugone stazionante nel vicino parcheggio. I
Finanzieri hanno dunque sottoposto a sequestro quanto
complessivamente recuperato e conseguentemente sanzionato i due
trasgressori possessori del pescato. I militari
della Sezione Operativa Navale, all’alba di ieri a seguito di un
accertamento presso i Mercati Agro Alimentari Sicilia (M.A.A.S.),
hanno proceduto ad un ulteriore sequestro di circa 130 Kg di tonno
rosso. I tutori dell’ordine, transitando per il parcheggio adiacente
l’area del mercato ittico, si sono imbattuti su un carrello
apparentemente abbandonato contenente n. 3 tranci di tonno rosso. Le
informazioni assunte dai presenti non hanno permesso di individuare
i trasgressori. Il pescato ormai riposto in tranci nelle cassette
veniva sottoposto a sequestro. L’operazione
delle Fiamme Gialle etnee si inquadra nell’ambito di costanti
attività svolte nell’ultimo periodo che hanno consentito di
sequestrare fino ad oggi circa 2 tonnellate complessive di tonno
sottratto al commercio illegale. Gli esemplari sequestrati dopo
essere stati visionati dai veterinari dell’Asp di Catania sono stati
dichiarati non destinabili al consumo umano e consegnati in
discarica per la distruzione.
BIANCAVILLA
CT
– GdF sequestra 2 ambulanze private
irregolari e denuncia gestore. I Finanzieri
del Comando Provinciale di Catania, nell’ambito
del dispositivo di contrasto ai traffici
illeciti realizzati lungo le rotabili in
provincia, hanno sequestrato 2 ambulanze
irregolari e denunciato all’Autorità Giudiziaria
il titolare di una ditta individuale di
Biancavilla proprietaria dei mezzi. I militari
della Compagnia Guardia di Finanza di Paternò, a
seguito di mirata attività di intelligence
economico-finanziaria, nel corso di un apposito
posto di blocco hanno sottoposto a controllo 1
delle 2 ambulanze mentre rientrava in sede dopo
che aveva eseguito il trasporto di un malato. Le
attività esperite dai Finanzieri hanno subito
fatto rilevare l’assenza delle autorizzazioni di
settore prescritte dalla normativa regionale che
regolamenta tale tipologia di trasporto
professionale. Gli approfondimenti proseguiti
presso la sede dell’impresa hanno permesso di
accertare che nella disponibilità del titolare
vi era un altro mezzo di trasporto che
presentava le medesime irregolarità di quello
fermato su strada. I Baschi Verdi hanno rilevato
che entrambe le ambulanze operavano sprovviste
delle necessarie dotazioni di attrezzature
sanitarie di bordo (quale il defibrillatore semi
automatico), impiegavano durante i trasporti
personale sprovvisto delle necessarie
abilitazioni professionali ed infine circolavano
senza essere state sottoposte alla revisione
annuale. Il titolare della ditta individuale è
risultato noto alle Forze di Polizia poiché
rinviato a giudizio nell’ambito della nota
inchiesta condotta dalla Procura etnea sulle
cosiddette “ambulanze della morte” che operavano
in territorio di competenza dell’ospedale di
Biancavilla. Le Fiamme Gialle, al termine delle
attività, hanno sottoposto a sequestro le due
ambulanze e denunciato all’Autorità Giudiziaria
il titolare dell’impresa che svolgeva la propria
attività in assenza delle necessarie
autorizzazioni sanitarie. I finanzieri stanno
svolgendo un controllo fiscale nei confronti
della ditta individuale impiegando i militari
della Compagnia di Paternò, per l’accertamento
di regolare tenuta della contabilità.
CATANIA
– Guardia Finanza sequestra
oltre 10 tonnellate hashish su motonave estera, arrestati equipaggio e
capitano. I finanzieri del Gruppo Aeronavale di Messina e del Nucleo
di Polizia Economico Finanziaria di Palermo, con la collaborazione del
Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, hanno portato
a conclusione, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica –
DDA della città etnea e con il costante supporto delle Fiamme Gialle del
Comando Provinciale e della Sezione Operativa Navale di Catania,
un’operazione volta a contrasto del traffico internazionale di
stupefacenti. Le Fiamme Gialle hanno sequestrato oltre 10 tonnellate di
hashish ed un ex peschereccio oceanico battente bandiera dei Paesi
Bassi, denominato “QUEST” ed arrestato nove persone di equipaggio. Le
misure adottate nella flagranza del reato sono state convalidate dal GIP
del Tribunale di Catania il 6 giugno. L’attività si inquadra in una più
ampia azione investigativa di respiro internazionale denominata
“Libeccio International”, nel cui ambito la Direzione Centrale dei
Servizi Antidroga del Ministero dell’Interno svolge la funzione di
raccordo informativo e di attivazione della cooperazione internazionale.
La nave, monitorata dai mezzi aeronavali della Guardia di Finanza per
oltre 40 ore, è stata abbordata a circa 130 miglia dalla Sicilia sud –
orientale una volta ottenuta l’autorizzazione del Paese di bandiera. I
dettagli dell’importante operazione illustrati dagli investigatori nel
corso di una conferenza stampa, alle ore 10.30 del 7 giugno 2018, a
bordo di una unità navale della Guardia di Finanza ormeggiata presso la
banchina n. 25 del porto di Catania.
L’attività è il risultato di una attenta analisi delle rotte seguite
dall’imbarcazione che, dopo essere partita da Malta ed essersi diretta
verso lo stretto di Gibilterra, tra il Marocco e l’Algeria ha eseguito,
con l’ausilio di potenti gommoni oceanici, il trasbordo del carico
proveniente dalla terraferma. L’esame dei tracciati e l’acquisizione di
ulteriori elementi sul conto del natante hanno consentito di ipotizzare
il coinvolgimento della “QUEST” nel traffico internazionale di
stupefacenti e pertanto sono stati inviati sul posto due unità navali
d’altura ed un elicottero della Guardia di Finanza per controllarne i
movimenti. L’osservazione diretta e alcune incoerenze nelle risposte
ricevute a precise richieste formulate via radio dai finanzieri,
avvalorate come tali dall’attività di analisi svolta dal Comando
Operativo Aeronavale, hanno consolidato i sospetti. E’ stata quindi
coinvolta la Direzione Centrale dei Servizi Antidroga del Ministero
dell’Interno che ha assicurato la cooperazione internazionale per la
richiesta di abbordaggio alle Autorità olandesi (in virtù dell’articolo
17 della Convenzione di Vienna), alimentando i riscontri informativi su
nave ed equipaggio. Questi ultimi hanno permesso di inquadrare il
contesto operativo in una più ampia attività investigativa di respiro
internazionale denominata “Libeccio International”.
RIPOSTO CT - GdF Catania,
sequestra 43kg marijuana galleggiante in mare.
I militari del Comando Provinciale di Catania, con l’apporto dei Reparti
Aeronavali etnei della Guardia di Finanza, hanno sequestrato 43 Kg di
marijuana trasportati dal mare sul litorale ionico di Riposto (CT). Il
sequestro della sostanza stupefacente è scaturito con l’intensificazione
del controllo economico del territorio eseguita dalle Fiamme Gialle
etnee nelle aree particolarmente sensibili ai traffici illeciti, lungo
il tratto costiero ed in specifici punti di accesso alle zone portuali.
Una pattuglia della Compagnia di Riposto, nel corso di una
perlustrazione del litorale che da Torre Archirafi conduce al Porto di
Riposto, ha avvistato dalla strada costiera un voluminoso involucro che
galleggiava in mare in vicinanza degli scogli. I militari insospettiti,
nonostante le condizioni meteo avverse, sono riusciti a recuperare il
pacco che, una volta aperto, è risultato contenere 4 buste trasparenti
sottovuoto con all’interno una sostanza vegetale, del peso di circa 21
kg, che da successiva analisi qualitativa è risultata essere marijuana.
I Finanzieri hanno informato la Procura della Repubblica di Catania
delle particolari circostanze del rinvenimento. Le Fiamme Gialle
contestualmente hanno chiesto il tempestivo intervento di una vedetta
della Sezione Operativa Navale di Catania e di un elicottero della
Sezione Aerea di Manovra di Catania – Fontanarossa. I finanzieri hanno
attivato una ricognizione ampia del litorale che da Riposto conduce a
Fiumefreddo di Sicilia. I miliatari, dopo alcune ore, con l’ausilio
della speciale strumentazione di bordo, l’elicottero delle Fiamme Gialle
ha individuato, nella zona di scogli compresa tra Praiola e Torre
Archirafi, località del Comune di Riposto(CT), un altro pacco sospetto
che, recuperato dalle pattuglie a terra, è risultato contenere,
confezionati nello stesso modo del primo, ulteriori 22 kg di marijuana.
L’intera sostanza stupefacente sequestrata avrebbe fruttato, nella
vendita al dettaglio, oltre 260 mila euro.
Catania
– GdF coi
cinofili sequestra 1,8kg marijuana,
corriere in manette a casello autostrada.
I Finanzieri
del Comando Provinciale di Catania hanno tratto in arresto, negli spazi
antistanti il casello autostradale di Giarre (CT), un soggetto catanese
che stava trasportando 1,8 kg di marijuana.
Il sequestro
della sostanza stupefacente e l’arresto del corriere sono scaturiti
dall’intensificazione del controllo economico nel territorio eseguita
dalle Fiamme Gialle etnee. I militari hanno ispezionato aree
particolarmente sensibili ai traffici illeciti e specifici punti di
accesso alla città.
I
finanzieri del Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria di Catania,
ieri, assistiti da una unità cinofila, hanno sottoposto a controllo una
Fiat Punto all’uscita del casello autostradale di Giarre. Il guidatore,
G.B. 61enne già noto (possesso ingiustificato di valori, porto
abusivo di armi, estorsione e furto), sin dalle prime domande di rito
poste dai Finanzieri, ha palesato chiari segni di nervosismo. L’attività
ispettiva, anche grazie al fiuto del pastore tedesco “Zaro”, ha
consentito di rinvenire, nei vani delle portiere posteriori dell’auto, 4
buste trasparenti sottovuoto contenenti una sostanza vegetale. La merce
da analisi qualitativa successivamente eseguita è risultata essere
marijuana.
Lo
stupefacente sequestrato, destinato al mercato etneo, avrebbe fruttato,
nella vendita al dettaglio, oltre 18.000€.
La Procura
Distrettuale della Repubblica, è stata informata ed il corriere, nato a
Catania e con dimora a Mascalucia (CT), è stato tratto in arresto ed
accompagnato presso la Casa Circondariale di Catania Piazza Lanza.
©
CATANIA
2a 2023
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CATANIA
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GdF scopre contrabbando sigarette da lentinesi a
catanesi in mercati Sicilia orientale: operazione “dirty smoke” 14
misure cautelari
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Generale di Brigata
Antonino Raimondo
Comandante
Provinciale Guardia di Finanza Catania |
nella foto da sin.
Mag. Emilia ALTOMONTE, Gen. B. Antonino RAIMONDO e
Ten.Col.Massimiliano PACETTO
CATANIA
–
Maggiore Emilia ALTOMONTE a comando Gruppo Guardia Finanza
Catania.
L’ufficiale subentra al Tenente Colonnello Massimiliano PACETTO
il quale ha assunto l’incarico di responsabile della Sezione
di Polizia Giudiziaria presso la locale Procura della
Repubblica, dopo la quinquennale esperienza al comando del
Reparto operativo. Il Tenente Colonnello Massimiliano Pacetto ha
diretto importanti operazioni di servizio, intercettando
rilevanti frodi fiscali ed illeciti comportamenti in danno alla
Pubblica amministrazione, locale e nazionale. Il Maggiore Emilia
Altomonte, originaria di Caserta, laureata in Giurisprudenza e
in Scienze della Sicurezza Economico-Finanziaria, è la prima
donna alla guida dell’importante Reparto etneo. L’Ufficiale
Emilia Altomonte, dopo aver frequentato il 104° corso
dell’Accademia (2004-2009), ha comandato la Tenenza - poi
Compagnia - di Borgomanero (NO) e, successivamente, dall’estate
del 2012, ha retto un’articolazione dell’allora Nucleo di
Polizia Tributaria di Roma, dedicata alle verifiche fiscali. Il
maggiore Emilia ALTOMONTE,
nel periodo dal 2015 al 2019, ha ricoperto l’incarico di
comandante della Compagnia - poi Gruppo - di Civitavecchia, in
provincia di Roma, conseguendo brillanti risultati di servizio.
L’ufficiale dal settembre 2019 ad oggi, è stata impiegata presso
l’Ufficio Coordinamento Informativo del II Reparto del Comando
Generale del Corpo, maturando una qualificata esperienza in tema
di ricerca, raccolta e gestione delle informazioni sensibili
nonché in materia di cooperazione internazionale. Il Comandante
Provinciale di Catania, Gen. B. Antonino Raimondo, ha
ringraziato il Tenente Colonnello Massimiliano Pacetto per
l’efficace opera svolta e ha formulato l’augurio di buon lavoro
al Maggiore Emilia Altomonte, sottolineando l’importanza e la
grande responsabilità dell’incarico assunto..
Gli auguri di buon lavoro all’ufficiale Mag. Emilia
ALTOMONTE personali e del giornale per un proficuo lavoro denso
di successi.
CATANIA
– Guardia Finanza esegue ordinanza
GIP per 9 persone invischiate in bancarotta fraudolenta
di società costruzioni: 1,8 milioni€.
I Finanzieri del Comando Provinciale di Catania
appartenenti al
Nucleo
Economico Finanziario
PEF Etneo
al comando del T.Col.
DIEGO SERRA
(VIDEO
INTERVISTA)
hanno eseguito un’ordinanza con
cui il Giudice per le indagini preliminari presso il
locale Tribunale ha disposto misure cautelari personali
e reali nei confronti, in particolare, di Salvatore FERLITO, sottoposto a indagine, assieme ad altri 8
soggetti a vario titolo coinvolti, per i reati di
bancarotta fraudolenta patrimoniale e preferenziale. Il
Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale
di Catania, all’esito delle investigazioni svolte dal
Nucleo PEF Etneo, su richiesta della Procura, ha
disposto: gli arresti domiciliari nei confronti
dell’amministratore di fatto nonché dominus di tutto il
gruppo di società facenti capo a Salvatore FERLITO,
indagato per i reati di bancarotta fraudolenta
patrimoniale e preferenziale, unitamente a Marco
Giuseppe FERLITO, Sebastiana CONIGLIO, Gregorio D’AGATA,
Rosaria FERLITO, Cataldo PIRRELLO, Salvatore LEOTTA e
Salvatore DI BELLA, soggetti che hanno a vario titolo
ricoperto la carica di amministratore o di componente
del CdA della SICULA COSTRUZIONI ovvero della CFC Srl; -
il sequestro preventivo dei compendi aziendali della
“COMER COSTRUZIONI Srl”, della “F.C.G. Srl” e della
“SCAVIFER Srl” nonché del 60% delle quote della “COMER
COSTRUZIONI Srl”, della quota totalitaria della “F.C.G.
Srl”. e del ramo d’azienda della “C.F.C. Srl”, per un
valore stimato di circa 2 milioni€. Le Fiamme Gialle
hanno agito nell’ambito di complesse attività di
indagine coordinate dalla Procura della Repubblica di
Catania. Le investigazioni sono state svolte dalle unità
specializzate del Nucleo di Polizia Economico
Finanziaria di Catania sotto la direzione della Procura.
Le Fiamme Gialle, hanno osservato le società “SICULA
COSTRUZIONI SOCIETA’ COOPERATIVA Arl” in concordato
preventivo dal 2021 e “C.F.C. Srl”, in fallimento dal 14
ottobre 2022, entrambe operanti nel settore degli
appalti pubblici di lavori edili. Le Fiamme Gialle,
dagli approfondimenti eseguiti, hanno evidenziato che
Salvatore FERLITO sarebbe come il dominus di fatto
dell’intero gruppo di società riconducibili alla sua
famiglia tra cui vi rientrerebbero, oltre alle due
società, anche la COMER COSTRUZIONI Srl, la F.C.G. Srl e
la SCAVIFER Srl. I militari in particolare, nell’attuale
stato del procedimento in cui non è ancora pienamente
instaurato il contraddittorio con le parti, hanno
evidenziato che l’indagato avrebbe utilizzato la sua
posizione di amministratore di fatto e, in alcuni casi
anche di diritto, di tali aziende per procedere al loro
svuotamento in favore delle altre società del gruppo nel
momento in cui, per effetto dei rilevanti debiti
maturati, risultava più conveniente continuare
l’attività economica con una nuova o diversa realtà
aziendale. Le Fiamme Gialle hanno sottolineato che tali
condotte sono state rilevate nel corso delle indagini
svolte sul dissesto della “SICULA COSTRUZIONI SOC. COOP.”,
dalla quale sarebbero stati distratti valori attivi per
circa 1,8 milioni di euro mediante una serie di
operazioni fraudolente come la mancata riscossione
ovvero l’ingiustificata svalutazione di diversi crediti
che tale società vantava nei confronti di altre imprese
riferibili al nucleo familiare di Salvatore FERLITO in
relazione a finanziamenti o prestiti in precedenza
erogati o per effetto della cessione della
partecipazione posseduta dalla suddetta Cooperativa
nella “COMER COSTRUZIONI Srl”, del valore stimabile di
720.000€, a favore di Sebastiana CONIGLIO, coniuge di
Salvatore, per il prezzo irrisorio e mai corrisposto di
75.000€. I finanzieri avrebbero inoltre riscontrato
altre indebite operazioni come il rimborso
“preferenziale” a favore della COMER COSTRUZIONI Srl,
poco prima della cessione delle quote, della somma di
270.000€ nonché altri pagamenti “preferenziali”, pari a
circa 250.000€, nei confronti di uno dei fornitori, a
danno degli altri creditori. Le Fiamme Gialle hanno
evidenziato che parallelamente, anche con riferimento al
fallimento della “C.F.C. Srl”, sarebbero state
individuate condotte distrattive degli asset aziendali
mediante la cessione in locazione del ramo d’azienda,
peraltro l’unico concretamente operativo, a favore della
società controllata “F.C.G. Srl” per un canone di 200
mila, che in realtà non sarebbe mai stato corrisposto.L’inchiesta
dei militari ha sottolineato che “Incamerato” l’asset
produttivo della fallita, la “F.C.G. Srl” sarebbe stata
successivamente ceduta, per il valore irrisorio di
2.550€, alla “SCAVIFER Srl”, società formalmente
amministrata dai figli di Salvatore FERLITO. I militari
hanno notato e rilevato la dissipazione di valori attivi
con modalità similari a quelle osservate per la SICULA
COSTRUZIONI ovverosia mediante compensazione di
crediti/debiti infragruppo, mancata svalutazione di
crediti inesigibili o stralcio di crediti verso clienti
e varie società collegate per oltre 3 milioni di euro.
L’attività d’indagine si inserisce nel più ampio quadro
di azioni svolte dalla Procura e dalla Guardia di
Finanza di Catania, finalizzate al contrasto della
criminalità economico-finanziaria, a tutela della
trasparenza e della legalità del sistema economico e
imprenditoriale nonché dei creditori.
CATANIA
-
GdF Generale Brigata
RAIMONDO, catanese a direzione Comando Provinciale.
Il Generale di
Brigata Antonino Raimondo
è il nuovo Comandante
Provinciale della Guardia di Finanza di Catania.
L’Ufficiale proviene dal Comando Generale dove ha
ricoperto incarichi alle dipendenze del Capo di Stato
Maggiore. Il
Gen. B. Antonino Raimondo, 50 anni, è nato a Catania ed
è coniugato , è padre di una figlia.
L’alto
ufficiale
ha frequentato
l’Accademia della Guardia di Finanza in Bergamo dal 1990
al 1995. Al termine del corso di formazione, ha
ricoperto numerosi incarichi operativi in Liguria,
Calabria, Sicilia, Toscana e Marche.
Il Generale di
Brigata Antonino Raimondo, nel corso della carriera, ha
comandato la Tenenza di Albenga (1995-1998), la
Compagnia di Palmi (1998-2001) e la Compagnia di
Siracusa (2001-2004). Dal 2004 al 2007 è stato Capo
Sezione al Comando Generale di Roma, II Reparto “Ricerca
e relazioni internazionali”. Dopo la frequenza del Corso
Superiore di Polizia Tributaria (dal 2007 al 2009) ed il
conseguimento del relativo titolo, nel 2009 è stato
assegnato al Nucleo di Polizia Tributaria di Firenze
dove è stato Comandante del I Gruppo Tutela Entrate,
Capo Ufficio Operazioni e, dal 2011, Comandante del
Gruppo di Investigazione sulla Criminalità Organizzata.
L’ufficiale Antonino Raimondo con il grado di
Colonnello nel 2014,, ha diretto il Comando Provinciale
di Pesaro. Dal 2017, trasferito al Comando Generale ha
ricoperto gli incarichi di Capo Ufficio del Sottocapo di
Stato Maggiore ed infine, dal 2018, ha ricoperto
l’incarico di Capo Ufficio del Capo di Stato Maggiore e,
congiuntamente, dal 2019 al 2020, di Direttore della
Direzione Pianificazione Strategica e Controllo.
Laureato in “giurisprudenza” presso l’Università degli
studi di Milano, in “scienze della sicurezza
economico-finanziaria” presso l’Università degli Studi
di Roma “Tor Vergata” ed in “scienze politiche” presso
l’Università degli studi di Trieste, nel 2009 ha
conseguito il Master universitario di II livello in
“diritto tributario dell’impresa” presso l’Università
commerciale “Luigi Bocconi” di Milano. È abilitato
all’esercizio dell’attività forense. Ha svolto numerose
docenze presso l’Accademia della Guardia di Finanza, la
Scuola di Polizia Economico-Finanziaria di Ostia, nonché
presso l’Università di Urbino. È stato Vice Presidente
del “Consiglio di base della rappresentanza militare”
presso il Comando Regionale Toscana e, dal 2018, ricopre
la carica di Presidente del Consiglio di Amministrazione
della Cassa Ufficiali della Guardia di Finanza. Autore
di pubblicazioni di diritto penale dell’economia, è
stato coordinatore presso la Scuola Superiore della
Magistratura nel corso “indagini e dibattimento nei
reati di criminalità organizzata”, docente per il
progetto “lezioni di mafia” prodotto da Rai scuola ed i
Ministeri della giustizia e dell’istruzione,
dell’università e della ricerca, nonché componente
dell’unità di ricerca dell’Università di Pisa del
“programma di ricerca scientifica di rilevante interesse
nazionale” sulla tematica del ravvicinamento della
legislazione a contrasto del riciclaggio nella
prospettiva del diritto comunitario e dei suoi effetti
sul diritto interno. Al comandante gen. Antonino
Raimondo i nostri migliori i auguri di buon lavoro
nello svolgimento del prestigioso mandato di Comando a
Catania.
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CATANIA
- Discarica
200 Comuni
a Lentini: GdF e SCICO scoprono traffico illecito rifiuti,
corruzione e concorso esterno associazione mafiosa: eseguite 9
misure, sequestrati beni per 116 milioni di Euro.I
personaggi interessati alle misure sono : Antonino LEONARDI
57enne noto come “Antonello”, Salvatore
LEONARDI 47enne, Pietro Francesco NICOTRA 36enne, Francesco
39enne ZAPPALA’ 52enne,
i fratelli Francesco e Nicola GUERCIO 59enne,
Vincenzo LIUZZO 57enne,
Salvatore PECORA 63enne e
Filadelfo AMARINDO detto “Delfo” 68enne. I
Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di
Catania, in collaborazione con il Servizio Centrale
Investigazione Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.), per delega
della Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione aa 1
ordinanza di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale di
Catania nei confronti di 9 persone (2 in carcere, 3 agli arresti
domiciliari e 4 sottoposti alle misure cumulative dell’obbligo
di presentazione alla P.G. e di dimora) indagate, a vario
titolo, per associazione a delinquere finalizzata al traffico
illecito di rifiuti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione
continuata e rivelazione di segreto d’ufficio nonché per
concorso esterno in associazione di tipo mafioso. I fatti
secondo l’inchiesta sarebbero stati perpetrati negli anni 2018 e
2019, sarebbero essenzialmente connessi all’illecita conduzione
della discarica di Lentini (SR), la più estesa della Sicilia,
gestita dalla “SICULA TRASPORTI” nonché “pressioni” esercitate
da esponenti del clan mafioso dei Nardo finalizzate ad ottenere
l’affidamento di un chiosco presente nello stadio usato dalla
squadra di calcio “SICULA LEONZIO” attualmente militante nel
campionato professionistico di prima divisione.Il
medesimo provvedimento, eseguito dai Finanzieri del Nucleo
P.E.F. di Catania (G.I.C.O.), ha disposto, per le persone
giuridiche ritenute responsabili, a vario titolo, di traffico
illecito di rifiuti e di corruzione per atti contrari ai doveri
di ufficio, tutti delitti imputati ad amministratori
nell’interesse delle stesse – il sequestro preventivo (ai sensi
dell’art.321 c.p.p., comma 1) di tutti i beni aziendali, quote e
azioni sociali e la contestuale nomina di amministratori e
custodi.
La misura reale preventiva, afferente ad un patrimonio
societario complessivamente stimabile in circa 110 milioni di
euro, precede la fase di contradditorio prevista dal D.Lgs.n.231/2001
(responsabilità amministrativa delle persone giuridiche)
all’esito della quale il G.I.P. etneo determinerà l’eventuale
nomina di un commissario giudiziale. Le imprese destinatarie del
sequestro preventivo sono le seguenti:
“SICULA
TRASPORTI S.R.L.” ora “SICULA TRASPORTI S.P.A.”,
avente sede a Catania, in via Antonino Longo (Contrada San
Giorgio), esercente l’attività di “trattamenti e smaltimenti
di altri rifiuti non pericolosi” ovvero della gestione dei
rifiuti solidi urbani (R.S.U.) ossia non riciclabili; l’impianto
di trattamento meccanico biologico (T.M.B.) è situato nel
territorio di Catania (Contrada San Giorgio) mentre le vasche di
abbancamento sono situate nel confinante comune di Lentini (SR);
la società ha un fatturato annuo di circa 100 milioni di euro e
oltre 120 dipendenti; “SICULA COMPOST S.R.L.”, avente
sede a Catania, in via Antonino Longo (Contrada San Giorgio),
svolgente l’attività di “produzione di compost” ovvero
produzione di fertilizzanti agricoli derivanti
dall’utilizzazione e trasformazione di scarti vegetali e
agroalimentari; la società, con circa 20 dipendenti, ha un
fatturato di 3,6 milioni di euro; “GESAC S.R.L.”, con
sede a Catania in Contrada Coda Volpe, avente quale oggetto
sociale l’estrazione di pomice e di altri minerali; la società,
inserita nella filiera della lavorazione del R.S.U., forniva il
materiale pietroso da cospargere (obbligatoriamente per legge)
sulla “parte secca” del rifiuto, abbancato nelle vasche della
discarica gestita dalla “SICULA TRASPORTI”; essa ha un fatturato
annuo medio di circa 2 milioni di euro e ha oltre 20 dipendenti.
Non destinataria della misura del sequestro preventivo ma
persona giuridica indagata ai sensi del citato D.Lgs.n.231/2001
per la quale pende la richiesta di nomina di un commissario
giudiziale è la: “EDILE SUD S.R.L.”, avente sede a
Scordia (CT) ed esercente l’attività di gestione di un impianto
di recupero, trasporto e produzione di rifiuti non pericolosi
(rifiuti inerti) nel territorio di Lentini (SR); la società, con
18 dipendenti, ha un volume d’affari di circa un milione di
euro. Ulteriori misure cautelari reali eseguite dai Finanzieri
etnei sono il sequestro preventivo di oltre 6 milioni di euro
finalizzato alla confisca del profitto illecito originante:
dal traffico illecito di rifiuti; sequestro effettuato nei
confronti dell’amministratore e del socio, tra le altre, della
“SICULA TRASPORTI”, soggetti di seguito generalizzati (Antonino
e Salvatore LEONARDI); da un rodato circuito corruttivo
caratterizzato dalla dazione costante di tangenti in contanti
per decine di migliaia di euro; sequestro effettuato a carico di
un pubblico ufficiale corrotto sotto nominato (Vincenzo LIUZZO).
Per
quanto concerne i soggetti destinatari delle misure personali,
il principale indagato è Antonino LEONARDI noto come
“Antonello”, quale amministratore di fatto della “SICULA
TRASPORTI S.R.L.” e della “GESAC S.R.L.” nonché amministratore
di diritto della “SICULA COMPOST S.R.L.” il quale è stato
condotto in carcere. Ristretto agli arresti domiciliari
Salvatore LEONARDI, fratello di Antonino, in qualità di socio
della “SICULA TRASPORTI S.R.L.” e della “GESAC S.R.L.”.Sottoposti
alle misure cumulative cautelari dell’obbligo di presentazione
alla polizia giudiziaria e di dimora Pietro Francesco NICOTRA,
quale responsabile dell’impianto di compostaggio di Grotte San
Giorgio a Catania dal quale provenivano anche parte dei rifiuti
poi conferiti illecitamente in discarica e Francesco ZAPPALA’,
nella sua qualità di responsabile dell’impianto di trattamento
meccanico biologico dal quale originavano i rifiuti
illecitamente conferiti “tal quale” in discarica. Gli
investigatori ritengono che NICOTRA e ZAPPALA’, con i fratelli
Salvatore ed Antonino LEONARDI, quest’ultimo quale capo e
promotore, avrebbero costituito un’associazione a delinquere
finalizzata alla commissione reiterata di attività organizzate
per il traffico illecito di rifiuti e di frode in pubbliche
forniture nonché alla pervasiva pratica corruttiva quale
strumento utile a eludere i controlli e a ottenere dalle
pubbliche amministrazioni competenti provvedimenti
amministrativi favorevoli. Destinatari delle misure cautelari
dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e di
dimora anche i fratelli Francesco e Nicola GUERCIO nella loro
qualità di amministratori di diritto e di fatto della succitata
“EDILE SUD S.R.L.”.Appartenenti ad organi amministrativi
pubblici di controllo, destinatari della misura degli arresti
domiciliari, sono: Vincenzo LIUZZO, pubblico ufficiale accusato
di corruzione, quale dirigente di unità operativa semplice
dell’ARPA Sicilia (sede territoriale Siracusa), addetto ai
controlli e monitoraggi ambientali; Salvatore PECORA quale
incaricato di pubblico servizio, istruttore tecnico impiegato
presso il Libero Consorzio Comunale di Siracusa addetto al
controllo sulla gestione dei rifiuti. Custodia cautelare in
carcere, invece, per Filadelfo AMARINDO, detto “Delfo”, quale
dipendente della “SICULA TRASPORTI S.R.L.” ed in quanto ritenuto
concorrente nell’associazione mafiosa denominata “NARDO”,
affiliata a “Cosa Nostra” etnea, storicamente facente capo a
NARDO Sebastiano e operativa su Lentini (SR).Le
rapide ed approfondite investigazioni condotte dai Finanzieri
del Nucleo P.E.F. di Catania (G.I.C.O.) e dallo S.C.I.C.O. sotto
la direzione della Procura distrettuale sono state sviluppate
attraverso l’esecuzione di intercettazioni telefoniche ed
ambientali, accertamenti bancari, disamina della documentazione
amministrativa afferente le autorizzazioni necessarie per la
gestione degli impianti della famiglia LEONARDI nonché
attraverso la messa a sistema degli elementi indiziari desunti
dall’esecuzione di una consulenza tecnica disposta da
quest’Ufficio in ragione di un accesso presso gli impianti
“incriminati” operato dai Finanzieri nel febbraio del 2019. La
consistente mole indiziaria così emergente avrebbe permesso agli
investigatori di portare alla luce un perdurante e sistematico
illecito smaltimento dei rifiuti solidi urbani provenienti da
oltre 200 Comuni siciliani convenzionati con la “SICULA
TRASPORTI”; un enorme quantitativo di rifiuti strutturalmente
non più gestibile secondo le prescrizioni di legge che sarebbe
finito in discarica senza subire trattamento preliminare,
essenziale per favorire l’individuazione dei materiali non
ammissibili in discarica o dei rifiuti da destinare a operazioni
di recupero. Gli investigatori ritengono la gestione della
discarica, dell’impianto T.M.B. e di compostaggio, da parte
della famiglia LEONARDI, orientata all’esclusivo perseguimento
di utili attraverso il mantenimento delle convenzioni con i
Comuni pur non essendo gli impianti nelle condizioni di poter
più adempiere alle prescrizioni fissate dalle stesse
autorizzazioni amministrative. I finanzieri hanno evidenziato
che il sistema illecito sarebbe stato orchestrato da Antonino
LEONARDI su due pilastri: la puntuale dazione di tangenti a
soggetti ritenuti dal corruttore, al di là del ruolo assegnato
dall’amministrazione di appartenenza, in grado di influenzare la
concessione di autorizzazioni amministrative e di “pilotare”,
preventivandoli, i prescritti controlli ambientali; la fasulla
rappresentazione della movimentazione dei rifiuti al fine di
garantire un’apparente osservanza delle norme; una contabilità
assolutamente non corrispondente alla reale entità e tipologia
dei rifiuti conferiti in discarica e trattati nell’impianto di
compostaggio.
Gli accertamenti tecnici operati direttamente presso le imprese
gestite da “Antonello” LEONARDI dagli investigatori avrebbero
rilevare che sia ingenti quantitativi di R.S.U. (non sottoposti
ai preventivi trattamenti di frantumazione, triturazione,
successiva vagliatura e biostabilizzazione e, tra questi, anche
la frazione “umida” che avrebbe dovuto essere destinata al
recupero mediante compostaggio) quanto una consistente mole di
materiale originata da un incompleto processo di compostaggio,
venivano conferiti direttamente nella discarica lentinese,
previa attribuzione fittizia di un codice che identifica i
rifiuti derivanti da tritatura e vagliatura e, in alcuni casi,
anche senza che i rifiuti fossero tracciati da alcun
formulario. Le Fiamme Gialle rilevano che il sodalizio
criminale avrebbe gestito la “SICULA TRASPORTI” e le altre
realtà aziendali collegate in filiera ed avrebbero ammesso in
discarica per lo smaltimento finale, categorie di rifiuti che,
per la loro stessa natura, non avevano i requisiti di
ammissibilità necessari; rifiuti mai sottoposti anche ad un
semplice esame visivo: in tal modo, i responsabili potevano
accumulare, nel tempo, guadagni illeciti non spettanti anche in
frode agli impegni assunti con i Comuni conferenti. I Baschi
Verdi rilevano che si trattava, dunque, di rifiuti altamente
putrescibili e quindi in grado di formare percolati e di
produrre biogas creando così concreti presupposti per
l’emissione diffuse di maleodoranze oltreché di gas serra. I
finanzieri hanno evidenziato in alcune circostanze, appurate
come i percolati, liquidi che dovevano confluire sul fondo delle
vasche e da qui stoccati in silos, erano sversati nel suolo e
nelle acque circostanti. Tra i rifiuti conferiti “tal quali” in
discarica venivano rinvenuti frigoriferi interi (contenenti al
loro interno ancora il poliuretano), pneumatici non ammissibili
nella discarica lentinese, materassi non previamente lacerati,
oggetti di plastica, metallo e carta recuperabili, pasti
provenienti da mense ancora integri nonché rifiuti speciali
sanitari. Queste
illecite modalità di conferimento di rifiuti in discarica
determinavano anche un’evasione del tributo speciale per il
deposito in discarica dei rifiuti solidi (art.3, Legge 549/1995)
pari, per il 2018, a oltre 6,2 milioni di euro (a cui vanno
aggiunti sanzioni e interessi). Il tributo, da versare
trimestralmente alla Regione Siciliana dal gestore dell’impianto
presso cui si effettua lo stoccaggio definitivo (nella sua
qualità di sostituto d’imposta) è finalizzato a favorire la
minore produzione di rifiuti e il recupero dagli stessi di
materia prima e di energia. La tendenziale assenza di un
trattamento preliminare al conferimento in discarica determina
l’applicazione di un’aliquota per il tributo dovuto superiore a
quella calcolata dai gestori della “SICULA TRASPORTI”.
L’impianto di compostaggio della “SICULA COMPOST”, a far data
dal maggio 2018, iniziava a ricevere, presso la propria
struttura, la “Frazione Umida” proveniente dalla “Raccolta
Differenziata” svolta da diversi comuni siciliani, con i quali
l’azienda aveva stipulato preventivi contratti di conferimento,
in ragione dell’autorizzazione rilasciata dall’Assessorato
Regionale dell’Energia e dei Servizi di pubblica Utilità che
avrebbe consentito alla “SICULA COMPOST” di ricevere presso la
sua struttura un quantitativo massimo di 70 mila tonnellate
annue. Ma l’impianto di compostaggio, a fronte di una
potenzialità di lavorazione della “Frazione Umida” calcolata
intorno alle 160/170 tonnellate giornaliere, ne riceva 250/270.
Tale realtà nota ad Antonino LEONARDI e a Pietro NICOTRA
determinava gli stessi a stabilire che delle 1.400 tonnellate di
“rifiuto umido” che arrivavano settimanalmente in impianto, 400
dovevano essere “smaltite illecitamente” ovvero senza sottoporle
ad alcun processo di recupero e veicolandole “tal quali” nella
discarica di Lentini.
Oltre 30.000 tonnellate di rifiuti solidi inerti derivanti da
lavori di scavo effettuati per la realizzazione di una nuova
vasca nella discarica della “SICULA TRASPORTI” venivano smaltiti
illecitamente nei terreni di proprietà delle società di LEONARDI.
Tale ulteriore fraudolenta gestione dei rifiuti era realizzabile
con la compiacenza dei fratelli GUERCIO e della loro “EDILE SUD
S.R.L.” la cui piattaforma risultava solo “cartolarmente”,
attraverso la redazione di oltre 1.300 falsi formulari, luogo di
destinazione dei succitati inerti.
Tale diffuso quadro di illegalità poteva perpetuarsi nel tempo
in ragione del determinante contributo fornito da funzionari
pubblici corrotti. Nello specifico, Vincenzo LIUZZO, dirigente
ARPA di Siracusa (sezione controlli e monitoraggi ambientali),
si recava mensilmente presso la discarica di LEONARDI per
ricevere una mazzetta in contanti di 5.000 euro. La puntuale
riscossione del profitto corruttivo, “il
giorno 20 di ogni mese”,
veniva documentato dai Finanzieri del G.I.C.O. dall’agosto 2018
al marzo 2019 e in una circostanza, dopo la ricezione dei
contanti, anche riscontrata materialmente per effetto di un
controllo su strada operato da una pattuglia della Compagnia
Pronto Impiego di Catania. LIUZZO risultava aver totalmente
asservito la sua pubblica funzione alle finalità utilitaristiche
e personali perseguite da Antonino LEONARDI con il quale
intratteneva un rapporto confidenziale in dispregio
dell’imparzialità cui deve conformarsi ogni pubblico dipendente.
LIUZZO, oltre a fornire suggerimenti a LEONARDI per una
“redditizia” gestione ambientale dei suoi impianti, comunicava
allo stesso in anticipo i controlli che l’ARPA Siracusa avrebbe
effettuato presso gli stessi impianti così da consentire la
predisposizione di tutti gli accorgimenti utili per non
incorrere nell’accertamento di violazioni e abdicando così, il
pubblico ufficiale, di fatto, ogni funzione di controllo. LIUZZO,
inoltre, su richiesta di LEONARDI interveniva su un controllo in
atto presso la cava dei fratelli GUERCIO operato da funzionari
ARPA e del Libero Consorzio di Siracusa affinché i controllori
pubblici non rilevassero irregolarità. Nello specifico,
quest’ultimi venivano costretti a “non vedere” un macroscopico
disallineamento tra la realtà documentata dai falsi formulari e
quella emergente dal visivo riscontro: i rifiuti inerti,
presenti in cava, erano nettamente inferiori rispetto a quelli
contabilmente registrati perché smaltiti, come su evidenziato,
nei terreni delle aziende di LEONARDI. Da ultimo, LIUZZO, nel
partecipare a conferenze di servizi aventi quali oggetto
autorizzazioni amministrative richieste dall’imprenditore
corruttore, assumeva posizioni e formulava interventi sempre in
linea con i desiderata dei LEONARDI.
Altro funzionario pubblico a
“libro paga” dei LEONARDI era Salvatore PECORA, il quale
similmente a LIUZZO, era solito notiziare l’amministratore della
“SICULA TRASPORTI” di tutti i controlli che sarebbero stati
effettuati e curati dal Libero Consorzio Comunale di Siracusa;
PECORA, inoltre, partecipava preliminarmente ai LEONARDI atti
riservati del proprio ufficio prima che gli stessi fossero
oggetto di deliberazione interna assumendo, a priori, posizioni
congeniali alle illecite finalità imprenditoriali di LEONARDI.
Da ultimo, la meticolosa attività d’indagine portava alla luce
anche una stabile e compiacente relazione finanziaria tra il
gruppo imprenditoriale dei LEONARDI ed alcuni esponenti del clan
NARDO (tra i quali Angelo RANDAZZO e Alfio SAMBASILE entrambi
già condannati per 416 bis) ai quali Antonino LEONARDI faceva
pervenire, durante le festività, somme in contanti di 5.000 euro
tramite il suo collaboratore “Delfo” AMARINDO. Quest’ultimo
forniva un rilevante supporto per la realizzazione dei progetti
criminosi del clan NARDO, una collaborazione significativa
manifestatasi attraverso plurime condotte, tra le quali anche
quella di riportare agli affiliati della compagine mafiosa le
indicazioni e le volontà del boss recluso Alfio SAMBASILE.
“Delfo” AMARINDO rappresentava l’anello di congiunzione dei
LEONARDI con il sodalizio lentinese e questo ruolo viene in luce
quando è necessario decidere a chi assegnare la gestione di un
punto di somministrazione di cibi e bevande nello Stadio di
calcio della “SICULA LEONZIO”; è AMARINDO che viene incaricato
da Antonello LEONARDI di veicolare il messaggio che il chiosco
non sarebbe stato affidato a nessuno dei gruppi criminali
pretendenti e che gli stessi sarebbero stati “ripagati” per il
mancato introito con le dovute regalie. Antonino LEONARDI e suo
figlio erano ben consapevoli, in quel frangente, quali rischi
corressero nel concedere quell’attività a figure orbitanti negli
ambienti di criminalità organizzata. L’investigazione della
Guardia di Finanza di Catania ha, dunque, fatto luce su un
groviglio illecito d’interessi permeante la gestione della
maggiore discarica siciliana così confermando come il delicato
settore ambientale possa essere facile preda di rovinose
pratiche corruttive oltreché di appetiti mafiosi.
CATANIA
–
Guardia Finanza: sindaco Pogliese saluta comandanti
gen.Quintavalle Cecere e subentrante col. D’Angelo.
Il primo cittadino di Catania Salvo Pogliese ha ricevuto
a Palazzo degli Elefanti per i convenevoli di benvenuto
il nuovo Comandante il Colonnello Raffaele D’Angelo il
quale era accompagnato dal cedente Generale di Brigata
Antonio Nicola Quintavalle Cecere. Il sindaco durante il
cordiale incontro ha ringraziato il comandante Antonio
Nicola Quintavalle per l’attento ed importante lavoro
svolto nella città di Catania. Il generale accompagnato
dal Colonnello Raffaele D’Angelo che ufficialmente gli
subentrerà nell’incarico nei prossimi giorni ha espresso
personali e positivi apprezzamenti per la sua esperienza
al comando delle Fiamme Gialle etnee. Il sindaco Salvo
Pogliese con l’occasione ha augurato al colonnello
D’Angelo, proveniente dal Comando Generale di Roma, un
proficuo lavoro, sottolineando l’importanza della
collaborazione tra le due Istituzioni. I due alti
ufficiali della Guardia di Finanza, poi, hanno concluso
con la visita del Palazzo degli Elefanti poichè il
Colonnello Raffaele D’Angelo nuovo comandante
Provinciale delle Fiamme Gialle ancora non aveva avuto
modo di conoscerlo.
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Acireale –
Ten. Laura Boerner assume Comando Tenenza GdF, succede a Ten.
Eugenio Marmorale. L’avvicendamento tra i due ufficiali è stato
concretizzato il 25 luglio 2016. Il Tenente Boerner è di origine
campana ed è giunta in Sicilia al termine di una importante
esperienza operativa maturata nel Settentrione, al comando della
Sezione Operativa Volante della Compagnia della Guardia di Finanza
di Treviglio (BG). Il Comandante Provinciale, Col. Roberto Manna,
nel salutare i due ufficiali, ha formulato i migliori auguri di buon
lavoro al Ten. Boerner, sottolineando come sotto la guida del
Tenente Eugenio Marmorale, ora destinato a ricoprire un prestigioso
incarico presso il Nucleo di Polizia Tributaria di Caserta, il
reparto acese delle Fiamme Gialle abbia raggiunto importantissimi
risultati operativi. I migliori auguri di buon lavoro al comandante
Laura Boerner .
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Paternò
CT -
GdF cap. Francesca Conte a comando nuova
Compagnia.
La
Guardia di Finanza di Catania, nell’ambito di un
riassetto organizzativo dei propri reparti
territoriali, ha potenziato il dispositivo di
controllo nella provincia etnea attraverso la
costituzione, dal primo agosto, della Compagnia
di Paternò in sostituzione della Tenenza già
presente dal 2005. Il Capitano
Francesca Conte, proveniente da Roma dove ha
maturato un’esperienza operativa presso il
Nucleo Speciale di Polizia Valutaria è giunto a
comandare il nuovo Reparto. Il Comandante
Provinciale di Catania, Col. Roberto Manna, ha
formulato i migliori auguri di buon lavoro al
Capitano Conte che darà continuità al proficuo
servizio svolto dal Lgt. Francesco Leotta,
predecessore dell’Ufficiale nel comando della
allora Tenenza di Paternò.
Catania
– GdF operazione antimafia armi e munizioni in casa Ercolano:
scoperti contatti mafia-massoneria, 6 arresti.
La Guardia di Finanza, Catania in ub’operazione antimafia ha
eseguito arresti nei confronti di soggetti ritenuti appartenenti
alla cosca “Ercolano”, tra cui il presunto reggente Aldo
Ercolano. I militari nel corso dell’attività hanno sequestrato
anche un arsenale.
la Guardia di Finanza di Catania alle prime luci del giorno
all’alba,
ha
eseguito misure le cautelari personali nei confronti dei 6
personaggi per i reati di associazione a delinquere di stampo
mafioso, estorsione e turbata libertà degli incanti. I baschi
Verdi nell’abitazione di Ercolano hanno rinvenuto e sequestrato
pistole e munizioni. I particolari dell’operazione, nel corso
della quale sono emersi anche contatti tra esponenti di una
loggia massonica e Cosa Nostra catanese, illustrati alla
presenza del Procuratore reggente, Dott. Michelangelo Patané,
nel corso di una conferenza stampa, presso la Procura della
Repubblica di Catania.
Roma – GdF
celebra Patrono S.Matteo.
La Guardia di Finanza ha festeggiato oggi 21 settembre San
Matteo Apostolo ed Evangelista, Santo Patrono delle Fiamme
Gialle. Le celebrazioni sono iniziate di mattina con la
deposizione da parte del Comandante Generale, Gen. C.A. Giorgio
Toschi, di una corona di alloro in onore delle Vittime del
Dovere e dei Caduti presso il Sacrario della caserma “Gen. B.
Sante Laria”, in Piazza Armellini a Roma. L’Arcivescovo
Ordinario Militare per l'Italia, S.E. Reverendissima Monsignor
Santo Marcianò, a seguire, nel Salone d’Onore della stessa
caserma, ha officiato la cerimonia religiosa, alla presenza del
Viceministro dell’Economia e delle Finanze, On. Enrico Zanetti,
del Comandante Generale e di altre Autorità civili, militari e
religiose. Successivamente ha avuto luogo la presentazione del
dipinto “San Matteo e l’Angelo”. L’opera, raffigurante il Santo
mentre manoscrive i primi passi del proprio Vangelo guidato da
una figura celeste, è stata realizzata dal pittore Girolamo
Muziano nella seconda metà del XVI secolo ed è nota per aver
ispirato Michelangelo Merisi, detto “il Caravaggio”, durante la
realizzazione dei capolavori della Cappella Contarelli nel XVII
secolo nella chiesa di San Luigi dei Francesi in Roma. Il
dipinto torna ora al suo posto presso la prestigiosa Sala "San
Matteo" della caserma “Piave”, sede del Comando Generale del
Corpo in Viale XXI Aprile, dopo aver subito un delicato
intervento di restauro, durato più di un anno, da parte del
personale del Laboratorio di Restauro della Soprintendenza per i
Beni Storici e Artistici del Polo Museale Romano, guidato dal
direttore scientifico, dott. Andrea De Marchi. San Matteo è
stato dichiarato Santo Patrono della Guardia di Finanza nel 1934
dal Cardinale Eugenio Pacelli, il futuro Papa Pio XII, con
l’auspicio che tutti i Finanzieri potessero, a partire dal suo
esempio, unire l’esercizio puntuale del dovere nei confronti
dello Stato alla fedele sequela di Cristo.
Catania
-
GdF
recupera ricercatori funghi dispersi su Etna.
I
militari del Soccorso Alpino della Guardia di
Finanza di Nicolosi, nella giornata di ieri,
hanno effettuato un intervento di ricerca nei
confronti di tre ricercatori di funghi,
smarritisi nel versante sud est dell'Etna, nella
zona del vallone del Turco, a circa 1400 mt di
quota.
Le tre
persone, a causa delle avverse condizioni meteo
e della nebbia sopraggiunta, dopo essersi rese
conto di aver perso l'orientamento nella fitta
vegetazione, hanno chiesto telefonicamente i
soccorsi. La sala operativa del Comando
Provinciale della Guardia di Finanza di Catania
ha immediatamente attivato i militari
specializzati del Soccorso Alpino di Nicolosi
che, insieme alle squadre di soccorso del Corpo
Forestale ed ai volontari del Club Alpino
Italiano, hanno avviato le ricerche dei
dispersi. I 3 soggetti, dopo circa 2 ore, in
preda allo spavento per l’avventura vissuta,
sono stati ritrovati incolumi e riaccompagnati
presso la loro auto. Molte persone in questo
periodo, particolarmente florido per la raccolta
dei funghi, si avventurano per tale motivo
sull'Etna. I soccorsi spesso coinvolgono
specialmente nelle meno calde ore pomeridiane
che, tuttavia, sul Mongibelllo, sono anche
quelle caratterizzate da repentine variazioni
metereologiche che possono risultare pericolose
per chi non conosce né adotta le specifiche
precauzioni da osservare in montagna.
Catania
- GdF scopre 4 per smercio EURO falsi in Sicilia, Calabria e
Puglia: 1 in manette.
I soggetti hanno distribuito banconote a Catania, Siracusa,
Messina, Caltanissetta, Agrigento, Cosenza, Vibo Valentia,
Catanzaro, Reggio Calabria, Bari, Taranto, Lecce e Brindisi. L’adranese
Antonino LIOTTA 42enne, è stato tradotto presso il
carcere di Catania a Piazza “Lanza”. I Finanzieri del Comando
Provinciale della Guardia di Finanza di Catania hanno eseguito
un’ordinanza di custodia cautelare personale emessa dal GIP del
Tribunale di Caltagirone (CT), su richiesta della Procura
calatina, nei confronti di 4 persone accusate di associazione a
delinquere finalizzata alla spendita di banconote false. Il
provvedimento magistratuale ha colpito, quale capo
dell’organizzazione, l’adranese Antonino LIOTTA ed altri 3
soggetti per i quali è stata disposta la misura degli arresti
domiciliari. L’attività investigativa svolta dai Finanzieri del
Gruppo di Caltagirone ha messo in luce l’esistenza del sodalizio
criminale dedito alla spendita di false banconote da 100 € nel
circuito nazionale, garantendosi illeciti e reiterati guadagni
in danno di ignari commercianti. Grazie alle intercettazioni
telefoniche sono state ricostruire le varie fasi attraverso le
quali gli indagati spacciavano le banconote false nei territori
di numerose province (Catania, Messina, Caltanissetta,
Agrigento, Siracusa, Cosenza, Vibo Valentia, Catanzaro, Reggio
Calabria, Bari, Taranto, Lecce e Brindisi) presso diversi
piccoli esercizi commerciali (quali negozi di ceramiche
artistiche, ferramenta, lavasecco, enoteche, ottici, rivendite
di generi alimentari e frutta, panifici, paninoteche,
profumerie), prediligendo quelli privi di dispositivi di
controllo delle banconote e/o di impianti di video-sorveglianza.
I Baschi Verdi hanno rilevato che talvolta, tuttavia, neppure la
presenza di dispositivi per il riconoscimento delle banconote
false e l'attenzione prestata dagli esercenti hanno impedito la
consumazione del reato. Gli indagati, infatti, in alcuni casi,
sono riusciti a persuadere i commercianti più cauti e sospettosi
dicendo loro di essere degli appartenenti alle Forze di Polizia,
così ingenerando nelle vittime la fiducia che il denaro fosse
legale. L’indagine, infatti, trae origine proprio dalla
denuncia di uno di questi commercianti che aveva ricevuto
banconote false per il pagamento della merce acquistata da uno
degli arrestati spacciatosi come appartenente alla Guardia di
Finanza.
Acireale
-
Finanza
antimafia: operato su richiesta Procura etnea sequestro
beni per sproporzione redditi dichiarati. I
Finanzieri del Comando Provinciale di Catania hanno
eseguito, nei giorni scorsi, un provvedimento di
prevenzione patrimoniale emesso dal Tribunale etneo,
Sezione misure di prevenzione, su proposta della Procura
etnea, per il sequestro dei beni e delle disponibilità
finanziarie riconducibili a Salvatore Alfio GRILLO
46enne, persona più volte condannata per reati contro il
patrimonio, ricettazione di auto rubate, truffa,
spendita di monete falsificate e insolvenza fraudolenta.
La Guardia di Finanza, a meglio definire il profilo del
soggetto, rimarca che hanno concorso le condanne, a suo
carico, per triplice tentato omicidio e porto abusivo
di armi da fuoco nonché la vicenda giudiziaria che ha
visto GRILLO indiziato di appartenere al clan “Cappello”
in ragione della vicinanza e dell’assistenza prestata a
Angelo CACISI - detto “Ramazza”, ritenuto
elemento di spicco del clan tra il 2003 e il 2004 - nel
momento in cui quest’ultimo si teneva nascosto per
sfuggire alle vendette trasversali di fazioni opposte
alla sua.
I Baschi Verdi hanno
rilevato inoltre, quale elemento di maggiore attualità
che GRILLO è stato tratto in arresto per reati di usura
e estorsione aggravata dal metodo mafioso, nell’ambito
dell’operazione “Piramidi”, conclusa da questa
Procura nel marzo 2017.
I
militari della Tenenza della Guardia di Finanza di
Acireale, a fronte di questo curriculum criminale, che
ha reso evidente la persistente pericolosità sociale del
soggetto e la tendenza abituale a commettere delitti,
sotto la direzione della Procura etnea, hanno avviato,
nei confronti di Grillo e del suo nucleo familiare,
indagini patrimoniali mirate volte a verificare la
coerenza del loro patrimonio e del tenore di vita con i
redditi dichiarati.
Gli accertamenti
di polizia economico-finanziaria hanno fatto emergere
che a fronte di redditi complessivi del nucleo familiare
ammontanti, dal 1990 al 2015, a meno di 2.000€ annui,
nel 2011, è stato acquistato un appartamento, mediante
assegni, formalmente intestato al figlio venticinquenne,
privo di redditi, del GRILLO. La Procura etnea
pertanto, in attuazione delle previsioni di cui al
Codice Antimafia, ha proposto al Tribunale di Catania,
Sezione misure di prevenzione, il sequestro anticipato
dei beni, nella disponibilità di Salvatore Alfio GRILLO,
ancorchè intestati a terzi, risultati ingiustificati e
sproporzionati al reddito, poiché potenzialmente
riconducibili alle diverse attività illecite da lui
commesse nel periodo dal 1985 al 2013. Il provvedimento
di sequestro ha colpito l’immobile, del valore
commerciale di 260.000€, ubicato nel borgo marinaro di
Aci Castello (CT) ed in cui il personaggio risulta
residente, nonché 4 conti correnti intestati ai
componenti del suo nucleo familiare.
Catania
– GdF scopre
truffa 298 falsi braccianti.
I
militari del Comando Provinciale della Guardia di
Finanza di Catania, nell’ambito dei servizi a tutela
della spesa pubblica, hanno scoperto una truffa
realizzata da 2 imprese agricole della provincia etnea.
I maldestri attraverso il meccanismo della falsa
assunzione di braccianti, arebbero indebitamente
ottenuto dall’INPS somme per circa 1,5 milioni di euro a
titolo di indennità di disoccupazione nonché, in alcuni
casi, di emolumenti a sostegno della famiglia (c.d.
assegni familiari). Il sistema di frode corrisponde a
quello già noto ai finanzieri in quanto accertato nel
corso di altre indagini sviluppate nel medesimo settore.
Le ditte, costituite al solo fine di realizzare la
truffa ed apparentemente operanti nella raccolta di
prodotti agricoli, hanno assunto soggetti compiacenti
relativamente ai quali hanno dapprima falsamente
attestato all’INPS l’impiego quali braccianti nei campi.
I soggetti, in un secondo momento, hanno comunicato
all’ente assistenziale il non utilizzo del lavoratore
affinché venisse corrisposta a ciascuno l’indennità
prevista per i giorni di disoccupazione. Gli
accertamenti effettuati sui terreni oggetto delle
diverse raccolte hanno consentito di appurare che gli
stessi non erano neppure nella disponibilità delle
imprese controllate, atteso che sono anche risultati
falsi i relativi contratti di comodato d’uso gratuito a
favore delle medesime. Per gli organizzatori della
truffa e per i 292 falsi braccianti che hanno percepito
gli illeciti proventi è scattata la denuncia per truffa
e falso all’Autorità Giudiziaria e la segnalazione
all’INPS per il recupero delle somme erogate.
Cavagrande
SR SAGF salvato escursionista caduto da
pendio laghetti
e feritosi. I militari del Soccorso Alpino della Guardia di
Finanza di Nicolosi, nel tardo pomeriggio di sabato 29 luglio hanno
recuperato e tratto in salvo un escursionista italiano 30enne, caduto e
feritosi nella zona dei laghetti siti all’interno della Riserva Naturale
Orientata Cavagrande del Cassibile, in provincia di Siracusa. Il
malcapitato trovandosi su un pendio impervio è scivolato battendo la
testa su una roccia, perdendo i sensi. I finanzieri del Soccorso
Alpino, allertati da un ristoratore locale, si sono subito recati sul
posto con la propria unità cinofila e, supportati dalle sale operative
dei Comandi Provinciali della Guardia di Finanza di Catania e Siracusa,
hanno operato in stretto coordinamento, ed avviato le operazioni di
soccorso. I militari, dopo aver percorso uno scosceso ed insidioso
sentiero, hanno raggiunto l’infortunato il quale appariva con una ferita
al volto. I soccorritori, dopo essersi accertati delle discrete
condizioni del soggetto, l’hanno posto in sicurezza su una barella
spinale e trasportato presso una piazzola di atterraggio dove nel mentre
era giunto un elicottero del 118. Lo sventurato è stato condotto grazie
al velivolo ad una vicina ambulanza, ed infine trasportato presso
l’ospedale di Avola (SR). I militari del SAGF del Comando Provinciale di
Catania, grazie alla loro alta professionalità e specializzazione,
operano quotidianamente con una competenza regionale, a tutela
dell’incolumità delle persone in ambiente montano ed alpestre, in tutte
quelle circostanze in cui per effettuare dei salvataggi sono richieste e
necessarie le loro particolari abilità tecniche.
Catania
–
GdF, 11 misure per traffico
internazionale stupefacenti ed armi, italo-albanese.
I soggetti condotti in
carcere dai Finanzieri di Catania sono: i catanesi Antonino
RIELA 45enne, già noto e ritenuto punto di
riferimento di più clan mafiosi etnei per l’approvvigionamento
di sostanze stupefacenti, Vincenzo SPAMPINATO 43enne,
già detenuto per analoghi reati, e Gianluca PASSAVANTI 36enne;
Angelo BUSACCA 36enne
ragusano; la componente di origine albanese operativa sulle
coste italiane, formata da Moisi HABILAJ 38enne, primo
organizzatore del lucroso traffico, e i suoi collaboratori
Maridian SULAJ 28enne e Fatmir MINAJ 54enne.
Gli
arrestati, localizzati tra Vittoria e Modica nel ragusano nonché
a Palagonia e nel quartiere San Giorgio a Catania, all’alba di
sabato 14 ottobre sono stati ristretti presso il carcere
catanese di Bicocca ed il carcere di Piazza Lanza. Gli
investigatori, nei confronti degli altri 4 cittadini albanesi,
non rintracciati nel territorio nazionale, avanzeranno richiesta
d’estradizione. Finanzieri del Comando Provinciale di Catania su
delega della Procura Distrettuale etnea hanno eseguito
un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del
Tribunale di Catania nei confronti di 11 soggetti appartenenti
ad un’organizzazione criminale italo-albanese dedita al traffico
internazionale di sostanze stupefacenti e di armi.
L’organizzazione negli ultimi anni era riuscita a trasportare in
Italia dalla costa albanese oltre 3.500 kg di marijuana che
veniva sequestrata, in più occasioni, nel corso di lunghe e
complesse indagini. I Baschi Verdi hanno appurato che il
sodalizio criminale, avrebbe avuto disponibilità di armi e
munizioni, accertata col sequestro di fucili del tipo
Kalashnikov e centinaia di munizioni, ed avrebbe acquisito il
controllo dell’importazione dall’Albania di ingenti quantitativi
di stupefacente del tipo marijuana che poi venivano utilizzati
per approvvigionare le piazze di spaccio sia di Catania che
delle provincie di Ragusa e Siracusa, realizzando un giro
d’affari stimabile in oltre 20 milioni di euro.
L’operazione, convenzionalmente denominata “Rosa dei Venti”, è
stata condotta dai Finanzieri del GICO del Nucleo di Polizia
Tributaria della Guardia di Finanza di Catania, eseguendo
complesse attività tecniche di intercettazione telefonica e
ambientale per i cui riscontri è stato necessario avvalersi, sia
a terra che in mare, del dispiegamento simultaneo di articolati
dispositivi di contrasto all’illecito traffico. I militari nel
corso delle indagini, sono giunti alla conclusione di attività
di agguerriti componenti dell’associazione a delinquere a
carattere internazionale, hanno effettuato ripetuti sequestri di
sostanze stupefacenti, arrestando oltre 20 corrieri, anche con
l’ausilio di unità “antiterrorismo e pronto impiego” e cinofile
del Gruppo della Guardia di Finanza di Catania. L’azione di
contrasto è stata condotta anche in mare con l’impiego dei mezzi
navali del Corpo della Stazione Navale di Messina e del Comando
Operativo Aeronavale grazie ai quali, nel maggio 2015, è stato
intercettato, a largo di Riposto, un peschereccio proveniente
dalle coste albanesi che trasportava circa 900 chili di
marijuana, 2 fucili d’assalto Kalashnikov con relativi
caricatori e centinaia di munizioni.
La
capillare ricerca dei destinatari delle misure cautelari ha
portato all’arresto di 7 persone (4 italiani e 3 albanesi)
nonché al sequestro in flagranza di reato di circa 20.000 euro
rinvenuti in contanti.
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VIDEO INTERVISTA
TEN. COL.
MASSIMILIANO SERINO
FIRENZE
- ITALIA INONDATA DI BANCONOTE
FALSE, GUARDIA FINANZA SCOPRE TRAFFICO INTERNAZIONALE DI
DENARO SPESO ANCHE ALL’ESTERO, OSCURATI 20 CANALI
TELEMATICI.
I militari del Comando Provinciale della Guardia di
Finanza di Firenze a
comando del Tenente
colonnello Massimiliano Serino
,
hanno dato esecuzione ad
un provvedimento di sequestro preventivo, adottato dal
Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale
di Firenze dottor Federico Zampaoli, mediante
inibizione e oscuramento di 20 canali telematici.
Internet era utilizzato per commercializzare grosse
quantità di banconote false, rivendute su larga scala
sia in Italia che all’estero. L’attività illegale è
stata scoperta dalle Fiamme Gialle fiorentine grazie al
costante monitoraggio dei canali telematici e internet.
I Baschi Verdi sono riusciti ad individuare pratiche
illecite lesive del mercato. Le indagini, sono state
condotte in pieno periodo emergenziale dal Nucleo di
Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza
di Firenze sotto il coordinamento della Procura della
Repubblica di Firenze, diretta dal Procuratore dottor
Giuseppe Creazzo. Gli investigatori hanno individuato
numerosi market-place telematici con i quali i
cyber-criminali avevano organizzato la
commercializzazione delle banconote e documenti falsi in
tutto il territorio ed all’estero. I falsari attraverso
procedure complesse, di banconote false di vario taglio
e particolarmente contraffatte nei segni distintivi
hanno inondato, tramite internet, piazze in Italia ed
all’estero . Gli accertamenti effettuati, dalle Fiamme
Gialle hanno fatto emergere inoltre che gli stessi
canali telematici erano utilizzati anche per la vendita
di diversi documenti d’identità falsi. Le banconote
false potevano essere acquistate partendo da un stock
minimo di 300 euro, a un prezzo di circa il 10% del
valore nominale, e l’attività di indagine ha messo in
luce un ammontare che si stima, su base annua, di circa
2 milioni di euro di banconote contraffatte
commercializzate attraverso i canali telematici ora
oscurati. I reati contestati sono quelli di
falsificazione di monete (art. 453 c.p.), spendita e
introduzione nello Stato di monete falsificate (art. 455
c.p.), possesso e fabbricazione di documenti di
identificazione falsi (art. 497 bis c.p.).
CATANIA
– Finanza scopre traffico droga da Colombia e Repubblica
Dominicana in Sicilia orientale, eseguite 27 misure.
Si tratta dei fratelli catanesi di Librino: MAGGIORE
Alfio Giuseppe 30enne, Giuseppe 53enne,
Orazio Valentino 31enne, di Vincenzo ONETO
58enne(di origini palermitane) e dal catanese
Daniele STIVALA 31enne, Giuseppe VASTA 30enne,
Gianluca GIARRUSSO 36enne, Omar SACCO 34enne
e Marco GALLO CASSARINO 33enne,
Salvatore STIVALA 38enne, Angelo MESSINA 70enne
siracusano; Gino GUZZARDI 52enne siracusano;
Emanuele BUSSOLETTI 42enne e Simonetta MAZZOLAI
62enne; Leandro De Jesus “Leon” HERASME MATOS 45enne
e Bizchmar CAPELLAN GOMERIS 45enne, entrambi
della Repubblica Dominicana. I Finanzieri del Comando
Provinciale della Guardia di Finanza di Catania,
delegati dalla Procura della Repubblica etnea hanno
dato esecuzione a 1 ordinanza di misure cautelari in
carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale catanese nei
confronti di 16 persone indagate, a vario titolo, per
associazione finalizzata al traffico illecito di
sostanze stupefacenti e, nello specifico, al commercio
di hashish, marijuana, cocaina ed eroina.
L’investigazione è stata condotta dal Nucleo di Polizia
Economico- Finanziaria di Catania e coordinata dalla
Procura Distrettuale etnea, convenzionalmente nota come
operazione “Stop and Go”. L’inchiesta aveva già
consentito ai tutori dell’ordine di conseguire, tra
gennaio 2016 e maggio 2017, arresti in flagranza di
reato per 27 soggetti accusati di traffico di
stupefacenti (artt. 73 e 80, D.P.R. 309/90) ed al
contestuale sequestro complessivo di circa 100 kg. di
hashish, 70 kg. di marijuana, 10 kg. di cocaina e 4 kg.
di eroina. Gli stupefacenti sequestrati, erano destinati
al mercato della Sicilia orientale, ed avrebbero
fruttato alle strutturate compagini criminali oltre 5
milioni di euro. L’indagine condotta dai finanzieri del
G.I.C.O. di Catania ha permesso di disarticolare due
distinte compagini associative, aventi la loro base
operativa a Catania con ramificazioni attive in Italia
(Torino, Siena e Reggio Calabria) ed all’estero (Spagna
e Sud America). Le Fiamme Gialle hanno evidenziato che
un primo sodalizio era composto da: i fratelli MAGGIORE
Alfio Giuseppe 30enne, Giuseppe 53enne, Orazio Valentino
31enne, quali promotori, catanesi originari e attivi nel
quartiere Librino, nonché da Vincenzo ONETO 58enne ( di
origini palermitane) e dal catanese Daniele STIVALA
31enne, i quali si sarebbero occupati di procurarsi
rilevanti quantitativi di hashish ed eroina a Torino per
poi trasportarla a Catania rivendendola all’ingrosso ai
fornitori di piazze di spaccio nei quartieri di Librino,
San Cristoforo e Villaggio Sant’Agata. Le Fiamme Gialle
hanno evidenziato che alla stessa compagine appartiene
Giuseppe VASTA 30enne, già noto per essere stato tratto
in arresto, nel quartiere Zia Lisa, con 1,3 kg di
cocaina celata tra salumi e per la detenzione illegale
di un’arma clandestina e munizioni. Gli inquirenti
ritengono che VASTA fosse il principale collettore
degli illeciti traffici orchestrati dal gruppo
capeggiato dai fratelli MAGGIORE. Ulteriori acquirenti
dell’associazione criminale dei MAGGIORE, nonché
destinatari del provvedimento restrittivo eseguito,
sono: Gianluca GIARRUSSO 36enne, tratto in arresto nel
marzo 2017, destinatario di un carico di 27 kg di
hashish; lo stupefacente era occultato in una cassa di
legno per vini all’interno della quale vi erano 53
pacchetti, protetti ciascuno da un palloncino colorato e
doppiamente avvolti con plastiche sottovuoto; Omar
SACCO 34enne e Marco GALLO CASSARINO 33enne, sono
ritenuti dagli inquirenti delle Fiamme Gialle gli
organizzatori di due compravendite di stupefacenti, 1 di
cocaina proveniente dalla Calabria e destinata alle
piazze di spaccio catanesi e 1 di hashish da Torino al
mercato della Sicilia orientale; Salvatore STIVALA
38enne, tra i promotori di 1 compravendita di hashish
sulla rotta Torino-Catania. Gli investigatori hanno
evidenziato che differente sarebbe stata la compagine
associativa delinquenziale, con proiezioni
internazionali, che alimentava le piazze di spaccio di
Siracusa, costituita da:Angelo MESSINA 70enne
siracusano, quale committente ed acquirente finale;Gino
GUZZARDI 52enne siracusano, organizzatore
dell’importazione di cocaina dal Sud America
(principalmente da Santo Domingo e dalla Colombia);
Emanuele BUSSOLETTI 42enne e Simonetta MAZZOLAI 62ene
corrieri dello stupefacente; Leandro De Jesus “Leon”
HERASME MATOS 45enne e Bizchmar CAPELLAN GOMERIS 45enne,
entrambi della Repubblica Dominicana, quali fornitori
della cocaina. I Finanzieri catanesi specializzati
nelle operazioni antidroga, nel corso delle indagini,
hanno intercettato, seguendo i fornitori sudamericani
che rifornivano il gruppo siracusano capeggiato da
MESSINA e GUZZARDI, 2 consegne di prova: 1 dalla
Spagna alla Sicilia, nel marzo 2016 a Genova, pari a kg.
1,6 di cocaina occultata all’interno della batteria
dell’autovettura in uso al corriere; la seconda, sempre
sulla rotta Liguria/Sicilia, nel settembre dello stesso
anno, di kg. 2,6 di cocaina confezionata con cellophane
e nastro da imballaggio abilmente occultati all’interno
di un “tower” (diffusore acustico) trasportato
come valigia da uno dei corrieri giunto, tramite treno,
nella stazione ferroviaria di Catania.
CATANIA
- GdF in aeroporto sequestra a donna
nigeriana 15.000€, 21 cellulari e 3 pc. I Finanzieri del Comando
Provinciale della Guardia di Finanza di Catania e funzionari
dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, nell’ambito degli
interventi finalizzati a contrastare l’irregolare importazione ed
esportazione di valuta trasportata al seguito da passeggeri in
transito, arrivo o partenza nell’aeroporto di Catania Fontanarossa,
hanno sottoposto a controllo una donna nigeriana residente a
Catania. La passeggera era in procinto di imbarcarsi su un volo
diretto ad Istanbul, e stava portando nel bagaglio a mano denaro
contante per 15.000€, suddiviso in mazzette da 50 euro, 100 euro e
500 euro. I finanzieri della Tenenza di Catania Fontanarossa, a
seguito dell’ispezione dei bagagli da stiva che erano stati già
imbarcati sull’aeromobile, hanno rinvenuto all’interno 24 prodotti
elettronici (tra cui smartphone del tipo iPhone e Samsung nonché 3
personal computer) per i quali la passeggera non ha fornito
giustificazioni circa la loro lecita detenzione e legittima
provenienza. Gli approfondimenti eseguiti immediatamente grazie alle
banche dati di polizia, hanno permesso ai militari di accertare che
per alcuni dei cellulari rinvenuti erano state sporte denunce di
furto e/o di smarrimento. I Finanzieri hanno proceduto, pertanto, a
denunciare la donna alla Procura della Repubblica di Catania per i
reati di ricettazione (art. 648 c.p.) e riciclaggio (art. 648-bis
c.p.) e sottoporre a sequestro oltre ai 21 smartphone e ai 3
notebook anche i 15 mila euro in contanti che lei stava trasportando
con sé, poiché sproporzionati rispetto agli esigui redditi
dichiarati annualmente al fisco e potenzialmente riconducibili alle
predette condotte delittuose accertate.
CATANIA
–
Stidda e Cosa Nostra: GdF sequestra beni 45milioni€ a “Titta U
Ballerinu”, imballaggi nel ragusano. I Finanzieri del Comando
Provinciale della Guardia di Finanza di Catania su proposta della
Procura della Repubblica etnea hanno eseguito un provvedimento di
applicazione di misura patrimoniale, emesso dal Tribunale etneo,
Sezione Misure di Prevenzione, finalizzato al sequestro di attività
commerciali, immobili, autovetture e disponibilità finanziarie, per
un valore complessivo di circa 45 milioni di euro, riconducibili a
Giombattista PUCCIO 56enne(cl. 1960, detto “Titta U Ballerinu”
per via della sua accertata appartenenza sia alla “Stidda” che al
clan di “Cosa Nostra”). Gli approfondimenti disposti dall’Ufficio
Procura della Repubblica etnea sono consistiti nella messa a sistema
del vasto compendio indiziario a carico del personaggio tratto da
intercettazioni telefoniche ed ambientali, dalle dichiarazioni di
collaboratori di giustizia, dall’esame di documentazione bancaria e
contabile e dalle evidenze di atti pubblici e scritture private.
L’attività, svolta dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico -
Finanziaria di Catania ha permesso di tracciare analiticamente il
profilo soggettivo del PUCCIO, di ricostruire il complesso quadro di
imprese da lui di fatto gestito e tracciare gli asset patrimoniali
dallo stesso illecitamente accumulati. La Procura della Repubblica
etnea ha evidenziato “qualificata” pericolosità sociale del PUCCIO
emergente essenzialmente dagli esiti dell’indagine convenzionalmente
nota come Operazione “Ghost Trash” che, nel dicembre del 2017, portò
all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal
Tribunale etneo su proposta della Procura della Repubblica etnea,
nei confronti di otto persone indagate per associazione a delinquere
di stampo mafioso - finalizzata all’acquisizione di posizioni
dominanti nel settore economico della realizzazione di imballaggi
destinati alle produzioni ortofrutticole di Vittoria (RG) -,
intestazione fittizia di imprese e traffico illecito di rifiuti.
Giombattista PUCCIO, attualmente detenuto presso il carcere di
Siracusa, in tale contesto, è stato destinatario del provvedimento
di custodia cautelare personale poiché ritenuto responsabile della
creazione di un vero e proprio “cartello mafioso di imprese” che
avrebbe assunto il dominio del settore degli imballaggi nel
territorio di Vittoria (RG). Le investigazioni condotte dal
G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico - Finanziaria di Catania
hanno accertato il coinvolgimento di alcune aziende riferibili a
PUCCIO in un articolato sistema d’illecito stoccaggio di rifiuti e
sono giunte a ricostruire un nuovo modus operandi dei consessi
mafiosi che agiscono in territori, quale quello di Vittoria,
caratterizzati da importanti realtà produttive, ossia l’acquisizione
esclusiva del controllo di settori economici di rilievo come quello,
nel caso specifico, della produzione degli imballaggi. Le
investigazioni condotte dal G.I.C.O hanno evidenziato che il
controllo del settore sarebbe originariamente avvenuto con il
ricorso alle tipiche modalità dell’agire mafioso, caratterizzate dal
sopruso e dall‘intimidazione: le aziende di PUCCIO, poi, sarebbero
divenute leader nel settore della produzione degli imballaggi per
prodotti ortofrutticoli grazie alla riconosciuta appartenenza dei
loro titolari all’organizzazione mafiosa, ed avrebbero estromesso le
aziende concorrenti che non si piegavano alle condizioni imposte,
assumendo in tal modo il controllo dell’intera filiera commerciale.
Il modo di agire sarebbe stato confermato anche dalle dichiarazioni
di diversi collaboratori di giustizia secondo i quali: “da decenni
il mercato degli imballaggi di Vittoria è in mano a imprese mafiose
che, attraverso l’opera diretta degli affiliati al clan
Dominante-Carbonaro, impongono agli operatori del settore - con la
forza dell’intimidazione e senza ricorrere, quasi mai, all’uso della
violenza - l’acquisto di cassette di plastica per l’ortofrutta da
aziende conniventi a loro riconducibili; le aziende che non
accettano tali condizioni vengono tagliate fuori dal mercato”. Le
investigazioni condotte dal G.I.C.O avrebbero appurato che
Giombattista PUCCIO, proprio in tale sistema affaristico, che ha
asfissiato ogni libera iniziativa economica, stabiliva i prezzi di
vendita ripartendosi gli utili con gli altri sodali. Le
investigazioni condotte dal G.I.C.O avrebbero quindi stigmatizzato
la caratura di “Titta” che sarebbe altresì evidenziata dalle sue
precedenti condanne con sentenze definitive, nel 1999, “per aver
offerto assistenza a diversi latitanti appartenenti alla Stidda” e,
nel 2003, “per aver fatto parte del clan di Cosa Nostra
Mammasantissima negli anni 1997 e 1998”. Le investigazioni condotte
dal G.I.C.O avrebbero evidenziato che nelle imprese mafiose,
operanti da anni nella produzione di imballaggi per i prodotti
ortofrutticoli e nella gestione dei rifiuti, formalmente
amministrate da prestanome (tra i quali, i due figli Giovanni e
Luigi, la figlia Giuseppina, le nuore Zaira SCRIBANO e Floriana
GUARNERA nonché persone di fiducia quali Salvatore ASTA e Gianluca
SANZONE) il PUCCIO non appariva quale titolare di cariche sociali,
pur gestendone in prima persona i lucrosi affari. “Titta”, sarebbe
emerso quale dominus indiscusso nei rapporti con i diversi clienti e
fornitori, al fine di escludere l’applicazione di misure di
aggressione patrimoniale nei suoi confronti, assegnava quote sociali
e incarichi amministrativi ad altre persone che, tuttavia,
rispondevano solo al suo volere. Le indagini patrimoniali delegate
ai Finanzieri, a supporto di tale compendio indiziario, hanno fatto
rilevare la sproporzione, per oltre due milioni di euro, delle
attività economiche possedute da PUCCIO e dalla sua cerchia
familiare rispetto ai redditi da loro dichiarati al fisco. I
militari del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria, grazie
anche ai riscontri ottenuti dall’esecuzione di attività ispettive di
carattere fiscale, hanno acclarato la stabile riconducibilità al
personaggio delle seguenti attività d’impresa, tutte colpite dalla
misura patrimoniale di prevenzione: - societa’ commerciali: M.P.
TRADE S.R.L.; SOCIETÀ COOPERATIVA GIZA A R.L. (già M.P. TRADE);
INTERNATIONAL PACKING S.R.L.; G.Z.G. S.R.L. in liquidazione; GR
TRADE S.R.L.; SOCIETÀ COOPERATIVA AGRO BIO SERVICE A R.L.; ALBA
SOCIETA’ COOPERATIVA AGRICOLA a r.l.– tutte con sede in Vittoria
(RG) - aventi quale oggetto sociale la “commercializzazione
all’ingrosso e al dettaglio di prodotti per l’agricoltura” nonché la
“fabbricazione di imballaggi per prodotti ortofrutticoli”; - ditte
individuali: PUCCIO Giombattista; PUCCIO Luigi; l’impresa agricola
di ASTA Salvatore; - Soc. Coop. DECAPLAST a r.l. e ECOLINE S.R.L.
in liquidazione volontaria, entrambe aventi sede a Vittoria (RG) e
con attività prevalente nel settore della “raccolta di rifiuti non
pericolosi in plastica e imballaggi usati”. Le complesse indagini
patrimoniali, eseguite anche con l’ausilio del sofisticato software
“Molecola” sviluppato dalla Guardia di Finanza per l’acquisizione
massiva e l’analisi di tutte le informazioni rilevabili dalle
numerose banche dati in uso al Corpo, hanno altresì, consentito di
sottoporre a sequestro finalizzato alla confisca di prevenzione i
seguenti beni mobili e immobili risultati acquisiti in un arco
temporale nel quale il proposto e i suoi prestanome non disponevano
di mezzi finanziari sufficienti alla loro acquisizione: beni
mobili registrati: 2 autovetture e 1 motoveicolo; - titoli e
rapporti finanziari: 15 conti corrente e 2 conti deposito; -
immobili: 11 fabbricati e 50 terreni situati nel territorio di
Vittoria. Il complessivo patrimonio sottoposto a sequestro per la
successiva confisca, è stato stimato in circa 45 milioni di euro.
CATANIA
– GdF sequestra
170.000 oggetti: giocattoli, gadget e cartoleria falsi. I
militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di
Catania, nell’ambito dei servizi a tutela del mercato e del
consumatore, hanno eseguito un intervento nei confronti di
un’azienda che opera nel settore della distribuzione al dettaglio,
sottoponendo a sequestro oltre 170.000 articoli risultati
contraffatti. Il controllo, eseguito dai Finanzieri del Gruppo di
Catania nella zona centrale della città, ha permesso
l’individuazione di numerosi giocattoli, gadget e prodotti di
cartoleria, riproducenti indebitamente marchi e personaggi senza
autorizzazione del licenziatario. Numerosi giocattoli contraffatti
sono stati sottoposti a sequestro, riconducibili a personaggi di
cartoni animati attualmente in voga tra i più piccoli quali Peppa
Pig, Minions, Ben10, Doraemon, Topolino, Tartarughe Ninja, Super
Mario, Barbie, Winnie the Pooh e molti altri. Il titolare
dell’attività commerciale di nazionalità cinese, al termine delle
attività, è stato deferito alla Procura della Repubblica di Catania
per il reato di introduzione nello Stato e commercio di prodotti con
segni falsi e ricettazione.
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